Search

Una vittoria per cambiare registro, ora Calzoni diventa grande

17.10.2022
5 min
Salva

E’ un periodo davvero brillante quello che Walter Calzoni sta vivendo. Il portacolori della Gallina Ecotek Lucchini ha onorato nella maniera migliore il suo team, aggiudicandosi il Giro di Franciacorta che è “la gara”, passando davanti alla sede industriale dello sponsor Ecotek. Un modo per salutare il team in vista della sua nuova avventura all’interno del rinnovato Team Qhubeka, la nuova squadra che sta prendendo forma in queste ore anche con l’interesse di Vincenzo Nibali.

Il 21enne è già pronto per la nuova avventura, ma prima ci sono da onorare gli impegni con la squadra continental che gli ha consentito di mettersi in mostra: «Al Giro di Franciacorta tenevano molto, ma anch’io. Tanti amici erano venuti per assistere all’arrivo, sperando in una mia vittoria e volevo accontentarli. Poi io sono bresciano, questa è davvero la gara di casa. E pensare che al mattino le cose non si erano messe bene…».

Il bresciano, nato l’8 agosto 2001, è stato il più vincente del team, dove ha trovato molta collaborazione
Il bresciano, nato l’8 agosto 2001, è stato il più vincente del team, dove ha trovato molta collaborazione
Che cosa era successo?

La gara iniziava con un tratto di trasferimento e ho sentito subito che la bici aveva un problema, così ho perso qualche minuto per rimetterla a posto, con il cuore che mi batteva in gola. Non era il modo migliore per iniziare, ma per fortuna non era il via ufficiale e ho fatto in tempo a rimettere tutto a posto, perché poi la gara è partita subito a tutta.

Come si è sviluppata?

Io ho cercato subito la fuga e l’ho trovata, portando via un gruppetto di meno di 10 uomini, a un certo punto però i ragazzi della Hopplà non hanno più tirato e gli altri si sono uniformati. Avevamo ancora un buon vantaggio, così ho deciso di andar via e un paio mi hanno seguito. A 40 chilometri dal traguardo eravamo rimasti in due, a 25 sono rientrati in 4 dal gruppo. Nel finale quando si faceva su e giù vicino allo stabilimento Ecotek, Belleri ha tirato dritto e io gli sono andato dietro per poi saltarlo e andare a vincere. Se aspettavo rientravano da dietro e rischiavo di vanificare tutta la giornata.

L’arrivo solitario al Giro di Franciacorta, onorando la maglia nella gara in casa dello sponsor
L’arrivo solitario al Giro di Franciacorta, onorando la maglia nella gara in casa dello sponsor
Una vittoria che è il suggello a una bella stagione.

Sinceramente non credevo che sarebbe andata così bene, avevo chiuso bene il 2021, ma questa è stata ancora meglio. Ho portato a casa belle vittorie in Italia e all’estero, ho chiuso secondo al campionato italiano, poi è arrivato questo successo, è stato un crescendo.

Tutti risultati che hanno contribuito a spalancarti le porte della professional. Com’è nato il contatto?

Grazie al mio allenatore Raimondi, che è stato professionista e ha mantenuto molti contatti nell’ambiente. Quest’estate ha sondato il terreno con molti team e quello che è sembrato più interessato è stato Missaglia, che ha detto di mettermi nella lista dei papabili per la nuova squadra. Poi, dopo la vittoria a Montegrappa, Noè che lavora per il gruppo Carera mi ha contattato per affidarmi alla loro agenzia: neanche un’ora dopo la firma, mi ha richiamato dicendo di inviargli i dati dei miei allenamenti perché il contatto stava prendendo corpo. Mi hanno chiamato per dei test e alla fine mi hanno sottoposto il contratto per il nuovo team.

Per Calzoni anche una vittoria all’estero, nella prima tappa del Tour of Malopolska
Per Calzoni anche una vittoria all’estero, nella prima tappa del Tour of Malopolska
Che impressione ti fa essere nel team di Nibali?

E’ un grandissimo onore. So che è coinvolto nel progetto, non so bene in che veste, ma mi reputo fortunato di avere quest’opportunità di poter lavorare in sinergia con un campione simile.

