Bagioli, un altro lampo d’azzurro dal Tour de Wallonie

27.07.2023
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Nell’Hetias Tour de Wallonie vinto da Ganna c’è stato posto anche per Andrea Bagioli. Proprio nella crono vinta da Pippo, il valtellinese aveva sentito che le gambe erano giuste e così ieri, nella tappa di Aubel che sembrava una piccola Liegi e ne proponeva alcune còte, Andrea ha fatto quello che gli si chiede da tempo: quando non c’è Remco, prendi in mano la corsa e vinci. Più facile a dirsi che a farsi, ovviamente, ma è così che ci si scava spazio negli squadroni stranieri o si attira l’attenzione di altri per spiccare il volo.

«Sono appena arrivato all’aeroporto – dice – sto andando in Spagna. E poi da lì dovrei raggiungere il ritiro della nazionale. A San Sebastian ritrovo Evenepoel, ci sarà da lavorare per lui. E’ un fuoriclasse, è giusto così».

Lo hanno lasciato a casa dal Tour, l’abbiamo raccontato, per portare una squadra a misura di Jakobsen, che però si è ritirato e alla fine la Soudal-Quick Step ha dovuto accendere un cero al ritrovato Asgreen. Visti i percorsi e la condizione, anche Bagioli avrebbe avuto il suo spazio. E come Sobrero, che è stato escluso e poi ha vinto al Giro d’Austria, anche Andrea al Tour de Wallonie ha voluto mettere il puntino sulla “i”.

La vittoria di Aubel è la prima del 2023: l’attacco sull’ultimo strappo l’aveva programmato così
La vittoria di Aubel è la prima del 2023: l’attacco sull’ultimo strappo l’aveva programmato così
Sapevi di stare bene oppure è venuto fuori tutto ieri durante la tappa?

Già dal giorno prima avevo capito qualcosa. Avevo fatto la crono e non mi aspettavo di andare così forte. In teoria dovevo farla tranquillo, però durante il riscaldamento ho sentito che stavo bene. Sono partito. Mi sono detto di provare a seguire un tot di watt e ho visto che riuscivo a tenerli facilmente. Allora ho cambiato idea e mi sono detto di andare a tutta e vedere dove sarei arrivato. L’undicesimo posto in una crono così piatta e così lunga non mi era mai successo.

Il Wallonie è stato il tuo rientro alle corse dopo il campionato italiano e l’esclusione del Tour.

All’italiano sono caduto all’ultimo giro. Poi l’esclusione dal Tour, per la quale un po’ di delusione c’è stata. Così ho staccato 3-4 giorni, più mentalmente che fisicamente, perché fisicamente ero pronto. Ero stato quattro mesi in altura a prepararmi per niente, non è bello essere esclusi. Poi invece ho ripreso bene, ma restando a casa, senza andare chissà dove.

Sobrero in Austria, tu in Belgio: punti in comune?

Un po’ sì, un po’ ti viene dentro la voglia di dimostrare che quel posto l’avevi meritato…

Bagioli e Ballerini nel mirino di Bennati dall’inizio dell’anno. Purtroppo Ballerini non sarà a. Glasgow per un problema al ginocchio
Bagioli e Ballerini nel mirino di Bennati dall’inizio dell’anno. Purtroppo Ballerini non sarà a. Glasgow per un problema al ginocchio
Senza fare voli pindarici, è una condizione che può durare a lungo?

Sì, certo, la condizione non la perdi in una o due settimane, quindi si riesce a tenere sicuramente. Anzi, magari correndo anche dopo il Tour de Wallonie e facendo ancora ritmo gara, potrà addirittura crescere ancora.

Convocazioni ancora non ufficiali, ma dovresti essere nella rosa del mondiale: è importante?

Sarebbe il quarto, da quando son professionista li ho fatti tutti. Mi piace il mondiale e il clima della nazionale, ci tengo sempre a far bene. Poi anche il percorso di quest’anno è tecnico e penso sia molto adatto a me. Ci sono strappi veramente corti e posso dire la mia. Ci sarà da limare, quindi siamo pronti.

