Pedivelle più corte: secondo FSA l’onda è già partita

09.07.2024
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I professionisti aprono la strada e il mercato si mette a ruota. La difficoltà semmai è prendere la fuga giusta, ma quando a dettare il passo ci sono riferimenti come Pogacar, la direzione è obbligata. La tendenza a ridurre a lunghezza delle pedivelle ha nello sloveno uno degli sponsor di maggior convinzione, anche se probabilmente fra i big è stato Evenepoel a ridurre le leve già un paio di anni fa. Si pensò che fosse legato alla statura invece, come ha da poco confermato Alessandro Colò, è la nuova frontiera della biomeccanica. Ed è per questo che i tecnici di FSA-Vision si sono dovuti rimboccare le maniche e intensificare le lavorazioni su leve di lunghezza inferiore, come racconta Edoardo Girardi, quattro anni da professionista alle spalle, in questi primi giorni di Tour de France (in apertura foto FSA).

«Stiamo avendo una richiesta abbastanza importante di accorciare le pedivelle – spiega – perché ci sono sempre più corridori e squadre che sponsorizziamo orientati in questo modo. E adesso sembra che la stessa richiesta stia arrivando già anche a livello aftermarket. Diciamo ancora in modo timido, però sta arrivando. Fra le squadre invece è una tendenza quasi… prepotente. Fino a due anni fa, prevedevamo una cinquantina di braccetti di pedivelle da 165 per coprire tutti i team, la proiezione per l’anno prossimo è già di 300 pezzi. Non siamo noi in primo battuta a fare i test, ma raccogliamo il loro feedback tecnico. E il parere è univoco. C’è un miglioramento dell’efficienza meccanica della pedalata. Il muscolo lavora con un travel non nella massima estensione e questo permette di risparmiare energie, con un vantaggio misurabile in termini di watt».

Questo incide sulla biomeccanica più in generale ovviamente?

Assolutamente, non si riduce al mettere soltanto una pedivella più corta. Sicuramente c’è un lavoro con il biomeccanico, in cui si stravolgono le regole del gioco. Se si guarda anche l’arretramento della sella, in questi ultimi anni sono tutti a zero e anzi addirittura qualcuno è positivo, con la sella in avanti. E’ un insieme che si sta assestando in modo diverso. I manubri sono più stretti e gli attacchi si sono allungati, perché portando più avanti il bacino, hanno la necessità di allungarsi in avanti. Cambia tutta la posizione, cambia il dislivello fra sella e manubrio. Con la pedivella più corta, posso alzare la sella. Sono cose soggettive, ovviamente, ma a quanto ci dicono la variazione di altezza di sella non coincide con la misura della nuova pedivella. Si resta più bassi e questo pare che porti a una migliore efficienza.

Si tratta di riduzioni drastiche o graduali?

Anche questo è molto soggettivo. C’è chi passa da 172,5 a 170, si abitua e prosegue. E chi invece fa subito il passaggio da 172,5 a 165 o addirittura a 160. Per consentire di avere la giusta gradualità e per individuare misure che possano accontentare tutti, abbiamo in gamma anche le pedivelle da 167,5. Ci sono da parecchio, ma fino allo scorso anno nessuno ce le aveva mai chieste. L’anno scorso qualche squadra ha iniziato volendo fare delle prove sulle bici da crono e adesso sta diventando, non dico uno standard, ma una misura comune. Per questo pensiamo che le 160 e soprattutto le 165 possano diventare un trend forte.

Con la possibilità illimitata di fare test, ormai è abbastanza immediato valutare se la scelta dia buoni frutti…

Infatti ormai tutti sono in grado di valutare e comparare l’efficienza della pedalata, anche solo con un allenamento. Se faccio sempre le ripetute sulla stessa salita, è un attimo per un atleta di alto livello, che è sempre tirato con una corda di violino, capire se c’è un miglioramento e se il miglioramento è meccanico.

Da FSA segnalano l’aumento di richieste di guarniture con pedivelle più corte da parte dei team sponsorizzati
Da FSA segnalano l’aumento di richieste di guarniture con pedivelle più corte da parte dei team sponsorizzati
Quanto incide l’emulazione rispetto a quello che fanno i campioni?

