A Gallipoli sipario sul Regioni. Scotti però non si ferma

23.12.2024
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Anche il vento che si era levato forte fino alla notte precedente, si è calmato alla domenica, in coincidenza del 6° GP Caroli Hotel di ciclocross, tappa conclusiva del Giro delle Regioni, ma anche escursione al sud della challenge allestita dal team di Fausto Scotti, già pronto a rituffarsi nell’attività con gli imminenti campionati italiani giovanili di Follonica. Come sempre succede nel circuito (che altro non è se non il vecchio Giro d‘Italia) la prima parte è stata arricchita dalla presenza dei big del movimento, poi sono rimasti coloro che davano la caccia alla classifica finale, ma Scotti – giustamente – guarda anche ad altro.

Per Fausto Scotti un nuovo successo organizzativo e altri progetti in cantiere
Per Fausto Scotti un nuovo successo organizzativo e altri progetti in cantiere

«Questa edizione della challenge è andata alla stragrande e ha confermato i suoi numeri di partecipazione davvero elevati con la punta di 840 presenze a Corridonia ma una media che ha sempre superato i 300 partecipanti e parliamo solo dell’agonismo, senza considerare la parte promozionale con tantissimi bambini che si sono avvicinati a questo bellissimo mondo. Tutto ciò non è stato senza fatica, basti pensare ai continui impedimenti burocratici da parte di enti locali e soprattutto chi gestisce i parchi, ma questo è un prezzo che ormai paghiamo annualmente».

Il calendario del Giro all’inizio trova ampi spazi, poi col passare delle tappe la concorrenza italiana e internazionale diventa sempre più forte. Quanto vi penalizza ciò?

E’ un aspetto che ci siamo ripromessi di non guardare. Noi viviamo in un calendario dove ci sono 44 eventi nazionali e parlo solo dell’Italia, sarebbe pazzesco pensare di avere un’esclusiva. Lo spazio è ristretto e i team devono fare i loro calcoli. All’inizio abbiamo sempre una partecipazione “totale”, poi a quelli che tirano avanti perché legati alla classifica si aggiungono quelli delle varie realtà regionali. Bisogna anche mettere in conto i costi di trasferta: gareggiando a Gallipoli molti hanno storto il naso, ma si sono presentati al via anche team del nord e questo significa che le nostre scelte sono state giuste.

Antonio Folcarelli ha bagnato il trionfo al Giro con la vittoria a Gallipoli su Simone Vari, 1° U23
Antonio Folcarelli ha bagnato il trionfo al Giro con la vittoria a Gallipoli su Simone Vari, 1° U23
Dal tuo punto di vista hai notato segnali positivi dal movimento meridionale?

I segnali ci sono, c’è grande attività ma bisogna ancora crescere molto dal punto di vista organizzativo. Essere una gara nazionale comporta certe regole, troppo spesso si assiste a percorsi non pienamente conformi, a servizi lacunosi, a una gestione dell’evento anche pericolosa, ad esempio riguardante gli accessi al tracciato. Sappiamo che nel Meridione c’è una grande voglia di pedalare, di fare ciclocross. La strada è giusta, ma bisogna che gli organizzatori siano seguiti, consigliati, al Sud come al Nord, coon la presenza di delegati tecnici qualificati e attenti. Invece vedo spesso giudici che chiudono un occhio…

A inizio challenge raccontavi come ti senta spesso tirato per la giacchetta, da una parte da chi ha già allestito tappe e dall’altra da chi vuole entrare. E’ così anche ora?

Certamente, visto che abbiamo sul tavolo 14 proposte, le 6 delle prove allestite quest’anno e 8 che vogliono entrare. Avremmo spazio per fare anche una seconda challenge, staremo a vedere nei primi mesi del 2025 che cosa potremo fare, considerando anche che abbiamo in stand-by la proposta mutuata con Flanders Classic di una tappa di Coppa del Mondo in Piemonte. Ma finché non vedo firmato il protocollo da parte delle autorità regionali non mi faccio avanti, voglio avere le spalle economicamente coperte e considerando l’approdo della Vuelta, non mi faccio soverchie illusioni.

