Nasce Dinamo Nutrition: zero chimica, tutta salute. E non solo…

17.05.2022
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La prima sensazione nel vedere Luca Spada e sua moglie Tiziana Ardo che parlano di lavoro (in apertura con Valerio Agnoli, di spalle) è di grande complicità. Li incontriamo dopo l’arrivo di Napoli, nel grande hotel di Caserta che ospita la Eolo-Kometa e altre sei squadre. Accanto al portone di ingresso e ai mezzi della squadra varesina, un truck cucina nuovo di zecca richiama l’attenzione per il colore diverso da tutti gli altri e la scritta Dinamo stilizzata.

E’ proprio questo il motivo della visita. Il lancio da parte dei signori Eolo di un progetto che debutta con la nutrizione e poi si spingerà verso orizzonti più ampi. Con Luca Spada, 49 anni a dicembre, avevamo parlato di ciclismo e alimentazione già durante la prima intervista alla Strade Bianche del 2021, ma adesso la sensazione è che abbia voluto fare un passo in più per marcare la differenza

«Con il Covid – spiega – abbiamo visto che avere un corpo che sta bene, con le difese immunitarie alte, ci protegge da queste nuove pandemie. Le persone hanno capito che lo sport dà benessere e una sana alimentazione è veramente importante per stare bene a lungo termine. E’ questa la ragione per cui abbiamo deciso di lanciare Dinamo. Per questo e per rispondere a un’esigenza che io ho sentito prima di tutto su me stesso. Insomma… Io sono uno sportivo entusiasta che ha iniziato con la corsa di endurance poi è passato al ciclismo. E durante questi anni ho capito che l’allenamento è importante, ma soprattutto che negli sport di fatica e di endurance l’alimentazione è assolutamente fondamentale. Poi ho capito un’altra cosa molto importante…

Quale?

Chi si appassiona di sport e lo fa diventare un suo stile di vita è alla ricerca di una serie di servizi e prodotti che lo aiutino a vivere al meglio questa sua esperienza. Quando ti devi alimentare per ore con gel, barrette, sali e quant’altro, vuoi qualcosa che si digerisca bene e che non torni su, compromettendo anche la prestazione. Per questo siamo andati alla ricerca di prodotti naturali e soprattutto ottenuti con un metodo di preparazione che ne preservi il più possibile l’energia e la naturalezza. Ma oltre che nutrire l’atleta nelle tre fasi classiche – prima, durante e dopo la gara – vogliamo anche prendercene cura. Perché quando si fa sport di endurance, il nostro corpo subisce uno stress significativo e oltre che essere alimentato, deve anche essere curato.

Dinamo è rivolto soltanto ai corridori?

No, si rivolge a chiunque faccia sport, dal ciclismo alla corsa a piedi. Abbiamo una linea di prodotti che copre tutte le fasce della prestazione e altri curativi per migliorare il recupero. Sono alimenti che possono essere utilizzati durante gli allenamenti, durante la gara e anche nella vita di tutti i giorni.

Guardando il catalogo, colpisce davvero la presenza di ingredienti totalmente naturali.

I prodotti Dinamo sono assolutamente “chemical free”, senza chimica. Siamo assolutamente convinti che con una grandissima selezione della materia prima e con un processo di preparazione studiato nei minimi termini, si possono formulare dei prodotti che, senza l’utilizzo di chimica e altre diavolerie artificiali, consentono di dare un sostegno alimentare veramente di primissima qualità.

Obiettivo eccellenza

Si entra nel terreno di sua moglie Tiziana, che infatti prende la palla al balzo. Il sorriso spiritoso e un gran senso pratico. Anche lei esce dall’esperienza Eolo e adesso è perfettamente a suo agio nel nuovo ruolo.

«La produzione artigianale – spiega – è molto importante per due motivi: l’attenzione al prodotto e l’attenzione alla persona. Produciamo in uno stabilimento in provincia di Varese e ci avvaliamo principalmente di materie prime italiane. Questo ci permette di avere una catena di produzione estremamente corta e un controllo quasi maniacale del processo produttivo. Controlliamo dalla materia prima in ingresso, al prodotto finito in uscita. E’ molto importante perché il nostro prodotto è completamente naturale, quindi è estremamente importante che la materia prima sia di eccellenza».

Ha parlato anche di attenzione alla persona.

Vogliamo essere molto vicini agli atleti. Per questo stiamo sponsorizzando con grande orgoglio la Eolo-Kometa, in cui oltretutto ci sono dei ragazzi veramente eccezionali. Questo per noi è molto importante, perché ci consente di avere dei feedback da ciclisti professionisti. Quindi da atleti che fanno un uso direi quasi estremo dei nostri prodotti e ci danno dei consigli. Avere un processo produttivo artigianale molto snello e flessibile ci permette a questo punto di raccogliere i consigli in tempi anche relativamente brevi per avere delle personalizzazioni estreme e sviluppare semmai nuovi prodotti

I prodotti Dinamo nascono senza l’impiego della chimica, con ingredienti made in Italy
I prodotti Dinamo nascono senza l’impiego della chimica, con ingredienti made in Italy
E’ semplice trovare tutti questi ingredienti?

Non è per niente facile. Sul mercato ci sono tante materie prime, ma noi puntiamo sull’eccellenza. L’Italia da questo punto di vista ci aiuta, perché la legislatura in materia di alimentazione è molto rigida e ci consente di avere un bacino di scelta abbastanza vasto. Ugualmente facciamo continuamente dei controlli sui lotti in arrivo. Ma se vado a pensare all’eccellenza che c’è in Italia – le mandorle, i pistacchi e il miele italiano – veramente mi sento sicura di poter utilizzare questi ingredienti con tranquillità per i nostri prodotti.

Una domanda un po’ scomoda: è per questo che i vostri prodotti non sono fra i più economici?

Non possiamo fare dei prodotti a basso costo, proprio perché ci avvaliamo di ingredienti di qualità e soprattutto italiani. I nostri prodotti non saranno sicuramente i più economici, ma ci posizioniamo abbastanza bene sul mercato. L’eccellenza si paga e di conseguenza anche i nostri prezzi devono andare di pari passo con la qualità del prodotto. Sicuramente col lancio Dinamo, proporremo delle promozioni sui nostri prodotti, in modo che le persone possano avvicinarsi a provare prodotti diversi da quelli che oggi si trovano sul mercato.

Il mondo Dinamo

Spada annuisce ed entra a sua volta nel discorso, spiegando come sarà proprio la vendita online a permettergli di contenere i prezzi.

«Come canale distributivo – dice – avremo all’inizio sicuramente quello online, attraverso il sito www.dinamo.it, per diverse ragioni. La prima è che vendendo un prodotto di eccellenza e utilizzando materie prime italiane super selezionate, abbiamo una base di costi importante e quindi il fatto di vendere online ci consente di vendere a prezzi allineati al mercato».

