Sara Casasola, ad Osoppo primo esame superato

09.10.2023
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Sono giorni impegnativi per Sara Casasola. Neanche il tempo di esordire nella stagione di ciclocross dominando la seconda tappa del Giro d’Italia, a Osoppo, che è dovuta scappare a casa e tuffarsi sui libri, per l’esame di meccanica razionale che l’attendeva al mattino presto: «Se la gara non era vicino casa non avrei fissato la data dell’esame, invece così alle 16,30 di domenica ero già a studiare. L’esame è andato bene, era il penultimo alla facoltà di matematica, uno dei più difficili».

Per la friulana vittoria e poi di corsa a casa a studiare: l’attendeva un altro esame… (foto Lisa Paletti)
Per la friulana vittoria e poi di corsa a casa a studiare: l’attendeva un altro esame… (foto Lisa Paletti)

Unica specialista?

Per Sara questa è una stagione particolare e alla FAS Airport Services – Guerciotti – Premac lo sanno bene. Con tante protagoniste del ciclocross, Persico in primis, che hanno già detto di voler saltare, parzialmente o del tutto, la stagione tocca alla friulana tenere alto il vessillo italico.

«Praticamente – spiega Casasola – rischio di essere l’unica atleta che farà tutta la stagione. Io punto a ottenere il meglio possibile, ma se qualcuna nel corso dell’anno rientra non potrei che esserne contenta, a cominciare proprio da Silvia».

Anche Casasola viene dalla stagione su strada, stagione che non l’ha soddisfatta appieno nonostante fosse iniziata abbastanza bene.

«Sono arrivata a luglio e al Giro d’Italia senza le buone sensazioni che speravo. Il Giro non mi ha soddisfatto, inoltre ho iniziato a soffrire di asma, così d’accordo con la società, ho preso un periodo di stacco. Dopo ho corso pensando molto a quel che mi attendeva nel ciclocross, per farmi trovare pronta. Ho gareggiato all’Emilia, volevo fare anche la Tre Valli Varesine ma ho preso un virus intestinale. Sinceramente, visto come sono andate le cose, potevo iniziare il ciclocross anche prima».

Su strada la friulana ha corso con la Born to Win G20 Ambedo, ma nel 2024 vuole fare molto meglio (foto Rosa)
Su strada la friulana ha corso con la Born to Win G20 Ambedo, ma nel 2024 vuole fare molto meglio (foto Rosa)

Strada, seconda chance

Al di là di buoni piazzamenti al Ponente in Rosa e alla vittoria nella classica della montagna al Tour de Feminin, i suoi risultati non sono paragonabili a quelli del ciclocross.

«Lo so – spiega Sara – in questo momento mi vedo più nell’attività fuoristrada, ma vorrei ottenere di più durante l’anno stradistico, capire qual è il mio livello. Io mi sono impegnata, ma evidentemente ho sbagliato qualcosa. Voglio riprovarci con più convinzione».

Tornando alla gara di Osoppo, Casasola ha dominato, disputando gran parte di essa in solitudine con le avversarie che lottavano per la piazza d’onore e la conquista della maglia rosa: «Era un percorso molto veloce, i passaggi delle categorie precedenti lo avevano abbattuto ancor di più e reso quasi un’autostrada, con poche difficoltà tecniche anche se paradossalmente più impegnativo dal punto di vista della tenuta».

La Casasola ha chiuso con 35″ su Lucia Bramati, nuova maglia rosa del Giro (foto Giorgio De Negri)
La Casasola ha chiuso con 35″ su Lucia Bramati, nuova maglia rosa del Giro (foto Giorgio De Negri)

Ora la Svizzera

Per lei che era appena scesa dalla sua bici da strada, era comunque l’ideale: «Sì, anche perché lavori tecnici ne ho fatti pochi e vedevo che nei rilanci ero un po’ legnosa. La condizione scaturita dalla strada mi ha aiutato nei confronti delle altre che hanno iniziato prima, ma sinceramente non mi aspettavo di fare tanta differenza».

La sua comparsata al Giro d’Italia resterà per l’appunto tale, almeno in ottobre: «Mi aspettano alcune prove in Svizzera dove ho visto che il livello è già qualificato. Sono test internazionali che mi servono per capire a che punto sono e che cosa posso aspettarmi. Quest’anno faremo un calendario molto improntato sull’estero».

Per la FAS Airport Services – Guerciotti – Premac una domenica con due successi, Casasola tra le elite e Bianchi tra le junior (foto Giorgio De Negri)
Per la FAS Airport Services – Guerciotti – Premac una domenica con due successi, Casasola tra le elite e Bianchi tra le junior (foto Giorgio De Negri)

Obiettivo: la costanza

Per la friulana saranno test importanti. Lo scorso anno ha iniziato a fare capolino fra le prime 10 anche nelle prove di Coppa del Mondo, si aspetta un ulteriore progresso? «Diciamo che vorrei mostrare continuità a quei livelli, prima a una grande gara ne seguivano due a ritmo ridotto, vorrei che questa sequenza non si ripetesse».