Oscar Carrer, anche Scotti concorda sul suo grande talento. A Follonica cercherà un nuovo titolo nazionale
Oscar Carrer, anche Scotti concorda sul suo grande talento. A Follonica cercherà un nuovo titolo nazionale
Dal punto di vista tecnico che Regioni è stato?

Io dico che ha risposto alle aspettative, sapevamo bene che nella seconda parte i big si sarebbero diretti altrove. Noi a Gallipoli avevamo la concomitanza della Coppa del Mondo, era chiaro che avremmo avuto alcune defezioni. La Borello ad esempio sapeva già di aver vinto, pur rinunciando alla trasferta. Io però, dopo aver lodato il vincitore assoluto Folcarelli che continua a raccogliere grandi risultati pur lavorando con sveglie alle 5 del mattino, voglio mettere l’accento sui giovanissimi.

Hai visto nuovi talenti?

Non solo. Ce ne sono, basti vedere Carrer che continua a raccogliere successi e ha dominato la categoria Esordienti 2° anno, oppure la coetanea Marta Grassi o anche Francesco Dell’Olio primo fra gli Allievi 2° anno e che sono convinto farà grandi cose da junior. Ma bisogna guardare anche più in là: io ad esempio sono rimasto stupito dalle prove per giovanissimi a Gallipoli, su un percorso con molta sabbia dove ho assistito a grandi impostazioni di guida a livello medio. C’è un bacino davvero promettente, qualche anno fa queste capacità tecniche così diffuse fra i ragazzini ce le sognavamo.

Francesco Dell’Olio, vincitore in terra pugliese e primo nella classifica Allievi 2° anno
Francesco Dell’Olio, vincitore in terra pugliese e primo nella classifica Allievi 2° anno
Il cambio di denominazione del circuito ha influito?

Direi proprio di no. Ormai sanno chi siamo e il livello della nostra professionalità, il richiamo è automatico. Ora comunque si riparte subito dopo Natale, per pensare all’appuntamento tricolore di Follonica.

Chiuso il Giro d’Italia. La rosa a Pavan e Gariboldi

19.12.2022
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Per alcuni ciclocrossisti la corsa a Vermiglio non è finita sul traguardo, per meglio dire a quel punto ne è cominciata un’altra, verso l’aeroporto e poi Gallipoli, a Lecce, dall’altra parte dello Stivale. C’era da onorare la tappa finale del Giro d’Italia, per molti la caccia alla maglia rosa era l’appuntamento fondamentale per mettere un punto fermo alla stagione.

Condizioni di gara quasi opposte a quelle della sfida di Coppa del Mondo. Se lì dominavano la neve e soprattutto il freddo, in Puglia si gareggiava in condizioni climatiche ben differenti: temperatura oltre i 20°, quasi si fosse a inizio stagione sul finire dell’estate, percorso filante con passaggi sulla spiaggia e quindi sulla sabbia. Un salto enorme, eppure assorbito quasi con nonchalance dai protagonisti.

Per Pavan, già in rosa da U23, quarta vittoria consecutiva al Giro 2022 (foto Paletti)
Per Pavan, già in rosa da U23, quarta vittoria consecutiva al Giro 2022 (foto Paletti)

Il corridore più completo

Ad esempio da Marco Pavan, assoluto dominatore della challenge, che ha bagnato la sua maglia rosa con un’altra vittoria: «E’ stata una bella esperienza. Il Giro d’Italia da elite non lo avevo mai vinto e non è cosa da poco perché questa challenge premia alla fine il corridore più completo». Su questo aspetto il portacolori della Cicli Cingolani (che subito dopo la chiusura della gara ha portato i suoi ragazzi in ritiro prenatalizio a Pianetto d’Ostra, nei pressi di Senigallia nella zona del negozio) mette l’accento.