Di te si dice che sei uno dei pochi scalatori puri delle nuove generazioni e per questo il tuo nome faceva gola…

Effettivamente nelle salite lunghe vado sempre meglio, ma anche sui percorsi misti mi difendo. Inoltre se la gara diventa davvero dura posso far valere buone doti di velocità. Chiaramente non sono uno sprinter, ma posso giocarmela in arrivi ristretti e credo di averlo dimostrato proprio a casa mia…

Il bresciano ha già vestito la maglia della nazionale, ma punta a farlo in gare titolate
Il bresciano ha già vestito la maglia della nazionale, ma punta a farlo in gare titolate
Nelle gare a tappe come ti trovi? Passando fra le professional diventeranno un po’ il tuo pane quotidiano…

Non ne ho fatte tante. Al Giro Under 23 non sono arrivato nella forma migliore e infatti ho sofferto, perdendo presto ogni obiettivo di classifica, ma notavo che nelle tappe finali mi sentivo meglio e anche al Giro della Val d’Aosta sono andato in crescendo fino alla piazza d’onore a Cervinia. Penso che per gare fino a una settimana di lunghezza posso far bene.

Che cosa ti aspetti dal 2023?

Sarà il mio primo anno e voglio passarlo a imparare tutto quel che serve. Magari in qualche gara minore potrei anche ritagliarmi uno spazio, ma quel che conta sarà apprendere il più possibile. Io ad esempio sono uno che finora si è allenato a sensazione, senza gli orpelli tecnologici ma ora non sarà più possibile. Quel che mi aspetto è capire che corridore posso essere, perché solamente ora si comincia a far sul serio…

Di Felice, record di piazzamenti e contratto ancora da trovare

07.09.2022
5 min
Salva

Chi ama le statistiche, nel ciclismo attuale fatto molto di numeri, ha evidenziato spesso coloro che magari vincono poco ma sono quasi sempre piazzati. Hugo Hofstetter è il simbolo di questa particolare categoria, ma anche in Italia c’è un ragazzo (perché a 25 anni si potrebbe ancora avere un’intera carriera davanti) che vanta numeri clamorosi. Nel corso del 2022 Francesco Di Felice ha un curriculum di 28 giorni di gara (considerando solo le prove internazionali Uci) con ben 22 piazzamenti nella Top 10, comprese anche le classifiche generali delle corse a tappe. Chi può vantare una costanza simile?

Nel ciclismo contemporaneo dove piazzamenti e punti sono fondamentali per salire o scendere nel ranking, un personaggio del genere dovrebbe far gola a chiunque, eppure Francesco è confinato nel limbo delle continental (senza nulla togliere alla Gallina Ecotek Lucchini che anzi fa fare a lui come agli altri molta attività di vertice) e rischia a fine anno di dover dire addio ai suoi sogni.

Festa sul podio per Tsarenko, primo con 18″ su Guerin (FRA) e 1’02” sull’abruzzese
Festa sul podio per Tsarenko, primo con 18″ su Guerin (FRA) e 1’02” sull’abruzzese

Che coppia con Tsarenko…

L’ultima sua esperienza è stata al Giro di Bulgaria, che ha rischiato seriamente di vincere: «Ero partito per puntare alle tappe, con Tsarenko e Calzoni più proiettati verso la classifica. Dopo il prologo la gara si è messa subito bene, con Tsarenko e il tedesco Nolde siamo andati in fuga chiudendo con oltre 3 minuti di vantaggio, a quel punto era chiaro che la lotta per la vittoria finale sarebbe stata fra noi. Io ho preso la maglia a Kyrylo alla fine della terza tappa, ma l’ultima era più adatta a lui. Io ho chiuso terzo, ma va bene così, siamo compagni di squadra».

Che cosa avete trovato in Bulgaria?

Percorsi molto vari, con tappe facili alternate a frazioni più lunghe e ondulate, ma non c’erano mai grandi salite. Quel che mi ha colpito è stato il vento, fortissimo in particolare nella quarta tappa: lì si sono formati i ventagli che hanno mietuto vittime, siamo stati bravi a rimanere sempre davanti, io infatti ho chiuso secondo…

La volata di Plovdiv, Nolde beffa Di Felice di un niente, Tsarenko arriva a 6″
La volata di Plovdiv, Nolde beffa Di Felice di un niente, Tsarenko arriva a 6″
Com’era il clima?