Ieri hai vinto che due scatti giusti nel finale: nessuno spreco. Sembrava tutto ragionato…

Sapevo che la prima parte di tappa era la più dura, poi invece diventava più facile. Quindi, anche se partivi presto, poi era ancora lunga andare all’arrivo. In più avevo due compagni in fuga, quindi dietro non potevamo attaccare o fare tanto: per questo siamo rimasti coperti. Sapevo anche che c’era quello strappo alla fine, come due giorni prima quando ho provato ad andar via e poi mi hanno ripreso. Solo che stavolta c’erano solo 2 chilometri dalla cima all’arrivo ed era più fattibile. Era già in programma di partire lì ed è andata bene.

Fra gli azzurri visti al Wallonie, Bagioli dice che Lorenzo Rota gli è parso in ottima condizione
Fra gli azzurri visti al Wallonie, Bagioli dice che Lorenzo Rota gli è parso in ottima condizione
Bennati ha detto che dal Wallonie si aspettava indicazioni dagli azzurri che non hanno fatto il Tour. Chi hai visto, a parte te?

Secondo me Baroncini e anche Rota, che si è mosso bene anche ieri. Magari non si è visto in televisione, perché non c’era ancora la diretta, però ha fatto un paio di attacchi forti (purtroppo il Wallonie non è andato bene per Davide Ballerini, che a causa di un problema al ginocchio non è partito nella quarta tappa e dovrà rimanere a riposo alla vigilia di un periodo per cui aveva tanto lavorato, ndr). Adesso San Sebastian con Remco, sapendo di stare bene e poi apriremo il bellissimo libro dei mondiali.  

Dal Belgio a Montichiari, un Ganna in forma mondiale

27.07.2023
5 min
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Ganna che vince, in volata e poi a cronometro. Con i mondiali alle porte e con Bagioli che si prende l’ultima tappa, la notizia riempie di buon umore e semmai suscita qualche rammarico. Alla luce del percorso (ma non del calendario), anche il piemontese avrebbe potuto fare la sua figura nella prova su strada. Ma non si può. Il 5 agosto, ci sono le finali del quartetto. Il 6 la prova su strada, che Pippo non farà. L’8 agosto c’è il Team Mixed Relay, che non farà. Mentre l’11 ci sarà la cronometro individuale, che proverà a vincere. In questo ingarbugliato calendario scozzese, in cui Ganna sarà affidato allo staff azzurro, la sua ombra sempre a disposizione sarà Dario Cioni, con lui in questi giorni valloni.

In un’intervista rilasciata ieri alla Gazzetta dello Sport, Ganna ha commentato la vittoria della crono al Wallonie parlando di numeri ottimali e qualche problema tecnico che proprio Cioni starebbe cercando di risolvere.

La crono del Wallonie è servita a Cioni anche per capire il settaggio della bici (foto Ineos Grenadiers)
La crono del Wallonie è servita a Cioni anche per capire il settaggio della bici (foto Ineos Grenadiers)
Come procede l’avvicinamento al mondiale? 

Bene, è arrivata subito la vittoria nella prima tappa, che comunque è un buon segno. Nella crono è andato forte su un percorso non super adatto a lui, quindi anche per questo ha vinto con un margine un po’ limitato. Però a livello numerico ha fatto la potenza che ci aspettavamo.

A cosa si riferiva nell’intervista?

Abbiamo un paio di problemini, che però possiamo risolvere. Fattori esterni a noi, legati ai materiali, di cui però è meglio non parlare.

Ganna è tornato alle corse un mese dopo i campionati italiani, cosa ha fatto nel frattempo?

Uno stage in altura e due blocchi di lavoro in pista, uno però già prima dei campionati italiani. Siamo diversi dal programma che avevamo fatto quest’inverno, che abbiamo dovuto cambiare dopo il ritiro dal Giro. Chiaro che qualcosa sia mancato, perché avrebbe potuto fare un’altra crono, però questa è la vita dell’atleta, a volte ci sono inconvenienti e bisogna trovare le alternative. Diciamo che comunque siamo nella piena fase di avvicinamento.

Nella prima tappa di Hamoir, Ganna doveva tirare la volata a Viviani e ha finito col vincerla lui
Nella prima tappa di Hamoir, Ganna doveva tirare la volata a Viviani e ha finito col vincerla lui
Come si conciliano le date del quartetto con la crono?