Scusi la curiosità, ma all’inizio riferendosi agli appassionati, ha parlato di servizi e prodotti…

Dinamo non sarà soltanto nutrizione (sorride, dr), ma un progetto molto più complesso che vedrà il suo completamento nell’arco dei prossimi anni. Sarà strutturato su quattro colonne portanti. La prima, cioè quella che abbiamo lanciato oggi, è quella alimentare e si chiama Dinamo Nutrition. La seconda è quella che chiamiamo Dinamo Equipment, mediante l’introduzione di una linea di prodotti e accessori per chi è alla ricerca della migliore bici, del miglior orologio, delle migliori scarpe, eccetera.

Luca Spada e sua moglie Tiziana Ardo hanno visitato il Giro nel weekend fra Napoli e il Blockhaus
Luca Spada e sua moglie Tiziana Ardo hanno visitato il Giro nel weekend fra Napoli e il Blockhaus
Il terzo?

Il terzo settore sarà quello che chiamiamo Dinamo Travel, ossia l’organizzazione di viaggi esperienziali, pedalati insieme a ex campioni o ai corridori della Eolo-Kometa. Weekend dove si stacca veramente la spina. Si avrà la possibilità di provare il meglio dell’equipaggiamento sul mercato, sia nella corsa a piedi o in montagna. Infine l’ultimo settore si chiamerà Dinamo Care, con un portafoglio di servizi per la cura dell’atleta. Quindi per prevenire infortuni o nel caso arrivino, per avere un recupero nelle strutture migliori italiani e mettendosi in mano ai migliori professionisti. E poi tutta una parte per migliorare la propria performance e praticare lo sport di cui siamo appassionati per il più lungo tempo possibile senza infortuni.

C’è un motivo particolare per cui il lancio avviene di martedì 17?

Perché 17 è il mio numero fortunato. Sono nato il 17 dicembre, insomma tutte le cose belle della mia vita sono successe il 17. Quindi insomma un po’ di scaramanzia non guasta mai. E così abbiamo scelto questa data, durante il Giro d’Italia ovviamente

Con Spada e Basso nel backstage della Eolo-Kometa

31.03.2022
7 min
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Casa Eolo, pioggerellina sottile mentre il team prepara la prossima trasferta. Eravamo già stati qui prima della sua inaugurazione. Nella sala riunioni che porta il nome del Cuvignone, allo stesso tavolo troviamo Luca Spada e Ivan Basso, il main sponsor e il team manager della Eolo-Kometa. Tempo di progetti piuttosto che di bilanci, ma capire i ragionamenti dietro la squadra ti permette anche di leggerne le scelte sportive.

Spada si è calato nel ciclismo con l’intensità di un tornado, supportando la società che appartiene a Basso e ai fratelli Contador. E quando gli chiedi coma vada il giocattolino, il cambio di ironia nello sguardo fa capire che l’impegno sia davvero massimale e la posta in palio molto alta.

Per il Giro d’Italia, oltre al bus e al camion officina, la Eolo-Kometa avrà anche un truck cucina
Per il Giro d’Italia, oltre al bus e al camion officina, la Eolo-Kometa avràanche un truck cucina

«Un giocattolino bello costoso – ride – ma sono molto contento. La squadra è nata a novembre 2020, quando il mercato era già fatto, per cui Ivan ha fatto un miracolo a trovare i corridori ancora sul mercato e scommettere su ragazzi come Fortunato e Albanese che si sono rivelati due ottime intuizioni. Ma il vero nocciolo è il team di uomini che ha costruito attorno ai corridori e di cui ho capito la vera importanza. Otto-dieci persone che ci sono qualunque cosa accada e sono in grado di gestirla. I corridori vanno e vengono, il nocciolo resta e si fortifica. Io ci metto l’occhio esterno, che è sempre utile. Non capita anche a voi di essere affogati dal quotidiano e che venga qualcuno a farvi notare una cosa che non avevate proprio visto e può semplificarvi la vita?».

Si è fatto un’idea di come il ciclismo serva alla sua azienda?

Dopo un anno, i risultati di visibilità del brand sono molto interessanti. Abbiamo fatto svolgere uno studio approfondito mediante l’uso di specifiche parole chiave su come la gente percepisca il marchio e in quale ambito. Per intenderci, negli ultimi tre anni si parlava di Eolo in merito a connessioni internet. Dallo scorso anno, il secondo motivo per cui se ne parla è proprio il ciclismo. Se avessimo continuato con una comunicazione tradizionale, saremmo rimasti sempre legati allo stesso pubblico. Entrare nello sport ci ha permesso di ampliare il bacino.

Da luglio scorso, il 75 per cento del capitale è passato a un fondo svizzero. Le cose per la squadra cambieranno?

Neanche un po’, il Fondo è molto convinto della sponsorizzazione, tanto che il sondaggio di cui abbiamo appena parlato è stato commissionato proprio da loro. Io sono appassionato e posso fare anche valutazioni di un certo tipo, loro hanno voluto vedere i numeri e i numeri li hanno convinti. E’ un anno difficile per le telecomunicazioni. I costi dell’energia sono esplosi. Pensate che ogni ripetitore Eolo ha il suo contratto con Enel e la spesa per la corrente è aumentata di 6 milioni di euro. Gli stessi router sono più costosi per la mancanza di materie prime e contemporaneamente il costo della connettività in Italia è fra i più bassi in Europa: 20 euro al mese e l’impossibilità di aumentare. Durante il lockdown i consumi sono aumentati. Fra gli operatori c’è una tensione continua, ma nessuno vuole essere il primo ad aumentare le tariffe.

Andare in fuga da lontano è uno dei tre modi per guadagnare visibilità: qui Rivi a Sanremo
Andare in fuga da lontano è uno dei tre modi per guadagnare visibilità: qui Rivi a Sanremo
Il ciclismo in che modo si inserisce?

Bisogna crederci, crescere e avere un team che funzioni e trasmetta valori positivi. Se ti limiti alla soglia di investimento, resti confuso fra i rumori di fondo. Se svetti, la gente ti nota. Sponsorizzando le corse RCS e coinvolgendo i partner in altre attività con la squadra abbiamo ottenuto questa visibilità. Al Giro saremo nella carovana con un mezzo super figo e avremo stand in tutte le tappe. Come il logo sulla maglia. Se è unico e grande, tutti lo notano. Ma chi vede i tanti marchietti confusi nelle grafiche delle altre?

Le piace ancora stare fra i corridori?

Appena posso, scappo e vado da loro. Sarò molto presente al Giro, con la predilezione per le tappe di montagna, che mi piacciono di più. Nelle volate non riesco a trovare lo stesso entusiasmo. Quest’anno ci hanno contattato tanti corridori, ma abbiamo continuato a puntare sui giovani per i quali Ivan è una sorta di psicologo. Investire su di loro permette certamente di contenere i costi, con la speranza però che crescano. Per tenere quelli buoni abbiamo dovuto spendere 800 mila euro di stipendi in più. Sono contentissimo ad esempio di Diego Rosa.

Non lo conosceva?

No. E quando è arrivato sul pullman dopo quei 5 minuti di gloria nella tappa di Carpegna alla Tirreno, era davvero contento. Mi piace aspettarli agli arrivi, vedi la loro essenza più vera. Ora bisogna che quegli attacchi diventino più frequenti…

Al Giro niente prove

Basso solleva lo sguardo. L’assist di Spada è l’occasione migliore per agganciarsi al discorso e spiegare la filosofia del lavoro con i corridori: i nuovi e i più esperti.

