Alla trasmissione dei pistard azzurri ci pensa Miche

07.07.2021
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C’è tanto orgoglio italiano nelle parole di Paolo Bisceglia, Sales Manager alla Miche, l’azienda veneta che da quattro anni fornisce la trasmissione per le biciclette azzurre della pista. Anche per loro sta arrivando il momento tanto atteso, quello delle Olimpiadi. Qualcosa vi avevamo già raccontato, oggi andiamo oltre. Siccome non c’è dettaglio che non vada curato alla perfezione davanti a un appuntamento così importante, siamo venuti a vedere in cosa consista il loro lavoro accanto alla nazionale italiana.

«E’ cominciato tutto – racconta Bisceglia – da una serie di riunioni con Marco Villa e gli altri tecnici della Federazione. Si è definito il materiale di cui avrebbero avuto bisogno in base alle loro esigenze e alla nostra produzione interna. In sostanza si è concordato che avremmo fornito tutto ciò che riguarda la trasmissione. Quindi pedivelle, corone, movimento centrale, catene, pignoni. Non le ruote. Siamo rimasti in pochi a produrre materiale da pista, per cui quello che per altri può essere una nicchia per noi è un settore molto importante».

Movimento calettato

Il racconto di Bisceglia procede. Miche aveva già sviluppato un tipo di pedivella che si integra con il perno del movimento grazie ad una calettatura, non con il solito sistema del perno quadrato.

«In questo modo – spiega – riusciamo ad ottenere grandissimi risultati in termini di rigidità e aerodinamica, di cui gli atleti sono soddisfattissimi. Normalmente la nostra produzione arrivava a corone da 58 denti, su richiesta della Federazione abbiamo sviluppato una linea chiamata Sei Giorni con corone da 59 a 63 denti».

Miche Pistard Sei Giorni
Miche Sei Giorni, ecco la guarnitura completa: un sistema di pedivella, ingranaggio e movimento
Miche Pistard Sei Giorni
Miche Sei Giorni, ecco la guarnitura completa: un sistema di pedivella, ingranaggio e movimento

Due pignoni

Allo stesso modo, l’attenzione della nazionale si è concentrata sui pignoni, che Miche produce in due tipologie. Ci sono quelli con attacco calettato, che consentono il cambio degli ingranaggi senza smontare ogni volta tutto e non danneggiando la filettatura. E ci sono quelli tradizionali, integrali. Nonostante i continui cambi di rapporto e nonostante nella nuova fornitura siano previsti anche ingranaggi con attacco calettato, la scelta della Federazione ricade su pignoni integrali.

Catene speciali

Immaginate una gara in pista, qualsiasi sia la specialità. Oltre al fronte dell’aerodinamica, per il quale la nazionale può ormai vantare un pacchetto completo e super efficiente, l’altro motivo di attenzione è quello della riduzione degli attriti. Ragioni per cui la catena riveste un’importanza primaria.

«Miche non produce catene – spiega Bisceglia – ma abbiamo fatto svariati studi per la messa a punto della catena migliore per i pistard. Si tratta di catene che vengono sottoposte ad un utilizzo intensivo e senza grande lubrificazione, perché vengono sgrassate in continuazione e oliate al minimo. E’ stato fatto un lavoro importante. Non immaginate di avere a che fare con la classica catena per bicicletta. In realtà si tratta di un componente molto più vicino a quelli utilizzati sulle moto, con una struttura tutta particolare. Si tratta comunque di articoli che devono far parte della produzione, affinché siano utilizzabili alle Olimpiadi».

La catena è stata sviluppata internamente a Miche, poi realizzata al di fuori dell’azienda
La catena è stata sviluppata internamente a Miche, poi realizzata al di fuori dell’azienda

Power Meter da pista

Tra le novità per quanto riguarda la fornitura alla nazionale, proprio su indicazione delle squadre è stato sviluppato un misuratore di potenza anche per le bici da pista, integrato nella guarnitura. Si chiama Attiva.

«Qui la complicazione – prosegue Bisceglia – sta nel fatto che il fattore Q della bici da strada sia superiore al valore per una bici da pista. Per cui abbiamo dovuto lavorare molto sugli ingombri e sul movimento centrale per ottenere un fattore Q in linea con le biciclette da pista. Ne è venuto fuori un componente compatibile con tutti i nostri ingranaggi».

