Primo soccorso e defibrillatore: la Bahrain apre la strada

06.01.2024
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Durante il training camp ad Altea la Bahrain-Victorious. non solo si è allenata, ma ne ha approfittato anche per fare una lezione particolarissima ai suoi atleti e non solo. Lo staff medico, guidato dal dottor Daniele Zaccaria ha organizzato un corso di primo soccorso per defibrillatore (BLS-D).

«Durante il corso – si legge nel comunicato della Bahrain-Victorious – i medici dell’équipe hanno fornito una lezione anche pratica sull’esecuzione della rianimazione cardiopolmonare (RCP) utilizzando il defibrillatore semiautomatico. L’obiettivo di questo corso era quello di fornire a tutti i membri del team le competenze necessarie per rispondere in caso di emergenza e assistere una vittima che subisce un arresto cardiaco improvviso o che affronta lesioni mortali».

Antonio Tiberi (classe 2001) è stato piacevolmente colpito dal corso BLS-D (foto @charlylopez)
Antonio Tiberi (classe 2001) è stato piacevolmente colpito dal corso BLS-D (foto @charlylopez)

Ragazzi catturati

Visto quanto accaduto in queste ultime stagioni al team di Milan Erzen, prima l’arresto cardiaco di Sonny Colbrelli e poi la caduta mortale di Gino Mader, la sensibilità verso certi aspetti è notevolmente aumentata all’interno della squadra. Anche se, ricordiamo, il caso di Mader non è direttamente collegato al tema dell’arresto cardiaco. Più generale però i problemi cardiaci dopo il Covid sono aumentati nel ciclismo.

«Direi che è stato molto interessante – confida Antonio Tiberi – è stato particolare il momento in cui è intervenuto anche il paramedico (Borja Saenz de Cos, ndr) che ha salvato Sonny Colbrelli dopo il suo incidente al Catalunya di due anni fa. Ci ha davvero catturato. Anche Sonny non è rimasto insensibile. E non solo lui…

«Ammetto che tante volte nei grandi meeting di squadra dopo 20′ iniziamo a dare uno sguardo ai telefonini, a parlottare, a svagarci un po’. Mentre questa volta nessuno ha estratto lo smartphone dalla tasca. Il tempo è volato».

Il terribile giorno dell’arresto cardiaco di Sonny Colbrelli (immagine da web)
Il terribile giorno dell’arresto cardiaco di Sonny Colbrelli (immagine da web)

Salvare una vita

La Bahrain-Victorious dunque sembra aver fatto centro. Ha arricchito i suoi ragazzi e ha dato loro una possibilità in più. In qualche modo il concetto di sicurezza è stato esteso.

«Noi – riprende Tiberi – stiamo spesso in giro, sia per il mondo che in bici, e certe situazioni come quella di Colbrelli possono capitare più frequentemente. In allenamento vediamo spesso certi simboli, quelli del defibrillatore e sin qui spesso mi ero chiesto: “Okay ma se dovesse succedere qualcosa, come si usa? Cosa ci devo fare?”. Appunto stando tanto in giro puoi dare una mano, puoi salvare una vita umana».

Il corso è stato strutturato in questo modo. Nei circa 60′ della sua durata, c’è stata prima una parte teorica e poi una pratica. Chiaramente quella che più ha catturato l’attenzione degli atleti è stata la parte pratica, anche perché sembra essere stata divertente.

«Dopo averci spiegato cos’è un defibrillatore – spiega Tiberi – è iniziata la parte più interessante, vale a dire il suo utilizzo e ancora di più la parte relativa al massaggio cardiaco. In pratica ci hanno dato dei manichini specifici, con dei sensori. Noi dovevamo arrivare ad una quota di efficienza del massaggio cardiaco pari al 100 per cento. Ognuno di noi ha eseguito questa simulazione di pronto intervento».

I ragazzi impegnati nella prova pratica di massaggio cardiaco (foto @charlylopez)
I ragazzi impegnati nella prova pratica di massaggio cardiaco. Qui, Mohoric (foto @charlylopez)

Gara a colpi di torace

I ragazzi dovevano attestarsi sui 120 colpi al minuto sul torace e una “profondità” di schiacciamento pari ad un terzo dello spessore del torace stesso. Serviva dunque una certa forza.

«Effettivamente serviva una certa forza. Questa azione durava un minuto e chi riusciva ad attestarsi al meglio sul ritmo dei 120 colpi al minuto e applicava la giusta pressione appunto si avvicinava di più al 100 per cento.

