Delcourt sprona Labous e avverte: «Due punte al Giro Women»

27.06.2025
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L’anno scorso Juliette Labous ha chiuso al quinto posto il Giro d’Italia Women. Quest’anno è ripartita in grande spolvero, ottenendo altri buoni risultati e si presenta con ambizioni alla prossima edizione della corsa rosa, in programma dal 6 al 13 luglio. Sarà uno dei volti da tenere in considerazione per la lotta alla maglia rosa detenuta dalla nostra Elisa Longo Borghini, per questo volevamo saperne di più.

E sempre per questo motivo, ne abbiamo parlato con Stephen Delcourt, team manager della FDJ-Suez, che ha allargato il discorso anche a Evita Muzic. A quanto pare la squadra transalpina verrà in Italia con due punte… e mezzo. L’idea a quanto pare è quella di proporre un team battagliero.

Proprio Labous ha ottenuto ieri il secondo posto nella cronometro dei campionati nazionali francesi, a 36 secondi da Cédrine Kerbaol. E domani, nella prova in linea, partirà con il numero uno: è lei infatti la campionessa in carica.

Stephen Delcourt (39 anni) è il general manager della FDJ-Suez
Stephen Delcourt (39 anni) è il general manager della FDJ-Suez
Stephen, come si sta avvicinando Juliette al Giro Women? E come l’hai vista di recente?

Juliette ha appena concluso tre settimane intense di allenamento in quota a Tignes, insieme a Evita Muzic, Vittoria Guazzini e Léa Curinier. Ne è uscita forte, concentrata e con grande motivazione. Il Giro è una corsa che ama davvero, tira fuori il meglio di lei. E’ una delle atlete che sa alzare il livello quando il terreno e la pressione si fanno più duri.

Al Giro Labous ha sempre fatto bene. Cosa le è mancato finora per vincere o per vincere più spesso?

Juliette è una vera campionessa, ma non vince abbastanza per i miei gusti. Ne abbiamo parlato apertamente: l’obiettivo di questa stagione è aiutarla a fare l’ultimo salto di qualità e sta già mostrando segnali importanti.

Secondo Delcourt la vicinanza con Vollering sta facendo crescere Labous
Secondo Delcourt la vicinanza con Vollering sta facendo crescere Labous
In effetti nelle classiche di primavera si è visto qualcosa…

Deve essere più opportunista, fidarsi del proprio istinto e credere fino in fondo nella possibilità di chiudere le corse. E adesso sta facendo proprio questo.

Ma Juliette è anche una grande gregaria. Secondo te rende meglio come supporto, magari per Vollering, o quando parte da leader?

Juliette è l’esempio perfetto di una compagna di squadra di lusso, capace di sacrificarsi per le altre, ma allo stesso tempo è una risorsa preziosa quando ha il via libera per attaccare. Stando accanto a Demi Vollering è cresciuta molto. Demi l’ha aiutata a vincere e presto sarà Juliette ad aiutare Demi. Questo equilibrio la rende una pedina fondamentale nel nostro sistema.

Al Giro sarà capitana unica o dividerà i gradi con Evita Muzic?

Dividerà la leadership con Evita Muzic. Crediamo molto in questo duo. Le due ragazze si completano bene e adatteremo la nostra strategia in base alla dinamica di corsa. L’obiettivo è restare in lotta per la classifica generale e questa leadership condivisa ci dà flessibilità e forza.

In FDJ-Suez si punta forte anche su Muzic, sempre più costante e solida
In FDJ-Suez si punta forte anche su Muzic, sempre più costante e solida
Avete svolto delle ricognizioni sulle tappe?

Purtroppo no: nessuna ricognizione. Non abbiamo ricevuto il percorso con sufficiente anticipo. E’ un punto su cui stiamo chiedendo un miglioramento a RCS Sport. La ricognizione è fondamentale per la preparazione e vorremmo poter lavorare in modo più professionale e dettagliato.

Guardando il percorso e i nomi in gara, che tipo di Giro ti aspetti?

