La Trek di Milan per il Nord ce la racconta Mauro Adobati

26.02.2024
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L’opening weekend è ormai alle spalle, la stagione del Nord è appena iniziata e nelle prossime settimane sulle strade di lassù si daranno battaglia tanti nomi importanti. I dettagli contano molto, tutto deve essere curato e niente va lasciato al caso. Se ad ogni cavaliere corrisponde un cavallo, anche i corridori hanno il loro destriero in carbonio: le loro bici. Per vincere il freddo, il pavé, i muri e tutti gli ostacoli delle corse del Nord è necessario avere i materiali giusti

Dalla Omloop Het Nieuwsblad di sabato, fino alla Roubaix e anche oltre: le gare da queste parti sono tante e ognuna ha le sue insidie. Uno dei nomi di spicco per il ciclismo italiano a queste latitudini sarà quello di Jonathan Milan. Intorno a lui girano tante domande, non ultima quella sulle scelte tecniche fatte in ottica classiche del Nord. 

Madone o Domane?

Il gigante friulano, passato dalla Bahrain Victorious alla Lidl-Trek ha cambiato bici. Ora per correre sulle pietre potrà contare sulla Madone e sulla Domane: insieme a Mauro Adobati, capo dei meccanici del team americano, parliamo delle scelte fatte da Milan. Lui stesso ci aveva parlato di alcuni test fatti proprio sulle strade della Roubaix, volti a cercare i materiali migliori. All’inizio della stagione del Nord cerchiamo di capire che scelte sono state effettuate.

«Il test per la Roubaix – ci dice Adobati – Milan lo ha fatto con la Madone. Ormai con la nuova versione di questa bici si può pedalare tranquillamente sulle pietre. Grazie all’inserimento dell’IsoFlow le vibrazioni non sono più un problema. Tutti i ragazzi, Milan compreso, hanno corso l’opening weekend con questo modello. L’unico motivo per cui si potrebbe scegliere di usare la Domane, e si parla solo della Roubaix, è la pioggia. Il passaggio ruote in questa bici è maggiore e si possono montare copertoni da 32 millimetri senza problemi».

Milan per le prime gare Nord ha scelto tubolari da 30 millimetri
Milan per le prime gare Nord ha scelto tubolari da 30 millimetri

Profili alti e tubolari

Le scelte tecniche sono sempre qualcosa di personale, i test servono alle aziende, vero, ma risultano ancora più utili ai corridori. Ogni momento è buono per capire, cambiare e correggere. Nella mattinata di venerdì, Milan ha pedalato sulle strade della Omloop Het Nieuwsblad alla ricerca delle ultime conferme

«In queste gare – continua Adobati – Milan ha scelto di usare ruote a profilo alto, potrebbe optare per un 51 millimetri. Mentre, per quanto riguarda i copertoni, per la Het Nieuwsblad ha optato per dei tubolari da 30 millimetri. Il tubeless è stato accantonato perché con colpi secchi un po’ d’aria esce sempre, rischiando di perdere anche 2 atmosfere tra inizio e fine gara. Questa scelta viene fatta soprattutto da corridori della stazza di Milan.

«Per la Roubaix vedremo cosa si sceglierà, il profilo scelto per le ruote potrebbe alzarsi a 61 millimetri. Si tratta di una corsa piatta, dove servono molta velocità e anche tanta stabilità. Probabilmente, anche per correre all’Inferno del Nord, Milan potrebbe decidere di montare i tubolari». 

Milan utilizza il nastro manubrio da cronometro, più sottile rispetto al classico da strada
Milan utilizza il nastro manubrio da cronometro, più sottile rispetto al classico da strada

Nastro manubrio e sella

I punti di appoggio più delicati per un ciclista sono la sella e il manubrio. Il comfort sulle pietre diventa quasi un’utopia, ma le scelte tecniche devono portare alla migliore soluzione. 

