Wegelius: «Piccolo è un talento grosso»

04.03.2023
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«Andrea è un talento grosso», inizia con queste parole la chiacchierata con Charles, per tutti Charly, Wegelius, direttore sportivo della EF Educational-Easy Post. Si parla di Andrea Piccolo, ragazzo approdato alla corte del team americano in fretta e furia durante la scorsa estate.

Per Piccolo già 13 corse nel sacco, un quinto posto e subito una breve pausa. Non è un caso. Tutto è calibrato. In casa EF hanno capito che non hanno preso un corridore come gli altri e ci puntano molto. Vogliono gestire al meglio la loro gemma.

L’inglese Charles Wegelius (classe 1978) è il diesse della EF Education-EasyPost
L’inglese Charles Wegelius (classe 1978) è il diesse della EF Education-EasyPost

Classe indiscussa

Ripartiamo dunque dalle parole di Wegelius. E’ bastato chiedergli delle sue impressioni e l’ex corridore della Liquigas è partito con tono serio: «Andrea è un talento grosso – scandendo lentamente le parole e caricando di enfasi gli aggettivi – ha una mentalità vincente. Penso che potrà fare grandi cose. C’è da vedere fin dove potrà arrivare, ma questo lo vedremo solo strada facendo. Di certo è un viaggio interessante».

Ormai i due lavorano insieme da qualche mese e se nel corso dell’estate di tempo per i giudizi ce n’è stato poco adesso è diverso.

«Del suo talento… non c’è dubbio. Della sua voglia di lavorare… non c’è dubbio. Della sua capacità di tollerare grandi carichi di lavoro… non c’è dubbio. Per questo dico che possiamo attenderci ottimi risultati».

Dal tono e da come ne parla si capisce che Wegelius non sta parlando di un corridore qualunque. Ormai è un direttore sportivo da oltre dieci anni, ne ha visti passare di ragazzi… Cosa lo ha colpito dunque di Piccolo?

«Certe sue cose nell’approccio alle corse non sono comuni – spiega Wegelius – Non è comune come si pone di fronte alle gare e agli ostacoli. Spesso vedi corridori che mancano di vera fiducia in sé stessi. Andrea invece parte sempre con l’idea di poter vincere».

«Vedo che forse neanche ci ragiona. Fa parte del suo istinto. Gli altri pensano: “Come faccio?”. Andrea invece pensa: «Come faccio per vincere?”. Per questo dico che è un corridore vero. Non c’è solo l’atleta. C’è l’istinto del campione. E credo che sia un aspetto molto importante in questo mondo fatto di numeri, di strumenti… spesso l’istinto è trascurato. Piccolo corre e non si allena e basta».

Andrea Piccolo (al centro) si è ben integrato con i compagni della EF (foto Instagram)
Andrea Piccolo (al centro) si è ben integrato con i compagni della EF (foto Instagram)

Programmi ad hoc

Piccolo ha iniziato la stagione relativamente presto: il 25 gennaio con il Trofeo Calvia, alle Baleari. Da allora ha inanellato 13 giorni di gara. Ha lavorato per il team e ha raccolto un buon quinto posto. Ma come sarà gestito?

«Sappiamo che Andrea riesce a gestire bene delle fasi intense – va avanti Wegelius – periodi di corse ravvicinate. Noi vogliamo agevolarlo per i piazzamenti e la vittoria. Quindi abbiamo pensato ad un calendario specifico per lui, che ricordo è anche molto giovane. E anziché mandarlo alle grandi gare e farlo correre in modo anonimo abbiamo scelto delle corse più “piccole” affinché possa fare risultato e soprattutto giocarsi le sue carte».

«In questa prima parte di stagione, abbiamo pianificato di fatto due pause maggiori: una dopo la Sanremo e una dopo le Ardenne. La nostra idea è di fare un blocco di corse e un reset. Corse prevalentemente di un giorno. Per ora lo vedo meglio per queste piuttosto che per quelle a tappe».

Poi sempre Wegelius aggiunge: «Ma per ora…», come a dire che non ci sono limiti per Piccolo anche pensando ai grandi Giri. «Anche perché mi sembra piuttosto portato anche per le crono».

«In ogni caso non vorrei fare troppi calcoli sul domani, ma concentrarci sull’oggi. Fare sì che possa essere protagonista il più possibile. Che possa esprimersi in prima persona, anziché stare nascosto in gruppo. Deve imparare a vincere».

Il milanese (classe 2001) impegnato nell’ultimo piovoso Trofeo Laigueglia
Il milanese (classe 2001) impegnato nell’ultimo piovoso Trofeo Laigueglia

Etna: sì, no, forse

Insomma Wegelius non fa altro che confermare le buone impressioni di chi ha avuto Piccolo tra le mani prima di lui, vedi Ellena, il preparatore Toni, Valoti…

«Andrea si è ben ambientato – dice Wegelius – ma questo è piuttosto normale nel nostro ambiente. In EF accogliamo chiunque molto bene. In tanti anni ho davvero poche esperienze di chi non si è integrato bene da noi. Siamo una squadra così internazionale che l’accoglienza ce l’abbiamo nel DNA! In più lui è sveglio, giovane… un atleta e un ragazzo moderno. Senza contare che sa farsi voler bene».

Infine si torna a parlare brevemente dei suoi reset. E ci si chiede se anche Piccolo seguirà la tendenza a cui stiamo assistendo: vale a dire meno corse e solo al top. E tra un blocco e l’altro ritiro in altura.

«Ne abbiamo parlato questo inverno. Forse ci andrà a fine marzo e possibilmente sull’Etna, ma vediamo. Alla fine parliamo di un ragazzo molto giovane e magari ci sta che abbia anche bisogno di stare casa. Anche perché l’altura è stressante per il fisico e anche per la mente e se non dovesse essere super predisposto, gli peserebbe ancora di più e magari non raccoglierebbe gli stessi benefici».

Il debutto “rosa” di Piccolo tra accoglienza super e fiducia totale

17.08.2022
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Andrea Piccolo ha già archiviato la sua prima gara, il Tour de l’Ain, con la EF Education-EasyPost. Il giovane corridore lombardo è passato in tempi rapidi nel corso dell’estate dalla Drone Hopper-Androni, team professional, alla squadra americana, team WorldTour.

