Menghini vince a Empoli e lancia la sfida a Skerl

29.02.2024
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Alla Coppa San Geo Bryan Olivo metteva subito la sua firma sulla stagione tenendo fede alle promesse della vigilia. Intanto alla Firenze-Empoli, l’altra contemporanea classica nazionale di apertura della stagione U23, a svettare era Alessio Menghini. Un successo in volata, quello del portacolori della General Store, ma dietro c’è stata una corsa dai mille volti. Una vittoria che a un certo punto sembrava utopistica visto come si era messa la corsa. Un successo che per lui vuol dire molto, considerando il fatto che nel primo anno nella categoria gli era sempre sfuggita.

La vittoria nasce da lontano, da una preparazione invernale senza intoppi e impostata per andare subito forte: «Ho lavorato moltissimo perché volevo migliorare non solo la mia base, ma anche la mia tenuta sui percorsi duri. Avevo capito nello scorso anno che per emergere dovevo fare un salto di qualità nel mio rendimento. Un percorso come quello toscano è adatto alle mie caratteristiche, per questo tenevo a presentarmi pronto. Il ritiro che abbiamo fatto in Spagna è stato utilissimo in tal senso, anche perché abbiamo costruito subito una grande intesa fra noi compagni».

Menghini trionfa alla Firenze-Empoli. Baseggio, saltato sul rettilineo, è secondo (photors.it)
Menghini trionfa alla Firenze-Empoli. Baseggio, saltato sul rettilineo, è secondo (photors.it)
Tu hai cambiato squadra quest’anno, perché?

Innanzitutto ci tengo a dire che con la Solme Olmo non ho avuto alcun tipo di problema, mi hanno dato buone opportunità e ho ottenuto piazzamenti di rilievo nello scorso anno. Alla General Store mi hanno però fatto una buona offerta e proposto un calendario più adatto alle mie caratteristiche. Ho l’opportunità di crescere anche come concorrenza da affrontare, ad esempio potendo anche correre all’estero.

Veniamo alla gara, vissuta prevalentemente sulla fuga di Viviani e Novak, il corridore boemo nato tra l’altro il tuo stesso giorno. Hai temuto che la loro azione andasse in porto?

A un certo punto sì, soprattutto conoscendo le grandi qualità di Novak. Quando all’ultimo giro attraverso la radio mi hanno detto che avevano ancora un minuto e mezzo di vantaggio ho pensato che la gara fosse andata. Poi però le principali squadre, soprattutto Trevigiani, Biesse e Zalf si sono messe a tirare di brutto e il vantaggio si è progressivamente ridotto.

Il podio della classica toscana con Menghini fra Baseggio e Dati (photors.it)
Il podio della classica toscana con Menghini fra Baseggio e Dati (photors.it)
Voi avete contribuito all’inseguimento?

Abbiamo cercato di rimanere nascosti, per risparmiare energie per la volata finale visto che la corsa si stava mettendo bene per noi. Gli altri team stavano lavorando bene, l’andatura era molto forte, ma sapevamo che non si poteva tentare alcuna azione e dovevamo compattarci per lo sprint.

Come hai costruito la tua volata vincente?

Dopo che abbiamo ripreso la fuga, abbiamo provato a organizzarci. Dalla fine della discesa si è messo davanti a me Cirlincione, mentre Palomba mi teneva coperta la ruota. Così fino all’ultima curva quando ho agganciato la ruota di Baseggio saltandolo a 80 metri dal traguardo.

Con Menghini a Firenze erano Dal Cappello, Berasi, Cirlincione, Palomba e Pozza (Photors)
Con Menghini a Firenze erano Dal Cappello, Berasi, Cirlincione, Palomba e Pozza (Photors)
Primo anno senza successi, inizia la seconda stagione e sali subito sul primo gradino del podio. Che cosa è cambiato nel frattempo?

Il primo anno non è stato negativo, ma avevo molto da imparare. Mi sono accorto nel corso della stagione che andavo sempre più migliorando, me lo dicevano i numeri. E pian piano stavo maturando. Io credo che i miei risultati fossero nell’ordine delle cose, in attesa del salto di qualità che spero essere arrivato. Stavolta ero pronto, sentivo le gambe che giravano bene.

Ti ritieni un velocista puro?