«Abbiamo preso corridori – dice – che si erano disamorati del ciclismo e si erano disabituati a vincere. Gavazzi stesso voleva smettere, invece è ancora lì che lotta. Tante volte sei in gruppo e vai avanti portato dalla corrente. Bisogna risvegliarli, stimolarli partendo da traguardi parziali. Il giorno di Carpegna offre una foto chiara. C’era davanti Rosa che ha anticipato e dietro Fortunato, di cui abbiamo già parlato, che ha provato a correre con i big e non è scattato per paura che poi lo staccassero. Va bene per una volta, alla prossima gli diremo noi di scattare e dovrà farlo.

«Ci sono tre modi per ottenere risultati. Correre per farci vedere, andando in fuga da lontano. Anticipare nei finali, provando a vincere. Correre con i migliori, che è garanzia di randellate nei denti. Ora andremo per 23 giorni in altura, poi ci saranno due corse a tappe per fare qualche prova e poi tireremo fuori gli otto per il Giro. Lì non ci sarà più tempo di fare prove, si corre come dice la squadra. In questo Zanatta ha un controllo totale, è disarmante. Avevo dubbi su due corridori e come correvano, lui mi ha insegnato la pazienza. Alberto (Contador, ndr) è peggio di me. Lui proprio non concepisce che si possa correre nel secondo gruppo (ride, ndr)».

Basso è spesso accanto a Zanatta, che è la colonna portante nella gestione degli atleti
Basso è spesso accanto a Zanatta, che è la colonna portante nella gestione degli atleti

Sponsor italiani cercasi

Spada annuisce e in qualche modo si compiace di questa voglia di emergere, che diventa il biglietto da visita di una squadra appetibile che ha fatto anche dell’immagine il suo cavallo di battaglia.

«Sono contento – dice – che siano arrivati due sponsor come Burger King e Visit Malta, che ci permetteranno di andare al Giro con il nostro camion cucina, convinti come siamo che la corretta nutrizione valga quanto l’allenamento. Il guaio è che è davvero difficile trovare sponsor italiani. Abbiamo mobilitato fior di professionisti e messo in campo importanti conoscenze personali. Ma da un lato c’è ancora paura del doping, anche se gli spieghi tutto il sistema dei controlli. Dall’altro inseguono tutti il calcio…».

La Tre Valli Varesine 2021 è partita dagli stabilimenti Eolo. Qui Spada intervistato da Alessandro Brambilla
La Tre Valli Varesine 2021 è partita dagli stabilimenti Eolo. Qui Spada intervistato da Alessandro Brambilla
Le stesse parole sentite dire da Cassani.

Ne ho parlato tanto con lui e condivido la sua visione. Bisogna allargare la base delle aziende che investono. Se sono sempre le solite 50, difficilmente si andrà oltre le tre professional di adesso. Se fossero 500, allora sarebbe tutto diverso.

Non è per caso, ma risale alla precisa volontà di Basso che i marchi sulla maglia azzurra della squadra varesina siano di aziende prima estranee al ciclismo. Sul tavolo si rincorrono progetti e ragionamenti. Potremmo andare avanti a oltranza, ma il lavoro chiama. Fuori piove ancora. Il Trofeo Senza Fine del Giro 2020 di Basso è attualmente in viaggio verso l’Ungheria per un’esposizione in casa Kometa alla vigilia della partenza del Giro. Nell’ufficio accanto si fanno programmi di viaggio. Il tempo per qualche saluto e si fa rotta su Milano. La Tesla di Spada si infila silenziosa nella pioggerella di marzo e soffiando sparisce.

E’ nata la Eolo Campo dei Fiori Climb

11.12.2021
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Lo scorso 28 novembre è stata ufficialmente inaugurata la “Eolo Cdf Climb” (apertura, foto Agenzia Blitz). Si tratta di un progetto voluto da Elmec Informatica che ha trovato il supporto attivo di Eolo Spa, l’azienda fondata da Luca Spada, main sponsor del team Eolo-Kometa: il progetto rientra fra le iniziative messe in atto dalle due aziende a supporto della sostenibilità e del territorio.

Alla presentazione di Eolo CDF Climb, l’intervento di Rinaldo Ballerio (foto Agenzia Blitz)
Alla presentazione di Eolo CDF Climb, l’intervento di Rinaldo Ballerio (foto Agenzia Blitz)

Un percorso permanente

“Eolo Cdf Climb” è un percorso permanente che unisce lo stadio Franco Ossola di Varese e il Belvedere del Campo dei Fiori, la montagna che domina la città. A volerlo in prima persona è stato Rinaldo Ballerio, presidente del Cda di Elmec Informatica, che ha preso esempio dalla vicina Francia dove tutte le salite che hanno fatto la storia del Tour de France presentano una cartellonistica dedicata ai ciclisti.

Ora anche quella al Belvedere del Campo dei Fiori ha una sua segnaletica permanente a partire da due totem completi di mappa che segnalano rispettivamente la linea di partenza e di arrivo della scalata. Ogni mille metri sono stati inoltre posizionati dei cartelli con indicata la distanza ancora da percorrere, l’altitudine e la pendenza. E’ stata inoltre prevista sul lato destro della carreggiata una striscia blu continua molto utile per guidare chi non è della zona e affronta per la prima volta la salita. Si tratta anche di un segnale di attenzione per gli automobilisti.

Maglie Eolo-Kometa Team sulla salita imbiancata dalla prima nevicata di stagione (foto Agenzia Blitz)
Maglie Eolo-Kometa Team sulla salita imbiancata (foto Agenzia Blitz)

Battesimo imbiancato

Per l’inaugurazione dello scorso 28 novembre, si sono presentati allo stadio Franco Ossola oltre cento ciclisti che al risveglio hanno trovato le colline attorno a Varese imbiancate dalla prima neve di stagione. Tra loro anche gli ex professionisti Stefano Zanini e Noemi Cantele. A tagliare il nastro erano presenti oltre allo stesso Rinaldo Bellerio, il sindaco di Varese Davide Galimberti e Renzo Oldani, presidente della Società Ciclistica Alfredo Binda che ogni anno organizza la Tre Valli Varesine e che ha curato la logistica dell’evento. Per Eolo era presente Ivan Basso che ha guidato poi il gruppo nella scalata accompagnato da Alessandro Fancellu e Andrea Montoli del team Eolo-Kometa. Era presente per lo stesso team anche Edward Ravasi che però non ha potuto pedalare in quanto ancora convalescente.

Ivan Basso raggiunge il Belvedere Campo dei Fiori, teatro di tanti allenamenti (foto Agenzia Blitz)
Ivan Basso raggiunge il Belvedere Campo dei Fiori (foto Agenzia Blitz)

E Basso racconta

Prima della partenza Ivan Basso ha voluto descrivere la salita al Belvedere del Campo dei Fiori, avendola scalata più volte nella sua carriera di atleta.

