Fetter e Dina: una maglia per due. Zanatta fa il punto

29.04.2022
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Erik Fetter e Marton Dina, due ungheresi, due ragazzi della Eolo-Kometa e un Giro d’Italia che guarda caso parte proprio dalla loro patria, da Budapest. I due corridori faranno del tutto per esserci, ma a quanto pare ne vedremo uno solo.

Noi però più che capire chi prenderà il via alla corsa rosa, vogliamo conoscerli meglio. E Stefano Zanatta (in apertura affianco a Dina), direttore sportivo della Eolo-Kometa che lavora a stretto contatto con loro è l’interlocutore migliore.

Marton Dina (classe 1996) in azione in salita al Tour of the Alps
Marton Dina (classe 1996) in azione in salita al Tour of the Alps

Dina lottatore

«Marton Dina – spiega il diesse – un po’ “più vecchio” tra i due. Lui ha 26 anni. E’ un bravo ragazzo e un buon corridore. Una sua caratteristica è quella di saper entrare nelle fughe. E’ un coriaceo, ha un carattere tosto. Già l’anno scorso ha preso parte al Giro: ha attaccato, si è mosso bene il che va bene per un team come il nostro.

«Per adesso Marton non è ancora al top. Anche lui non ha avuto un inverno proprio facile, ma lo abbiamo portato al Tour of the Alps perché potesse crescere di condizione.

«Tra i due, senza dubbio Dina è il più scalatore. Non è un grimpeur puro, va bene su scalate non lunghissime, non è insomma da arrivo puro in salita. E non è neanche velocissimo, ma come detto è un lottatore e si adatta a molti percorsi».

«E poi l’ho detto, è uno tosto. Alla Coppi e Bartali l’anno scorso ha preso la maglia dei Gpm al primo giorno. Nella seconda tappa per cercare di difendere la maglia voleva entrare in fuga, ma nel momento in cui è partita ha forato. Cambiata la ruota e ripartito e ha inseguito da solo per 25 chilometri. A fine tappa era riuscito a mantenere la maglia, ma in due giorni aveva consumato tutta la benzina per la corsa!».

Erik Fetter, alto 190 centimetri, è un ottimo passista
Erik Fetter, alto 190 centimetri, è un ottimo passista

Fetter talento

E poi Erik Fetter. Anche se più giovane, è classe 2000, è quasi più conosciuto del suo connazionale. Se non altro per le buone prestazioni fatte da dilettante e tra gli U23 come il quarto posto ottenuto lo scorso anno agli europei di Trento.

«Fetter – riprende Zanatta – è certamente più talentuoso. Ha già vinto una gara, una tappa al Tour du Limousin, lo scorso anno, ha disputato un ottimo mondiale under 23 a Leuven e anche quest’anno ha fatto con noi un paio di gare buone, alla Coppi e Bartali e al Gp di Larciano. Al Giro lo porteremo.

«Erik è un corridore più completo rispetto a Marton, è anche campione nazionale a crono. E’ meno scalatore, ma è più potente e veloce. Lo scorso anno ha vinto la tappa al Limousin con un attacco a 1,5 chilometri dall’arrivo e non lo hanno più ripreso.

«Oppure, lo scorso anno lo abbiamo portato alla Strade Bianche. Aveva 19 anni. Ha fatto tutta la corsa davanti fino a una quarantina di chilometri dall’arrivo. Poi si è staccato. Io e Ivan Basso lo abbiamo scortato con l’ammiraglia fino all’arrivo. Ai 2 chilometri, prima di entrare dentro Siena ha avuto i crampi. Ma forte. Si è fermato e steso a terra come i calciatori. Lo abbiamo aiutato, ma è voluto andare a tutti i costi all’arrivo.

«Per dire anche delle qualità morali di questo atleta. Oltre al fatto che a 19 anni è riuscito a finire una corsa dura e di alto livello come la Strade Bianche. Che caparbietà. Hanno entrambi delle qualità che devono emergere e noi ci stiamo lavorando».

Marton Dina seguito a ruota da Erik Fetter: per Zanatta i due ungheresi sono due veri lottatori
Marton Dina seguito a ruota da Erik Fetter: per Zanatta i due ungheresi sono due veri lottatori

Ungheria alla ribalta

E la Eolo-Kometa è forse l’ambiente ideale per crescere. Le pressioni sono il giusto, a ruota tutti hanno i loro spazi e direttori sportivi come Zanatta o Biagio Conte con i giovani sanno il fatto loro.