Non proprio. E’ vero che ho un buon picco e che anche nelle volate di gruppo mi riesco a districare e far vedere, ma preferisco i finali più frastagliati, dove c’è selezione e si arriva con un gruppo più ristretto. Quella di Empoli è stata proprio la corsa ideale, con un gruppo scremato ma comunque con il nostro team pronto per favorirmi.

Il friulano Menghini ha buoni numeri da sprinter, ma vuole spiccare anche in salita (foto Instagram)
Il friulano Menghini ha buoni numeri da sprinter, ma vuole spiccare anche in salita (foto Instagram)
Le tue capacità allo sprint ti contrappongono idealmente a un altro velocista della categoria come Daniel Skerl, che tra l’altro ti ha risposto vincendo domenica il GP Misano 100. Credi che possa nascere una rivalità fra voi?

Non lo so, rispetto molto Skerl, domenica non ci siamo potuti confrontare per colpa di una caduta che mi ha tolto dalla corsa. Lui credo sia più un velocista puro, quindi nelle volate di gruppo lo vedo più forte. Sarà comunque divertente affrontarlo e una sportiva rivalità penso che possa far bene a entrambi. Staremo a vedere.

C’è qualche corridore al quale ti ispiri?

Non credo di discostarmi da quello che dice la maggioranza dei giovani. Siamo un po’ tutti intrigati dai campioni del momento, quelli da classiche come Van Aert e Van Der Poel. Io vorrei essere proprio come il campione del mondo. E’ un modello di riferimento per il suo modo di correre, anche se io ho un fisico un po’ diverso, sono alto 1,82 per 70 chili, non troppo pesante, per questo voglio diventare più forte negli strappi brevi.

Per Menghini un 2023 con 9 Top 10, anche al Giro Next Gen ma senza vittorie (foto Instagram)
Per Menghini un 2023 con 9 Top 10, anche al Giro Next Gen ma senza vittorie (foto Instagram)
I prossimi impegni?

Intanto le classiche di marzo in Italia come le due prove di San Pietro in Gu e la Popolarissima e poi la trasferta in Slovenia, su percorsi vallonati come piacciono a me. Saranno quelle gare il mio vero obiettivo, dove portare a casa il risultato.

La Maltinti riparte per Renzo e Scarselli si commuove

02.11.2022
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«Renzo per me è stato una persona importante, che ha inciso anche nella vita quotidiana. Era molto più di uno sponsor, era un amico, fra noi c’era un rapporto molto stretto. Era sempre in contatto anche con i corridori, anche se ultimamente aveva dovuto un po’ mollare. Però gli piaceva essere presente».

Renzo Maltinti era un appassionato di ciclismo. Qui nel 2011 con Bongiorno passato alla Zalf (photors.it)
Renzo Maltinti era un appassionato di ciclismo. Qui nel 2011 con Bongiorno passato alla Zalf (photors.it)

Presidente e amico

Leonardo Scarselli ha la voce che si incrina, parlando del suo presidente che gli affidò l’ammiraglia della Maltinti Lampadari quando smise di correre (in apertura la vittoria di Federico Molini a Vinci, foto di Simona Bernardini). Erano i primi di ottobre quando Renzo Maltinti, mecenate del ciclismo toscano, se ne è andato nella sorpresa generale, dopo aver lottato per la sua salute e quella del ciclismo. Basti ricordare la battaglia nel periodo del Covid per l‘aumento dei costi delle gare regionali, passate a nazionali affinché l’attività potesse riprendere, quando la Toscana si mise di traverso rispetto alle manovre della Federazione.

«Era già un paio d’anni – prosegue Scarselli – che aveva iniziato ad avere un po’ di problemetti di salute. Prima una cosa, poi un’altra, poi insomma… Erano i primi segnali di qualcosa che non stava andando bene e alla fine ci ha lasciato».

La Maltinti schierata al via della Firenze-Empoli 2022 a Piazzale Michelangelo (photors.it)
La Maltinti schierata al via della Firenze-Empoli 2022 a Piazzale Michelangelo (photors.it)
Sei riuscito a salutarlo?