«Ho affrontato tantissime volte questa salita – ha detto – che possiamo dividere in due parti. La prima parte è quella più dura, sicuramente la più impegnativa. La seconda parte, seppure più facile, merita la massima attenzione. E’ qui che si può sviluppare maggiore velocità. Ho proposto a Renzo Oldani della Società Ciclistica Alfredo Binda – ha continuato Basso – di inserirla in una Tre Valli Varesine. Mi piacerebbe che un giorno potesse anche diventare un arrivo di tappa al Giro».

La salita misura circa 10,5 chilometri con una pendenza media del 6,6 per cento e un dislivello di 700 metri.

Eolo

Elmec

Nasce Eolo Sport City, la nuova casa del padel

14.09.2021
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Eolo, azienda leader nel campo delle telecomunicazioni e principale fornitore di rete ultrabroadband per il segmento residenziale e per le imprese, conferma la propria vicinanza al mondo dello sport. Dopo essersi avvicinata al podismo con la sponsorizzazione del Tor des Géants e soprattutto al ciclismo creando il team Eolo-Kometa, l’azienda guidata da Luca Spada ora guarda al padel, sport in forte ascesa. Il numero dei campi e dei centri padel in Italia, pur essendo in continuo aumento, oggi non è sufficiente a soddisfare le attuali richieste. 

Il simbolo di Eolo Sport City dedicata principalmente al padel
Il simbolo di Eolo Sport City dedicata principalmente al padel

Un nuovo centro per il padel

Nel mese di novembre è in programma l’inaugurazione a Busto Arsizio in provincia di Varese di un nuovo centro sportivo dedicato al padel di cui Eolo sarà il main sponsor. Il nome del centro sarà infatti Eolo Sport City e si svilupperà su una superficie di circa 2.900 metri quadri attraverso la riqualificazione di un ex area tessile.

Il nuovo centro sarà dotato di tre campi standard e di un campo singolo dedicato all’insegnamento. Per la primavera del 2022 è già in previsione l’apertura di un ulteriore campo al coperto e due nuovi campi all’aperto. Per completare l’offerta sportiva è stata prevista un’area dedicata al calcio a 5, ospitata da una zona dell’immobile separata dall’area padel per rispettare la diversa natura dei due sport.

Un centro all’avanguardia

Il nuovo Eolo Sport City sarà realizzato con servizi e materiali di ultimissima generazione dall’azienda Italian Padel/Forgiafer, realtà di riferimento nel settore. Grande novità sarà l’integrazione di un sistema di ripresa video “Eyes on Fun“ che, su richiesta degli utenti, permetterà la registrazione video della partita. In questo modo sarà possibile rivedere la propria prestazione come se si fosse dei veri professionisti.

Tutti i campi offriranno condizioni ideali per quanto riguarda il clima, la luce e la qualità dell’aria. Reception, Bar, Pro-Shop e spogliatoi completeranno al meglio il servizio offerto.  Ma non è tutto: all’interno dell’Eolo Sport City sarà possibile utilizzare gratuitamente il servizio di connettività Internet in fibra 1 Gbps e rete Wi – Fi di ultima generazione garantito da Eolo. La particolare conformazione del centro, la posizione e l’abbondanza di parcheggi, renderà la struttura particolarmente adatta per l’organizzazione di eventi e meeting aziendali su prenotazione.

Da sinistra: Della Vedova, di Eolo Sport City, Luca Spada di Eolo, Rogora e Antonelli, assessore allo Sport e Sindaco di Busto Arsizio
Da sinistra: Della Vedova, di Eolo Sport City, Luca Spada di Eolo, Rogora e Antonelli, assessore allo Sport e Sindaco di Busto Arsizio

La soddisfazione di Spada

Con la sponsorizzazione del nuovo centro Eolo conferma il forte legame con il territorio varesino affiancando le realtà locali con i propri servizi tecnologicamente avanzati, incoraggiando allo stesso tempo più persone possibili a porsi nuovi traguardi e impegnarsi con costanza per raggiungere risultati ambiziosi, sportivi o lavorativi che siano.

Luca Spada ha così commentato il progetto del nuovo centro: «Un’alimentazione sana unita alla pratica sportiva permette di stare bene con se stessi e tutto questo si riversa direttamente sull’attività lavorativa. Un’ambiente di lavoro felice viene percepito esternamente anche dai fornitori e dai clienti e tutto questo non può che giovare all’azienda. Anche per questo motivo abbiamo accettato con entusiasmo di essere parte attiva nella nascita del nuovo Eolo Sport City condividendo in pieno gli stessi valori ed obiettivi legati al benessere della persona».

Eolo

Eolo Sport City

Gavazzi, le pedivelle Rotor Aldhu: corsa e allenamento

12.06.2021
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Non sono pochi i corridori che al Giro d’Italia hanno corso e vinto con le nuove pedivelle Rotor Aldhu Carbon presentate già nel febbraio scorso, che portano come vedremo ad un consistente risparmio di peso e un aumento della rigidità verticale e orizzontale. Per intenderci, l’hanno usato Schmid del Team Qhubeka-Assos a Montalcino. Nizzolo, stessa squadra, a Verona. Fortunato (Eolo-Kometa) sullo Zoncolan. E ancora un corridore della Qhubeka-Assos, Campenaerts, a Gorizia.

Si tratta di una guarnitura dalle svariate opzioni di montaggio, ma la principale rimane la possibilità di utliizzarla con il misuratore di potenza integrato – il Powermeter INSpider by Rotor – oppure come semplice guarnitura.

Eolo e Powermeter

Il misuratore di potenza è diventato uno strumento sempre più importante, al punto che i corridori difficilmente riescono a farne a meno, soprattutto negli allenamenti. Il nuovo Rotor Aldhu è un esempio emblematico dell’avanzamento tecnologico che, tramite innovazioni specifiche, ottimizza gli allenamenti migliorandone la qualità.

«Noi del team Eolo-Kometa – dice Francesco Gavazzi, esperto corridore lombardo – utilizziamo il Rotor Aldhu con il misuratore di potenza solo negli allenamenti, mentre in corsa andiamo con la guarnitura classica. Il motivo di questa decisione è la leggerezza. Le nostre bici sono studiate per essere efficienti sotto ogni punto di vista e laddove possa esserci anche un minimo miglioramento è giusto che venga apportato».

Rotor Aldhu e la corona Ovale Q Rings
Rotor Aldhu e la corona Ovale Q Rings

Rigidità e bilanciamento

La guarnitura Rotor è stata realizzata in carbonio, dopo 4 anni di sviluppo e ricerche. E’ il frutto di un lavoro ingegneristico magistrale che punta al raggiungimento di standard di eccellenza quanto a leggerezza e rigidità. L’asse da 30 millimetri delle pedivelle Aldhu Carbon è l’elemento principale del sistema e grazie alle sue qualità meccaniche evita dispersioni di watt. La pedivella presenta infatti un montaggio facile e un attacco estremamente stabile. L’asse, forte, robusto e resistente alla torsione, riduce le perdite di potenza che si verificano quando si esercita forza sul pedale sinistro. L’equilibrio raggiunto per minimizzarle è chiamato “Twin Leg Technology” by Rotor.