Sarà un Giro molto aperto e aggressivo. La lista delle favorite è impressionante: Reusser, Kopecky, Van der Breggen, Longo Borghini e tante altre. Il nostro obiettivo è restare sempre in partita ed essere tatticamente intelligenti. Il Giro premia chi ha costanza e chi osa.

La FDJ-SUEZ sarà tutta concentrata su Juliette o ci sarà spazio anche per cercare tappe?

Punteremo alla classifica generale con Juliette ed Evita, ma cercheremo anche vittorie di tappa. FDJ-Suez ha sempre creduto in un modo di correre ambizioso su più fronti. Uno dei nostri sogni è vedere Vittoria Guazzini vincere la cronometro con la maglia di campionessa italiana: sarebbe un momento speciale per tutta la squadra.

Muzic-Labous, due amazzoni al fianco di Vollering

19.02.2025
5 min
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Non solo Vollering e Guazzini, nella FDJ-Suez che ingaggiando la campionessa olandese punta con decisione sul Tour de France ci sono anche Evita Muzic e Juliette Labous. Il general manager Stephen Delcourt si è detto certo che le sue tre leader collaboreranno per l’obiettivo comune e anche le dirette interessate sembrano in perfetta sintonia. La foto di apertura ritrae le tre leader della squadra francese sul podio della Vuelta Burgos 2022, vinta da Labous su Muzic e Vollering. Sono sempre state rivali, questa volta divideranno i gradi nella stessa squadra.

Abbiamo parlato con loro al via della stagione, cogliendo nelle loro parole l’entusiasmo per la nuova avventura (anche per Muzic che c’era già dal 2017, questo nuovo corso è una ventata d’aria fresca) e per la grandezza del progetto in cui sono state coinvolte.

Muzic che batte Vollering

Evita Muzic è francese e ha 25 anni. Nel 2020, quando ne aveva 21, vinse la tappa di Motta Montecorvino al Giro d’Italia Donne. Invece lo scorso anno ha staccato proprio Vollering sul traguardo di La Laguna Negra alla Vuelta.

«Una vittoria che mi ha dato grande fiducia – dice – e che mi ha fatto arrivare al Tour de France con obiettivi molto ambiziosi, per cui poi sono rimasta piuttosto delusa per il quarto posto. Ma quando ora mi guardo indietro, sono orgogliosa di quello che ho fatto. Sono stata per tutto l’anno leader della squadra e per me era la prima volta. Ho dovuto affrontare molta pressione e alla fine ho dato il massimo».

Vuelta 2024, Muzic vince la sesta tappa a Laguna Negra precedendo la leader Vollering
Vuelta 2024, Muzic vince la sesta tappa a Laguna Negra precedendo la leader Vollering

Gli onori di casa

Muzic si è ritrovata nei panni del leader mentre la squadra aspettava e sperava nel ritorno di Marta Cavalli. Con l’arrivo di Vollering, per la francese si prospetta un ruolo di minore esposizione, che potrebbe persino farle bene.

«Per me Demi è la benvenuta – sorride – abbiamo un buon rapporto e trovo sia bello avere una delle migliori atlete al mondo nella nostra squadra. Avere anche Juliette Labous ci spingerà tutti ai massimi livelli. Impareremo l’una dall’altra, ci aiuteremo a vicenda e correremo per la vittoria. Penso sia più facile avere Demi come compagna che come avversaria, questo mi permette di dire che andremo al Tour de France con l’obiettivo di centrare la maglia gialla. Quanto a me, mi accontenterei di vincere una tappa, che davvero mi manca».

Il 7 luglio 2022 Labous conquista il Passo Maniva del Giro Donne, dopo 100 chilometri di fuga
Il 7 luglio 2022 Labous conquista il Passo Maniva del Giro Donne, dopo 100 chilometri di fuga

Labous in risalita

Juliette Labous, campionessa di Francia, sorride e ci sarà da capire se dividere i gradi con due compagne sia quello che si aspettava o l’abbia scoperto durante la trattativa. Alla DSM era stata la giovane leader per i Giri, alla FDJ-Suez potrà puntare magari al Giro d’Italia, ma sul Tour grava l’ipoteca di Vollering.