Pino Toni, il suo coach, dice il motore è tra i più grossi che ci siano in Italia. Il team manager Jonathan Vaughters lo ha definito come il miglior talento italiano. E Giovanni Ellena che lo ha avuto tra le mani solo per poche settimane, per non dire giorni, gli ha visto fare allenamenti “da fenomeno”.

Il lombardo (classe 2001) ha mostrato subito forza e personalità (foto Instagram)
Il lombardo (classe 2001) ha mostrato subito forza e personalità (foto Instagram)

Gerarchie in gruppo

E allora sentiamo Piccolo stesso. Andrea in questi giorni dopo il Tour de l’Ain è tornato a casa, in attesa di ripartire per le prossime gare.

«Le cose vanno bene, dai… Finalmente – dice Piccolo – stanno girando per il verso giusto. Come è stato il primo impatto con la EF? Sicuramente si è notata la differenza che si ha nello stare in una WorldTour. Si vede una diversa organizzazione e anche in corsa si ha più possibilità di stare davanti. Vedi meglio la gara e altrettanto meglio la puoi impostare. E sei supportato dall’inizio alla fine».

Non è la prima volta che sentiamo parole di questo tipo da parte di corridori che dalle professional passano alle WorldTour, o viceversa. Ma cosa s’intende di preciso? E perché? Secondo Piccolo c’è una sorta di gerarchia da rispettare. Gerarchie che partono e coinvolgono anche le continental.

«Quando ero alla Colpack, una continental, e facevamo le corse più importanti eravamo sempre dietro, al massimo a centro gruppo. E lì sentivi tutti i rilanci, ti prendevi tutta la bagarre. Con la professional vai un po’ più avanti. O almeno ci vai dopo che è partita la fuga. Con la WorldTour sei davanti. Che poi sono posizionamenti che si vedono anche alla televisione.

«Quel che cambia dunque sono le energie risparmiate. Fare 200 chilometri davanti, dove si va più regolari, dove si vede meglio l’andamento della corsa, e di conseguenza puoi fare qualcosa e ragionare, è diverso che stare dietro. E’ diverso che prendere le “frustate” e spendere un bel po’ di energie in più.

«Magari c’è un momento in cui avviene un attacco e stando davanti tu lo vedi, lo gestisci. Se invece non te lo aspetti spendi più energie e sei sempre costretto a tirare, a rincorrere».

Andrea Piccolo (al centro) con i suoi nuovi compagni della EF al Tour de l’Ain (foto Instagram)
Piccolo (al centro) con i suoi nuovi compagni della EF al Tour de l’Ain (foto Instagram)

Accoglienza top

In EF Education-EasyPost Piccolo è stato accolto alla grande. E quando gli facciamo notare quel che ci ha detto Vaughters circa il suo talento, Andrea fa un sorriso…

«Ho avuto un bell’impatto con la nuova squadra – spiega Piccolo – e anche con Vaughters e con Wegelius (il direttore sportivo, ndr). Li ringrazio entrambi per la fiducia che mi hanno dato, ma spetta a me dimostrare quel che valgo. A parole sono bravi tutti!

«Per ora ho fatto vedere qualcosina con la Drone Hopper-Androni e già nella prima tappa del Tour de l’Ain con loro. Poi sono caduto e la sfortuna mi ha un po’ condizionato nei giorni successivi. Però avevo già l’opportunità di fare bene».

In pratica sin da subito in EF hanno detto si poteva fare la corsa per Piccolo. Lo hanno visto brillante e gli hanno dato in mano “le chiavi” del team.

E quando Andrea dice che una WorldTour ti supporta dall’inizio alla fine ecco cosa intendeva: «Premesso che sono sensazioni che hai e che avverti vi faccio un esempio.

«Durante la seconda tappa del Tour de l’Ain, visto come ero andato nella prima (era stato nono, ndr), si faceva la corsa per me. C’era una discesa e così ci siamo compattati per affrontarla davanti. Una volta in fondo, terminati i pericoli, ci siamo rilassati e mi sono fermato per fare pipì. L’ho detto alla radio. Quando ho messo piede a terra un compagno si è fermato ad attendermi senza che nessuno gli dicesse nulla».

Per Piccolo questa è musica nelle orecchie. Non è pressione che si fa sentire e diventa un blocco. «Ma pressione che fa piacere – dice lui stesso – e che trasformo in adrenalina».

Ad Alberobello Piccolo ha fatto il pieno di emozioni: il ritorno in corsa, l’abbraccio dei suoi cari e in serata la chiamata del procuratore
Ad Alberobello Piccolo ha fatto il pieno di emozioni: il ritorno in corsa, l’abbraccio dei suoi cari e in serata la chiamata del procuratore

Svolta nella svolta

Da come si era messa sin dall’anno scorso le cose stavano andando di male in peggio. I problemi fisici, la rescissione del contratto con l’Astana. Il ritorno tra gli U23, l’approdo alla Gazprom-RusVelo che ha chiuso i battenti.

Poi un raggio di luce con la Drone-Hopper, che diventa un sole potente con la rosea maglia della EF Education-EasyPost.

 

«Il primo contatto con la EF – racconta Piccolo – è nato la sera stessa del campionato italiano. Mi ha chiamato Acquadro e mi ha detto che c’erano due o tre possibilità di andare in una WorldTour. Il primo giorno di riposo del Tour ho parlato con loro e prima della fine della Grande Boucle si è definito il tutto. Poi il contratto l’ho firmato ad agosto, chiaramente».

Quel giorno dunque ad Alberobello Piccolo ha vissuto un turbinio di emozioni. Andrea era già emozionato per il quarto posto al tricolore, ma non sapeva che le sorprese non erano finite dopo l’arrivo.

