Huising, che mazzata a Stavelot! Ma Busatto c’è…

09.05.2023
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Italiani ancora protagonisti al Nord con Busatto, questa volta secondo nella Fleche Ardennaise, e i ragazzi della Green Project-Bardiani. Nello stesso giorno in cui i corridori del Team Colpack erano in Francia per la Roubaix, in Belgio si è corsa un’altra piccola Liegi. Partenza e arrivo a Stavelot, nella valle fra la Cote de Stockeu e la Cote de Haute Levée. Distanza di 175,3 chilometri con 16 cotes, ultimo scollinamento sullo Stockeu e arrivo sul pavé che i conoscitori della Liegi ben ricordano.

Questa volta la rappresentativa italiana era più consistente, al punto che il primo ad attaccare è stato Alessio Nieri della Green Project-Bardiani, che ha poi piazzato Pellizzari e Tolio al quarto e quinto posto, con Vergallito sesto in maglia Alpecin-Deceuninck Development ed Ermakov, che non è italiano ma russo e corre con il CT Friuli, al tredicesimo posto dopo essere stato in fuga con Nieri.

Ermakov e Nieri sono stati i primi attaccanti di giornata (foto Arnaud Guillaume)
Ermakov e Nieri sono stati i primi attaccanti di giornata (foto Arnaud Guillaume)

Il bilancio di Rossato

La vittoria è andata all’olandese Menno Huising, classe 2004 della Jumbo Visma Development, che si è lasciato dietro Busatto anche grazie a una migliore entrata nell’ultima curva. Ma prima di entrare nel vivo della corsa, vale la pena annotare le parole di Mirko Rossato, in Belgio con la Green Project-Bardiani, sulla durezza della corsa.

«Sono soddisfatto di questo risultato – ha detto il padovano – potevamo fare qualcosa di meglio, ma finire con due corridori nei primi cinque è quello che conta. La nostra strategia all’inizio della gara era quella di mettere un uomo davanti. Così abbiamo fatto con Alessio Nieri. Poi siamo stati tranquilli. Abbiamo potuto aspettare fino alla fine che la selezione avvenisse in modo naturale. Per un attimo Alessio è stato addirittura solo in testa con Ermakov, ma sospettavo che il gruppo sarebbe arrivato da dietro. Gli inseguitori erano ancora troppo numerosi».

La Circus-ReUz, squadra di Busatto ha fatto corsa parallela con la Green Project di Rossato (foto Arnaud Guillaume)
La Circus-ReUz, squadra di Busatto ha fatto corsa parallela con la Green Project di Rossato (foto Arnaud Guillaume)

Busatto un po’ deluso

L’azzurro cresce, si capisce dal piglio che mostra in corsa e dalle parole dopo l’arrivo, che seppure sconfitto lo mostrano sicuro di sé. 

«Sono arrivato quassù – ha detto Busatto – dopo tre settimane che non correvo, dalla Liegi praticamente, quindi non ero proprio sicuro della mia condizione. Vedevo che nei giorni precedenti stavo bene però essendo anche una corsa dura, se non si è al 100 per cento è difficile arrivare davanti. Quando a 50 chilometri dall’arrivo sulla Haute Levée si è spezzato il gruppo e siamo rimasti davanti in venti, ci ho creduto. Non volevo che ci prendessero, perché in 20 corridori è tutto molto più facile, ma sono arrivati e la corsa alla fine si è fatta sullo Stockeu. Ho subito cercato di tenere il ritmo degli scalatori più forti, ma ho visto che era troppo alto e sarei saltato presto, così ho cercato di andare su del mio passo e alla fine sono rientrato proprio sul Gpm».

Pellizzari e Tolio hanno chiuso in 4ª e 5ª posizione: un ottimo risultato per la Green Project-Bardiani
Pellizzari e Tolio hanno chiuso in 4ª e 5ª posizione: un ottimo risultato per la Green Project-Bardiani

Attacco in discesa

La vittoria nella Liegi gli ha dato le conferme che cercava, perciò quando è scattato in salita ed è stato ripreso, ha trovato comunque lo smalto e la fiducia per giocarsi la corsa in discesa e poi in volata.

