Letizia Borghesi è nata il 16 ottobre 1998 a Cles. Vanta una vittoria al Giro Donne 2019 a Carate Brianza

Borghesi, ultimi mesi con la EF poi entrerà nel motore della Soudal

23.09.2025
4 min
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C’è ancora un finale di stagione da portare a termine ed onorare con la EF Education-Oatly, poi Letizia Borghesi inizierà a pensare alla AG Insurance-Soudal, formazione con cui ha firmato un contratto per il prossimo biennio.

Tecnicamente per la 26enne trentina sarà un ritorno nel WorldTour visto che negli ultimi due anni la sua squadra statunitense aveva perso lo status per problemi finanziari legati agli sponsor (ora è un ProTeam), svolgendo tuttavia un calendario di altissimo livello. Quindi per Borghesi cambierà poco sotto quel punto di vista, ma col gruppo belga si troverà a gestire molte più corse con gradi da capitana. Mentre era in Abruzzo per l’europeo gravel – dove ha chiuso al quinto posto nel giorno del trionfo di Magnaldi – ne abbiamo approfittato per sentire da Letizia cosa si aspetta dalla nuova avventura. L’obiettivo appare quello di finalizzare la propria crescita ed aggiustare la mira nei grandi appuntamenti.

Sul percorso di Avezzano, Borghesi ha ottenuto una quinta piazza all'europeo gravel (foto UEC)
Sul percorso di Avezzano, Borghesi ha ottenuto una quinta piazza all’europeo gravel (foto UEC)
Sul percorso di Avezzano, Borghesi ha ottenuto una quinta piazza all'europeo gravel (foto UEC)
Sul percorso di Avezzano, Borghesi ha ottenuto una quinta piazza all’europeo gravel (foto UEC)
Quando è nata la trattativa con la AG Insurance?

I primi contatti sono iniziati nella campagna delle classiche. Proprio in quel periodo sono riuscita a mettermi in luce con belle prestazioni e dati di potenza molto interessanti che hanno richiamato l’attenzione di tante squadre. Il sesto posto al Fiandre e il secondo alla Roubaix mi hanno dato sicuramente risalto e sono stati la concretizzazione del mio valore.

Avevi avuto quindi l’interessamento di altri club?

Sì, ho avuto la possibilità di confrontarmi con diverse grandi squadre ed è stato interessante vedere i diversi sistemi di lavoro, filosofia e mentalità. Con la AG Insurance Soudal c’è stato fin da subito un bel feeling. Ho molto apprezzato la loro professionalità e le grandi ambizioni, unite anche ad un ambiente familiare, dove c’è molta attenzione anche all’atleta intesa come persona. La sensazione è stata che la parte scientifica sia ben bilanciata con la componente umana.

Borghesi lascerà la EF dopo 4 stagioni e bei risultati. Alla Soudal avrà più possibilità di giocarsi le proprie carte
Borghesi lascerà la EF dopo 4 stagioni e bei risultati. Alla Soudal avrà più possibilità di giocarsi le proprie carte
Borghesi lascerà la EF dopo 4 stagioni e bei risultati. Alla Soudal avrà più possibilità di giocarsi le proprie carte
Borghesi lascerà la EF dopo 4 stagioni e bei risultati. Alla Soudal avrà più possibilità di giocarsi le proprie carte
Con chi ti sei relazionata principalmente?

Ho avuto il piacere di parlare con Jolien D’Hoore, attuale diesse e grande sprinter fino a qualche anno fa. Per il mio futuro e per quello della squadra ha grandi progetti. Mi sono sentita subito molto valorizzata e di conseguenza mi sento molto entusiasta per questo. Sono sicura che avere una persona di grande esperienza come Jolien mi farà migliorare ulteriormente.

Sai già quale sarà il tuo ruolo in squadra?

Ne abbiamo parlato ovviamente. Mi concentrerò essenzialmente sulle classiche, dove dovrei avere un ruolo da leader/co-leader. La squadra quest’anno ha dimostrato di valere tanto ed è cresciuta ancora di più. Per una amante delle gare del Nord come me, entrare a far parte del famoso “Wolfpack” è sicuramente qualcosa di speciale. Sono convinta che nella AG Insurance potrò esprimere appieno le mie potenzialità.

