Tra calendario e nomi, Sangalli compone il suo mosaico

16.12.2022
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I suoi tre taccuini azzurri sono già pieni di appunti e nomi. Elite, under 23 e juniores, le liste sono lunghe. Per il cittì delle donne Paolo Sangalli questo è il tempo di annotare tutto quello che gli passa per la testa, in relazione alle sue nazionali per il prossimo anno.

Europei, mondiali, classiche e gare a tappe, passando per i ritiri di inizio e metà stagione. Questo è il solito canovaccio seguito da Sangalli, con la netta impressione che ogni annata, sempre buona, sia (o possa essere) migliore della precedente. Visto il trend di risultati e crescita, è come se fosse pronto il ricambio generazionale del ricambio generazionale stesso. Come ci aveva detto il tecnico milanese un anno fa, è un bene avere problemi di abbondanza.

La nazionale elite alla partenza dell’europeo 2022
La nazionale elite alla partenza dell’europeo 2022
Paolo hai già impostato i programmi per il 2023?

Sì, certo. Ho già avuto il benestare dai club delle mie atlete. Sto aspettando anche l’approvazione da parte della Federazione anche se non dovrebbero esserci controindicazioni. Il primo appuntamento sarà a Calpe dal 22 gennaio al 4 febbraio. L’ottanta per cento del gruppo sarà composto da atlete U23. Non ci saranno le ragazze che saranno impegnate con l’europeo in pista. C’è piena collaborazione col cittì Villa. Lascerò invece abbastanza tranquille le elite delle formazioni WorldTour che saranno impegnate con i loro raduni. E’ ovvio però che se Longo Borghini, Balsamo, Sanguineti, Guazzini, Cavalli, Guarischi o Cecchini o altre ancora volessero allungare i ritiri con noi, le accoglierei volentieri. Lo sanno benissimo anche loro.

Partendo dalle U23, chi ci sarà in Spagna?

Quest’anno vorrei creare un bel gruppo in vista del Tour de l’Avenir. Molte di quelle che correranno in Francia faranno anche l’europeo. Gasparrini è stata una certezza nel 2022 ed è normale che sarà lei il nostro faro. Insieme a lei ho chiamato Barale, Basilico, Vitillo, Cipressi, Tonetti, Masetti, Piergiovanni, Collinelli, Realini, mentre per le crono ci saranno Vigilia e Arianna Fidanza. Doveva esserci anche Pirrone, ma sarà a correre in Australia in quel periodo. Alcune di queste ragazze le ho chiamate perché voglio vederle meglio da vicino. Naturalmente ho dispensato da questo ritiro le neo U23 che saranno impegnate con la scuola, ma che chiaramente seguirò con attenzione.

Il loro calendario si è molto infittito. Sarà complicato organizzare tutto?

Non è semplice, ma meglio così. E’ tutto lavoro per il 2025 quando le U23 avranno il loro mondiale dedicato. Sono contento che sia nato il Tour de l’Avenir, che avrà la stessa valenza di quello maschile. Buona parte della stagione sarà concentrato in un mese e mezzo. Il mondiale durerà fino a quasi metà agosto, poi faremo l’Avenir che finisce ai primi di settembre. Andremo in altura a Livigno prima di andare in Olanda. Lì dal 15 al 17 settembre correremo il Watersley Womens Challenge, gara a tappe già esistente per junior e da quest’anno anche per U23. Tre giorni dopo andremo a nord a Drenthe per gli europei.

Per le junior come sarà la stagione?

C’è un gran bel programma anche per loro. L’intenzione è di correre la Gand-Wevelgem a marzo e le tre frazioni della Omloop Van Borsele in Olanda in aprile. Proseguiremo con il Tour dell’Occitania ad inizio maggio e con una novità. Il 21 maggio ci sarà il primo Giro delle Fiandre per junior donne. Ad agosto torneremo in Olanda seguendo il programma che dicevo prima per le U23.

In questa categoria immaginiamo che la punta azzurra sarà Venturelli. Chi saranno le altre?

