Il ritorno al successo di Gabburo, dopo aver visto il baratro

21.09.2024
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Una vittoria attesa tre anni. Una vittoria con tanti significati, che travalicano il valore specifico della corsa, la tappa finale del Tour of Istanbul. Che pure ha presentato un parterre di buon livello con un team WorldTour (l’Astana) e 5 Professional. Una vittoria che restituisce il sorriso e un pizzico di ottimismo a Davide Gabburo, il corridore della VF Group Bardiani CSF Faizané che riassapora un gusto quasi dimenticato.

E’ curioso il fatto che la vittoria arrivi dopo tre anni sempre in Turchia. Allora ad Alanya, questa volta a Istanbul, in una corsa nuova, forse era destino, la voglia di ricominciare, di ripartire. «Ho aspettato tanto – racconta il trentunenne corridore di Bovolone – ci voleva proprio dopo tanto tempo. Mi fa ritrovare la voglia di mettermi ciclisticamente in discussione, di provarci, di non correre solamente in aiuto ai compagni».

Il podio della quarta tappa con Gabburo al centro. La corsa è stata vinta dal francese Burgaudeau
Il podio della quarta tappa con Gabburo al centro. La corsa è stata vinta dal francese Burgaudeau

La grave crisi di marzo

C’è molto in questi tre anni, tanto che bisogna fare un distinguo, fra il prima del 2024 e gli eventi di quest’anno: «Dopo la vittoria di Alanya non ero scomparso nel nulla. Basti pensare alla piazza d’onore nella tappa di Napoli al Giro del 2022, ma anche a tanti altri piazzamenti, anche fuori dai confini italiani. In quell’edizione della corsa rosa ero lì, a lottare con i migliori e davvero mancò solo un soffio per alzare le braccia al cielo».

Quest’anno però le cose sono state ben diverse: «A marzo sono stato ricoverato in ospedale per una crisi epilettica. Dopo tempo e accertamenti, dopo che la mia attività sportiva era stata bloccata, è stato acclarato che si era trattato di un episodio sincopale, probabilmente dettato da una situazione di stress. Il tutto a un mese dal Giro d’Italia che per me è tutto: non esserci potuto andare mi ha fatto crollare il mondo addosso».

Il veronese a guidare il gruppo uscendo dal ponte euroasiatico. Gabburo non si è mai risparmiato in corsa
Il veronese a guidare il gruppo uscendo dal ponte euroasiatico. Gabburo non si è mai risparmiato in corsa

Una seconda chance

Davide non lo nasconde. In quei giorni ha avuto forte la sensazione, ma si può dire anche la paura che la sua carriera di ciclista fosse finita. «Ci sono stati momenti nei quali ero preso dallo sconforto, pensavo che non avrei più potuto riprendere. So solo io quanto mi sono dovuto “sbattere” per visite mediche, per esami. Per trovare soprattutto gli appuntamenti in tempi brevi perché volevo assolutamente tornare alle corse. Per me rientrare in carovana è stato qualcosa di indefinibile, posso dire veramente che mi è stata regalata dalla vita una seconda chance e per questo mi sono gettato nell’attività con ancora più ardore, perché so bene che cosa significa non poter correre più ed è una sensazione che non voglio più vivere».

La ripresa è stata lenta, costante, impegnandosi come ha sempre fatto in favore dei compagni: «Non ho mai fatto mancare il mio appoggio, intanto però sentivo che la condizione piano piano cresceva. Poi è arrivata la prova in Turchia e già nella seconda tappa avevo capito che potevo giocarmi le mie carte, avendo colto il 4° posto in una tappa nervosa, con tanti strappi. All’ultima tappa, sotto la pioggia scrosciante, ho finalmente chiuso il cerchio».

La seconda tappa chiusa al 4° posto aveva dimostrato che il veneto era in condizione, anche in salita
La seconda tappa chiusa al 4° posto aveva dimostrato che il veneto era in condizione, anche in salita

La Turchia porta bene…

La volata ha avuto anche qualche attimo palpitante: il più temuto era il belga Timothy Dupont (Tarteletto Isorex) che però ai 400 metri ha perso il controllo della bici lasciando strada libera agli avversari: «Noi avevamo il treno pronto per Enrico Zanoncello – spiega Gabburo – ma io avevo mano libera per provarci ugualmente come alternativa e ai 300 metri sono scattato senza trovare resistenza. Finendo addirittura per staccare gli avversari (foto di apertura, ndr)».

Il Tour of Istanbul era una gara nuova nel calendario, dove la Turchia comincia a essere una destinazione abbastanza frequente per i professionisti e Gabburo ha buona esperienza nelle loro gare: «E’ un po’ diversa dalle altre. A me le corse turche piacciono molto, ma quella mostrava tutti i segnali dell’inesperienza, della confusione organizzativa. Un peccato perché i percorsi erano davvero molto belli e vari, neanche troppo facili. La prova finale ha attraversato tutti i punti principali della città, compreso il ponte euroasiatico».

