La legge, il camionista e 10 domande all’avvocato

08.12.2022
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E’ passata una settimana. Le indagini sulla morte di Davide Rebellin hanno portato con notevole rapidità all’individuazione del camionista che lo ha travolto e poi è scappato, sebbene si fosse reso conto di averlo investito. Quel che resta nebuloso è che cosa accadrà adesso.

Abbiamo letto che quel sessantennne maledetto e recidivo non potrà essere arrestato in Germania, perché lassù l’omicidio stradale non è previsto fra i reati. Abbiamo letto tutto e il contrario di tutto. Ma siccome in questi casi a dettare la via, che piaccia o meno, è la legge, ci siamo rivolti a Federico Balconi con 10 domande. E’ l’avvocato di Zerosbatti, ormai l’amico di chiunque abbia avuto un incidente in bici. Ecco che cosa ci ha risposto.

Federico Balconi e Vincenzo Nibali, Zerosbatti ha preso il volo dalla loro collaborazione. In apertura, immagine giustiziainsieme.it
Balconi e Nibali, Zerosbatti è nata dalla loro collaborazione. In apertura, immagine giustiziainsieme.it

1) L’omicidio stradale può essere colposo?

L’omicidio stradale si configura ogni volta che un automobilista compie una manovra di sorpasso senza adottare tutte le misure cosiddette “cautelari” previste dal Codice della strada (art. 148). Dovrebbe cioè tenere una velocità moderata e che consenta il sorpasso in sicurezza, con una distanza che tenga conto di strada, eventuali sbandamenti del ciclista e che non metta lo stesso in pericolo durante la manovra. In caso di urto automaticamente viene imputata all’autista la mancata adozione di queste norme. Pertanto, non potrà dire di non essersi accorto. Varrebbe come una confessione perché significherebbe che non aveva adottato nemmeno la minima diligenza di guardare la strada!

2) Aver visto ed essere fuggito è un’aggravante?

Qualora venisse dimostrato, questo comportamento configura una grave omissione di soccorso. Perché non potrà nemmeno dire di non essersi accorto dell’evento.

3) In Italia sarebbe stato arrestato?

Il reato di omicidio stradale in Italia prevede l’arresto facoltativo se non vi sono aggravanti. Diventa obbligatorio in presenza di aggravanti, come in questo caso (omissione di soccorso). Vi è a mio avviso un altro elemento da verificare, ovvero che non fosse in stato di alterazione alcolica o da sostanze stupefacenti. Questo per un autista di camion comporta la maggiore delle aggravanti con arresto obbligatorio.

Questa l’area dell’incidente, al centro l’immissione e la rotonda accanto al ristorante (immagine Google Maps)
Questa l’area dell’incidente, a destra lo svincolo e la rotonda accanto al ristorante (immagine Google Maps)

4) In quale modo si potrà portare qui il camionista?

Il PM Italiano potrebbe valutare, una volta accertata la dinamica, di chiedere l’arresto mediante ordine di cattura internazionale.

5) L’autopsia in certi casi è comunque indispensabile?

L’autopsia viene disposta d’ufficio, perché la configurazione del reato prevede il nesso causale tra evento e morte. Quindi deve essere esclusa qualsiasi altra possibile causa di decesso.

6) L’autista è recidivo: in Italia avrebbe avuto ancora la patente?

Purtroppo sì, perché una volta scontato il periodo di sospensione (di solito con patteggiamento e lavori socialmente utili), la patente viene restituita. In caso di recidiva per la guida in stato di ebrezza o se avesse commesso lo stesso reato negli ultimi due anni, sarebbe prevista la revoca. La recidività penalmente invece è aggravante e, anche se superati i 5 anni, non potrà usufruire della sospensione condizionale della pena.

Davide Rebellin, figlio, fratello, marito e campione, è stato ucciso da un camion il 30 novembre 2022
Davide Rebellin, figlio, fratello, marito e campione, è stato ucciso da un camion il 30 novembre 2022

7) Quale pena rischia?

La pena potrebbe andare dai 2 a 7 anni senza aggravanti, oppure da 8 a 12 anni se aggravata. Escluderei l’aggravante lieve (da 5 a 10 anni).

8) Se sarà carcere, dovrà scontare la pena in Italia?

Potrebbe richiedere di scontare la pena in un carcere tedesco, tramite gli accordi europei tra Stati.

