Il ghiaccio si è trasformato in fango. E nel fango i corridori fanno fatica a stare in piedi. Anche ieri le gare del pomeriggio si erano corse in insidiosi toboga, ma oggi per gli elite sembra che la melma sia persino più scivolosa.
La maglia tricolore se la portano a casa Silvia Persico e Jakob Dorigoni, entrambi con gare dominate dall’inizio alla fine, complice un po’ di sfortuna dei rivali, che però fa da sempre parte del pacchetto.
Sul podio delle elite, prima Persico, davanti a Eva Lechner e Sara Casasola Sul podio degli elite uomini, Dorigoni ha preceduto Fontana e Samparisi
Podio e abbraccio
Fra le donne certi gesti sono più ricorrenti. E così, mentre Silvia Persico sta per scendere dal podio con la medaglia al collo e il tricolore indosso, dal cancello irrompe sotto al palco Alice Maria Arzuffi, che ha appena concluso la gara. Lascia la bici sull’asfalto e si protende verso il palco, mentre Persico e Lechner si chinano per abbracciarla. E’ un gesto di forte intensità.
«E’ stato un momento importante – conferma Silvia Persico – l’anno scorso glielo avevo dato io perché a me le cose non erano andate bene. Quest’anno ci siamo scambiate. Sapevo che sarebbe stata un’avversaria importante, però non so cosa le sia successo. Siamo amiche anche fuori dal ciclismo».
Eva Lechner è una sua compagna di squadra alla FAS Airport Services, anche se oggi correva con la maglia dell’Esercito. Dopo l’arrivo si sono scambiate battute e abbracci.
Lechner, soprattutto amica
«Sapevo che Eva sarebbe stata un’avversaria importante – dice Silvia – nonostante fossimo compagne di squadra. Con lei mi trovo molto bene, proviamo sempre insieme i percorsi. Quando mi è tornata sotto, sono ripartita di nuovo, riprendevo margine, ma sbagliavo. Così ho capito di dover fare le cose con calma e mantenere la tranquillità, perché stavo molto bene. Ho voluto dimostrare che Silvia Persico c’è e speriamo di continuare sino a fine stagione. Questa squadra mi dà serenità. Siamo quattro ragazze molto unite, con un’amicizia che va oltre il ciclismo. Quando c’è bisogno, ci siamo l’una per l’altra. Sono alla Valcar da quando avevo 12 anni, devo ringraziare Valentino Villa per questo. E la maglia tricolore vale davvero tanto, è un punto di partenza. Spero di continuare così e di portarla in giro per il mondo».
Sara Casasola ha preso il terzo posto: per la ragazza di casa, grande prova e grande tifo Gaia Realini ha fatto una corsa accorta e ha conquistato il titolo delle U23 Dopo l’arrivo fra Persico e Lechner prima un timido scambio di cortesie… … poi un abbraccio: le due sono compagne e amiche. Solo per oggi, avversarie
Sara Casasola ha preso il terzo posto: per la ragazza di casa, grande prova e grande tifo Gaia Realini ha fatto una corsa accorta e ha conquistato il titolo delle U23 Dopo l’arrivo fra Persico e Lechner prima un timido scambio di cortesie… … poi un abbraccio: le due sono compagne e amiche. Solo per oggi, avversarie
Tecnica e sfortuna
Fra gli uomini si va di pugni e strette di mano. La corsa la stava guidando Filippo Fontana, autore del giro più veloce del campionato italiano, ma a causa di un salto di catena e di una foratura, il ventunenne veneto si è ritrovato a inseguire senza riuscire più a ripetere i tempi di inizio corsa. E così Dorigoni, che ha avuto i suoi problemini in avvio di gara, ha preso il largo e non si è più voltato.
«La maglia tricolore è un simbolo molto importante – dice l’altoatesino della Guerciotti – in tutto il mondo si conoscono le tre strisce. E’ molto bello vincere, soprattutto il campionato italiano che è una delle gare cruciali della stagione. Al mattino il fondo era ghiacciato e man mano che usciva il sole, si scioglieva, ma sotto c’era ghiaccio. E’ stato davvero insidioso, in più Pontoni ha disegnato un percorso molto duro. C’era da scegliere se andare in bici e correre a piedi, bisognava stare attenti alla guida. Era molto completo».
Dorigoni ha fatto la differenza soprattutto guidando in modo pulito FIlippo Fontana ha subìto nello stesso giro un salto di catena e una foratura Per Jakob Dorigoni, secondo tricolore da elite: grande corsa la sua Nicolas Samparisi ha conquistato il terzo posto. Dopo l’arrivo era davvero intirizzito Sull’arrivo per Dorigoni l’abbraccio di Paolo Guerciotti, suo patron
Dorigoni ha fatto la differenza soprattutto guidando in modo pulito FIlippo Fontana ha subìto nello stesso giro un salto di catena e una foratura Per Jakob Dorigoni, secondo tricolore da elite: grande corsa la sua Nicolas Samparisi ha conquistato il terzo posto. Dopo l’arrivo era davvero intirizzito Sull’arrivo per Dorigoni l’abbraccio di Paolo Guerciotti, suo patron
Menare, scattare, correre…
«Secondo me oggi ho guidato molto bene, ma anche Filippo (Fontana, ndr) guida molto pulito. Per vincere, bisognava essere completi, menare, scattare, correre, però anche saper guidare. Ed è stato importante anche andare sul sicuro. Gomme da fango e su certi pezzi scendere a piedi e correre. Ho avuto anche io i miei problemi, ma sono riuscito a superarli».
Terzo fra gli elite è stato Nicolas Samparisi, fratello di quel Simone con cui ieri avevamo parlato della bicicletta KTM di Francesca Baroni, che ha chiuso all’ottavo posto. I camper si allontanano, presto Variano sprofonderà nel gelido silenzio dell’inverno. Il baccano delle motoseghe che salutavano il passaggio dei corridori si è spento. Da stasera i tricolori hanno cambiato padrone.