«Il Giro d’Italia di quest’anno ha davvero attraversato l’Italia proponendo gare sempre diverse: si andava al Nord e al Sud, si andava per mare e per montagna, c’erano percorsi con forti salite ma anche sabbiosi, insomma tante varietà anche dal punto di vista paesaggistico e questo ha influito anche dal punto di vista tecnico, perché bisognava essere competitivi su ogni terreno».

Tommaso Ferri, 3° a 2’02” da Pavan. Il piazzamento gli è valso la maglia rosa U23 (foto Paletti)
Tommaso Ferri, 3° a 2’02” da Pavan. Il piazzamento gli è valso la maglia rosa U23 (foto Paletti)

Le conseguenze di Vermiglio

Pavan a Gallipoli ha fatto gara di testa, dimostrando di aver ben assimilato lo sforzo di meno di 24 ore prima: «La mia fortuna è stata uscire indenne da Vermiglio… La gara di Gallipoli era chiaramente ad altri livelli, mi sono adattato abbastanza bene al diverso percorso in una gara che come sempre è stata ben curata».

Come Pavan, anche la sua compagna di colori Rebecca Gariboldi ha firmato a Gallipoli la sua prima maglia rosa, sugellandola con una vittoria: «A differenza di Marco, io sono uscita da Vermiglio quasi con le ossa rotte. Partivo da dietro, ho trovato molti ostacoli lungo il percorso nel senso di avversarie da superare e qualche volta gli stop hanno portato a cadute su quel percorso infido, così ho finito con una marea di ammaccature che a Gallipoli si sono fatte sentire».

Rebecca Gariboldi aveva già vinto il Giro da esordiente 2° anno (foto Paletti)
Rebecca Gariboldi aveva già vinto il Giro da esordiente 2° anno (foto Paletti)

Tutto cambia in 24 ore

Il passaggio così repentino da condizioni climatiche così diverse non è stato invece un problema: «Dal freddo al caldo non è così brutto, sarebbe stato molto peggio il contrario. La trasferta non è stata così pesante, avendo preso l’aereo, la mia difficoltà sono state le… botte. D’altro canto noi ciclocrossisti siamo abituati a gareggiare di continuo, ci sono settimane anche con 4 gare, bisogna organizzarsi bene con gli spostamenti, ma fanno parte del gioco».

Il percorso pugliese era decisamente più agevole: «C’era tanto da correre a piedi, ma a 20° si affronta senza problemi. Anch’io ho apprezzato molto il fatto che il Giro raccolga esperienze di ciclocross così diverse. Questa di Gallipoli per me era la prima volta sul primo gradino del podio e mi ha dato grande soddisfazione, oltretutto in un periodo nel quale non mi sento ancora nella mia forma migliore».

La premiazione di Alice Sabatino, vincitrice un po’ a sorpresa tra le junior (foto Paletti)
La premiazione di Alice Sabatino, vincitrice un po’ a sorpresa tra le junior (foto Paletti)

Una rosa arrivata in extremis

Per tradizione il Giro d’Italia riserva sempre sorprese all’ultima tappa e quella di Gallipoli non si è discostata: nella prova delle junior tutti alla vigilia avrebbero scommesso sulla vittoria della italo-albanese Nelia Kabetaj, invece la portacolori della Zhiraf Guerciotti è incappata in una giornata no conclusa con un ritiro, spianando la strada verso il trionfo ad Alice Sabatino (Jam’s Bike Team Buja): «Non me lo aspettavo, anche se in classifica ero a un punto da lei. Non ero venuta a Gallipoli per la maglia bianca, ma ora me la godo, oltretutto avendo affrontato la gara in condizioni difficili, riuscendo ad arrivare in extremis dopo che ci avevano cancellato l’aereo».

