Gli ex Gazprom si ritrovano in Astana e Scaroni li accoglie

04.11.2024
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Parte del gruppo della Gazprom-Rusvelo si sta ritrovando all’Astana-Qazaqstan. Christian Scaroni è stato il primo ad arrivare nella “corazzata turchese”. Adesso è stato raggiunto anche da Nicola Conci e Matteo Malucelli. Prima di loro erano già arrivati Velasco, l’addetto stampa Yuri Belzeko e il tecnico Sedun.

Scaroni ha ripreso ad allenarsi proprio oggi. Dopo qualche giorno di vacanza in Alto Adige, eccolo pronto per una nuova sfida. «La stagione è andata molto bene fino al Giro d’Italia. Ho ottenuto buoni risultati. Poi, nel finale del Giro, ho avuto il Covid e a luglio ho ripreso a correre, ma forse non è stata una grande scelta. Ho finito bene, ma non avevo quella gamba che serviva per ottenere il risultato pieno. È mancata solo la vittoria».

Scaroni in vacanza in Alto Adige, eccolo remare sul Lago di Braies
Scaroni in vacanza in Alto Adige, eccolo remare sul Lago di Braies

Di nuovo insieme

Come dicevamo, un gruppo si sta ricreando, ed è un bene. Scaroni è pronto ad accogliere i suoi ex compagni.
«Sono stato contento di vederli arrivare – ha detto Scaroni – Quando ho saputo di Conci, mi ha fatto piacere. Poi, dopo quei tre giorni in Veneto subito dopo il Lombardia, ho saputo anche di Malucelli. Davvero una bella notizia».

Alla Gazprom non se la passarono bene. La chiusura di quel team non fu una bella notizia per tutti loro, che si ritrovarono senza squadra nel giro di un attimo.
«Sono compagni con cui ho condiviso la stessa esperienza, e di certo è gente che ha fame. Consigli? Hanno già i loro anni di professionismo alle spalle e sanno il fatto loro. Di certo, la forte presenza italiana favorirà il loro inserimento. Conoscendoli, non mancherà l’entusiasmo, e in Astana non potrà che essere esaltato».

Carboni, Scaroni e Malucelli in maglia azzurra dopo la chiusura della Gazprom
Carboni, Scaroni e Malucelli in maglia azzurra dopo la chiusura della Gazprom

Benvenuti in Astana

L’esperienza terribile del restare senza squadra da un momento all’altro ha cementato la loro amicizia e complicità.
«Tutto ciò ha cementato la nostra amicizia e temprato i nostri caratteri». Erano i tempi in cui la Russia dichiarò guerra all’Ucraina e l’UCI, di fatto, mise fuori il team russo. A quel punto ci fu un “si salvi chi può”.

«Non sono rimasto stupito – va avanti Scaroni – che alla fine tutti abbiano trovato squadra. Erano tutti corridori validi e si vedeva che avevano qualità. I numeri erano dalla nostra parte e, poi, eravamo un bel gruppo. Noi italiani (Velasco era andato via l’anno prima, ndr) ci ritrovammo in Nazionale. E, nonostante tutto, riuscimmo a cogliere ottimi risultati, persino a vincere. Semmai sono stupito che ci siamo ritrovati in Astana due anni dopo». Solo Canola non ha trovato posto.
«Ma per Marco l’età ha giocato contro. In questo ciclismo, già a 23-24 anni sei a rischio; lui ne aveva una trentina. Ma anche lui aveva ottime capacità».

Amici e compagni

Scaroni è quasi un veterano dell’Astana, specie dopo il ricambio generazionale in corso e, come ha detto lui, grazie alla forte componente italiana. In più, è nel pieno della maturità. Prima di congedarci, ci offre un giudizio sui suoi compagni.

Partiamo da Velasco: «Simone? Direi che è un “cagnaccio” e glielo ho anche detto. Simone è uno che non molla mai, ma mai davvero. Sei in gruppo con 20-30 corridori e sei lì per staccarti, demoralizzato. Lui non molla un centimetro, anche se magari da fuori non si vede».