«Quella discesa l’avevo fatta anche alla Liegi – ha spiegato – l’avevamo provata alla vigilia e l’avevo anche rivista su su Veloviewer, quindi la conoscevo e ho provato ad anticipare. Mi hanno ripreso in tre, poi si è rimischiato tutto. Sapevo di poter contare sulla mia velocità, ma quando siamo entrati nel centro del paese sul pavé, si è fatto il buco in curva davanti a me e sono rientrato all’ultima curva, ma era tardi ormai per passare il corridore della Jumbo

«La condizione è buona, sto lavorando bene e il morale è alto in vista del Giro U23. Adesso avrò due corse con i professionisti che sono il Circuit de Wallonie e la Rund um Koln e vedremo che ruolo mi verrà assegnato, ma se la gamba è buona, cercherò comunque di fare una bella corsa. E poi avrò la Orlene Nations Cup U23 che sarà un bell’obiettivo».

Sul podio dopo la corsa, Busatto non è riuscito a nascondere una punta di delusione (foto Arnaud Guillaume)
Sul podio dopo la corsa, Busatto non è riuscito a nascondere una punta di delusione (foto Arnaud Guillaume)

Una vittoria inattesa

E adesso il vincitore, Menno Huising di 19 anni, un metro e 86 per 75 chili, che sul traguardo di Stavelot (foto Arnaud Guillaume in apertura) ha ricordato nelle movenze e nella grinta il compagno di colori Wout Van Aert. Nella sua sagoma Busatto quasi spariva, tanta era la differenza di stazza.

« Dallo Stockeu – ha raccontato – un corridore della Quick Step e altri due fuggitivi erano scomparsi. Avevo paura di non vederli più, ma mi sentivo benissimo. Me ne sono reso conto quando uno dei corridori della Bardiani ha accelerato e ho colmato il distacco senza essere ancora al mio limite. Non me lo aspettavo, credo di aver corso alla perfezione e di aver fatto un bell’attacco in cima allo Stockeu. Sfortunatamente, il gruppo degli inseguitori si è organizzato bene con il vento contrario e mi hanno ripreso. Alla fine però è andato tutto bene, serve anche fortuna, ma penso di aver fatto uno sprint da manuale».

Sul podio, accanto al vincitore Menno Huising, l’azzurro Busatto e il francese Lecerf (foto Arnaud Guillaume)
Sul podio, accanto al vincitore Menno Huising, l’azzurro Busatto e il francese Lecerf (foto Arnaud Guillaume)

Più forte della iella

Come Busatto corre nel “devo team” della Intermarché, Menno indossa la maglia del vivaio della Jumbo-Visma, in cui sente di crescere un po’ ogni anno.

«Già durante l’inverno – ha spiegato – avevo notato che stavo molto bene, ma poi con qualche malanno e qualche caduta, ho avuto una battuta d’arresto e ho dovuto riabituarmi alle gare più lunghe. Sono migliorato ogni settimana e il team si fida di me, quindi ho buone opportunità e la strada aperta per crescere. Ho mostrato di migliorare ogni settimana e finalmente ho vinto.

«Sono stato sorpreso dalle mie stesse gambe, perché all’inizio non mi sembrava una giornata eccezionale, ma ho notato sullo Stockeu e nelle ultime due salite ripide che stavo davvero bene. In cuor mio spero che non sia stata una giornata super, così potrò farlo più spesso».

Gregoire è un talento, però Madiot ci va cauto

15.05.2022
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Romain Gregoire non riesce a smettere: in tre settimane si è portato a casa ben quattro classiche di primo piano nel panorama under 23. Il 16 aprile ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi, due giorni dopo è venuto in Italia e in 24 ore ha conquistato Giro del Belvedere e Palio del Recioto. Non contento l’8 maggio è andato in fuga alla Fleche Ardennaise con altri due corridori e li ha dominati in volata al punto che è stato segnato un secondo di margine fra lui e loro.

Stiamo parlando di un corridore al primo anno di categoria, del campione europeo juniores e argento mondiale dietro il norvegese Hagenes (anche lui in evidenza alla Lotto Soudal Development, ma non agli stessi livelli). A ben guardare, il tanto decantato Evenepoel aveva fatto poco di più…

Gregoire 2021
Guardate l’espressione di Gregoire con l’argento mondiale al collo: il 2° posto non è un’opzione valida…
Gregoire 2021
Guardate l’espressione di Gregoire con l’argento mondiale al collo: il 2° posto non è un’opzione valida…

Un talento da proteggere

Non abbiamo tirato in ballo il belga a caso. Nel ciclismo attuale alla ricerca spasmodica del campionissimo, le vittorie di Gregoire non sono passate inosservate, tanto che in casa Groupama FDJ la legittima soddisfazione convive in maniera sostanziale con una certa preoccupazione. Per questo, nel parlare del suo pupillo Marc Madiot, “capo supremo” del team francese è molto abbottonato e protettivo verso un simile capitale.