E’ fondamentale. Sicuramente adesso è sotto gli occhi di tutti perché Pogacar le ha utilizzate in diverse corse ed è come uno spot in prima serata su un canale televisivo. Tutti aprono gli occhi. E anche se non è solo questo ad avergli permesso certi risultati, se uno del suo calibro fa una scelta del genere, vuol dire che qualcosa di oggettivo c’è per forza. Quindi tanti, incuriositi, ci provano e si buttano. Sarebbe diverso se lo vedessero in altri corridori, che magari hanno fatto la stessa scelta da anni, però sono lontani dalla luce dei riflettori. Noi da parte nostra indaghiamo e ci stiamo rendendo conto che questo orientamento tecnico stia portando davvero a dei miglioramenti. Per cui sappiamo che il mercato a breve prenderà la stessa direzione.

Dal punto di vista della produzione cambia qualcosa?

Cambia nel senso che abbiamo dovuto introdurre una misura di pedivella più corta, perché non basta semplicemente spostare l’inserto in alluminio nella pedivella in carbonio. Intervieni proprio sulla lunghezza del braccio, anche perché questo ti dà anche un vantaggio in curva. Il braccio più corto significa che puoi continuare a pedalare anche quando sei in piega, puoi giocarti 5 millimetri in meno. Può sembrare poco, invece significa un angolo importante. E a questi livelli non perdere la pedalata in discesa può fare la differenza.

Si può parlare anche di risparmio di peso?

C’è del materiale in meno, ma non è quello il motivo di maggior interesse, anche se è innegabile che fra una 172,5 e una 165 la differenza ci sia.

Una pedivella più corta di 5-7 millimetri permette di pedalare anche quando si è in piega
Una pedivella più corta di 5-7 millimetri permette di pedalare anche quando si è in piega (immagine FSA)
Hai parlato di nuova misura.

Avremo una 155 e il bello è che ce la chiedono anche atleti di grossa taglia, che vogliono estremizzare il gesto della pedalata corta. Resta ovviamente una misura più votata al ciclismo femminile o anche magari anche alle categorie giovanili, ma è singolare che ce la chiedano anche corridori di altezza medio/alta. E’ una tendenza generale che vediamo con le nostre squadre, ma sondando il terreno anche team che montano materiali di altri brand ci confermano che questo è l’orientamento più o meno marcato, sicuramente un trend forte.

I rapporti però non cambiano?

Avendo a disposizione diversi mezzi per fare analisi e approfondimenti, vediamo che mantenendo la stessa rapportatura, quindi senza intervenire sulle corone, le velocità in gruppo aumentano. Evidentemente riduci il braccio di leva, però cambiando posizione e tutto il resto riesci comunque ad esprimere una potenza superiore. Oppure mantieni lo stesso output a livello di potenza, compensi con la cadenza. Aumentando di qualche pedalata la frequenza, probabilmente esprimono la stessa potenza con qualche battito in meno. Ed è lì che fanno la differenza. Vanno alla stessa velocità di prima, tenendo però qualcosina in più da giocarsi nel finale. Oppure, al contrario, possono spendere di più al momento di fare selezione.

Le vostre squadre al Tour hanno ridotto la lunghezza delle pedivelle?

Abbiamo Bahrain, Ef Education e Israel e tutti hanno ridotto la misura delle pedivelle. Non so dirvi ora quali corridori abbiano deciso di provare, perché le squadre chiedono un tot di pedivelle e poi sono loro a gestire queste prove. Ogni corridore ha 3-4 bici e di volta in volta fanno qualche test. Quando poi alla fine la squadra ci fa i suoi report, abbiamo modo di approfondire con i casi singoli.

Derek Gee pedala più basso grazie alle pedivelle, mantenendo potenza con superiore frequenza
Derek Gee pedala più basso grazie alle pedivelle, mantenendo potenza con superiore frequenza
Credi che tutto questo arriverà anche sul mercato?

In parte sta già accadendo, sia pure a livello di aftermarket. Se poi ci sarà un cambiamento vero di abitudini lo scopriremo se domani un costruttore sceglierà di fare il primo montaggio con pedivelle da 179 o 165 piuttosto delle classiche 172,5. Questo significherebbe che lo standard delle misure è cambiato, come è successo con i manubri, che di serie ormai vengono montati più stretti e con attacchi mediamente più lunghi.