Sì, Federica è per forza di cose il nostro riferimento. Sta gestendo molto bene gli sforzi tra ciclocross, pista e strada. Io sono un grande fautore della multidisciplinarietà, specie pista-strada, purché non sia esasperata. Il resto della lista delle junior è piuttosto numerosa. Da molte atlete voglio dimostrazioni di crescita sul campo. Toniolli, per fare il primo nome che mi viene in mente, ha grandi numeri a crono e vorrei che li confermasse anche quest’anno. Ma questo è solo un esempio che vale per tutte le altre che prendo in considerazione. Non mancherò di ricordarglielo.

Arriviamo alle elite. Bastianelli ha detto che dopo il Giro Donne si ritirerà. Ti verrà a mancare una pedina importante sotto tanti punti di vista. Cosa ne pensi?

Ovvio che quando smette una campionessa com’è Marta, è sempre una perdita pesante. Tuttavia lei è sempre stata molto obiettiva e professionale, quindi per me fino al Giro Donne andrà molto forte. E magari che non le venga voglia di finire la stagione o arrivare fino al mondiale. Attenzione però, finché è in attività è assolutamente convocabile. Come tutte le altre, del resto. La base è confermare tutto il gruppo del 2022 più qualche inserimento che valuterò guardando le varie corse all’estero. Ad esempio vorrei qualche risposta convincente o qualche risultato in più da Paladin. Ma non sarà l’unica.

Il percorso iridato di Glasgow, con l’inserimento del tratto in linea, pare ancor più da velocisti rispetto all’europeo del 2018. Che idea si è fatto il cittì Sangalli?

Le ultime notizie dicono che ci sarà una salita di 6 chilometri prima di arrivare in città. Vedremo se l’UCI lo confermerà. A quel punto si potrà fare un ulteriore pensiero tattico. Di sicuro sappiamo che faremo meno giri del circuito di Glasgow, che è molto nervoso. Si presta sia ad un arrivo in volata sia a un colpo da finisseur. Ormai tutte le nazionali sanno organizzarsi in corsa per far fuori o mettere in difficoltà le rivali. Vedremo come impostare la gara in base a come andrà la stagione delle ragazze. Ci sono sempre tante cose che faranno da ago della bilancia. Una di queste sono le gare in pista che potrebbero consegnarci delle atlete con un grande colpo di pedale, come ad esempio per quelle del quartetto che faranno crono e mixed relay.

Porte aperte. Il cittì Sangalli tiene in considerazione tante atlete tra elite, U23 e junior
Porte aperte. Il cittì Sangalli tiene in considerazione tante atlete tra elite, U23 e junior
E dell’europeo cosa ci dici?

Potenzialmente il percorso e l’arrivo sul Vamberg sono adatti a qualsiasi italiana. Cavalli, Longo Borghini, Balsamo, Bertizzolo, Persico e altre con le loro caratteristiche. Questo significa che abbiamo lavorato molto bene negli ultimi anni. Avete presente cosa diceva Echavarri, lo storico team manager di Indurain e Valverde? «Lavorare senza fretta, ma senza pausa». Ho fatto mio il suo motto.

Mondiali di Leuve, azzurre\

Azzurre grandiose. Nelle loro parole, il racconto della vittoria

25.09.2021
6 min
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«Non so cosa dire, mi mancano le parole. Lo sapevo che sarebbe potuta finire così, però in una gara di 160 chilometri non si sa mai cosa può succedere. Quando ho sentito a 5 chilometri dall’arrivo che aveva vinto, mi è venuto freddo. Avevo i brividi. Sono contentissima per “Eli”, perché se lo merita. Io dovevo stare attenta nelle prime fasi di gara. Ho dato tutto finché ne avevo e poi sapevo che avrebbero fatto il loro».

Vittoria Guazzini di solito ride e da buona toscana dissacra ogni cosa che le passi a tiro, ma stavolta piange e ha davvero i brividi. E’ più emozionata di quando due settimane fa ha vinto la cronometro agli europei di Trento. E questo la dice lunga sul clima e la partecipazione che si è creata questi giorni nella squadra.

Mondiale donne 2021
Marta Cavalli ha chiuso alcuni buchi nel tratto di collegamento
Mondiale donne 2021
Marta Cavalli ha chiuso alcuni buchi nel tratto di collegamento

Nella baraonda del dopo arrivo, prima di andare a saltare e abbracciarsi con Elisa ai piedi del podio, le azzurre trovano il tempo di raccontare la loro corsa. E lentamente, una parola dopo l’altra, si va componendo una sorta di antologia fiamminga. L’antologia dell’Italia che ha vinto il mondiale di Leuven, facendo sembrare piccole anche le grandi olandesi.

