Gemelli contro a Bilbao. Adam Yates infila Simon

01.07.2023
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BILBAO – Certe volte il destino è davvero incredibile. Ci sono delle storie che persino il miglior scrittore farebbe fatica a pensare. Ma se non sei né l’uno, né l’altro, fai il preparatore e ti chiami Maurizio Mazzoleni (sotto nel video, ndr), allora hai qualche chances in più.

Il coach dell’Astana-Qazaqstan questa mattina in un’intervista a 360° parlando dei “terzi incomodi” aveva detto proprio di stare attenti ai gemelli Yates: perché vanno forte, se ne parla poco e sanno vincere. Non poteva essere più preciso.

Tra l’altro non è la prima volta che Simon e Adam arrivano in parata. Era successo dieci anni fa. Al Tour de l’Avenir… quella volta ci fu un accordo e vinse Simon.

Vento decisivo?

Forcing micidiale di Adam Yates sul Muro del Pike. Gli restano attaccati “quei due” e il sorprendente Lafay. Adam si defila, rientra e scappa. 

Simon lo vede e lo bracca. Innanzitutto sa come sta il fratello e poi intuisce subito che tatticamente l’azione può essere favorevole. In quel momento la Jumbo-Visma non si era compattata.

Ieri avevamo percorso gli ultimi 10 chilometri e dentro di noi ci siamo detti: “Se al tornantone verso sinistra sono ancora davanti, arrivano”. Lì infatti il vento girava e diventava favorevole. E così è andata. I gemelli sono riusciti a fare una grande velocità. In più tra le curve cittadine hanno guidato benissimo.

I due gemelli scappano via. E in effetti Simon tira un po’ più di Adam
I due gemelli scappano via. E in effetti Simon tira un po’ più di Adam

Simon c’è

Il finale poi era tutto di gambe: 500 metri al 4-6 per cento. E lì le gambe Simon non le aveva più.

«Ha avuto dei crampi nel finale, così mi ha detto Simon – ha rivelato Brent Copeland, general manager della Jayco-AlulaUna storia bellissima oggi. Poteva essere meglio per noi! Potevamo vincere noi la tappa e prendere la maglia gialla, ma se proprio doveva vincere qualcun altro, bene così che lo abbia fatto Adam».

«Vero, ha tirato più di Adam, ma ci poteva stare: lui dietro aveva Pogacar e poteva anche non tirare per niente. Sì, sono gemelli, ma in gara sono rivali e professionisti».

Simon sui rulli, spalle alla strada. Non correva dal 26 aprile, probabilmente i crampi sono il frutto di questa lunga assenza dalle gare
Simon sui rulli, spalle alla strada. Non correva dal 26 aprile, probabilmente i crampi sono il frutto di questa lunga assenza dalle gare

Sorriso amaro

Copeland li avuti entrambi e li conosce. Sono molto simili. Adam forse è un filo più adatto per le corse di un giorno, più esplosive, tipo una “classica come quella di oggi” (era la prima tappa). Simon più per le tre settimane, e infatti ha vinto una Vuelta.

«Ma questo risultato – continua Copeland – è importante anche perché ora sappiamo che Simon sta bene. Non correva da aprile (una sola tappa del Romandia, ndr) e per noi era un punto di domanda. E’ bravissimo a prepararsi a casa, però le corse sono un’altra corsa.

«Partiamo per curare la classifica, poi vediamo… Perché correre per un quinto posto non ha molto senso per noi. A quel punto meglio puntare a qualche tappa».

Simon Yates intanto scioglie la gamba. Ha chiesto al meccanico di girarli i rulli verso il bus e non verso la strada. E’ un modo per evitare anche la stampa. Non è deluso, perché ai compagni spiega le cose con lucidità e ogni tanto sorride, ma chiaramente qualche pensiero gli frulla nella testa.

Quello che si sono detti col gemello lo sanno, e probabilmente lo sapranno, sempre e solo loro. Ma sono dei professionisti. E questo lo ha ribadito anche Adam nella conferenza stampa.

Primo e terzo

E poi c’è la sponda del vincitore. La UAE Emirates esplode in un urlo di gioia. L’altro team manager, Mauro Gianetti, esce dal bus con le braccia al cielo, perdendo la sua proverbiale compostezza, per qualche secondo.

«Primo Adam, terzo Tadej, maglia gialla – dice il manager svizzero – meglio di così non potevamo iniziare. Tadej sta bene e questa è l’altra notizia importante».

«Abbiamo giocato alla Play Station? No, però era prevista questa azione – ha detto il diesse Hauptman – . Era previsto che Grosschartner facesse quel forcing per stare davanti sul Pike. Volevamo vedere come stavamo noi e come stavano gli altri. Poi ci dovevamo provare anche con Adam, che sta attraversando un ottimo periodo di forma. E’ stata importante questa tappa per noi. Ed è stato anche importante vincere».