Leggere e rigide

Rispetto al modello precedente in alluminio, si diceva, nella misura da 170 (526 grammi, ingranaggi 34-50), le nuove pedivelle offrono un risparmio di peso pari a 88 grammi e un aumento significativo della rigidità verticale e orizzontale rispettivamente dell’11 e del 36 per cento. I rilevatori di potenza sono inseriti in entrambe le pedivelle, così da ricevere maggiori informazioni possibili.

«L’aspetto che più preferisco del Rotor Aldhu – riprende Gavazzi – è il bilanciamento delle gambe. Il sistema offre infatti la possibilità di notare se c’è una mancanza di equilibrio tra gamba destra e sinistra nella spinta. Così facendo riesco a compensare bene l’eventuale mancanza e raggiungere un equilibrio che migliora sicuramente la performance».

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BMC timemachine Road Nizzolo
Ecco la guarnitura Rotor montata sulla BMC Timemachine Road Nizzolo
BMC timemachine Road Nizzolo
Ecco la guarnitura Rotor montata sulla BMC Timemachine Road Nizzolo

Potenza media

Le pedivelle Aldhu Carbon possono essere configurate con gli ingranaggi ovali Q RINGS® o con quelli convenzionali, sempre con montaggio diretto, oppure tramite lo spider a 4 bracci con sistema Ocp (Optimal Chainring Position) così da regolare al massimo l’efficienza degli ingranaggi ovali. In particolare, la tecnologia Ocp Mount si basa sulla combinazione di 3 elementi indipendenti: asse, pedivella destra e spider con corona ovale. Grazie all’interfaccia brevettata, essi si sviluppano tuttavia come un sistema unico. Questo permette di effettuare in assoluto la regolazione più precisa di una corona ovale che mai sia stata realizzata.

Come si diceva in precedenza, il montaggio con lo spider permette il montaggio del misuratore di potenza. «Quando mi alleno – continua Gavazzi – utilizzo la potenza media che viene calcolata ogni 3 secondi, perché quella istantanea tende ad avere troppi sbalzi estremi di watt. Così facendo invece trovo un equilibrio perfetto nella spinta sui pedali».

Allenamenti divertenti

E’ un prodotto sensibile alle minime variazioni, sicuro ed efficace. Gli allenamenti grazie al Rotor Aldhu hanno un sapore diverso, che sa di qualità, precisione e voglia di migliorarsi.

«In allenamento – aggiunge Gavazzi – è diventato un indicatore importantissimo, sul quale confrontarsi anche con l’allenatore. Mi ritengo veramente molto soddisfatto del Rotor Aldhu. Posso dire che anche dopo tanto tempo di utilizzo non mostra segnali di cedimento. E’ preciso, affidabile e soprattutto divertente».

Eolo Kometa

Eolo protagonista sulle strade del Giro

15.05.2021
3 min
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Una delle più interessanti novità dell’edizione 2021 del Giro d’Italia è sicuramente rappresentata dal Team Eolo-Kometa, giovane formazione nata sulla base dell’amicizia e della comunanza di intenti fra Luca Spada, fondatore e CEO di Eolo, e Ivan Basso, attuale Sport Manager del team. Il nome di Eolo però non compare soltanto sulle maglie del team. L’azienda varesina è infatti Official Sponsor della Corsa Rosa.

Impegno crescente

Eolo è una realtà leader nel settore delle telecomunicazioni e principale provider di banda wireless ultralarga per il segmento residenziale e delle imprese. La sponsorizzazione del team guidato da Ivan Basso e il ruolo di Official Sponsor del Giro testimoniano la volontà di impegnarsi sempre di più nel settore sportivo e del ciclismo in particolare. Un impegno già dimostrato con l’annuncio della sponsorizzazione di 6 grandi corse in collaborazione con il team organizzativo RCS Sport: la Strade Bianche, la Tirreno Adriatico e la Milano-Sanremo andate in scena a marzo, la Milano-Torino, Il Gran Piemonte e Il Lombardia in calendario nel mese di ottobre.

Ivan Basso con i ragazzi della Eolo-Kometa
Ivan Basso con i ragazzi della Eolo-Kometa
Ivan Basso con i ragazzi della Eolo-Kometa
Ivan Basso con i ragazzi della Eolo-Kometa

Giro, un orgoglio

Luca Spada, fondatore e CEO di Eolo ha voluto sottolineare così il suo entusiasmo nell’essere parte attiva della Corsa Rosa.

«Il Giro d’Italia emoziona il Paese e tutti gli appassionati di sport da più di 100 anni. E’ un vero e proprio caposaldo della nostra cultura e per questo siamo davvero orgogliosi di essere tra i suoi sostenitori. Il Giro fa sognare i giovani, incanta gli amanti del ciclismo e ha il potere di unire il nostro Paese grazie alle sue salite storiche e alle eroiche imprese dei suoi atleti. Portando la nostra connessione ultraveloce in tutta Italia, anche nelle località più isolate, dove gli altri non arrivano, noi desideriamo fare lo stesso: vogliamo avvicinare i piccoli comuni italiani facendoli sentire parte di una grande comunità, una squadra, contribuendo ad aiutare tutti i cittadini a raggiungere nuovi obiettivi e a inseguire i propri sogni.»

La bicicletta Aurum
La bicicletta Aurum in dotazione alla Eolo-Kometa
La bicicletta Aurum
La bicicletta Aurum in dotazione al Team Eolo-Kometa

Concorso speciale per il Giro

Per celebrare la sponsorizzazione del Giro e la presenza della Eolo-Kometa, l’azienda ha deciso di attivare un’offerta unica nel suo genere. Dall’8 al 31 maggio, gli utenti che attiveranno il servizio “EOLO più” – dal costo di 26,90€ mensili – riceveranno in omaggio un abbonamento di 6 mesi alla versione digitale della Gazzetta dello Sport e avranno la possibilità di partecipare ad uno speciale concorso ideato per l’occasione. Per ognuna delle tre settimane di corsa, chi avrà sottoscritto il contratto potrà scegliere tra due premi a cui ambire durante l’estrazione, che avverrà settimanalmente: una bicicletta Aurum – la stessa utilizzata dai professionisti del team – o un weekend sulle Dolomiti assieme ad Ivan Basso. Per partecipare al concorso basterà attivare un abbonamento Eolo più tramite il sito eolo.it o recandosi presso un Partner Autorizzato sul territorio.

eolo.it

Luca Spada, il signor Eolo, innamorato della bici

19.03.2021
6 min
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La mattina di Castelraimondo, con la Tirreno in partenza verso Lido di Fermo all’indomani della… tappaccia di Castelfidardo, Luca Spada in jeans e giubbino celeste parlava con Basso e i suoi atleti della Eolo-Kometa. Un po’ come Paolo Zani, che alle corse si confondeva fra il personale della Liquigas, il signor Eolo è stato per qualche giorno in gruppo e ha vissuto la corsa e la squadra, approfondendo i meccanismi del ciclismo in cui si è immerso ormai totalmente. Ma questa volta la voglia di conoscerlo è venuta a noi, dopo averne sentito parlare da Basso, con una sua frase che da tempo risuonava nella testa: «Un imprenditore non sei tu a convincerlo, deve convincersi da solo. Tu puoi fargli vedere che cosa il ciclismo può fare per la sua azienda, ma se ti metti a tirarlo per la manica, è certo che ti mostra la porta». Che cosa ha convinto Luca Spada a imbarcarsi per questo viaggio così affascinante?