Visto com’è andata a Osoppo, non ha rimpianto di non essere invece a Pieve di Soligo per il mondiale gravel: «A parte il fatto che non era nei programmi, col livello che si è visto in gara sabato, con le stesse protagoniste delle grandi corse su strada, avrei potuto solo essere d’aiuto, senza la minima possibilità di emergere. Ho fatto bene a puntare al ciclocross, per ora è il mio regno».

Per Federico Ceolin seconda vittoria al Giro, ma stavolta la concorrenza era molto qualificata (foto Lisa Paletti)
Per Federico Ceolin seconda vittoria al Giro, ma stavolta la concorrenza era molto qualificata (foto Lisa Paletti)

Ceolin, bis in rosa

Casasola a parte, Osoppo ha confermato come al momento in campo maschile Federico Ceolin faccia la differenza, tanto che neanche la coppia della FAS Airport Services – Guerciotti – Premac con Gioele Bertolini affiancato dal nuovo acquisto Samuele Scappini è riuscito a tenere il suo attacco sin dal secondo giro.

Fra gli juniores bis casalingo per Stefano Viezzi, fra le pari età è emersa Arianna Bianchi, anche lei già orientata verso le gare estere. Domenica a Corridonia, nelle Marche si ricomincia, col rischio che di protagonisti veri ce ne siano sempre meno.

Giro di ciclocross, si parte col riscatto di Ceolin

02.10.2023
5 min
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La prima maglia rosa del Giro d’Italia di ciclocross è di Federico Ceolin e per certi versi questa è una sorpresa. A Tarvisio il corridore veneziano è venuto a capo di una gara molto complicata, lunga (ben 10 giri), dura e incerta sino alla fine. Per Ceolin esserci riuscito è un risultato che va al di là del successo, perché a differenza degli altri, da quando la stagione del ciclocross era finita, le sue occasioni agonistiche erano state talmente poche che si possono contare sulle dita di una mano.

Il veneziano ha dominato la gara nella parte finale, chiudendo con 4’15” su Folcarelli e 4’40” su Pavan (foto Billiani)
Il veneziano ha dominato la gara nella parte finale, chiudendo con 4’15” su Folcarelli e 4’40” su Pavan (foto Billiani)

Il tuttofare della bici

Ciclocross a parte, Ceolin è una sorta di tuttofare della bici: corre su strada e in mtb, ora anche nel gravel, ma… «Quest’anno su strada non ho mai gareggiato, salvo alla 2 Giorni Marchigiana. Sul perché preferisco sorvolare, l’importante è che è una pagina chiusa. Ora al Bibione Cycling Team ho trovato l’ambiente giusto per ripartire e recuperare il tempo perduto».

Una stagione vissuta quindi soprattutto allenandosi perché per Ceolin il ciclismo è tutto e l’ambizione di farne il suo lavoro è sempre presente, anzi ora resa ancora più forte dalla sua voglia di riscatto: «Mentalmente non è facile rimanere sul pezzo se non hai obiettivi a breve scadenza. Sembra di allenarsi inutilmente, ma ho avuto la fortuna di avere al mio fianco Enrico Licini, preparatore della 4Performance che mi ha aiutato a rimanere concentrato, sapendo che sarebbe arrivata la stagione invernale, quella della ripartenza. Così ho proseguito a fare l’attività ciclistica… pur senza farla».

Per Ceolin un’estate difficile, priva di impegni agonistici e vissuta in un perenne allenamento (foto Billiani)
Per Ceolin un’estate difficile, priva di impegni agonistici e vissuta in un perenne allenamento (foto Billiani)

La sfida con Pavan

Per il veneto è stato un periodo davvero duro, che però non ha intaccato la sua passione per il ciclismo su strada: «So benissimo quanto sia importante anche per chi come me mette il ciclocross al primo posto. La preparazione è stata svolta principalmente lì, facendo anche lavori specifici che si attuano solo pensando alla gara. Mi è comunque servito per acquisire una certa mentalità: il prossimo anno conto di gareggiare più su strada che in mtb proprio per i vantaggi che dà».

Tornando alla gara di Tarvisio, per lui era una vera incognita: «Avevo già gareggiato in Svizzera dove avevo risentito della lunga inattività. Quella di Tarvisio è stata una gara bellissima, che non finiva più. Buon per il pubblico, per le mie gambe un po’ meno… Pavan ha lanciato la gara nei primi giri, io mi sono accodato e poi anche Folcarelli. Dopo metà gara Pavan ha portato un altro attacco, io sono tornato sotto e poi sono partito a tre giri dalla fine. Sono particolarmente contento proprio perché dopo una corsa simile ho più coscienza di me stesso e di quel che posso fare».