Andrea Piccolo
Il corridore di Magenta è stato azzurro anche nelle categorie giovanili. Chissà che Bennati (o Amadori) non lo prendano in considerazione…
Andrea Piccolo
Il lombardo è stato azzurro anche nelle categorie giovanili. Chissà che Bennati (o Amadori) non lo prendano in considerazione…

Sognando il Lombardia

Piccolo va forte un po’ su tutti i terreni, ma lui si sente soprattutto scalatore. Il suo calendario passa per la trasferta americana: Maryland, le prove canadesi e quindi le gare del calendario italiano, fino al Lombardia.

«Beh – continua Piccolo – il Lombardia è duro e certe corse non si vincono per caso, ma con le gambe. Alla fine se ci si arriva senza pressione e se dovessi avere una buona giornata… Su carta è adatto a me.

«Io sostanzialmente farò corse di un giorno e sto andando forte, ma per mostrare meglio i miei valori serve correre di più e nell’ultimo anno ho gareggiato poco. Per mostrare davvero il valore serve fare corse a tappe e fare una stagione piena».

L’avventura di Piccolo sembra davvero essere iniziata sotto una buona stella. Speriamo che per questo ragazzo si possa raccontare di grandi successi. Il primo approccio è stato buono. Nel team c’è già un altro corridore italiano con il Dna da campione nel sangue, Alberto Bettiol.

«Alberto ancora non l’ho visto – conclude Piccolo – ma non vedo l’ora di iniziare a correre e lavorare con lui».

«Magari anche in nazionale?», lo incalziamo… «Eh – sospira – magari anche in nazionale».

Wegelius: «Primavera dura, ma noi veniamo fuori nel finale»

09.08.2022
6 min
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Sedicesimi nella classifica a squadre relativa all’ormai noto triennio 2020-2022. Autori sin qui di un’importante campagna acquisti. Reduci da un buon Tour de France, i ragazzi di Charly Wegelius, direttore sportivo della EF Education-EasyPost si preparano al futuro. Quello immediato del finale di stagione, quello un po’ più lontano dell’anno che verrà.

Non è ancora ufficiale, ma ormai è il “segreto di Pulcinella”: il prossimo anno Richard Carapaz vestirà la maglia del team americano. Un’importante svolta verso la classifica generale nei grandi Giri, il che è un po’ una novità per il gruppo di Jonathan Vaughters (il team manager), almeno nei tempi recenti.

Prima del ritiro, Cort aveva dato spettacolo tra maglia a pois e fughe, poi anche la vittoria a Megeve
Prima del ritiro, Cort aveva dato spettacolo tra maglia a pois e fughe, poi anche la vittoria a Megeve

Primavera dura

Con Wegelius partiamo proprio da Carapaz, ma il tecnico mantiene la bocca cucita, come ci si poteva attendere. Fino a che non avverrà l’annuncio ufficiale guai ad esporsi. Giusto così.

Quel che è certo è che la EF ha bisogno di rilanciarsi. E deve farlo prima che arriverà la maglia rosa del 2019. La stagione sin qui è stata difficile.

«Faccio quasi fatica a giudicare la stagione – dice Wegelius – perché abbiamo avuto una primavera davvero difficile. Io non so perché, ma sembra proprio che abbiamo sofferto più di altri il Covid e le altre malattie, anche quelle normali. E questo ha inciso moltissimo». 

«Faccio un esempio: Magnus Cort Nielsen. Si è rotto la clavicola, poi ha avuto il Covid… In questo modo è tosta avere continuità e fare programmi per la condizione dell’atleta, ma anche per la squadra. Ammetto che più di qualche volta abbiamo avuto difficoltà a schierare sette uomini al via delle varie corse».

«Oppure Uran (che abbiamo visto in difficoltà al Tour, ndr): a primavera ha avuto il Covid. Si stava riprendendo, ma è caduto alla Liegi. Si è rialzato e dopo quattro giorni al Romandia è caduto un’altra volta, rompendosi la spalla. Tra l’altro quella che si era già fratturato in passato: ecco questa è stata la foto della nostra primavera».

Rigoberto Uran ha avuto un inizio di stagione tribolato, lo vedremo molto meglio alla Vuelta
Rigoberto Uran ha avuto un inizio di stagione tribolato, lo vedremo molto meglio alla Vuelta

EF da fine anno

Poi però le cose piano piano hanno iniziato a girare per il verso giusto. Un discreto Delfinato, uno Svizzera in crescendo…

«E direi un ottimo Tour – commenta Wegelius – abbiamo dato spettacolo, abbiamo vinto una tappa e credo che abbiamo creato i presupposti per disputare un ottimo finale di stagione. Che poi è un po’ una caratteristica della nostra squadra».

E qui scatta la curiosità. Perché una squadra ha “caratteristiche ideali” per il finale di stagione? Le corse più o meno sono quelle: dure, facili, un grande Giro (la Vuelta), brevi corse a tappe…

«E’ una conseguenza del fatto che abbiamo possibilità di fare mercato solitamente più tardi rispetto ad altri team. Cerchiamo i corridori relativamente tardi nel corso della stagione. Abbiamo meno budget e prendiamo quelli rimasti disponibili. E di solito a questo punto dell’anno, sono quelli che appunto vanno forte con il caldo e nella seconda metà della stagione».

La speranza per la EF Education-Easy Post è che la teoria di Wegelius sia corretta. La classifica UCI, come dicevamo, è certamente meglio che ad inizio stagione, ma non è del tutto rosea. Ci sono molte squadre in pochi punti. E la zona retrocessione non è lontana.

«Vero – dice Wegelius – va meglio che ad aprile-maggio ma non si può mollare. Ci sono 8-9 squadre raccolte in pochissimi punti. Basta avere un momento no, qualche ritiro che la situazione può diventare impossibile. Il gap tra i team che abbiamo sopra e quelli che abbiamo sotto è davvero ridotto. La Cofidis mi sembra abbia pochissimi punti più di noi».

Bettiol si affaccia dal suo bus. Wegelius ripone grandi speranze su di lui (foto Instagram)
Bettiol si affaccia dal suo bus. Wegelius ripone grandi speranze su di lui (foto Instagram)

Su Bettiol…

E chi può portare tanti punti è uno dei suoi corridori simbolo, Alberto Bettiol. Il toscano, al Tour si è fatto le ossa. Non sarà alla Vuelta e potrà andare a caccia di traguardi importanti nelle corse di un giorno, che sono il suo pane.