Ecco poi i due nuovi arrivati: «Nicola Conci, visto da fuori, sembra un professorino, ma nel senso buono. È molto preciso, però in realtà è uno che sa divertirsi e che parla. E poi c’è Malucelli: l’aggettivo adatto per lui è perseverante. Ha cambiato squadra, è stato in team più piccoli, ma non ha mai mollato. E non solo: ha anche vinto. E poi è un ingegnere; lui è un mix di Conci e Velasco!».

Fedeli riparte dalla Q36.5: «E’ il momento di crescere»

16.02.2023
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Il 2023 ci ha dato modo di conoscere una nuova squadra: la Q36.5 Pro Cycling team. La professional svizzera che si avvale anche della consulenza di un campione come Vincenzo Nibali. Tra i corridori del team spicca il nome di Alessandro Fedeli, non tanto per i risultati, è ancora troppo presto, ma per la sua storia. Simile a quella di chi come lui correva in Gazprom ma allo stesso modo diversa

Il team avrà un calendario di prim’ordine per la sua stagione di debutto (foto SprintCycling)
Il team avrà un calendario di prim’ordine per la sua stagione di debutto (foto SprintCycling)

L’ennesima ripartenza

La stagione di Fedeli è iniziata il 30 gennaio nel caldo del deserto saudita. Il veneto è stato messo subito in gruppo per ritrovare smalto e brillantezza. Qualità che solo gareggiare può darti.

«In Arabia – esordisce Fedeli – ho preso un virus, penso alimentare. Ora sto bene, sono sotto antibiotici ma andrò comunque in Francia a correre il Tour des Alpes Maritimes et du Var. Al Saudi ho fatto bene, in qualche occasione avrei potuto fare meglio ma devo ricostruire il feeling con la strada. Avrei preferito partire un po’ meglio a livello di risultati, anche se a livello di condizione ci sono e mi sento bene. Queste corse di inizio anno serviranno per mettere chilometri nelle gambe, una cosa che nelle ultime stagioni mi è mancata.

«Praticamente mi sono dimenticato come si corre (ride, ndr) sembra uno scherzo ma è così. Mi manca la confidenza che si ha solamente quando stai per tanto tempo in gruppo. Dopo sei mesi che non vedi l’arrivo non è facile ricordarsi come si sprinta. Si devono riprendere le misure: quando partire, che ruote prendere, i rapporti e tutto il resto».

Fedeli ha dovuto ritrovare un po’ di dimestichezza in gruppo, in Arabia Saudita ha portato a casa anche una “top ten” nella terza tappa
Fedeli in Arabia Saudita ha portato a casa anche una “top ten” nella terza tappa

Una disavventura continua

La carriera di Fedeli, una volta passato professionista nel 2019, aveva il sapore di qualcosa di nuovo. C’era tanta curiosità nel mettersi in mostra e nel confrontarsi con corridori più forti.

«Il primo anno alla Delko – racconta il veneto di Negrar – è andato bene, ho fatto settanta giorni di corsa. Poi c’è stato il Covid, praticamente un anno buttato via, trentacinque giorni di gara e un primo rallentamento nella mia crescita. L’anno successivo c’è stato il fallimento e quella è una batosta ancora più dura rispetto a quella della Gazprom. Ero mentalmente distrutto, complice la squadra inesistente. A tutto questo si è aggiunto quel che già sapete del 2022. Alla mia età (Fedeli ha 26 anni, ndr) non è facile sopportare tutto questo, a livello di carriera ti rendi conto di non aver fatto grandi esperienze.