Dopo un'estate difficile tra bronchite e cadute, Borghesi a Stoccarda è ritornata davanti chiudendo al sesto posto
Dopo un’estate difficile tra bronchite e cadute, Borghesi a Stoccarda è ritornata davanti chiudendo al sesto posto
Dopo un'estate difficile tra bronchite e cadute, Borghesi a Stoccarda è ritornata davanti chiudendo al sesto posto
Dopo un’estate difficile tra bronchite e cadute, Borghesi a Stoccarda è ritornata davanti chiudendo al sesto posto
Lascerai dopo tanto tempo il gruppo EF. Che cosa ti porterai appresso di questa esperienza con loro?

I quattro anni in “rosa” con la EF sono stati importanti per la mia formazione di atleta e persona. Non era facile per me immaginarmi con altri colori. Qui ho avuto la possibilità di confrontarmi con ragazze non europee con una mentalità e un modo di vivere il ciclismo diversamente da me. Sono arrivata che non parlavo inglese e me ne vado che sogno in inglese (dice sorridendo, ndr). Ho conosciuto compagne e staff che sono stati una seconda famiglia per me. Abbiamo vissuto assieme sia bei momenti sia delusioni che hanno creato un profondo legame dal quale non sarà facile separarsi.

Letizia Borghesi che tipo di atleta è diventata in queste ultime stagioni?

Credo di essere migliorata ogni anno di più. La mia è stata una crescita costante, mai forzata o senza bruciare le tappe. Ho lavorato sempre con dedizione e concentrazione. Il 2025 mi ha portato grandi risultati, ma so che posso valere molto di più. L’estate è stata sfortunata tra bronchite e caduta al Tour Femmes. Sono sicura che questo fosse il momento giusto per cambiare e trovare nuovi stimoli in un ambiente che mi darà ulteriori possibilità di giocarmi le mie carte.

Ciabocco, un Avenir Femmes corso con riflessi azzurri

30.08.2025
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Il bicchiere lo vede sempre mezzo pieno e ha ragione lei. Eleonora Ciabocco ha appena concluso il Tour de l’Avenir Femmes meglio di un anno fa e può incamerare ulteriori convinzioni per i prossimi appuntamenti in maglia azzurra (in apertura foto instagram).

Nel 2024 la ventunenne marchigiana chiuse il “piccolo Tour” per U23 al sesto posto a più di sette minuti da Marion Bunel. Quest’anno invece ha iniziato con due secondi posti nelle prime due frazioni. Ha concluso quindi la generale in quinta piazza dopo essere stata seconda ad una manciata di secondi dalla maglia gialla fino alla vigilia delle due semitappe di ieri. Stavolta Ciabocco se l’è giocata molto di più contro due atlete più inclini di lei alla salita come Holmgren e Bunel (rispettivamente prima e seconda, a parti invertite rispetto a dodici mesi fa). Ora arriva un periodo da vivere quasi senza respiro tra Picnic PostNL e nazionale.

Holmgren (in maglia gialla) brucia Bunel al fotofinish ai 1980 metri di La Rosière. Chiuderanno così anche la generale (foto Tour Avenir Femmes)
Holmgren (in maglia gialla) brucia Bunel al fotofinish ai 1980 metri di La Rosière. Chiuderanno così anche la generale (foto Tour Avenir Femmes)

Tutto alla fine

E’ stato un venerdì intenso quello vissuta sulle strade dell’Avenir Femmes. Dopo il riposo del giovedì, l’ultima giornata si è divisa in due a La Rosière dove era partita la corsa un anno fa. Al mattino la semitappa di 40 chilometri a cavallo delle Alpi con sconfinamento in Val d’Aosta (trasferimento di 36 chilometri per la partenza ufficiale da Morgex scalando il Piccolo San Bernardo prima di rifarlo in gara al ritorno), poi nel pomeriggio l’altra semitappa con una cronoscalata di 10 chilometri. Tra tutto le gambe di Ciabocco e le altre atlete hanno avvertito un dislivello di 3.000 metri.

«Siamo partite forte – attacca Eleonora mentre sta rientrando col gruppo azzurro dalla Francia – e mi aspettavo che qualcuno attaccasse presto. Infatti Bunel ha forzato i tempi sul Colle San Carlo, scollinando da sola e guadagnando in discesa. Dietro eravamo tutte assieme, ma scendendo verso La Thuile abbiamo iniziato a perdere contatto fra di noi. Da lì in avanti io ho praticamente fatto tutta la gara da sola e come me via via molte altre, a parte Holmgren che era già tornata su Bunel, arrivando in due fino al traguardo.

