Tormena vince ancora nell’XCE, ma la strada la reclama

10.10.2023
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Gaia Tormena è rimasta a terra. In procinto di partire per Palangkaraya, in Indonesia, per andare a difendere la sua maglia iridata di XC Eliminator, ha saputo che tutto è stato annullato a causa degli incendi della vicina Malaysia (appiccati appena concluso il Tour de Langkawi) per liberare i terreni nelle piantagioni, che hanno generato fumi che hanno invaso tutta la regione teatro dei mondiali.

Così, in attesa degli europei del 29 ottobre in Turchia e di una nuova destinazione iridata per novembre, con la valdostana c’è stato più tempo per analizzare non tanto la caccia al Grande Slam di XCE sempre sfuggitole (intanto la Coppa del mondo è già in carniere), ma il connubio fra Mtb e strada, dove quest’ultima sembra uscirne un po’ penalizzata. E Gaia si presta volentieri ad affrontare un tema per certi versi delicato, facendo parte di un team Devo del WorldTour.

Per l’azzurra 3 titoli mondiali e 3 europei. Quest’anno ha già vinto la Coppa del mondo (foto Instagram)
Per l’azzurra 3 titoli mondiali e 3 europei. Quest’anno ha già vinto la Coppa del mondo (foto Instagram)
Come giudichi la stagione che hai appena vissuto fra strada e Mtb?

La definirei una stagione complicata. Sono 5 anni che sono nel “mondo dei grandi” e finora mi era sempre venuto tutto facile, non ho mai avuto grandi problemi e quindi mi son sempre sentita sulla cresta dell’onda. Quest’anno diverse vicende legate alla bici e non, mi hanno portata ad una piccola crisi, più mentale che fisica. Sono però contenta di averla apparentemente superata e di aver ritrovato il mio equilibrio in questo finale di stagione. Non tutti i mali vengono per nuocere e da quest’anno credo comunque di aver imparato tanto, soprattutto per quanto riguarda il mondo della strada che era fino ad ora per me un po’ sconosciuto. Quindi direi che a questa stagione darei un 7, non di più.

La tua stagione è stata un continuo passare dalla Mtb alla strada e viceversa: quali difficoltà incontri nel cambiare continuamente specialità?

La difficoltà più grande sta forse nella preparazione. E’ importante riuscire a periodizzarla a seconda degli appuntamenti e degli obiettivi a seguire. Anche l’organizzazione non è semplice. Se fino all’anno scorso dovevo sempre avere una valigia pronta, quest’anno ne dovevo avere due.

Quest’anno la valdostana ha corso solo 11 giorni su strada, lavorando per le compagne
Quest’anno la valdostana ha corso solo 11 giorni su strada, lavorando per le compagne
Che esperienza stai vivendo al UAE Development Team e che aspirazioni hai relative alla strada?

Sono sicuramente grata ed entusiasta di poter correre con una maglia come quella del UAE Development Team e mi rendo conto che ci sono tantissime ragazze che vorrebbero essere al mio posto. Questo mi sprona ad impegnarmi al massimo per migliorare. Quest’anno sono stata al servizio delle mie compagne, per il futuro il sogno sarebbe quello di avere la squadra a disposizione per provare a sprintare io.

Finora hai affrontato solo 11 giorni di gare su strada, pressoché tutti nella parte primaverile della stagione: è una scelta adottata con il team?

Assolutamente sì, la scelta di quest’anno è stata quella di sostituire le gare di XCO che fino all’anno scorso facevano parte del mio programma di avvicinamento alla Coppa del mondo XCE con delle gare su strada. Avevamo già concordato che la mia stagione da stradista sarebbe stata anomala. In primavera ho corso sulle ruote strette, adesso sono un paio di mesi che sono concentrata solo sull’Eliminator.

L’intenzione di Gaia è dare maggior sostanza alla sua attività su strada nel 2024, puntando alle volate
L’intenzione di Gaia è dare maggior sostanza alla sua attività su strada nel 2024, puntando alle volate
Pur considerando i tuoi successi nella Mtb, il team ti chiede un impegno maggiore su strada?

E’ chiaro che vorrebbero vedermi correre di più su strada perché sappiamo tutti bene che più si corre, prima si migliora. Però come primo anno non abbiamo voluto esagerare. Il mio corpo ha dovuto adattarsi ai nuovi carichi di lavoro e il rischio era quello di fondere il motore invece che farlo spingere come dovrebbe.

Tutti ti conoscono per i tuoi successi nell’Eliminator, ma su strada che caratteristiche hai e quali sono i percorsi che ti piacciono di più?