«Ho inizato la stagione al UAE Tour – racconta Labous – e mi sono trovata bene, nonostante l’inverno sia stato abbastanza duro, perché mi sono ammalata spesso. Ho sentito che siamo una vera squadra perché abbiamo avuto alcune difficoltà, alcune cadute e qualche malattia, eppure siamo rimaste sempre unite. L’ho sentito anche nel modo di correre aggressivo ed è stato fantastico. Fisicamente per me, i primi due giorni sono andati bene, ma nella tappa di salita la cosa si è fatta più dura (a Jebel Hafeet ha chiuso a 2’11” da Longo Borghini, ndr). Il team però ha detto che non dubitano di me, che ho bisogno di calma per crescere e che abbiamo tutto il tempo necessario».

Con questa immagine sul sito della squadra, la FDJ-Suez lancia il 2025 delle sue tre leader
Con questa immagine sul sito della squadra, la FDJ-Suez lancia il 2025 delle sue tre leader

Seguire l’istinto

Dopo la dichiarazione di intenti degli sponsor, non c’è dubbio che per la squadra francese la chiamata al successo sia inevitabile, anche se non sembra che il management in questo momento stia attuando un particolare pressing sulle atlete.

«Abbiamo bisogno di essere unite – spiega Labous – e abbiamo lavorato su questo per tutto l’inverno. Penso che ci aiuterà a raggiungere grandi successi e non vedo l’ora di farlo. Per me sarà sicuramente diverso. Nei miei 8 anni con la DSM, all’inizio sono stata una giovane che poteva aiutare, poi sono diventata un po’ più leader e negli ultimi anni sono stata la leader solista. C’era molta pressione, per cui non vedevo l’ora di condividerla con altre leader. Voglio fare nuovi passi nella mia carriera, perché penso di aver fatto un sacco di top 5 e un sacco di top 10 e ora voglio solo vincere di più e aiutare la squadra a farlo. Penso di potermi divertire anche a seguire il mio istinto».

Guazzini sbircia nel 2025. Super Fdj e classiche nel mirino

01.01.2025
7 min
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Il Buon Anno Nuovo ce lo dà Vittoria Guazzini. L’oro olimpico della madison di Parigi apre il 2025 guardandoci dentro per vedere cosa le riserverà. Molto passerà da lei e dai suoi colpi, altrettanto dalla sua FDJ-Suez che si presenta rinnovata e decisamente rinforzata per raggiungere gli obiettivi cerchiati in rosso.

Gli ultimi giorni del 2024 Guazzini li ha passati nel velodromo di Montichiari proprio dopo aver festeggiato il ventiquattresimo compleanno a Santo Stefano e prima di fare altrettanto con l’affiatato e vincente gruppo azzurro della pista. Un viaggio dalla Toscana alla bassa bresciana che profuma di inizio carriera e che adesso è uno degli aspetti da incastrare al meglio nel fitto programma su strada che la attende. Lo scambio degli auguri di queste festività è stato più di un pretesto per fare due chiacchiere con Vittoria.

La tua presenza a Montichiari è in ottica europei di Zolder?

I giorni in pista erano già fissati da tempo. Ora come ora non penso che li correrò. Sono in programma dal 12 al 16 febbraio, quindi un mese dopo rispetto all’anno scorso, ma pochi giorni prima dovrei esordire su strada al UAE Tour (dal 6 al 9 febbraio, ndr). Vedremo come fare, di sicuro ne devo parlare bene con Marco (Villa, il cittì della pista, ndr).

Con la tua squadra hai già stilato una bozza del calendario che farai?

In linea di massima sì, però fino alla fine della primavera. L’ultima gara di quel segmento di stagione potrebbe essere l’Amstel Gold Race. Prima però farò tutto il blocco delle classiche delle pietre in Belgio. Tra la Gand e la Roubaix mi piacerebbe fare bene, raccogliere qualcosa di buono sia in quei giorni, ma anche prima se ci fosse l’occasione.