«Milan – ci spiega Adobati – preferisce usare il nastro manubrio più sottile, quello da cronometro. Lo ha usato anche per queste prime gare in Belgio e probabilmente pure per la Roubaix. Dice che un nastro più sottile gli dà una maggiore sensibilità e più sicurezza nel guidare la bici. Come sella utilizza la Aeolus RSL con larghezza da 145 millimetri, ovvero la taglia media».

Milan utilizza all’anteriore le corone da 54 e 41 denti, il pacco pignone ha scala 10-33
Milan utilizza all’anteriore le corone da 54 e 41 denti, alla Roubaix potrebbe optare per il monocorona da 54

Infine il gruppo

Uno dei cambiamenti più importanti per Milan è stato passare da Shimano a SRAM. L’azienda americana utilizza dei pacchi pignoni con corone differenti, spesso dispari, ma a detta di Adobati questo non è stato un grande problema. 

«Alla Omloop Het Nieuwsblad e alla Kuurne – racconta il meccanico – Jonathan ha usato un 54-41 davanti. Mentre al posteriore il pacco pignoni è stato un 10-33. A mio modo di vedere non ha avuto necessità di grandi adattamenti, comunque con Shimano dietro usava il 30. Mettere 3 denti in più dietro permette di avere grande libertà, in futuro potremmo vedere corone sempre più grandi davanti. Con un 54-41 si evitano grandi salti e la catena ha meno probabilità di cadere».

«L’unica modifica per la Roubaix, da questo punto di vista, potrebbe essere la scelta di un monocorona davanti. Si monterebbe un 54, con al posteriore una cassetta 10-33. In una corsa del genere togliere il deragliatore potrebbe tornare utile».

Trek Domane SL, SLR e RSL: le più leggere e veloci di sempre

08.09.2022
6 min
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Trek piomba sul mercato con tre nuovi gioielli da strada. Sono le Domane SL, Domane SLR e Domane RSL. Di quest’ultima vi avevamo parlato in esclusiva in seguito alla vittoria di Elisa Longo Borghini alla Parigi-Roubaix Femmes 2022 in sella alla versione più racing della nuova gamma. 

La quarta generazione delle Domane mantiene il comfort di guida che la caratterizza ma si rifà il vestito con prestazioni elevate grazie a un’anima più versatile, più leggera e più performante di sempre. Scopriamo insieme tutte le caratteristiche e le peculiarità che le differenziano da ogni concorrenza. 

Nuova concezione

Domane SL (con il composito OCLV 500) e Domane SLR (OCLV 800) presentano la stessa tecnologia e lo stesso modello di telaio. Più semplice, il disaccoppiatore IsoSpeed posteriore di nuova concezione e l’uso del carbonio OCLV 800 Series più sofisticato (solo nella versione SLR) contribuiscono ad alleggerire il peso di circa 300 grammi. RSL invece è quella più corsaiola.

Alla fase di sviluppo, insieme agli ingegneri di Trek, Elisa Longo Borghini ha contribuito con le sue competenze tecniche sul campo e non solo. La progettazione ha trovato il suo fulcro in una linea non aero, ma che si rivolge ad una dinamica incentrata sulle lunghe distanze e sul comfort quando il fondo diventa sconnesso. A conferma di ciò la campionessa italiana in sella alla versione RSL ha conquistato la Parigi-Roubaix Femmes al suo esordio. 

Geometria per il comfort e non solo

I modelli Domane SL e SLR utilizzano una geometria endurance. Rispetto alla geometria H1.5 dei modelli Madone ed Émonda, la endurance presenta un tubo orizzontale più alto e un passo più lungo per massimizzare il comfort e la stabilità. Il modello Domane RSL è orientato alle competizioni, tuttavia, mantiene una geometria H1.5

Caratteristiche che farebbero pensare ad una bici che sfrutta compromessi per riuscire ad accontentare gli utenti. Così non è perché come ha affermato Elisa Longo Borghini «E’ una bici ideale per le gare, perché reattiva negli sprint e dispone di un ottimo inserimento in curva». 