Non so ancora bene che tipo di stradista possa definirmi, la cosa certa è che non sono una scalatrice! Potrei dire che il mio punto forte siano le volate, anche se nella realtà dei fatti sono consapevole di avere i watt ma di peccare a livello di tecnica/tattica. Riesco a reggere anche alcuni piccoli strappetti, su questo voglio lavorarci tanto in vista del prossimo anno. E poi riesco a guadagnare in discesa (merito della mtb). Il mio percorso ideale non l’ho ancora trovato, ma di sicuro mi piacciono le gare piatte in cui stare ben coperta in gruppo e dare tutto alla fine.

Gaia è sempre stata una funambola sulla bici, una dote che potrebbe servirle anche su strada
Gaia è sempre stata una funambola sulla bici, una dote che potrebbe servirle anche su strada
Fino allo scorso anno si era parlato di te anche per un possibile impiego nella velocità su pista o nel Bmx con le Olimpiadi all’orizzonte: sono progetti ancora in piedi?

Quello della BMX è stato un esperimento. Non ho più lavorato per questa disciplina negli ultimi anni. E’ bella, divertente, magari mi riuscirebbe anche bene, ma già solo per arrivare a chiudere una pista di Coppa del mondo con un tempo decente, facendo tutti i salti mi ci vorrebbe almeno un anno. Il progetto pista l’ho trascurato quest’anno dato l’impegno con la strada, ma mi piacerebbe continuasse in futuro.

I tuoi successi nell’Eliminator stanno andando di pari passo con la sua evoluzione: è una specialità che a tuo avviso si sta affermando e che cosa servirebbe per darle più popolarità?

Secondo me sta crescendo, ma a passi piccoli piccoli. Ogni anno abbiamo qualcosa in più ma per fare il vero salto di qualità avremmo bisogno di più promozione e attenzione mediatica e di grandi nomi di altre discipline che ci facciano conoscere. Anche i percorsi dovrebbero passare allo step successivo. Quello di Aalen quest’anno ad esempio era già next level rispetto ai percorsi soliti. C’erano salti con grandi gap e questo ha portato centinaia e centinaia di persone a vedere la gara. Dobbiamo acquisire professionalità e credibilità.

All’ultimo Giro d’Onore con le compagne nell’Esercito, tra cui Miriam Vece
All’ultimo Giro d’Onore con le compagne nell’Esercito
Quanto è contato l’ingresso nell’Esercito per la tua carriera sportiva?

Entrare a far parte dell’Esercito ha fatto sì che io in primis acquisissi credibilità. L’Eliminator viene visto come una disciplina minore e un hobby per i rider. Grazie alla fiducia datami dall’Esercito, ho potuto dimostrare che non sono una ragazza che si allena e gareggia per hobby in una disciplina minore, ma un’atleta che si impegna tutti i giorni per diventare la migliore. Una ciclista che ha dei sogni e che ci mette l’anima in quello che fa come qualsiasi altro professionista. Sono orgogliosa di vestire la loro maglia e di aver già portato 3 vittorie in Coppa del mondo e la classifica generale di specialità. Ora cercherò di conquistare una medaglia anche agli europei o ai mondiali in segno di riconoscimento del costante supporto datomi durante l’anno.

Tra le tue tante vittorie, una che ti è rimasta più nel cuore?

Ne ho 3 o 4 che mi hanno davvero tanto emozionato, ma se devo sceglierne una la prima non si scorda mai. Villard-de-Lans, maggio 2019, prima Coppa del mondo XCE, prima vittoria e tante tante lacrime dopo il traguardo. Una volta tornata a casa andavo in bici con i miei amici e mi chiedevano di portarmi dietro la medaglia per vederla. Ancora oggi mi emoziono a pensarci.

Gaia Tormena entra nelle grande famiglia di Merida

27.01.2023
3 min
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Gaia Tormena ha ufficialmente fatto il proprio ingresso nel riservato “pool” di atleti sponsorizzati e supportati da Merida. La biker valdostana, che da anni letteralmente domina la scena a livello mondiale nella disciplina delle prove eliminator, ha scelto Merida per le proprie competizioni “off-road”: dalle sfide ad eliminazione, il suo “pane”, fino alle gare enduro.

Classe 2002, nata e cresciuta ad Aosta, Gaia sin da bambina ha praticato diverse discipline sportive, ma solo quando è salita in sella ad una mountain bike ha davvero trovato la propria dimensione. Oggi, Gaia Tormena vanta un palmares ricco di ben tre titoli mondiali nelle prove XCE: la disciplina eliminator, dove quattro biker per batteria si sfidano in un tabellone in stile tennistico fino a comporre la finale con il quartetto dei più forti. E anche nell’ultima competizione iridata svoltasi a Barcellona, sul finire del 2022, la valdostana si è laureata per la terza volta campionessa mondiale, dopo le maglie arcobaleno indossate nel 2021 a Graz, in Austria, e nel 2019 a Waregem in Belgio.