Insolitamente caldo, anche se non come in Italia. Si è sofferto di più quando siamo arrivati in prossimità del Mar Nero, dove c’era una grande umidità. Qualche giorno dopo, al Cammino dei Romani sempre in Bulgaria, abbiamo trovato ancora più vento, qualcosa che ho visto e vissuto poche volte.

Anche lì ti sei sempre piazzato…

L’abbiamo interpretata in maniera diversa, gli accordi erano che dovevamo correre favorendo i più giovani, per far fare loro esperienza e anche come ringraziamento per la loro abnegazione, in particolare per Perani che ha chiuso 8° in classifica. Mi è dispiaciuto molto com’è andata la seconda tappa che si era messa bene, ho provato il colpo a 500 metri dal traguardo ma mi hanno ripreso ai -50…

Altro 2° posto a Burgas, stavolta svetta il polacco Boguslawski. E’ il 7° podio per Di Felice
Altro 2° posto a Burgas, stavolta svetta il polacco Boguslawski. E’ il 7° podio per Di Felice
Sei soddisfatto di come sta andando la stagione?

Dico la verità, baratterei volentieri tutti questi piazzamenti per una vittoria, la inseguo da tempo senza mai riuscirla ad agguantare. Sono sempre lì, la condizione c’è, io dico che arriverà ma vorrei che fosse quest’anno. Mi ero detto a inizio stagione che o riuscivo a fare il salto fra i pro’ o mollavo, ora mi trovo un po’ di fronte a un bivio, perché con risultati del genere mi sembra un delitto chiudere.

Hai chi ti segue dal punto di vista contrattuale?

I miei procuratori sono Fondriest ed Alberati che mi dicono di stare calmo, che contatti con squadre professional ci sono, ma nulla di concreto. Visti i risultati che ho, di essere ancora a livello continental non mi va giù, senza nulla togliere al mio team che ringrazierò sempre. Credo che un contratto me lo merito, credo che con simili prestazioni potrei essere molto utile nella caccia ai punti. Il problema è che nel ciclismo di oggi a 25 anni ti reputano “vecchio”, invece si dovrebbero guardare altre cose.

Di Felice insieme a Tsarenko, entrambi protagonisti assoluti in Bulgaria (foto Federazione Bulgara)
Di Felice insieme a Tsarenko, entrambi protagonisti assoluti in Bulgaria (foto Federazione Bulgara)
Paghi probabilmente anche il fatto che in Italia le professional sono poche e non c’è una squadra WorldTour, non c’è quindi una vera e propria filiera…

Questo è sicuro, i posti sono pochi per il movimento, così si vengono a perdere molti talenti. Io comunque sono dispostissimo anche a trasferirmi all’estero, non ho problemi, d’altronde ho corso dappertutto.

Prossime gare?

Saremo al Pantani e a Collecchio, spero che ne derivi qualcosa di buono, d’altronde in molte gare che il team affronta io non posso gareggiare per limiti di età. I numeri devono parlare per me, non nascondo che in certi momenti sono un po’ demoralizzato, speriamo che presto il telefono squilli con una buona notizia…

Alla scoperta di Tsarenko, l’ucraino che qui ha trovato casa

20.08.2022
5 min
Salva

«Kyrylo Tsarenko? Te lo definisco in due parole: se ti scappa anche solo di 50 metri, non lo prendi più…». Giancarlo Raimondi, diesse della Gallina Ecotek Lucchini, quando parla del suo gioiello ucraino lascia sempre trasparire un velo particolare nella sua voce, fatto di dolcezza.

«Non mi posso dimenticare quando arrivò l’anno scorso. Non sapeva una parola d’italiano ed era davvero difficile riuscire a comunicare con lui, ma entrò subito nei nostri cuori, ben prima che dalle sue parti scoppiasse la guerra».

Un anno, quante cose sono cambiate per il giovanissimo Kyrylo, salito alla ribalta perché da un mese, nel mondo degli under 23, sta collezionando una straordinaria serie di grandi risultati e di vittorie, come quella alla Coppa San Sabino, gara di Canosa di Puglia, ritrovo al sud per molte squadre di grido del panorama nazionale continental e di categoria. Tsarenko ora parla sufficientemente bene la nostra lingua e anzi s’impegna tantissimo nel comunicare tanto che a Botticino dove vive è un po’ coccolato da tutti.

«Spesso esco – dice – e quando capita mi fermo a parlare con la gente, sono tutti molto accoglienti e comprensivi. Così mi esercito nel parlare italiano e miglioro giorno dopo giorno».

