Team Di Federico, il baluardo più a sud del ciclismo femminile

20.08.2024
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Nel secolo scorso il premio Nobel Thomas Eliot diceva che ciò che conta è il viaggio e non la meta. Una filosofia sposata più o meno consciamente dal Team Di Federico, che si distingue per l’attività esclusivamente femminile con una filiera profonda non tanto nei numeri, quanto più nel modo di vivere il suo percorso agonistico.

Ogni gara che la società abruzzese (con sede a Pescara) disputa è un avvenimento spaziotemporale. Ciclismo abbinato alla crescita personale delle proprie atlete attraverso un viaggio che non può essere uguale a quello delle colleghe, né come durata né come esperienza. Perché quante volte abbiamo detto che fare ciclismo in una determinata zona d’Italia sia particolarmente complicato? E quante volte abbiamo sostenuto che avere dei riferimenti nel movimento giovanile, specie nel femminile, sia importante? Tante volte o forse non abbastanza per entrambe le domande, però una buona parte di risposte sta provando a darle da un po’ di anni proprio la squadra gestita da Edoardo Di Federico, dal quale ci siamo fatti raccontare meglio la loro realtà.

Ai vertici con Ciabocco

Il Team Di Federico attualmente sta vivendo un comprensibile ricambio generazionale, soprattutto se contestualizzato a quelle latitudini italiane. Tuttavia ha conosciuto l’apice per tante stagioni grazie ad Eleonora Ciabocco, indiscutibilmente il miglior gioiello forgiato da loro. Tantissime vittorie della ragazza marchigiana (ben 43 nelle tre categorie giovanili), tra cui molti titoli italiani, fino al passaggio direttamente nel WorldTour alla DSM.

«Siamo ancora in contatto con Eleonora – spiega Edoardo Di Federico con soddisfazione – e ci sentiamo ogni settimana. Ci sta rendendo orgogliosi con il suo processo di crescita. Lei ha fatto la storia della nostra società. Nel 2022 ha vinto il secondo tricolore juniores consecutivo che non accadeva dai tempi di Noemi Cantele a fine anni ’90. Eleonora oltre ai risultati si è contraddistinta per le grandi qualità umane. E’ una ragazza con un’intelligenza molto sopra la media ed io sono certo che nel 2026 sarà una delle migliori in circolazione, anche se spero che già dall’anno prossimo andrà molto forte».

Restiamo sul discorso storico. Come nasce la vostra società?

Quest’anno siamo al decimo anno di attività. Gestiamo la squadra la mia compagna Silvia Trovellesi ed io, entrambi con un passato agonistico (lei tra le elite, Edoardo tra gli U23, ndr). Quest’anno per la prima volta abbiamo esordienti, allieve e juniores, mentre in precedenza facevamo due categorie a seconda delle atlete che avevamo. Tutto è iniziato però con mio padre Lucio (una vittoria al Giro Dilettanti nel ’77 e poi pro’ con Gis e Jollyceramica, ndr) che prese quattro ragazze che correvano nelle gare maschili. Col passare del tempo ci siamo voluti specializzare facendole correre solo nelle gare femminili dove avevano la possibilità di crescere meglio.

Questo ha significato spostarsi per tutta Italia per correre, giusto?

Esattamente. Per noi è diventato un bell’impegno. Quello che le altre società del Nord Italia spendono in materiali tecnici, noi lo spendiamo in trasferte. Per seguire il calendario siamo sempre costretti a partire con un giorno di anticipo, anche nel periodo scolastico che spesso è traumatico. Le nostre ragazze finiscono di studiare sul pullmino con la torcia sui libri. Facciamo sempre spostamenti da almeno 36 ore e suddividendoci tra le categorie. E’ un lavoro di organizzazione e logistica non semplice. A cavallo del Ferragosto ne abbiamo avuto un ulteriore esempio.

Racconta pure.