Alla fine era in ospedale. Fino a poco tempo prima, ci eravamo sentiti e ci vedevamo spesso. Mi ricordo un giorno, un mercoledì. Renzo era stato ricoverato in ospedale per il Covid. Lo chiamai e rispose il figlio Roberto. Mi disse che il peggio sembrava passato, che stava meglio. Mi chiese se volevo parlargli, ma non mi parve il caso di farlo affaticare al telefono, per cui gli dissi che sarei passato a fargli visita appena fosse tornato a casa. Invece è andata come è andata.

Spesso quando se ne vanno questi grandi appassionati, se ne va anche il ciclismo…

La volontà di Renzo era che finché fosse stato in vita, avrebbe voluto rifare la squadra ed era tanto che mi diceva che dovevamo parlare. Io cercavo qualsiasi pretesto per evitare di entrare nel discorso, perché non mi sembrava mai il caso. Insomma, quando una persona non sta bene, penso che il ciclismo debba venire in secondo piano. Però un giorno mi chiamò e mi disse di andare da lui.

Leonardo Scarselli guida la Maltinti Lampadari da otto stagioni. E’ stato pro’ dal 2000 al 2010
Leonardo Scarselli guida la Maltinti Lampadari da otto stagioni. E’ stato pro’ dal 2000 al 2010
Cosa ti disse?

Io ci andai e Renzo mi chiese: «Che si fa il prossimo anno?». Io gli risposi che non c’era niente di male se ci fossimo presi un anno di stop per vedere se nel frattempo fosse migliorato. E lui in tutta risposta mi disse: «Se ci sei, faccio la squadra. Se non ci sei, smetto». Io gli dissi di contare su di me e lui disse: «Bene, io voglio fare la squadra. Perché a febbraio – queste furono le testuali parole – o sono alla Firenze- Empoli o sono morto!».

Una profezia terribile…

Giorno dopo giorno, iniziò a peggiorare. Io nel frattempo avevo parlato con il figlio Roberto e mi aveva detto che sarebbe entrato nella società come vicepresidente, anche per far firmare i contratti ai ragazzi e l’ordinaria amministrazione. Purtroppo poi Renzo se ne è andato e, durante il funerale, Roberto ha espresso la volontà di continuare nel nome del padre. Con la squadra e con le corse. La Firenze-Empoli rimane una corsa Maltinti e verrà fatto un Memorial Maltinti. Rimarranno anche il Città di Empoli e la gara di Vinci. Con lui c’era la sorella Cristina e sono entrambi al nostro fianco.

Di Felice è del 1997 e approda alla Maltinti. Nel 2019 centrò 8 vittorie, eppure come Lucca ha trovato tante porte chiuse (photors.it)
Di Felice è del 1997 e approda alla Maltinti. Nel 2019 centrò 8 vittorie, eppure come Lucca ha trovato tante porte chiuse (photors.it)
Che squadra sarà la Maltinti del 2023?

Abbiamo tutti corridori nuovi. Qualche giovane e degli elite. Con Renzo avevamo sempre voluto fare gli under 23, ma per come stanno andando le cose, diventa improponibile. Gli junior ormai passano direttamente professionisti o vanno nelle continental. Quindi a noi resta la terza o la quarta scelta e quando vai alle corse ti ritrovi con certi squadroni anche alle regionali. Il prossimo anno sembra che qualcosa cambierà, ma per come è adesso, non c’è una logica. Quindi se vuoi competere un minimo, ti devi avvalere di ragazzi di esperienza.

Su chi puntate?

Abbiamo preso Di Felice dalla Gallina-Ecotek e anche Radice dalla Malmantile. Abbiamo fatto un organico abbastanza buono. Di Felice quest’anno è stato secondo nella classifica nazionale, ma rischia di essere un altro Lucca. Sono anni che è lì e va forte, speriamo che possa fare una stagione concreta che lo porti a passare. Anche se non potrà fare le internazionali U23 perché è elite. Abbiamo 8 corridori, andare più su non ha senso, visto che alle corse si parte al massimo in 7 e più spesso in 6. Non serve a nessuno tenere fermi dei ragazzi ed è troppo costoso.

Zamparella nel 2012 è stato l’ultimo atleta della Maltinti a vincere la Firenze-Empoli (photors.it)
Zamparella nel 2012 è stato l’ultimo atleta della Maltinti a vincere la Firenze-Empoli (photors.it)
Gli sponsor tecnici sono gli stessi?