Cavalli al gancio

«Non ho chiuso tantissimi buchi – racconta Marta Cavalli, stremata e felice – ma quelli che ho chiuso mi hanno lasciato al gancio. Due mi sono toccati nel tratto di raccordo fra il circuito dei muri e quello cittadino. Un paio di attacchi di Ellen Van Dijk e Chantal Vanden Broeck, ho pensato di staccarmi dalla loro scia. Sono atlete che sul passo hanno molto di più rispetto a me, però sapevo che dovevo sputare sangue, perché se gli lasci solo pochi secondi, non le riprendi più. Per poter finalizzare il lavoro era giusto così.

Mondiale donne Mondiale
Elena Cecchini si è sacrificata nei chilometri iniziali
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Elena Cecchini si è sacrificata nei chilometri iniziali

«Sono contenta – aggiunge ancora l’atleta della Fdj Nouvelle Aquitaine – perché in una squadra non è importante solamente concludere la corsa con un bel risultato, ma anche avere la fiducia delle proprie compagne e del proprio direttore, che in questo caso è Dino. Quindi sono veramente contenta, perché Elisa se lo merita. Noi abbiamo corso come squadra e il tratto fra gli ultimi 800 e i 500 metri erano miei, quindi ho fatto la mia parte. E’ una grande soddisfazione fare un lavoro se poi la tua compagna finalizza nel migliore dei modi».

Mondiale donne 2021
Maria Giulia Confalonieri ha rintuzzato almeno tre attacchi nell’ultimo giro
Mondiale donne 2021
Maria Giulia Confalonieri ha rintuzzato almeno tre attacchi nell’ultimo giro

Confalonieri, orgoglio puro

«Ho tanto sognato questa maglia azzurra – dice Maria Giulia Confalonieri – e metabolizzato l’esclusione dalle Olimpiadi. Erano un po’ di anni che non rappresentavo il mio Paese ai mondiali ed è stato un onore. Era il nostro percorso e sapevo quanto ci tenesse Elisa dopo le Olimpiadi. Diciamo che era un percorso molto adatto a noi, anche se ovviamente c’erano tante incognite. Sapevamo che le olandesi ci avrebbero attaccato, che però la volata forse sarebbe stata dalla nostra. Abbiamo fatto un lavoro perfetto e un treno ancora migliore, dalla prima all’ultima. Credo che la maglia oggi sia un pezzettino di tutti».

Mondiale donne 2021
Vittoria Guazzini non trova le parole: commossa dopo l’arrivo, è in lacrime per l’amica Elisa
Mondiale donne 2021
Vittoria Guazzini non trova le parole: commossa dopo l’arrivo, è in lacrime per l’amica Elisa

Rivelazione Cecchini

«A un certo punto mi sono avvicinata ad Anna Van der Breggen – dice Elena Cecchini, che dell’olandese è compagna alla SD Worx – e le ho chiesto per chi avrebbero corso. Quando mi ha risposto che avrebbero fatto la volata con la Vos, ho sentito che avremmo vinto noi. Io ho lavorato con la Guazzini nella fase iniziale, perché era importante essere presenti in tutte le fasi. Sapevamo che era un mondiale per noi, sembrava Glasgow dove la Bastianelli vinse gli europei. E sulle olandesi… Non le ho viste molto brillanti, ma neanche le ho viste sacrificarsi in volata per la Vos. Abbiamo vinto noi perché abbiamo corso da squadra. Ed era un bel po’ che arrivavano solo i piazzamenti, finalmente stasera si brinda ad una vittoria».

Mondiale donne 2021
Elisa Longo Borghini ha lanciato la volata di Elisa Balsamo e si è divertita
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Elisa Longo Borghini ha lanciato la volata di Elisa Balsamo e si è divertita

Bastianelli, esperienza regina

«E’ stato un po’ difficile gestire la situazione senza radio – racconta con parole chiare Marta Bastianelli, che aveva carta bianca e ha provato a infilarsi nelle fughe – per questo ho cercato di capire cosa succedesse. Quando abbiamo visto che si poteva arrivare in volata, abbiamo cercato di tenere chiusa la corsa. Eravamo ovunque, c’eravamo sempre, sia per un arrivo a gruppo ristretto, sia per come poi è stato. Abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare, quindi non possiamo che goderci questa vittoria.