Tsarenko Gallina 2022
L’ucraino con il gruppo della Gallina Ecotek Lucchini. Arrivato per uno stage, è poi rimasto
Tsarenko Gallina 2022
L’ucraino con il gruppo della Gallina Ecotek Lucchini. Arrivato per uno stage, è poi rimasto
Esattamente come sta succedendo sui pedali: da dove è nato questo periodo così fortunato?

Sicuramente sono cresciuto tanto dopo la prima metà dell’anno, ma credo che sia stato molto importante l’esperienza al Giro d’Italia, l’impegno continuo mi ha dato la giusta condizione per emergere nelle gare successive. Nei primi mesi faticavo a recuperare dopo ogni gara, ma credo che non sia stato neanche un problema fisico. E’ che con l’attività così frenetica è cambiata anche la mia mentalità.

Come sei arrivato in Italia?

E’ stato attraverso un meccanico del Velo Racing Palazzago, che conosceva la realtà ciclistica ucraina e che fece da tramite con la Gallina Ecotek. Arrivai lo scorso anno come stagista a settembre, poi mi sono fermato, evidentemente sono piaciuto…

Parlavi di realtà ciclistica ucraina. Come viene considerato nel tuo Paese il ciclismo?

Non è molto diffuso, certamente non come qui. Non dico che sia uno sport minore, ma certamente non è tra quelli più amati dalle mie parti, anche se le bici sono molto diffuse.

Tsarenko Ucraina 2022
Tsarenko è nato il 13 ottobre 2000. Vanta un titolo nazionale in linea (2020) e due a cronometro (2020-21)
Tsarenko Ucraina 2022
Tsarenko è nato il 13 ottobre 2000. Vanta un titolo nazionale in linea (2020) e due a cronometro (2020-21)
Da che parte dell’Ucraina vieni?

La mia città si chiama Kropivnitskiy. Non è lontanissima da Mykolaiv, ma non è al centro del conflitto, anche se ogni tanto qualche missile arriva anche da quelle parti. Lì ho tutta la mia famiglia, li sento ogni giorno, quindi so bene qual è la situazione nel mio Paese e quanto sia difficile. Non posso negare che questo ha influito molto sulla mia vita quest’anno.

Torniamo a parlare di ciclismo: quali sono i percorsi che ti si addicono di più?

Amo soprattutto i tracciati a saliscendi, con strappi brevi ma intensi, con le pendenze giuste per fare il vuoto. Non sono uno scalatore e non sono proprio a mio agio sulle salite durissime, preferisco quelle secche ma che danno la possibilità di fare la differenza. Se poi si forma un gruppo ristretto, posso anche giocare le mie carte in volata, se l’arrivo è anche in leggera salita è ancora meglio.

Tsarenko Castellucchio 2022
Non solo Canosa di Puglia: Tsarenko ha vinto per distacco il GP Comune di Castellucchio
Tsarenko Castellucchio 2022
Non solo Canosa di Puglia: Tsarenko ha vinto per distacco il GP Comune di Castellucchio
Ti sei fatto un’idea di quali potrebbero essere i percorsi più adatti in futuro, correndo fra i pro’?

Sinceramente non mi sono posto la domanda, non ho una gara particolare che mi affascina. Diciamo che mi piacciono molto le gare belghe e francesi, ma soprattutto mi piace quel modo di correre. Anche le gare lombarde però sono molto valide, il Lombardia ad esempio è davvero una classica da non perdere.

E le gare a tappe?

Questo è un terreno completamente sconosciuto. Non basta aver fatto una volta il Giro Under 23, non saprei proprio come andrei in una gara a tappe, ne ho fatte troppo poche. Per ora sono un corridore da gare d’un giorno. Per ora…

Ti sono arrivati contatti per un tuo passaggio fra i pro’?

Per ora ancora no, ma diciamo che cerco di mettermi in evidenza correndo e vincendo e nel frattempo prendo contatti.

Tsarenko Anadia 2022
L’ucraino si disimpegna bene anche su pista: bronzo agli europei U23 nello scratch, dietro Tidball (GBR) e Wafler (AUT)
Tsarenko Anadia 2022
L’ucraino si disimpegna bene anche su pista: bronzo agli europei U23 nello scratch, dietro Tidball (GBR) e Wafler (AUT)
Vorresti restare in Italia?

