Il 2025 del team Gallina Ecotek Lucchini Colosio nasce da… un fraintendimento. Su molti media è infatti apparsa la notizia del ritorno della squadra fra le continental, il che di per sé poteva essere un buon segnale, ma il suo team manager Cesare Turchetti ci tiene a smentire la voce, non senza anche una punta di stizza.
«Noi siamo fuori dalle continental – dice – abbiamo avuto la qualifica fino al 2023, ma poi ci siamo resi conto che le spese erano troppo ingenti a fronte di pochissimi vantaggi reali. In fin dei conti la nostra attività possiamo farla a buon livello anche senza. Il problema è sempre legato ai costi. Qui s’investe quel che si ha senza fare spese pazze, sperando di stimolare investitori ma di soldi nell’ambiente ne circolano pochi e non sono molti coloro che vogliono mettersi in gioco, che si fidano ancora del nostro mondo».
Andare avanti così è difficile…
Certamente, ma i ragazzi devono imparare che ogni progresso, ogni passo avanti deve essere sudato, guadagnato con il sacrificio. Noi tutto quello che possiamo lo mettiamo a disposizione, tanto è vero che già a inizio dicembre abbiamo fatto il nostro primo ritiro prestagionale a Calpe, proprio mentre sulle strade della Costa Blanca giravano i grandi campioni dei team WorldTour. Ci torneremo a gennaio, per preparare le prime gare della stagione.
Che calendario farete?
Tante gare 2.2 e alcune 2.1 insieme alle professional. Tornando al discorso della nostra qualifica, a che cosa mi serve se poi alle gare dove siamo invitati mi trovo a dover sostenere tutte le spese contro squadre professional se non superiori che hanno tutto pagato? Sono queste le sperequazioni che rendono la nostra attività così complicata, bisogna agire prima di tutto a livello regolamentare. Quando andiamo a correre in Francia, mi chiedono 5.000 euro di cauzione, così è davvero difficile correre…
Eppure sei ancora qui, a investire, a credere sui giovani…
Io cerco d’insegnare loro che cos’è il ciclismo vero, ma non è facile farsi ascoltare. I ragazzi ormai guardano solo ai watt e alla nutrizione, ma c’è anche altro. Certe volte penso che sono diventato niente più che il loro autista, eppure non c’è solo la tecnologia, non basta avere la bici ultimo grido o controllare le calorie, sono aspetti di un universo molto più complesso. E ribadisco, bisogna innanzitutto fare i conti con quel che si ha. Noi ad esempio ci arrangiamo quando siamo in ritiro, tanto è vero che mia moglie viene con me e cucina per tutto il team.
A Calpe il lavoro è stato proficuo?
Sicuramente, anche grazie al clima favorevole, ma proprio in Spagna ho avuto la riprova di quanto affermo. Fai i test in salita e vedi i ragazzi che si confrontano, guardano solo i numeri, quanti watt ho fatto io, quanti ne hai fatti tu… Che senso ha se non hai un confronto reale, se non sai quello che fanno gli altri? Allora se chi fa più watt vince, le gare non facciamole neanche più… Si copiano troppo i pro’, ma c’è tanto altro. Per me il ciclismo è ancora fatto di sensazioni, di fantasia, non basta fare il proprio compitino.
La squadra rispetto allo scorso anno è stata profondamente cambiata…
Il 2024 non è stato un anno positivo, ho visto in tanti atleti la mancanza di volontà, d’impegno e questo stava diventando un virus che si stava propagando. Io voglio gente affamata di risultati, ma soprattutto di voglia di crescere e affermarsi. Ad alcuni avevamo offerto l’occasione per riscattarsi, ma non l’hanno colta, così abbiamo deciso di cambiare e investire su chi ci crede realmente. Ho sentito tante scuse per le prestazioni negative, la colpa data sempre ai materiali tecnici, ma la realtà è che erano nel gruppo per tenersi lo stipendio, ma quello devi anche guadagnartelo. Io voglio gente motivata.
Su chi punti principalmente?
Abbiamo tanti ragazzi che anche dalle prime battute in allenamento mi stanno dimostrando di aver capito il messaggio, a cominciare dai confermati Andrea De Marchi, Cristian Calzaferri, Edoardo Gavazzi e Manuel Franzoni. Arriva Lorenzo Magli che ha molte qualità, come anche Andrea Guerra che viene dalla defunta Zalf ed era un mio pallino. Poi c’è l’ucraino Serhii Sydor che ha molte qualità ancora inespresse e Andrea Cocca. Saranno loro un po’ i trascinatori del team. Inoltre dalla Hopplà che ha chiuso abbiamo preso Michael Belleri.
Che cosa ti aspetti dalla nuova stagione?
Io sono abbastanza ottimista, proprio perché veniamo da una stagione deludente. Vedo ragazzi che hanno voglia di emergere e questo mi dà fiducia, riaccende l’antico fuoco. Se continuano su questo passo io credo che potremo assistere a belle vittorie. Noi abbiamo dato loro tutto: ogni corridore ha due bici a testa, è seguito da un preparatore e un nutrizionista, insomma tutto quel che serve. Poi è chiaro, serve anche fortuna, ma le premesse ci sono tutte.