Alla fine non sono malissimo, ma se ci fosse stato un paio di giorni in meno da aspettare fra le due prove, sarebbe stato più facile gestire. Nel senso che, fatta la fase di recupero fra una prova e l’altra, poi sarebbe stato ottimale correre subito. Invece resterà su cinque giorni prima della crono.

Correre su strada all’indomani dell’inseguimento sarebbe stato davvero improponibile?

Il problema è che non avrebbe il tempo per recuperare. Hanno voluto far gareggiare tutti insieme e così hanno reso la vita difficile a chi fa la multidisciplina. Così la strada è troppo ravvicinata e la crono è lontana. In quel periodo si dovrà vedere cosa fare, si deciderà in base alle sensazioni e come va con il quartetto. E poi c’è anche il meteo di lassù da prendere in considerazione e le esigenze della nazionale.

La crono è lunga 47,8 chilometri, ha appena tre strappetti e l’arrivo al castello su una salitella in pavé. Cosa te ne pare?

Bisognerà stare attenti alla gestione dell’energia prima dello strappo. E’ breve, quindi Pippo finisce forte e per lui non dovrebbe essere un problema. Però prima di dire altro, bisognerà andarci sopra con la bici, perché valutarlo da remoto è difficile. Comunque alla fine si tratta di un pezzo molto breve, quindi l’influenza non sarà grandissima.

La crono del Wallonie vinta con la maglia tricolore riconquistata nella crono di Ponte Arche in Trentino
La crono del Wallonie vinta con la maglia tricolore riconquistata nella crono di Ponte Arche in Trentino
Il percorso dello scorso anno non andò giù a Pippo dall’inizio, questo sembra più adatto?

Molto di più, confermo. Quello di Wollongong, già a vederlo sulla carta, non l’aveva mai ispirato.

I risultati del Wallonie stupiscono o sono in linea con gli obiettivi che vi eravate posti?

La condizione è buona, si sapeva. Eravamo venuti per vincere la crono, mentre la tappa è arrivata un po’ di sorpresa. Il piano era di tirare la volata a Elia (Viviani, ndr), ne avevamo parlato nella riunione, però poi si è presentata un’altra opportunità e l’ha colta. Non è la prima volta che Pippo fa vedere di avere uno spunto veloce. L’idea comunque era di usare questa corsa per fare fatica, perché comunque non faceva una corsa a tappe dal 18 giugno con l’Occitanie e un percorso con tanti saliscendi era l’ideale. 

Dal Belgio a Montichiari e poi in Scozia: cosa resta da fare?

In pista farà i lavori di velocizzazione, visto che si vedranno da oggi e staranno per sei giorni, fino al primo agosto. Hanno questi giorni di avvicinamento alla pista, anche se il grosso ormai è stato fatto. Ci può essere qualche rifinitura, con cui però non riesci a incidere sulla condizione. Invece bisognerà essere attenti a gestire il passaggio dalla pista alla strada in quei giorni intermedi.

La vittoria nella crono è arrivata, ma con appena 8″ sul compagno Tarling. L’attesa è stata… tirata
La vittoria nella crono è arrivata, ma con appena 8″ sul compagno Tarling. L’attesa è stata… tirata
Cosa si farà?

Non penso che servirà fare grossi lavori di volume, però qualche lavoro intermedio sì, anche perché non può fare intensità tutti i giorni.

Ci sarai anche tu a Glasgow?

A partire dal 6 e fino al 12 agosto. Ganna sarà con la nazionale, io avrò anche altre cose da fare, ma sono comunque là e all’occorrenza potrà esserci il solito buon dialogo. Saranno giorni utili anche per scegliere ruote e rapporti, anche se il test di due giorni fa ha dato delle utili indicazioni.

La corsa di Ballerini riparte dal Belgio e profuma d’azzurro

25.07.2022
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Ballerini è all’Ethias Tour de Wallonie assieme ad Alaphilippe e un bel gruppo di corridori al lavoro per la seconda parte di stagione. Nomi anche importanti che a vario titolo, per problemi o per programma, sono rimasti fuori dal Tour e adesso hanno motivazioni da vendere. Il contesto è speciale. Ieri si è corso sulle strade della Liegi, ma nell’arco della settimana non mancherà il pavé. L’unico problema, venuto a galla giusto ieri, è un’ondata di caldo che da quelle parti non è affatto usuale. Basti pensare che quando il Tour ha fatto tappa in Belgio, indossando la felpa per andare a cena leggevamo con sgomento dei 40 gradi che bagnavano l’Italia.