Tutto registrato

Dopo averne sentito parlare in un paio di passaggi, approfondiamo invece il discorso legato alla libertà di utilizzo dei materiali per le gare olimpiche. Ci eravamo già accorti di attenzioni particolari al momento di mettere appunto i manubri per gli inseguitori, poiché è necessario che i materiali che saranno utilizzati a Tokyo siano stati già inseriti nell’apposito registro depositato nel 2019.

«Stesso discorso – spiega Bisceglia – per quanto riguarda i nostri materiali. Non ci sarebbe più modo di introdurre delle novità tecniche, perché manca il tempo tecnico per la registrazione. Per cui andranno a Tokyo con i materiali che hanno avuto in dotazione fino ad oggi. Questo però non significa che l’evoluzione si fermi. Per cui da un lato le squadre sono contente del livello raggiunto con pedivelle e ingranaggi, mentre noi continuiamo a lavorare e fare step importanti ad esempio per la catena».

Ecco la guarnitura Attiva, dotata di misuratore di potenza integrato
Ecco la guarnitura Attiva, dotata di misuratore di potenza integrato

Orgoglio tricolore

Fornire il materiale alla pista azzurra per le Olimpiadi, fa capire a chiare lettere Bisceglia, è sicuramente motivo di vanto.

«Miche è un’azienda orgogliosamente italiana – spiega – che produce in Italia i suoi articoli. Per cui l’orgoglio di equipaggiare la nazionale è enorme, mentre non saprei dire quale possa essere il ritorno commerciale. Come spiegavo in precedenza, ci sono poche aziende al mondo specializzate nella produzione di componenti per la trasmissione per le bici da pista, per cui abbiamo veramente molte richieste ed è difficile capire quante derivino dalla vetrina azzurra. Inoltre, al di là del fatto che la pista sia in crescita, questi articoli si applicano anche in altri contesti, come ad esempio il single Speed».

Spedizione azzurra

L’ultima curiosità resta tuttavia (giustamente) disattesa. Dopo aver parlato nei giorni scorsi con Giuseppe Archetti, meccanico della nazionale della strada, del materiale che porteranno in Giappone, Bisceglia non sa dirci quanto materiale viaggerà per la pista.

«Bisognerebbe chiederlo ai loro tecnici – sorride – perché se dovessero portare tutto quello che gli abbiamo fornito negli ultimi anni, avrebbero bisogno di un container. Ogni anno si integra il materiale, ma non credo che porteranno tutto, di una cosa sono certo però. Per quanto riguarda la trasmissione, sono equipaggiati di tutto punto».

Fiorenzuola dà morale a Viviani e Consonni: l’intesa migliora

07.07.2021
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I fuochi d’artificio hanno chiuso come da tradizione la Seigiorni delle Rose di Fiorenzuola, ma non sono mancati nemmeno in pista nell’ultima serata. Il podio finale maschile è prestigioso: sul gradino più alto salgono i francesi (col campione del mondo in carica dell’omnium Benjamin Thomas in coppia con Donavan Grondin), sul secondo vanno gli italiani (col campione olimpico in carica della stessa disciplina Elia Viviani insieme a Simone Consonni) e sul terzo i russi.

A circa un mese dalle prove a cinque cerchi (2-4 agosto inseguimento a squadre, 5 agosto omnium, 7 agosto madison), il cittì Marco Villa e i suoi ragazzi escono dalla gara internazionale di Fiorenzuola con valide indicazioni per il Giappone e noi abbiamo avvicinato due dei protagonisti: Elia Viviani e Simone Consonni che correranno la madison, una specialità che torna nel programma olimpico dopo 13 anni di assenza.

Benjamin Thomas e Donavan Grondin hanno conquistato la madison di Fiorenzuola (foto Cantalupi)
Benjamin Thomas e Donavan Grondin hanno conquistato la madison di Fiorenzuola (foto Cantalupi)

Sicurezza Viviani

La cosiddetta “americana” nel velodromo piacentino è finita da poco, Villa guarda sia al futuro con buone impressioni sia la sua coppia che sta facendo defaticamento sui rulli, mentre è attorniata da tanti giovani tifosi in cerca di una foto, un autografo o un souvenir. Intercettiamo i due corridori della Cofidis qualche minuto dopo.