«Personalmente, oltre che utile – conclude Tiberi – l’ho trovato anche divertente. Io tra l’altro ho eseguito questo test per ultimo e tra di noi abbiamo fatto una gara a chi si avvicinava di più a questo 100 per cento. Ci sono riuscito! Ma devo dire che anche tutti gli altri sono rimasti su valori molto alti. Scherzi a parte l’idea di poter salvare un vita, non solo in un contesto ciclistico, mi è davvero piaciuta. Spero che questa iniziativa della Bahrain-Victorious possa essere ripresa anche da altri team».

Colbrelli, pronto un futuro da campione: Cassani sicuro

29.10.2022
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Era il primo giorno di primavera, il 21 marzo 2022, quando Colbrelli ha visto spalancarsi davanti il rettilineo in lieve salita con l’arrivo di Sant Feliu de Guixols giusto sulla cima. Giro di Catalogna, prima tappa. Matthews sul lato destro, lui sul sinistro verso il secondo posto. Di quel giorno non ricorda molto, se non il fatto che dopo la volata si spense la luce e quando qualcuno per miracolo riuscì a riaccenderla, la sua carriera di corridore era finita.

Prima tappa del Catalunya 2022 a Sant Feliu de Guixols: Colbrelli secondo dietro Matthews, poi il malore
Prima tappa del Catalunya 2022 a Sant Feliu de Guixols: Colbrelli secondo dietro Matthews, poi il malore

Il ritiro dalle corse

Giusto oggi Colbrelli ha annunciato il ritiro dalle corse. La storia dice che l’infermiere che lo rianimò fece davvero un mezzo miracolo, riportandolo in vita. Il defibrillatore che gli fu impiantato successivamente per evitare drammatiche ricadute gli impedisce di ottenere l’idoneità. E così, essendosi preso il tempo necessario, Sonny ha comunicato che non ci saranno per lui altre corse. Resta in archivio, al culmine di una carriera da 11 anni di professionismo, il 2021 dei sogni. Con vittorie qua e là, poi il campionato italiano di Imola, il Benelux Tour, l’europeo di Trento e l’infernale Roubaix di ottobre. Pochi giorni prima, il mondiale di Leuven lo vide al 10° posto, piegato da quel genio di Alpahilippe.

Campionati europei di Trento: Colbrelli resiste a Evenepoel e lo batte in volata. Cassani lo festeggia
Campionati europei di Trento: Colbrelli resiste a Evenepoel e lo batte in volata. Cassani lo festeggia

Sonny e Davide

Curiosamente, per quell’ironia a volte inspiegabile, la sua carriera in azzurro è coincisa con quella di Davide Cassani, che per primo lo convocò da professionista a Ponferrada e poi lo fece per altre quattro volte. A Doha, Bergen, Harrogate e Leuven. E proprio a Davide abbiamo chiesto di ripercorrere i suoi anni con Colbrelli.

«Un po’ me l’aspettavo che avrebbe fatto questo annuncio – dice il romagnolo – perché la cosa è stata molto seria. Sonny è stato il mio primo e ultimo capitano. Fu il mio uomo di punta a Ponferrada, nonostante fosse molto giovane, e poi è stato il mio capitano anche nelle Fiandre. Quindi alla fine la mia esperienza in nazionale è coincisa con la sua.

«A Ponferrada gli sono mancati 30 metri e sarebbe potuto arrivare non tredicesimo, ma nei primi cinque. Mentre nelle Fiandre abbiamo trovato un Alaphilippe superlativo. Ma a parte i risultati, è uno dei ragazzi più buoni e generosi che io abbia mai incontrato tra i miei azzurri e, soprattutto nell’ultimo periodo, cresciuto di testa».

Mondiali 2014 a Ponferrada: in allenamento il giovane Colbrelli con Daniele Bennati, oggi ct azzurro
Mondiali 2014 a Ponferrada: in allenamento il giovane Colbrelli con Daniele Bennati, oggi ct azzurro
Tu hai toccato con mano il suo cambiamento.

Forse all’inizio aveva un po’ paura di non essere all’altezza della situazione, probabilmente sentiva la pressione. Nel 2021 era un Sonny diverso, che non aveva paura di niente. Negli ultimi due anni è arrivato a un equilibrio e una consapevolezza delle proprie forze molto diversi rispetto ai primi tempi.