Pro-Wing AGX, manubrio novità per gravel e bikepacking

03.05.2024
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FSA e gli amanti delle avventure fuoristrada hanno incrociato le loro esperienze per mettere a punto il manubrio Pro-Wing AGX. E’ progettato per rendere confortevoli le pedalate lungo i sentieri e le strade bianche. Posando lo sguardo su questo nuovo manubrio di FSA, risalta la sua forma fuori dall’ordinario. Nella parte anteriore infatti, è presente un’estensione integrata che vuole rendere la guida agevole e piacevole. Un punto di appoggio ulteriore, per scaricare il peso da mani e polsi dopo tanto tempo in sella. Si sa che nel gravel e nel bikepacking non si guarda al tempo, ma alla destinazione ed arrivarci in totale comodità permette di apprezzare appieno il viaggio.

Il nuovo manubrio di FSA è pensato per il fuoristrada, in tutte le sue sfumature
Il nuovo manubrio di FSA è pensato per il fuoristrada, in tutte le sue sfumature

Sicurezza, comfort e guidabilità

Il manubrio Pro-Wing AGX di FSA ha uno stile unico che ha tante sfumature e possibilità di utilizzo. Nella parte dell’impugnatura bassa l’angolazione è di 25 gradi, ciò consente di avere una presa più sicura e salda in discesa. Non solo, questo tipo di angolazione porta ad avere un’ampiezza nella parte bassa di 50 millimetri, l’impugnatura risulterà salda anche sui terreni sconnessi e accidentati. L’estensione anteriore, invece, ha una lunghezza di 170 millimetri. La larghezza alla base è di 150 millimetri, mentre in cima è di 80 millimetri. La lunghezza permette al ciclista di distendersi, trovando di fatto una posizione aerodinamica ma comunque comoda che gli permetta di appoggiare gli avambracci.

Per completare il tutto, FSA consiglia di utilizzare il manubrio con l’attacco VAS (Sistema di assorbimento delle vibrazioni). Un sistema sviluppato in maniera specifica per il fuoristrada, al fine di smorzare le vibrazioni. Un elastomero racchiude l’area di serraggio del manubrio e riduce gli urti a mani, polsi e braccia del ciclista. E’ disponibile con tre diverse tipologie di elastomero: Race, Sport e Comfort. 

Nonostante l’aggiunta dell’estensione, il manubrio Pro-Wing AGX pesa solamente 380 grammi.

Anche bikepacking

Gravel, vero, ma anche bikepacking: le possibilità di utilizzare e sfruttare il manubrio Pro-Wing AGX sono tante. Lo spazio in più fornito dall’estensione posta nella parte anteriore permette di montare anche borse aggiuntive. Non dovrete più lasciare a casa nulla, ogni oggetto troverà posto sulla vostra bici. le estensioni servono come perfetti punti di ancoraggio aggiuntivi.

FSA ha aperto le porte a GIVI ed insieme hanno creato una borsa specifica per questo manubrio. Si chiama Climb ed è la borsa manubrio con una capacità che va dai 9 ai 14 litri grazie al doppio sistema di chiusura Roll. A seconda delle necessità la borsa Climb si fa più o meno campiente. E’ realizzata in nylon ristop che la rende leggera ma anche molto resistente. Il rinforzo in tessuto TPU con asole per l’installazione di elementi aggiuntivi come moschettoni e cinghie consente l’aggiunta di qualsiasi carico supplementare. La borsa Climb ha un peso di 316 grammi.

FSA

eCrown Un Paved, la gamma che elettrizza il gravel

04.12.2023
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Pedalare nella natura, trainati dalla voglia di esplorare e spinti dalla tecnologia. Il neonato brand di bici elettriche eCrown è pronto a coinvolgere gli appassionati del gravel con le sue due proposte. Un Paved e Un Paved Light, sono i modelli creati dal marchio italiano per ampliare gli orizzonti del off-road gentile e della mobilità ibrida per il trekking. Costruite entrambe su telai in carbonio, vantano geometrie pensate per accompagnare il ciclista attraverso il comfort e prestazioni polivalenti per sterrato e asfalto. Più anime accomunate dal solo obiettivo di rispettare l’ambiente e godersi ogni pedalata. 

Per il gravel 

La nuova prospettiva del ciclismo e della vita sana ed ecologica, ha indotto molte aziende di settore ad investire nel gravel. eCrown risponde presente e lo fa con un approccio che rispetta l’ambiente e con una filosofia che abbraccia il Made in Italy. L’indole che accomuna i due modelli Un Paved è quella di offrire al ciclista tutta la libertà e il supporto che una e-bike può regalare.