9) Oltre al penale ci sarà un processo civile?

Il processo civile potrà essere svolto in due modi. Tramite la costituzione di parte civile da parte dei parenti/eredi di Davide direttamente nel processo penale. Oppure con separato giudizio: scelta più opportuna, poiché il processo civile è finalizzato al risarcimento del danno, che compete maggiormente al Giudice Civile Ordinario. 

Il peso del camion ha gioco facile contro la bicicletta, ma è difficile in certi casi sostenere di non essersi accorti
Il peso del camion ha gioco facile contro la bicicletta, ma è difficile in certi casi sostenere di non essersi accorti

10) Cosa potrebbe dire a sua discolpa?

Come spesso leggiamo nei verbali di sommarie informazioni, l’automobilista generalmente per discolparsi sostiene che il ciclista abbia cambiato repentinamente direzione. Oppure che durante il sorpasso probabilmente ha cambiato direzione sbandando e urtando il cassone… Abbiamo letto anche di automobilisti che in fase di sorpasso hanno dichiarato di aver sentito un colpo e solo dopo essersi resi conto di aver colpito il ciclista… Tutte dichiarazioni che potranno essere utilizzate contro lo stesso autista. Dimostrerebbero infatti la mancata diligenza e attenzione dovute nel compiere una manovra così pericolosa.

Un esercito di 45 mila ciclisti che chiedono più sicurezza

13.09.2022
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Il punto sulla sicurezza si può fare anche dall’analisi del danno. Solo che se di mezzo ci sono biciclette e strade, si capisce bene che il danno possa essere ben più doloroso di una carrozzeria rigata. Per questo, nei giorni dell’Italian Bike Festival, abbiamo invitato Federico Balconi , avvocato fondatore dell’Associazione Zerosbatti (in apertura all’inaugurazione del monumento a Scarponi, dopo Nibali, Tonti e Carera), a fermarsi per qualche minuto sul pullman di bici.PRO, dando una continuità ai discorsi fatti più volte durante l’anno.

Avvocato, come va la vita sulle strade?

E’ ricominciato tutto come sempre. C’era stato un calo durante il lockdown, poi appena il Governo ha pubblicato la famosa FAQ con cui si consentiva la ripresa delle uscite in bici, sono ripresi gli incidenti.

Zerosbatti conta ormai 45 mila soci in tutta Italia, che chiedono più sicurezza (foto Facebook)
Zerosbatti conta ormai 45 mila soci in tutta Italia, che chiedono sicurezza (foto Facebook)
Da allora ACSI ha inserito l’iscrizione gratuita a Zerosbatti in sede di tesseramento, a quanti associati siete arrivati?

Ad oggi abbiamo circa 45 mila soci e sicuramente le casistiche si ampliano. Un portfolio di questo tipo ci dà più credibilità presso le assicurazioni. Il nostro obiettivo di base è agire senza arrivare in tribunale, mettendo in atto una sorta di gestione virtuosa del danno. Io lavoro nei sinistri da quando ho iniziato, ma ora sono diventato l’avvocato dei ciclisti, quello che si occupa della loro sicurezza.

La casistica si amplia e cosa si capisce?

Vengono fuori situazioni che magari prima non si consideravano. Dalla multa al ciclista, ad esempio, che denota una forma di pregiudizio.

Multe di che tipo?

Capita che il ciclista investito venga multato perché non era abbastanza a destra. Chiaramente si fa ricorso, perché il motivo di quella posizione potrebbe essere dovuto a una buca, alla strada comunque danneggiata o a situazioni che ne pregiudichino la sicurezza. Sono ricorsi che si vincono e che non pregiudicano l’esito del risarcimento. I verbali sono tutti contestabili, perché sono comunque la ricostruzione di qualcuno che non c’era. Capita anche il ciclista che quella multa la paga, anche se io consiglio di non farlo. Ma alcuni sono così onesti che lo fanno ugualmente.

Federico Balconi e Vincenzo Nibali, il primo ad aver creduto fermamente nell’iniziativa a favore della sicurezza
Federico Balconi e Vincenzo Nibali, il primo ad aver creduto fermamente nell’iniziativa
Altre casistiche che portano a incidenti?