Da una parte mi piacerebbe perché mi trovo particolarmente bene qui, dall’altro però vorrei trovare spazio proprio in Francia o Belgio per imparare di più, credo che per migliorare ancora ne avrei bisogno.

Finita la stagione che cosa farai, tornerai a casa?

Non credo, manco da lì da Natale, ma non penso proprio che quest’anno potrò farlo. Ho paura che se torno non potrò più uscire e nel caso trovassi un ingaggio nuovo non potrei rispondere e onorarlo. Ma non posso negare che mi manca casa, mi mancano i miei cari e ogni risveglio, appena sento le notizie, ho un tuffo al cuore…

Germani a Carnago: rabbia, grinta e un capolavoro tricolore

25.06.2022
4 min
Salva

Dopo l’arrivo scoppia in lacrime Lorenzo Germani ed è comprensibile. Ha vinto il campionato italiano under 23 con un’azione che ha dell’incredibile, con metà gara in fuga. Lorenzo è uscito dal gruppo alla fine del quinto dei dieci giri previsti, a più o meno 90 chilometri dall’arrivo. 

Un’azione calcolata, meditata con una precisione scientifica. «Dietro, il gruppo andava abbastanza piano – racconta con i suoi occhi azzurri che ancora brillano dall’emozione – ed avevo paura che non saremmo riusciti a rientrare sui fuggitivi, così ho fatto da solo».

Una lettura perfetta della corsa, Germani ha fatto selezione in maniera lenta ma perentoria. Prima erano in sette e ad ogni passaggio sotto la linea dell’arrivo i compagni di avventura pian piano diminuivano. 

Dopo l’arrivo mani sul casco e commozione a non finire per Germani, il tricolore è suo (foto Benati)
Dopo l’arrivo mani sul casco e commozione a non finire per Germani, il tricolore è suo (foto Benati)

Un percorso tecnico 

Marino Amadori, cittì della nazionale under 23, ce lo aveva detto questa mattina: «E’ un percorso molto tecnico, nervoso, imprevedibile. Difficile pronosticare un vincitore, è una corsa che si presta a tante letture: può arrivare un piccolo gruppo in volata, oppure se qualcuno ha gamba può andare via da solo».

E’ stato proprio così, il corridore della Groupama FDJ Continental ha tagliato il traguardo in solitaria. Solo un corridore ha resistito più a lungo degli altri: Walter Calzoni della Gallina Ecotek.

«Sono uscito al terzo giro perché in gruppo si andava davvero piano. Allora ho pensato che sarebbe stato meglio andare piano in fuga che dietro. Così, se mi avessero ripreso sarei stato già davanti. Il secondo posto brucia – ammette con un lieve rammarico Calzoni – la bella azione rimane e oggi ha vinto un signor corridore».

Wlater Calzoni della Gallina Ecotek, per lui un secondo posto a due facce: dolce-amaro
Wlater Calzoni della Gallina Ecotek, per lui un secondo posto a due facce: dolce-amaro

Gruppo sornione

Non c’era un metro di pianura nei 17 chilometri del circuito di Carnago, provincia di Varese, dove si è corso questo campionato italiano under 23. Continui sali e scendi, strappi che mordono i polpacci, tornata dopo tornata. Mentre i professionisti, domani ad Alberobello saranno sotto la morsa di Caligola, il meteo è stato clemente con i giovani.

La corsa è partita alle 13, sotto un sole luminoso come solo d’estate. Il caldo viene alleviato da un leggero venticello fresco e dai tanti tratti boschivi del percorso. I partenti erano 175: tanti, verrebbe da pensare. Che il ritmo in gruppo non sia mai stato alto lo denota la poca selezione. Solo negli ultimi 30 chilometri si è tentato di alzare l’andatura, ma ormai era troppo tardi. Così Germani festeggia e più di qualcuno si mangia le mani.

Il gruppo ha tenuto un’andatura non elevata e questo ha favorito l’attacco da lontano di Germani e Calzoni
Il gruppo ha tenuto un’andatura non elevata e questo ha favorito l’attacco da lontano di Germani e Calzoni

L’abbraccio degli amici

Lorenzo taglia il traguardo e si perde nell’abbraccio degli amici Cristian e Gioele, coloro che lo hanno accompagnato in questa trasferta solitaria. Questa mattina avevamo visto il laziale parlare con l’ammiraglia neutra per capire in quale auto lasciare le ruote. Questo a sottolineare quanto sia stato difficile organizzarsi.