Ci hanno confermato tutti la fiducia, bici Guerciotti incluse. Per cui il programma adesso è di trovarci la prossima settimana per fare il punto e mettere giù un po’ di programmi. A dicembre faremo un primo ritiro, nella casa che abbiamo in affitto vicino Empoli. Ci sono 10 posti letto, abbiamo l’officina, abbiamo tutto, quindi siamo indipendenti per poter fare ritiri quando vogliamo. 

Da dove si parte?

Debutteremo alla Firenze-Empoli. Lo abbiamo sempre fatto, ma quest’anno avrà un valore particolare. Quest’anno più che mai, sarà la corsa di Renzo Maltinti.

Le vittorie di Guzzo, da Treviso con un sogno

31.03.2022
4 min
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Prima la vittoria alla Firenze-Empoli (foto di apertura), poi domenica l’acuto a San Vendemiano: è stato un inizio di stagione scoppiettante per Federico Guzzo, inframmezzato da altre belle prestazioni anche in aiuto dei compagni, come visto al Trofeo One Penny a Lucca dove era andato in fuga negli ultimi 25 chilometri per essere ripreso solo in vista del triangolo rosso, spianando la strada alla volata vincente di Davide De Pretto.

Per il trevigiano questo 2022 si sta rivelando l’anno della piena maturazione, il passaggio giusto verso il suo sogno di trovare posto nel ciclismo che conta. Alla Zalf Euromobil non hanno mai smesso di credere in lui, ma tutto è nato nell’ultimo inverno.

«Se riesci a fare una preparazione senza intoppi – dice – i benefici si vedono subito e io ho potuto lavorare bene. La forma c’è e sto cercando di sfruttarla al meglio. Quella di domenica poi era una gara speciale, sulle strade di casa e alla quale mi legano tanti ricordi…».

Guzzo inverno 2021
Il segreto del “nuovo” Guzzo è l’attenzione prestata nella preparazione invernale (foto Scanferla)
Guzzo inverno 2021
Il segreto del “nuovo” Guzzo è l’attenzione prestata nella preparazione invernale (foto Scanferla)
Raccontaci…

Ho iniziato lì. Io abito a 8 chilometri dal percorso della gara e a San Vendemiano ho cominciato ad affrontare il ciclismo non più solo come un gioco, ma con le primissime gare, nella categoria G5. Sono stato 8 anni con loro, è chiaro che per me quelle strade rappresentano qualcosa di molto importante e per me quella gara voleva dire molto. Volevo ripagare i sacrifici di tanta gente che segue la società con la sola spinta della passione.

Una gara, quella di domenica, condotta sempre da protagonista.

Io sono abituato ad affrontare le gare così, quando sento che la gamba è quella giusta. Non sono un attendista, mi piace vivere la corsa nel profondo, andare all’attacco, prendere l’iniziativa. Sono il classico passista-scalatore che predilige i percorsi duri, dove si può fare selezione. A San Vendemiano non ho atteso il finale, sono andato via nel terzo dei 5 giri del circuito conclusivo e ho contenuto il ritorno degli avversari.

Hai fatto commuovere tanti tifosi…

A San Vendemiano mi hanno fatto crescere con calma, senza l’assillo dei risultati. Ma il legame con loro va al di là del discorso ciclistico, mi sono sempre stati vicino nella mia crescita. So che il presidente della società, Fabrizio Furlan, mi vuole bene come a un figlio.

Guzzo San Vendemiano 2022
Un mese dopo la vittoria alla Firenze-Empoli stesso copione a San Vendemiano
Guzzo San Vendemiano 2022
Un mese dopo la vittoria alla Firenze-Empoli stesso copione a San Vendemiano
Che cosa dicono a casa di questa tua passione ciclistica?

All’inizio mia mamma aveva un po’ di paura, non tanto di incidenti stradali quanto di qualche caduta, ogni volta che tornavo a casa con un ginocchio sbucciato sbiancava… Ora è più tranquilla, si fida di me, sa che sono molo attento anche quando mi alleno su strada in mezzo al traffico.

Parliamo di questo: come sono le strade che frequenti per gli allenamenti?

C’è sempre tanto traffico, non posso negarlo. Io sono abituato a uscire da solo o magari con un compagno perché cerco anche di mettermi nei panni degli automobilisti. Non è semplice sorpassare gruppi ciclistici folti, soprattutto se non tengono la fila, come spesso succede. Io comunque cerco sempre di affrontare strade interne, un po’ meno trafficate, ma non posso negare che il rischio c’è sempre.