«Sono due ragazzi – dice Zanatta – che si danno da fare, sono generosi, ma certo non hanno ancora un’elevata cultura ciclistica, nel loro Paese ancora non c’è. Adesso sono loro gli idoli ciclistici in Ungheria. Sono un esempio per tanti altri giovani, sono ben considerati e loro stessi vogliono crescere e far crescere il ciclismo nel loro Paese».

E questa cosa del seguito del ciclismo in Ungheria la scrivemmo anche in merito ad Attila Valter. Nello stato magiaro c’è voglia di ciclismo, c’è curiosità e fermento. Quando Zanatta afferma che sono degli idoli nel loro Paese non ha torto. Per Valter sembra ci saranno 10 milioni di persone lungo le strade del Giro nell’arco dei tre giorni. Dopo la maglia rosa dell’anno scorso la sua popolarità è esplosa in patria.

Fetter e Dina sono nel gruppo Kometa da tempo. Si tratta infatti di uno sponsor ungherese.

«Sono con noi – spiega Zanatta – da tre anni. Facevano già parte della Fundacion Contador e l’anno scorso sono passati con i pro’. Erano già seguiti in Spagna da Barredo. Ascoltano molto i suoi consigli e si sono adattati bene a questa vita. Posto poi che la Fundacion li ha sempre seguiti passo passo.

«Kometa è un gruppo ungherese. Alberto e Fran Contador e anche Ivan per aiutare quei ragazzi hanno pescato in quel vivaio. C’era anche Valter, poi lui è andato alla Groupama-Fdj. Noi abbiamo loro che sono bravi e hanno voglia. Fetter resterà con noi anche il prossimo anno, mentre per Dina stiamo ancora vedendo come andranno le cose».

La Eolo-Kometa prepara la campagna d’Ungheria

16.02.2022
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Si va in Ungheria. Il Giro d’Italia ritrova la partenza rinviata lo scorso anno per il Covid e si racconta che nelle strade di Budapest il fermento sia già notevole. Immaginarsi cosa possa passare per la testa dei pochissimi corridori ungheresi del gruppo che, dopo la maglia rosa 2021 di Attila Valter, vengono riconosciuti per strada e stanno vivendo un momento di grande esaltazione...

Due di loro – Marton Dina ed Erik Fetter – corrono alla Eolo-Kometa, che ha un’importante radice ungherese. Dal 1994 infatti, proprio il secondo sponsor ha impiantato la produzione nel Paese magiaro, fino a diventare una delle maggiori aziende di lavorazione delle carni suine e uno degli attori principali del mercato ungherese.

I due della Eolo-Kometa

Nei giorni scorsi abbiamo incontrato Dina al Tour of Antalya, mentre abbiamo raggiunto telefonicamente Fetter, che in questi giorni si trova a Tenerife per allenarsi. Non sul Teide, anche se ieri è arrivato in cima, ma al livello del mare per approfittare del caldo. Dei due, lui è forse quello più avanti, avendo anche vinto nel 2021 una tappa al Tour du Limousin e il campionato nazionale a crono. Ad entrambi abbiamo chiesto che cosa rappresenterebbe per loro esserci in quei giorni rosa a Budapest. E ad entrambi si sono illuminati gli occhi.

Marton Dina ha appena concluso il Tour of Antalya e correrà alla Strade Bianche
Marton Dina ha appena concluso il Tour of Antalya e correrà alla Strade Bianche

Dina, sogno Giro

Marton Dina ha 25 anni, vive a Budapest e sfiora il metro e 90. E’ entrato nell’orbita Eolo nel 2019, quando la squadra era ancora continental, arrivando dopo circa un mese secondo al Giro d’Ungheria. Ad Antalya ha lavorato per i compagni, restando sempre un passo indietro.

«Il Giro a Budapest – dice – è un grande sogno. Penso sia bello per il ciclismo ungherese e per tutto il Paese. Il mio sogno è esserci, ma sarà dura, lo so. Tutti nel team vorrebbero esserci, non solo noi ungheresi. E’ l’obiettivo principale per la squadra. Perciò non credo che dovrò giocarmi il posto con Erik, anche se è presumibile che un ungherese ci dovrà essere. Detto questo, vedremo se saremo entrambi al via del Giro o se andremo entrambi al Giro d’Ungheria. Per il team è chiaro che dovranno andare i migliori corridori. Non importa se saranno ungheresi, italiani, spagnoli o portoghesi…».