I ragazzi del Team Cingolani sottolineavano come il Giro sappia premiare sempre la costanza di rendimento in condizioni sempre diverse e la vittoria finale di Ettore Prà fra gli junior sembra essere la conferma. Il portacolori della Hellas Monteforte ha conquistato la maglia solamente all’ultima tappa: «Spero che questo sia sufficiente per farmi guadagnare una convocazione in nazionale, il mio sogno. La condizione è in crescita, vado meglio a ogni gara. Gallipoli era ideale per me, nelle gare dove c’è da correre tanto mi trovo a meraviglia, ma il percorso non era semplice, fra vento e pozzanghere. Una maglia da dedicare ai tecnici: io con gli atleti ho preso l’aereo e in un’ora e mezza ero qui, gli altri con il furgone si sono fatti 12 ore di strada…».

Ettore Prà in azione. Il veneto punta ora con decisione alla maglia azzurra (foto Paletti)
Ettore Prà in azione. Il veneto punta ora con decisione alla maglia azzurra (foto Paletti)

E ora, Giro delle Regioni…

Il Giro d’Italia va così in archivio, non altrettanto per l’Asd Romano Scotti che già sta affilando le armi per lanciarsi nella nuova avventura del Giro delle Regioni, che il 23 dicembre a Noci vivrà la prima delle due tappe della sua “edizione sperimentale”. La manifestazione rosa resterà comunque nel solco della sua tradizione, troppo importante e sentita nel panorama nazionale soprattutto nella conformazione attuale, che colloca la challenge soprattutto come primo vero test stagionale con le sue tappe di ottobre. Di storie da scrivere ce ne sono ancora tante…

Dalla neve alla sabbia: a Gallipoli un percorso unico (e tecnico)

16.12.2021
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Dal freddo e la neve della Val di Sole, al clima più mite e alla sabbia di Gallipoli. Dal nord, Trentino, al sud, Puglia. Ancora una volta il fantastico circus del ciclocross ci porta ad esplorare luoghi impensabili. A mettere le ruote in punti a dir poco insoliti, suggestivi e… tecnici.

Dalla Coppa del mondo torniamo al Giro d’Italia Ciclocross. La challenge della maglia rosa purtroppo ha perso una sua tappa, quella di Roma, ma sin qui è filato tutto secondo programma, ci si appresta quindi ad affrontare, domenica 19 dicembre, la tappa numero sei.

Nel cuore del Salento

E quella di Gallipoli è una tappa alla quale si tiene parecchio. E per molti motivi. Uno, perché è la tappa più a sud del circuito. Due perché si corre in un’area di particolare pregio ambientalistico. E tre perché è una delle frazioni organizzate direttamente dall’Asd Romano Scotti.

«Siamo – dice Roberto Ferrante, responsabile della comunicazione del GIC – nel Parco Regionale Isola di Sant’Andrea e Litorale di Punta Pizzo, 3 chilometri a sud di Gallipoli e appena sopra la splendida Punta della Suina. È una zona estremamente limitata dal punto di vista naturalistico e ambientalistico. E’ un’area protetta. Non potete immaginare che plico di documenti abbiamo dovuto produrre per poter portarci il Giro d’Italia Ciclocross, ma ci tenevamo troppo.

«Uno dei nostri obiettivi infatti è dimostrare l’ecocompatibilità di un evento agonistico con un’area naturalistica. Vogliamo far vedere che si può fare rispettando le regole. Per questo abbiamo anche dovuto rivedere alcuni aspetti del percorso e non saranno utilizzate fettucce di plastica, ma corde di canapa

«Se dovessi paragonarlo a qualche altro percorso del Giro? A nessuno… questo è un tracciato unico per tecnica e bellezza».

Tracciato super tecnico

E allora andiamo a scoprire il percorso di Gallipoli. Si tratta di un anello che dovrebbe sfiorare i 3.000 metri di lunghezza. In realtà il tracciato originale toccava i 3.200 metri, ma proprio in virtù delle modifiche imposte dall’Ente Parco, alcuni passaggi nella pineta sono stati “limati”.

«Esatto – riprende Ferrante – alcuni passaggi nella zona della pineta sono stati resi più veloci e meno incisivi così da lasciare meno tracce possibili del nostro passaggio.