Lo scorso anno, al Giro d’Italia Under 23, sei finito in quasi tutte le tappe oltre il centesimo posto e la cosa ci è sembrata singolare…

Vorrei non ripensarci… Avevo un virus intestinale, sin dall’inizio, ero completamente svuotato. Appena la corsa iniziava a svilupparsi perdevo le ruote. Io mi sarei voluto ritirare, ma in squadra mi hanno detto di insistere, proprio per mettermi alla prova. L’unico mio obiettivo doveva essere arrivare a Castelfranco Veneto, la sede della Zalf dove il Giro si sarebbe concluso. Era un sacrificio che mi sarebbe poi servito e alla fine devo dire che avevano ragione, in quella settimana ho imparato molto.

Guzzo Treviso 2018
Tante vittorie per Guzzo al Gs San Vendemiano, qui la conquista del titolo provinciale allievi 2018
Guzzo Treviso 2018
Tante vittorie per Guzzo al Gs San Vendemiano, qui la conquista del titolo provinciale allievi 2018
Quel Giro però non fa testo, per capire se sei un corridore da prove a tappe.

Certamente no, una vera corsa a tappe non l’ho ancora affrontata e non so come mi potrei trovare. Spero quest’anno di tornarci, chiaramente con altra condizione di salute e altre prospettive, ma prima ci sono altre gare alle quali tengo molto: Trofeo Piva, Belvedere (anche questo su strade di casa) e Palio del Recioto, dove voglio far bene e magari allungare la mia striscia. E’ chiaro che poi il Giro d’Italia sarà importante, è il palcoscenico dove salgono tutti coloro che ambiscono a un posto fra i pro’.

Che è anche la tua ambizione…

Sì, è chiaro, ma non voglio pensarci tanto. Sono abituato a pormi obiettivi a breve termine, cerco sempre di evitare i voli pindarici.

C’è un corridore al quale ti ispiri?

Me ne piacciono tanti, praticamente tutti i fenomeni del ciclismo attuale, ma non ce n’è uno in particolare che mi colpisce. Io voglio seguire la mia strada, so che per ora non ho fatto ancora nulla ma sono abituato a guardare solo me stesso. C’è un traguardo ed è importante che io ci arrivi al meglio, giorno dopo giorno, tutto qui.

I dilettanti ripartono. Persico e Nencini primi re

27.02.2021
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E’ stato Davide Persico il primo vincitore della stagione dei dilettanti. E’ lui ad alzare le braccia al cielo alla Coppa San Geo. Il ragazzo della Colpack, ha preceduto di una quarantina di minuti Tommaso Nencini, re della Firenze-Empoli.

Due corse, un pomeriggio di rinascita. Voglia di correre, di fare fatica, di misurarsi… Il Covid ha tenuto lontano il pubblico e le gare sono state organizzate secondo le normative imposte dalla pandemia: un bel messaggio per amministrazioni locali e altri organizzatori.

Alla San Geo misure anticovid attivate (foto Rodella)
Alla San Geo misure anticovid attivate (foto Rodella)

San Geo thrilling

La gara lombarda era un po’ più veloce rispetto a quella toscana. Nonostante il vento, sembrava che i ragazzi avessero già molti giorni di corsa nelle gambe.

Attacchi, contrattacchi e alla fine il gruppo si presentava compatto nel finale. Una bellissima azione è stata quella di Matteo Zurlo della Zalf-Euromobil-Désirée-Fior. Il corridore di Ciano Rui, che per la prima volta dopo 35 anni non era in ammiraglia, è stato ripreso a 700 metri dall’arrivo, poco prima dell’ultima curva. Spianato sulla bici, Zurlo è stato fuori nei chilometri finali tenendo il vantaggio sempre intorno ai 20″. Poi la Iseo-Rime e la Colpack Ballan negli ultimi 2.000 metri non gli hanno lasciato scampo.