Il veneto seguito da Pavan, poi calato nel finale. La sfida si ripeterà domenica a Osoppo (foto Paletti)
Il veneto seguito da Pavan, poi calato nel finale. La sfida si ripeterà domenica a Osoppo (foto Paletti)

L’importanza del gravel

Ceolin però, anche se su strada non ha gareggiato, si era già fatto vedere nel gravel, prendendo parte a campionato italiano e Monsterrato: «Ho preso bastonate storiche… Il gravel è tutt’altra cosa, sembra quasi di disputare una gara su strada ma con la bici da ciclocross. Si parte fortissimo, è come essere in fuga tutto il giorno, applicando wattaggi enormi. Dopo la Monsterrato ero sconvolto, ma mi sono accorto che dà grandi benefici. Devo comunque dire grazie al cittì Pontoni che solo sulla base della conoscenza reciproca mi ha permesso di gareggiare alla Monsterrato con la nazionale, è stato molto importante per me».

Con la maglia rosa indosso, Ceolin ora deve pensare a che cosa fare nel prosieguo della stagione: «Alla prossima tappa a Osoppo ci sarò sicuramente, poi valuteremo. Quest’anno vorrei alzare l’asticella, gareggiare in Coppa del mondo, migliorare il ranking anche per raggiungere il mio obiettivo che è la convocazione per l’europeo. Darò tutto per questo, anche se so che è difficile».

Ceolin con la nazionale di gravel alla Monsterrato, chiusa al 26° posto a 16’57” da Vakoc (foto Instagram)
Ceolin con la nazionale di gravel alla Monsterrato, chiusa al 26° posto a 16’57” da Vakoc (foto Instagram)

Nessuna rinuncia alla strada

Il team è pronto a supportarlo anche se non sarà un compito semplice. Non tanto per il discorso ciclocrossistico, che pur nella sua evoluzione resta una disciplina individuale, ma su strada.

«Non mi preoccupo, – dice – so che dovrò correre da cane sciolto, ma almeno avrò la possibilità di partecipare alle prove regionali, prima essendo tesserato per una continental (l’Overall Tre Colli, ndr) non potevo farlo. D’altronde nel mio caso non è necessario essere supportato da una squadra, non cerco particolari risultati ma solo il giusto cammino di preparazione verso il ciclocross, che è il mio mondo».

Francesca Baroni seguita da Bramati e Borello. Già a Illnau si era vista la buona forma della toscana (foto Paletti)
Francesca Baroni seguita da Bramati e Borello. Già a Illnau si era vista la buona forma della toscana (foto Paletti)

Il ritorno di Baroni

A Tarvisio c’era grande attesa anche per la prova femminile, che ha avuto come protagonista assoluta Francesca Baroni, in forza al team belga Hubo-Remotive ma che quest’anno torna a avere un baricentro di attività più spostato dalle nostre parti. Neanche una foratura a inizio gara l’ha fermata, dopo un paio di tornate era già in fuga senza più essere ripresa, con la figlia d’arte Lucia Bramati a oltre mezzo minuto.

Dietro la sorpresa arriva dalla categoria junior dove la spunta l’emiliana Greta Pighi (Alé Cycling Team), anche se il pubblico ha parteggiato per Martina Montagner (DP66) che per la rottura della sella si è fatta oltre mezzo giro correndo e spingendo la bici. Tra i pari età è emerso l’atleta di casa Stefano Viezzi (DP66), accolto al traguardo da tutta la famiglia, nonni compresi…

A Brugherio si rivede Ceolin, in Coppa guerra fra i belgi

31.10.2022
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Si era già detto alla vigilia e tante volte l’argomento è saltato fuori parlando del calendario di ciclocross: con le tante concomitanze in Italia e all’estero, alcune prove rischiano di essere penalizzate. All’International Cyclocross di Brugherio è successo solo in parte, perché anche se erano tutti italiani quelli al via (e neanche tutti i migliori considerando che il giorno dopo c’era la Coppa del Mondo a Maasmechelen) la gente ha mostrato un afflusso clamoroso, degno delle grandi classiche del settore in Belgio e Olanda.

L’impatto scenico ha lasciato molti senza fiato. Fra questi anche colui che è risultato il grande protagonista di giornata, Federico Ceolin tornato alla vittoria dopo un inizio balbettante nelle primissime uscite, da mettere in conto considerando il suo impegno quest’anno su strada: «Io vengo dalla mtb e questa è stata la mia prima vera stagione su strada, con tutto che fra una caduta con clavicola e due costole rotte a inizio stagione covid preso appena tornato dopo due mesi, sono andato sempre in rincorsa. Risultati non ce ne sono stati, ma l’influsso rispetto al ciclocross è stato enorme».

L’arrivo vittorioso di Ceolin nella gara di Brugherio, valida per il Master Cross (foto Alessandro Di Donato)
L’arrivo vittorioso di Ceolin nella gara di Brugherio, valida per il Master Cross (foto Alessandro Di Donato)

L’importanza della strada

Il portacolori della Beltrami Tsa Tre Colli conferma una volta di più come il binomio ciclocross-strada sia estremamente funzionale: «Prima quando affrontavo le gare di ciclocross notavo che nella parte finale soffrivo e spesso andavo un po’ spegnendomi. Ora, con la base di un corridore abituato a pedalare per quattro ore, le prove di un’ora sono sempre impegnative, ma il mio fisico le assorbe molto meglio e nel finale sono sempre in grado di dare la “menata” giusta, quel cambio di ritmo che garantisce la vittoria».