Tormena potrà pedalare su modelli top di gamma, come la Ninety Six 7000
Tormena potrà pedalare su modelli top di gamma, come la Ninety Six 7000

Mountain bike a 360 gradi

Con già alle spalle questo importante curriculum sportivo, Gaia Tormena entra dunque nella scuderia Merida, il bike brand taiwanese che l’affiancherà in occasione delle prossime competizioni, che non si limiteranno solo ed esclusivamente alle prove XCE.

«Sì è vero – ha dichiarato Gaia Tormena in occasione di una sua recente visita al quartier generale Merida Italy di Reggio Emilia – mi piace molto pedalare anche in altre discipline offroad, come ad esempio l’enduro, dove sono campionessa italiana in carica, e il cross country olimpico, e questo perché entrambi gli ambiti rappresentano terreni di gara estremamente attraenti e divertenti».

L’atleta valdostana, classe 2002 ha dominato la disciplina eliminator negli ultimi anni
L’atleta valdostana, classe 2002 ha dominato la disciplina eliminator negli ultimi anni

«Diamo un caloroso benvenuto a Gaia nella nostra famiglia – ha aggiunto Dario Aquaroli, il marketing manager di Merida Italy – con lei abbiamo trovato da subito una grande sintonia e siamo estremamente orgogliosi di poterle dare le nostre mountain bike per tutte le discipline che vorrà praticare. Una dotazione composta da ben tre modelli Merida: la BigNine, per le competizioni eliminator, nelle quali cercherà di confermarsi leader mondiale, la Ninety-Six bi-ammortizzata come alternativa nelle prove di cross country olimpico, e, infine, la One Sixty, il modello di punta della proposta Merida per quanto riguarda l’enduro».

Merida

Gaia Tormena, Sara Fiorin, Valentina Basilico, Europei pista U23 Fiorenzuola d'Arda 2020, Velocità olimpica

Tormena, dalla Mtb alla pista: come ha fatto?

18.12.2020
7 min
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Il raduno delle ragazze della pista a Montichiari è appena finito, per Gaia Tormena ora ci sono ore di macchina con la mamma Laura alla guida. Dovrebbe essere stanca, invece la sua voce al telefono è sempre squillante e trasmette entusiasmo.

«Sembra così – ride – ma in pista ci si stanca molto, quando l’ho affrontata per la prima volta non mi aspettavo proprio… Tenere la scia è faticosissimo, alla fine ero stravolta e le compagne fresche come rose».

Gaia Tormena 2020
Foto a casa sua in Val d’Aosta, Gaia frequenta il Liceo Linguistico e ha 18 anni
Gaia Tormena 2020
Gaia ha 18 anni e frequenta il Liceo Linguistico

Imbattibile? Quasi…

Gaia Tormena è l’esempio lampante di come la bici dovrebbe essere intesa, ma per capirlo bisogna spiegare chi è. Stiamo parlando di una ragazza valdostana che ha da poco compiuto 18 anni, ma che ha già un palmares eccezionale. Un titolo mondiale (2019), due europei e due Coppe del mondo (2019 e 2020), tre italiani (2016-17-18), ma non su pista, bensì nella Mtb, specialità eliminator. Una gara tutta di potenza e agilità, della durata di 90 secondi al massimo. Si fanno le qualificazioni a tempo e da lì si sviluppa il tabellone con sfide a 4 sino alla finale.

Gaia è stata quasi imbattibile fin da subito e il quasi è venuto quest’anno, quando l’azzurra è stata battuta ai mondiali dalla francese Isaure Medde solo per un fotofinish millimetrico.

Il salto del coniglio

Va bene, ma che cosa c’entra con la pista? Il fatto è che Gaia ama la bici a prescindere, ha praticato tutte le discipline e può passare indifferentemente da una parte all’altra senza contraccolpi. Esattamente come avviene per i grandi del ciclismo contemporaneo, da Van der Poel a Van Aert. Una caratteristica che è emersa fin da piccola.

