In una recente intervista concessa a Pierangelo Soldavini de Il Sole 24 Ore,Fabrizio Scalzotto, amministratore delegato di Bianchi, ha spiegato il piano industriale della propria azienda per i prossimi anni.
L’intervista si è aperta con un’affermazione dello stesso Scalzotto che definisce in maniera chiara i programmi futuri della casa di Treviglio: «Mai come in questo momento l’Europa ha di fronte la grande opportunità di riportare a casa la produzione e la tecnologia della bicicletta».
Fabrizio Scalzotto, alla guida di BianchiFabrizio Scalzotto, alla guida di Bianchi
Un’opportunità di crescita
Nell’ultimo anno il settore della bicicletta ha conosciuto in tutto il mondo, Italia compresa, un vero e proprio boom che ha trovato molte aziende impreparate nel gestire una domanda superiore alla propria capacità produttiva. Poche fra loro hanno saputo fin da subito affrontare la difficoltà del momento, trasformandola in un’opportunità di crescita. Fra queste rientra sicuramente Bianchi.
È lo stesso Fabrizio Scalzotto, sempre nella sua intervista a Il Sole 24 Ore, a fornire un quadro d’insieme della situazione in cui si sono venuti a trovare molti marchi di bici europei e ad anticipare i programmi futuri di Bianchi.
«I telai in carbonio non hanno mai attecchito in Italia, arrivano tutti dal lontano Est, come anche il grosso dei componenti. Questo ci porta a una dipendenza dall’estero ormai non più sostenibile: con tempi di ordini che ormai variano tra i 500 e i 700 giorni, è il momento adatto per recuperare una leadership anche tecnologica che potrebbe essere a portata di mano».
Michael Matthews con il telaio Oltre XR4 in una colorazione speciale per il TourMichael Matthews con il telaio Oltre XR4 in una colorazione speciale per il Tour
Nuovo impianto produttivo
Il primo passo verso il recupero di questa leadership Bianchi lo ha individuato nella realizzazione di un impianto produttivo. Un impianto da 10.000 metri quadrati che permetterà di portare la produzione giornaliera di bici dagli attuali 250-300 pezzi a 1.000-1.500, grazie anche ad una forte robotizzazione dell’intera fase di assemblaggio. Aspetto non secondario, è previsto un aumento anche della manodopera. Entro agosto 2022 si passerà da 180 a circa 300 dipendenti. Per questo primo step è previsto un investimento di circa 30 milioni di euro.
Il secondo passo riguarderà la produzione diretta di telai in carbonio che interesserà un’area di circa 6.000 metri quadrati e comporterà un investimento di ulteriori 10 milioni di euro. I tempi stimati per essere operativi sono decisamente più lunghi. Si parla del 2024, anche per la necessità di trovare competenze e mano d’opera specializzata. Nel breve periodo è inoltre previsto il ritorno in Italia di Bianchi Holding che entro fine anno andrà a riunirsi alla sede operativa di Treviglio.
Il mondo eBike rappresenta una fetta crescente di Bianchi Il mondo eBike rappresenta una fetta crescente di Bianchi
La spinta delle e-bike
Bianchi ha saputo fin da subito credere nelle grandi potenzialità della bicicletta a pedalata assistita come testimonia il progetto E-Omnia lanciato lo scorso anno. Si tratta di una piattaforma di e-bike in grado di soddisfare al meglio le esigenze di ogni ciclista e che consente ad ogni utente di creare personalmente l’e-bike dei propri sogni.
La bicicletta elettrica ha contribuito negli ultimi tre anni a far lievitare il giro di affari di Bianchi facendolo passare dai 50 milioni del 2018 ai 75 milioni del 2020. Per il 2021 si stima un volume di affari finale di 120 milioni a fronte di ordini già acquisiti che arrivano fino al 2023.
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Bianchi cambia passo. Anzi, l’ha cambiato prima che il Covid prendesse forma e ora benedice la scelta. Nell’inchiesta che bici.PRO sta conducendo per raccontare il mercato della bicicletta nel post lockdown, la sua esperienza assume tratti molto interessanti. Ne parla Fabrizio Scalzotto, Ceo dell’azienda, che nel 2020 la rivista Forbes ha inserito fra i 100 manager più influenti d’Italia.
«Rispetto a quello che avete raccontato finora – dice – qui lo scenario è dissimile, grazie al fatto che da un certo punto in poi, siamo partiti con due stili diversi. Da un lato il Reparto Corse in cui vive l’alta gamma sportiva, dall’altro Life-E che rilegge il ciclismo attraverso l’uso quotidiano e che in questo periodo è fortemente sotto pressione. Se dicessi che avevamo previsto tutto, ovviamente mentirei. Ma lo abbiamo fatto e siamo molto contenti».
Fabrizio Scalzotto è il Ceo di Bianchi (foto Bianchi)Fabrizio Scalzotto, Ceo di Bianchi (foto Bianchi)
Questo vi ha permesso indubbiamente di gestire meglio la criticità.
Ci ha permesso di dare risposte diverse. Il muscolare ha avuto un’esplosione iniziale nel basso di gamma. Gruppi come il Tiagra e il 105 sono introvabili ed è impossibile per questo fare pianificazione. L’alto di gamma è ugualmente in sold out a causa dei componenti che non arrivano, ma è più gestibile. Sono saltati fuori clienti da ogni angolo del mondo e la nostra fortuna è stata il fatto che fossimo in fase crescente e abbiamo avuto il coraggio di non bloccare niente quando il mondo si è fermato. Avevamo i magazzini pieni, quindi i ritardi nelle consegne non ci hanno toccato e non ci toccano come sta accadendo ad altri.