Tour de l’Avenir 2013, tappa di Morzine. Simon precede Adam… dieci anni dopo ancora una fuga tra gemelli (foto James Startt)
Tour de l’Avenir 2013, tappa di Morzine. Simon precede Adam… dieci anni dopo ancora una fuga tra gemelli (foto James Startt)

Destini incrociati

Adam e Simon hanno fatto una carriera parallela. Da piccoli erano sempre il primo rivale l’uno dell’altro. E oggi, nella corsa più grande, è stato come tornare alle corse di paese che facevano da bambini.

Chissà cosa è passato nella testa e nel cuore dei loro genitori, dei loro compaesani. In particolare in quella di papà John che li ha messi in bici. Lui aveva una piccola squadra, la Bury Clarion, e li portava a girare nel velodromo di Manchester. Le prime gare, i primi successi.

Anche se tra i due chi ha fatto da “testa di ponte” è stato Adam. E’ stato lui a battere il primo grosso colpo. Era l’Avenir del 2013 e fu secondo. Proprio lì, arrivarono in parata davanti al grande pubblico per la prima volta.

Come ci disse Vittorio Algeri, il diesse che meglio li conosce: «Se uno ottiene un risultato, l’altro si sbriga a coglierne un altro».

Scortato dal suo addetto stampa, Luke Rowe, Adam Yates si gode la maglia gialla… oltre alla vittoria
Scortato dal suo addetto stampa, Luke Rowe, Adam Yates si gode la maglia gialla… oltre alla vittoria

Adam incredulo

«Non ci credevo di essere davanti con mio fratello – ha detto Adam Yates nella sua fresca maglia gialla – è incredibile. Un’esperienza super. Cosa ci siamo detti? Che dovevamo spingere e ancora spingere… Sapevamo che dietro c’era un po’ di confusione. Tadej mi ha detto di andare».

«Io avevo speso tanto nella salita finale e così ho cercato di risparmiare qualcosa. Quando ai 450 metri Tadej per radio mi ha detto che era tutto okay, ho spinto al massimo e sono riuscito a vincere».

Adam e Simon Yates vivono vicini. Parlano spesso e ogni tanto escono anche insieme, ma ultimamente si sono frequentati meno di quanto si possa pensare. «Ho passato molto più tempo con la squadra che non a casa, però sono contento di condividere questa gioia con lui (i due si sono abbracciati dopo l’arrivo, ndr). Sarà un ricordo indelebile».

Quando hanno aperto il gas per davvero sono rimasti Pogacar e Vingegaard, con Lafay (a destra). Il duello è servito
Quando hanno aperto il gas per davvero sono rimasti Pogacar e Vingegaard, con Lafay (a destra). Il duello è servito

Ma comandano loro

Questa prima frazione però è stata anche il primo confronto fra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. I due si sono punzecchiati, o almeno lo hanno fatto con le rispettive squadre. Ora l’una, ora l’altra erano in testa a fare trenate per prendere le salite e i punti critici davanti.

L’arrivo in volata del drappello inseguitore, premia lo spunto veloce dello sloveno, ma sono davvero lì. E se queste sono le premesse… buon Tour de France a tutti.

Andiamo a scoprire i gemelli Bessega, gli Yates d’Italia

28.09.2021
5 min
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Se corri in bici e frequenti l’indirizzo sportivo del Liceo Scientifico “Marco Pantani” può darsi che il ciclismo sia davvero nel tuo destino. Aspettando però che solo il tempo lo dica, la storia che vi racconteremo va raddoppiata e in modo parallelo, perché i protagonisti sono due fratelli gemelli. I gemelli Bessega.

Debutto da esordienti

Gabriele e Tommaso Bessega – nati il 18 febbraio 2004 – sono juniores al primo anno nella Bustese Olonia e studiano a Busto Arsizio presso l’istituto superiore paritario intitolato ad Olga Fiorini (fondatrice della scuola stessa) e all’indimenticato campione di Cesenatico. Curiosamente – e neanche tanto – lo stesso liceo il prossimo 5 ottobre sarà sponsor e coinvolto direttamente nell’organizzazione della Tre Valli Varesine Women, neonata gara del calendario femminile ed allestita, al pari della corsa maschile, dalla S.C. Binda.

I gemelli varesini, rispetto a tanti loro colleghi, hanno iniziato relativamente tardi a correre (da esordienti primo anno), ma crescendo sono riusciti a togliersi diverse soddisfazioni, anche in questa stagione da debuttanti tra gli junior dove la concorrenza è tutt’altro che bassa.