«Le Un Paved – spiega Roberto Zanetti, Responsabile della Comunicazione eCrown – hanno un utilizzo trasversale, per un mondo nuovo, quello gravel, che sta crescendo molto. I due modelli condividono tanti pregi, però poi si differenziano in base all’utilizzatore. Sulla Light viene montato un motore diverso sulla ruota posteriore, quindi è pensata per un utente che ha un’esigenza diversa da un punto di vista della prestazione. Un approccio più rilassato più da viaggio. La Un Paved invece, ha un animo più avventuriero ed è stata pensata per affrontare percorsi anche più difficili».

Il brand di Pogno, un laborioso paesino in provincia di Novara, per la propulsione dei suoi modelli si è affidata all’esperienza di Polini e FSA. Due marchi che hanno come priorità l’affidabilità e le prestazioni. Concetti che si sposano a pieno con la mission di eCrown. Oltre alla performance, anche l’occhio vuole la sua parte, inconfondibile il verde che avvolge tutta la gamma e immerge ancora di più in un contesto naturale e off-road.  

Un Paved

Il primo modello che andiamo a scoprire è Un Paved. La versione più propensa al gravel, con manubrio dedicato e una geometria rigida, ma allo stesso tempo comoda e adatta alle lunghe distanze. Risalta agli occhi di tutti il cuore pulsante di questo modello, cioè il motore centrale Polini EP3 + EVO 250 watt, 75 Nm. Una garanzia di potenza e affidabilità con la batteria da 36V 14 Ah – 504 Wh e le sue cinque differenti mappature che permettono di modulare l’autonomia e affrontare percorsi con chilometraggi a tre cifre. Anche grazie al display a colori che fornisce tutte le informazioni necessarie per il proprio viaggio.

Le ruote sono FSA tubeless ready, con coperture Vittoria Terreno Dry da 40 mm. Le taglie selezionabili sono quattro da S a XL, da 155 cm a 195 cm di altezza dell’utilizzatore. Gli allestimenti proposti invece sono Shimano GRX 11v classico o Deore 11v Flat Bar. Altrimenti sono disponibili le rispettive versioni DI2. Il peso si attesta in soli 15 chili (16 per la versione con cambio meccanico) per una guidabilità che non viene quindi sacrificata come spesso capita in alcune e-bike.

Un Paved Light

Passando alla Un Paved Light, troviamo la versione più gentile. «Può essere utilizzata da chi vuole muoversi magari anche in città, grazie al manubrio flat perfetto per uno spostamento più agile all’interno di un contesto urbano. Sempre conservando la sua anima gravel». La Light si candida ad essere l’anello di congiunzione tra l’utilizzo cittadino e quello extra urbano. Versatilità che viene accompagnata da soluzioni tecniche mirate.

A partire dal peso che si alleggerisce notevolmente grazie alla sua silhouette più snella. Con i suoi 13,5 chili infatti, vanta una maneggevolezza aumentata. Il motore da centrale passa alla ruota posteriore. La tecnologia è fornita da FSA con il suo modello HM 1.0 da 45NM e la batteria da 36V 15 Ah-252 Wh. Anche nella versione Light le taglie sono quattro per andare incontro a tutti gli utilizzatori. 

eCrown

FSA Pro-Wing AGX, il manubrio con le prolunghe

09.10.2023
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MISANO-FSA ha presentato il primo manubrio specifico per il gravel con le estensioni frontali integrate. Si chiamano U-Shape e si uniscono alla piega in alluminio.

Più comfort per i macinatori di chilometri, ma anche maggiori possibilità di sfruttare a pieno diverse posizioni, naturalmente anche una aerodinamica migliore. Vediamo le specifiche principali.

Un solo manubrio con tante forme
Un solo manubrio con tante forme

FSA Pro-Wing AGX in alluminio

La nuova piega di FSA è completamente in alluminio e oltre all’estensione U-Shape è caratterizzata da un’alternanza di forme. La parte della piega è rotonda ed ha un flare di ben 25°, una delle maggiori in commercio. Le quote di drop e reach sono rispettivamente di 100 e 70 millimetri, per un manubrio decisamente compatto, adatto a chi ama passare rapidamente le mani dalla parte basso verso l’alto e viceversa.