«E’ stato in quel frangente – prosegue Ciabocco – che ho perso tanto tempo ad inseguire quelle davanti a me che hanno sfruttato la superiorità numerica prima di restare sole. Ovvio che poi siano cresciuti i minuti tornando a La Rosière. La crono in salita non è andata male, però devi fare i conti con ciò che ti è rimasto. Posso dire di uscire con maggiori consapevolezze e più esperienza in generale e rispetto all’anno scorso. Quest’anno ero più preparata a fare la capitana perché anche con la mia squadra mi era capitato di essere leader in qualche gara».

Dopo il secondo posto nel prologo, Ciabocco conquista la stessa posizione nella prima tappa alle spalle di Gery (foto Lewis Catel)
Dopo il secondo posto nel prologo, Ciabocco conquista la stessa posizione nella prima tappa alle spalle di Gery (foto Lewis Catel)

Assaggio mondiale

E’ mancato solo l’acuto. Ciabocco meritava di tornare dalla Francia con un risultato importante anche se non bisogna disprezzare il secondo posto nel prologo in salita a Tignes e quello nella prima tappa in linea a Saint-Galmier, così come le altre quattro top 10. Questa settimana di Avenir Femmes può considerarsi un antipasto del mondiale U23 in Rwanda.

«Il livello è stato alto – analizza – tanto che nelle frazioni iniziali, o le prime quattro in linea se preferite, non c’è stato spazio e terreno per fare gara dura o un po’ di differenza sulle scalatrici pure. Siamo sempre arrivate tutte assieme. All’Avenir le salite lunghe hanno deciso la generale, al mondiale invece ci saranno strappi più corti e più gestibili, seppur ne uscirà una corsa dura.

«So che dovremmo essere al via in poche – spiega Ciabocco – e potrebbero esserci le stesse avversarie con l’aggiunta di qualche ragazza che non c’era in Francia. Penso a Cat Ferguson. Sulla carta può sembrare un percorso troppo duro per lei, ma sappiamo che è forte e che quando sta bene è capace di tutto. Penso però anche a Celia Gery, che all’Avenir ha conquistato tre tappe e mi ha fatto una grande impressione. Non è un caso che Francia e Gran Bretagna al mondiale U23 andranno con formazioni al completo o quasi».

Ardeche, Rwanda e… Ardeche

Il contingente della nazionale per i mondiali africani prevede il numero massimo consentito sia per uomini che donne. Nel gruppo femminile non è ancora esplicitato se ci sarà un posto riservato ad una Under 23 (che ricordiamo correranno una gara tutta per loro per la prima volta nella storia), però interpretando le parole del cittì Velo dopo il Giro Women parrebbe che quel posto potrebbe essere assegnato proprio a Ciabocco.

Se occorrevano risposte dall’Avenir, allora si può dire che siano arrivate. E forse vale davvero la pena portare la marchigiana in Rwanda. E’ vero che correrà senza compagne, ma è altrettanto vero che non sarà l’unica in quelle condizioni e non è peregrina l’idea di portare a casa una medaglia. Ora manca solo l’ufficialità, ma intanto Eleonora sa già che il programma che l’attende potrebbe essere un cerchio.

«Farò qualche giorno a casa – ci dice – poi correrò il Tour de l’Ardeche con la Picnic PostNL (dal 9 al 14 settembre, ndr). A quel punto se dovessi correre il campionato del mondo, so che partirei col gruppo crono il 17 o 18 settembre. Quindi farei una settimana in Rwanda prima di correre (le U23 corrono il 25 settembre, ndr).

«In teoria – conclude Ciabocco – dovrei correre anche l’europeo in Ardeche (il 3 ottobre, ndr) e la gara con la squadra potrebbe servire proprio anche in quella funzione. Tuttavia ci sono ancora un po’ di cose che vanno confermate e considerate. Una di queste sarebbe la capacità di recupero tra il rientro dal Rwanda e la rassegna continentale. Andiamo un passo alla volta però. Alla base di tutto bisogna aspettare la definitiva convocazione in nazionale. Naturalmente spero che arrivi, io sono pronta».