«Sono venuto qui per divertirmi – aveva detto prima del via il corridore di Roccasecca – i miei genitori non potevano venire con me e mi sono portato i miei due migliori amici. Siamo partiti ieri mattina ed abbiamo dormito a Gallarate, partivo senza pretese e torno a casa con la maglia tricolore».

Le parole faticano ad uscirgli dalla bocca, come fermate da un groppo in gola che fatica a sciogliersi.

«Non so quando realizzerà che cosa ha fatto – dice commosso il suo amico Gioele – è stato davvero incredibile, è forte e oggi lo ha dimostrato».

Lorenzo Germani con Gioele e Cristian, una trasferta tra amici che è valsa un tricolore
Lorenzo Germani con Gioele e Cristian, una trasferta tra amici che è valsa un tricolore

Via qualche sassolino dalla scarpa

Sul palco stringe i denti, quasi a ricacciare in gola le lacrime, ma la commozione è d’obbligo in questi casi. Diventa quasi contagiosa, anche chi gli sta intorno viene travolto dai sentimenti di un giovane che corre in terra francese e che ha fatto tanti sacrifici per arrivare fino a qui.

Dal Giro d’Italia under 23 era uscito con tanta rabbia nei confronti di chi aveva criticato il modo di correre della sua squadra. Questa rabbia l’ha scaricata pedalata dopo pedalata. Prima del via aveva detto: «Noi corriamo a modo nostro ed è giusto così, abbiamo trovato un ragazzo più forte ed ha vinto».

Gallina 2022

Gallina Ecotek Lucchini, ecco la nuova entrata continental

11.02.2022
5 min
Salva

La storia della Gallina Ecotek Lucchini Colosio viene da lontano, considerando che la squadra bresciana è sì al suo quarto anno di vita, ma nasce da precedenti esperienze. E’ anche vero però che questa è una stagione nuova, diversa, di rinascita vera e propria perché il team lombardo approda nel folto numero delle formazioni italiane continental, cambiando con questo un po’ tutta la sua impostazione. Si fa un salto di qualità, o meglio si chiede ai ragazzi di farlo, per cercare di salire quell’ultimo gradino che dovrà portarli fra i professionisti.

Gallina gruppo 2022
Da sinistra Tsarenko di spalle, Gatti, Granados, Tomasoni e patron Gallina (foto Rodella)
Gallina gruppo 2022
Da sinistra Gatti, Granados, Tomasoni e patron Gallina (foto Rodella)

E’ stato un salto che il responsabile del team Cesare Turchetti aspettava da tempo: «Io lo avrei fatto subito, ho immediatamente sposato l’idea della federazione, perché solo tramite il calendario continental puoi davvero far crescere i ragazzi: farli correre nei piccoli criterium, nelle gare regionali ti dà vittorie ma non serve a lungo termine, fare le corse a tappe, confrontarli con i pro’ consente invece di fare i giusti passi avanti. Il problema è la disponibilità economica: gli organizzatori ci invitano, ma ci chiedono migliaia di euro di spese e questo è un problema».

Perché il calendario Under 23 non era più sufficiente?

Perché c’è un altro modo di correre. Ma la differenza la vedi anche andando all’estero, e io ho sempre portato la mia squadra a fare esperienza fuori, soprattutto in Francia. Io poi sono convinto che, piuttosto che correre e vincere qualche gara di livello regionale, i ragazzi abbiano bisogno di mettersi alla prova ripetutamente, le corse a tappe di 5-6 giorni devono essere il loro pane quotidiano, così com’è per le formazioni estere.

Gallina Ecotek 2022
La Gallina Ecotek Lucchini è al suo quarto anno, ma è il primo come team continental (foto Rodella)
Gallina Ecotek 2022
La Gallina Ecotek Lucchini è al suo quarto anno, ma è il primo come team continental (foto Rodella)
C’è una diversa qualità?

Non parlerei tanto di qualità perché i nostri ragazzi non sono inferiori. E’ il modo di correre che cambia: all’estero appena si parte si va ventre a terra, può sembrare anche folle dal punto di vista tattico, ma poi vieni a sapere che molti team utilizzano magari quella stessa gara come allenamento, solo che hanno scombinato i piani di qualcun altro. Per questo sono esperienze formative, devi saperti sempre adattare.