Sempre disponibile, il due volte vincitore della Parigi-Roubaix si sottopone volentieri alle domande su Gregoire, ma si sente dalla sua voce che tiene a mantenere un profilo basso, a evitare che la pressione monti intorno al 19enne di Besançon.

«Romain sto imparando anch’io a conoscerlo, di persona ma anche attraverso quel che mi dicono i responsabili della squadra Development. Sicuramente è davanti agli occhi di tutti la sua qualità, ma credo sia ancora presto per poterlo valutare appieno».

Madiot 2022
Madiot, manager della Groupama FDJ confida in Romain ma vuole anche preservarlo
Madiot 2022
Madiot, manager della Groupama FDJ confida in Romain ma vuole anche preservarlo
Vi ha sorpreso un rendimento così elevato al suo primo anno nella nuova categoria?

Non direi sorpreso. E’ certo che ha iniziato presto a vincere, ma me lo aspettavo viste le sue capacità in allenamento e quello che ha saputo fare da junior che potesse essere subito competitivo. Ha molto carattere e questo è un ingrediente fondamentale per emergere.

Per quel che si è visto, è un corridore che può avere chances anche nelle corse a tappe?

E’ un corridore da scoprire, ma io penso che lo possa essere. Quando è stato chiamato in causa ha fatto bene, lo scorso anno è stato quarto alla Corsa della Pace, ha anche vinto corse di più giorni e quest’anno al Circuit des Ardennes si è messo in evidenza pur scontando una brutta prima tappa che l’ha estromesso di classifica. Sono molto curioso di vedere quel che potrà fare al Giro Under 23, al di là del risultato mi interessa vedere come lo interpreterà. Il programma è che faccia sia Giro che Tour de l’Avenir, sarà un bel test per lui.

Gregoire Belvedere 2022
La netta vittoria di Gregoire al Giro del Belvedere, con Guzzo a 20″ (foto di Valentina Barzi)
Gregoire Belvedere 2022
La netta vittoria di Gregoire al Giro del Belvedere, con Guzzo a 20″ (foto di Valentina Barzi)
C’è un corridore del passato o del presente a cui Gregoire può essere paragonato?

No, non mi sento di fare paragoni perché è ancora un corridore da costruire. Non dobbiamo commettere l’errore di proiettare i risultati ottenuti nelle categorie minori nel professionismo, perché questo è un mondo a parte. Quei risultati hanno valore fino a un certo punto, da pro’ cambia tutto.

Quali sono le corse professionistiche, soprattutto le classiche del nord, che si adattano meglio a lui?

Il discorso è lo stesso di prima: Gregoire ha sicuramente vinto gare importanti che farebbero ad esempio pensare che possa emergere nelle prove delle Ardenne, ma quando passi pro’ il discorso cambia sostanzialmente, c’è necessità di tempo per capire dove potrà arrivare e dove potrà emergere.

Secondo voi è già possibile inserirlo in una squadra professionistica o ha bisogno almeno di un altro anno nel team development?

No, sicuramente resterà nell’equipe development, ma avrà occasioni per “assaggiare” il livello più alto. Vogliamo che proceda per gradi e non bruci le tappe.

Gregoire Recioto 2022
Il podio del Recioto, altra vittoria per distacco su Pinzon (COL) e Staune Mittet (DEN)
Gregoire Recioto 2022
Il podio del Recioto, altra vittoria per distacco su Pinzon (COL) e Staune Mittet (DEN)
Allargando il discorso, siete soddisfatti di com’è andata finora la stagione per la vostra squadra.

Non potremmo non esserlo… I risultati di Demare al Giro sono lì a testimoniare la nostra competitività, poi con Kung e Madouas abbiamo fatto molto bene nelle classiche del Nord. Io comunque non guardo mai a quel che è stato fatto ma appena conclusa una corsa sono già proiettato verso quella successiva, quindi penso che ci sia ancora molto da fare.

Ci sono altri Gregoire nel ciclismo francese, altri corridori così promettenti?

Lo spero vivamente, il nostro movimento è generalmente in forte crescita e sono convinto che ci siano in giro altri Gregoire, magari anche con qualcosa in più. Noi siamo attenti nello scovare nuovi talenti e dare loro la possibilità di crescere, ma con calma, come è giusto che sia.