Ciclo Promo Components protagonista all’Europeo Gravel

11.10.2024
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Archiviati i campionati del mondo di Leuven con i trionfi orange di Marianne Vos e Mathieu Van der Poel, il mondo del gravel rivolge ora la sua attenzione all’Italia e in particolare al Veneto. Domenica 13 ottobre l’Altopiano di Asiago ospiterà l’UEC Gravel European Championship. Chi aspira a diventare il nuovo campione d’Europa per la disciplina gravel sarà chiamato ad affrontare un anello di 51 chilometri con 800 metri di dislivello da percorrere più volte a seconda della categoria di appartenenza. Tra uomini e donne saranno infatti 16 le maglie di campione d’Europa messe in palio

I campionati europei gravel UEC 2024 di Asiago daranno inoltre ai partecipanti la possibilità di qualificarsi immediatamente per i campionati del mondo gravel UCI 2025 in programma il prossimo anno a Nizza. Asiago 2024 diventa così il primo evento di qualificazione nel calendario per la corsa alla maglia iridata del 2025. 

Ciclo Promo presente

All’Europeo Gravel di Asiago sarà presente anche Ciclo Promo Components. La commerciale veneta sarà sponsor dell’evento con i seguenti tre marchi distribuiti in esclusiva per l’Italia: MagicShine, Topeak e Finish Line | HALO. Questi ultimi faranno il loro debutto ufficiale proprio in occasione del campionato europeo. Si tratta di lubrificanti che si differenziano per l’innovativa formula, intrinsecamente biodegradabile, sviluppata con l’obiettivo di migliorare notevolmente le prestazioni della trasmissione, riducendo l’attrito e l’usura causati da contaminanti abrasivi, senza ricorrere all’utilizzo di sostanze chimiche fluorurate o PFAS. 

MagicShine sviluppa invece fanalini per bici all’avanguardia in grado di migliorare la visibilità e la sicurezza su strada di ogni ciclista in ogni disciplina. I fanalini MagicShine si differenziano in particolare per potenza, gittata massima e durata della batteria. 

Guardando in casa Topeak ci troviamo di fronte ad un catalogo prodotti davvero ricco. Si va dagli attrezzi per la manutenzione ai mini-utensili, alle borse, alle pompe, alle luci, ai supporti bici e a tutto ciò che può essere utile per affrontare ogni uscita in bici con il massimo della tranquillità.

FinishLine è una delle realtà all’avanguardia per quanto riguarda i prodotti per la manutenzione e la cura della bici
FinishLine è una delle realtà all’avanguardia per quanto riguarda i prodotti per la manutenzione e la cura della bici

Appuntamento a domenica

Domenica 13 ottobre, in occasione degli europei gravel 2024, Ciclo Promo Components sarà presente ad Asiago con un’esposizione dei prodotti principali di Topeak, MagicShine e anche con i nuovi lubrificanti HALO di Finish Line. Tutti gli appassionati presenti ad Asiago avranno quindi modo di scoprire l’intera gamma di fanalini MagicShine, l’ampia linea di prodotti Topeak e toccare con mano i prodotti di Finish Line specifici per la cura e la manutenzione della bicicletta.

Ciclo Promo Components

Le luci e le ombre dell’europeo gravel secondo Mattia De Marchi

06.09.2024
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E’ recente la notizia che l’europeo gravel 2024 si terrà ad Asiago il prossimo 13 ottobre. Una data che ha sollevato più di qualche perplessità da parte di chi il gravel lo pratica tutto l’anno, com’è il caso di Mattia De Marchi, tra i più forti italiani della disciplina (in apertura al mondiale 2023). Lo abbiamo raggiunto al telefono mentre è impegnato al Giro del Friuli, per farci raccontare la sua opinione a riguardo (e il problema, abbiamo scoperto, non è solo questione di date).

Mattia, come vedi questo prossimo europeo gravel?

Non benissimo sinceramente. La prima cosa è la data scelta, il 13 ottobre. Sembra sia stata decisa pensando solo agli stradisti e non a chi fa gravel tutto l’anno.

Perché?