Le discussioni fra automobilisti e ciclisti, come quello che è successo a Luca Chirico. L’automobilista forse non si rende conto che l’investimento costituisce un’ipotesi di reato, mentre è sempre più evidente la serie di luoghi comuni che ci perseguitano. Dal fatto che si stia in mezzo alla strada, al nostro non andare a lavorare. Quello che leggi sui social è lo specchio della realtà. Pensare che certa gente vada in macchina mentre siamo in bici a volte fa paura.

Cosa si può dire del famoso metro e mezzo in sorpasso?

Personalmente non sono a favore, perché di fatto significa imporre un altro limite. Il Codice della Strada dice che non si deve superare una distanza cautelare e su questo esiste una sentenza di condanna per omicidio stradale. Quello che incrementerei nel Codice sarebbe semmai stabilire che se investi un ciclista, hai torto a prescindere, come quando guidi in stato di ebrezza. Le pene severe servono prima a spaventare e poi a educare, finché certi comportamenti non diventano un’abitudine.

L’Acsi di Emiliano Borgna, qui con Bugno a IBF 2022, offre ai tesserati l’iscrizione a Zerosbatti (foto ACSI)
L’Acsi di Emiliano Borgna, qui con Bugno a IBF 2022, offre ai tesserati l’iscrizione a Zerosbatti (foto ACSI)
Come l’uso della cintura di sicurezza?

Esatto, anche se poi trovi quello che aggancia la cintura del sedile accanto e se ne fa un baffo. O come quelli che continuano a guidare col cellulare. E qui subentra la distrazione, causa di incidenti e decessi. Sono solito dire che se provochi un brutto incidente in cui qualcuno muore o rimane gravemente ferito, il dramma è per entrambi. Perché anche la vita di chi l’ha provocato cambierà per sempre.

Qualche consiglio prima di andare?

Usciamo in bici sempre in coppia, in modo da avere un testimone e qualcuno che possa aiutarci.

Oltre all’assicurazione, la tutela legale: accordo Acsi-Zerosbatti

18.09.2021
5 min
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Le strade sono piene di bici e di pericoli. L’incremento dettato dal Covid non ha reso la situazione meno pericolosa, con automobilisti esasperati e sempre più distratti. Poi ci saranno pure i ciclisti che vanno in gruppo quando non dovrebbero e tutto il resto, ma alla fine della fiera loro si fanno male e gli altri no. Le notizie di cronaca si susseguono. E se nulla si muove sul piano legislativo (è davvero avvilente rendersi conto del disinteresse per gli utenti deboli della strada), fa piacere segnalare l’iniziativa di Acsi e Zerosbatti. Il primo è un ente che assomma circa 52mila tesserati fra gli amatori ed è presieduto nella sezione ciclismo dall’avvocato Emiliano Borgna. Il secondo è l’associazione creata dall’avvocato Federico Balconi, che offre assistenza immediata e tutela legale ai suoi associati in caso di incidente. I due hanno deciso di unire le forze, così a tutti i tesserati Acsi dal 2022 sarà offerta dalla stessa associazione la tessera Zerosbatti, senza alcun aumento nei costi del tesseramento.

La cronaca è impietosa. Il 24 giugno un’auto ha fatta cadere Francesca Baroni, alla vigilia del Giro d’Italia Donne
La cronaca è impietosa. Il 24 giugno un’auto ha fatta cadere Francesca Baroni, alla vigilia del Giro d’Italia Donne

Obiettivo concretezza

Con Emiliano Borgna abbiamo parlato spesso. Fu sua la proposta, finora disattesa, di una collaborazione con la Federazione ciclistica italiana per abbinare alle Gran Fondo delle gare delle categorie giovanili, sfruttando la logistica delle zone di arrivo. L’accordo con Zerosbatti ha davvero un ottimo sapore.

«E’ un’idea interessante e concreta – spiega – perché si parla spesso di sicurezza, si pensano mille cose, dal metro e mezzo ad altre forse, ma poi per mille motivi diversi non si realizza molto. Così abbiamo pensato se non altro di offrire un servizio in caso di sinistro, un consiglio e l’appoggio legale, perché quando ti buttano per terra, non sempre sai come muoverti e cosa fare. Perciò ci siamo incontrati con Federico Balconi, abbiamo iniziato a ragionare e l’accordo è stato spontaneo».