La sezione alta è piatta, aerodinamica e facile da arpionare scaricando le pressioni che si generano sul palmo della mano. Al tempo stesso agevola lo spostamento dell’arto alla parte frontale dove è posizionata la prolunga.

Utile (anche) ai bikepackers

Manubri come il nuovo FSA Pro-Wing AGX si possono utilizzare in ambito gravel e non di rado li abbiamo visti nelle prove con lunghezze estreme. Diventano un importate accessorio che permette di cambiare posizione, alleviando i dolori alla schiena, braccia e spalle, ma al tempo stesso di sfruttare una buona penetrazione aerodinamica quando si può fare velocità.

Ha un valore alla bilancia dichiarato di 380 grammi nella misura 42 ed è disponibile in tre larghezze: 42, 44 e 46. il prezzo di listino della piega FSA Pro-Wing AGX è di 179 euro.

FSA

Fsa e Vision partner alla GeoGravel Tuscany di Bettini

06.09.2023
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I bike brand Fsa e Vision rivestono ufficialmente il ruolo di partner della prossima ed attesa prima edizione di GeoGravel Tuscany, la manifestazione gravel ideata dall’ex due volte campione del mondo Paolo Bettini in programma nelle meravigliose campagne attorno a Pomarance (Pisa) nel weekend del 22/24 settembre.

La GeoGravel Tuscany si caratterizza per essere la prima “gravel experience” dedicata alla geotermia. Una manifestazione che nelle intenzioni primarie intende accompagnare i partecipanti a scoprire… pedalando tutti gli sterrati più affascinanti delle colline metallifere, meglio conosciute anche come “Strade Grigie”.

C’è lo zampino di Paolo Bettini nella nascita della GeoGravel Tuscany
C’è lo zampino di Paolo Bettini nella nascita della GeoGravel Tuscany

Un’idea del “Betto”

Nato da un’idea del campione olimpico di Atene 2004, e due volte iridato Paolo Bettini, questo evento si caratterizza per essere un vero e proprio viaggio fra ulivi e macchia mediterranea, antichi borghi e incantate fortezze, con la vista sempre rivolta al suggestivo borgo medievale di Pomarance, autentico cuore pulsante dell’evento. Sullo sfondo, un territorio unico lungo il quale letteralmente ribolle il cuore caldo della Val di Cecina, tra geyser e lagoni che ispirarono persino Dante per il suo Inferno, e che ancora oggi affascinano i rider desiderosi di vivere grandi avventure.

Specchi d’acqua sperduti tra i boschi incontaminati, sentieri lontani dalla civiltà, un calice di rosso al tramonto e tutti i sapori autentici dell’entroterra. La GeoGravel intende proporre a tutti coloro che decideranno di parteciparvi una Toscana mai vista… o meglio, mai esplorata!

Vision sarà uno dei partner, insieme a Fsa, della GeoGravel Tuscany
Vision sarà uno dei partner, insieme a Fsa, della GeoGravel Tuscany

Due brand: una garanzia!

Ed è proprio in questo contesto che si inserisce l’accordo di partnership definito da Fsa e Vision con il comitato organizzatore della GeoGravel Tuscany. Full Speed Ahead (FSA), ventennale produttore di componenti per biciclette di livello mondiale, ha già da alcuni anni rivolto particolare attenzione al lancio di prodotti dedicati al mondo “off-road”. Ovvero XC e Gravel, oltre al downhill e all’intero mondo Trail, Enduro (sia tradizionale sia elettrico).

Title sponsor dell’evento expo Mtb più importante in Italia – il Bike Festival di Riva del Garda – Fsa supporta molte delle realtà protagoniste del mondo Mtb, oltre a diverse formazioni WorldTour su strada. Non a caso, Fsa ha introdotto una specifica linea dedicata al mondo gravel che si chiama AGX. Una linea composta da ruote, piega manubrio, attacco manubrio, reggisella e pedivella.

L’evento gravel, voluto da Paolo Bettini, si svolgerà tra il 22 e il 24 settembre
L’evento gravel, voluto da Paolo Bettini, si svolgerà tra il 22 e il 24 settembre

Dai pro’ al gravel

Con un impegno costante verso la qualità, l’eccellenza tecnica ma soprattutto molto attenta al punto prezzo, il brand Vision si è guadagnato nel tempo la fiducia sia di ciclisti professionisti quanto di moltissimi appassionati praticanti. Vision si dedica ad elevare l’esperienza del ciclismo attraverso la propria gamma di prodotti. Un catalogo che comprende ruote aerodinamiche in fibra di carbonio, trasmissioni avanzate, manubri e numerosi altri componenti progettati per ottimizzare le prestazioni su qualsiasi terreno.