«Anche Alberto è un esempio perfetto della nostra situazione e della nostra stagione – spiega Wegelius – ha reso meno di quel che ci si poteva aspettare da un corridore come lui. Ma sono un paio di anni che lottava con i guai. Ora pare finalmente essersi stabilizzato. Sappiamo come gestire il suo problema (la colite, ndr).

«Ad inizio anno ha fatto meno gare. Quando prima dicevo che il Covid con noi si è fatto sentire di più mi riferivo anche a lui. Alberto anche in virtù del suo problema, ha pagato di più il Covid. E poi al rientro è stato sfortunatissimo con il suo “timing”, i suoi programmi.

«Era partito bene a Besseges, senza aver fatto nessun lavoro specifico. Avevamo programmato un grande blocco di lavoro proprio nel periodo in cui si è ammalato. E’ stato il peggior momento e devo dire che lui mentalmente è stato bravo a gestire la situazione. Tanto più che da lui i tifosi si aspettano tanto. Non a caso come ha fatto un po’ di base tra altura e Svizzera, al Tour ha lottato. Io ho tanta fiducia in lui».

Andrea Piccolo ha disputato solo 5 corse con la Drone Hopper-Androni, da oggi vestirà la maglia in gara della EF Education Easy Post
Andrea Piccolo ha disputato solo 5 corse con la Drone Hopper-Androni, da oggi vestirà la maglia in gara della EF Education Easy Post

Talento Piccolo

Un altro ragazzo che può fare bene e desta curiosità è Andrea Piccolo, acquistato in fretta e furia nel corso dell’estate dalla Drone Hopper-Androni. Andrea esordirà con la maglia della EF Education-EasyPost proprio a partire da oggi al Tour de l’Ain.

«Piccolo lavora con Acquadro. Il suo procuratore ce lo ha proposto durante il Tour o pochissimo prima. E la nostra squadra è specializzata nel reclutare questo genere di corridori. Atleti di grande potenziale che magari hanno avuto problemi, corridori che in quel momento gli altri non vogliono. Abbiamo la possibilità di prendere un top rider ad un prezzo più basso. Vaughters è attento a queste dinamiche.

«Piccolo non lo conosco di persona, ma di nome. So che ha un grande talento e da quel che ho visto è un ragazzo con la testa sulle spalle. Ci sorprenderà».

Mark Padun è pronto a disputare una grande Vuelta
Mark Padun è pronto a disputare una grande Vuelta

Equilibro Padun 

E uno dei corridori fedeli al “metodo Vaughters” è Mark Padun. Anche lui è arrivato in un momento in cui la Bahrain-Victorious lo aveva messo un po’ da parte. 

Il team americano lo ha messo a proprio agio, ha avuto pazienza e infatti al Polonia si è visto un Padun in buone condizioni e alquanto magro. L’ucraino sarà alla Vuelta.

«Padun sarà in Spagna – conclude Wegelius – non credo con velleità di classifica, ma per fare delle belle prestazioni nelle tappe. Con la potenza che ha, se Mark controlla il suo peso è fortissimo.

«Anche per lui non è stato un anno facile. Mark magari parla poco, ma il discorso della guerra ha inciso. E’ sensibile. Soffriva più di noi per il fatto che non riusciva a fare ciò che voleva».

FSA e Vision “in corsa” al Tour de France con ben 5 team

06.07.2022
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Il Tour de France di FSA e Vision corre decisamente veloce. Ma molto veloce. I due bike brand taiwanesi sono difatti in piena competizione equipaggiando con i propri componenti ben cinque formazioni: la EF Education Easypost, il team Bahrain Victorious, la Jumbo Visma di Van Aert e Roglic, il team Cofidis e la B&B Hotels p/b KTM.

Garanzia FSA

Fra i componenti più in vista, c’è la corona FSA full carbon 64T: compatibile con i gruppi a 12 velocità e con i misuratori di potenza, completamente nuova e realizzata utilizzando una tecnologia derivata dalla Formula 1. L’obiettivo? L’ottenimento di uno speciale materiale composito, estremamente rigido e leggero (appena 219 grammi). Sempre FSA fornisce la proprie guarniture in fibra di carbonio ai team EF Education Easypost e B&B Hotels p/b KTM: tutte compatibili con i gruppi a 12 velocità. Eliminato qualsiasi rischio di caduta di catena, il peso della guarnitura – nel caso dell’opzione 54-40 – è di appena 529 grammi.

EF Education Easypost, Jumbo Visma e B&B Hotels p/b KTM hanno anche montati all’interno dei movimenti centrali delle proprie biciclette i cuscinetti ceramici FSA: estremamente scorrevoli e leggeri. Quattro team FSA infine utilizzano il sistema di instradamento dei cavi ACR e SMR System per l’ottenimento della massima efficienza aerodinamica. Questo innovativo sistema, in attesa di brevetto, è una esclusiva di FSA e Vision ed è il frutto dell’esperienza dei due brand per quanto riguarda il tema dell’aerodinamica. Il risultato è una soluzione di passaggio dei cavi pulita, integrata ed efficiente per i marchi di bike che lo adottano al Tour: Cervèlo, Cannondale, De Rosa e KTM.

FSA e Vision sostengono anche la B&B Hotels p/b KTM di Pierre Rolland
FSA e Vision sostengono anche la B&B Hotels p/b KTM di Pierre Rolland

Innovazione Vision

Parlando invece delle soluzioni tecniche offerte da Vision per i cinque team supportati nel corso dell’edizione 109 del Tour de France, vanno segnalate in primis le ruote anteriori crono Metron 91 con cerchio interamente in fibra di carbonio, larghezza interna da 21 mm (realizzata appositamente per funzionare con pneumatici da 28 mm) e 21 raggi a lama aerodinamica. Il peso? 938 grammi. Molto originale la personalizzazione grafica delle stesse ruote realizzata da PALACE per gli atleti della EF Education Easypost. Le avrete sicuramente notata durante lo svolgimento della crono inaugurale di Copenhagen… non passavano certo inosservate.