Al Giro d’Italia Donne, Anna Van der Breggen in rosa con Yanira, mamma di Silvia Piccini, uccisa sulla strada mentre si allenava
Al Giro d’Italia Donne, Anna Van der Breggen in rosa con Yanira, mamma di Silvia Piccini, uccisa sulla strada mentre si allenava

Attività formative

Zerosbatti nei mesi ha raccolto il favore anche di alcuni professionisti di spicco, fra cui Nibali, e questo potrebbe servire per invogliare gli amatori a non sottovalutare l’opportunità.

«L’idea di fondo – prosegue Borgna – è anche quella di organizzare delle attività formative, delle tavole rotonde attraverso cui affrontare le varie questioni legate alla sicurezza. Perciò nella tessera 2022 i nostri associati si troveranno anche la tutela legale e penso che potranno esserne contenti anche sul piano economico, dato che affiliarsi a Zerosbatti costerebbe comunque 15 euro. All’Italian Bike Festival di Rimini abbiamo visto tutti quali grandi numeri facciano le e-bike e le bici che saranno usate da utenti della strada che non hanno una grande dimestichezza. Per questa iniziativa penso ai nostri amatori, ma anche a loro. Con una tessera che gli dà l’assicurazione, trovano anche la tutela legale».

L’amicizia fra Borgna e Balconi è iniziata da anni nel mondo delle Gran Fondo
L’amicizia fra Borgna e Balconi è iniziata da anni nel mondo delle Gran Fondo

Paga tutto l’Acsi

Chi paga i 15 euro per 52mila tesserati, se è vero che non avranno alcun aumento nel tesseramento? E’ questa la prima domanda con cui bussiamo alla porta di Federico Balconi, ideatore e motore di Zerosbatti con l’appoggio esterno e lungimirante di Johnny Carera.

«Conoscevo Borgna da anni – racconta – e da un paio abbiamo cominciato a pensare di fare qualcosa insieme. Ho parlato con la nostra assicurazione, abbiamo spuntato un prezzo di favore e tutti i costi li sosterrà Acsi, che ha rinunciato a qualcosa per farsi carico di questo impegno importante. Certo un numero così grande di tesserati richiederà anche a noi di strutturarci. Stiamo facendo colloqui su colloqui, non bastano avvocati. Serve anche gente capace di empatia e che sia capace, al primo contatto, che di solito avviene in caso di incidente, di spiegare al ciclista frastornato cosa fare. All’inizio il supporto è prima di tutto morale, poi si passa a fare le foto e alla tutela legale».

Ai rilievi dei carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianze
Ai rilievi dei carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianze

Una base larga

Si tratta di grandi numeri, che potrebbero esplodere ancora se con il passa parola si aggiungessero altre tessere.

«Stiamo toccando con mano dai primi riscontri – ancora Balconi – quanto fosse urgente questa esigenza. Mentre in caso di incidente il singolo scrive all’assicurazione e si espone alla valutazione dei periti, i nostri iscritti scrivono a noi. Siamo noi il primo filtro, li guidiamo nelle richieste. Avere un incidente non è vincere alla lotteria, per cui se non ti fai male, puoi sperare di avere gratis il modello nuovo della bici distrutta. Le furbate sono ciò che rende i liquidatori poco disponibili. Si cerca la soluzione stragiudiziale, lavoro da 25 anni con le assicurazioni e penso che con logica, buon senso e diritto si portino a casa buoni risultati in tempi rapidi. Se parliamo solo di danni materiali, in due mesi il caso si chiude. Ma bisogna essere onesti e trasparenti.

«E se poi ci sarà da andare in causa, la polizza di tutela legale ti permette di andare senza troppi pensieri e senza dover anticipare le spese legali. E se anche i tempi si allungano, la copertura ti tiene al sicuro. Emiliano è un avvocato. E anche se per questo incarico non esercita la professione, ha avuto una visione giuridica importante. E chi dice che un giorno, forti di tante migliaia di tesserati, non si possa andare dal legislatore a chiedere delle riforme? Il principio del referendum è proprio questo…».