Perché proprio quel giorno c’è una gara molto importante in Spagna (la finale del circuito Gravel Earth Series, ndr), alla quale, se vogliamo correre l’europeo, dovremo rinunciare. Difficile non pensare che quella data sia stata presa perché il giorno prima si corre il Giro di Lombardia, cercando così di attirare i professionisti. Allora, mi dico: se la principale preoccupazione è quella, che facciano direttamente una gara gravel solo per i professionisti su strada. Con la possibilità che poi alla fine non vengano, ovviamente. Questo mi ha dato fastidio perché mi è sembrata una mancanza di rispetto, non ci voleva tanto a controllare il calendario. Devo dire poi che una recente intervista di Pippo Pozzato (che svolge funzione di supporto agli organizzatori di Flanders Classics, ndr) non mi è piaciuta granché, perché nomina solo i pro’. Quindi ecco, come praticante del gravel tutto l’anno mi sento un po’ preso in giro.

Per quanto riguarda il percorso invece, come lo vedi?

Il percorso lo conosco bene, ma è il più facile che si potesse fare. Dicono che il 70 per cento è sterrato, ma per mia esperienza diretta so invece che tante di quelle strade sono asfaltate. L’altopiano di Asiago lo conosco benissimo e c’erano molte altre alternative. L’obiettivo secondo me doveva essere spingere il posto nella sua interezza e credo che in questo senso si sia persa un’occasione. Voglio dire: si correrà su un anello che solitamente fanno fare alle famiglie con le e-bike. Mi auguro che questo evento faccia comunque conoscere il territorio, credo solo ci fosse un modo migliore per farlo conoscere, tutto qua.

Tu comunque parteciparei, giusto?

No, non andrò. Mi pesa moltissimo dire di no alla maglia azzurra, ma avevo questa gara in Spagna programmata da mesi e alla fine ho deciso di andare.

Una scelta non facile…

Rinuncio e basta, però non è un modo corretto di fare. Oltre al fatto che annunciare il tutto poco più di un mese prima rende ogni cosa complicata. Piuttosto forse era meglio non farlo, questo europeo. Quando sono iniziate a girare le voci su questa data, avevo anche scritto all’UEC, che ha in mano l’organizzazione, per fargli presente il problema. Non mi hanno mai risposto. Ad un certo punto c’erano corridori che mi scrivevano per chiedermi informazioni in quanto italiano, ma io non sapevo niente. Il rischio grande così facendo è di bruciarsi tutta una fetta di atleti e poi diventa un problema serio.

Cioè?

Cioe se noi decidiamo di non correre più agli eventi perché non ci sentiamo un minimo tutelati, e di non parlare più del gravel ogni giorno come facciamo da anni, anche chi organizza rimane fregato. Noi siamo nel nostro piccolo delle persone influenti che il gravel lo fanno tutto l’anno e in qualche modo tengono su la baracca. Finché c’è questo genere di approccio è difficile che riusciamo ad attirare corridori di livello. Noi siamo obbligati ad andare in America e loro, se le cose restano così, non verranno mai di qua. Dopo aver visto il percorso del primo mondiale gravel, gli americani non volevano venire al secondo, per dire. Hanno chiesto a me e io gli ho detto che invece valeva la pena. Ma capite bene che, di nuovo, se le cose si fanno così c’è il forte rischio di bruciarsi un sacco di opportunità.

Ti senti di dare qualche consiglio, magari per i prossimi anni?

Io, come avevo scritto all’UEC, sono a disposizione per dare consigli. Non saprei come organizzare un evento, ma sono nel giro da anni e quel mondo credo di conoscerlo. Spero che Flanders Classic veda potenzialità nelle nostre zone per fare qualcosa di davvero interessante qui, che investano nei nostri territori. Io, ripeto, sono e resto a disposizione.

Stuyven, Trek e il gravel: prove generali di integrazione

05.10.2023
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Jasper Stuyven, belga della Lidl-Trek che in carriera ha vinto una Sanremo, la Omloop Het Nieuwsblad e anche un Deutschland Tour, è il nuovo campione europeo gravel. Lo ha conquistato domenica scorsa in Belgio, battendo Merlier (11 vittorie su strada nel 2023) e Paul Voss, che da quando si è ritirato corre solo nella nuova disciplina.

Nella settimana che porta da un lato al Lombardia, dall’altro alla Parigi-Tours e al mondiale sugli sterrati, è palese che il gruppo dei professionisti si sia diviso. Gli scalatori si sono dati appuntamento al raduno di partenza di Como, i velocisti (fra cui Stuyven) a Chartes. A Pieve di Soligo si troveranno invece gli specialisti degli sterrati e facce note come Wout Van Aert, Alejandro Valverde e Peter Sagan. Le convocazioni azzurre non lasciano spazio a dubbi. Fra gli altri, troveremo Oss, Velasco e Alessandro De Marchi, mentre fra le donne Realini, Persico, Paladin e Bertizzolo.