Sempre Vision sono le protesi in composito, completamente personalizzate e realizzate a mano per adattarsi al meglio alle specifiche misure antropometriche dell’atleta. Queste “aero extensions” nascono in galleria del vento, ed il peso è di appena 120 grammi.

FSA fornisce la proprie guarniture in fibra di carbonio ai team EF Education Easypost e B&B Hotels p/b KTM
FSA fornisce la proprie guarniture in fibra di carbonio ai team EF Education Easypost e B&B Hotels p/b KTM

Il “cockpit” 100% integrato Metron 5D ACR, utilizzato da quattro team Vision al Tour, presenta un attacco manubrio più rigido e aerodinamico, oggi disponibile con la nuova finitura 3K Carbon. Il Metron 5D – dichiarano i tecnici Vision – si adatta alla posizione naturale delle braccia per l’ottenimento di un maggiore comfort ed una migliore respirazione, mentre la forma ad ala della parte superiore del manubrio ne agevola l’aerodinamica. Il peso è di appena 363 grammi nella misura 110×420mm.

Aggiornate da Vision anche le ruote lenticolari monoscocca in fibra di carbonio Metron TFW. Con la loro costruzione in composito 3K, queste ruote garantiscono rigidità, aerodinamica e leggerezza (appena 930 grammi).

FSA

Vision

Cannondale da urlo: viste le grafiche per la Boucle?

30.06.2022
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Manca davvero poco al via ufficiale dalla Danimarca del Tour de France edizione numero 109. Una gara, quella in rampa di lancio, che quest’anno celebra anche il ritorno della Grande Boucle femminile, in programma dal 24 al 31 luglio. E proprio per celebrare al meglio l’edizione 2022 del Tour de France Femmes avec Zwift – questo il nome ufficiale della manifestazione – e al tempo stesso alzare al massimo i riflettori sull’attività ciclistica femminile e sulle donne più in generale, i Team EF Education EasyPost e quello “rosa” EF Education Tibco SVB utilizzeranno un’edizione graficamente super esclusiva delle proprie Cannondale SuperSix Evo, SystemSix e SuperSlice.

Questa è la versione speciale della Cannondale SuperSix Evo per gli atleti di EF Education Easy Post e EF Education Tibco SVB
La Cannondale SuperSix Evo per gli atleti di EF Education al Tpuor

Tutti i telai realizzati dal brand americano saranno caratterizzati da vivaci grafiche e cromie nate dalla stretta collaborazione che Rapha intrattiene con Palace Skateboard. Si tratta del brand che alla EF Education EasyPost e alla EF Education Tibco SVB fornisce i kit d’abbigliamento gara e allenamento. Una collaborazione già di successo in occasione del Giro d’Italia 2020: vi ricordate?

Un messaggio importante

«Oltre che dalle nostre biciclette – dichiarano con orgoglio dall’ufficio marketing di Cannondale – il mondo degli appassionati di ciclismo non sarà in grado di distogliere lo sguardo dal nostro nuovo design dell’abbigliamento e da altri elementi identificativi dei team. Un’operazione pensata e realizzata per celebrare con orgoglio (e ad alta voce) il Tour de France femminile. Le donne hanno bisogno di visibilità, hanno bisogno di esaltare le proprie sfide e i loro trionfi a livello internazionale nel mondo del ciclismo.

«Anche se non saranno giorni facili – proseguono – tutte le atlete aspettano con impazienza la data di partenza del Tour de France Femmes avec Zwift. Il design audace di ciascuna bicicletta Cannondale per i due Tour è fortemente intenzionale, rappresentando il pensiero audace e le conquiste delle donne nello sport del ciclismo. Finché han potuto, le donne hanno cercato la velocità, il sudore e la posta in gioco da cogliere nel contesto del mondo del ciclismo professionistico. Ma raramente, se non mai, sono state accolte con la stessa ampia visibilità, con le sponsorizzazioni e con i premi in essere tra gli uomini. E quest’anno vogliamo far passare un messaggio molto chiaro in tal senso…».

Una importante nota commerciale: il telaio SuperSix Evo Rapha e Palace Skateboards in edizione speciale Tour de France 2022 sarà in vendita a breve, e ad un prezzo che verrà definito nelle prossime settimane.

Cannondale

Bettiol si allena e dalla Toscana guarda ai prossimi impegni

04.06.2022
5 min
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Oggi l’allenamento si è prolungato oltre il tempo previsto, segno che le distanze aumentano mentre diminuiscono i giorni che lo separano dalle gare. Bettiol in questi giorni sta pedalando tanto sulle strade della sua Toscana, mettendo chilometri e metri di dislivello nelle gambe.

Il 12 giugno inizia il Giro di Svizzera e Alberto sarà al via con i suoi compagni della EF Education Easy Post. Il corridore toscano non corre dal 24 aprile, giorno della Liegi-Bastogne-Liegi. La sua “campagna del Nord” non è andata come sperava, complice il Covid che ha fatto sentire i suoi strascichi per un lungo periodo.

L’ultima corsa disputata da Alberto è stata la Liegi-Bastogne-Liegi il 24 aprile
L’ultima corsa disputata da Alberto è stata la Liegi-Bastogne-Liegi il 24 aprile

Un bel maggio

Dopo la tempesta esce sempre il sole. In questo caso, volendo sposare l’animo scaramantico di Alberto, potremmo dire che il sole non è ancora uscito, ma le nuvole si stanno diradando. 

«Complici le complicazioni – ci dice Alberto con il suo inconfondibile accento toscano – ho corso anche Liegi e Freccia Vallone. Sono stato in supporto alla squadra dando sempre il meglio. L’idea era, dopo la Liegi, di fermarmi una settimana, recuperare e riprendere gli allenamenti in vista della seconda parte di stagione.

«Le aspettative dopo il Giro delle Fiandre erano pari a zero ma, dopo qualche ritiro (al Fiandre, appunto, e poi alla Freccia del Brabante, ndr) ho trovato la motivazione e la carica per riuscire a concludere le gare successive. Certe corse è importante anche riuscire a finirle per avere qualcosa in più nel serbatoio nella seconda parte di stagione».