Tornando per un istante al basso di gamma, qualcuno dice che i clienti della prima ora dopo l’estate abbiano già acquistato bici di livello superiore.
Credo sia difficile poter fare una statistica, è ancora presto. Diverso invece con le e-Bike, dove il consumatore sta diventando più sofisticato. In questo senso abbiamo richiesta crescente.
Dal 2021, Bianchi equipaggia il Team Bike Exchange (foto @greenedgecycling)Dal 2021, Bianchi con il Team Bike Exchange (foto @greenedgecycling)
E’ possibile dividere le quote di mercato fra elettrico e bici tradizionale?
Bianchi è ancora fortemente legata alla sua base road, per cui si può dire che siamo 60-40 a favore delle bici tradizionali, ma l’elettrico si sta avvicinando.
Avere la squadra WorldTour, quest’anno la Bike Exchange, a cosa serve?
Il discorso ha due facce. Da un lato ci serve per avere i feedback dei professionistisui nostri prodotti. Le bici hanno bisogno di essere collaudate al massimo livello per mettere alla prova le innovazioni. Contestualmente c’è il ritorno di immagine, che è molto potente e varia da Paese a Paese, in base alle sensibilità. Il fatto di aver puntato su un team australiano ovviamente ha alle spalle motivazioni commerciali, per il tipo di espansione che stiamo vivendo laggiù.
Il professionista è un buon veicolo anche per promuovere l’elettrico?
Si può provare a mettere un campione su una di queste bici per far vedere che la usa, ma di base non è un personaggio troppo adatto. Diverso in Nord Europa, dove si vince facile. Siamo brand di riferimento e per il lancio di e-Omnia abbiamo scelto Rosberg. Il fascino del pilota di Formula Uno, oltre al fatto che Nico è imprenditore e consulente nel settore della sostenibilità e della mobilità elettrica, ha dato ottimi frutti.
Per il lancio di e-Omnia, testimonial di eccezione è stato Nico Rosberg (foto Bianchi)Per il lancio di e-Omnia, testimonial di eccezione è stato Nico Rosberg (foto Bianchi)
In Nord Europa si vince facile…
L’Italia invece è immatura, non gli italiani. Mancano totalmente le infrastrutture, altrimenti lo scenario sarebbe differente.
Il Bonus Bici è stato in qualche modo vantaggioso?
Di sicuro per i nostri punti vendita, dove ha portato gente e momenti di panico. Il click-day è stato a suo modo un evento.
A proposito di punti vendita, c’è chi auspica che il negozio di bici diventi un punto di aggregazione. In tempi non sospetti avete lanciato i Bianchi Cafè, ma…
Siamo stati visionari con quel tipo di operazione, ma è stato prematuro per il mercato italiano. Non siamo riusciti a far cogliere la portata del vivere la bicicletta in quel modo, il parlarne che di fatto nei negozi c’è sempre stato. Così prima abbiamo scisso gli ambienti, poi abbiamo parcheggiato l’iniziativa. Era un’operazione di marketing, che riprenderà.
Qual è quindi ad ora il quadro dei negozi?
E’ molto complesso. Si sta scavando la selezione fra l’imprenditore con investimenti, strumenti finanziari e capacità di rischio e il meccanico all’antica, che è in sofferenza e non riesce ad adeguarsi. Paradossalmente vanno meglio quelli entrati dopo. Ma la bottega non è condannata, semmai è destinata a specializzarsi. Ci saranno punti vendita e punti di servizio, con il piccolo indipendente che dovrà fare della riparazione il suo business. In questo momento di carenza di pezzi di ricambio, chi è capace di riparare fa la differenza.
Ai corridori del team, la Oltre Xr4 e la Specialissima (foto @greenedgecycling)Al team, la Oltre Xr4 e la Specialissima (foto @greenedgecycling)
Un passo indietro: come mai la scissione fra Reparto Corse e Life-E?
Una soluzione caduta al momento giusto. Non volevamo inquinare il marchio Bianchi con l’elettrico. Quando si parla di noi, il primo riflesso è citare Coppi e Gimondi: la bici celeste. Pur restando legatissimo a quella storia, il nostro lavoro oggi è smantellare l’hard core del brand puntando alla modernità. Per questo, Reparto Corse Bianchi non poteva convivere con la spinta del nuovo mercato, perché il solo nome è un valore storico. Oggi come oggi siamo l’azienda che ha aderito ad Ancma da più anni. Forse quello che ci manca è la capacità di trasmettere il nostro valore. Non abbiamo niente da invidiare a Specialized, il nostro bacino a livello mondiale è superiore, siamo un brand radicato.
Quanto conta saperlo trasmettere nel mondo social?
Conta per il 99% di ogni campagna. Sui social affianchiamo alla comunicazione sui prodotti anche spunti di lifestyle, a livello di visibilità non siamo secondi a nessuno. Abbiamo creato un team di marketing che va ad intercettare un bacino enorme, in un momento in cui si deve prevalere ai più alti livelli. Ed è questo il motivo per cui stiamo incrementando la produzione italiana. Perché è vero che la proprietà è svedese, ma lo stesso Salvatore Grimaldi (titolare di Bianchi, ndr) vuole che il marchio resti ancorato all’eccellenza italiana e a Treviglio. Nel nuovo stabilimento produrremo centinaia di migliaia di nuove biciclette. Davvero questa fase non ci ha fatto tremare poi molto.
Arriva la Impulso Pro in casa Bianchi ad arricchire la gamma gravel. E' una bici leggera e resistente che offre notevoli vantaggi in termini di performance
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