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Dieta chetogenica, più difetti che pregi

01.03.2021
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Dieta chetogenica: una delle più ricercate del momento ma al tempo stesso è anche una delle più“delicate”. E’ una moda? E’ efficace per davvero? E’ dannosa? Dal momento che anche molti ciclisti l’hanno utilizzata ne abbiamo parlato Francesca Della Bianca, medico dello sport che collabora con anche con la Bardiani Csf Faizanè.

Muscoli più tirati con la dieta chetogenica, ma gli effetti collaterali non mancano
Muscoli più tirati con la dieta chetogenica, ma molti gli effetti collaterali

Organismo obbligato

«Si tratta di una di quelle diete estreme – dice Della Bianca – ed è lontana dalle diete equilibrate. Si può fare per brevi periodi, due o tre mesi al massimo, ed è legata ad un obiettivo, come la riduzione del peso.

«E’ un regime alimentare che si basa sull’abbattimento dei carboidrati. Lo scopo principale è costringere l’organismo a utilizzare i grassi come fonte di energia. Si genera una risposta ormonale come il rilascio dell’insulina e del glucagone che regolano il livello degli zuccheri nel sangue. In questo modo l’organismo è costretto  a produrli autonomamente sia per tenerci in vita, sia per far fronte all’esercizio fisico. E la fonte da cui provengono gli zuccheri sono i grassi stessi, si vanno ad intaccare le riserve e non si introducono carboidrati dall’esterno…

«Ma c’è una bella dose di effetti collaterali che vanno oltre quelli che riguardano il normale metabolismo. Ne risentono prima di tutto fegato e reni, che sono gli emuntori che smaltiscono le scorie. Non solo, ma questa dieta va ad incidere anche sulla respirazione».

La Jumbo Visma è stata criticata per aver utilizzato questa dieta
La Jumbo Visma è stata criticata per aver utilizzato questa dieta

Chetoni, il cibo del corpo

Se i carboidrati vengono ridotti a un livello molto basso, l’organismo comincia ad utilizzare i grassi, avviando un processo chiamato chetosi, perché porta alla formazione di molecole chiamate corpi chetonici, in pratica il “cibo per l’organismo, i sostituti dei carboidrati”. In genere la chetosi si raggiunge dopo un paio di giorni in cui si è assunta una dose molto bassa di carboidrati (non oltre 50-60 grammi).

«Di certo questa dieta – riprende la Della Bianca – non si può protrarre a lungo, poiché si danneggia l’organismo e anche il sangue ne risente visto che viene alterato il suo Ph e questo va in acido. É come se si entrasse in uno stato infiammatorio. E’ vero, ci si asciuga, si vede il muscolo, ma molti aspetti non sono tollerabili. Già in una fase di vita normale e senza troppo esercizio fisico, con i ritmi e i cibi di oggi, c’è un po’ di acidosi generale.

«Il corpo umano produce i chetoni che sono il “cibo” per i muscoli (e non solo). Diventano cibo in una situazione di emergenza, come l’acido lattico del resto. Si tratta di una dieta estrema e come tutte, se non è seguita poi da un regime alimentare corretto ed equilibrato, una volta che si finisce si torna al punto di partenza».

I macronutrienti nella dieta chetogenica: 70% proteine, 25% grassi, 5% carboidrati
I macronutrienti nella dieta chetogenica: 70% proteine, 25% grassi, 5% carboidrati

Cosa si mangia

Ma quindi come mangia un corridore che vuol fare la dieta chetogenica?

«Assume moltissime proteine e abbatte del tutto i carboidrati – conclude Della Bianca – o meglio quel che è possibile. Perché se si mangiano dei legumi questi ne contengono. Quindi uova a colazione, carne a pranzo e pesce a cena? Sì, può essere uno schema. La verdura va bene, non i tuberi, e la fonte di grassi arriva principalmente da condimenti tipo l’olio. Okay un po’ di frutta secca. Nelle forme più estreme di questa dieta si ricorre anche agli integratori, però siamo già in uno stato estremo e significherebbe gravare ancora sull’organismo. Pensiamo all’acidosi del sangue, alla fine visto che il sangue arriva dappertutto, si va ad intaccare tutto il corpo».

Senza dubbio è una dieta estrema. Chissà se anche questa ha contribuito (o si può legare) ai vari disordini alimentari di cui abbiamo parlato nelle scorse settimane.

