Non attaccare il numero sulla schiena a volte può fare bene. Vivere il territorio, il paesaggio, stare insieme ad altri ciclisti in sella alla propria bici può essere un’attività rigenerante per corpo e mente. Se si aggiunge un contesto unico al mondo come l’autodromo Enzo e Dino Ferrari e il percorso dei mondiali su strada del 2020 il gioco è fatto. E’ questa la ricetta perfetta che ha attirato circa 2000 persone al 2° Suzuki Bike Day.
A dare linfa vitale a questo evento c’erano i due fautori senza i quali questa idea non avrebbe preso vita. Davide Cassani Presidente dell’ATP Emilia-Romagna e Massimo Nalli Presidente di Suzuki Italia. Due persone che hanno voluto portare il piacere di andare in bici su strade chiuse al traffico, in totale sicurezza, con partenza e arrivo in un area affascinante e chiusa come il circuito di Imola. Alla partenza erano presenti tanti ospiti speciali e autorità, tra cui Gian Carlo Minardi, Carolina Kostner, alcuni azzurri delle nazionali di short track e di rugby, e altri atleti e ospiti speciali. Noi c’eravamo ed ecco la nostra esperienza…
Territorio amico
La bici è il mezzo ecologico che ogni persona possiede. Imparare a viverlo per scoprire il territorio è una chiave di lettura molto importante per il futuro dell’ambiente. Davide Cassani e Suzuki Italia hanno deciso di renderlo fruibile e dare la possibilità ad appassionati e neofiti di solcare i 28,5 chilometri di Imola in totale sicurezza. Su queste strade nel 2020 e nel 1968 i mondiali hanno portato l’élite del ciclismo mondiale a sfidarsi per conquistare la maglia iridata.
Le strade sono sempre quelle ma nel frattempo il mondo è cambiato. Percorrendo le strade chiuse al traffico dopo un primo momento di esaltazione generale per la partenza, il sorriso è stata la parola d’ordine che ci ha accompagnato per tutto il giro. Occupare la strada senza clacson e smog, mentre riaffioravano alla mente le immagini degli atleti che due anni fa su queste strade hanno scritto pagine di storia.
«Ecco qui è dove c’erano tutti i tifosi di Van Avermaet». E ancora «Ecco il Mazzolano, non pensavo fosse così duro». Infine «Qui è scattato Alaphilippe».
Tante voci in mezzo al gruppo di appassionati che fanno venire la pelle d’oca se si condividono i ricordi di quel giorno di due anni fa.
La salita della Gallisterna è stata decisiva per le sorti dei campionati del mondo 2020 Una cornice caratteristica in un passaggio meraviglioso sulle colline romagnole
La Gallisterna è stata decisiva per le sorti dei campionati del mondo 2020 Una cornice caratteristica in un passaggio meraviglioso sulle colline romagnole
Pedalare in sicurezza
Duemila persone, spalmate su 28,5 chilometri con una partenza alla francese. La percezione grazie al contesto del circuito è stata quella di una manifestazione organizzata in maniera perfetta e funzionale sotto ogni punto di vista. Un ulteriore aspetto che ci ha fatto apprezzare ogni metro della cicloturistica è stata la sicurezza. Poter guardare solo avanti e perdere lo sguardo nelle bellezze della Romagna è stato un elemento che ha reso questo Suzuki Bike Day un’esperienza unica e ripetibile.
Manifestazioni come queste sono un esempio di come la bici sia fatta per stare in strada. La convivenza con le auto è qualcosa che può spaventare il ciclista. Suzuki Italia ha voluto dare un’altra chiave di lettura a questo rapporto a volte ostico.
«Siamo costruttori di auto e di moto – dice Massimo Nalli – ma questo non ci impedisce di essere anche ciclisti, siamo le stesse persone. A volte siamo in auto a volte in bicicletta, per questo siamo qui a promuovere il rispetto reciproco».


Autodromo e bici
Le immagini di Julian Alaphilippe e di Anna van der Breggen a braccia alzate sul rettilineo dell’autromo Enzo e Dino Ferrari fanno parte della storia del ciclismo su strada. In quel 2020 quello spiraglio di normalità si è fissato nei ricordi degli appassionati e ha impresso nelle menti il circuito di Imola non solo per le Formula 1, ma anche come teatro per le due ruote a pedali. Partire e arrivare qui è stata una scelta che ha valorizzato e attirato ancora più persone. Cassani e Suzuki Italia infatti rappresentano i rispettivi mondi, bici e auto/moto. L’autodromo è un contesto perfetto che sempre più si sta avvicinando al panorama bike.
La manifestazione era aperta a tutti i tipi di bici. Muscolari, ebike, gravel, Mtb, tandem ecc…Neofiti e appassionati hanno pedalato fianco a fianco ritrovandosi prima e dopo la gara nei box adibiti ad hospitality per accogliere tutti con ristori e gadget.
«Senza numero sulla schiena – spiega Cassani – alla scoperta del territorio, siamo andati a Riolo Terme, sulla salita della Gallisterna. Insieme a gente che non voleva gareggiare bensì stare insieme, arrivando qui nella casa della Formula 1 che oggi ci ha accolto a braccia aperte ancora una volta».


Per Marco
Bici e beneficenza. Il Suzuki Bike Day, oltre ai suoi intenti rivolti alla socialità e all’ecologia, non si è tirato indietro sul fronte della beneficenza. La giornata era aperta a tutti con un solo vincolo, una donazione minima di cinque euro alla Fondazione Marco Pantani Onlus. Alla partenza era presente Tonina Pantani in rappresentanza dell’associazione. L’intero incasso infatti è stato devoluto alla Fondazione che si occupa del sostegno di persone con problemi mentali, motori od economici, ma soprattutto di aiutare i bambini.