Al Giro d’Onore hai detto che ti piacerebbe vedere il velodromo di Roubaix…

Sì, per forza, perché vorrebbe dire che non sono caduta (ride, ndr). Nel 2021 mi ero rotta una caviglia in gara, nel 2023 addirittura il bacino durante la ricognizione, quindi potete capire che mi accontenterei di arrivare al traguardo. Battute a parte, spero di avere e mantenere la giusta condizione in quel periodo per poter provare ad essere competitiva anche in quella corsa.

A proposito di obiettivi, ne hai già in mente qualcuno in particolare?

Adesso non ci sto pensando troppo. Tuttavia qualcosa c’è già. Vorrei riconfermarmi campionessa italiana a crono. Avrei puntato anche al mondiale a crono in Rwanda, ma ho guardato il percorso su VeloViewer e ho capito che se ne parla nel 2026. Onestamente non capisco perché continuino a disegnare tracciati così duri e poco adatti a specialisti. Il percorso della prova contro il tempo dei mondiali di Zurigo era assurdo, con una discesa molto pericolosa, soprattutto su una bici da crono. Meglio lasciar perdere…

Meglio pensare ai Grandi Giri? Il Tour Femmes è il grande obiettivo della tua FDJ-Suez.

Come dicevo prima non so ancora quali correrò. Dipenderà molto da come uscirò dal periodo delle classiche e quindi dal relativo programma. Certamente possiamo dire che non è un segreto che la nostra squadra voglia vincere il Tour, a maggior ragione visto che è un team francese. Non pensiamo però solo a quei dieci giorni di luglio, c’è tanto altro a cui puntare. Per ora sono solo parole. Dovremo vedere quando la stagione si aprirà ed entrerà nel vivo come saremo messe.

La campagna acquisti è stata fatta proprio per la Grande Boucle. Cosa ne pensi?

Prima di tutto lasciatemi dire che mi dispiace molto non avere più compagne come Marta, Cille e Grace (rispettivamente Cavalli, Ludwig e Brown, ndr). La nostra era una formazione forte e attrezzata già prima. Penso a Evita Muzic che ha fatto un grande salto di qualità, cogliendo ottimi risultati l’anno scorso. E’ indubbio comunque che il nostro organico abbia fatto ulteriori passi in avanti. Credo che siamo competitive in tutti i reparti. Ad esempio è arrivata Wollaston, che io conosco bene perché ci siamo spesso trovate in pista. Non era con noi in questi ritiri perché è a casa sua in Nuova Zelanda, ma sono certa che Ally darà tanto alla squadra. Così come Chabbey e le giovani Rayer e Gery.

Gli arrivi più importanti sono stati Labous e Vollering. Com’è stato il primo impatto con loro?

Molto buono. Ho conosciuto Juliette e Demi durante il primo ritiro in California (con tappa da Specialized, nuovo fornitore di bici e caschi, ndr) e poi ancora meglio in quello in Spagna per i primi allenamenti. Si vede subito che sono atlete vere, che si interessano a piccole cose e curano il dettaglio. Giù dalla bici sono ragazze estremamente di compagnia, molto tranquille. Diciamo che ero più preparata su Demi perché me l’aveva descritta molto bene Elena (Cecchini, ndr) duranti le gare e i ritiri con la nazionale.

Quest’anno ti scade il contratto. Stai pensando anche a questo?

E’ ancora molto presto per discuterne, però posso dirvi che sto molto bene nella FDJ-Suez. Prima di ogni cosa dovrò far parlare la strada, poi valuteremo anche questo punto.

Vittoria Guazzini vuole riconfermarsi tricolore a crono e al 2025 chiede un bell’exploit su strada, magari in una classica del Nord (foto FDJ-Suez)
Vittoria Guazzini vuole riconfermarsi tricolore a crono e al 2025 chiede un bell’exploit su strada, magari in una classica del Nord (foto FDJ-Suez)
Sei la prima intervistata del 2025 e puoi esprimere un desiderio. Cosa chiede Vittoria Guazzini al nuovo anno?