E’ stato così anche a Brugherio: «Avendo perso un po’ di punti nel ranking mi sono ritrovato a partire dalla seconda fila, ma già nel primo giro ero dietro i primissimi. Sono rimasto un po’ coperto e poi nel secondo giro ho dato gas per fare selezione. Con me è rimasto solo Samuele Leone. Siamo andati insieme, poi è cambiato qualcosa…

Ceolin e Leone in fuga. I consigli arrivati dai box a quest’ultimo hanno avuto un prezzo (foto Di Donato)
Ceolin e Leone in fuga. I consigli arrivati dai box a quest’ultimo hanno avuto un prezzo (foto Di Donato)

La scelta del male minore

«Passando davanti ai box ho sentito che i suoi responsabili gli dicevano di abbassare il ritmo, in modo da permettere a Bertolini di tornare sotto. A quel punto ho capito che dovevo scrollarmelo di dosso e ho dato proprio una delle menate di cui sopra. Nell’ultimo giro ho pensato ad amministrare». Per la cronaca, Ceolin ha chiuso con 14” su Leone e 39” sul sempre presente Cominelli (Cycling Café).

Una vittoria che gli ha dato nuovo vigore, proprio per il contorno che ha trovato in terra lombarda: «E’ stato eccezionale, una gara in un clima anomalo, sembrava di pedalare in estate. Faceva un caldo tale che ho deciso di tenere la borraccia sia per levarmi un po’ di polvere che per bere ogni tanto. Sapevo che mi avrebbe dato problemi nel caricare la bici in spalla, ma su quel percorso si scende di sella solo una volta a giro, ho deciso di scegliere il male minore. E poi la gente, mamma mia quanta gente c’era, sembrava davvero di essere al nord…».

A Brugherio è proseguito il bell’inizio di stagione della Casasola (foto Alessandro Billiani)
A Brugherio è proseguito il bell’inizio di stagione della Casasola (foto Alessandro Billiani)

Polemiche in casa belga

A proposito di Nord, il weekend è stato molto intenso, prima con la tappa del Superprestige a Ruddenwoorde e poi con la Coppa del Mondo a Maasmechelen. In attesa che i tre tenori entrino in gioco, gli specialisti si stanno dando battaglia e nell’ambiente non mancano le polemiche. In casa belga sono esplosi antichi rancori, che hanno le proprie radici nell’addio di Laurens Sweeck alla Pauwels Sauzen, la squadra di Iserbyt e Vanthourenhout. Sabato, con Iserbyt che in volata aveva prevalso su Sweeck, quest’ultimo al traguardo era esploso.

«Non si prende mai le sue responsabilità. Con Van Der Haar in fuga – si è sfogato – stava a lui e a Vanthourenhout inseguire, invece aspettavano che mi muovessi io. Poi, appena l’olandese ha avuto sfortuna, Eli è scattato senza aver fatto nulla per ricucire lo strappo. Non si è campioni così…».

Iserbyt in patria inizia a non essere molto ben visto: molti tifosi e non solo loro lo accusano di vincere solo perché non ci sono i “veri” grandi: «Che cosa faccio di sbagliato se vinco quando loro non ci sono? Dovrei arrivare secondo? Quanto a Sweeck, è solo frustrato perché non vince lui. La verità è che siamo noi a fare sempre la corsa, è successo nelle tappe di Coppa del Mondo ed è successo anche a Ruddenwoorde». Poi la stoccata finale: «Laurens ha un bel passo, ma non abbastanza per stare con noi, adesso capirà che lusso era stare nel nostro team lo scorso anno, perché io e Michael gli toglievamo le castagne dal fuoco».

Laurens Sweeck a Maasmechelen. Il suo addio alla Pauwels Sauzen ha avvelenato gli animi (foto Photo News)
Laurens Sweeck a Maasmechelen. Il suo addio alla Pauwels Sauzen ha avvelenato gli animi (foto Photo News)

Regolamento di conti

Sweeck non l’ha digerita e quella di Maasmechelen è diventata una sfida al calor bianco. Ha trasformato la gara in una faccenda privata, ha imposto un forcing fortissimo, ha retto quando Iserbyt ha provato il suo solito numero in salita e poi ha sfruttato l’errore di quest’ultimo nel finale.

«Quando è avvenuto – dice – sono riuscito a scavare un divario incolmabile. Per me la vittoria chiude ogni discorso, non mi va di andare avanti con le polemiche, d’altronde è la mia prima in Coppa del mondo, l’avevo inseguita tanto. La caccia è conclusa, ora se ne aprono altre».

Il prosieguo di stagione internazionale si prospetta ricco di motivi d’interesse.

La nazionale di cross in Polonia: Bielli, raccontaci tutto…

14.09.2022
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All’Orlen Grand Prix, nella tappa polacca della Nations Cup riservata agli under 23, c’era anche la nazionale italiana. Una nazionale però per certi versi originale, perché composta da specialisti del ciclocross. Il progetto voluto da Daniele Pontoni va avanti e la squadra che aveva preso parte con buoni risultati al Giro del Friuli, con Toneatti sul podio, è andata anche alla prova polacca, senza però quest’ultimo e senza lo stesso Pontoni, sostituito dal suo secondo Luigi Bielli.

