Gregoire ora vince anche fra i pro’. Dove può arrivare?

01.06.2023
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Ormai non è più una novità. Sono almeno due anni che Romain Gregoire fa parlare di sé, ma quel che colpisce è come stia bruciando le tappe. Junior di primissimo piano nel 2021, capace di vincere il titolo europeo e l’argento mondiale. Una pioggia di successi fra gli under 23 nel 2022 fra cui tappe al Giro e al Tour de l’Avenir, sembrava che passando subito fra i pro’ potesse quantomeno rallentare. Per tutta risposta, il ventenne di Besançon ha portato a casa la vittoria alla 4 Giorni di Dunkerque, non proprio una corsetta…

E’ chiaro che le sue vittorie acquistano risalto in un ciclismo, quello transalpino, che gode sì di buona salute, ma che è ancora alla ricerca del campione assoluto: un ruolo che neanche il grande Alaphilippe è riuscito a interpretare appieno, perlomeno nel colpire la fantasia dei tifosi più maturi, quelli rimasti all’epoca delle conquiste di Hinault e Fignon.

Già alla Strade Bianche Gregoire si era messo in luce, finendo ottavo
Già alla Strade Bianche Gregoire si era messo in luce, finendo ottavo

Un talento da tenere stretto

Molti guardano a Gregoire come al loro erede e per questo alla Groupama FDJ cercano di proteggerlo il più possibile. A Dunkerque, a guidarlo c’era Frederic Guesdon, una lunga carriera come corridore e dal 2015 direttore sportivo del team.

«Non lo conosco da molto tempo – spiega – e uniche occasioni in cui l’ho avuto in gara è stato a Morbihan e Dunkerque, ma resto davvero sorpreso nel vedere con quanta autorità corre fra i pro’. Nel team se ne parla molto bene, è un talento che ci teniamo stretto e che va fatto crescere piano piano».

Gregoire in trionfo agli europei di Trento 2021. Era junior, ora già vince fra i pro’
Gregoire in trionfo agli europei di Trento 2021. Era junior, ora già vince fra i pro’
Quali sono i suoi punti di forza?

Da quel che ho visto è un corridore abbastanza completo, che può emergere tanto nelle corse di un giorno quanto in quelle a tappe come a Dunkerque, quindi contenute nei giorni di gara. Io penso anzi che siano proprio queste gare che possano farlo crescere e maturare, noi intendiamo lavorare così con lui. Serve tempo, vogliamo vedere come reagisce nelle gare di alta montagna, poi potremo farci un’idea su quale sarà il suo futuro.

La vittoria di Dunkerque significa che è già adatto al ciclismo professionistico?

Penso di sì, ma questa non è una sorpresa. Come molti altri giovani che appena arrivati nel ciclismo professionistico sono già in grado di emergere e vincere. E’ il ciclismo di oggi, che già al primo anno ti permette di farti vedere. Se hai qualità emergi subito, questo è chiaro.

Gregoire sta attirando su di sé l’attenzione dei media transalpini che sognano un nuovo Hinault
Gregoire sta attirando su di sé l’attenzione dei media transalpini che sognano un nuovo Hinault
Come persona che impressione ti ha fatto?

E’ un tipo semplice, gentile, anche riservato, nel senso che non è uno di quelli che si pone al centro del gruppo. Si è ben adattato al nuovo nucleo di corridori. Sa bene quello che vuole e magari non va a sbandierarlo ai quattro venti, ma lavora in funzione dei suoi sogni con determinazione.

In Francia un corridore capace di lottare per la vittoria al Tour con concrete possibilità è atteso da molti anni. Potrebbe essere Romain quel qualcuno?

Appena salta fuori un nome, subito si pensa al Tour: è un po’ il destino del nostro ciclismo. Io dico che Romain potrebbe anche farlo, ma per saperlo bisogna aspettare. Noi non lo conosciamo ancora su percorsi davvero duri, in alta montagna, con fatiche ripetute. Penso che presto lo sapremo e potremo capire dove potrà arrivare. Io sono ottimista, ma non saprei proprio dire quanto ci vorrà perché arrivi a quei livelli, non dimentichiamo che di Pogacar ce n’è uno…

La più grande vittoria di Guesdon: la Parigi-Roubaix del ’97, su Planckaert e Museeuw
La più grande vittoria di Guesdon: la Parigi-Roubaix del ’97, su Planckaert e Museeuw
Tu sei stato esponente di un ciclismo dove si poteva restare negli anni, hai avuto una lunga carriera. Quando vedi un giovane come Gregoire temi che la loro carriera possa essere più breve?

E’ difficile da dire perché oggi la carriera di un corridore inizia molto prima. Già nelle categorie giovanili hai tanta pressione e impegni importanti, arrivi fra i pro’ giovane ma già rodato. La logica dice che i corridori di oggi non potrebbero avere una carriera così lunga sempre ad alti livelli proprio perché si passa prima e si arriva che si è già al top. Ma solo il tempo potrà dare le risposte.

C’è un corridore del passato o del presente a cui lo paragoneresti?

Per me ha un modo di correre e di porsi che mi ricorda molto Philippe Gilbert. Potrebbe anche essere quella la sua strada, di grande specialista per un certo tipo di classiche e di corse.

Abbiamo visto che nel programma di Romain c’è la Vuelta. Che cosa vi aspettate da lui al suo esordio in un grande Giro?

Deve andare con la mente sgombra, vivendo alla giornata. Non gli poniamo limiti, dovrà capire lui che cosa potrà fare. E’ inutile parlare di classifica o di questa o quella tappa: scoprirà strada facendo che cosa potrà fare e potrà ottenere. Magari qualche frazione che più gli si addice potrebbe davvero metterlo in luce. Diciamo che non passerà inosservato.