Bella domanda, devo dire che mi trovate un po’ impreparata. Non saprei, ma resto in ambito agonistico così non sbaglio. Al 2025 chiedo un bell’exploit su strada, uno di quelli da far sobbalzare e far dire “che brava la Guazz”. Ecco, questo. Non so dove, non so quando, ma l’importante che arrivi (e ci saluta sorridendo alla sua maniera mentre ci scambiamo nuovamente gli auguri di Buon Anno, ndr).

Marta Cavalli e l’Alpe d’Huez: ricognizione in gran segreto

02.11.2023
6 min
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L’effetto sorpresa ha funzionato alla grande. Così, quando ha sollevato lo sguardo sul megaschermo del Palazzo dei Congressi di Parigi, Marta Cavalli si è riconosciuta sull’Alpe d’Huez assieme a Evita Muzic. E a quel punto è stato chiaro che nel grande pentolone del Tour de France Femmes bollisse qualcosa di importante. La strada che da Bourg d’Oisans porta diritto nella storia sarà il teatro dell’ultima tappa. Si concluderà tutto lassù e chissà se a partire dal prossimo anno sui vari tornanti della celebre salita cominceranno a spuntare i nomi delle donne che avranno saputo conquistarla.

Marta in questi giorni è a casa, come già lo scorso anno ha scelto vacanze mordi e fuggi facendo base fra le mura domestiche.

«Ho deciso di non andare via – sorride – perché alla fine, tra una cosa e l’altra, preparo una valigia e ne sto ancora smontando un’altra. Così mi sono detta: rimaniamo qui, mi godo le vacanze a casa. Un paio di weekend in giro e a me alla fine piace anche così».

Marta Cavalli ha svolto la ricognizione sull’Alpe d’Huez assieme alla francese Muzic
Marta Cavalli ha svolto la ricognizione sull’Alpe d’Huez assieme alla francese Muzic
Come è venuta fuori la scalata dell’Alpe d’Huez? Da quanto sapevi che saresti andata a farla?

Non lo abbiamo saputo con troppo preavviso. Sono andata a fare la ricognizione il 13 ottobre e l’ho scoperto il 10. Mi hanno detto: «Guarda, invece di partire il 14 ottobre per la Crono delle Nazioni, parti il 12. Ti fermi, fai la ricognizione e poi raggiungi il team per l’ultima gara». Ce l’hanno svelato all’ultimo e anche da organizzare non è stato proprio semplicissimo. Il Frejus è ancora chiuso per i treni, così ho dovuto fare un viaggio della speranza. Però è stato bello, perché abbiamo avuto l’occasione di fare una ricognizione in più. E poi perché comunque i ragazzi di Aso ci sanno fare veramente, anche se ci hanno vietato di fare foto (le immagini dell’articolo sono state ricavate dal video social di ASO, ndr).

Sapevi che sarebbe stata l’ultima tappa del Tour?

No, non sapevamo che sarebbe stata l’ultima tappa. Sapevamo solo che al Tour de France ci sarebbe stata l’Alpe d’Huez, ma non ci avevano detto se sarebbe stata un arrivo o un passaggio e tantomeno a che punto della corsa l’avremmo trovata.

Era la prima volta che provavi l’Alpe?

Una prima assoluta. Non ho mai fatto grandi montagne, me ne mancano tante all’appello. Mi manca il Mortirolo, mi manca lo Zoncolan. Alla fine corriamo, facciamo ritiri e non è mai facile avere il tempo per andarle a vedere. Anche lo Stelvio non l’ho mai fatto, pur essendo anni e anni che vado a Livigno. Un obiettivo del futuro potrebbe essere quello di aggiungere alla lista più salite che posso.

Altrimenti quando dici che sei uno scalatore non ci crede nessuno…

Me ne mancano veramente tante (sorride, ndr). L’Alpe d’Huez l’avevo fatta qualche volta su Zwift durante il lockdown, quando l’hanno aggiunta sulla piattaforma. Solo che non è minimamente paragonabile. Quello che mi ha impressionato è l’inizio.

Subito cattiva?

Vedi il cartello e ti trovi 2 chilometri proprio duri, impegnativi, che non danno respiro. Mi immagino proprio che in gara, quando solitamente l’inizio delle salite si fa sempre molto forte, quel pezzo lì possa essere se non decisivo, di certo determinante nel mettere tanta fatica nelle gambe.

