Raduni, per Bielli la via maestra per far crescere i giovani

10.01.2025
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Passano le ore ma ancora si parla del grande successo riscosso dai campionati italiani giovanili di Follonica. Un successo numerico ma anche prestazionale che non coglie impreparati, considerando i prodromi stagionali ma soprattutto il lavoro che c’è dietro e che c’è stato in questi tre anni (il più breve quadriennio olimpico della storia…) da parte dello staff tecnico di Daniele Pontoni. Il cittì era stato chiaro sin dall’inizio, proponendo l’esigenza di coinvolgere il più possibile le generazioni più giovani, quelle di esordienti e allievi, già nell’attività della categoria superiore, attraverso raduni mirati.

Lo staff azzurro che segue lo sviluppo dei ragazzi, Bielli è il primo in basso a destra
Lo staff azzurro che segue lo sviluppo dei ragazzi, Bielli è il primo in basso a destra

Quasi 300 convocati

E’ tempo di fare un po’ il bilancio di questo lavoro in profondità e Luigi Bielli, braccio destro di Pontoni, lo fa dati alla mano: «Da fine 2022 abbiamo avuto nei nostri raduni quasi 300 presenze, mischiando juniores a ragazzini di età minore e attraverso questo mix sono cresciuti campioni mondiali come Viezzi ed europei come Agostinacchio, ragazze affermate come Bramati e Pellizotti, insomma tutto quel che di buono ha prodotto il settore giovanile del ciclocross italiano in questo triennio diventando un riferimento nel mondo. E’ la dimostrazione che la scelta di Daniele era quella giusta, che la strada è stata tracciata e va seguita ».

Nei raduni i giovanissimi si trovano a confrontarsi con gli juniores. Esperienze fondamentali
Nei raduni i giovanissimi si trovano a confrontarsi con gli juniores. Esperienze fondamentali
Come si è arrivati a questa scelta?

Va subito detto che non è tutto merito solo nostro né che tutto deriva dai raduni. Andiamo con ordine. Fondamentale è stato intanto l’apporto del Gruppo Performance, che ci ha permesso di tracciare un profilo molto dettagliato di ogni ragazzo/a passato attraverso i nostri incontri. Verificando i risultati dei test, abbiamo potuto stabilire per ognuno la linea giusta da seguire consigliando – e ci tengo a sottolineare questo verbo – a società, ragazzi, famiglie non solo quel che sarebbe stato utile come allenamento, ma anche tutto quel che lo circonda, dall’alimentazione alle accortezze da avere prima e dopo l’allenamento. E’ un lavoro globale, al quale hanno contribuito in tanti.

Il progresso è stato solo qualitativo o anche dal punto di vista dei numeri?

Lo stato di salute del ciclocross, come numero di praticanti fra i giovani, è sempre stato florido, lo era anche prima che inaugurassimo questo ciclo di lavoro. C’è sempre un grandissimo interesse e questo avviene dappertutto. Mi capitava spesso nei miei giri di sentire ragazzi che praticavano strada, pista, mtb che non vedevano l’ora che arrivasse l’inverno per poter iniziare l’attività. Senza alcuna paura delle intemperie, del clima e questo è sintomo di crescita del movimento. Per molti giovani è innanzitutto una sfida dal sapore di gioco, sanno che non arriveranno ai vertici ma quest’attività ha comunque una grande utilità per la loro maturazione.

I ragazzi vengono sottoposti a test dal Gruppo Performance. I dati servono per indirizzare la loro attività
I ragazzi vengono sottoposti a test dal Gruppo Performance. I dati servono per indirizzare la loro attività
Questo fermento è localizzato solo al Nord?

Il settentrione rimane un po’ l’epicentro dell’attività, soprattutto dalla Lombardia verso est, ma devo dire che ormai è palpabile il fermento che si vive al Sud, soprattutto in Puglia e Calabria dove ho visto manifestazioni molto qualificate e soprattutto frequentate dai più giovani. Non è un caso se anche dal sud ora emergono ragazzi molto forti che si stanno mettendo in luce, è una bella realtà che sta arricchendo la proposta generale del movimento e questo lo vediamo anche attraverso la partecipazione sempre più espansa non solo ai tricolori, ma anche alle tappe della Coppa Italia.