«Siamo ancora a inizio stagione – sorride – sto ancora facendo conoscenza. E’ da un anno che seguo il ciclismo in modo intenso. Mi piace salire in ammiraglia per scoprire le strategie che ci sono dietro. Io vengo dal mondo della corsa a piedi ed è tutto più semplice, mentre nel ciclismo può succedere di tutto. Come al nostro povero Gavazzi, che a Laigueglia poteva fare bene, invece è caduto e s’è fatto pure male a un gomito. E’ un mondo molto avvincente, voglio apprendere il massimo. In più mi piace anche andare in bici. Devo buttare giù due chiletti, perché ho visto che in bici anche solo un chilo in salita fa la differenza».

Come mai il ciclismo?

Già da un po’ pensavo a nuovi canali di comunicazione. Più per passione che per investire, mi ero messo a sponsorizzare delle gare di podismo. Piccoli numeri, eppure un discreto ritorno. Poi successe che il mio medico mi suggerì di inserire un paio di allenamenti di bici a settimana, perché correndo sei giorni su sette, le ginocchia avrebbero presentato il conto. E a quel punto ho cominciato a conoscere il ciclismo e mi sono appassionato. Ma la Eolo-Kometa è nata da una serie di coincidenze che si sono messe in fila.

Quali?

La conoscenza con Ivan Basso alla Gran Fondo Tre Valli Varesine. Il fatto che a causa del Covid alcuni suoi sponsor importanti fossero usciti. E poi il fatto di aver sponsorizzato le classiche di Rcs e in particolare la Strade Bianche. Era la prima corsa dopo il lockdown, c’era un campo partenti stellare e il ritorno di immagine che ne abbiamo tratto fu incredibile. A quel punto decisi di impegnarmi in un progetto a lungo termine, con un contratto di tre anni e convincendo gli altri sponsor importanti a fare altrettanto. Se si vuole fare un progetto che duri, serve una costruzione lenta. E noi vogliamo guardare nel lungo termine, non a caso la squadra è molto giovane.

Qualcuno ha discusso il valore degli atleti.

Quando eravamo in pieno ciclomercato, ho detto a Ivan di cercare certamente ragazzi che fossero dei talenti, ma di privilegiare l’aspetto del carattere. Mi piace, come in azienda, creare un clima ideale. Il libero battitore, pur talentuoso, se non si integra non lo voglio. Alla base del successo c’è la felicità aziendale, che raggiungi se i tuoi collaboratori stanno bene, fanno sport, lavorano in un ambiente luminoso, sono rilassati e per questo rendono al 150 per cento.

Qui Luca Spada è con Rivi, facendo domande per capire il mondo del ciclismo
Qui con Rivi, facendo domande per capire il mondo del ciclismo
Che idea si è fatto del ciclista professionista?

E’ un sognatore che ama la fatica e in questo li comprendo bene. Nelle gare che faccio, come il Tour de Geants (350 chilometri e 30.000 metri di dislivello) la fatica la assaggi in tutte le sfaccettature. Sto imparando a conoscere questi ragazzi andando in bici con loro. Sono felici di quello che fanno, hanno fatto della loro passione un mestiere. Glielo leggi negli occhi che gli piace e sono super coinvolti nel progetto. E come loro, lo staff è composto da persone entusiaste.

Sport e affari

L’amore per lo sport è decisivo, ma i ragionamenti di Spada sono anche e soprattutto quelli del manager, che nel ciclismo ha individuato anche un ottimo investimento. E così nel discorso affiorano a tratti i ragionamenti dell’imprenditore che ha giustamente colto nello sport un ottimo veicolo per raccontare al mondo la sua impresa: quel che è giusto e che Basso ha saputo ben raccontare.

In che modo il ciclismo è funzionale per Eolo azienda?

Noi portiamo internet dove internet non arriva. Eolo è nata nel 2006 con lo sguardo ai 7.000 Comuni italiani con meno di 10.000 abitanti. Il digital divide ancora oggi crea una profonda differenza fra chi vive in città e ha la fibra e chi vive fuori e va ancora avanti con una Adsl spompata. Con la nostra tecnologia, noi gli portiamo i 100 megabit. Il ciclismo fa come noi: porta i corridori nei piccoli paesi più che nelle grandi città e questo messaggio ci piace molto. Quando abbiamo intrapreso questa avventura, non è stato soltanto per avere il nome Eolo scritto sulla maglia, ma per gestire il team come un pezzo della nostra azienda. Li coinvolgeremo nello spot televisivo che stiamo per girare e in altre attività promozionali. Per lo stesso motivo abbiamo inaugurato Casa Eolo, una sede di 600 metri quadri in cui possano sentirsi a casa. Voglio che percepiscano di essere parte di un progetto di lungo periodo. Siamo entrati in questo mondo e vogliamo rimanerci per molto tempo.

A Castelraimondo, Spada con Basso dopo lo spettacolare weekend della Tirreno
A Castelraimondo, Spada dopo il weekend della Tirreno
C’è un’ambizione non detta?

Con un po’ di pudore, mi piacerebbe nel mio piccolo fare come il Commendator Borghi, il Cumenda, il fondatore della Ignis, che con il basket e il calcio a Varese fece grandi cose. Sono molto attaccato al nostro territorio e forse Eolo è nata proprio perché sono cresciuto in un piccolo paese, Malgesso, e dovevo prendere la bicicletta e fare dei chilometri anche solo per comprarmi una rivista di informatica.

Immagine o risultati?

Abbiamo curato molto l’immagine. La divisa. La grafica. C’è una coerenza stilistica che ci portiamo dietro, perché penso che alla base delle buone prestazioni ci siano anche il senso di pulizia e il rigore. Poi c’è il resto. I buoni allenatori, i buoni ritiri e la giusta alimentazione. Su questo con Ivan sono stato quasi paranoico.

Parlando della bici, di cui Spada si è appassionato ormai irrimediabilmente
Parlando della bici, di cui Spada si è appassionato ormai irrimediabilmente
Perché?

Il cibo è la nostra medicina principale, quindi ho chiesto che la squadra venga seguita da un nutrizionista che spieghi loro come mangiare in corsa, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni. Non serve stare attenti durante la stagione e poi mangiare le patatine e bere Coca Cola a litri. Bisogna avere un regime alimentare sano perché diventi un vero e proprio stile di vita.

Dica la verità: ha mai rimpianto di non aver scoperto prima la bici per diventare un corridore?