Elia, che cosa trai da questa Seigiorni?

Ci serviva correre l’omnium e l’americana perché era tanto che non correvamo in pista e prima dell’Olimpiade era un’occasione buona per mettersi a confronto con gli altri e fare sforzi che in allenamento, volendo o no, non riesci a fare. Abbiamo corso quattro giorni impegnativi dove abbiamo provato rapporti, correre in un modo e nell’altro, pur di imparare qualcosa e crescere di condizione

Avete conquistato comunque buoni risultati in queste serate.

Abbiamo chiuso secondi sia nell’omnium che nella madison, significa che c’è ancora da lavorare ma le basi sono buone. Ho trovato un buon feeling con Consonni, siamo sulla strada giusta. Mancano venti giorni, dobbiamo rifinire e, come dico sempre ai miei compagni, dobbiamo arrivare a Tokyo guardandoci indietro senza nulla da recriminare, poi ci sta che le gare si vincano e si perdano.

Viviani si avvicina a Tokyo sicuro della preparazione svolta (foto Cantalupi)
Viviani si avvicina a Tokyo sicuro della preparazione svolta (foto Cantalupi)
Rispetto al 2016 trovi delle similitudini nel percorso di avvicinamento alle prove olimpiche?

Non guardo mai indietro però ovviamente vorrei che andasse tutto come allora. Già l’approccio è diverso perché cinque anni fa ero andato a casa dal Giro prima della fine mentre quest’anno l’ho fatto tutto e bene. La preparazione è stata simile, l’omnium sarà diversa, ci saranno il quartetto e la madison quindi l’impegno è triplice. Stiamo lavorando serenamente, vediamo che stiamo crescendo e siamo tranquilli del lavoro fatto finora.

Quanto ti inorgoglisce essere il portabandiera di tutta la spedizione azzurra e quanta carica in più ti dà da trasmettere ai tuoi compagni?

Tanto, sicuramente la testa ha un altro stimolo. E’ un ruolo che mi piace, che ho sognato dal 2016, ho cominciato a crederci e pensarci quando arrivavamo al momento dell’investitura di questo ruolo. Sarò portabandiera insieme a Jessica Rossi, una scelta bellissima del Coni e del presidente Giovanni Malagò. Non vediamo l’ora, le emozioni sono state già molto forti quando siamo andati a ritirare la bandiera dal Presidente Mattarella e saranno ancora più forti quando entreremo nello stadio con quella bandiera in mano guidando una squadra azzurra dei record, perché grazie alla splendida qualificazione del basket maschile saremo quasi 390 persone. E’ un ruolo guida, di atleta che non deve solo guardare al ciclismo ma a tutto il nostro gruppo totale.

Questo tuo ruolo può servire al movimento ciclistico, anche in termini di ulteriore visibilità?

Assolutamente sì. Il ciclismo ha portato tantissime medaglie, questo riconoscimento non c’era mai stato e mi sento fortunato e privilegiato a rappresentare il ciclismo in questa maniera. Me lo porterò per tutta la vita però non bisogna perdere la testa, perché sono soddisfazioni da prendere ma da controllare. Bisogna restare concentrati sulle medaglie da conquistare.

Fiorenzuola è servita per provare rapporti, tattiche e cambi (foto Cantalupi)
Fiorenzuola è servita per provare rapporti, tattiche e cambi (foto Cantalupi)
Prossimi programmi prima di Tokyo?

Farò cinque giorni a Livigno, poi correrò la Settimana Italiana in Sardegna ed infine tutte giornate in pista prima della partenza il 21 luglio.

L’intesa cresce

Consonni è lì accanto che ascolta Viviani ed è pronto per il suo turno di botta e risposta.

Simone, anche per te stessa prima domanda: che indicazioni ti ha dato Fiorenzuola?

Come ha detto Elia, serviva una corsa in pista per capire a che punto fossimo. Siamo contenti perché abbiamo fatto tre madison in crescendo, le sensazioni sono sempre migliorate pur facendo doppia seduta di allenamento alla mattina a Montichiari. L’intesa migliora, questo è stato un step importante per arrivare a Tokyo nel modo giusto.

Voi correte per una formazione francese e in queste serate proprio un francese che voi conoscete bene, Benjamin Thomas, è apparso in grande forma. Come vedete la sfida con lui?