La prima vittoria veramente importante l’ha fatta con te agli europei di Trento…

In realtà aveva già vinto il campionato italiano e poi all’europeo è stato esemplare, perché alla fine è riuscito a battere Evenepoel. L’unico modo che avevamo per riuscirci era correre in quella maniera. E lui poi mi disse che quelli sono stati forse tra i 5 chilometri più duri della sua vita. Tenere Evenepoel non è stato facile, è stato un fenomeno. In quel caso ha dimostrato di essere veramente un campione, perché quel giorno abbiamo corso per lui e lui ha vinto.

Il 3 ottobre 2021, una settimana dopo i mondiali chiusi al 10° posto, Colbrelli vince la Roubaix
Il 3 ottobre 2021, una settimana dopo i mondiali chiusi al 10° posto, Colbrelli vince la Roubaix
E’ sempre brutto quando una carriera si interrompe così, ma secondo te poteva diventare per le classiche uno dei grandi italiani?

Ne sono certo, perché era riuscito veramente a trovare un equilibrio straordinario. Vuoi la famiglia, vuoi l’aiuto che ha avuto dagli altri, è riuscito a sciogliere quei piccoli nodi che non gli avevano permesso di ottenere grandi successi. E la cosa bella è che comunque c’è riuscito con gli anni, senza mai demordere, senza mai mollare. E’ sempre stato un lottatore, un tenace. Sembrava che il suo punto debole fosse nel carattere che ogni tanto gli impediva di ottenere grandi successi. Quindi la sua abilità è stata che comunque è riuscito con pazienza, buona volontà e con puntiglio, probabilmente lavorando sulle sue debolezze, a diventare quello che è diventato.

E cosa era diventato?

Ha vinto l’italiano, ha vinto l’europeo, ha vinto la Roubaix e vi ricordate come ha vinto Il Benelux Tour? Nel 2021 ha fatto veramente un anno stratosferico. E’ stato il classico esempio di un corridore che, conoscendo i suoi punti deboli, è riuscito a superarli con calma e con attenzione.

Ha chiuso il 2021 da campione italiano ed europeo, ma non ha potuto difendere nessuno dei suoi titoli
Ha chiuso il 2021 da campione italiano ed europeo, ma non ha potuto difendere nessuno dei suoi titoli
Tu dov’eri il giorno del malore?

Ero a casa e mi chiamò Alessandra Giardini, chiedendomi se avessi sentito qualcosa. L’ho saputo così, poi ho fatto passare un po’ di tempo e l’ho chiamato. Con Sonny e con Trentin, i corridori che più mi sono stati vicini, avevo proprio un rapporto speciale. Stasera sono a Salò alla presentazione del libro e ci sarà anche lui.

Lo vedi occupare ancora un ruolo nel ciclismo?

Secondo me, anche lui deve ancora capire. Nella vita, questo penso di poterlo dire, quando ti rendi conto che sta arrivando la fine di un ciclo, cominci a pensarci. Un anno prima, un anno e mezzo prima, due anni. Quindi io penso che lui debba ancora metabolizzare questo cambiamento, che è stato proprio radicale. Per l’esperienza che ha e per il carattere, può diventare un direttore sportivo, ma forse anche un uomo importante all’interno di una squadra o di un’azienda. Perché ha la passione, ha l’attenzione e tutto quello che gli può servire. Deve capire e soprattutto studiare quello che potrà fare e poi farlo bene.

La carriera passa, la famiglia resta: esserci ancora è la vittoria 2022 più grande di Colbrelli
La carriera passa, la famiglia resta: esserci ancora è la vittoria 2022 più grande di Colbrelli
Forse i sette mesi trascorsi non sono ancora abbastanza…

Penso che abbia passato momenti non facili. Ti ritrovi che hai risolto tutti i problemi, hai capito come fare per vincere le grandi corse e da un giorno all’altro tutto si ferma. E quando finisce, devi comunque trovare un equilibrio. Secondo me può averlo ritrovato, perché è sempre stato una persona positiva. Penso che anche in questo caso, Sonny sarà andato a vedere il bicchiere mezzo pieno, perché la cosa importante è che lui sia ancora qua.