Vendrame prenota una tappa: «Scegliete voi quale…»

04.05.2021
5 min
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Ci sono immagini che restano negli occhi, vai a sapere il perché. L’immagine di Vendrame al Giro d’Italia per chi scrive è il corridore veneto che passa in un secondo dal sogno di vincere la tappa di San Martino di Castrozza al chinarsi sulla bici con la catena incastrata. E lo stesso, ripartito, arrivare secondo alle spalle del sorriso di Chaves, stramazzando sull’asfalto senza il fiato per rendersi conto della straordinaria rimonta. Era il 2019. E anche se la ricompensa arrivò nella forma del contratto WorldTour con la Ag2R, togliersi dalla testa quella maledetta sfortuna è un’operazione ancora impossibile.

«E figuratevi per me – sorride amaro Andrea – se non resta un chiodo fisso. Quel salto di catena me lo porto nei pensieri. Certo non ci sto a pensare ogni giorno, sennò impazzirei…».

Al Coppi e Bartali una caduta il primo giorno lo ha costretto a ritirarsi
Al Coppi e Bartali una caduta il primo giorno lo ha costretto a ritirarsi

Tardo pomeriggio di un giorno che annuncia il Giro. Domani Torino sarà invasa dalla carovana rosa, chiamata al primo giro di tamponi. E i giorni che restano, come ha già raccontato De Marchi, sono quelli per far entrare milioni di appuntamenti nel poco tempo a disposizione.

«Il Giro ti stanca – ammette – ma le due settimane prima sono terrificanti. Soprattutto se hai sponsor come plantari o fondelli, per i quali ci sono misure da prendere, verifiche da fare. E io quest’anno voglio fare un Giro diverso dall’anno scorso, quando mi buttavo nelle volate e tenevo duro sulle montagne. Il piazzamento dà morale, ma l’obiettivo stavolta sarà cercare tappe per andare in fuga. Oppure giornate in cui la selezione porti 50 corridori in volata, per provare a vincere. Peccato il piccolo incidente di percorso alla Coppi e Bartali…».

Caduta, botta alla spalla e ritiro dopo la prima tappa… Cosa cambia?

Sono stato fermo per 12 giorni, quindi la condizione è rallentata, per cui dovrò fare una prima settimana tranquilla, per venire fuori dopo. Il guaio è che per la caduta ho dovuto saltare l’Amstel, che sarebbe stato un bel banco di prova. In ogni caso, un professionista deve essere capace di rialzarsi e la squadra punta molto su di me, me lo hanno sempre detto. Sono stati formidabili, anche se all’inizio non parlavo francese. Ma adesso, essendo l’unico italiano, sento l’obbligo di fare un bel Giro.

Un motivo di pressione?

No, perché da quando sono arrivato, mi hanno sempre coccolato e lasciato tranquillo. Sarò libero di giocare le mie carte, la squadra è polivalente e il fatto di non avere un uomo di classifica che possa puntare a stare nei 10, libera le mani agli altri. Il passaggio da team disegnato per i Giri a team per le classiche ha fatto sì che si sia smesso di programmare tutto al dettaglio, una cosa che a me non piaceva. Diciamo, scherzando, che si stanno adattando a me…

Ci avevi parlato della Sanremo come grande obiettivo di primavera.

Avevo tanti obiettivi, la Sanremo era quello su cui puntavo di più. L’anno scorso era venuto un 11° posto, pensavo di fare meglio. Quest’anno sono arrivato comunque nel gruppo dietro i primi, ma senza il caldo del 2020 (si corse ad agosto, ndr) le cose sono cambiate. A ciò si aggiunga che ogni anno si va più forte e si deve studiare con i preparatori il modo per arrivare al via al 110 per cento.

Bisognerà rifarsi, insomma…

L’obiettivo di questo Giro sarà portare a casa una tappa. Per me. Per i tifosi. Per il team che mi ha rinnovato la fiducia fino al 2023. Per il mio allenatore. Per il mental coach. C’è tanta gente che vorrei ripagare e che ne sarebbe contenta…

Europei U23 2016, argento. Cinque mesi prima lo hanno investito, la cicatrice sul volto lo ricorda
Europei U23 2016, argento. Cinque mesi prima lo hanno investito, la cicatrice sul volto lo ricorda
Fra gli incidenti di percorso, c’è anche l’aggressione di Natale…

Ho dato tutto in mano a Federico Balconi, l’avvocato di Zerosbatti. Ero stanco e stressato di seguirla, così gli ho dato mandato. E’ assurdo che un bambino che inizia a correre o un amatore possa essere aggredito, mentre dovrebbe essere tutelato. Ne vedo di cotte e di crude, ma sono sulla strada a lavorare. Avevo già pagato il mio debito nel 2016, quando una signora mi investì, ma evidentemente – sorride amaro – mi aspettava ancora la maxi-rata. Sono cose che non dovrebbero accadere

Ma ancora accadono.