«Ho imparato a pedalare insieme a camminare – dice – le rotelle le ho tenute pochissimo e a 5 anni già dicevo che volevo entrare in qualche squadra con altri bambini. I miei genitori ci hanno provato, ma ero troppo piccola. Ho iniziato seriamente a 12 anni alla Cicli Lucchini, facendo le prime gare nella Mtb e su strada, ma non è che la bici prima l’avevo messa da parte, anzi. Appena tornavo da scuola, la prendevo, andavo dietro casa e iniziavo a giocare. Saltare, pedalare, superavo ostacoli che mi inventavo io e altri che mi costruivo con l’aiuto di mia madre. Facevo sgommate, slalom fra gli alberi. Insomma, ero un piccolo cavallo pazzo. Ho imparato un sacco di evoluzioni, tanto che i miei compagni mi chiedevano di insegnargli come fare. Un giorno mi sono inventata un trick, una sorta di alley-hop al contrario e mia madre ha chiesto su Facebook se quel movimento aveva già un nome. L’abbiamo chiamato “salto del coniglio”».

Gaia Tormena 2014
Funambola sin da bambina, ha sviluppato equilibrio e colpo d’occhio
Gaia Tormena 2014
Colpo d’occhio sviluppato giocando…

Colpa di Celestino

La valdostana è forse il primo esempio italiano di quell’evoluzione naturale della passione per la bici, che nasce dalla più tenera età e che poi potrà avere mille sviluppi. Quello stesso principio di multidisciplinarietà sul quale Cassani batte da tempo. Ma c’è anche qualcos’altro e a spiegarlo è il Cittì della nazionale di Mtb ed ex pro’ su strada, Mirko Celestino che la conosce bene.

«Lei è brava a giocare con la bici – dice – e questo concetto è la base sulla quale costruire un corridore. Con quei giochi Gaia ha incamerato una straordinaria capacità di guida, riesce a venire fuori da qualsiasi situazione ed emerge nelle discipline veloci dove basta un errore per compromettere tutto. Con il suo fisico alto e statuario e le sue doti di potenza e agilità, ho pensato subito che la pista potesse essere ideale per lei. Per questo ho chiamato il responsabile Dino Salvoldi consigliandogli di visionarla».

«Avevo provato la pista da ragazzina – è di nuovo Gaia a parlare – grazie al mio comitato regionale e mi era piaciuta, poi non c’era stata occasione per continuare perché il velodromo più vicino era a Torino, troppo distante. Mi avevano contattato l’inverno scorso per parlarmi di un’eventuale partecipazione agli europei di categoria, poi è sopravvenuto il lockdown e non credevo se ne sarebbe fatto più nulla. Invece quest’estate mi sono ritrovata coinvolta in una bellissima avventura (nella foto di apertura è con Valentina Basilico e Sandra Fiorin, ndr). Io agli europei non avevo mai gareggiato su pista… Ho fatto la velocità a squadre e abbiamo vinto l’argento, nel keirin ho mancato la finale per 15 centimetri, nella velocità ammetto che ci ho capito poco. Lì è tutta questione di tattica e io devo imparare».

Gaia Tormena 2018
E’ il 2018, Gaia è una delle colonne portanti della Mtb azzurra nell’eliminator
Gaia Tormena 2018
Nel 2018 è un riferimento dell’eliminator mondiale

Chi fa da sé…

E’ curioso che abbia vinto l’argento in una gara a squadre, perché per Gaia il ciclismo è uno sport fortemente individuale ed è probabilmente il principale ostacolo a un suo futuro su strada.

«Ha gareggiato fra le esordienti di 2° anno e le allieve 1° anno – racconta suo papà Fabio, che da piccola le ha fatto provare una marea di sport – ma la scintilla non è scattata. Le bici da strada le usa per allenarsi, sappiamo che fa attenzione, d’altronde il rischio è dietro l’angolo qualsiasi cosa si faccia».

Il papà aveva provato a coinvolgerla nella sua passione, la corsa a piedi.

«No, non fa per me – dice Gaia – mi annoiavo. Le gare su strada non mi piacciono, odiavo dover lavorare per le altre, costruire magari la volata per far vincere un’altra. Oppure cadere perché un’altra ciclista era caduta davanti a me nel gruppo. E poi faticavo troppo a mantenere un’andatura regolare. Nella Mtb è diverso, gareggi per te stessa, sei completamente responsabile del tuo risultato e si presta meglio alle mie caratteristiche».

Gaia Tormena 2019
Con la magia iridata conquistata nel 2019
Gaia Tormena 2019
Iridata e radiosa nel 2019

Il ciclismo su strada è quindi messo da parte, almeno per ora. Parliamo di una ragazza che sta ancora affrontando il mondo del pedale volando sui propri sogni.

«Vorrei tanto arrivare a un livello tale da diventare professionista – dice – ossia fare della mia passione per la bici il mio lavoro. E poi è chiaro, ho il sogno che hanno tutti: andare ai Giochi Olimpici».

Non importa in sella a quale bici…