Anche Vision, come Fsa, ha avuto modo di sviluppare nel tempo ruote di tutti i livelli espressamente dedicate al mondo Gravel. Tra queste occorre ricordare le Metron 30 SL Disc Clincher o tubolare, le Metron 45 SL, le Trimax i25 Disc e le Trimax AeroGravel i23 Disc.

FSA

GeoGravel Tuscany

Il riposo con Ben recuperando forze e lustrando la bici

23.05.2023
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OME – Da qualche parte qui intorno c’è la clinica dove accompagnammo Pantani per togliere i ferri dalla gamba e iniziare la parte più gloriosa e insieme drammatica della carriera. L’hotel che la EF Education-Easy Post divide con la Eolo-Kometa è inondato da un bel sole caldo. E’ il secondo riposo del Giro (ieri per chi legge), i corridori scendono alla spicciolata. Bettiol è passato per qualche istante, si è avvicinato ai meccanici e poi è tornato in stanza. Poi arriva Cepeda e con lui si ride forte ricordandogli gli sguardi torvi di Pinot sulla salita di Crans Montana. Nell’attesa degli altri, si sta coi meccanici davanti alla Cannondale di Ben Healy, che a Bergamo è andato a un soffio dalla doppietta.

Lo sguardo di Moser

L’irlandese è il solo della squadra a usare un manubrio classico di FSA, con l’attacco e la piega Vision Metron Aero 4D. Le leve dei freni sono così chiuse verso l’interno che quasi si guardano in faccia. Le ruote sulla bici sono quelle da allenamento, mentre ieri ha usato le Vision SL45 con tubeless Vittoria da 28. Il gruppo è lo Shimano Dura Ace, ma completato dalla guarnitura FSA con misuratore di potenza PowerBox. La sella è la Prologo Dimension 143 Nack.

Ben arriva trascinando le ciabatte, i capelli sciolti, la barbetta ispida e lo sguardo semi assonnato che tanto ricorda il Moreno Moser dei primi tempi. Due parole con Giorgio Marra di FSA-Vision che è venuto con un operatore per filmarlo con le nuove appendici da crono e poi si avvicina. I ritmi sono lenti e anche l’allenamento oggi sarà più una passeggiata che una cosa seria. Il primo sole dopo tanto tempo, la temperatura di quasi 26 gradi e la fatica da smaltire esigono un giorno a ritmo blando.

Cosa ti aspetti dalla terza settimana? E’ un punto interrogativo per te che sei così giovane?

Penso che avremo alcuni giorni difficili, forse qualche fuga. E se ne avrò la possibilità, proverò a fare qualche punto per il gran premio della montagna. Quanto al punto interrogativo, amico mio… Penso che ogni esperienza nuova porti qualche punto di domanda. Di solito tendo ad andare bene e a non avere alti e bassi, non vedo l’ora di scoprirlo, ma penso che per me sarà una settimana positiva.

Cosa ti resta del secondo posto di Bergamo?

E’ stata sicuramente una bella giornata e spero anche una gara emozionante per il pubblico che l’ha seguita. Ho sicuramente commesso alcuni errori, ho sciupato troppe forze, ma sono tutti aspetti da cui posso imparare e che porterò con me per il futuro. Almeno so che le gambe ci sono.

Con le leve girate, per Ben Healy la presa è comoda e l’appoggio aumenta
Con le leve girate, per Ben Healy la presa è comoda e l’appoggio aumenta
Guardando la tua bici, si nota che sei l’unico a usare un manubrio tradizionale, come mai?

Perché mi piace stare piuttosto basso nella parte anteriore e le nuove Cannondale hanno un tubo di sterzo piuttosto alto. Quindi dobbiamo usare un attacco negativo.

Invece i freni così girati?

Li ho sempre avuti così, da prima che diventasse una moda. Quando mi sono messo a cercare la posizione più comoda, ho cominciato a girarle e le trovo comode. E adesso sta venendo fuori che può essere una posizione sbagliata per il discorso dell’aerodinamica.