Che cosa ti attendi dalla stagione?

Un team come il nostro 7-8 vittorie deve raggiungerle e penso che le raggiungeremo, ma a me piacerebbe molto che qualche nostro ragazzo riuscisse a fare il grande passo. Penso ad esempio a Di Felice, tornato da noi quest’anno e che è il più esperto. Vorrei che i risultati consentissero ai nostri di mettersi in luce e fargli trovare un ingaggio, in un ambiente dov’è sempre più difficile visto che si guarda direttamente agli juniores…

Gallina 2021
L’ammiraglia della Gallina Ecotek Lucchini è pronta a ripartire, previste molte gare estere
Gallina 2021
L’ammiraglia della Gallina Ecotek Lucchini è pronta a ripartire, previste molte gare estere

Diesse Raimondi, presentaci i ragazzi

Cesare Turchetti ha messo in piedi un team di 14 elementi che avranno in Nevio Millo e Giancarlo Raimondi i loro direttori sportivi. Quest’ultimo, arrivato dalla Beltrami («Prima gara con il nuovo team e subito una vittoria, non potevo essere accolto meglio» ricorda) ha subito accolto con molto favore la scelta di passare fra le continental: «Cambia innanzitutto il prestigio, ma anche l’economia che comporta una scelta del genere. Hai la possibilità di fare esperienze con i pro’ e ti accorgi subito che è tutta un’altra storia… Tra gli Under 23 fai gare di 160 chilometri ed è finita lì, ma quando corri con i pro’, ti accorgi che dopo 160 chilometri la gara entra nel vivo, prima hai passeggiato. Se non ti abitui, non avrai la possibilità di passare».

Quali sono stati in questi tre anni i momenti più belli?

Ce ne sono stati tanti, ma non posso non citare la Coppa San Geo di Filippo Tagliani nel 2018 e la Coppa Città di Brescia dell’anno prima con il bielorusso Shumov. Per un team come il nostro che viene proprio da Brescia, significa aver vinto mondiale ed europeo, aver fatto felici gli sponsor e tutto l’entourage che gira intorno alla squadra.

Gallina San Geo 2018
Il successo di Filippo Tagliani alla Coppa San Geo 2018, una perla per il team (foto Piton)
Gallina San Geo 2018
Il successo di Filippo Tagliani alla Coppa San Geo 2018, una perla per il team (foto Piton)
Chi sono le punte della squadra?

Abbiamo elementi più esperti, come Davide Bauce al primo anno Elite e il già citato Francesco Di Felice, che dopo la vittoria in una tappa al Giro del Friuli nel 2019 ci ha lasciato per due anni, ma ora è tornato per fare il definitivo salto di qualità. Io dico che è talmente forte che non so ancora se sia più velocista o scalatore. Poi ci sono Andrea Gatti, Walter Calzoni e Matteo Pongiluppi che ha un potenziale pazzesco, io dico che tutti loro possono regalarci grandi soddisfazioni. Inoltre avremo anche tre stranieri, l’ucraino Oleksandr Shchypak che è un ottimo scalatore, il colombiano Sergio Granados e l’altro ucraino Kyrylo Tsarenko.

Che cosa cambia per loro quando si troveranno a correre con i team professionistici?

Molto, soprattutto mentalmente, quando in corsa ti ritrovi con gente che eri abituato a vedere in Tv senti scattare qualcosa a livello mentale e devi essere bravo a non farti suggestionare, a fare il tuo. Noi correremo in casa ma anche all’estero, perché i ragazzi, soprattutto coloro che vengono dagli juniores (i bresciani Riccardo Perani e Nicolas Borsarini, il cremonese Riccardo Tomasoni, il trevigiano Lorenzo Ferroni, il mantovano Diego Ressi e il cuneese Domenico Cirlincione) dovranno abituarsi subito.

Dove correrete e quali obiettivi ti poni?

Considerando la storia e la provenienza del nostro team, San Geo e Città di Brescia restano un riferimento, ma spero che sapranno distinguersi anche nelle gare principali, aspettiamo ad esempio l’invito alla Per Sempre Alfredo. Avremo molte occasioni per distinguerci, poi starà ai ragazzi farlo.