«Non ho ancora corso un Grande Giro, e tutti sappiamo quanto sia uno step importante. Un ciclista si crea, si può avere tutto il talento del mondo ma conta fino ad un certo punto. Gran parte della crescita passa dal fare un programma stabile e da una buona salute. Ho avuto un po’ di sfortuna in questi anni. Non mi piace usare questa parola ma quando la prima squadra fallisce e l’altra che viene chiusa dall’UCI, perché ci hanno mandato a casa, senza remore, questa è la verità. Insomma, ti senti instabile, non sereno».

Il 2022 lo ha concluso con la Eolo-Kometa, ma nella stagione nuova Fedeli ha preferito intraprendere un’altra sfida
Il 2022 lo ha concluso con la Eolo-Kometa, ma nella nuova stagione ha preferito intraprendere un’altra sfida

Ricostruzione

La Q36.5 per Fedeli ha l’aria di essere quell’isola felice che tanto ha sognato in questi anni di continui naufragi. Ora è ripartito dalla squadra svizzera, anche se il passato non si dimentica.

«Quando tutto gira male – dice – non ne esci facilmente, pensi che tutto sia negativo. Hai paura in gara ed ognuna ti sembra l’ultima della tua carriera, non hai certezze. Mi sento di avere ancora addosso quella paura, non la cancelli facilmente. Però tutto deve cambiare e solo il tempo guarirà questa mia ferita. Si deve riprendere fiducia, verso tutto e tutti, ora inizio a ritrovarla anche nel sistema ciclismo. Con la Q36.5 ho ritrovato un po’ di felicità, sono ripartito da un bell’inverno, come piace a me. Ho conosciuto il preparatore della squadra, Michelusi e mi sono trovato subito bene, siamo sulla stessa linea d’onda.

«Sono concentrato al cento per cento su quello che voglio, con tanta grinta, non c’è altra via. Io devo fare il mio e cogliere l’attimo, ora mi sento nel posto giusto al momento giusto. Ho voglia di mettermi alla prova e di prendere quelle batoste che fanno bene, per crescere. Il calendario che la Q36.5 andrà a fare è bello pieno, da poco abbiamo saputo che faremo l’Amstel. Finalmente farò delle corse importanti, da programma ho Strade Bianche, Tirreno-Adriatico e proprio l’Amstel, quest’ultima è quella più adatta a me. Non vedo l’ora, è solo l’inizio».

Conci guarda il bicchiere mezzo pieno e punta al 2023

28.12.2022
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Il 2023 si avvicina e, tra i buoni propositi che normalmente si fanno, arrivano anche quelli sportivi per Nicola Conci. Nell’anno che si sta per concludere il corridore trentino ha vissuto tra emozioni differenti. La chiusura della Gazprom e la nuova avventura con la Alpecin Fenix Development Team e l’approdo finalmente nel WorldTour nella prima squadra.

«Sto bene – dice Conci – sono riuscito a lavorare bene in questi mesi. L’unico intoppo, se vogliamo chiamarlo così, è stato un giorno di influenza, per il resto tutto liscio. Ora si passano le feste tra famiglia e amici e da gennaio si torna in ritiro. Inizierò a correre a metà febbraio alla nuova corsa in Portogallo (la Figueira Champions Classic, ndr), poi Volta ao Algarve. Successivamente mi sposterò in Spagna e farò Catalunya, Giro dei Paesi Baschi ed infine il Giro d’Italia».

Il caso Gazprom ha investito anche il corridore trentino che nel team russo ha corso una sola gara
Il caso Gazprom ha investito anche il corridore trentino che nel team russo ha corso una sola gara

Il primo ritiro Alpecin

Nel corso di questo mese Conci si è prontamente messo al lavoro in vista dei prossimi impegni, che nel calendario sono vicini ma non così tanto. I giorni per lavorare e prendere ritmo sono tanti, meglio fare le cose con metodo lasciando la fretta da parte. 