L’indole delle nuove Domane è rivolta alla strada, ma non si sottrae ad un utilizzo che si spinge verso il gravel, ovviamente adatta al pavé e alle strade bianche. Nonostante non sia una bici aero gli ingegneri hanno assottigliato e applicato le sezioni in Kammtail Virtual Foil (KVF) per renderla più fluida e filante. Inoltre è presente il nuovissimo cockpit integrato per una migliore aerodinamica. Così come il reggisella con perno KVF a D per accentuare l’aerodinamica.

IsoSpeed solo al posteriore

L’IsoSpeed al posteriore è stato implementato con l’obiettivo di regalare un comfort perfetto. Rispetto ai precedenti modelli è stato abbandonato il sistema che si trovava nell’avantreno, permettendo di alleggerire la bici ancora di più. 

Il disaccoppiatore posteriore di nuova concezione è progettato per offrire il massimo comfort e per ridurre i pesi. 

La più versatile

Una quarta generazione che non ha limiti. Il passaggio ruota per pneumatici fino a 38c e la geometria endurance stabile e confortevole offrono ai ciclisti la versatilità necessaria per affrontare qualsiasi fondo.

Il portaoggetti nel tubo obliquo (mutuato dalla versione precedente e dalla Checkpoint), i supporti invisibili per i parafanghi e i nuovi attacchi per le borse sul tubo orizzontale offrono la possibilità di mantenere la Domane snella e pulita oppure di equipaggiarla al meglio per le uscite più lunghe. 

La versione con Kit telaio Race Shop Limited (RSL) si rivolge a chi privilegia la velocità e le prestazioni rispetto al comfort e alla versatilità. Questo kit telaio prevede una postura di guida H1.5 più aggressiva, rinunciando però al vano portaoggetti nel tubo obliquo e adottando un passaggio ruota più piccolo (capacità fino a 35mm) per ridurre ulteriormente i pesi.

Pregi tecnici

Rispetto al passato la cura dimagrante è stata importante. Si tratta di un risparmio di peso che sfiora i 700 grammi per i modelli SLR (la taglia di riferimento è la 56) e di 300 grammi per le versioni SL. E poi c’è la RSL, con un valore alla bilancia dichiarato di 1,6 chilogrammi (numero che si riferisce al frame-kit taglia 56 nella sua completezza). Il supporto per borsa tubo orizzontale superiore dona una configurazione più pulita durante le uscite più impegnative. Le Domane sono compatibili con trasmissioni meccaniche e il telaio non prevede il ferma guaina del deragliatore anteriore, il che significa è possibile utilizzare solo modelli con un fermo integrato, come quelli a levetta di Shimano. Per questo motivo, i deragliatori anteriori meccanici SRAM non sono compatibili.  

Il nuovo reggisella è disponibile in due lunghezze (280mm e 320mm) con due offset (5mm e 20mm). I mozzi hanno misure di 100x12mm anteriore, 142x12mm posteriore. Mentre la scatola del movimento centrale è larga 86,5 millimetri e adotta le calotte T47 (scelta mutuata da Madone ed Émonda). La Longo Borghini ha stupito tutti vincendo la classica del pavé con un monocorona, infatti le compatibilità sono per SLR e SL: 2x 52/36 (min 46/33), 1x 50T e per RSL: 2x 54/40, 1x 54T. Su tutte le versioni in carbonio le ruote sono in carbonio TLR (tubeless ready). Infine i modelli Domane SLR e SL prevedono i supporti per parafango invisibili

Le versioni SL della nuova Trek Domane sono sei, con prezzi compresi tra i 3.099 euro (frame-kit) e i 7.899 euro della SL7 eTap. Per la SLR le versioni sono 7, con prezzi compresi tra i 4.999 euro del kit telaio, fino ad arrivare ai 13.999 dell’allestimento 9 eTap P1. La più corsaiola del lotto, la RSL è disponibile solo come frame-kit, ad un prezzo di listino di 4.999.

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