Demare a Tours, la fuga e lo sprint come Cipollini alla Gand

11.10.2021
4 min
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Un velocista che non vince in volata è una notizia. Arnaud Demare ha conquistato la Parigi-Tours ma non nella maniera in cui tutti immaginiamo, cioè col suo treno della Groupama-Fdj pronto a scortarlo fino ai 250 metri. No, stavolta ha vinto scattando, rincorrendo, sprintando… E per questo la Parigi-Tours è stata una gara strepitosa.

Dal 2019 sono stati introdotti dei tratti sterrati tra i vigneti della Loira
Dal 2019 sono stati introdotti dei tratti sterrati tra i vigneti della Loira

Un finale super

La gara fila via veloce, quasi 47 la media oraria finale. I tratti di sterrato introdotti qualche tempo fa e le ultime facili cotes, hanno regalato un epilogo incredibile. Il gruppo era praticamente sparito, davanti la fuga viaggiava sul filo dei secondi e dietro Demare e Stuyven facevano di tutto per scappare via dal “gruppo”. Venti secondi, quindici, cinque… da Bonnamour e Dewulf. Ma anche 15 chilometri, dieci, uno all’arrivo e un gap ancora non chiuso. Stuyven collabora sin troppo, visto con chi sta rintuzzando, ma persa per persa…ci sta anche. Davanti si guardano altrettanto un pelo più del dovuto… sapendo chi sta rientrando.

Alla fine, a poco più di 300 metri dall’arrivo lo sprinter francese e Stuyven piombano sui due. Qualche secondo per guardarsi. Gli altri lasciano sfilare Arnaud in testa. Demare va a cercare le transenne e inizia a guardare dietro. La volata è senza storia e gioca come il gatto col topo con i tre. Che tutto sommato lo fanno spingere più di quel che si pensava. Ma uno come Demare non lo batti in volata. Almeno che tu non sia Ewan o Cavendish… in ottima condizione.

Demare imposta la volata in testa e molto lunga, chi gli esce di ruota non riesce a rimontarlo
Demare imposta la volata in testa e molto lunga, chi gli esce di ruota non riesce a rimontarlo

Come Cipollini alla Gand

Una Parigi-Tours che ha ricordato la Gand-Wewelgem del 2002 vinta da Mario Cipollini. Re Leone stava per perdere la sua classica preferita. Viste le brutte, scappò e si gettò da solo all’inseguimento di Hincapie e compagni. Li raggiunse a pochi chilometri dalla fine. Lo sprint, chiaramente, non ebbe storia. Tanto che il toscano fece gli ultimi dieci metri senza pedalare e con le braccia al cielo. E Cipollini fu anche più fortunato di Demare visto che non fece la volata di testa. 

Un’azione così, dopo l’impresa di Pogacar al Lombardia, ci dice di un ciclismo davvero bello, interessante e mai scontato da guardare. Almeno nelle classiche. Nessuno si risparmia. Si attacca da lontano e alla fine emergono sempre i corridori di qualità. 

Non solo la moglie, Demare è attaccatissimo alla famiglia: eccolo con il papà Josué
Non solo la moglie, Demare è attaccatissimo alla famiglia: eccolo con il papà Josué

Da Tignes a Tour

E Demare di qualità ne ha eccome, anche se quest’anno ha faticato più del dovuto. “Solo” sette vittorie per lui, tutte nella prima parte dell’anno e nessuna di peso. Un solo podio al Tour prima di finire fuori tempo massimo verso Tignes. E come spesso accade in questi momenti un corridore si attacca a quel che di più caro ha: la famiglia.

«Con Morgane, la mia eccezionale moglie – ha detto Arnaud con un po’ di commozione ma due occhi davvero sereni a fine gara – abbiamo fatto di tutto per continuare a crederci. Sono davvero felice di aver vinto in questo modo e per di più all’ultima gara della stagione».

«Questa Parigi-Tour, piena di trappole non avvantaggiava i velocisti, visto il nuovo percorso. Ma questi sterrati e le stradine tra i vigneti mi sono piaciute molto. Con Jasper Stuyven, siamo usciti bene, ma ad un certo punto il distacco restava sempre sui 10” e lì non è stato facile. In più temevo Jasper perché in volata è molto bravo (ma c’è chi dice che sia stato il compagno di fuga ideale proprio perché veloce, altrimenti un corridore molto più lento non avrebbe collaborato, ndr).

«Come ho impostato lo sprint? Ho deciso di partire lungo, sapevo che erano tutti stanchi e io tengo bene nelle volate lunghe».

Il podio con Demare (primo) Bonnamour (secondo) e Stuyven (terzo)
Il podio con Demare (primo) Bonnamour (secondo) e Stuyven (terzo)

Guesdon e il destino

Piombando come un falco nel lungo viale alberato di Tours in sella alla sua Lapierre Aircode Drs e con il body super stretto, il tre volte campione di Francia ha ritrovato le sue certezze. Adesso Demare potrà passare un inverno molto più sereno, come sostiene anche il suo diesse Frederic Guesdon, che tra l’altro fu l’ultimo francese a vincere questa gara nel 2006.

«Arnaud – ha detto Guesdon – ha avuto un anno molto complicato, non ha raccolto i risultati che sperava. Non mi piace dire che questa vittoria gli salva la stagione, ma gli farà bene in vista della prossima. Non è facile vincere sempre e tanto come fa lui, ma questo successo dimostra che quando combatti sei capace di “cercare” la vittoria».