Si volta la pagina, insomma…

Io sono sempre più convinto, lo vedo anche su me stesso, che quello che semini raccogli. E Sonny ha sempre seminato molto bene, perché è veramente una bella persona, un generoso, un uomo vero. Ha tutto quel che serve. Perciò, quando avrà somatizzato tutto e avrà davanti le varie soluzioni, avrà anche l’opportunità di scegliere quello che andrà a fare.

Magrini, come si vive con un defibrillatore in corpo?

20.07.2022
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La vicenda sportiva, ma soprattutto umana che ha coinvolto Sonny Colbrelli ha avuto un grande impatto su tutta la stagione italiana del ciclismo. Il futuro del campione europeo (ancora in carica, visto che la gara di Monaco è di là da venire) è tutto da scrivere dopo che gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo. Nessuno può comprendere quel che Sonny sta passando meglio di Riccardo Magrini, che da quasi 5 anni vive con il strumento attaccato al suo corpo, dopo quella terribile giornata di agosto.

Defibrillatore sottocutaneo
Il defibrillatore viene applicato sotto l’ascella stimolando il cuore in caso di necessità
Defibrillatore sottocutaneo
Il defibrillatore viene applicato sotto l’ascella stimolando il cuore in caso di necessità

Negli studi di Sky

Riccardo era ospite di un programma di Sky quando improvvisamente ha avuto un mancamento. Provvidenziale è stato l’intervento del collega Lucio Rizzica, che gli ha praticato il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca fino all’arrivo dei sanitari. Il verdetto era stato drammatico: un infarto. Magrini è stato qualche giorno in coma farmacologico, poi la lenta ripresa.

Oggi Riccardo è tornato a una vita normale, commenta ogni giorno le grandi corse ciclistiche per Eurosport e ha accettato di buon grado di spiegare come può vivere con un defibrillatore un uomo di sport.

«Dipende molto dall’approccio psicologico – spiega – dall’accettazione dello strumento. Io non ci penso neanche, altrimenti riconosco che sarebbe difficile. In una cosa io e Sonny siamo stati fortunati: non ricordiamo nulla, quindi non ricordiamo la sofferenza, il dolore. Abbiamo perso conoscenza e ci siamo risvegliati con questo salvavita addosso, perché tale è».

Al Giro d’Italia si è rivisto in gruppo Sonny Colbrelli. Nessun accenno al suo futuro, ma tanto sostegno e calore umano
Al Giro si è rivisto Colbrelli. Nessun accenno al futuro, ma tanto sostegno
La tua vita è cambiata? Nelle telecronache spesso parlavi dei cicloraduni ai quali ti invitavano ogni fine settimana, è ancora così, puoi parteciparvi?

Certamente, la mia vita non ha subìto particolari cambiamenti, ma chiaramente non è comparabile con quella di un corridore professionista. Esco spesso in bici, ma uso la bicicletta a pedalata assistita per tenere sotto controllo gli sforzi. Prima del Tour sono uscito 4 volte in bici nell’arco di una settimana, nel complesso arrivo a fare almeno 4.000 chilometri l’anno e sono pochi a causa del lavoro. Però ripeto, il mio caso è riverso rispetto a quello di uno sportivo praticante.

Molti parlando di Colbrelli hanno tirato fuori l’esempio di Eriksen, che ha ripreso appieno la sua attività e dalla prossima stagione giocherà nel Manchester United.

Sono situazioni molto diverse. Quello del danese è stato un episodio, ma nel caso malaugurato dovesse ripetersi, ha sempre gente vicino a lui. Per un ciclista è diverso, il rischio è maggiore innanzitutto perché è uno sport più solitario da questo punto di vista, almeno in allenamento, poi si tratta di sforzi molto diversi. Molto conta il carattere, la testa. Certo, per i dottori si dovrebbe stare sempre a casa…

Eriksen 2022
Christian Eriksen, dopo il grave malore degli Europei 2021, è tornato a giocare, ora nel Manchester United
Eriksen 2022
Christian Eriksen, dopo il grave malore degli Europei 2021, è tornato a giocare, ora nel Manchester United
Un’attività intensa è quindi da sconsigliare?

Sinceramente non so dare una risposta definitiva, dipende dalla persona. I rischi ci sono, bisogna pensarci. Per me è diverso, io ad esempio ho sempre avuto la passione per lo sci e d’inverno sono tornato in montagna, qualche partita a pallone ancora me la concedo, faccio attività fisica anche se secondo il medico, il dottor Bulletta che mi ha operato dovrei perdere ancora qualche chilo… Per fortuna in questi 5 anni non ci sono stati segnali negativi, ma un conto è fare una vita sana inquadrando lo sport in essa, un altro compiere sforzi veri.