Daniel Oss al centro fra i cittì Celestino e Pontoni. Lo scorso anno il trentino fu bronzo al mondiale
Daniel Oss al centro fra i cittì Celestino e Pontoni. Lo scorso anno il trentino fu bronzo al mondiale

Il punto con Trek

Quando lo scorso anno la rassegna iridata debuttò sulle strade del Vicentino, la considerazione di molti fu immediata. Non appena le aziende produttrici di bici si fossero accorte dell’impatto sul mercato, avrebbero spinto affinché i professionisti delle squadre che sponsorizzano venissero dirottati sulla nuova disciplina.

E’ stato così ad esempio che il Movistar Team, con il favore di Canyon, ha creato al suo interno un team gravel, per far correre l’impensionabile Valverde e Ivan Cortina. E allora ci siamo chiesti: che cosa ha rappresentato per Trek la vittoria di Stuyven agli europei di Oud-Heverlee? Ci ha risposto Jordan Roessingh, Direttore globale – Bici da strada e Project One.

Stuyven ha conquistato a Oud-Heverlee il primo europeo gravel. Domenica si corre il 2° mondiale
Stuyven ha conquistato a Oud-Heverlee il primo europeo gravel. Domenica si corre il 2° mondiale
Le vendite di biciclette gravel rappresentano una parte importante del mercato di Trek?

Sì, il gravel è diventato una parte molto significativa della nostra attività ed è cresciuto ogni anno da quando abbiamo lanciato il nostro primo modello, la Checkpoint.

Le competizioni gravel sono di interesse commerciale per Trek come azienda?

SÌ. Abbiamo sponsorizzato atleti che gareggiano in molte delle principali gare e sosteniamo anche diversi eventi gravel. Ad oggi, tuttavia, Trek non ha ancora organizzato dei propri eventi.

L’organizzazione dei campionati europei e mondiali è un’opportunità per Trek?

Certamente, la globalizzazione e l’aumento della professionalità nelle corse gravel sono cambiate radicalmente negli ultimi anni. Le gare gravel europee e UCI sono molto diverse dai più tradizionali eventi del Nord America, ma offrono comunque un’esperienza unica, che si abbina ad alcuni degli eventi più popolari che hanno dato il via al gravel. Non penso che questa sia un’opportunità soltanto per Trek, ma per i ciclisti e l’industria nel suo complesso, per far crescere una nuova disciplina nel ciclismo.

Questo il Trek Driftless Team in un video di inizio stagione
Le squadre sponsorizzate da Trek sono state sollecitate affinché agevolino la partecipazione degli atleti alle gare gravel?

Abbiamo uno specifico team di corse gravel, il Trek Driftless Team, che gareggia nei principali eventi gravel principalmente in Nord America. Occasionalmente abbiamo ciclisti di Lidl-Trek che partecipano a eventi in Europa. Jasper Stuyven, appunto, ha recentemente vinto i campionati europei, ma è principalmente una scelta che dipende da loro, senza molta, se non nessuna spinta da parte del team o di Trek.

Il Movistar Team ha formato una squadra per il gravel, potrebbe esserci la stessa intenzione per Trek?

Del Trek Driftless Team abbiamo già detto, mentre Lidl-Trek non ha un programma o piani specifici per il gravel. Questo significa che gli atleti gareggeranno occasionalmente negli eventi. Però sembrano divertirsi e riescono anche bene.

Sul podio dell’europeo, con Stuyven sono saliti Merlier e Paul Voss, che fino al 2016 correva nella Bora
Sul podio dell’europeo, con Stuyven sono saliti Merlier e Paul Voss, che fino al 2016 correva nella Bora
La vittoria di Stuyven agli Europei può diventare un’occasione di marketing? 

Sì, è stata certamente una grande vittoria e qualcosa che sfrutteremo per mostrare il coinvolgimento e il successo di Trek e per spingere le nostre piattaforme per bici gravel race come Checkpoint e Domane.

Il mercato del gravel interessa anche alle ragazze?

Penso che un attributo del gravel, che gli consentirà di crescere ancora, è quanto sia aperto per ciclisti di tutti i tipi. Non importa chi tu sia, negli eventi gravel c’è un posto anche per te