Siamo partiti il 13 con le juniores per correre il giorno dopo a Vittorio Veneto il Trofeo dell’Assunta. Poi alla sera nel viaggio di rientro mi sono trovato a Bologna con mio padre che mi ha portato esordienti e allieve per andare nella zona di Domodossola dove correvano il 15, mentre lui riportava a casa le juniores. Infine siamo rientrati la sera tardi per Ferragosto. Per noi è sempre così. Onestamente ci rimango un po’ male quando vicinissimo a casa nostra ci sono corse e le squadre del nord non scendono perché sono lontane, preferendo fare un weekend fermi. Peccato, perché poi si rischia di perdere quelle poche gare femminili per mancanza di partecipanti. E il movimento ne potrebbe risentire.

Come si porta avanti un sacrificio del genere?

Noi lo facciamo per passione e ancor prima per il bene delle ragazze. Abbiamo pochi sponsor che ci aiutano e che ringraziamo sempre. Per il resto ci mettiamo tanto del nostro. I conti della società non ridono mai (dice proprio sorridendo, ndr), ma ci togliamo sempre tante soddisfazioni con le nostre atlete. La nostra è una società famigliare che tuttavia è diventata un appiglio importante per le ragazze che vogliono fare ciclismo nella nostra zona e dalle regioni limitrofe. Pensate che siamo la società femminile più a sud dell’Italia. Siamo l’ultimo baluardo e per il momento non vogliamo mollare.

Vi è però mai venuta voglia di smettere?

Non nascondo che dopo gli anni di Ciabocco volevamo fermarci per poter respirare. Erano state stagioni belle soddisfacenti, ma intense nonostante il prezioso supporto della Ciclismo Insieme (società vicentina, ndr) nelle ultime stagioni. Tuttavia non ce la siamo sentita. Avevamo ragazze che stavano crescendo bene e chiudere significava lasciarle a spasso, perché sappiamo bene che nel ciclismo femminile non tutte trovano squadra o hanno voglia di spostarsi lontano da casa. Dalle nostre parti sentiamo forse un po’ di più una responsabilità sociale per chi fa ciclismo. Infatti siamo fieri dell’identità che ci riconoscono.

Come avviene il vostro reclutamento?

Attualmente non abbiamo tante atlete in Abruzzo, però ormai da qualche anno abbiamo ragazze che vengono dall’Emilia-Romagna, Toscana, oltre che Marche, Molise, Puglia o Umbria. Ci chiamano in tanti e ovviamente ci fa molto piacere, però ci teniamo subito a spiegare come funziona, proprio per la questione delle lunghe trasferte. Adesso abbiamo nove ragazze totali, tre per categoria. Per noi sono un numero giusto perché non possiamo permetterci di più, ma lavoriamo sempre sodo con loro.

De Laurentiis è una passista-scalatrice che va forte anche a crono. Farà un ritiro con la nazionale, sperando di andare all’europeo (foto Ossola)
De Laurentiis è una passista-scalatrice che va forte anche a crono. Farà un ritiro con la nazionale, sperando di andare all’europeo (foto Ossola)
Nelle juniores intanto il Team Di Federico orbita nelle prime posizioni con un nome interessante.

Siamo felici della nostra stagione. La quasi totalità dei punti li ha ottenuti Elena De Laurentiis, una ragazza di Altino (in provincia di Chieti, ndr) al primo anno nella categoria, che era da noi da allieva nel 2023. E’ una passista-scalatrice ed ha già conquistato due vittorie, oltre a tanti piazzamenti nelle cinque. Si difende a crono, dove è arrivata terza al campionato italiano. Stiamo lavorando sulle volate ristrette perché non ha un grande spunto veloce. Elena ha grandi margini di miglioramento. Fra qualche settimana dovrebbe andare in ritiro con la nazionale di Sangalli, che la potrebbe portare all’europeo. Noi lo speriamo, sarebbe un altro grande traguardo raggiunto.