«Ho finito la stagione il 16 ottobre – riprende il trentino – dopo ho fatto tre settimane di stop completo, riprendendo la bici gradualmente. Le prime settimane a casa sono state blande, poi con la squadra siamo andati in Spagna. Lì ci siamo divisi in tre gruppi: i velocisti, gli uomini delle classiche, tra cui anche Van Der Poel e poi il gruppo dei più leggeri per la salita di cui faccio parte anche io. I lavori sono stati molto differenti perché alcuni miei compagni inizieranno tra poche settimane. Io ho tre settimane in più prima dell’inizio ufficiale della stagione, inutile iniziare a spingere troppo presto».

La prima gara corsa in maglia Alpecin è stato il Giro di Slovenia, qui nella prima tappa nella volata per il 6° posto
La prima gara corsa in maglia Alpecin è stato il Giro di Slovenia

Il passato 

Nicola Conci è stato uno dei primi corridori ex-Gazprom ad essere contattato dalle varie squadre. Sembrava molto vicino il suo approdo in Alpecin già prima del Giro d’Italia ma l’UCI ha rallentato il tutto facendo slittare l’arrivo nel team belga. 

«Sembrava poter arrivare una deroga da parte dell’UCI – racconta Conci – per il numero di corridori ammessi in una squadra. La speranza era di fare il Giro già nel 2022, questa deroga non è mai arrivata ed alla fine sono entrato nella continental della Alpecin. Il calendario, di conseguenza, è stato un po’ ritagliato rispetto ai vari impegni del team, considerando che non potevo fare corse WorldTour. Mi chiamavano volta per volta. Quando sono andato all’Arctic Race rientravo da un ritiro in Francia e la squadra mi ha chiesto se fossi disponibile a prendere un aereo la sera stessa. Con gli orari era impossibile organizzare il viaggio, così sono partito la mattina dopo, praticamente meno di ventiquattro ore prima del via. Una delle note positive è stata la convocazione per i mondiali di Wollongong».

Nonostante un 2022 travagliato Conci si è meritato la convocazione per i mondiali di Wollongong
Nonostante un 2022 travagliato Conci si è meritato la convocazione per i mondiali di Wollongong

Il futuro

Il 2023 ha il sapore della rivincita, o per lo meno di una nuova chance. I problemi fisici e non, sono alle spalle. Il futuro per Conci è da scrivere e pedalare, con la voglia di chi ha tanto da riprendersi dal destino.

«Tornare nel WorldTour – riprende con voce più viva – mi fa piacere. Nonostante tutto sono riuscito a fare diverse corse nel 2022 ed ho guadagnato questa occasione. Quelle passate sono state stagioni complicate, prima per l’arteria iliaca e poi per il caso Gazprom. La prima un po’ mi preoccupa, devo essere sincero, ma cerco di non pensarci troppo. Le corse fatte mi hanno dato tanta fiducia, mi sento un corridore nuovo e spero di continuare a stare sempre meglio.

«Con i se e con i ma – conclude Conci – magari avrei potuto fare meglio, ma non voglio trovare scuse o recriminare. Anzi, da quest’anno direi che ne ho ricavato un insegnamento: ci sono ancora. Fino al 2021 ho avuto problemi fisici che mi hanno condizionato a livello mentale, mi hanno tolto consapevolezza nei miei mezzi. Il 2022, nonostante tutto, mi ha insegnato ad avere fiducia».

Conci è rimasto positivamente colpito dal nuovo compagno Vergallito
Conci è rimasto positivamente colpito dal nuovo compagno Vergallito

Arriva Vergallito

Nel gruppo di Nicola, al ritiro Alpecin di dicembre, quello degli scalatori, c’era anche Luca Vergallito. L’esperienza del nuovo corridore della Alpecin, in arrivo dalla Zwift Academy, ha fatto tanto discutere, così abbiamo chiesto a Conci di raccontarci cosa ha visto pedalando con lui. 