Ma no, dai… (ride, ndr) Qualcosa di buono nella vita l’ho fatta anche io. Però mi piace andare con loro in bici e parlarci mentre si pedala perché si creano rapporti più veri. Magari resisto finché si scaldano, perché quando poi cominciano, non li vedo più, dato che hanno il doppio dei miei watt. Mi va bene così però, lo giuro…

E Basso (orgoglioso) ci guida a Casa Eolo

27.02.2021
6 min
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A Besozzo c’è il sole e Casa Eolo si stacca contro l’azzurro, risultando anche più imponente. Quando il cancello finisce di scorrere, il saluto di Ivan Basso è pieno di orgoglio e buon umore. Siamo nella sede del Team Eolo-Kometa che lui per primo e poi Luca Spada hanno voluto, proprio nel luogo da cui è iniziata la fortuna di Eolo. C’è del simbolismo positivo anche in questo, assieme alla sensazione di un progetto che sta mettendo solide radici. Conosciamo Ivan sin dagli juniores, l’ambizione non è mai stata un problema. Gli anni e le esperienze hanno portato anche un’interessante visione da manager.

Il cartello campeggia accanto alla porta d’entrata di Casa Eolo
Il cartello accanto alla porta di Casa Eolo

Siamo i primi, ammette mentre fa gli onori di casa, a varcare questa porta. Il colpo d’occhio è intrigante. Si vedono le postazioni per i computer, dove l’addetto stampa Francesco Caielli è già al lavoro assieme a Carmine Magliaro che segue la logistica delle prime corse. La cucina. Alcune stanze con il nome sulla porta. La sala interviste: Eolo on Air. La sala riunioni: Cuvignone. L’ufficio di Ivan: Zoncolan. La sala più grande, per i meeting con il team: Stelvio. E mentre Basso spiega, si ha la sensazione che l’obiettivo sia aggiungere altri pezzi. Un deposito per i mezzi, ad esempio, come pure una foresteria per gli atleti.

Ne parlavi da anni, ce l’hai fatta…

Ce l’ho in testa da sempre (sorride, ndr) perché la casa dà un senso di appartenenza. Nel tempo le squadre si sono evolute. Qui nei dintorni ci sono le basi degli australiani e della Uae, con centri molto belli. La nostra idea sin dall’inizio era quella di creare un posto dove l’allenatore, l’addetto alle pubbliche relazioni, gli sponsor e i manager possano lavorare insieme, perché così nascono le idee. Vogliamo che Casa Eolo diventi un riferimento per la nostra regione. Io sono di Varese, ho cominciato qui e qui ci sono i miei tifosi. Eolo è nata proprio in queste stanze e Spada abita qualche chilometro più in là. C’è l’orgoglio varesino e questa casa era il primo tassello, poi sono venuti i materiali, le bici e tutto il resto. La prima cosa è il progetto, poi vengono gli uomini.

Che cosa intendi?

Si è discusso anche del valore tecnico del team, ma si è fatto il mercato alla fine. La priorità era fare una squadra italiana, c’erano 14 corridori liberi e ne abbiamo presi 10. La parte importante è essere partiti da un’idea e nell’idea c’era di trovare dei direttori sportivi come Stefano Zanatta e Sean Yates con cui si può costruire qualcosa di importante, aiutando Jesus Hernandez a maturare. Per migliorare questa squadra serve gente esperta. Prima il progetto, appunto, poi gli uomini.

Basso con l’addetto stampa Francesco Caielli
Basso con l’addetto stampa Francesco Caielli
Come stanno i ragazzi?

Ho visto un costante miglioramento, sin dal primo ritiro. Abbiamo lavorato cercando di curare ogni area. Era un gruppo da amalgamare, anche se molti si conoscevano. Si dice che sia una squadra nuova, ma in realtà ha già tre anni di vita come continental, già strutturata come una professional e con un budget consistente. Tanti nostri corridori sono nel WorldTour. Moschetti, Oldani e Ries. Ma credo di aver preso ragazzi che riusciranno a rilanciarsi. Albanese può tornare al livello di quando all’Hopplà i più forti erano lui e Ballerini. Anche Ravasi ha ancora tanto da dire. Tiriamo tutti nella stessa direzione.

Tutti?

Pedranzini, il signor Kometa, si sente il papà di tutti. Del resto se trovi un imprenditore che ha speso così tanto in una continental, visto il tipo di ritorno, è evidente che lo facesse soprattutto per passione. Poi è arrivato Spada, che ha messo il 53×11. E sì che dopo il Covid rischiavamo persino di non ripartire. Spada è arrivato e adesso quasi non riescono più a trattenerlo in ufficio. L’altro giorno era qui in Casa Eolo a montare i mobili…

Carmine Magliaro al lavoro per la logistica
Carmine Magliaro al lavoro per la logistica
Sembra che tu stia parlando di Paolo Zani ai tempi della Liquigas.

Me lo ricorda molto per la passione, nonostante fosse alla guida dell’azienda era sempre con noi. Spada è coinvolto al 100 per cento, chiede cosa facciano i ragazzi, vuole il calendario, chiama quando sente che c’è stata una caduta. Pedranzini è lo stesso e parliamo di uno che lavora dalle 4 del mattino fino alle 21. Le telefonate con lui si svolgono fra le 5,30 e le 6 del mattino. La famiglia viene dalla campagna, i fratelli sono in malga. Hanno disponibilità economica importanti e una vasta tipologia di aziende. Sono grandi lavoratori, ma vivono la squadra con un entusiasmo incredibile. E la cosa bella è che i due, Spada e Pedranzini, parlano spesso insieme.

La dimensione continental vi andava stretta…

Non aveva neanche tanto senso continuare in quel modo, per il tipo di impegno e di mezzi non ci sentivamo più troppo a nostro agio. Con Alberto e suo fratello Fran c’era condivisione anche su questo. Ma Spada non è arrivato dalla sera alla mattina, c’è dietro un lavoro di due anni e mezzo. Sono orgoglioso di aver cercato sponsor dove gli altri non sono andati. Non è vero che in Italia non ci sono i soldi, ma quanto tempo ho perso…

Alla Clasica de Almeria, la Eolo-Kometa guidata da Gavazzi e Belletti
Alla Clasica de Almeria, Eolo-Kometa guidata da Gavazzi e Belletti
A fare cosa?

A spiegare in senso generico ciò che il ciclismo potesse fare in generale, mentre ogni azienda ha i suoi valori. Ho imparato da ogni rifiuto. Un imprenditore non sei tu a convincerlo, deve convincersi da solo. Tu puoi fargli vedere che cosa il ciclismo può fare per la sua azienda, ma se ti metti a tirarlo per la manica, è certo che ti mostra la porta.

Ci sono stati giorni in cui parlavi dei tuoi progetti come un visionario…

Me lo dicono ancora (ride, ndr). Mi accorgo che ho tante idee, ma le vedo solo io e magari sono irrealizzabili. A volte le dico e mi prendono per matto. A volte mi sveglio nel cuore della notte e devo comunicarle a qualcuno. Mi piace ascoltare le storie dei grandi imprenditori, c’è tanto da imparare. Questa squadra si evolverà perché tutti vogliamo che accada. Spada vive la squadra. Pedranzini è il nostro riferimento in Valtellina, un approdo sicuro dopo il Giro d’Italia.

Sembri contento?