«Il percorso sostanzialmente si divide in tre aree principali. La prima è quella dell’ex campo da golf, un’area il cui fondo è prevalentemente compatto ed erboso. Se dovesse piovere diventerebbe un vero lago, ma senza fango. Qualche anno fa ricordo l’acqua che toccava quasi i mozzi delle ruote! Infatti poco al di sotto della superficie c’è un substrato di argilla che fa sì che l’acqua ristagni in superficie. Ha un drenaggio molto lento. Questa è la zona più filante del percorso ed è quella più in alto (è qui che ci sono la zona di partenza e di arrivo, ndr).

«La seconda porzione è quella della pineta, come detto abbastanza veloce e su fondo misto di terra battuta e sabbia. 

«La terza parte è quella della spiaggia, la più caratteristica. L’accesso al mare è pedalabile per il 30%. direi. Poi c’è la linea di costa, lunga circa 130 metri, che spostandosi verso la battigia è totalmente pedalabile. Infine c’è il rientro, risalendo tra le dune, che per metà e pedalabile e per metà è da fare con bici in spalla».

Caccia al memorial Scotti

Chiaramente una tappa del GIC situata così a sud porta con sé dei problemi logistici, dei quali gli organizzatori sono a conoscenza. Gallipoli è molto distante dal baricentro dei maggiori team del centro-nord. Tuttavia questa è ormai è una classica del calendario nazionale e poi un vero Giro d’Italia deve accontentare tutti, anche i crossisti del sud.

Chi è in lotta per la maglia rosa dovrebbe esserci, almeno stando alle ultime che giungono dall’organizzazione. Nelle categorie maggior di uomini e donne guidano Cristian Cominelli e Sara Casasola. Lo spettacolo ai vertici pertanto non dovrebbe mancare. Così come non mancheranno i giovani,  come abbiamo visto anche nella cornice, sempre pugliese, di Mattinata. 

Peccato solo per qualche concomitanza di troppo, come il campionato regionale calabrese. Con una tappa del Giro d’Italia Ciclocross al sud si sarebbe potuto ipotizzare un calendario un po’ diverso, e “fare sistema” al fine di avere un grande evento collettore, almeno per le regioni del Sud…

«Come detto – conclude Ferrante – ci teniamo molto a questa tappa, tanto che assegnerà il Memorial Romano Scotti. Senza contare che è anche molto comoda in quanto logistica, anche alberghiera, è tutta concentrata sul posto grazie alla disponibilità dell’Ecoresort Le Sirenè, che ha creduto in questo progetto». 

Fausto Scotti, Giro d'Italia Ciclocross 2020, Gallipoli

Europei di cross, la rosa e le (tante) spine

04.11.2020
3 min
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All’indomani della quinta tappa del Giro d’Italia Ciclocross, il Ct della nazionale Fausto Scotti ha diramato le convocazioni per gli Europei del prossimo fine settimana a s’Hertogenbosch (Olanda).

Non ci sono junior, il perché è lo stesso Scotti a spiegarlo.

«Vista la situazione pandemica – spiega – la Uec ha deciso di ridurre il programma di gare a soli elite e under 23, dietro la forte insistenza di Belgio e Olanda. Una scelta che ci penalizza, quella junior maschile sarebbe stata forse la categoria con il maggior numero di italiani presenti, ma soprattutto mi dispiace per i ragazzi che ci tenevano. Parlando con il segretario dell’Uec Della Casa, mi è stata prospettata la possibilità di recuperare la gara europea per gli junior in Italia a dicembre: se ci saranno le condizioni sanitarie, faremo tutto il possibile per realizzarla, ma al momento è difficile essere ottimisti».

Dorigoni sarà una delle nostre punte agli europei (foto Alessandro Billiani)
Jakob Dorigoni, Jesolo, Giro d'Italia Ciclocross
Dorigoni, punta azzurra agli europei
Con quale spirito partite per l’Olanda?

