I fratelli Sagan. Gli Yates e i Bessega, addirittura gemelli. I fratelli Bais e i due Consonni. Le sorelle Fidanza, per un po’ i Frapporti e tutti quelli che abbiamo sicuramente dimenticato. Quando il ciclismo diventa un affare di famiglia, è curioso andare a vedere in che modo condizioni le vite e il modo di pensare.
Così questa volta mettiamo nel mirino i fratelli Milan: Jonathan, classe 2000, campione olimpico e del mondo nell’inseguimento a squadre che corre al Team Bahrain Victorious; Matteo, classe 2003, due vittorie nel 2021 fra gli juniores, in procinto di passare al CT Friuli da cui è sbocciato anche suo fratello. Il papà, Flavio Milan classe 1968, fece una bella carriera da dilettante, vincendo corse come il De Gasperi, il Trofeo Zssdi e il Del Rosso.
Con un po’ di fortuna e se Matteo continuerà a crescere come i tecnici pensano possa fare, i due potrebbero ritrovarsi a correre assieme tra i professionisti, dato che la continental friulana ha un rapporto di collaborazione tecnica con il team WorldTour del Bahrein.
Difficilmente i fratelli si somigliano in tutto, persino i gemelli Yates sono completamente diversi. Perciò proviamo a leggere i due ragazzi di Buja attraverso le risposte che daranno alle stesse domande.
Jonathan Milan al via del secondo anno da pro’ Dal prossimo anno, Matteo Milan correrà al Cycling Team Friuli (foto Scanferla)
Jonathan Milan al via del secondo anno da pro’ Dal prossimo anno, Matteo Milan correrà al Cycling Team Friuli (foto Scanferla)
Quando hai iniziato a correre in bici?
MATTEO: «Ho iniziato a correre in bici all’età di quattro anni, alla Jam’s Bike Team Buja».
JONATHAN: «Ho iniziato a correre da giovanissimo, avevo quattro anni».
Hai subito pensato che saresti diventato un corridore?
MATTEO: «Per me correre è sempre stato un divertimento e la passione è cresciuta piano piano, nel tempo».
JONATHAN: «All’inizio era molto un divertimento, ho iniziato con la mountain bike. Poi in età più avanzata sono passato alla strada e lentamente sono riuscito a scoprire le mie doti. Da lì piano piano ho iniziato a sognare di diventare un corridore forte e riuscire a passare professionista. E’ stata una cosa graduale».
Si diventa forti con le gambe o con la testa?
MATTEO: «Si diventa forte con entrambe, una cosa aiuta l’altra».
JONATHAN: «Avendo sia gambe che testa. Ci vuole molta testa per allenarsi e di conseguenza arriveranno anche le gambe».
Nel 2021 Matteo ha vinto due volte: qui il Giro dela Vallata Feltrina (foto Scanferla) Da under 23 lo scorso anno Jonathan ha vinto anche una tappa al Giro U23 (foto Scanferla)
Nel 2021 Matteo ha vinto 2 volte: qui il Giro dela Vallata Feltrina (foto Scanferla) Lo scorso anno Jonathan ha vinto anche una tappa al Giro U23 (foto Scanferla)
Una cosa che hai imparato da tuo padre?
MATTEO: «Da mio padre la precisione nei dettagli e a dare sempre il massimo. Invece da mia madre ha imparato a cucinare».
JONATHAN: «La determinazione, cioè che comunque non bisogna mai aver paura di faticare, di rimboccarsi le maniche».
Due aggettivi per descrivere tuo fratello corridore?
MATTEO: «Io descriverei mio fratello come un grande passista veloce».
JONATHAN: «Determinato. Penso che determinato comprenda molte altre sue caratteristiche, quindi lo descriverei con una parola soltanto».
Sin da bambino la corsa dei sogni qual era?
MATTEO: «Sin da bambino la mia corsa dei sogni è sempre stata la Tirreno-Adriatico».
JONATHAN: «E’ sempre stata la Roubaix, ma adesso sinceramente sono molte. Però la Roubaix è una di quelle».
La vittoria di Tokyo è stata la consacrazione di un cammino molto rapido Le sue vittorie fanno dire al futuro ds Boscolo, che Matteo ha grande acume tattico (foto Scanferla)
La vittoria di Tokyo è stata la consacrazione Le sue vittorie fanno pensare a grande acume tattico (foto Scanferla)
La prima volta che ti sei sentito orgoglioso di tuo fratello?
MATTEO: «Quando ha vinto il regionale in pista da juniores».
JONATHAN: «Ho sempre avuto orgoglio per mio fratello, qualsiasi obiettivo lui riuscisse a raggiungere. Quando si fissa una cosa e riesce a ottenerla con determinazione e impegno, questo è un orgoglio, perché vuol dire che ci sta mettendo del suo».