«Penso che andrà nel team development – dice Nicola – però mi ha fatto molto piacere conoscerlo. E’ davvero in gamba e pedalandoci insieme mi ha dato buone impressioni. Non sembrava gli mancasse qualche abilità nel guidare la bici o nello stare in gruppo. Il problema principale di questi corridori può celarsi nella guida, nel mettere la mantellina o gestire il rifornimento. Vergallito l’ho visto sul pezzo, in più mi ha colpito anche la sua forza mentale: sa cosa fa e cosa vuole, si vede che è preparato. Mi ha lasciato davvero delle buone sensazioni».

Il 2022 di Corima? A tutto… professionismo!

17.01.2022
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Cofidis, Astana Qazaqstan e Gazprom-RusVelo: la stagione 2022 del produttore francese di ruote Corima promette davvero grandi risultati e soprattutto grande visibilità mediatica e dunque promozionale…

Dopo la conferma del team Astana, una collaborazione quella con la squadra tornata ad essere quella di Vincenzo Nibali oramai davvero di lunga data, e la “new entry” Gazprom, Corima ha annunciato una terza ed importantissima nuova partnership, ovvero quella con il Team Cofidis: una sponsorizzazione che coinvolgerà anche la nuova squadra femminile, composta da ben undici atlete, e la squadra di paraciclismo.

Cofidis è l’ultima squadra entrata nel mondo Corima ed userà i suoi prodotti nella prossima stagione
Cofidis è l’ultima squadra entrata nel mondo Corima

Le ruote di Nibali

Tutti i team pro’ sono equipaggiati da Corima attraverso la fornitura di modelli di ruote da corsa “premium”. Nello specifico parliamo dei modelli in carbonio altamente aerodinamiche MCC DX, WS Black DX, e WS TT DX.

«Corima e il ciclismo professionistico – ha dichiarato Raphael Jeune, Sponsoring Manager – è sinonimo di un rapporto storico e imprescindibile per la nostra azienda. Sono proprio le corse WorldTour, quelle affrontate ai massimi ai livelli che difatti consentono di certificare la qualità dei nostri prodotti. I pro’sono un banco i prova eccezionale ed una fonte di informazioni e feedback davvero impagabili… ».

Astana Qazaqstan è la seconda squadra che potrà contare sui prodotti Corima per la stagione 2022
Astana Qazaqstan è la seconda squadra Corima per il 2022

«Tutti i team da noi sponsorizzati – continua Rapahel Jeune – hanno modo di utilizzare l’intera gamma dei nostri prodotti. Ad esempio il Team Cofidis avrà l’opportunità di utilizzare i nostri modelli: MCC DX, WS Black DX, WS TT e S Black per l’handbike. Sempre con Cofidis, siamo davvero molto felici di poter sostenere la creazione della squadra femminile professionistica, oltra a partecipare allo sviluppo della squadra di paraciclismo. Promuovere il Made In France ed il know-how a livello internazionale a fianco di una squadra così prestigiosa come Cofidis, è un vero onore».

In Italia con Beltrami TSA

«Siamo estremamente lieti di concedere ai nostri atleti l’opportunità di correre per i prossimi anni su ruote Corima – ha dichiarato Cédric Vasseur, il General Manager del Team Cofidis – ruote che io personalmente considero come le migliori sul mercato. Questa nuova partnership rappresenta un altro passo in avanti segnato dalla nostra squadra nella ricerca della massima prestazione ».

Marco Canola team Gazprom Rusvelo con la sua nuova Look equipaggiata con ruote Corima
Marco Canola con la nuova Look

«Come team siamo sempre molto attenti al livello di prestazione di tutti i nostri singoli atleti. Proprio per questo vogliamo dare loro sempre i prodotti migliori, i più veloci. Per quanto riguarda Corima siamo anche orgogliosi di poter correre con prodotti high-tech al 100% francesi… Siamo convinti che l’accordo tra Cofidis e Corima darà alla nostra squadra maschile World Tour, alla squadra femminile e alla squadra di paraciclismo, la migliore gamma di prodotti in tutte le discipline ciclistiche».