La squadra è partita con 4 ragazzi (nella foto di apertura da sinistra Ceolin, Bergagna, Leone e Masciarelli) ai quali far fare esperienza pensando già a quel che sarà, alla stagione sui prati.

«Appena avuto l’invito – racconta Bielli – abbiamo colto l’opportunità. Abbiamo trovato una gara allestita davvero in maniera impeccabile, sembrava di essere a una corsa professionistica, ma non c’è da stupirsi visto che lo staff è lo stesso del Giro di Polonia».

Bielli con Bergagna al centro e Masciarelli. Per gli azzurri è stata una trasferta di lavoro
Bielli con Bergagna al centro e Masciarelli. Per gli azzurri è stata una trasferta di lavoro
La vostra era una presenza particolare, essendo tutti specialisti di un’altra disciplina…

Non siamo certo partiti per far risultato, ma per proseguire sulla rotta che ci siamo prefissi. Questa gara doveva disputarsi a fine aprile, ma la situazione bellica (si gareggia in una zona particolarmente vicina alla Bielorussia, ndr) aveva consigliato il rinvio. Era una gara di alto livello, in particolare Germania e Danimarca avevano nazionali davvero forti, mentre c’erano squadre polacche con già esperienza nelle prove professionistiche. La cosa più curiosa è stata che prima di partire mi ero sentito con Amadori per capire chi fossero i corridori da seguire. Non ci crederete ma ha indovinato in pieno il podio finale (nell’ordine il danese Nortoft, il tedesco Luhrs e l’estone Karpenko, ndr)…

Nel complesso come giudichi la prova dei ragazzi?

Io dico che se la sono cavata più che bene. Stiamo già lavorando nell’ottica degli europei di ciclocross di Namur a novembre, alcuni di loro non avevano molta esperienza su strada, anzi Samuele Leone prima di questa doppia prova a tappe ne era completamente sprovvisto. Tanto è vero che quando è salito sulla bici da crono in Friuli, non gli sembrava vero. Pedalare in gruppo, affrontare i ventagli sono esperienze delle quali era digiuno. Gli altri erano già più esperti.

Masciarelli con il meccanico Vincenzo Bonavita. In Polonia i ragazzi hanno trovato clima invernale
Masciarelli con il meccanico Vincenzo Bonavita. In Polonia i ragazzi hanno trovato clima invernale
Masciarelli è stato il migliore con il 15° posto finale.

E con un pizzico di fortuna in più poteva anche centrare la top 10. Nella prima tappa si è trovato a cambiare la bici quando davanti si erano formati i ventagli. I danesi avevano messo fuori gioco il Belgio e quindi si è sviluppata una grande battaglia fra primo e secondo gruppo. Lui è rientrato su questo, ma non c’è stato modo di ricucire e alla fine era in debito di energie. Si vede comunque che ha corso spesso su strada con il suo team belga.

Gli altri?

Avevamo in squadra Federico Ceolin che ha fatto già attività su strada quest’anno con la Beltrami Tsa Tre Colli e Tommaso Bergagna che invece si è dedicato alla mtb. Mi sono piaciuti molto nella seconda tappa. Bergagna era caduto e, appena rientrato, Ceolin ha forato durante l’ennesimo ventaglio dentro la foresta. L’altro lo ha aspettato per non fargli perdere troppo tempo. Ho visto lo spirito giusto, hanno onorato la maglia che portavano.

La volata della seconda tappa, con tripletta tedesca firmata Theiler, Luhrs e Teutenberg (foto Orlen Grand Prix)
La volata della seconda tappa, con tripletta tedesca firmata Theiler, Luhrs e Teutenberg (foto Orlen Grand Prix)
In funzione dei vostri obiettivi, che cosa chiedevate ai ragazzi?

Noi abbiamo lavorato pensando al ciclocross. I ragazzi dovevano spingere soprattutto nelle prime due ore di gara, sapendo che è il doppio di quanto avviene nelle gare invernali. Quelle due ore sono più performanti e sono quelle che servivano alle nostre necessità. Nella sera tra la prima e la seconda tappa, ci siamo anche visti in videoconferenza con Daniele, abbiamo esaminato la corsa e ripassato quel che ha funzionato di più e di meno. E’ stata comunque una trasferta molto funzionale. Tra l’altro l’organizzazione ci ha già invitato per il prossimo anno, garantendoci anche la possibilità di schierare due squadre, una di stradisti e la nostra.

Czeslaw Lang. L’ex gregario di Saronni è organizzatore anche dell’Orlen Nations GP (foto Orlen Grand Prix)
Lang. ex gregario di Saronni, è organizzatore anche dell’Orlen Nations GP (foto Orlen Grand Prix)
Ora come andrete avanti?