Siete sempre andati d’accordo?
MATTEO: «Tra noi c’è stata sempre una bella complicità. Ogni tanto è normale che litighiamo per stupidaggini, ma niente di che…».
JONATHAN: «Il nostro è un normalissimo rapporto fra fratelli. Ci sono volte in cui si discute, però mai discussioni accese. Magari i fraintendimenti ci stanno, ma abbiamo un bellissimo rapporto e sono contento di averlo».
Che cosa ti piace di Buja?
MATTEO: «Mi piace la posizione geografica, perché mi permette di passare da percorsi collinari a pianeggianti con facilità. E per quanto riguarda la popolazione, è molto presente sia quando si tratta di aiutare nel momento del bisogno, che quando c’è da festeggiare».
JONATHAN: «Mi piace la gente e mi piace soprattutto la città tranquilla. Ci si conosce più o meno tutti e mi piacciono le sue radici, la sua storia… Mi piace tutto di Buja, ecco!».
Matteo Milan vince a Reda tra gli juniores: è il 2 maggio 2021 Quest’anno è arrivato l’inseguimento agli europei di Grenchen
Matteo Milan vince a Reda tra gli juniores: è il 2 maggio 2021 Quest’anno è arrivato l’inseguimento agli europei di Grenchen
Che cosa è per te la fatica?
MATTEO: «Per me la fatica è uno stimolo a fare sempre meglio».
JONATHAN: «La fatica per me è quella soglia in cui iniziamo ad avvicinarci ai nostri limiti, che sono soprattutto mentali. Per me la fatica è questo».
Che cosa è per te la salita?
MATTEO: «La salita non è una discesa…».
JONATHAN: «La salita per me è fatica, in pratica avevo già risposto nella domanda precedente».
Che cos’è per te la cronometro?
MATTEO: «Per me la cronometro è una disciplina che… la lascio a mio fratello!».
JONATHAN: «In primis una gara contro te stesso. Poi ovvio, devi basarti su un tempo e sul tempo che ha fatto l’altro. E’ anche una gara contro gli altri, però in primis contro se stessi. Spingerti contro gli ostacoli mentali e fisici, quindi si torna al concetto di fatica».
Ti sei emozionato mai per una vittoria di tuo fratello?
MATTEO: «Sicuramente la vittoria che mi ha emozionato di più è stata quella alle Olimpiadi che finora è stata anche la più grande».
JONATHAN: «Mi emoziono un po’ quasi tutte le volte, però non glielo dico. E’ un segreto fra di noi…».


Una dote tecnica che lui ha e tu vorresti avere?
MATTEO: «Sicuramente la digestione veloce e boh… scherzo! La dote vera che vorrei avere la sua lucidità negli sprint».
JONATHAN: «E’ un ragazzo veloce, ma tiene molto bene anche sulle salite. In più sta iniziando a essere anche un bel passistone. A me piacerebbe tenere come lui nelle salite medio lunghe di 5/6 chilometri. Almeno fino a quest’anno è stato così, adesso farà il salto di categoria e si dovrà rivedere tutto, ma per me diventerà un ottimo corridore da classiche».
Una tua qualità che gli vorresti regalare?
MATTEO: «Saper cucinare!».
JONATHAN: «Non lo so, sinceramente è una domanda molto grande. Non lo so se ne ho… Sinceramente lo sprint un po’ più forte, ecco».
Piatto preferito?
MATTEO: «La pizza mozzarella di bufala e prosciutto».
JONATHAN: «Ce n’è più di uno. Il primo sono le lasagne e poi mettiamo dentro anche il tiramisù, sono veramente matto per questi due piatti!».
Quest’anno per Jonathan anche il mondiale del quartetto a Roubaix Anche Matteo ha fatto esperienza di quartetto con buoni piazzamenti a livello regionale (foto Instagram)
Quest’anno per Jonathan anche il mondiale del quartetto a Roubaix Anche Matteo ha fatto esperienza di quartetto a livello regionale (foto Instagram)
Salita preferita?
MATTEO: «La mia salita preferita è Porzus, vicino ad Attimis».
JONATHAN: «Attimis, ci vado spesso. Una salita famosa dove si allenano anche Fabbro e De Marchi, quindi molto frequentata dalle mie parti. Ma di solito (fra virgolette e fra parentesi) non ne faccio molta di salita, essendo un passistone…».
Sognate in giorno di correre insieme?
MATTEO: «Sicuramente correre assieme è uno dei nostri sogni e, perché no, anche tirargli una volata qualche volta».
JONATHAN: «Mi piacerebbe un sacco correre insieme nella stessa squadra e quindi, dai, è un sogno che spero si realizzerà».