Benjamin lo conosciamo bene, oltre ad essere un nostro rivale è anche un amico e vicino di casa (abita nella zona di Brescia, ndr). Sicuramente nell’omnium per Elia sarà il faro della corsa, ha vinto gli ultimi mondiali e le ultime gare che ha fatto. Anche nella madison la Francia sarà la nazionale principale, insieme a Danimarca e Germania.

La gara è stata un utile test secondo Simone Consonni, qui nell’ultima serata di Fiorenzuola (foto Cantalupi)
La gara è stata un utile test secondo Simone Consonni, qui nell’ultima serata di Fiorenzuola (foto Cantalupi)
Per voi può essere un bene partire senza i favori del pronostico?

Sappiamo di non essere tra le coppie più accreditate nella madison. Però qualche volta, in appuntamenti così importanti, partire dalla seconda linea è anche meglio. In ogni caso noi ci arriveremo nel migliore dei modi e speriamo vada tutto bene.

Nessuno vuole sbilanciarsi ma per te quali possono essere degli obiettivi realistici?

Nel quartetto, come abbiamo visto negli ultimi anni, stiamo crescendo veramente tanto. E’ una specialità nella quale abbiamo investito molto, da più di dieci anni. Il gruppo si è sempre più consolidato e lottiamo per la medaglia più importante senza nasconderci sapendo che ci saranno 5/6 Nazioni che battaglieranno forte con noi per lo stesso obiettivo. Noi vogliamo farci trovare pronti.

Fiorenzuola, verso Tokyo con Balsamo e Paternoster

02.07.2021
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Non aspettatevi alcun pronostico per Tokyo. Le azzurre della pista – in questi giorni in gara a Fiorenzuola per la 24ª Sei Giorni delle Rose (30 giugno-5 luglio) – non si sbilanciano e vivono in modo schematico l’avvicinamento alla rassegna a cinque cerchi. Anzi, lo fanno con qualche brivido. Infatti Letizia Paternoster nella serata d’apertura è rimasta vittima di una caduta che ha tenuto tutti col fiato sospeso, ma alla fine lo staff della nazionale ha potuto tirare un sospiro di sollievo non appena si è rialzata senza conseguenze.

Sfida madison

La trentina (in apertura nella foto Cantalupi) sta duettando nell’americana con Elisa Balsamo (mentre Rachele Barbieri e Vittoria Guazzini formano l’altra coppia azzurra) e proprio loro due sembrano le più accreditate per la prova olimpica, ma tutto è da decidere. Di sicuro, dopo Fiorenzuola, il programma che riguarderà le ragazze prevede Baloise Ladies Tour in Belgio dall’8 all’11 luglio, ritiro in altura al Passo Maniva, allenamenti nel velodromo di Montichiari e partenza per il Giappone il 21 luglio.

Nel 2020 a Fiorenzuola, la stessa coppie (foto Cantalupi)
Nel 2020 a Fiorenzuola, la stessa coppie (foto Cantalupi)

Logica Balsamo

A fine serata nel box azzurro si alternano tecnici e colleghi a genitori, fidanzati e amici, mentre noi intercettiamo prima Balsamo e poi Paternoster che a loro volta si avvicendano tra defaticamento e cena. 

Elisa hai finito la pasta ed ora ti stai gustando dei mirtilli che sembrano aiutarti a ritrovare sia energia che sorriso.

La frutta per me è una salvezza, specialmente d’estate. Poi la mia nutrizionista dice di mangiare sempre frutta colorata che serve per recuperare.

Passiamo all’aspetto agonistico. Dopo le convocazioni, come stai vivendo queste serate a Fiorenzuola?

Dopo aver raggiunto il primo step, ovvero quello di essere chiamata per Tokyo, bisogna cercare di arrivarci col massimo della condizione e adesso questo è l’obiettivo principale.

Sarai piuttosto impegnata tra americana e nell’inseguimento a squadre.

Nel quartetto dovrei esserci sicuramente, spero che sia così anche nella madison, ma io sono qui anche a giocarmi un posto per l’omnium e il mio secondo obiettivo è poter fare tutte e tre le specialità.

A questo punto dovresti fare i conti con tante gare ravvicinate.