«Avevamo detto di fare il finale con Elisa, io potevo giocarmela diversamente. Quindi ho cercato di stare su tutte le fughe possibili. E’ andata bene e sono felice. Ho provato anche negli ultimi 2 chilometri con la Van Vleuten, ma credo che meglio di così non potesse finire».

Mondiale donne 2021
Marta Bastianelli ha giocato le sue carte, poi ha lavorato per la squadra
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Marta Bastianelli ha giocato le sue carte, poi ha lavorato per la squadra

La “Longo” e la volata

«Mi sono divertita da morire – dice Elisa Longo Borghini, che per un giorno è diventata ultima in volata – mi sentivo bene, ho fatto quello che dovevo fare e a me piace da morire fare il mio lavoro. Elisa ha dovuto fare solo la volata – ride – e l’ha fatta bene. Ha vinto. E’ stata una bellissima vittoria di squadra, molto bello anche l’ultimo chilometro. Non è servito parlarsi. Maria Giulia mi ha detto che non aveva le forze per fare l’ultima e ho risposto che potevo provarci io. Poche volte mi era capitato di fare certe cose, ma stavo bene e ho provato. Elisa poi ha fatto tutto quello che serviva. Ha vinto lei la corsa, non io, ed è molto bello».

Mondiale donne 2021
L’abbraccio tra Dino Salvoldi e Maria Giulia Confalonieri: non servono tante parole
Mondiale donne 2021
L’abbraccio tra Dino Salvoldi e Maria Giulia Confalonieri: non servono tante parole

La commozione di Salvoldi

Salvoldi ha seguito il podio oltre le transenne, abbracciando le ragazze mano a mano che passavano, deglutendo la grande commozione e cercando le parole. Il suo orgoglio è pienamente giustificato.

«Non ci sono mai stati momenti imprevisti, da quando la corsa è entrata nel vivo abbiamo mantentuto il controllo di ogni situazione e soprattutto grande attenzione e grande serenità, che soprattutto le atlete più esperte hanno saputo trasmettere a Elisa. Quando si assiste a una gara così, credo che sarebbe giusto rivedere anche il podio e le premiazioni. Giusto dare la maglia iridata a chi arriva per primo, ma sarebbe giusto anche riconoscere il merito anche a tutte le altre ragazze.

«Questa convinzione è maturata già da tempo, una volta visto il percorso. L’alchimia perfetta si è iniziata a respirare negli ultimi tre giorni, quando abbiamo fatto la riunione tecnica. E’ nostra abitudine anticipare molto, in modo che ciascuna possa concentrarsi sul suo compito. E questa volta c’era la netta convinzione di potercela fare, più di altre volte.

«Le olandesi sono fortissime e oggi hanno corso da squadra e non da individualità, che mettevano le altre nelle condizioni di soffrire e non giocarsi le loro possibilità. Ci hanno provato, avevano anche loro la velocista, ma mi pare che non ci sia stata storia. Negli anni, la Vos ha trovato Bastianelli, Giorgia e adesso questa qua, la nostra Elisa, che ha 23 anni».

Italia perfetta e una super Balsamo infilza l’eterna Vos

25.09.2021
5 min
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Il bello di Elisa è che dopo l’esplosione della gioia, delle lacrime e delle urla, torna come per incanto nei suoi panni posati e gentili, con quel fuoco che continua però a bruciarle in fondo agli occhi. Chi l’ha vista dopo l’arrivo del mondiale di Leuven, vinto davanti a Marianne Vos, ha potuto vederla fuori di testa e in trance agonistica. In lacrime ha abbracciato le compagne e intanto cercava faticosamente di mettere ordine nei pensieri. Poi è salita sul podio. E dietro la mascherina, cantato l’Inno di Mameli, la piemontese ha iniziato a mettere in fila i pensieri. Sono campionessa del mondo, è andato tutto come nei piani di Salvoldi. Come quella volta nel 2016 a Doha. Ma quelle erano junior. Queste erano le più grandi del mondo. Cos’altro vuoi dire senza essere banale?