Nelle categorie minori state trovando talenti in grado di proseguire la scia tracciata da Viezzi e Agostinacchio?

Sicuramente, io credo anzi che a livello medio ci sia una crescita, una proliferazione di ciclocrossisti che potranno ottenere quantomeno risultati simili. Penso ai fratelli Cingolani che abbiamo visto protagonisti anche a Follonica, a Luca Ferro sul quale riponiamo molte speranze e non vediamo l’ora che approdi fra gli juniores, ma anche allo stesso Francesco Dell’Olio che viene proprio dal sud e che è venuto fuori con forza da un bruttissimo incidente, oppure a livello femminile le sorelle Righetto, uscite con un doppio titolo a Follonica ma che già prima avevano conquistato allori tricolori. Tutti giovani che tra l’altro vanno bene nel ciclocross ma anche su strada o mtb ottengono risultati all’altezza, quindi sono tutti prospetti da seguire con attenzione.

Molti hanno sottolineato quanto siano stati utili i raduni insieme ad atleti più grandi, assaggiando soprattutto la vita in nazionale…

E’ il segno che la scelta è quella giusta e che affiancare i giovanissimi agli juniores è un processo che porta risultati. Io sono sicuro che ce li ritroveremo anche negli anni futuri e sarà un risultato importante perché avremo provenienze le più geograficamente diverse. Io penso che sia un segno di rinascita non solo del ciclocross, ma del ciclismo italiano tutto…

Un altro campione europeo. Cingolani già in rampa di lancio

22.11.2024
5 min
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Che gli straordinari risultati azzurri agli ultimi europei di Pontevedra non siano frutto del caso lo si evince anche da quanto è successo dopo. La rassegna continentale per le categorie giovanili disputata nello scorso fine settimana a Samorin (SVK) ha visto il dominio italiano nella categoria Under 16, ossia quella Allievi 2° anno con Tommaso Cingolani vincitore, Francesco Dell’Olio terzo, Filippo Cingolani sesto e Giovanni Bosio 10°.

Non è la prima volta che i fratelli Cingolani si mettono in evidenza a livello internazionale, ma questo fa parte del loro processo di crescita che ha nel padre Francesco un grande sostenitore. E’ stato lui a spingerli ad affrontare questa competizione anche se la Federazione aveva deciso di non presentare un proprio team nazionale.

Cingolani in maglia da campione d’Italia taglia il traguardo di Samorin, ennesimo titolo di un grande 2024
Cingolani in maglia da campione d’Italia taglia il traguardo di Samorin, ennesimo titolo di un grande 2024

«Siamo partiti senza avere alcuna certezza – ammette papà Francesco – perché quando gareggi a questi livelli sei abituato a farlo tra le mura amiche, con gente che affronti quasi tutte le domeniche, ma non capita spesso di andare all’estero, quindi non sapevamo a cosa andavamo incontro, qual era il valore degli avversari».

Che gara è stata?

Difficile innanzitutto perché in queste categorie non esiste un ranking di merito, quindi la partenza avviene per sorteggio e quello dei ragazzi non era stato per nulla fortunato: Tommaso era stato inserito in terz’ultima fila, Filippo addirittura nell’ultima. La partenza era fondamentale perché dopo 200 metri c’era una strettoia, da affrontare assolutamente nelle prime posizioni altrimenti si rimaneva staccati. Tommaso ha costruito lì la sua vittoria.

Il giovane marchigiano sta dominando il Giro delle Regioni, dove ha vinto tutte le tappe (foto Billiani)
Il giovane marchigiano sta dominando il Giro delle Regioni, dove ha vinto tutte le tappe (foto Billiani)
In che senso?

E’ stato davvero bravissimo in partenza, ha effettuato una marea di sorpassi trovando il giusto corridoio fino a trovarsi davanti alla fatidica strettoia, infatti si è trovato a condurre la gara insieme allo slovacco Husenica e a Dell’Olio. Poi, sapendo che il padrone di casa poteva essere un ostacolo per la conoscenza del percorso, ha allungato nel secondo giro, vincendo con 12” di margine.