Intanto molti ciclocrossisti saranno già impegnati domenica nei campionati italiani gravel ad Argenta. So che buona parte vorrebbe fare anche il mondiale, al pari di alcuni stradisti che hanno già espresso l’auspicio di affrontare almeno parte della stagione di ciclocross. Non va dimenticato però che il gravel e il ciclocross sono due specialità distinte e per certi versi anche molto distanti fra loro dal punto di vista tecnico. Noi comunque terremo conto di tutto, anche di chi è ancora impegnato su strada e in questi giorni è in partenza per l’Australia: Persico e Venturelli ad esempio hanno già garantito la loro presenza nella prima parte di stagione fino agli Europei. Vedremo come venire incontro alle loro esigenze.

Ceolin 2022

Federico Ceolin, orgoglioso di essere un esempio

10.02.2022
4 min
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La curiosità è tanta, inutile negarlo, perché non capita spesso che un ragazzo venga preso di sana pianta da un altro settore e portato alla strada ma senza cambiargli le strategie per il futuro, senza dire «il ciclocross non lo fai più, ora pensa solo a correre su strada». Con Federico Ceolin il ragionamento che la Beltrami TSA-Tre Colli ha posto in essere è più profondo: provare a sviluppare il talento del ragazzo su più fronti, come ormai è consuetudine all’estero, nei Paesi dove sfornano campioni a getto continuo.

Federico è conscio di avere su di sé molta attenzione e si sta preparando per questo, ma ci tiene a sottolineare che il ciclismo su strada non gli è totalmente sconosciuto: «Da juniores ho fatto un po’ di esperienza alla Libertas Scorzé: avevo sempre il ciclocross come riferimento, d’estate correvo più in Mtb ma qualche prova su strada l’ho fatta, anche a livello di gara. E’ chiaramente poco, ma mi è rimasto dentro qualche fondamentale che mi sarà certamente utile».

Ceolin Ciclocross 2019
Ceolin è nato a Portogruaro (VE) il 27 ottobre 2000. E’ stato azzurro ai Mondiali 2018 ed Europei 2020
Ceolin Ciclocross 2019
Ceolin è nato a Portogruaro (VE) il 27 ottobre 2000. E’ stato azzurro ai Mondiali 2018 ed Europei 2020
Alla Beltrami sono stati chiari: strada e ciclocross andranno di pari passo…

E’ questo concetto che mi ha convinto, non posso negare che per me il ciclocross viene prima di tutto ma la strada “è” il ciclismo, quando capita un’opportunità del genere non puoi dire di no. Ci vorrà tempo, ci vorrà rodaggio, ci vorrà applicazione ma ce la metterò tutta.

Hai già avuto modo di “assaggiare” il nuovo team e la nuova realtà?

Poco purtroppo, il Covid mi ha fermato per quasi un mese. Ho fatto un ritrovo di 3 giorni più che altro per conoscere il gruppo, ma aspetto con ansia il primo ritiro al quale potrò prendere parte, da sabato a Riotorto in Toscana, lì si stabilirà anche il programma delle gare. Vorrei cominciare subito, ma chiaramente alle prime gare andranno quelli più in forma e che vanno più forte.

Come giudichi la tua stagione di ciclocross?

Avrei voluto chiuderla con i Tricolori, puntavo a un piazzamento sul podio e stavo andando forte, avevo vinto solamente due settimane prima, ma il Covid ha vanificato tutto. Ero già stato in quarantena fiduciaria per mio padre, poi sono risultato positivo asintomatico e rimasto fermo due settimane. E’ stata dura poi ripartire, pian piano però il fisico ha cominciato a rispondere e ora sto tornando ai miei livelli.

Ceolin Lurago 2021
L’ultima vittoria di Ceolin risale al 27 dicembre scorso, al Cross della Vigilia di Lurago (foto Instagram)
Ceolin Lurago 2021
L’ultima vittoria di Ceolin risale al 27 dicembre scorso, al Cross della Vigilia di Lurago (foto Instagram)
Parlando di te, Pontoni ha detto che hai dalla tua una grande potenza, ma soffri un po’ per cali di concentrazione…

Non andrei mai contro l’esperienza del cittì, le sue parole sono sempre dettate dalla saggezza. Probabilmente faccio fatica a risollevarmi da momenti difficili ed eventi sfortunati, in quei frangenti è difficile rimanere concentrati, sicuramente la testa fa tanto. So che si poteva raccogliere di più nella stagione appena conclusa, ma devo guardare avanti.

E’ pur vero però che ti considera sempre un possibile azzurro.

Con Pontoni c’è sempre stata sincerità e grande fiducia, poi le convocazioni bisogna guadagnarsele, so che è tutto nelle mie mani.

Potresti essere un esempio, l’idea che la Beltrami ha avuto nei tuoi confronti potrebbe essere sfruttata da altri.

Lo so e credo che sia esattamente quello che manca all’Italia, al nostro movimento in paragone all’estero. Guardate Van Der Poel o Van Aert, per me sono grandissimi campioni anche perché hanno dietro una struttura che li accompagna dodici mesi l’anno, a prescindere dalla disciplina che praticano. Se anche da noi si potrà fare lo stesso, se i corridori potranno gareggiare d’inverno e d’estate sempre con la stessa maglia, crescere sarà più semplice. Il progetto mi ha subito entusiasmato e mi rende molto orgoglioso.