Strano calendario

Il calendario dice che a partire dal 6 maggio, Budapest accoglierà la partenza del Giro. Cinque giorni dopo scatterà invece il Tour of Hongrie, corsa di 5 tappe. Il Paese vivrà un maggio ad alta tensione ciclistica.

«In città ci sarà una grande folla – spiega – gente che verrà soprattutto per Attila Valter, che l’anno scorso è stato in maglia rosa e da quel momento la gente è impazzita per lui. Continuo a vivere in Ungheria, mi alleno su quelle strade insieme ai miei colleghi. Siamo amici come i colombiani (ride, ndr) ed è bello ritrovarsi in bici la mattina. In futuro forse mi trasferirò in Spagna o Italia. Essere professionista mi piace molto, questa squadra è una famiglia. Mi trovo bene con gli italiani e gli spagnoli. Quando sono arrivato era ancora continental, ma la presenza di di Basso e Contador la rendeva molto interessante. Ho scelto bene…».

Fetter non ha ancora debuttato nel 2022, lo farà presto al Gran Camino in Galicia
Fetter non ha ancora debuttato nel 2022, lo farà presto al Gran Camino in Galicia

L’effetto Attila

Sogno è la stessa parola che usa Fetter, immaginando la partenza del Giro da Budapest, in cui è nato, pur vivendo a Pilisvorosvar. Anche lui è alto intorno a 1,90.

«Siamo tre – dice includendo nel discorso anche Attila Valter – e per allenarci spesso li aspetto a casa mia, perché è più vicina alle montagne e le strade sono migliori. Quanto al Giro, parlo di sogno perché alcuni anni fa sarebbe stato impossibile solo immaginare che una corsa così importante potesse venire in città, sulle strade in cui mi alleno. E’ una cosa che capita una volta nella vita. In Ungheria ogni anno aumenta la gente che va in bici e grazie alla maglia rosa di Attila Valter, adesso ci riconoscono nelle strade».

Nel 2021 Fetter ha partecipato agli europei U23 di Trento, chiudendo al 4° posto
Nel 2021 Fetter ha partecipato agli europei U23 di Trento, chiudendo al 4° posto

Programma da Giro

Anche Fetter però evita di concentrarsi solamente sul Giro d’Italia, avendo capito che la selezione per andarci sarà severa.

«Preferisco pensare a tutte le corse che farò – dice – e se dovessi andare al Giro, sarebbe per la buona condizione e per i risultati che eventualmente otterrò. Non mi azzardo a fare neanche una previsione su chi andrà fra me e Marton, perché magari ci ritroveremo entrambi al Giro d’Ungheria, che per la squadra è pure importantissimo. Perciò adesso penso a finire questo ritiro e poi a fare un buon debutto al Gran Camino, la nuova corsa a tappe in Galizia, poi alla Tirreno-Adriatico. Mi sento già in forma, non vedo l’ora di dimostrarlo».

Altro non dice, ma nello snocciolare i suoi programmi, appare abbastanza chiaro che un pezzetto di numero per la partenza da Budapest lo senta un po’ suo. Dopo la Tirreno infatti andrà in altura e poi parteciperà al Tour of the Alps. Di solito è il cammino più collaudato per il Giro d’Italia.

Fetter 2021

Dall’Ungheria arriva Fetter ed è pronto a stupire

26.10.2021
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«Sto cercando d’imparare, la prossima volta mi piacerebbe fare l’intervista in italiano…». La chiacchierata con Erik Fetter inizia da qui, mentre sta vivendo finalmente un po’ di riposo nella sua Budapest, città che ricorre spesso nei suoi discorsi a conferma della nostalgia di casa. Fetter è uno dei tanti giovani talenti dell’Eolo Kometa, messosi in evidenza soprattutto nella seconda parte della stagione con una vittoria di tappa al Tour du Limousin ma soprattutto sfiorando il podio fra gli Under 23 agli Europei di Trento.

Con lui, ma anche con Attila Valter, avversario su strada ma buon amico fuori dalle competizioni, l’Ungheria sta scoprendo il ciclismo (senza dimenticare Kata Blanka Vas fra le donne, uno dei migliori prospetti multidisciplinari al mondo). Nel Paese magiaro le due ruote non avevano mai vissuto molta popolarità, il miglior corridore era stato Laszlo Bodrogi sul finire del secolo, un buon pro’ ma nulla più. Ora invece le prospettive sono ben diverse, con giovani che reclamano il loro spazio in un ciclismo molto più globalizzato.

