Erik Fetter e Marton Dina, due ungheresi, due ragazzi della Eolo-Kometa e un Giro d’Italia che guarda caso parte proprio dalla loro patria, da Budapest. I due corridori faranno del tutto per esserci, ma a quanto pare ne vedremo uno solo.
Noi però più che capire chi prenderà il via alla corsa rosa, vogliamo conoscerli meglio. E Stefano Zanatta (in apertura affianco a Dina), direttore sportivo della Eolo-Kometa che lavora a stretto contatto con loro è l’interlocutore migliore.
Dina lottatore
«Marton Dina – spiega il diesse – un po’ “più vecchio” tra i due. Lui ha 26 anni. E’ un bravo ragazzo e un buon corridore. Una sua caratteristica è quella di saper entrare nelle fughe. E’ un coriaceo, ha un carattere tosto. Già l’anno scorso ha preso parte al Giro: ha attaccato, si è mosso bene il che va bene per un team come il nostro.
«Per adesso Marton non è ancora al top. Anche lui non ha avuto un inverno proprio facile, ma lo abbiamo portato al Tour of the Alps perché potesse crescere di condizione.
«Tra i due, senza dubbio Dina è il più scalatore. Non è un grimpeur puro, va bene su scalate non lunghissime, non è insomma da arrivo puro in salita. E non è neanche velocissimo, ma come detto è un lottatore e si adatta a molti percorsi».
«E poi l’ho detto, è uno tosto. Alla Coppi e Bartali l’anno scorso ha preso la maglia dei Gpm al primo giorno. Nella seconda tappa per cercare di difendere la maglia voleva entrare in fuga, ma nel momento in cui è partita ha forato. Cambiata la ruota e ripartito e ha inseguito da solo per 25 chilometri. A fine tappa era riuscito a mantenere la maglia, ma in due giorni aveva consumato tutta la benzina per la corsa!».
Fetter talento
E poi Erik Fetter. Anche se più giovane, è classe 2000, è quasi più conosciuto del suo connazionale. Se non altro per le buone prestazioni fatte da dilettante e tra gli U23 come il quarto posto ottenuto lo scorso anno agli europei di Trento.
«Fetter – riprende Zanatta – è certamente più talentuoso. Ha già vinto una gara, una tappa al Tour du Limousin, lo scorso anno, ha disputato un ottimo mondiale under 23 a Leuven e anche quest’anno ha fatto con noi un paio di gare buone, alla Coppi e Bartali e al Gp di Larciano. Al Giro lo porteremo.
«Erik è un corridore più completo rispetto a Marton, è anche campione nazionale a crono. E’ meno scalatore, ma è più potente e veloce. Lo scorso anno ha vinto la tappa al Limousin con un attacco a 1,5 chilometri dall’arrivo e non lo hanno più ripreso.
«Oppure, lo scorso anno lo abbiamo portato alla Strade Bianche. Aveva 19 anni. Ha fatto tutta la corsa davanti fino a una quarantina di chilometri dall’arrivo. Poi si è staccato. Io e Ivan Basso lo abbiamo scortato con l’ammiraglia fino all’arrivo. Ai 2 chilometri, prima di entrare dentro Siena ha avuto i crampi. Ma forte. Si è fermato e steso a terra come i calciatori. Lo abbiamo aiutato, ma è voluto andare a tutti i costi all’arrivo.
«Per dire anche delle qualità morali di questo atleta. Oltre al fatto che a 19 anni è riuscito a finire una corsa dura e di alto livello come la Strade Bianche. Che caparbietà. Hanno entrambi delle qualità che devono emergere e noi ci stiamo lavorando».
Ungheria alla ribalta
E la Eolo-Kometa è forse l’ambiente ideale per crescere. Le pressioni sono il giusto, a ruota tutti hanno i loro spazi e direttori sportivi come Zanatta o Biagio Conte con i giovani sanno il fatto loro.
«Sono due ragazzi – dice Zanatta – che si danno da fare, sono generosi, ma certo non hanno ancora un’elevata cultura ciclistica, nel loro Paese ancora non c’è. Adesso sono loro gli idoli ciclistici in Ungheria. Sono un esempio per tanti altri giovani, sono ben considerati e loro stessi vogliono crescere e far crescere il ciclismo nel loro Paese».
E questa cosa del seguito del ciclismo in Ungheria la scrivemmo anche in merito ad Attila Valter. Nello stato magiaro c’è voglia di ciclismo, c’è curiosità e fermento. Quando Zanatta afferma che sono degli idoli nel loro Paese non ha torto. Per Valter sembra ci saranno 10 milioni di persone lungo le strade del Giro nell’arco dei tre giorni. Dopo la maglia rosa dell’anno scorso la sua popolarità è esplosa in patria.
Fetter e Dina sono nel gruppo Kometa da tempo. Si tratta infatti di uno sponsor ungherese.
«Sono con noi – spiega Zanatta – da tre anni. Facevano già parte della Fundacion Contador e l’anno scorso sono passati con i pro’. Erano già seguiti in Spagna da Barredo. Ascoltano molto i suoi consigli e si sono adattati bene a questa vita. Posto poi che la Fundacion li ha sempre seguiti passo passo.
«Kometa è un gruppo ungherese. Alberto e Fran Contador e anche Ivan per aiutare quei ragazzi hanno pescato in quel vivaio. C’era anche Valter, poi lui è andato alla Groupama-Fdj. Noi abbiamo loro che sono bravi e hanno voglia. Fetter resterà con noi anche il prossimo anno, mentre per Dina stiamo ancora vedendo come andranno le cose».