Davide Persico conquista la Coppa San Geo numero 97 (foto Rodella)
Persico conquista la Coppa San Geo numero 97 (foto Rodella)

Persico capitano a tavolino

Poi Persico, fratello d’arte, ha fatto il resto. Si è messo dietro a Colnaghi, che forse è partito troppo presto, e quando lo ha affiancato lo ha staccato di un paio di bici immediatamente. Quasi una vittoria per distacco. Tanto che ha smesso di pedalare in anticipo e ha dovuto riprendere a spingere per accompagnare la bici sull’arrivo.

«Siamo entrati nella curva velocissimi – racconta Persico – davanti a me c’era Gazzoli che ha accelerato e ai 200 metri sono partito, ho dato tutto. Ai 50 metri mi sono girato e ho visto che non c’era nessuno e mi sono detto: ho vinto!».

Però non è stato tutto facilissimo. Per qualche istante Persico ha creduto che la corsa fosse andata.

«Quando mancavano 50 chilometri dall’arrivo c’era davanti una fuga con 15 corridori – riprende – noi avevamo dentro Luca Rastelli, ma la situazione era incerta. Abbiamo aspettato. Poi altre tre squadre hanno chiuso. Infine c’era Zurlo, era sempre lì a una ventina di secondi. Abbiamo aumentato per davvero e solo all’ultimo siamo andati a prenderlo. Un po’ ci ha fatto paura».

Persico ha lavorato bene durante l’inverno e in ritiro. Tutti si aspettavano Gazzoli, specie con un arrivo in volata, invece Davide stesso ci dice che erano già due giorni che avevano deciso di puntare su di lui. 

Per la cronaca, a completare il podio sono stati Samuele Zambelli, secondo, e Tommaso Fiaschi, terzo. Da segnalare la presenza del neo presidente Dagnoni: è lui che ha premiato i ragazzi.

Il Cycling Team Friuli al via della Firenze-Empoli (foto Scanferla)
Il Cycling Team Friuli al via della Firenze-Empoli (foto Scanferla)

Un toscano in Toscana 

Anche in Toscana splendeva il sole, meno forte degli altri giorni ma si respirava pur sempre aria di primavera. E di rinascita.

«Tommaso è un ragazzo in cui ho creduto fortemente – racconta entusiasta Claudio Lastrucci manager della Petroli Firenze Hoppla – E’ un bel corridore davvero, era da un po’ che lo volevo e finalmente quest’anno sono riuscito a convincerlo. E poi oggi è una giornata doppiamente bella visto che in Belgio ha vinto Ballerini, altro nostro gioiello. Questi ragazzi hanno cognomi importanti. Ci tengo a questa cosa. Quando ti chiami Nencini la gente si gira, non puoi arrivare “dopo la banda”. Nencini è di Calenzano, non lontano da casa di Alfredo Martini. La Toscana aveva bisogno di un fiore così da piantare».

Tommaso Nencini conquista la Firenze-Empoli numero 34 (foto Scanferla)
Nencini conquista la Firenze-Empoli numero 34 (foto Scanferla)

Nencini intelligente e veloce

Lastrucci ci dice che Nencini aveva lavorato bene. I test degli ultimi giorni erano incoraggianti. E infatti Tommaso non è andato forte solo in volata.

«Siamo partiti subito a tutta – racconta Nencini – sempre “a blocco” anche sulle salite. La gara è stata veloce. Il Cycling Team Friuli, tra le più organizzate, ha controllato parecchio. Sulla salita delle Casette ho provato a fare la differenza ma non ci sono riuscito. Quindi siamo arrivati nel finale compatti. Devo dire che sono stato un po’ fortunato (noi diremmo attento, ndr) perché agli 800 metri è partito un ragazzo della Delio Gallina e l’ho seguito. Mi sono voltato e ho visto che c’era un piccolo buco. Così ho aspettato, ho aspettato e quando ho visto che stavano rimontando, anche se mancavano 300 metri, sono partito e… non mi ha passato nessuno. C’era gente veloce come i due della Continental Qhubeka Assos (Luca Coati, secondo, e Kevin Bonaldo, terzo, ndr).

«Che corridore sono? Sprinter è un parolone. Non sono un velocista ma mi difendo in volata. Non sono uno scalatore ma mi difendo in salita. Diciamo che quando c’è la gamba vado forte dappertutto».