Cavalli e Muzic corrono insieme dal 2021, da quando Marta è arrivata alla FDJ in cui la francese corre dal 2018
Cavalli e Muzic corrono insieme dal 2021, da quando Marta è arrivata alla FDJ in cui la francese corre dal 2018
L’hai scalata avendo ancora una buona condizione?

L’abbiamo fatta tranquillamente, perché partendo con le riprese non abbiamo spinto più di tanto, però comunque la condizione era buona. Un’idea me la sono fatta, diverso sarà capire come andrà in corsa e se ai piedi dell’Alpe arriveremo numerose oppure no. Se la corsa verrà molto dura, in quel punto probabilmente ci sarà già un piccolo gruppo, altrimenti nei primi 2 chilometri avere la squadra accanto sarà decisivo. E’ una salita che si fa rispettare, ma non credo che serviranno scelte tecniche particolari. Al massimo si può mettere un 36×34 giusto per sicurezza, però non è una salita estrema. Si arriva a punte del 15 per cento, ma con un 36×34 si va su pendenze fino al 18 per cento, quindi basterà.

Pensi che il Tour resterà aperto fin lì e ci si giocherà tutto quel giorno?

Non sono sicurissima. Anche la penultima tappa, con l’arrivo a Le Grand Bornand, è abbastanza impegnativa. Però c’è da dire che quest’anno il Tour si è impegnato veramente molto per fare un percorso molto duro. L’ultima tappa sono 3.900 metri di dislivello, non sono pochi. Considerati i 150 chilometri, saranno più di 5 ore.

Hai qualche ricordo di corridori sull’Alpe d’Huez?

In realtà ho ricordi recenti, ad esempio quando l’anno scorso ha vinto Pidcock. Altri non ne ho, perché quando ero piccola facevo fatica a localizzare le salite. In generale, ho sempre guardato il ciclismo, ma per guardarlo e non con la prospettiva di riconoscere le varie salite.

La tappa finale del Tour de France Femmes 2024 prevede la scalada del Glandon prima dell’Alpe
La tappa finale del Tour de France Femmes 2024 prevede la scalada del Glandon prima dell’Alpe

Sette tappe, quasi 1.000 km

Il Tour de France Femmes by Zwift 2024 partirà dall’Olanda. Il secondo giorno proporrà due frazioni: una in linea e una crono. Poi la corsa sfiderà le cotes della Liegi, quindi arriverà in Francia, con le ultime due tappe sulle Alpi. Un percorso impegnativo, con il finale di immensa suggestione sull’Alpe d’Huez.

TappaDataLocalitàChilometri
1ª tappa12/8Rotterdam-La Haye124
2ª tappa13/8Dordrecht-Rotterdam67
3ª tappa13/8Rotterdam-Rotterdam, cronometro individuale6,3
4ª tappa14/8Valkenburg-Liegi122
5ª tappa15/8Bastogne-Amneville150
6ª tappa16/8Remiremont-Morteau160
7ª tappa17/8Champagnole-Le Grand Bornand167
8ª tappa18/8Le Grand Bornand-L’Alpe d’Huez150
tot. 946,3
Come prosegue il tuo inverno? Quando si riparte?

Ho ancora una settimana piuttosto tranquilla, in cui farò soprattutto un po’ di uscite con gli amici. Poi si inizia pian piano fino al 9 dicembre, quando andremo in ritiro con la squadra per i classici 10 giorni in Spagna. Faremo come al solito la presentazione della squadra e poi sarà tempo di cominciare.

Come stai?

Sto bene. Non ho voluto mollare completamente, ho cercato di rimanere sempre piuttosto attiva. Non mi sentivo mentalmente e fisicamente così stanca e provata dalla stagione, come poteva essere negli anni corsi. Quindi ho cercato di godermi la bici con un’altra ottica. Fisicamente sto bene e non ho accusato particolarmente la stagione, forse perché essendo stata un po’ sottotono, non mi sono mai sentita realmente ai miei livelli. Questo mi ha aiutato, ho già la condizione alta per l’anno prossimo.