E’ quasi un caso che Erik Fetter sia ora protagonista sulle strade internazionali, alle sue radici non era proprio il ciclismo la prima scelta: «Mio padre Gyorgy è stato un nazionale di atletica, correva i 100 e 200 metri e ha partecipato anche alle Olimpiadi di Seoul 1988. Lo sport ha sempre fatto parte della mia famiglia. La prima bici l’ho avuta a 6 anni, è passata davvero un’eternità… Seguivo mio fratello che si allenava in bici e pian piano mi è venuta la passione, prima per la Mtb e poi su strada».

Com’è la situazione del ciclismo nel tuo Paese, è più seguito?

Se devo fare il paragone con soli 5 anni fa è tutta un’altra storia. Prima era una disciplina di nicchia, ora invece è molto più seguito e penso che lo sarà sempre di più. Il prossimo anno il Giro d’Italia partirà da Budapest, so già che sarà una grande festa, molto seguita sulle strade e in televisione, già se ne parla molto e ci si sta lavorando. Io credo che sarà un momento di svolta.

Perché?

Credo che darà una grande spinta, sia a noi atleti ma soprattutto alla città che si potrà mostrare al mondo in tutta la sua bellezza. Io sono convinto che in pochi anni il ciclismo potrà diventare una delle discipline guida del nostro Paese, ma chiaramente molto dipende da quanto potremo fare noi pro’, ossia io e Attila che siamo i più giovani e in rampa di lancio.

Tu quest’anno, tra le varie gare alle quali hai partecipato eri anche al al Giro di Ungheria, avere una vetrina in casa che effetto ti ha fatto?

Bellissimo, ho potuto toccare con mano la maggiore attenzione che il ciclismo riscuote dalle mie parti. Nella penultima tappa ho anche sfiorato la Top 10 e nell’ultima, disputata tutta a Budapest, c’era tantissima gente ai bordi delle strade. E’ una manifestazione in grande crescita (vinta dal britannico Howson con il nostro Tiberi terzo, ndr).

Fetter Europei 2021
In stagione Fetter ha corso 41 giorni, con 2 vittorie e il 4° posto agli europei U23
Fetter Europei 2021
In stagione Fetter ha corso 41 giorni, con 2 vittorie e il 4° posto agli europei U23
Come ti sei ritrovato a correre in Italia?

Lo scorso anno avevo firmato il contratto con la Kometa in Spagna, dopo un anno nella Pannon, formazione Continental del mio Paese. Poi la squadra si è spostata in Italia e sono un po’ cambiate le mie prospettive. A conti fatti è stata una fortuna, mi trovo benissimo in Italia e non solo per il cibo… Abito a Jesolo, sono sul mare ma con le Alpi a pochissima distanza, poi adoro Livigno, per me è il posto più bello al mondo.

Sei soddisfatto della tua stagione?

Abbastanza, anche se gli inizi non erano stati semplici, per l’ambientamento ma anche per trovare la mia dimensione, infatti sono andato meglio nella seconda parte dell’anno. Comunque con 41 giornate di corsa e 2 vittorie non posso lamentarmi. Devo dire grazie ai tecnici del team, che hanno avuto pazienza e mi hanno sempre incitato e fatto i complimenti, ma voglio e posso dare molto di più.

Fetter Eolo 2021
Nato il 5 aprile 2000, Fetter è al 4° anno da pro’, nel 2021 ha vinto il titolo nazionale a cronometro
Fetter Eolo 2021
Nato il 5 aprile 2000, Fetter è al 4° anno da pro’, nel 2021 ha vinto il titolo nazionale a cronometro
Ti sei fatto un’idea di che cosa puoi fare in questo ambiente?

Ancora no, penso che la prossima stagione sarà decisiva in tal senso. Finora sono stato un corridore che si adattava in qualsiasi situazione, nelle classiche di un giorno come nelle corse a tappe, in salita come in pianura. Voglio capire se posso fare non solo bene, ma meglio in qualcosa e per questo il 2022 sarà molto importante.

C’è qualche gara in particolare che sogni di conquistare?

Intanto vorrei prendere parte al Tour de France, per me è il sogno di ogni ciclista. Poi vorrei tanto vincere una medaglia alle Olimpiadi o ai Mondiali, credo che darebbe un senso compiuto alla mia attività. Mio padre a Seoul sfiorò l’ingresso in semifinale: so che posso renderlo ancora più orgoglioso di me. Spero tanto di essere l’anno prossimo alla partenza del Giro a Budapest, vederlo all’arrivo e magari regalargli una gioia…