In realtà, rispetto a un europeo o mondiale, sono distribuite piuttosto bene (inseguimento a squadre 2-3 luglio, americana 6 luglio e omnium 8 luglio, ndr) e avrei dei giorni di recupero. Se arriviamo là al massimo della condizione, possiamo recuperare più facilmente.

Prendendo spunto da quello che ci ha detto Salvoldi, la coppia Balsamo-Paternoster dà qualche garanzia in più, reduce dal bronzo mondiale a febbraio 2020. Tu cosa ne pensi, hai una preferenza?

Se me lo concedete, devo dire che onestamente è una domanda un po’ velenosa (ride, ndr) ed è il cittì che deve decidere indubbiamente. Non correvo con Letizia da più di un anno ed è stato un modo per ricominciare insieme, ma credo comunque che alle Olimpiadi debbano correre le due ragazze che vanno più forte.

Da qua a Tokyo cosa manca ad Elisa Balsamo?

Finiamo questa Sei Giorni, poi andremo in Belgio per una corsa a tappe, poi ritiro sul Maniva con gli allenamenti a Montichiari, sperando che la condizione cresca.

Brivido Paternoster

Poco più in là c’è la Paternoster, che si disseta ed ha già pronta una bella vaschetta di pasta in bianco con olio e formaggio, la stessa che stanno mangiando sia Barbieri che Guazzini.

Letizia partiamo da quella caduta di mercoledì. Cos’hai pensato in quegli istanti?

Ho provato un grande brivido e mentre stavo volando via mi sono detta: «Ecco, ho già finito tutto. Sei Giorni e Olimpiadi, ancor prima di iniziare». Ho tirato un bel sospiro di sollievo, era la prima madison che facevo dopo Berlino di un anno e mezzo fa e all’inizio ero molto spaesata. Ho battuto la testa e ho finito la gara un po’ intontita, però già il giorno dopo stavo meglio malgrado gli acciacchi.

Può essere stata una sorta di scossa questa caduta in vista delle Olimpiadi?

E’ senz’altro un punto di passaggio dell’allenamento, nel fare fatica, nel migliorare e nel portare al massimo la mia condizione.

Balsamo gira in alto in attesa di scendere e dare il cambio a Paternoster (foto Cantalupi)
Balsamo gira in alto in attesa di scendere e dare il cambio a Paternoster (foto Cantalupi)
Arrivi da un periodo un po’ incolore, dovuto anche da problemi fisici. Ti aspettavi questa convocazione?

Ho passato un anno brutto, forse il peggiore in assoluto della mia vita, e arrivare alle Olimpiadi è un grande traguardo, un grande successo. Che tuttavia non si ferma qui. Per come sono fatta, quando attacco il numero sulla schiena, parto per vincere. E anche quando non sono in forma, ci spero sempre e ci metto sempre l’anima. Oggi essere qui ad inseguire il mio sogno è un’emozione grandissima. Sto dando tutta me stessa per arrivarci al meglio.

Cosa ti aspetti da questa Sei Giorni?

Mi aspetto che la mia condizioni aumenti dopo Fiorenzuola e la gara in Belgio, pronta poi per andare in altura. Sembra che manchi poco ma abbiamo ancora tempo per crescere, anzi…

Cosa?

Proprio in questi giorni parlavo con Elia Viviani. Mi diceva che prima della partenza per Rio non andava avanti e mi sono tirata su di morale, sperando poi di andare come fece lui. Cercherò di stargli vicino così mi trasmette un po’ di onde buone (ride, ndr).

E’ il momento del cambio, Balsamo si lancia (foto Cantalupi)
E’ il momento del cambio, Balsamo si lancia (foto Cantalupi)
A noi il cittì ha detto che se ritrovi la giusta forma potrai riprenderti il posto nel quartetto.

Se succederà, sicuramente sarò io la prima a dire che non sono pronta. E a quel punto diventerò la prima tifosa delle mie compagne. Naturalmente non voglio che succeda questo e voglio essere una pedina importante nel gruppo.

Dietro questa tua rinascita cosa c’è?

Sono diventata più forte mentalmente, ho più fame di fare bene e risultato. Lo stimolo di poter andare alle Olimpiadi è stata l’arma vincente, la forza più grande in assoluto. Se non fosse stato Tokyo, sarebbe stato più avanti ma dovevo inseguire il mio sogno di bambina. E la stagione non è finita, poi riparto con la mia Trek-Segafredo.