Occorre ricordare che l’intera a gamma prodotto Corima è distribuita sul mercato italiano dalla commerciale reggiana Beltrami TSA.

Corima

Riccardo Lucca: «Al San Daniele ho ritrovato la fiducia»

07.10.2021
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Riccardo Lucca ha vinto l’84esima Coppa San Daniele, gara disputata martedì 5 ottobre. Ha vinto la volata a due contro Davide Botta. Riccardo ha 24 anni e corre per la General Store, è al secondo anno della categoria élite ma non ha ancora trovato il varco giusto per passare professionista. In questa stagione ha vinto sei gare tra cui il Giro Ciclistico del Piave (foto in apertura, foto Scanferla). Il suo è stato un percorso di maturazione lungo e completo, non senza qualche difficoltà, come normale che sia, ora però lui si sente pronto e vuole correre tra i grandi.

Un sorridente Riccardo Lucca dopo l’Astico-Brenta (foto Scanferla)
Un sorridente Riccardo Lucca dopo l’Astico-Brenta (foto Scanferla)
Ciao Riccardo, innanzitutto, come sta andando questa stagione?

Bene direi, è stata una stagione a due facce: sto andando forte nella mia categoria (élite, ndr) ed ho ottenuto delle belle vittorie, ben sei. Però c’è stata la parentesi non positiva quando ho fatto il mese di stage alla Gazprom-RusVelo.

Come mai?

Nel mese che sono stato con loro non sono andato come la squadra si sarebbe aspettata e nemmeno come mi sarei aspettato io. Ho corso con loro dal 5 agosto al 4 settembre, ho disputato due gare a tappe ed un paio di corse di un giorno.

Come mai non sei riuscito ad esprimerti al massimo?

Quella dello stage, per i corridori, è una bella esperienza e va colta al volo senza esitare. Però un mese è troppo poco. I compagni diversi, il modo di correre differente… sono tante le variabili che ti possono destabilizzare. Considerando che io ci ho messo quattro anni per ingranare tra gli under 23 (dice ridendo, ndr).

Riccardo Lucca in azione all’Astico-Brenta corsa poi vinta da Riccardo Verza (foto Scanferla)
Riccardo Lucca in azione all’Astico-Brenta corsa poi vinta da Riccardo Verza (foto Scanferla)
E’ anche vero che molti corridori ci mettono un anno a carburare tra i professionisti, racchiudere tutti i processi in un mese forse è poco.

Sì, quando sono passato a correre con i professionisti ho avuto l’impressione di essere un dilettante vestito bene. Non si può cambiare la mentalità e la preparazione in così poco tempo, è anche vero che se uno va forte lo fa in tutte le condizioni, ma non siamo tutti uguali. Poi avere questa finestra a fine stagione crea un imbuto, ci sono troppi corridori che si vogliono mettere in mostra. Un team come la Gazprom ha già i suoi atleti da gestire e che devono mettersi in mostra ed hanno anche una posizione di vantaggio visto che la squadra ha fatto un investimento su di loro.

Tu sei al secondo anno della categoria elite, quello che vediamo però è un ciclismo che cerca sempre i più giovani, c’è ancora spazio per un corridore come te?

Quando ho fatto il primo anno da under 23, nel 2016, ero alla Zalf e le cose erano molto diverse, si correva in appoggio ai corridori elite. Ora invece se arriva uno junior che va forte si punta si di lui e magari passa professionista al secondo anno, ma non ha mai vinto o non ha fatto esperienza.

L’esperienza tu ce l’hai?

Alla General Store ho trovato un ambiente molto più adatto a me e alla persona che sono, è più familiare e anche meritocratico. In corsa i ragazzi giovani mi ascoltano e mi chiedono consigli, quando c’è una decisione di gara da prendere vengo chiamato in causa perché so come si gestiscono certe situazioni.

Se invece si passa tra i professionisti troppo presto questa cosa viene a mancare?

