«I miei metodi di allenamento sono moderni, ma per certi approcci sono all’antica. Non puoi fare il corridore, inseguire il sogno – perché di sogno si tratta – se poi fai tardi la sera, esci, mangi male. Certe regole valgono sempre. Specialmente oggi che la categoria juniores è la più importante», parole di Fabio Sabatini, parole da direttore sportivo.
L’ex professionista è infatti un diesse del GS Stabbia – Iperfinish, squadra juniores toscana. Appena smesso di correre, lo avevamo incontrato nello staff della Cofidis. Poi però sono cambiate alcune regole UCI e Fabio non ha potuto proseguire subito la carriera di direttore sportivo nel team professionistico.
«Qui – racconta Sabatini – ho tanti ricordi. Ci sono le persone che mi vogliono bene, mi hanno messo in bici e mi hanno consentito di fare 16 anni da pro’. Se dovessi scegliere un ricordo solo non saprei, ma certo mi vengono in mente i tanti momenti in cui alle corse o in bici c’era anche mio padre, Loretto».
Fabio, raccontaci come è andata?
E’ andata che dallo scorso inverno avevo iniziato a collaborare con il Valdinievole, la squadra dove sono cresciuto. Già gli ero vicino quando avevo appena smesso di correre. Poi alle parole a me piace dare un seguito con i fatti e così ho deciso di fare un passo in più e quindi di dare una mano concretamente. Ci siamo fusi anche con il GS Stabbia. Parlando con il presidente mi sono convinto. Mi diceva: «Dai, Fabio, vieni: ci dai una mano! Non ti impegnerà tanto…». Poi però quando fai una cosa, la fai per bene ed ora eccomi qui a tempo pieno.
Chi è il presidente?
Luciano Benvenuti. Una brava persona davvero. Un super appassionato di ciclismo: oggi è in pensione, ma è sempre molto attivo.
Quando hai iniziato in modo pratico?
Con i ragazzi ho iniziato la preparazione a gennaio. Li seguo io nei programmi, ma come dicevo non si tratta solo di tabelle. Andare in bici lo devi sentire dentro, serve subito la mentalità giusta. La categoria juniores è oggi la più importante per certi aspetti sulla via del professionismo: rapporti liberi, preparazione…
Di certo è una categoria delicata…
Certe attitudini e certi sacrifici, se li fai adesso poi te li ritrovi. Tanti ragazzi lo capiscono, altri no. Se hai qualità e le vuoi tirare fuori devi fare così. Sono due anni e ne trarrai beneficio al terzo, sulla via di quel sogno che dicevo.
Com’è dunque la tua settimana dei tuoi ragazzi?
In base alla scuola, cerchiamo di fare un allenamento a settimana tutti insieme. Poi in estate magari ne faremo due o anche dei piccoli ritiri. I ragazzi hanno il power meter e le tabelle e poi verifico quanto hanno fatto.
Si allenano tutti i giorni?
Sì, tutti i giorni con uno di recupero totale. Di solito si corre la domenica. Lunedì scarico. Martedì allenamento e mercoledì la distanza tutti insieme. Il riposo totale di solito è il giovedì. Al sabato fanno la sgambata. Io consiglio il riposo assoluto, ma se un ragazzo vuole proprio uscire, non glielo nego. Però un’ora o 45 minuti nei quali ti fermi sudato al bar a cosa servono? Meglio un riposo totale, che tra l’altro è un giorno di allenamento a tutti gli effetti.
Fabio hai corso tanti anni nel WorldTour e come i ragazzi che alleni sei stato uno juniores: quanto è cambiata questa categoria rispetto ai tuoi tempi?
Moltissimo. E’ tutto diverso, a partire dai rapporti. Io ero figlio del 52×14, da quell’epoca c’è una differenza come il giorno e la notte. In gara, nello sviluppo, nella preparazione… E’ cambiato anche il fatto che all’epoca noi italiani eravamo i primi o comunque sul podio per quel che riguarda l’evoluzione. Oggi invece inseguiamo sempre. Nei rapporti liberi ci siamo arrivati dopo. E anche tra i pro’, basta vedere la camera ipobarica…
E i ragazzi, sono diversi?
Sicuramente sono più avanti tecnicamente, ma tra i social e la tv sono anche più ammaliati dalle immagini. Vedono la televisione e vogliono copiare i pro’ in tutto e per tutto. Ma ci sono dei gradini da salire se vogliono realizzare il loro sogno. Ed è quello che gli dico sempre: non basta imitare.
E tu Fabio? Questa categoria è una scuola anche per te?
Ad ottobre farò il corso da direttore sportivo per i pro’, poi vediamo. A me questa categoria piace. Mi diverte, mi stimola. E magari ci sarà anche l’idea di allargarsi con questi colori.
Ultima domanda: da quanti corridori è composto il GS Stabbia di Fabio Sabatini?
Siamo partiti con 10 ragazzi e poi due hanno smesso, quindi siamo in otto. Quello più in vista è Francesco Matteoli, un primo anno. Lui è nel giro della nazionale della pista. Quest’inverno ci ha dato un bel da fare con l’avanti e indietro fra Montecatini e Montichiari. Poi un giorno lo hanno investito. Si è rotto la clavicola ed è fermo. Per fortuna si trattava di una frattura composta e i tempi di recupero sono brevi. E ancora, ne abbiamo un altro con la mononucleosi, uno che è caduto e si è fatto male ad un gomito.
Insomma avete già dato! Siete in credito con la fortuna…
Esatto! E’ quello che gli ripeto. La ruota gira e nei momenti più difficili si risale.