Il feeling giusto per la seconda parte di stagione Bettiol l’ha trovato riuscendo a finire le gare nonostante una condizione non eccellente
Il feeling giusto Bettiol l’ha trovata finendo le gare nonostante una condizione non eccellente

Un passo alla volta

A maggio Bettiol è stato in ritiro con la squadra, insieme ai suoi compagni ha lavorato molto ed ora le sensazioni sono migliori rispetto a qualche mese fa. Le prossime gare sono importanti e il Giro di Svizzera sarà un bel banco di prova per vedere i progressi fatti.

«Ora si riparte con il Giro di Svizzera – spiega Bettiol – e poi ci saranno i campionati italiani, l’obiettivo principale di queste gare è riprendere il colpo di pedale e fare qualche fuori soglia per riprendere il ritmo gara. Quello ad Andorra con la squadra è stato un bel ritiro, siamo stati 12 giorni, il meteo era favorevole e ci siamo allenati bene, siamo tutti motivati per fare un bel Tour de France.

«Dal Giro di Svizzera non so cosa aspettarmi, le gare che anticipano il Tour sono tutte dure, vedi anche il Delfinato. Sicuramente il livello degli avversari sarà alto, le formazioni principali saranno già tutte settate per il Tour».

Bettiol, insieme alla squadra ha fatto un ritiro di 12 giorni ad Andorra nel mese di maggio (foto Strava)
Bettiol, insieme alla squadra ha fatto un ritiro di 12 giorni ad Andorra nel mese di maggio (foto Strava)

Verso la Francia

Bettiol è stato al Tour nel 2020, mentre lo scorso anno ha corso il Giro, vincendo la tappa di Stradella, la più lunga di quell’edizione. 

«Al Tour dipenderà tutto da me – dice – se starò bene, avrò il sostegno della squadra, altrimenti mi metterò a disposizione. Come corsa altimetricamente non è difficile, lo è di più il Giro, tuttavia il livello è altissimo. Nelle tappe in cui non sarò di supporto al capitano, potrò tentare di giocarmi le mie carte, entrando in qualche fuga. Sicuramente la terza settimana sarà fondamentale perché i livelli tra noi atleti si pareggeranno, dipenderà tutto da come si saranno superate le due settimane precedenti».

Ora Alberto si sta allenando sulle strade della sua Toscana (foto Strava)
Ora Alberto si sta allenando sulle strade della sua Toscana (foto Strava)

Il caro vecchio pavé

Il Tour affronterà anche dei tratti in pavè: nella quinta tappa le pietre saranno protagoniste, un crocevia importante per gli uomini di classifica ma una bella occasione per chi vuole mettersi in mostra.

«Sono sincero – dice – mi aspetto una tappa nervosa. I tratti di pavé saranno pianeggianti, non in salita come i classici muri, quindi la vedo più lontana dalle mie caratteristiche. In quell’occasione sarò chiamato più ad un lavoro di supporto del capitano, anche se tutto è relativo. Prevedo che ci sarà una grande bagarre, dove tutti lotteranno per sé, ognuno deve cercare di andare avanti il più possibile».

Rispetto al periodo di marzo sentiamo un Alberto più sereno, forse anche rilassato. Il corridore toscano non si sbilancia, ma ha detto più volte che le sensazioni sono buone.

«Triste non lo sono mai stato, si è tristi per altre cose. Sicuramente ero un po’ abbattuto, mentalmente ora sto bene. Il programma di lavoro fatto con la squadra è stato buono, mi sento soddisfatto. Insieme al preparatore in ritiro abbiamo messo giù un bel piano di allenamento con tanta distanza, lavori specifici in salita e anche con la bici da crono. I chilometri nelle prove contro il tempo tra Giro di Svizzera e Tour saranno tanti (25 in Svizzera e 53 alla Grande Boucle, ndr)».

Cannondale per l’ambiente, con borracce 100% compostabili

07.05.2022
2 min
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Cannondale ha recentemente introdotto e presentato delle nuove borracce 100% compostabili che il team WorldTour EF Education EasyPost già impiega in gara a partire dal corrente Giro d’Italia, mentre la squadra femminile EF Education TIBCO-SVB inizierà ad utilizzarle poco dopo l’Itzulia, la breve corsa a tappe spagnola in programma dal 13 al 15 maggio.

Cercare di ridurre al minimo l’impatto ambientale è considerata un’assoluta priorità in Cannondale. E farlo davvero, e bene, implica comprendere quali sono i nostri effetti sull’ambiente, e dove si verificano. Ogni anno, nel corso della stagione ciclistica vengono utilizzate dal gruppo circa 630.000 borracce: e tra queste, ben 70.000 vengono impiegate nei soli Grandi Giri. Pensate, solamente il “gruppo EF Education”, sia la squadra maschile quanto quella femminile, ne consumano 34.000! Molte di queste borracce vengono poi utilizzate solo una volta e poi gettate. E oggi Cannondale, per ottenere una soluzione più sostenibile, vuole invertire questo status, utilizzando per la realizzazione delle proprie borracce materiali completamente compostabili.

Le nuove borracce 100% compostabili hanno un tempo di smaltimento di 3-4 mesi
Le nuove borracce 100% compostabili hanno un tempo di smaltimento di 3-4 mesi

Una borraccia per il WorldTour?

Le nuove borracce Cannondale sono prodotte mediante l’impiego di materiali di origine vegetale, con la valvola, il tappo e il “corpo” della bottiglia interamente in materiale compostabile, dunque privo di plastificanti, di metalli pesanti e BPA. La borraccia, in quanto rifiuto verde, si decompone in appena 3 mesi: e questo avviene in un sistema di compostaggio industriale una volta esposta a microrganismi, al calore e all’umidità (questo processo è certificato dagli standard europei di compostaggio EN13242). Qualora invece si dovessero smaltire ad esempio a casa, ci vorranno circa 10-12 mesi a causa della variabilità dei sistemi di compostaggio domestici. 