Non è un Europeo come tutti gli altri, questo è chiaro. Sinceramente avremmo preferito che la manifestazione venisse rinviata vista la situazione, la trasferta si presenta con moltissime incognite, con trasferimenti difficili soprattutto per i mezzi. Noi tecnici partiremo giovedì passando per Bruxelles, i ragazzi partiranno direttamente venerdì con scalo a Eindhoven.

Tamponi per tutti?

Li abbiamo fatti ieri, ma è probabile che le autorità olandesi vorranno comunque controllarci all’arrivo anche se avremo con noi l’esito. Non vorrei che avvenisse un epilogo identico a quello della nazionale di judo per il Grand Prix di Budapest, un paio di settimane fa (tamponi tutti negativi alla partenza dall’Italia, tre atleti e un coach trovati positivi in Ungheria e tutta la nazionale fermata e impossibilitata a gareggiare, ndr). Tutto ciò influisce fortemente, diciamo che partiamo per onorare l’evento.

Che notizie hai sugli avversari?

So che tutte le nazionali principali, seppur con le stesse nostre grandi difficoltà saranno presenti, ultima in ordine di tempo anche la Francia ha avuto la liberatoria per partire. Sarà un Europeo particolare, senza pubblico e chi ha gareggiato da quelle parti sa bene quanto ciò influisca, le gare lì diventano una bolgia per il tifo che si sente.

Il percorso a quale azzurro si adatta di più?

Direi un po’ a tutti, perché non ha grandi difficoltà tecniche. E’ quasi completamente piatto, ci avevamo già gareggiato per gli Europei un paio di anni fa. So che l’organizzatore (l’ex iridato Richard Groenendaal, ndr) ha inserito un centinaio di metri su sabbia, il resto lo verificheremo sul posto. Non partiamo con grandi aspettative, come detto vogliamo onorare la manifestazione facendo il meglio che potremo, cercando i migliori piazzamenti possibili. Probabilmente fra gli junior avremmo avuto maggiori possibilità.

Ecco i convocati azzurri.

UOMINI

Elite: Cristian Cominelli (Scott Racing Team), Jakob Dorigoni (Selle Italia Guerciotti Elite), Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli)

Under 23: Federico Ceolin (Selle Italia Guerciotti Elite), Filippo Fontana (Carabinieri), Samuele Leone (Development-Guerciotti), Marco Pavan (D’Amico Um Tools)

DONNE

Elite: Alice Maria Arzuffi (Fiamme Oro/777), Eva Lechner (Esercito)

Under 23: Francesca Baroni (Selle Italia Guerciotti Elite), Sara Casasola (DP66 Giant SMP), Gaia Realini (Selle Italia Guerciotti Elite)

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli, 2020, podio finale

Gallipoli chiude la fase uno. E adesso?

02.11.2020
2 min
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Il Giro d’Italia, scattato da Jesolo, sbarca a Gallipoli nella sua quinta tappa, l’ultima della prima fase. La cittadina pugliese, teatro in passato anche della rassegna iridata, si è confermata terra ideale per il ciclocross, sicuramente in una veste diversa da quella che siamo abituati a conoscere: niente fango, nessun’ascesa terribile, ma tanta sabbia, per un tracciato diverso dal solito e forse per questo anche più affascinante.

Sport e turismo

Gestirlo non era facile, lo sanno bene all’Ecoresort Caroli Hotels Le Sirene, considerando ad esempio che il circuito attraversava anche la provinciale 239, figurarsi che cosa significa dover gestire il traffico automobilistico come per una gara di ciclismo su strada o di corsa a piedi. Una cosa insolita per il ciclocross, ma lamentele non ce ne sono state e questo è un grande segnale: «A dispetto del difficile momento che tutti stiamo vivendo – sono le parole del responsabile organizzativo della tappa di Gallipoli, Attilio Caroli Caputo – abbiamo sempre creduto che poteva essere una grande giornata di sport capace di dare un contributo anche al turismo, uno dei settori più danneggiati dalla pandemia e la nostra scommessa è stata vinta alla grande».