Obiettivamente come la vedi?

Gli auguro con tutto il cuore di poter tornare a competere, ma – e lo dico con una grande tristezza – ho dei dubbi.

Defibrillatore sotto cute, capiamo di cosa si tratta

08.04.2022
4 min
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La gente chiede. Spesso fa ipotesi. La gente, certa gente, a volte farebbe bene a contare fino a dieci prima di parlare e scrivere. Il Team Bahrain Victorious ha giustamente costruito una cortina di rispetto e silenzio attorno a Sonny Colbrelli e non avrebbe senso cercare di ricostruire e fare ipotesi. Quello che tuttavia è molto interessante e potrebbe certamente riguardare più di qualcuno è l’impianto di un defibrillatore sul campione europeo. Ci eravamo abituati da poco al fatto che ad Elia Viviani fosse stato impiantato un chip sotto cute che registra la sua frequenza cardiaca dopo l’intervento di ablazione, ma il defibrillatore cambia le carte in tavola.

«A Padova – ha dichiarato il professor Romano, che l’aveva accolto nell’unità cardiologica dell’ospedale – l’atleta è stato sottoposto a una valutazione clinica, genetica e di imaging completa per identificare la causa dell’aritmia che ha portato all’arresto cardiaco e la terapia più appropriata. La decisione di impiantare un dispositivo salvavita è stata condivisa da Colbrelli che ha ricevuto un Icd sottocutaneo. Il dispositivo funziona per correggere il ritmo del cuore se è necessario in casi estremi».

Per capire meglio di cosa si tratti, ci siamo rivolti a Carmine Pizzi, Professore Associato Malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso il Dipartimento di Medicina Specialistica dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

Professore, quando si mette un defibrillatore così?

Mi viene da pensare che possa trattarsi di una cardiomiopatia aritmogena, una patologia geneticamente determinata, che dà aritmie subventricolari. I ventricoli vanno a 200-300 battiti al minuto, il cuore non pompa più sangue al cervello, c’è lo svenimento e di conseguenza la rianimazione. Si tratta di una patologia soprattutto della razza bianca. E se come pare c’è stata una fibrillazione ventricolare, deve essere impiantato il defibrillatore.

Di cosa si tratta?

Non so quale abbiano utilizzato. Il più comune ha una batteria e un cervello elettronico, si impianta sotto cute appena sotto la clavicola (in apertura, nell’immagine Peace Medical Tourism, ndr), con elettrodi inseriti nell’atrio e nel ventricolo destri. In sostanza rileva le variazioni del ritmo cardiaco e le interpreta tramite un algoritmo. Riconosce il tipo di aritmia. Se questa passa subito, il defibrillatore non si attiva. Se non passa, allora inizia a dare i suoi impulsi elettrici, cercando di correggere il battito.

In quali casi si impianta?

Ci sono due diversi atteggiamenti terapeutici. Il primo, che riguarda Colbrelli alla luce dell’arresto cardiaco, si chiama in Prevenzione Secondaria e va messo per forza, per evitare che l’episodio si ripeta. Altrimenti si parla di Prevenzione Primaria. So che il soggetto ha una patologia che potrebbe portare a un arresto cardiaco o comunque a fibrillazioni, e allora cerco di prevederlo impiantando un ICD.

Lei ha parlato di cardiomiopatia aritmogena, possibile che nessuno se ne fosse accorto prima?

Chiaramente è un’ipotesi, il fatto che siano passati dal professor Romano di Padova, che proprio per questa casistica è un riferimento e ha molto studiato, lo fa pensare. E’ comunque una malattia subdola, la devi ricercare, altrimenti non la vedi. Qualche anno fa è stata la causa di morte di Davide Astori, il calciatore della Fiorentina. E’ possibile che in questo caso si sia manifestata per lo stress fisico e per la coincidenza di altri fattori, ma chiaramente bisognerebbe conoscere il caso.

Questo è un periodo in cui diversi atleti hanno avuto problemi col cuore, risolti spesso con ablazioni o periodi di riposo…

Se hanno avuto il Covid, può esserci un nesso. Il Covid favorisce l’insorgere di miocarditi, che formano delle cicatrici sul cuore. E in quei punti può nascere la fibrillazione.