«Invece è arrivato anche qui – ammette il Ballero – parliamo di 35-36 gradi. Così la tappa di ieri è venuta durissima, non credevo tanto. Un po’ alcune salite della Liegi e un po’ il caldo, mi dispiace che abbiamo perso la maglia di leader (Alaphilippe, vincitore della 1ª tappa è arrivato a 8’28”, mentre oggi ha dovuto fermarsi per positività al Covid, ndr). E mi dispiace che abbiamo perso Dries Devenyns, che è caduto due volte. La prima volta ha battuto la testa ed è ripartito. Poi è caduto di nuovo e lo hanno portato all’ospedale».

La seconda tappa del Wallonie è appena partita, Alaphilippe (e dietro Ballerini) ancora di ottimo umore…
La seconda tappa del Wallonie è appena partita, Alaphilippe (e dietro Ballerini) ancora di ottimo umore…
E quindi si riparte da qui?

Esatto, dopo aver lavorato bene a Livigno. Non posso dire di essere soddisfatto della prima parte di stagione. Ho puntato ancora sulle classiche, ma fra acciacchi vari e Covid, ho sempre inseguito la condizione senza mai trovarla davvero. Quando è così, fai le cose di fretta e si complica tutto. Sono esperienze che ti porti dietro, ma è anche vero che in certi momenti è stato difficile fare la squadra, quindi magari rientri che non sei al top. E basta un colpo d’aria per ammalarti.

Adesso sei a posto?

Ormai è passato tutto (sbuffa, ndr). Il Giro è andato discretamente, ho avuto le mie chance. Poi a Livigno ho staccato. Eravamo un bel gruppo, tutti quelli che non sono andati al Tour, da “Loulou” (Alaphilippe, ndr) a Evenepoel. E così il Tour ce lo siamo guardati in tivù. Ieri speravo che vincesse Jakobsen, che sa muoversi bene anche senza Morkov. Ma Philipsen aveva già fatto vedere di essere più forte.

Andermatt, un bel muro in pavé, per dare al ritiro di Livigno il sapore di Nord… (foto Instagram)
Andermatt, un bel muro in pavé, per dare al ritiro di Livigno il sapore di Nord… (foto Instagram)
L’anno scorso eri uno degli uomini di punta al mondiale, ma finì con caduta e ritiro. Hai già parlato con Bennati?

Ci siamo sentiti, certo. Con Benna mi sono sempre trovato bene, il primo stage alla Tinkoff lo feci con lui. Abbiamo un grande rapporto, è una brava persona, con lui scherzo spesso. Vedremo come andrà questa volta con la nazionale. Gli europei sono piatti. Il mondiale invece sarà duro come l’anno scorso. Non ho visto le strade, non so se sono larghe. Però viene duro, Alaphilippe non lo tolgo dai favoriti, per cui si vedrà.

Ieri a Parigi, Bennati ha fatto un po’ di nomi…

Bisognerà vedere come staremo a settembre. Bettiol effettivamente sta andando forte, ma al mondiale mancano quasi due mesi. Dovremo essere bravi a essere forti in quei giorni lì.

Tu come ci arriverai?

Niente Vuelta. Dopo il Wallonie, farò Burgos, poi gli europei, quindi una corsa in Belgio, Plouay, poi altre due settimane in altura, lo Slovacchia e a quel punto, se sarò nella rosa, il mondiale.

Bramati dice che gli piacerebbe vederti vincere in questi giorni, c’è una tappa che fa al caso tuo?

L’ultima, che ha anche qualche chilometro di pavé. Ma se dovesse essere un’altra, andrà bene lo stesso. Essendo appena scesi dall’altura, sapevo che le prime sarebbero state dure, ma adesso le cose andranno sicuramente meglio. E… una cosa: anche a me piacerebbe vincere…