La corsa è partita da Anversa e ha preso la direzione delle Fiandre
La corsa è partita da Anversa e ha preso la direzione delle Fiandre

Rettilineo traditore

«Mi sono resa conto di quello che ho combinato dopo aver passato la linea – dice – perché sotto vedevo che lei stava rimontando. E allora mi sono detta: “Elisa, non devi mollare!”. Poi mi sono resa conto che anche lei doveva avere un po’ di mal di gambe. La volata è stata lunga. La Longo si è spostata ai 200 metri, ma avevo capito che quel rettilineo è traditore. Ero troppo lunga, per quello ho tardato a partire. A quel punto mi sono detta: “Stacca la testa e vai a tutta!”. E solo sulla riga mi sono resa conto. E mi sono resa conto soprattutto di aver battuto Marianne Vos: qualcosa di surreale».

Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo, Letizia Paternoster, Doha 2016
Fidanza, Consonni, Balsamo, Paternoster, Doha 2016: Elisa campionessa del mondo juniores
Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo, Letizia Paternoster, Doha 2016
Fidanza, Consonni, Balsamo, Paternoster, Doha 2016: Elisa campionessa del mondo juniores

Dieci anni fa, in Danimarca

Sono le 18 del 25 settembre. L’ultima volta fu nel 2011 con Giorgia Bronzini, che nelle intenzioni sarebbe dovuta essere suo direttore sportivo il prossimo anno alla Trek-Segafredo. Anche quella volta arrivò seconda Marianne Vos, così come l’anno prima sempre dietro alla Giorgia nazionale e pure nel 2007 quando il mondiale lo vinse Marta Bastianelli. Eppure l’olandese continuava a sorridere, come quando corri per passione e anche se vorresti sempre vincere, sai riconoscere il merito alle rivali. Intanto Elisa racconta.

«Sono sorpresa io per prima – dice – ma la squadra ha corso benissimo. Negli ultimi due mesi ho lavorato per arrivare qui. Non è stata una stagione facile per me. Avevo investito tanto sulle Olimpiadi di Tokyo, che non sono andate come volevo. Dal giorno che sono tornata, ho cominciato a lavorare pensando a questo giorno. Ho fatto due corse a tappe cercando di trovare la condizione e devo dire che il mio allenatore (Davide Arzeni, tecnico della Valcar, ndr) ha fatto davvero un ottimo lavoro e per questo lo ringrazio».

La Vos si arrende, sulla riga Elisa capisce di aver vinto il mondiale
La Vos si arrende, sulla riga Elisa capisce di aver vinto il mondiale

Cinque anni fa, a Doha

Anche allora, sulle strade di Doha, il mondiale arrivò in volata. E anche allora vinse la ragazzina che nel frattempo è diventata la donna capace di piegare le migliori del ciclismo mondiale. Sembrava già straordinariamente concentrata e lucida, accompagnata dai genitori che oggi invece sono rimasti a casa.

«Sono due maglie completamente diverse – dice – quella da junior è bella, te la godi ed è lo stimolo per lavorare di più e crederci tanto. Ma questa è molto più importante. Ed è per sempre. Faccio fatica a pensare a quello che sarà il prossimo anno, a cosa saranno le prossime corse. So che farò la Roubaix e so che il prossimo anno andrò in un team WorldTour da campionessa del mondo. Ma non voglio pensarci ora, voglio pensare alla mia squadra: la Valcar&Travel Services. Penso e spero che questa maglia serva a fare il salto di qualità e a trovare nuovi sponsor per diventare ancora più grande».

Frutti da raccogliere

Il resto è il rendersi conto che il lavoro e la semina degli ultimi anni della gestione Di Rocco, con il coordinamento di Cassani e il grande lavoro dei tecnici sta portando risultati come messi abbondanti, che anche il presidente Dagnoni dimostra di apprezzare parecchio.

E poi restano le curiosità che saltano fuori quando qualcuno vince il mondiale e si cerca di aggiungere colore alla vittoria. Le domande suoi studi in lettere (quattro esami alla laurea: primo impegno per l’inverno). E sulla passione per Diabolik, che è per lei il modo di pensare al nonno. Fuori la aspetta il suo mondo. Davide Arzeni, in lacrime. Davide Plebani, il suo compagno di vita. E tutte le ragazze azzurre, vincitrici oggi come lei di una gara indimenticabile.