E suo fratello?

Filippo pur guadagnando molte posizioni ha scontato proprio lo stop a quella strettoia dovendo poi affrontare tutta una gara di rimonta. Alla fine il suo sesto posto, a 16” dal podio è stato un grande risultato, in un contesto molto qualificato vista la presenza di club belgi e britannici.

I fratelli Cingolani per ora prediligono la mtb, ma continuano a competere in tutte le discipline, anche su pista
I fratelli Cingolani per ora prediligono la mtb, ma continuano a competere in tutte le discipline, anche su pista
Questa non era una manifestazione che la Fci aveva inserito fra le sue priorità. Come vi siete mossi?

Diciamo che ci siamo consorziati fra varie società proprio per dare ai nostri ragazzi la possibilità di competere comunque per un evento ufficiale, sapendo che importanza avrebbe avuto anche come esperienza. Noi ci siamo mossi come famiglia, siamo andati io e mia moglie a supporto dei due ragazzi con il grande, Andrea, che ci segue sempre e dà una mano dal punto di vista tecnico. Poi lì ci siamo collegati con i genitori di Bosio e abbiamo preso un piccolo appartamento nei pressi del circuito perché era la soluzione più conveniente sia dal punto di vista economico che della praticità per le gare dei ragazzi. Siamo andati con il furgone, una trasferta lunga ma nel complesso anche piacevole. Soprattutto al ritorno visto com’erano andate le cose…

Come hanno iniziato?

Di biciclette nella mia famiglia si è sempre parlato e non poteva essere altrimenti, visto il negozio che è la nostra attività hanno sempre vissuto in mezzo alle bici. Quando avevano 3 anni eravamo al Bike Festival di Riva del Garda e mi hanno chiesto di partecipare alle prove per bambini. Da allora non hanno più smesso, hanno una passione enorme che si estrinseca in tutte le discipline, anche se quelle offroad gli piacciono di più. Diciamo che scelgono in base alla stagione, io comunque non li ho mai forzati a correre, è una loro scelta che io posso solo sostenere per quel che posso.

Per il marchigiano titoli nazionali nel ciclocross e a cronometro e argento ai tricolori mtb
Per il marchigiano titoli nazionali nel ciclocross e a cronometro e argento ai tricolori mtb
Quale disciplina preferiscono e che cosa pensate del dividersi fra più specialità?

E’ una delle loro prerogative. Diciamo che sono legati alla stagione: d’inverno il ciclocross, poi la mtb con qualche capatina su strada, Tommaso ad esempio quest’anno aveva vinto il titolo italiano a cronometro e quello regionale su strada. Io quando correvo ero uno dei pochi ad abbinare ciclocross e strada, loro hanno aggiunto anche la mtb, trovando in me un fautore della loro scelta.

Il vostro d’altronde è un team di riferimento soprattutto nel fuoristrada…

Anche se molto sta cambiando. Intanto andiamo avanti in sinergia con il Pedale Chiaravallese, con cui abbiamo creato un team unico, lo Zero24. Io li seguo soprattutto per quel che riguarda l’offroad.

La vittoria di Tommaso al Trofeo San Gilio, che gli è valso il titolo regionale, con Filippo terzo
La vittoria di Tommaso al Trofeo San Gilio, che gli è valso il titolo regionale, con Filippo terzo
Ma sei più un papà o un direttore sportivo?

Nel ciclocross li seguo un po’ più assiduamente, ma sto lasciando sempre più mano libera ad Alberto Forini che è il loro diesse. Non solo per un discorso legato al ciclismo, ci tengo che diventino sempre più indipendenti, devono svilupparsi frequentando altri ambienti che non siano solo quello famigliare.

A Samorin che livello avete trovato?

Per certi versi mi ha sorpreso, confermando quella sensazione che avevo: gli allievi di oggi sono gli juniores dei miei tempi, il ciclismo è andato tanto in avanti. Per questo non avere un ranking di riferimento ritengo che falsi un po’ questo genere di competizioni, si dà troppo peso alla fortuna, anche se Tommaso non ne ha avuto poi così bisogno, visto la partenza che ha fatto…