Ho visto il video dell’aggressione subita dl ragazzo del Team DSM e francamente si fa fatica a immaginare che la gente possa arrivare a questi livelli. Ma evidentemente nell’epoca del Covid, di persone che hanno perso il lavoro, di preoccupazioni a non finire, la lucidità va a farsi benedire. Ma noi non c’entriamo. Siamo persone che fanno il loro lavoro. Pensiamo al Giro, dai. Domani si va a Torino, sabato prima tappa…

Corridori, leggete qua: cosa si fa in caso di sinistro?

07.04.2021
4 min
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Il primo contatto ha lasciato tante porte aperte, così questa volta con Federico Balconi, avvocato e fondatore dell’associazione Zerosbatti, si parla del caso più frequente: l’incidente, il sinistro. Di quando un’auto investe il corridore e lo lascia lì. Ferito più o meno gravemente, se non peggio. L’elenco è infinito, la strada ha preteso un elevato numero di vittime i cui nomi scorrono davanti agli occhi. Con alcuni continuiamo a parlare. Marina Romoli. Samuele Manfredi. Luca Panichi. Con altri vorremmo poter parlare, ma non si può più. Michele Scarponi. Tommaso Cavorso. Anthony Orsani. L’elenco è lungo e ogni caso ha avuto un percorso processuale differente.

Il perito dell’assicurazione deve anche essere esperto della bicicletta
Il perito dell’assicurazione deve anche essere esperto della bicicletta
Da cosa cominciamo, avvocato?

Da una considerazione: sulla strada non si è mai abbastanza prudenti. Un cliente ciclista qualche tempo fa ha ucciso un ragazzino ed è uno super sensibile alla tematica della sicurezza. Sono a favore della regola del metro e mezzo per il sorpasso, che però ha un limite. Il Codice della Strada non impone misure, ma dice che se tocchi un ciclista mentre lo superi, sei colpevole. Il contatto poi può avere diverse conseguenze. Può portare alla morte dell’investito o a lesioni di varia entità.

La morte dell’investito…

L’omicidio stradale adesso è previsto come un reato autonomo, non si parla più di omicidio colposo. Viene punito con una pena da 2 a 18 anni.

Che cosa si fa quando si viene investiti?

Bisogna ricostruire le dinamiche. Il ciclista è un soggetto fluttuante, se viene colpito vuol dire che chi lo ha superato non ha messo in atto tutte le misure necessarie. La ricostruzione tempestiva delle dinamiche è utile quando si andrà a processo. E’ importante avere un avvocato da chiamare, per avere un punto di riferimento nel momento in cui non hai la lucidità per fare tutto il necessario. Se aspetti che a fare i rilievi siano i Carabinieri, magari passa troppo tempo oppure gli stessi rilievi vengono fatti male.

Ai rilievi dei Carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianze
Ai rilievi dei Carabinieri si possono aggiungere quelli individuali
Quale utilità può avere che io proceda a fare da me i rilievi?

Se fai i tuoi rilievi e poi consegni tutto al suo avvocato, quello può fare un’indagine. Tenete presente che dopo 7-10 giorni non trovi più le cose come sono. Ci sono casi di strisce disegnate sull’asfalto dopo l’incidente o buche tappate, perché qualcuno si è reso conto di una mancanza e vi ha posto rimedio.

Ovviamente tutto questo va bene qualsiasi siano le conseguenze dell’incidente?

Certo, anche se non ci scappa il morto. I nostri associati ormai sono diventati bravissimi. Se fai le cose per bene, anche il liquidatore dell’assicurazione ha meno problemi a fare il suo lavoro, perché riesce ad evadere una pratica completa. Allo stesso modo, sarebbe utile che il perito dell’assicurazione fosse esperto di bici.

Mi investono e cosa faccio?