Ceolin Beltrami 2022
Ceolin con la divisa da allenamento Beltrami: quella da corsa arriverà in ritiro
Ceolin Beltrami 2022
Ceolin con la divisa da allenamento Beltrami: quella da corsa arriverà in ritiro
Tu vieni dal ciclocross e dovrai adattarti alla strada: è più facile questo passaggio o quello inverso?

Sicuramente il mio. Per gareggiare nel ciclocross e poter emergere serve una base tecnica, una capacità di guida che puoi acquisire solo da giovanissimo, per attivare quegli automatismi necessari, Arrivarci da junior o Under 23 è più difficile. Approdando alla strada le differenze sono più dettate dal ritmo di gara, dalla lunghezza passando da una a 4-5 ore di competizione. Non dimentichiamo poi che anche i biker fanno tanta strada, soprattutto in allenamento.

Una delle difficoltà più segnalate è il riuscire a stare in gruppo.

Certamente non è semplice, lì spero mi verranno in aiuto le reminiscenze da junior. C’è comunque tanto da imparare: tempo ce n’è ma neanche tanto, considerando che sono all’ultimo anno U23 e sono già in una fase nella quale bisogna far vedere di che pasta si è fatti, se si vuole strappare un contratto da pro’. Bisogna darsi da fare…

Ceolin 2019

Ceolin, un crossista su strada. I consigli di Pontoni

04.02.2022
5 min
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Qualche giorno fa, parlando con Roberto Miodini, ci aveva colpito la sua scelta di portare nella Beltrami Tsa-Tre Colli Federico Ceolin: «E’ un crossista puro – aveva affermato il diesse – non un corridore che fa anche ciclocross». Una notizia che ne porta con sé anche un’altra, quella dell’interesse diretto del team verso il ciclocross, foriero di un suo futuro anche all’interno della specialità.

Per saperne di più non potevamo che rendere note queste parole al cittì della nazionale azzurra Daniele Pontoni, che conosce molto bene il ragazzo friulano e che è sicuramente molto interessato dai propositi del team. Abbiamo dovuto attendere il ritorno della nazionale azzurra da Fayetteville (invero un po’ ritardato dalle coincidenze dei voli) ma alla fine Pontoni, in procinto di prendersi una meritata breve vacanza dopo una stagione lunga e foriera di risultati positivi, ha dato le sue risposte.

Ceolin ciclocross 2021
Federico Ceolin è nato a Portogruaro (VE) il 27 ottobre 2000. E’ nel giro azzurro dal 2018
Ceolin ciclocross 2021
Federico Ceolin è nato a Portogruaro (VE) il 27 ottobre 2000. E’ nel giro azzurro dal 2018
Partiamo da Ceolin: che cosa ci puoi dire di lui?

E’ un ragazzo pieno di qualità, che deve crescere ancora tanto. Finora è andato un po’ a corrente alternata, soprattutto dal punto di vista della concentrazione. Durante la stagione alterna cose egregie ad altre un po’ sottotono e si capisce che non è una questione fisica, quanto proprio di testa.

Ti stupisce l’interesse della Beltrami TSA-Tre Colli nei suoi confronti?

No, perché anche se non ha mai fatto strada, è un ragazzo che ha già dimostrato quel che vale nel ciclocross. La nuova esperienza non potrà fargli che bene. Consideriamo che è un corridore molto giovane e queste novità potrebbero proprio limare quello che è stato finora un freno, portandolo a concentrarsi in maniera più continua verso la propria attività. L’importante è che sia convinto e non si senta costretto a farlo, deve avere la consapevolezza che può essere un’esperienza utile e positiva.

Tecnicamente che caratteristiche ha?

E’ un corridore molto potente. Forse in qualche frangente diventa un po’ troppo aggressivo nella guida, ha solo bisogno di un po’ più di concentrazione per controllare i tratti più difficili, ma sicuramente la potenza è un fattore a suo vantaggio e credo che questo possa emergere anche su strada.

Ceolin Giro d'Italia 2019
Il corridore veneto ha vinto due tappe al Giro d’Italia di ciclocross, vestendo la maglia rosa nel 2019
Ceolin Giro d'Italia 2019
Il corridore veneto ha vinto due tappe al Giro d’Italia di ciclocross, vestendo la maglia rosa nel 2019
Che cosa ne pensi dell’idea della Beltrami di approcciarsi al ciclocross? Il loro è un discorso che inverte una linea finora in voga di contrapporre le due specialità, ultimo caso quello relativo a Bryan Olivo…

Sono parole che mi fanno molto piacere. Io sono convinto che se lo fa un team, poi ce ne sarà un altro e un altro ancora e così via, è questo il discorso di cambiamento culturale al quale mi sono sempre riferito. Scopriranno che in questo mondo c’è qualcosa d’importante che viene a vantaggio di tutti, faccio un semplicissimo esempio: gareggiando d’inverno c’è la possibilità di dare molta più immagine agli sponsor spingendoli a investire di più…

Pensi di prendere contatto con loro?