Balsamo allo sprint, “Bastia” libera, “Longo” e Cavalli sui muri

25.09.2021
4 min
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Se con le junior è tutto più incerto, perché il gruppo ha meno riferimenti e la capacità di prestazione non permette grossi giochi di squadra, quando parla del mondiale delle donne elite, dei suoi muri, del vento e delle rivali, il discorso di Dino Salvoldi si fa più dettagliato.

«Quando giovedì abbiamo rifatto il sopralluogo – dice – abbiamo avuto la conferma che il percorso di per sé non è troppo impegnativo. L’esito della corsa sarà condizionato da due fattori. Uno è l’Olanda e l’altro è il meteo e non è detto che non siano legati fra loro. Se c’è vento nella prima parte, le olandesi sono capaci di trarne vantaggio. Se riescono a crearsi la superiorità numerica, poi dovranno solo scegliere chi mandare all’attacco. Per questo il nostro piano A è arrivare in volata con quello che resterà del gruppo».

In caso di sprint, sarà Confalonieri a tirare la volata a Elisa Balsamo
In caso di sprint, sarà Confalonieri a tirare la volata a Elisa Balsamo
Resti dell’idea che la deputata a fare lo sprint sarà Elisa Balsamo?

Direi proprio di sì.

Quindi Longo Borghini servirà soltanto per tenere cucita la corsa?

Niente affatto, perché di sicuro nel tratto dei muri attaccheranno e a quel punto lei e Marta Cavalli, le due ragazze con la miglior predisposizione per i dislivelli, dovranno entrare negli attacchi e non collaborare. Poi dovranno fare delle valutazioni. Vedere quante sono, chi sono e quali i rapporti di forza. Poi dovranno guardare indietro per capire cosa fa il gruppo. E se valutano che ci siano le condizioni per andare via, potranno anche collaborare.

Se non va via la fuga?

Immagino un gruppetto di 25-30 ragazze con italiane, tedesche e belghe che vorranno tenere la corsa per arrivare in volata. Ma dobbiamo stare svegli. Se va via un’olandese e prende 15 secondi, è finita. A meno che non trovi accordi sempre difficili da fare. Loro si caricano a fare la differenza, corrono a questo modo e se vedono il vantaggio, sono capaci di tenerlo. Solo loro possono fare la corsa, senza Olanda non c’è selezione. 

E se si arriva in volata c’è una tattica?

Lo schema è che a tirarla sia Confalonieri. La volata va fatta da destra verso sinistra, con l’ultima che si sposta al centro, ma non prima degli ultimi 150 metri. Forse anche oltre, perché prima la strada tira.

Cavalli sui muri del circuito esterno, Balsamo per la volata: il piano è chiaro
Cavalli sui muri del circuito esterno, Balsamo per la volata: il piano è chiaro
E la Bastianelli?

Le ho lasciato carta bianca fino alla campana. Può entrare nelle fughe e se riuscisse ad andare via bene, a noi farebbe solo piacere visto che è velocissima. Al momento della campana, tutti per la Balsamo ed eventualmente per la stessa Bastianelli se Elisa non stesse bene. In assoluto sono divise per coppie.

Coppie?

La prima fase sarà affidata a Cecchini e Guazzini. Poi ci saranno le due ragazze per i muri. Bastianelli libera, infine Confalonieri e Balsamo. Mi sarebbe piaciuto far correre Barbara Guarischi, che sa fare bene l’ultima in volata e viene da una grnade stagione, ma si corre soltanto in cinque e ho dovuto fare delle scelte.

Con le junior siamo in piena terra di nessuno?

Sarà una gara di ripartenze, non si vedranno azioni scriteriate, perché nessuna squadra è in grado di organizzarsi e inseguire. Per cui sarà fondamentale tenere le posizioni. A Trento sono state bravissime, supplendo con il gioco di squadra la differenza di individualità. Per come corrono, potrà esserci indistintamente un arrivo solitario, un gruppetto di 3-5 ragazze come pure il gruppo compatto.

Le junior puntano su Basilico e Ciabocco
Le junior puntano su Basilico e Ciabocco
E noi con chi ce la giochiamo?