Gioele Bertolini

Termometro sotto zero? Si mangia così…

13.12.2020
4 min
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Freddo ed alimentazione. Cosa succede e come è meglio mangiare quando il termometro scende vicino o sotto allo zero? Ne parliamo con Francesca Della Bianca, nutrizionista della Bardiani CSF Faizanè.

Quel che è successo la scorsa settimana nel 1° Ciclocrss di Nalles è stato indicativo, dopo 40 minuti tutti, atleti ed atlete, hanno iniziato a non sopportare più il freddo. E’ vero nevicava, ma cosa è successo? Da Fruet a Dorigoni, da Bertolini a Francesca Baroni e tutti coloro che si sono ritirati (la maggior parte) hanno vissuto un giorno da tregenda.

Francesca, quanto incide l’alimentazione sul freddo?

Incide parecchio. Il nostro corpo ha riserve di zuccheri limitate, tanto più in situazioni estreme come una gara di ciclocross in cui devi dare tutto e subito, con temperature prossime allo zero e con un alto tasso di umidità, come suppongo ci fosse a Nalles.

barrette
Barrette miste di frutta secca e disidratata, ideali per l’inverno
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Barrette miste di frutta secca e disidratata, ideali per l’inverno
Perché gli atleti hanno iniziato a sentire freddo estremo, soprattutto a mani e piedi, dopo un periodo così preciso, appunto 35-40′? Quello non è anche il limite temporale in cui si smette di bruciare principalmente gli zuccheri…

C’è stato un calo delle riserve, non si bruciavano più solo carboidrati e la termoregolazione ne ha risentito. Durante lo sforzo una parte di quei carboidrati è utilizzata per mantenere costante la temperatura del corpo, ma se stai facendo uno sforzo è chiaro che la stessa energia non la utilizzi più anche per quella funzione. Non c’è più un bilancio in equilibrio. E’ come quando si fa attività fisica durante la digestione. Questa toglie sangue al fisico e viceversa, per questo poi si allungano anche i tempi di digestione appunto. Poi ipotizzo che chi fa il cross sia al picco della forma, quindi abbia percentuali di grasso minime e pertanto si espone di più al freddo.

E come ci si alimenta prima di una prova simile?

Supponendo una colazione alle canoniche tre ore da via, ci devono essere carboidrati complessi, come pane e cerali, meglio se integrali. Grassi, come frutta secca o parmigiano. Proteine, come uova o ricotta. Se mangio solo zuccheri semplici come fette biscottate e marmellata e frutta a tre ore dal via, arriverò “scarico” al via, se invece aggiungo anche proteine e grassi durano più a lungo. “Sopravvivo” ma non farò una prestazione di livello con i soli zuccheri semplici.

Ed uscendo dal discorso del cross, come dovrebbe mangiare un corridore quando è particolarmente freddo? Cosa si mette in tasca quando fa la distanza?

Al di là degli integratori, io consiglio frutta secca per i grassi e frutta disidratata per gli zuccheri: si digeriscono bene, si possono frazionare senza problemi. Inoltre non è in questa fase dell’anno che serve la prestazione. Per chi fa di più va bene anche un paninetto (o due) col prosciutto.

E al rientro?

Entrando nell’ottica che dobbiamo assumere cibi che aiutano a scaldarci e a ripristinare la temperatura dell’organismo, dico che un the o una tisana calda possono andare bene. A pranzo quindi dei carboidrati integrali. In questi periodi sono molto indicate le zuppe di legumi. E poi è sempre meglio preferire le verdure di stagione.

alimentazione
Spremuta di limone, ricca di vitamina C
alimentazione
Spremuta di limone, ricca di vitamina C
E le quantità?

Chiaro che abbuffarsi non va mai bene, ma le quantità variano in base ai chilometri fatti.

E per il resto, i vecchi trucchi delle spremute d’arancia, vanno sempre bene?

Se proprio vogliamo assumere degli agrumi, meglio sicuramente la spremuta di limone e non di arancia. Ha più vitamine in assoluto. Inoltre l’arancia è acida, mentre il limone è basico. E’ più facile da digerire. Questa andrebbe presa a digiuno al mattino, 10-15′ prima di fare colazione.

Spremuta di limone al mattino, drink per coraggiosi!

Se proprio non piace, si può aggiungere un pizzico di miele ed allungarla con acqua tiepida. In ogni caso meglio evitare gli agrumi nel corso della giornata, specie la sera prima di andare a dormire, visto che la vitamina C è anche un “eccitante”. Il mio consiglio è di avere buon senso, di ascoltarsi e di preferire la stagionalità dei cibi, variando il più possibile.