Adesso mi prendo qualche giorno di pausa perché la stagione è stata lunga ed è giusto che mi dedichi alla famiglia. Entro fine mese però metteremo già in moto tutta la macchina per la stagione prossima e prenderò sicuramente contatto non solo con la Beltrami, ma anche con tante altre realtà.

L’idea di tenere attiva la nazionale di ciclocross anche nella stagione su strada è sempre viva?

Più che mai, stabiliremo una serie di date utili e di manifestazioni alle quali prendere parte, soprattutto dal mese di luglio in poi in modo da arrivare all’avvio della stagione sui prati già abbastanza rodati.

Ceolin Livenza 2019
La vittoria di Ceolin al Trofeo Città di Meduna di Livenza 2019 (foto Alessandro Billiani)
Ceolin Livenza 2019
La vittoria di Ceolin al Trofeo Città di Meduna di Livenza 2019 (foto Alessandro Billiani)
Facendo un bilancio della trasferta di Fayetteville, che cosa ti è rimasto?

Il fatto che sono tutti andati al di là dei propri limiti onorando al meglio non solo la maglia, ma anche chi per molti motivi non poteva essere lì. Alla fine erano tutti veramente contenti, è stata una trasferta più che positiva.

Sei d’accordo che il bronzo inaspettato della Persico sia nato dalla sua azione nella seconda tornata, quando Vos e Brand hanno fatto esplodere la corsa e lei è stata brava a tenere duro più delle avversarie?

Il suo capolavoro è cominciato da lì, nel secondo e terzo giro, quando ha visto che la Alvarado seguiva le avversarie e non si è data per vinta tenendola sempre nel mirino fino a riagguantarla. Quello americano era un percorso infido, si è visto che se perdevi una decina di secondi era poi quasi impossibile ricucire lo strappo, lei è stata brava a rimanere a poca distanza dall’olandese fino a riuscire a riprenderla. Il resto è stato consequenziale.

Arzeni dice che questa nuova Persico potrà fare molto bene su strada…

La conosce bene e io la penso esattamente come lui. Al di là della medaglia, io ho visto nel corso di tutta la stagione una sua maggiore consapevolezza, ora Silvia è un’atleta a 360°, che affronterà la stagione su strada con un nuovo entusiasmo, spero che riesca a cogliere le occasioni che certamente le si presenteranno, può vincere anche lì. Gareggiare su strada non può dare che vantaggi, se ne accorgerà anche Ceolin, ne sono sicuro.

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, uomini elite, volata Dorigoni-Cominelli

Jakob (cattivissimo) torna al successo

02.11.2020
2 min
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A Gallipoli, Jakob Dorigoni è tornato a fare ciò che gli riesce meglio, almeno nel panorama italiano: vincere e soprattutto vincere giocando con gli altri come il gatto col topo. Le disavventure sofferte a Osoppo, veder sfuggire gli altri per un problema meccanico e soprattutto aver perso la maglia rosa, gli avevano lasciato dentro una rabbia che l’altoatesino ha saputo sfruttare al meglio. Chi conosce il ciclocross sapeva che questa volta nulla e nessuno lo avrebbe fermato, anche se la gara è stata incerta fino all’ultimo.

Volata super

Jakob è partito subito forte, la maglia rosa Cominelli come è solito fare ci ha messo di più a carburare, la sua rincorsa era stata premiata dando vita a un ultimo giro all’insegna dell’incertezza, ma si vedeva che questa volta Dorigoni era pronto per fare poker. Come ci è riuscito? Lo racconta lui stesso.

«Mi è passato tanto per la mente – dice Jakob – avevo pensato di provare a staccarlo prima dello sprint, ma ho commesso un errore vanificando il mio attacco e ormai non c’era più tempo. Dovevo concentrarmi sulla volata, scegliere la traiettoria migliore e così è stato. Questa volta nulla mi avrebbe privato della vittoria».

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, uomini elite, partenza
Gara uomini elite, partenza velocissima (foto Pasquale Abbattista)
Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, uomini elite, partenza
Uomini elite, partenza velocissima (foto Pasquale Abbattista)

Cominelli rosa

A Cominelli (Scott) non è rimasto altro che accontentarsi di un altro podio, vedendo premiata la sua costanza di rendimento con una maglia rosa che resta nel suo cassetto a due prove dalla fine (sempre che si possano fare, visti i tempi che corrono…), mentre terzo ha chiuso Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli). In classifica il lombardo ha ancora 6 punti su Dorigoni, un margine esiguo, troppo esiguo per non capire che servirà un’inversione di tendenza e che, almeno una volta, bisognerà vincere sul campo. Ma questa è un’altra storia.

U23 per Ceolin

Fra gli Under 23 questa volta è stato Federico Ceolin a stupire, con un quarto posto nella prova Open che apre grandi prospettive future. Il portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite, stessa società di Dorigoni, ha avuto la meglio nei confronti dei due protagonisti della categoria, il biker Davide Toneatti (DP66 Giant SMP) e soprattutto Marco Pavan (D’Amico UM Tools), vincitore assoluto a Osoppo e che la sua maglia bianca di leader di categoria ormai ce l’ha in cassaforte.