Oggi ruote da 55 per l’allenamento, ieri più basse. Domani (oggi, ndr) sul Bondone tornerai alle più basse?

Esatto, in montagna si va con le Vision 45.

Come deve essere la tua bici?

L’aspetto più importante prima ancora di pensare a rigidità e leggerezza, è che sia comoda e aerodinamica, visto che devo starci sopra a lungo.

Quando attacchi in salita, spingi dei bei rapporti…

Quando attacco sì, altrimenti mi piace avere anche ingranaggi che permettano una buona frequenza di pedalata. Non perché sia uno scalatore, ma perché quando salgo in bici, mi viene naturale tenere un’alta cadenza. Non credo che esista una frequenza di pedalata ottimale, è molto soggettiva. Si vedono alcuni corridori macinare ad alta velocità e altri girare più lentamente, ma è un fatto legato alla fisiologia di ciascuno.

Guarnitura FSA Power2Max con ingranaggi 54-40 sulla Cannondale di Ben Healy
Guarnitura FSA Power2Max con ingranaggi 54-40 sulla Cannondale di Ben Healy
Quanto ti è pesato finora correre con pioggia e freddo?

Per me non è un problema insormontabile, vediamo come va giorno dopo giorno. Certo sarebbe bello avere un po’ di sole, ma non ho troppa paura del freddo

Si va giorno per giorno, ma c’è un’altra tappa che hai scelto di puntare?

Non si può prevedere quando ci riuscirò. Finora penso di aver colto le opportunità giuste, quando mi rendo conto che sono fuori dalla mia portata cerco di spendere il meno possibile. 

Cicli Drali Morpheus, raffinatezza su due ruote

20.12.2022
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L’eleganza del passato incontra l’innovazione del presente. Cicli Drali Milano con la sua Morpheus unisce ciò che era con ciò che è ora. Linee classiche dotate di un fascino senza tempo, abbinate a tecniche costruttive moderne e componenti elettroniche. Una bici pura che si veste di un’estetica tradizionale con le idee ben chiare e rivolte al ciclismo di oggi. La sua particolarità sta proprio in questo concetto, tanta personalità mascherata dietro ad un look eterno

Elegante ed efficace

L’idea della Morpheus nasce dal desiderio di pensare ad una bici raffinata e dal design classico, dotata delle componenti più performanti possibili. Aggressiva e filante ma inedita e con una forcella pensata appositamente per lo sterzo da 1”-1/8. E’ per chi vuole una bici particolare, piena di sostanza in campo tecnico e pratico senza giri di parole. Va veloce quanto si vuole, anche se il telaio pesa un chilo in più. Se si sa guidare e si ha voglia di spingere, la Morpheus asseconda ogni richiesta, perché è elastica come l’acciaio e si muove leggera sulle ruote in carbonio.

Un modo per farsi notare in modo originale tra le linee sempre più complicate dei giorni d’oggi. Telaio in acciaio con congiunzioni per freno a disco, forcella in acciaio studiata appositamente per questo modello, unica nel suo genere. Rappresenta il connubio perfetto tra il passato del marchio e la modernità del presente con gruppo elettronico e componenti top di gamma. Adatta agli amanti dell’acciaio che sanno anche apprezzare le ultime tecnologie offerte dal mercato.

Componenti all’avanguardia

Qualità estetiche che si integrano perfettamente con un’indole performante e del tutto aggiornata. Non bisogna infatti farsi ingannare del suo look classico perché ogni componente è stato scelto da Cicli Drali per essere portato al limite e far divertire chi la utilizza. La Morpheus è un concentrato di sostanza e voglia di emergere in modo pratico e fruibile da tutti. Un modo audace e senza dubbi efficace di utilizzare l’acciaio in risposta al carbonio del mercato attuale. 

I tubi sono Columbus o Dedacciai. Il movimento centrale è BSA per un’affidabilità totale in ogni situazione e facilità di manutenzione assicurata nel tempo. Il reggisella è da 27,2 mm per una tenuta salda e reattiva. Il peso del telaio si attesta in 1.850 grammi di robustezza e solidità dinamica applicata alla guida. Le componenti sono FSA per una rendita ottimale in ogni situazione. I colori disponibili sono cinque: bianco perlato, azzurro Drali, argento e silver rosé. Le taglie disponibili sono tre S (48-52), M (53-57) e L (58-62).