Le nuove borracce 100% compostabili hanno debuttato al Giro d’Italia
Le nuove borracce 100% compostabili hanno debuttato al Giro d’Italia

Merita infine di essere segnalato che questa nuova borraccia Cannondale non sarà venduta al pubblico, e che nel suo continuo sforzo per contribuire a creare un futuro sempre più sostenibile per le corse professionistiche, Cannondale aprirà questa innovazione e la licenza all’intero WorldTour e delle altre corse a partire dalla stagione 2023.

Cannondale

Bettiol e il Covid che gli ha sbarrato la strada

18.03.2022
4 min
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Le uniche due corse fatte da Alberto Bettiol quest’anno prima della Milano-Torino erano state La Marseillaise e L’Etoile de Besseges, chiusa con diversi buoni piazzamenti e il secondo posto nella classifica generale. Poi il Covid ha causato un lungo stop e, di conseguenza, rallentato la preparazione. Alberto è ritornato in corsa dopo 40 giorni mercoledì scorso, nella gara vinta magistralmente allo sprint da Mark Cavendish.

Un post su Instagram ha colto la nostra attenzione, una foto che lo ritraeva in compagnia di un alpaca con la didascalia “Un weekend in montagna con gli amici prima di ricominciare a correre”. E chi se non Vincenzo Nibali poteva essere con lui? I due ultimamente stanno condividendo molti momenti insieme (sono fianco a fianco anche nelle fasi iniziali della Milano-Torino, foto di apertura).

Si sente che la voce di Alberto è condita da un velo di tristezza, colpito nel morale e non solo nel fisico, da questo inizio di stagione sfortunato.

Bettiol ha aperto la sua stagione con un decimo posto al Grand Prix La Marseillaise
Bettiol ha aperto la sua stagione con un decimo posto al Grand Prix La Marseillaise
Sei spesso in compagnia di Vincenzo…

Ci siamo trovati a condividere le stesse sfortune perché anche lui dopo il Covid ha avuto delle complicanze. Alla fine siamo risaliti in sella nello stesso periodo e lo abbiamo sfruttato per aiutarci a vicenda, ci sentivamo spesso confrontandoci sulle sensazioni e dandoci coraggio.

Eri partito molto bene a inizio stagione, poi questo stop ha ridimensionato un po’ tutto.

Sì, non ci voleva… Dopo Besseges sono andato sul Teide per allenarmi in altura, lì ho iniziato ad accusare dei sintomi, ho fatto subito un tampone rapido e sono risultato positivo. Mi sono negativizzato dopo 10 giorni, poi sono rientrato a Lugano, ci ho messo un’altra settimana prima di riprendere ad allenarmi.

L’inizio di stagione era proseguito bene con un secondo posto nella classifica generale di Besseges
L’inizio di stagione era proseguito bene con un secondo posto nella classifica generale di Besseges
Un vero peccato anche perché fra tutti i nomi che si stanno facendo per la Sanremo il tuo ci sarebbe stato proprio bene.

Dopo la Milano-Torino, insieme alla squadra, si è deciso di farla ugualmente. L’idea è di fare la gara al posto di allenarmi sulla distanza. La Milano-Sanremo è una corsa semplice fino ai Capi, io non avrò la condizione che avrei voluto quindi non starò con i migliori, ma sarà utile farla anche così.

Ti abbiamo visto alla Milano-Torino lanciare il tuo compagno Healy ad una quindicina di chilometri dal traguardo.

E’ stata una situazione un po’ casuale, eravamo davanti e si è creato un buco così abbiamo provato ad anticipare tutti, anche perché non avevamo un velocista quindi dovevamo inventarci qualcosa. Ben (Healy, ndr) stava bene, era andato forte nelle gare del Nord entrando nelle fughe, me ne aveva parlato e così ci abbiamo provato.

Nibali e Bettiol hanno condiviso le prime faticose pedalate post Covid (foto Instagram)
Nibali e Bettiol hanno condiviso le prime faticose pedalate post Covid (foto Instagram)
Che sensazioni hai avuto?

Tutto sommato buone. Sapete, quando si corre ci si dimentica di tutti gli acciacchi e si spinge…

Anche per questo cercherai di recuperare la condizione con il ritmo gara?

Sì. Dopo la Milano-Sanremo sarò al via anche della Coppi e Bartali, sperando mi possa essere utile per prendere una buona condizione in vista delle classiche del Nord.

Anche nella scorsa stagione Alberto ha dovuto ritardare la preparazione non riuscendo ad essere al meglio nelle classiche del Nord
Anche nella scorsa stagione Alberto ha dovuto ritardare la preparazione non riuscendo ad essere al meglio nelle classiche del Nord
Com’è cambiato il tuo programma in ottica di quegli impegni?

Abbiamo slittato tutto in avanti di tre settimane, ovvero il periodo perso a causa del Covid. Per questo chiuderò il mio impegno al nord con le Ardenne. Non erano in programma vista la profondità della squadra, ma tra assenze ed infortuni bisogna risistemare un po’ di cose.

Anche l’anno scorso ti eri presentato alle prime gare con tante ore di allenamento in meno.

L’anno scorso per un motivo molto più serio. Però è effettivamente un annetto che le cose non girano molto per il verso giusto. Speriamo che il vento cambi presto direzione e di riprendermi un po’ di fortuna, con gli interessi.

Bissegger 2022

Questo è Bissegger: un avversario in più per Ganna

15.03.2022
5 min
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Ormai non si può più considerare una sorpresa: quando c’è una cronometro, il nome di Stefan Bissegger ricorre sempre fra i favoriti. Lo svizzero dell’EF Education EasyPost a 23 anni si sta ritagliando uno spazio sempre più importante non solo in seno alla squadra. La sua vittoria nella cronometro dell’Uae Tour ha stupito molti, soprattutto considerando che a una manciata di secondi c’era Ganna che a quella vittoria ci puntava.

Bissegger è un personaggio da conoscere, anche perché la sensazione è che sia solo all’inizio di una carriera che non vuole però sia identificata solo come uno specialista delle cronometro. Lo svizzero è impegnato a far vedere che è un corridore a tutto tondo, capace di ogni risultato, soprattutto con una sua identità, non legata ai suoi avversari. Chiusa in anticipo la Parigi-Nizza a causa di problemi fisici, il corridore elvetico si è prestato di buon mattino a una sequela di domande, mostrando anche un certo carattere.