Infine una battuta. Spesso i giovani corridori di oggi non conoscono la storia del ciclismo e quando chiediamo a Tommaso se sa chi fosse Gastone Nencini risponde secco: «E’ un mio parente! Ma Gastone era Gastone e Tommaso è Tommaso». Insomma meglio non fare troppi paragoni, specie con chi la sua carriera deve ancora scriverla.

Firenze-Empoli e San Geo. I dilettanti ripartono!

23.02.2021
3 min
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Ci siamo, quasi si contano le ore e ripartirà la stagione dei dilettanti. Ad aprire le danze come da tradizione saranno la Firenze-Empoli e la Coppa San Geo, entrambe il 27 febbraio.

I ragazzi scalpitano, le squadre anche e gli organizzatori… corrono e “tremano”. Oltre alle consuete difficoltà ci sono infatti i paletti imposti dal Covid. 

Leonardo Marchiori vince la Firenze-Empoli 2020
Leonardo Marchiori vince la Firenze-Empoli 2020

Firenze-Empoli, parla Maltinti

«Ci siamo – dice il patron Renzo Maltinti – sin qui abbiamo superato molte criticità. Dobbiamo prima di tutto decidere quante squadre far partire, perché abbiamo tantissime richieste e dobbiamo restare nei 200 partenti. Il totale arriverebbe a 236 e allora stiamo pensando di far correre squadre da sei anziché da sette. Però poi spesso succede che dai il via libera a 200 corridori e ne partono 180, serve serietà anche da parte delle squadre vista la situazione per non sprecare spazi e far correre tutti».

Ma in questa situazione di pandemia, organizzare una gara di dilettanti è più motivo di orgoglio o è un “peso”? Perché davvero i paletti delle prefetture e delle Asl non sono pochi. E infatti Maltinti lo ammette chiaramente.

«E’ un peso – dice quasi sconsolato – se vuoi fare le cose per bene e nel rispetto delle regole è molto difficile, ma è anche l’unica strada se non vuoi che qualcuno ti metta i bastoni tra le ruote. La questura ci chiede una cosa e noi la facciamo, non vogliamo problemi. Sarebbe un peccato un fare la Firenze-Empoli. Questa è la 34ª edizione e la 44ª stagione del gruppo sportivo e finalmente anche gli altri si stanno accorgendo di questo impegno. La Federazione, Cassani… oltre alla Firenze-Empoli organizziamo altre cinque gare. Il percorso? Sarà quello classico, non c’è l’intenzione di cambiare. Alla fine i migliori ci sono sempre».

Enrico Zanoncello ha vinto la Coppa San Geo 2020
Enrico Zanoncello ha vinto la Coppa San Geo 2020

San Geo, parla Pozzani

E dalla Toscana ci spostiamo alla Lombardia a Ponte San Marco, Brescia. La Coppa San Geo-Caduti di Soprazzocco, gara tra le più antiche in assoluto non solo d’Italia, ma del mondo, viaggia infatti verso la sua 97ª edizione. Anche al patron Gianni Pozzani chiediamo se organizzare gare di questi tempi è più un orgoglio o un “peso”.

«Direi che è più un rischio – spiega Pozzani – ma se non c’è la volontà il ciclismo non riparte più. Io poi sono anche presidente provinciale e se organizzo io poi partono anche gli altri. Serve impegno, coraggio anche per curare la logistica e allestire la zona gialla e la bolla. Tanto più che noi nel bresciano siamo in una zona altamente a rischio. Anche per questo non ho preso squadre straniere. Non volevo rischiare quarantene. Ci sarà solo la squadra frontaliera svizzera».

Al via della San Geo ci saranno 31 team per un totale di 206 corridori. «Abbiamo voluto dare più spazio alle squadre italiane. Il percorso? Ci saranno da fare tre giri, invece di cinque nel finale. Sono un po’ più lunghi, ci sono dei lavori in zona Calcinato, ma sostanzialmente non cambia nulla».

Come un compito in classe

L’inizio della stagione cela sempre dubbi, speranze, paure, ma anche tanta voglia di misurarsi, in primis con se stessi, tanto più quando si è dilettanti. E’ un po’ come un “compito in classe”: dalla prima corsa si capiscono tante cose. Più di quelle che sembrano. E il corridore lo sa. E se questo vale per gli atleti, vale anche per gli organizzatori.

Quindi si riparte: 150 chilometri in Lombardia e 140 in Toscana. Corridori: a voi!