Parla papà Roberto

Gabriele ha conquistato una vittoria (a Calvagese lo scorso 29 agosto) e quattro piazzamenti nei dieci. Tommaso invece ha ottenuto due successi (il primo maggio nel cuneese e il 17 luglio a Motta di Livenza in una cronometro), il secondo posto al campionato italiano (il 26 giugno a Romanengo dietro a Bonetto) e altri tre piazzamenti nelle top ten. E recentemente ha vissuto un’altra giornata importante avendo disputato il 21 settembre la prova contro il tempo iridata (chiusa al 24ª posto).

Per i Bessega, che devono completare il processo di formazione ciclistica, c’è già un piccolo traguardo che potrebbe diventare un punto di partenza per la loro carriera sotto la supervisione di quattro ex pro’. Sei mesi fa infatti la Eolo-Kometa, che ha anche un team under 23, ha firmato un accordo di filiera proprio con la Bustese Olonia (guidata dal diesse Marco Della Vedova, i tre sono insieme nella foto di apertura) grazie ad un programma di scouting curato da Dario Andriotto, uno dei tecnici della squadra di Alberto Contador e Ivan Basso.

Non sono poi molti i casi di gemelli nel ciclismo. I primi italiani che ricordiamo sono i biker Luca e Daniele Braidot, mentre all’estero accanto ai più famosi Simon e Adam Yates si stanno facendo strada i portoghesi Oliveira, gli olandesi Van Dijke e i norvegesi Johannesen. Per conoscere meglio i due gemelli ciclisti, abbiamo chiesto a papà Roberto di descriverceli.

Come sono arrivati al ciclismo?

Io sono appassionato, ma non li ho mai forzati, tant’è che giocavano a calcio. Inizialmente da giovanissimi con gli amici all’oratorio, poi sono stati tesserati in una squadra locale fino ai pulcini. Forse non faceva per loro, così hanno smesso. Ma visto che sia noi genitori sia loro due volevamo che restassero in attività, hanno fatto anche un anno di atletica, nel quale hanno vinto alcune campestri. Si sono sempre divertiti, però ad un certo punto hanno voluto provare anche la bicicletta. Ed ora eccoli qua.

Senza sport non sapevano stare insomma e ne hanno provati diversi. Dicono sia un bene.

Secondo me sì. Per il benessere fisico e mentale. Perché crea aggregazione. Perché quando sono bambini è giusto che si divertano facendo lo sport che gli piace di più. E senza pressioni.

Appunto, voi che tipo di genitori siete da questo punto di vista?

Assolutamente discreti, quasi invisibili. Io ho sbagliato quando giocavano a calcio, perché gli ero stato un po’ addosso. Ho capito la lezione e col ciclismo non ho fatto pressioni. Anche perché bisogna starne fuori per l’equilibrio di tutti. Naturalmente siamo genitori presenti, ma in certe cose ci siamo solo quando c’è bisogno e ce lo chiedono i ragazzi. Rispettiamo molto i loro tempi.

E con i loro tecnici come va?

Uguale, non facciamo interferenze. Ovviamente il rapporto è buono, ci conosciamo ormai da tempo (i gemelli correvano già nella Bustese Olonia da allievi, ndr) e ci fidiamo dei loro insegnamenti. 

Tommaso ha partecipato ai mondiali crono di Bruges, chiudendo in 24ª posizione
Tommaso ha partecipato ai mondiali crono di Bruges, chiudendo in 24ª posizione
Che tipo di corridori sono? Partiamo da Tommaso.

E’ un ragazzo caratterialmente tranquillo, non si lamenta praticamente mai. I risultati dicono che va bene a crono. Gli piace molto la pista. Diciamo che è un passista veloce che soffre ancora un po’ la salita, anche se però ha iniziato a difendersi meglio.

Gabriele invece?

In bici ha le stesse caratteristiche di Tommaso. Ma rispetto a lui ha un carattere decisamente più impulsivo. Questa forse al momento è l’unica differenza. D’altronde è ancora presto per capire che corridori siano o diventeranno.

Si confrontano fra loro?

Sono in eterna competizione come normale che sia tra due gemelli, ma si parlano e si consigliano spesso quando sono in bici e dopo le gare.

Immaginiamo sia stato un piacere la convocazione in nazionale di Tommaso e sapere della collaborazione tra Bustese ed Eolo. 

Eravamo tutti molto contenti. Siamo andati in Belgio per la crono mondiale con tutta la famiglia, è stata una bella occasione per fare un viaggio assieme. E siamo anche felici di questo accordo e del loro interessamento, è una soddisfazione anche per noi genitori. Però restiamo molto con i piedi per terra. I ragazzi devono dimostrare ancora tanto e come dicevo prima è ancora presto per capire cosa diventeranno.