Bissegger Uae 2022
Bissegger ha stupito tutti all’Uae Tour, battendo Ganna sui 9 km a cronometro di 7″
Bissegger Uae 2022
Bissegger ha stupito tutti all’Uae Tour, battendo Ganna sui 9 km a cronometro di 7″
Come è nata questa tua passione?

Ho iniziato a 10 anni. Nella mia famiglia il ciclismo è sempre stato una passione collettiva. Trovavo le nostre uscite molto divertenti, ma volevo qualcosa di più, così mio padre mi iscrisse a una gara dove era presente Marcello Albasini, padre dell’ex pro’ Michael e che ora è il mio coach. Direi che da lì è iniziato tutto.

Sei già considerato tra i migliori specialisti della cronometro, ma pensi di essere vicino ai tuoi limiti?

Credo di stare migliorando ma di essere ancora in cammino. Sicuramente ho un ottimo ambiente nel quale lavorare, dove si guarda a tutto, si cura la posizione, abbiamo un grande appoggio dagli sponsor, nel team ci sono molti amici, c’è insomma tutto quel che serve per migliorare. 

Bissegger pista 2019
Su pista Bissegger, nato nel ’98, vanta un oro mondiale junior e un bronzo U23, nell’inseguimento individuale
Bissegger pista 2019
Su pista Bissegger, nato nel ’98, vanta un oro mondiale junior e un bronzo U23, nell’inseguimento individuale
Tu come Ganna unisci la strada alla pista. Guardando agli altri specialisti, che cosa vi dà di più l’attività nei velodromi?

In fin dei conti la cronometro non è poi così diversa dalle prove su pista, l’inseguimento individuale ancor più che quello a squadre. Non potrei però dire che sia un vantaggio per noi, in fin dei conti vediamo Van Aert che viene dal ciclocross e quella specialità gli dà sicuramente altre caratteristiche molto utili per le cronometro. Per quel che mi riguarda posso dire che l’abitudine a competere su pista ti dà qualcosa a livello di posizione in bici, di come tradurre su di essa il massimo della potenza, anche di come affrontare eventuali pericoli. Io penso che sia molto utile.

Tra Ganna, Evenepoel e Van Aert, chi pensi che ti assomigli di più come tipo di corridore?

Difficile dirlo, direi nessuno. Ganna è molto diverso da me, lui così alto e pesante, un tipo molto lontano dal mio stereotipo. Anche Van Aert è molto diverso, molto alto, una vera macchina in bici. Forse Remco mi si avvicina di più come corporatura, ma abbiamo caratteristiche differenti, lui è più adatto ai percorsi con salite. E’ davvero difficile fare una comparazione, siamo molto lontani sia nel fisico che nelle caratteristiche tecniche conseguenti.

Bissegger Mondiali 2021
Con Kung e Schmid quarto posto ai Mondiali 2021 nella crono a squadre
Bissegger Mondiali 2021
Con Kung e Schmid quarto posto ai Mondiali 2021 nella crono a squadre
Il tuo Paese viene da qualche anno di crisi ciclistica, subito dopo la fine della carriera di Fabian Cancellara, ma con te e Kung c’è stato il segno del cambiamento. Pensi che la vostra rivalità sportiva potrà essere uno stimolo per le generazioni elvetiche future?

In Svizzera il ciclismo non è certo lo sport numero 1 e questo influisce. Abbiamo sì avuto un momento di difficoltà, ma ne stiamo uscendo. Ci siamo io e Kung, ma non solo, nelle passate stagioni si sono messi in evidenza Hirschi e Mader, ad esempio: Marc ha fatto vedere grandi cose nelle classiche e Gino è emerso in maniera forte. Io dico che la Svizzera sta facendo bene anche nel ciclismo, soprattutto dopo il periodo del Covid perché molta gente ha iniziato a voler uscire, a utilizzare la bici e questo porterà benefici anche al nostro sport a lungo andare perché c’è più interesse anche per le nostre gare e credo che ciò favorirà lo spirito di emulazione.

Non hai paura di essere visto solo come un cronoman?

Non ho proprio paura di ciò, chiaramente soprattutto nell’ultimo anno mi sono mostrato di più per quel che so fare a cronometro, ma credo di valere di più, credo di avere un buon spunto veloce utile soprattutto in gare dove portar via un gruppo di fuggitivi. Voglio far vedere che tipo di corridore sono, soprattutto nelle Classiche, ho molta fiducia nelle mie possibilità e quelle gare mi si adattano bene.

Bissegger Roubaix 2021
L’elvetico dell’EF Education EasyPost punta alle Classiche del Nord: qui la Roubaix 2021 chiusa al 62° posto
Bissegger Roubaix 2021
L’elvetico dell’EF Education EasyPost punta alle Classiche del Nord: qui la Roubaix 2021 chiusa al 62° posto
In Italia la tua vittoria contro Ganna non è passata inosservata. Come lo vedi?

So che devo essere sempre al meglio per competere con lui. Se c’è una cosa che ammiro molto in Filippo è la sua attenzione per ogni piccolo particolare. E’ come se ogni secondo guadagnato sia il frutto di qualcosa, di attenzione nella posizione, velocità, anche la più piccola cosa. Ecco, in questo è un modello di come si debba lavorare per arrivare davvero al proprio top: se riesci a impegnarti al meglio, la tua performance verrà di conseguenza. E’ un avversario, lo rispetto molto ma cerco di guardare soprattutto a me stesso e a quel che io posso fare.

Quali sono i tuoi obiettivi per quest’anno?

Ho già fissato nel calendario la data del 1° luglio, per il primo giorno del Tour de France, per la conquista della maglia gialla. Prima ci saranno le classiche, ad esempio il Giro delle Fiandre dove voglio almeno un piazzamento nella Top 10, poi il Giro della Svizzera che per me e per il team ha un valore molto importante. Questi sono i miei target.