Prendi il numero di targa, che va bene per fare la denuncia. Se invece non riesci a prenderlo e l’investitore se ne va, si può sempre ricorrere al Fondo di garanzia delle vittime della strada. Diverso se hai preso la targa e quello nega. Se lo denunci, poi sta a lui dimostrare che non si trovasse lì quel giorno e a quell’ora. In questi casi faccio appello al buon senso. Se menti e vieni smascherato, diventa un boomerang, perché scatta anche l’omissione di soccorso. Ma per rendere tutto questo meno problematico, sarebbe buona norma uscire in bici in due, per sicurezza in ogni caso.

La media dei sinistri che coingolgono ciclisti è di quasi uno al giorno
La media dei sinistri che coingolgono ciclisti è di quasi uno al giorno
Ci sono corridori che hanno subito danni irreversibili: quanto copre l’assicurazione?

Se c’è un responsabile, l’assicurazione copre al 100 per cento, ma devi avere un buon avvocato. Non ci sono solo i danni alla bici, ci sono incidenti che portano invalidità permanenti, che comportano costi fissi per le famiglie di cui si deve tenere conto. In quei casi c’è da fare una trattativa in sede extra giudiziale. E poi ci sono i danni per i corridori e lì entriamo in un altro mondo.

Vale a dire?

Investi un atleta. Lo costringi a stare fermo per un certo periodo di tempo, magari a saltare la stagione. Così entra in campo il mancato guadagno per l’anno in corso, ma va anche affrontato ciò che tale interruzione dell’attività comporta. Magari gli impedisci di rinnovare il contratto, di offrire le prestazioni che porterebbero a un ingaggio migliore. Allora devi esibire l’elenco dei piazzamenti, dei precedenti, delle offerte ricevute e declinate a causa dell’incidente. E il brutto è che succede tutto per un motivo.

Che sarebbe?

Che la bici non viene percepita come un veicolo, ma come una scocciatura. Se consideri che stai superando un veicolo e non un ostacolo che si frappone fra te e la tua smania di superare, magari sei già un passo avanti nello scongiurare l’incidente e ti eviti un mare di problemi.

Zerosbatti: difesa dei ciclisti, tutela legale e tanto altro

24.03.2021
5 min
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I numeri parlano chiaro, in barba alle lamentele di chi guida l’auto e vorrebbe toglierli tutti di mezzo. I ciclisti sono l’anello debole della strada e spesso al danno vedono sommarsi la beffa: Zerosbatti è nata per questo. Vendrame aggredito per la strada. Scarponi ucciso a pochi metri da casa. Tommaso Cavorso ucciso da un’auto in sorpasso. Marina Romoli travolta. Pozzovivo schiantato da un’auto. Samuele Manfredi su una sedia a rotelle e Luca Panichi prima di lui. Quanti sono i ciclisti che ogni giorno subiscono la violenza della strada?

Se seguite il ciclismo su Eurosport, questa storia l’avete già sentita, perché Luca Gregorio non manca mai di parlarne e fa bene. Qui ci proponiamo di preparare la tela su cui stendere di qui in avanti una serie di ragionamenti a uso di chi va in bici e nel momento del sinistro, non sa che pesci prendere.

«Perché quando ci finisci in mezzo – dice Federico Balconi, avvocato (nella foto di apertura) – non hai la lucidità di fare quel che serve. Se sai di avere un’assistenza legale, magari sai anche come muoverti. Ma se prima hai da pensare alle tue ferite e alla fisioterapia e il ricorso lo tieni per dopo, magari quando cominci è già tardi. Avete fatto voi il nome di Scarponi. Non conosco il caso, ma quando succede qualcosa di così drammatico, l’avvocato serve subito perché vengano fatti tutti i rilievi e si lavori in modo tempestivo. Dopo è tardi. Dopo oltre al dolore per la perdita, c’è la beffa per risarcimenti risibili».

Questa foto fa male, parla di Michele Scarponi e Marina Romoli e di un destino atroce…
Questa foto fa male, parla di Michele Scarponi e Marina Romoli e di un destino atroce…

Una storia personale

Federico va per i 53 e racconta che la sua storia e quella di Zerosbatti, l’associazione da lui fondata, risale al dicembre 2017. La storia nel dettaglio è sul sito. In sintesi, torniamo al 2016. Durante un’uscita in bici, Federico viene contattato da un’agente della Stradale che gli comunica che suo padre è stato investito. Corre al Pronto Soccorso. Trova il padre sfigurato dal dolore. Ma il vero calvario è appena cominciato. E proprio dal rendersi conto della difficoltà nell’ottenere giustizia, nasce l’idea di creare un’associazione che offra assistenza legale e metta il ciclista investito al riparo dai primi esborsi finanziari. Un’assicurazione. Zerosbatti, appunto, nessuna preoccupazione.