Con Basilico e in seconda battuta con Ciabocco, seguendo con attenzione alcune ragazze. Linda Riedmann, la tedesca che ha vinto l’europeo. Ivanchenko, la russa che ha vinto la crono qui a Bruges. E forse la Backstedt, anche se il percorso non le si addice molto. Noi ci saremo, vedrete che ci faremo valere…

Mario Minervino, Marianne Vos, mondiali Firenze 2013

Il Cavalier Minervino, patron del Trofeo Binda

08.12.2020
5 min
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Mario Minervino è sulla strada. In tutti gli eventi che organizza e ha organizzato in passato, se lo cerchi non devi andare in mezzo a giornalisti e autorità. Nonostante questo o forse proprio per questo, nel 2017 è stato nominato Cavaliere della Repubblica. E nelle parole del Sindaco di Cittiglio, dove si svolgono gli arrivi delle corse della sua Cycling Sport Promotion, c’è il succo del discorso che qui preme fare con lui a proposito del Trofeo Alfredo Binda femminile (quello delle elite e prima quello delle junior).

«Mario Minervino è un uomo di eccellenti qualità, in lui si uniscono tre caratteristiche assolute; competenza, passione e solidarietà. Mario Minervino per la comunità di Cittiglio è una risorsa preziosa e sempre disponibile».

Gruppo, Trofeo Binda 2014
Il Trofeo Binda si corre sempre all’indomani della Milano-Sanremo
Gruppo, Trofeo Binda 2014
Il Trofeo Binda si corre il giorno dopo la Sanremo
Quanto è lontano il 21 marzo?

Primo giorno di primavera, data del Trofeo Binda. Non sembra, ma è già qua. Ho cominciato da un po’, mentre gli altri correvano, a fare il giro di sponsor ed Enti Locali. Amici più che sostenitori. Mi hanno sempre detto: «Se la gara si fa, noi ci siamo». La prima cosa da fare è il piano Covid.

Che cosa comporta ?

Non avremo il pubblico di sempre. Aumentano i costi. Servono più transenne, ma si compensano col fatto che non puoi fare le tribune. Serve più personale qualificato. Avremo 8 aree bianche, per le quali serviranno addetti al controllo della temperatura, degli accessi e della sanificazione. Servono almeno 50 persone in più, tra norme Covid e bolla per le atlete in partenza e arrivo. Abbiamo puntato su personale che viene dal mondo delle ambulanze e della sanità.

Quando e perché il Trofeo Binda?

Quando ci dissero che nel 2000 sarebbe saltata. Era una regionale, si correva dal 1974. Fu una scommessa. La prendemmo da un livello bassino e lavorammo per farla crescere. Divenne quasi subito una gara nazionale e poi nel 2007 internazionale. Fu necessario dal momento che l’anno prima chiedemmo di entrare nella Coppa del mondo.

Elisa Longo Borghini, Trofeo Binda 2013
Giornata di tregenda nel 2013: vince Elisa Longo Borghini (foto Flaviano Ossola)
Elisa Longo Borghini, Trofeo Binda 2013
Nel 2013 vince Longo Borghini (foto Flaviano Ossola)
Che cosa significa che la prendeste da un livello bassino?

Sul piano organizzativo, era sotto al livello dei dilettanti, oggi forse le ragazze sono più all’avanguardia. Non si lamentano, non sono viziate, hanno rispetto. Non tagliano il percorso nei trasferimenti, cosa che i dilettanti fanno regolarmente. Sono piccole cose, dovute anche al fatto che la maggior parte delle squadre viene dall’estero e loro certe furbate le fanno raramente. Cominciammo con corde e paline e un camion come palco. Oggi quando arrivano alle partenze hanno i pullman e alcune anche il camion officina.

L’immagine di una corsa vera?

L’immagine di una corsa importante. Il colpo d’occhio di un evento professionistico che ci spinge a fare sempre meglio. Nel giorno di gara, tra Forze dell’Ordine e alpini, ci sono 500 persone al lavoro. Abbiamo tutti gli incroci coperti. Non sono numeri che sparo, lo vedo dai sacchetti del pranzo che prepariamo e che consegniamo.

Lizzie Armistead Deignan, Torfeo Binda 2016
Nel 2016 è la volta di Lizzie Armitstead non ancora Deignan (foto Flaviano Ossola)
Lizzie Armistead Deignan, Torfeo Binda 2016
Nel 2016 vince Lizzie Armitstead (foto Flaviano Ossola)
Minervino, quanto costa una corsa così?