Sono felice, è vero. Non è stato semplice, ma la vera soddisfazione è vedere che tutti si sentono coinvolti e che tante volte nemmeno serve parlare. Io seguo tutto, ma non mi occupo di tutto. Ho scelto delle persone per come le ho viste lavorare e so che faranno bene quel che devono.

Un orgoglioso padrone di casa all’inizio della nuova stagione
Un orgoglioso padrone di casa
Che cosa vuol dire andare al Giro d’Italia?

E’ importantissimo, è il sogno di ogni ragazzino che comincia a correre. Ho detto ai corridori che per noi saranno 21 campionati del mondo. Ci saranno le solite 5-6 squadre che lo monopolizzeranno e noi dovremo essere fra le altre 15-16 che lotteranno per vincere una tappa. Dovranno avere il fuoco dentro. In più confido nei direttori sportivi che abbiamo, che hanno vinto Giri e Tour.

Quanto sei presente con i ragazzi?

Non amo intromettermi. Magari in ritiro faccio tardi la notte a parlare con Zanatta e Yates: abbiamo scelto loro, è giusto che siano loro ad avere il rapporto e la responsabilità. Io cerco di dire il mio nel modo giusto, quando serve. Lo stesso fa Alberto. C’è una suddivisione dei ruoli che funziona. A Laigueglia inizieremo questa avventura. E davvero non vedo l’ora…

Ivan Basso, Stefano Zanatta, Dario Mariuzzo, Giro d'Italia 2010

E alla fine Zanatta ritrovò il suo Basso

11.11.2020
4 min
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«Non potevo dire di no a Basso e Contador – dice Zanatta ridendo – ho provato a fare un sondaggio in famiglia e ho capito che i figli mi avrebbero ammazzato. Ci ho provato a stare a casa, ma li tiravo tutti matti. E a quel punto ho accettato».

Stefano è di buon umore. Basso aveva fatto il suo nome sin dall’inizio, pregando di non scriverlo. C’era solo da aspettare che Zanatta si decidesse, contento com’era della pensione raggiunta da un anno e scottato dall’incredibile storia del Team Monti in cui aveva messo comunque la faccia. Al punto che, avendolo incontrato alla partenza di Mileto al Giro d’Italia, aveva detto che mai e poi mai sarebbe tornato a guidare un’ammiraglia. E non mentiva, non del tutto almeno. Infatti l’affondo davvero deciso Basso con lui l’ha fatto due giorni dopo la fine del Giro, di martedì.

Mario Scirea, Dario Mariuzzo, Paolo Slongo, Biagio Conte, Stefano Zanatta, Alberto Volpi, diesse Liquigas
Ritiro Liquigas a San Pellegrino: Scirea, Mariuzzo, Slongo, Conte, Zanatta e Volpi
Dario Mariuzzo, Paolo Slongo, Biagio Conte, Stefano Zanatta, diesse Liquigas
A San Pellegrino con Mariuzzo, Slongo e Biagio Conte
Però ti girava intorno da un po’…

Ogni tanto ci sentivamo, sin dai tempi della continental. Mi ha sempre dato stima, tutto quello che abbiamo fatto in Liquigas è rimasto. Così quando è stato sicuro di fare la squadra, mi ha chiamato. Cercava una figura di riferimento, ma io ero perplesso…

Perché?

Non morivo dalla voglia di partire nuovamente e fare 300 giorni via da casa, perché un direttore sportivo campa così. Ma Ivan mi ha spiegato la struttura e allora ho intravisto la possibilità, assieme a Yates ed Hernandez e con Andriotto a fare lo scouting. Insomma, al Giro abbiamo parlato un po’ nelle rare volte in cui è venuto e al martedì mi ha chiamato e mi ha chiesto se volessi diventare la figura di riferimento del team in Italia.

E tu?

Lavorare con i giovani mi è sempre piaciuto, far crescere una squadra è un grande stimolo. Avevo messo da parte certe velleità, ma obiettivamente non avevo più un solo motivo per dire di no. E alla fine ho detto di sì.

In due parole, chi è stato Ivan Basso per Stefano Zanatta?

L’ho conosciuto da giovane, alla Fassa Bortolo. Ha vinto con me le sue prime tre corse. Poi ci siamo ritrovati in Liquigas. Cercavamo un corridore adatto a richiamare l’attenzione dei media e lui era perfetto. Amadio mi ha dato fiducia e ho cominciato a lavorarci io. Si è creato un bel rapporto. Ivan è andato verso grandi risultati e intanto diventava un riferimento per giovani come Nibali e Caruso, che intanto crescevano accanto a lui.

Un grande campione?

Ha tirato fuori il meglio da se stesso, facendo tutto il necessario per arrivare ai grandi risultati. Il suo talento è stato capire di non avere la brillantezza di Nibali e Sagan, che si alzavano dal letto e vincevano senza fare colazione. Lui ha dovuto sudarsi ogni risultato. Ha puntato sull’autostima e sul lavoro che paga.

Sembra che stia facendo lo stesso con la Eolo-Kometa.

Da quando ha smesso, ha cominciato a lavorare a questo progetto. Ha trovato in Contador un ottimo compagno di avventura. Ha creato un bel gruppo di giovani e li ha plasmati secondo la sua mentalità. E lui ha competenze e conoscenze.

Ivan Basso, Stefano Zanatta
Tra Stefano e Ivan si è subito creato un rapporto di grande fiducia
Ivan Basso, Stefano Zanatta
Tra Basso e Stefano, subito grande fiducia
Per parecchie cose dice di ispirarsi alla Liquigas.

Quel gruppo è stato un esempio di ottimo ciclismo in cui i grandi vincevano, lasciando ai giovani il tempo di crescere. Un budget non eccessivo, eppure una famiglia in cui ciascuno portava il suo mattoncino fino a completare la costruzione. Ci si divertiva. Tutti quelli che ci sono passati la ricordano volentieri. Abbiamo ancora un gruppo whatsapp in tutti scrivono. Alle corse ci ritroviamo sempre, come avendo un filo conduttore. E una volta l’anno ci si ritrova sempre a cena, tranne quest’anno ma per colpa del Covid.

Quanto ha inciso l’esperienza Monti sulla tua ritrosia ad accettare?

Ero legato a Scirea e Magrini, c’erano bei giovani che restano validi, perché ovunque siano andati hanno fatto bene. Il fatto di essere riusciti a sistemare tutti ha reso la cosa meno spiacevole. Mi ha dato fastidio non mantenere le promesse, ma pesa meno perché non è dipeso da me. Era una squadra di dilettanti, avremmo lavorato per farli crescere. Mi sarebbe pesato di più essere coinvolto nel flop della squadra ungherese (il progetto teoricamente finanziato dal governo ungherese in cui erano stati coinvolti parecchi corridori, sfumato nel nulla a novembre 2019, ndr) di cui hanno fatto le spese dei professionisti.

Quali i programmi imminenti della Eolo-Kometa?

Per ora incontri in videoconferenza. I preparatori hanno già iniziato a lavorare dando le loro indicazioni e intanto aspettiamo di capire se e come potremo muoverci. Il primo passo l’ho fatto, sono tornato. Adesso studiamo con calma e tutti insieme quale sarà il prossimo.