CicliDraliMilano

FSA accanto a Colbrelli, Marra spiega come e perché

17.11.2022
4 min
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Quando Colbrelli ha annunciato la svolta della vita, Claudio Marra era seduto al suo fianco, anche lui toccato dal momento. Aveva ancora addosso il sole dell’ultimo viaggio a Taiwan e da buon padrone di casa ha subito messo a disposizione gli uffici di FSA per organizzare la conferenza stampa del 15 novembre.

Da FSA per Sonny una targa, consegnata da Marra, per ricordare le conquiste comuni nelle classiche
Da FSA per Sonny una targa, consegnata da Marra, per ricordare le conquiste comuni nelle classiche

Testimonial e tester

Le parole di quel giorno sono ancora nell’aria. I social pullulano dei racconti del pomeriggio milanese, ma intanto il tempo passa e Marra fa il punto della situazione, ricordando le ore assieme a Colbrelli parlando di sviluppo dei prodotti e immaginando quale potrà essere il seguito della storia.

«Con Sonny c’è un rapporto particolare – racconta – di amicizia, ma anche di estrema collaborazione. Lui è un tester importante, ci ha aiutato a sistemare anche dei piccoli dettagli sulle ruote. Quelle che ha usato alla Roubaix sono state realizzate ad hoc per lui. Avevano una scorrevolezza particolare e hanno debuttato con lui. Ci ha vinto l’italiano, l’europeo e la Parigi-Roubaix. Non voleva mollarle più».

Colbrelli sarà uomo del Team Bahrain Victorious, ma sarà coinvolto direttamente nel lancio delle 71 Merida Reacto customizzate col suo nome e il nuovo logo che lo contiene. Le bici saranno equipaggiate con gli stessi sponsor tecnici della squadra, per cui Sonny metterà la sua esperienza certamente al servizio dei corridori, ma anche degli sponsor tecnici che vorranno riscontri tecnici da un campione che comunque continuerà ad usare la bicicletta.

Colbrelli, spiega Marra, ha sviluppato da sé le ruote Vision Metron con cui ha ottenuto i suoi successi più importanti
Colbrelli, spiega Marra, ha sviluppato da sé le ruote Vision Metron con cui ha ottenuto i suoi successi più importanti
E’ importante avere nelle squadre una figura così?

Quando abbiamo collaborazioni di questo tipo, con le squadre cerchiamo di non essere solo sponsor, ma collaboriamo perché la fornitura di materiale sia per noi un punto di inizio e non di arrivo. Da loro impariamo tantissimo e poi cerchiamo di migliorare sempre attraverso i loro consigli o le esigenze. Ci tirano matti, ma è sempre uno stimolo a migliorare.

Il fatto che Colbrelli resti nell’orbita della squadra e dei suoi partner è anche un bel segno di umanità.

Il nostro obiettivo non è solo fornire prodotti, ma è anche diffondere la cultura del ciclismo, essere amici, vivere insieme emozioni, gioie, fatiche e sacrifici. Quello che alla fine è il sale della vita. Avere corridori che condividono questo nostro pensiero anche fuori dalle corse per noi è il massimo e cerchiamo di sostenerli sempre, quando è possibile, anche dopo che scendono dalla bicicletta.

Come hai vissuto personalmente quel giorno di marzo?

E’ stato tragico. Una volta avuta la conferma che Sonny fosse fuori pericolo, ho avuto subito la sensazione che da lì sarebbe cambiato tutto. Innanzitutto abbiamo sperato che tutto andasse bene, però abbiamo capito che la sua vita non sarebbe stata più la stessa e ci siamo promessi di aiutarlo in questo progetto. Averlo voluto qui da noi per il suo annuncio è stato il modo di fargli sentire che noi siamo con lui.

Questo il nuovo logo di Colbrelli, con cui saranno personalizzate le sue future iniziative
Questo il nuovo logo di Colbrelli, con cui saranno personalizzate le sue future iniziative
Ci siete voi, c’è Merida, c’è la squadra: non è tanto comune, in un mondo che a volte si dimentica dei valori.

E’ vero, però devo dire che il ciclismo è un mondo diverso e migliore. Siamo persone con una filosofia, cioè che le persone positive, che riescono sempre a portare avanti una missione, chissà perché si ritrovano sempre insieme e condividono lo stesso tipo di idea. E per questo siamo contenti di poterlo sostenere al meglio.