Andiamo da 120 a 145 mila euro. Per fortuna gli sponsor hanno aderito. Per un po’ abbiamo avuto anche Yamamay, ma difficile conquistarli in quel settore. Il grosso sostegno viene dalle Istituzioni, senza cui non andrei da nessuna parte. Anche perché adesso è aumentato tutto. Prima bastava dare l’ospitalità, da quando c’è il WorldTour, a ogni squadra delle prime 15 devi dare 3.000 euro e poi a scendere. E’ giusto, come è giusto l’aumento dei premi che aumentano ogni anno del 10 per cento. Solo per i costi delle tabelle Uci partono subito 60 mila euro. E poi c’è da organizzare la corsa.

Marianne Vos, Trofeo Binda 2019
Nel 2019 è la volta di Marianne Vos (foto Flaviano Ossola)
Marianne Vos, Trofeo Binda 2019
E’ il 2019: Marianne Vos (foto Flaviano Ossola)
E al mattino c’è la corsa delle junior, il Piccolo Trofeo Binda.

Questa è una storia. Si era sempre fatta, ma quando è arrivata la Coppa del mondo, l’Uci ci ha imposto di fermarla per non distogliere energie dalla gara elite. E’ stato così fino al 2012, ma non passava evento ufficiale o informale in cui non gli dicessi che sarebbe stato bello spingere tutti gli organizzatori a fare una prova per le junior. Finché nel 2013 non abbiamo guardato più in faccia nessuno e abbiamo chiesto la data. Sorpresona: un mese prima, ci è arrivata la comunicazione che il Piccolo Trofeo Binda sarebbe stata prova di Coppa del mondo juniores. Non è facile. Si tratta di… sparecchiare e riapparecchiare la tavola in due ore, come ai mondiali. Ma da quelle ragazzine sono venute fuori delle campionesse. Come Lorena Wiebes o Megan Jastrab che nello stesso anno ha vinto i mondiali di Harrogate su strada e due ori su pista.

Trofeo Binda junior 2019, Megan Jastrab (foto Flaviano Ossola)
Piccolo Trofeo Binda 2019, vince Megan Jastrab (foto Flaviano Ossola)
Trofeo Binda junior 2019, Megan Jastrab (foto Flaviano Ossola)
Nel 2019, Megan Jastrab fra le junior (foto Flaviano Ossola)
Sei di quelli tranquilli che nel giorno della gara non ha preoccupazioni perché è tutto pronto?

Nel giorno della gara è tutto pronto, ma finché l’ultima non entra nei 3 chilometri finali, io ho l’ansia. Ognuno ha il suo ruolo, io sono sulla strada, non vado a fare le interviste. Possono succedere mille cose e con la diretta tivù non deve sfuggirci niente.

Un vero lavoro, insomma…

Non è come andare tutti i giorni in ufficio, ma dopo la corsa tra fatture, bonifici, bandi pubblici e scartoffie c’è da lavorare per tre mesi. I rendiconto devono essere corretti e poi si comincia a pensare all’edizione successiva.

Quando si riposa Mario Minervino?

Dal mercoledì alla domenica dopo la corsa. Fino al martedì si mette a posto il magazzino. Poi stacco tutto per cinque giorni. E il lunedì si ricomincia. Ci vediamo il 21 marzo. Non sembra, ma ci siamo quasi…

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, tricolore donne elite, Breganze 2020

Tricolore donne, gli scatti da ricordare

01.11.2020
5 min
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Il tricolore delle donne elite, corso ieri a Breganze, ha chiuso la stagione delle ragazze in Italia. Per alcune rimane l’obiettivo della Vuelta Espana del 6-8 novembre e poi sarà tempo di vacanze.

Elisa Longo Borghini (maglia Fiamme Oro, team di appartenenza la Trek-Segafredo) ha conquistato la maglia tricolore. Alle sue spalle Katia Ragusa, poi Marta Cavalli. Noi abbiamo raccontato la corsa parlando anche con Giorgia Bronzini, tecnico di Elisa, e con Tatiana Guderzo, che ci ha raccontato la sua storia pazzesca.

Ma adesso, riordinando le foto della corsa tricolore, ecco una galleria di immagini per rivedersi e riguardare le protagoniste, prima che inizi il meritato riposo…