Piccola pausa

Dopo Gallipoli, il Giro d’Italia si prende ora un po’ di riposo, lasciando spazio a Europei e prove internazionali. Se ne dovrebbe riparlare il 13 dicembre a Ferentino (FR) prima del gran finale di Sant’Elpidio a Mare (FM) dell’Epifania, ma il condizionale è d’obbligo, letteralmente impossibile programmare quel che avverrà in Italia come nel resto d’Europa di qui a un mese.

L’ASD Romano Scotti lo sa bene, ha messo in preventivo anche uno stop anticipato che, per come sta andando la challenge, sarebbe estremamente doloroso, considerando gli oltre 700 corridori che ad ogni prova si sono presentati al via. La speranza è che questo mese serva per ridurre la diffusione del contagio e ritornare a correre con più serenità, pensando che ormai, alle disposizioni regolamentari di questo particolare periodo della stagione e della nostra vita, ci si è fatta anche l’abitudine.

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, Juniores, Filippo Agostinacchio

Agostinacchio, figlio della Mtb

02.11.2020
2 min
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Fra gli junior vince Agostinacchio. Quando parte la loro gara al Giro d’Italia di ciclocross, non sai mai che cosa aspettarti. Non è un caso se ogni prova ha avuto un vincitore diverso, rendendo l’evoluzione della challenge estremamente incerta al punto che la conquista della maglia rosa potrebbe essere il risultato di una concatenazione di fattori anche fortuiti. Lo sa bene Vittorio Carrer (Team Bike Terenzi), che dopo la grande gioia della settimana prima con la vittoria e la conquista del simbolo del primato, ha vissuto una domenica da tregenda. Per lui problemi intestinali che l’hanno costretto a una lunga rimonta solo per raccattare 6 punti, fondamentali però per rimanere almeno nelle zone alte della classifica.

Secondo cross

Questa volta il vincitore è stato Filippo Agostinacchio (Selle Italia Guerciotti Elite), alla sua seconda gara sui prati dopo la lunga e faticosa stagione di Mtb che l’ha visto cogliere l’oro in staffetta agli Europei. C’è voluto abbastanza poco per ritrovare il giusto colpo di pedale e il fatto che sul podio ci siano lui e l’altro azzurro delle ruote grasse Matteo Siffredi (Development Guerciotti) terzo, non è un caso. La condizione fisica ha fatto la differenza. Fra loro si è inserito Eros Cancedda (Gs Sorgente Bradipozzo) trovando un piazzamento fondamentale per le sue ambizioni di vittoria finale. Ora infatti Cancedda comanda la classifica con 5 punti su Carrer e 7 su Enrico Barazzuol (Team Rudy Project) e la lotta per il titolo è ormai racchiusa fra loro tre, sapendo che vincerà chi riuscirà a venire a capo delle ultime due tappe, con tanti altri atleti al loro livello.

Donne, sfida aperta

Cambia proprietario anche la classifica delle pari età: Alice Papo (DP66 Giant SMP), conquistando l’ottavo posto nella prova Open femminile, ha strappato la maglia bianca alla compagna di colori Elisa Rumac, ma le due sono separate da appena 2 punti, la sfida è ancora apertissima.

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, donne elite, Gaia Realini

Realini, la prima volata non si scorda mai

02.11.2020
2 min
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Mai Gaia Realini si sarebbe aspettata di vincere una prova del Giro d’Italia di ciclocross in volata, perché di lei tutto si può dire meno che sia una sprinter. Certe volte invece le cose prendono una piega inaspettata, anche nel ciclocross. Infatti a Gallipoli era tale la voglia di battere tutte le avversarie che ha trovato nel rettilineo finale le energie che non si attendeva. C’era qualcosa in più, forse anche per questo all’arrivo ha dedicato la vittoria al nonno scomparso e forse ha trovato la sicurezza in se stessa che le era mancata e che le altre avevano invece intravisto. A cominciare dalla Casasola, solo sesta in una giornata da dimenticare in fretta: «Noi, Francesca Baroni ed io, andiamo sempre forte. E’ lei che è cresciuta tanto e ormai è al nostro livello».