Perché di preoccupazione si tratta…

Hai subito l’incidente, poi arrivi alla causa e si apre tutto un altro scenario. Devi disporre di un fondo iniziale per cominciare e poi c’è la causa, che può andare bene o male. E se per qualsiasi motivo va male, non solo non hai un risarcimento, ma devi pagare le spese legali. Noi evitiamo tutto questo. Facciamo l’analisi della pratica e valutiamo la fattibilità. Se sei andato da solo contro un furgone parcheggiato, hai poco da fare. Ma se noi di Zerosbatti siamo convinti di poter procedere, la portiamo sino in fondo.

Cosa fare se si viene investiti: Zerosbatti fa anche formazione
Cosa fare se si viene investiti: Zerosbatti fa anche formazione
Come dire che i ciclisti non sono la causa di tutti i mali?

Potranno dare fastidio quando sono in mezzo alla strada, ma la stragrande maggioranza dei sinistri vede la ragione da parte dei ciclisti. Sia che vengano travolti da un’auto, sia che cadano per una buca. La Cassazione ha detto che se anche il ciclista è distratto e non la vede, l’Ente che ne è proprietario ha l’obbligo di pensare alla manutenzione. Ma è necessario che il ciclista sappia quali sono i suoi diritti, per questo con i nostri associati facciamo anche opera di educazione, spiegando quali sono le cose da fare subito dopo un incidente.

Qual è il quadro più tipico in caso di incidente?

Leggendo i verbali, la frase più ricorrente è: «Non l’avevo visto!». Perché la vittima è più spesso un ciclista da solo. Il gruppo magari manda in bestia gli automobilisti, ma rende visibili. In auto ci si distrae, sempre più spesso a causa del cellulare. C’è la rotonda che entri e non sai come ne esci. Poi c’è il caso più ricorrente, del ciclista da solo che viene travolto mentre procede sulla destra per i fatti suoi. E poi c’è il sorpasso dell’auto dal senso opposto, perché le nostre strade sono strette e nessuno aspetta il tempo giusto. Il ciclista è l’anello debole e un bersaglio facile, ma nemmeno mi sento di demonizzare troppo l’automobilista.

Indurain, Cavorso e Fondriest: 1.000 km in Spagna per le vittime della strada
Indurain, Cavorso e Fondriest: 1.000 km in Spagna per le vittime della strada
Perché?

Perché a meno che non sia un criminale, è qualcuno che dopo un incidente grave, ha finito di vivere: basti pensare all’uomo che investì Scarponi. Non è cattiveria, è un malcostume da sradicare. Bisogna fare educazione, nelle scuole e nella società civile. E noi facciamo anche questo.

State avendo buone risposte?

Mi parlavano del possibile arrivo di invidiosi ed haters, ma finora sto respirando soltanto la gratitudine di chi non aspettava altro. Finalmente c’è un soggetto legale che ci mette la faccia. E non si tratta solo di dare assistenza legale, perché tutto quello che c’è prima viene fatto a titolo gratuito. Se vai in un’assicurazione e attivi la tutela legale, l’avvocato comunque devi trovartelo da te.

E’ vero che c’è il suo zampino anche nella possibilità di uscire in bici durante il lockdown?

Lo ammetto, è vero. Ero abbastanza convinto che i vari DPCM non impedissero a chi va in bici di uscire dal Comune, ma non se ne trovava traccia. Così abbiamo pesato di scrivere una FAQ e ho trovato una persona davvero disponibile a Roma. Mi è stato chiesto di scrivere la domanda e la risposta e di inviarla, finché alle 23 della vigilia di Natale, è stata pubblicata. Adesso sparisce ad ogni DPCM successivo, ma tempo due giorni la rimettono fuori. Avrei potuto infischiarmene, andavo comunque in bici e avrei potuto difendermi da qualsiasi ricorso. Ma questa mossa ci ha dato un sacco di visibilità. E alla fine quello che conta è che se ne parli, che si faccia fronte comune. Solo così magari il ciclista diventerà meno invisibile.