Ci sono casi e casi: Evenepoel o Ayuso è giusto che vadano tra i professionisti. Le loro qualità sono tali che rischierebbero di compromettere una stagione se rimanessero tra gli under perché vincerebbero tutte le gare. I ragazzi normali rischiano di bruciarsi, anche perché quando passi il contratto è minimo di due anni, ma se alla fine non rendi ti ritrovi a 24 anni senza squadra e devi ritornare nei dilettanti.

Riccardo Lucca festeggia la vittoria al 76° Giro Ciclistico del Piave
Riccardo Lucca festeggia la vittoria al 76° Giro Ciclistico del Piave
Il tuo percorso è stato lineare?

Diciamo che ho maturato l’esperienza giusta per non sfigurare, da under 23 e continental ho passato tante gare e situazioni. Ora se guardiamo all’ultimo Giro dell’Emilia sono stato l’unico continental a finire la gara.

Quindi ti senti pronto?

E’ ovvio che quando uno entra negli under 23 sogna di poter fare questo per lavoro e lavora per raggiungere i propri obiettivi. Io mi sono detto che questo è l’ultimo anno che faccio nella categoria elite, se non ricevo proposte mi fermo. Ero un po’ giù di morale dopo l’esperienza con la Gazprom, ma dopo la vittoria di San Daniele mi sento meglio. Come si dice: la speranza è l’ultima a morire.

Astana caschi Limar

Un casco Limar speciale per Luis Leon Sanchez

13.03.2021
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L’inizio della stagione ciclistica in Italia, coinciso con il Trofeo Laigueglia, ha segnato un nuovo importante step nel rapporto di collaborazione fra Limar e il Team Astana Premier Tech. Alla gara ligure c’è stato infatti il debutto dell’Air Master. Questo è il casco ufficiale della formazione kazaka, in una nuova colorazione turchese che accompagnerà Fuglsang e compagni per l’intera stagione.

Edizione speciale

In Limar hanno però voluto fare le cose in grande realizzando un’edizione speciale dell’Air Master per Luis Leon Sanchez, in questi giorni impegnato alla Parigi – Nizza. Nella versione ideata per il campione iberico il casco richiama infatti i colori della bandiera spagnola con il giallo della parte frontale che va a sfumare nel rosso. La scelta non è casuale. Per tutto il 2021 Luis Leon Sanchez potrà sfoggiare la maglia di campione nazionale spagnolo, titolo conquistato lo scorso anno in Andalusia, e il rosso e il giallo sono appunto i colori della bandiera nazionale spagnola.

Limar Air Master
A sinistra l’Air Master di Sanchez e a destra nel colore Astana
Limar Air Master
A sinistra l’Air Master nella colorazione speciale per Sanchez e a destra nei colori dell’Astana

Personalizzazione

La personalizzazione dei caschi è uno dei punti di forza di Limar. A fine 2020 è stata infatti presentata l’iniziativa My Limar che offre a tutti la possibilità di avere un casco personalizzato, unico, come quello dei grandi campioni. Per ottenere la personalizzazione del proprio casco basterà seguire le indicazioni presenti sulla pagina dedicata www.mylimar.com. Volendo c’è pure la possibilità di inserire il proprio nome magari aggiungendo i colori della propria bandiera nazionale.

Limar Gazprom
Tra le squadre che usano i caschi Limar c’è anche la Gazprom
Limar Gazprom
Tra le squadre che usano i caschi Limar c’è anche la Gazprom

C’è anche la Gazprom

Restando nel mondo dei professionisti per il 2021 Limar ha confermato la sua collaborazione con il Team Gazprom per il quale è stata realizzata una colorazione blu perfetta con la divisa bianca con richiami blu della formazione russa.
Per quel che riguarda il mondo professionistico femminile anche in questa stagione continuerà la collaborazione con Maurizio Fabretto, team manager del neonato A.R. Monex Women’s Pro Cycling Team che ha fatto il suo debutto internazionale nella Strade Bianche.

limar.com