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, donne elite, Gaia Realini
Gaia Realini imposta subito un passo potente (foto Pasquale Abbattista)
Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, donne elite, Gaia Realini
Gaia Realini, un passo potente (foto Pasquale Abbattista)

Volata tattica

«Aspettavo da tanto questo successo – ammette la portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite – ma per una ragione o per l’altra mi era sempre sfuggito. Il ciclocross è una disciplina che impegna tanto, sia fisicamente che mentalmente, all’ultimo giro c’era da ragionare, sapevo che era fondamentale entrare sul rettilineo d’arrivo per prima, poi non ho pensato più a nulla, sapevo che dovevo solo spingere al massimo».

Terza ma a debita distanza Alessia Bulleri (Cycling Cafè). Un arrivo che ha ricordato quello della seconda tappa di Corridonia: anche lì volata a due, allora vinse la Baroni con maglia rosa per la Realini, questa volta è accaduto l’inverso. La Baroni d’altronde ha 11 punti di vantaggio che nell’evoluzione del Giro sono un bel bottino. La lotta ormai è ristretta a loro due, troppo lontana la Casasola finora andata a corrente alternata. Chi invece sta mostrando un bel crescendo di condizione è Alessandra Grillo (Development Guerciotti) approdata al quarto posto di tappa, miglior risultato della stagione.

Osoppo, Giro d'Italia Ciclocross 2020

Il Covid non ferma il cross (per ora)

26.10.2020
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Organizzare gare sportive si può, anche nel cross, anche nel pieno della pandemia Covid-19. La quinta tappa del Giro d’Italia a Osoppo, ai piedi delle Alpi Carniche, lo ha dimostrato nella maniera migliore, innanzitutto con il grande ordine con il quale sono state espletate le operazioni di accreditamento e accesso al percorso di gara, anche se hanno richiesto un po’ più di tempo. Poi con il ligio rispetto delle regole durante le gare, con distanziamento obbligato fra chi assisteva e utilizzo di tutti i presidi sanitari richiesti, a cominciare dalle mascherine.

Osoppo, Giro d'Italia Ciclocross 2020
A Osoppo, percorso veloce, tutto da spingere (foto Billiani)
Osoppo, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Percorso veloce, tutto da spingere (foto Billiani)

La bolla regge

«Il lavoro per costruire una “bolla” a ogni gara funziona – sentenzia il Ct azzurro del cross nonché responsabile del Giro, Fausto Scotti – anche se bisogna stare continuamente attenti ed essere rigidi nell’applicazione delle regole, è una faticaccia. Dopo Gallipoli vedremo la situazione del calendario, noi vogliamo andare avanti, ma qui i DPCM cambiano la situazione di continuo e non abbiamo alcuna certezza di quel che sarà».

Alla giornata

Già, ma come si vive una giornata di cross in mezzo a tutto quel che sta succedendo intorno a noi e soprattutto al clima di incertezza che contraddistingue la quotidianità? A rispondere è una delle protagoniste di queste giornate sportive, Sara Casasola: «Si cerca di vivere alla giornata, senza fare troppi programmi. Noi siamo già felici di poter gareggiare visto che molte discipline sportive sono state fermate o non hanno addirittura mai ripreso dall’inizio della pandemia. Correre è una bellissima cosa, vada come vada, noi speriamo sempre che la situazione migliori per tutti, non solo per noi che corriamo».

Tutti in Puglia

Si va avanti e si lavora per la prossima tappa, quella di Gallipoli, su un percorso che ha ospitato addirittura i mondiali anche se eravamo ancora prima del cambio di secolo. Il Giro d’Italia scende al Sud per poi prendersi una pausa, che dovrebbe servire per gli Europei e per l’esordio della Coppa del mondo posticipato a fine novembre (ma si gareggerà a Tabor e in questo momento la Repubblica Ceca è il Paese europeo più in sofferenza per il Covid-19). Il condizionale è d’obbligo, di questi tempi bisogna davvero andare avanti giorno dopo giorno…