Per Gabburo ora si profila la trasferta in Malaysia, per provare a ripetersi
Per Gabburo ora si profila la trasferta in Malaysia, per provare a ripetersi

Si parte per la Malesia

E ora? «Ora si continua, mercoledì si parte per il Tour de Langkawi che con le sue 8 tappe ha tante occasioni per me ma anche per gli altri, ad esempio la terza tappa con arrivo in salita è stata segnata in rosso dai responsabili della squadra. Io lavorerò per i compagni, ma so che il tracciato malese qualche occasione di volata utile anche per me la offre e vedrò di farmi trovare pronto».

Gabburo a Livigno, nel mirino la gamba e un nuovo contratto

28.07.2022
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Davide Gabburo si trova a Livigno insieme a tanti altri corridori che preparano le corse di fine stagione. Sotto la sua voce riecheggia il rumore del paese e dei suoi abitanti. Davide, insieme ad alcuni suoi compagni della Bardiani CSF Faizanè sono in centro a godersi queste ultime ore di sole

«Sono qui a Livigno da domenica 17 – esordisce Gabburo – insieme a 6-7 miei compagni di squadra, stiamo facendo un’ultima grande fase di preparazione. Ci siamo sentiti tra di noi ed abbiamo deciso di venire in ritiro tutti insieme, così da non allenarsi da soli. Riprenderò a correre dal Giro di Danimarca, in programma dal 16 al 20 agosto».

Gabburo ora si trova a Livigno a preparare la seconda parte di stagione. Punta a far bene nelle gare del calendario italiano
Gabburo ora si trova a Livigno a preparare la seconda parte di stagione
Sei uscito da una prima parte di stagione positiva con due bei piazzamenti al Giro.

Rispetto al Giro dello scorso anno, posso dire che sono stato anche più fortunato. Nel 2021 la sfortuna mi ha preso alla Corsa Rosa e mi ha accompagnato anche per il resto della stagione. A livello di preparazione non ho cambiato nulla, ho preparato il Giro in maniera più specifica ritrovandomi con una gamba migliore. 

Il secondo posto di Napoli ed il quarto di Treviso sono lì a testimoniarlo…

I percorsi erano giusti per me, quello di Napoli si addiceva particolarmente alle mie caratteristiche. So di non essere un corridore che regge sulle salite lunghe, ma ci provavo. D’altronde quando sei in fuga è tutto un po’ diverso, non sai mai come possono andare le cose. Questi piazzamenti mi danno più sicurezza nei miei mezzi, più morale e tanta fiducia, oggettivamente un secondo posto al Giro ti fa affrontare le gare minori con un’altra mentalità.

Davide, in fuga nella tappa di Treviso, dove ha colto un buon quarto posto dopo tanti chilometri in fuga
Davide, in fuga nella tappa di Treviso, dove ha colto un buon quarto posto dopo tanti chilometri in fuga
Infatti poco dopo è arrivata la top 10 al Giro di Slovenia.

Esatto, ho fatto bene nella generale uscendo una sola volta dai quindici. Non c’erano corridori scarsi, alla fine il bel Giro fatto mi ha portato tante belle sensazioni. Ora il focus è sulle gare del calendario italiano che ci saranno a settembre, mantenere la condizione alta per tutti questi mesi non è facile e questo periodo di “stacco” è utile anche per ricaricare la mente.

Nel mezzo c’è stato anche il tricolore di Zana, con il quale hai corso spesso gomito a gomito.

Al campionato italiano la squadra ha lavorato bene, eravamo cinque nei primi 20 oltre ad aver conquistato la maglia con Filippo. Sono molto contento per lui, davvero, ho corso spesso al suo fianco e ne conosco il valore, è un po’ strano allenarsi con la maglia di campione italiano accanto, ma ci faremo l’abitudine (dice ridendo, ndr).

Gabburo, in seconda posizione, ha sfruttato la condizione post Giro d’Italia raccogliendo una top ten al Giro di Slovenia
Gabburo, in seconda posizione, ha sfruttato la condizione post Giro d’Italia raccogliendo una top ten al Giro di Slovenia
Quello che ti manca può essere la vittoria? L’ultimo scalino per arrivare in cima…

E’ anche quello più difficile da fare, sono una persona che rimane con i piedi per terra, ci spero sempre ma non sono uno che si monta la testa. Ripeto, le gare in Italia saranno un bell’obiettivo sul quale concentrarsi, spero che la squadra mi dia la possibilità di fare questo calendario.

In Italia ci sono anche le gare nel Veneto, casa tua…

Giro del Veneto e Veneto Classic sono gare a cui tengo particolarmente, l’anno scorso in entrambe sono rimasto fuori dai 10 di poco (Davide ha concluso rispettivamente 14° e 16°, ndr) vorrei provare a migliorarmi.

Gabburo, dopo più di un mese di pausa dalle corse, riprenderà a gareggiare in Repubblica Ceca il 4 agosto
Gabburo, dopo più di un mese di pausa dalle corse, riprenderà a gareggiare in Repubblica Ceca il 4 agosto
La Bardiani ha puntato tanto sui giovani, come ti trovi con loro?

Non abbiamo corso molto con i più giovani, uno che ho visto un po’ di più è Tolio. Sono tutti dei bravi ragazzi e sono pronti ad ascoltare noi più grandi, non è una cosa scontata ora. Apprezzano la buona parola ed il consiglio e questa è la strada giusta per crescere.

E per l’anno prossimo?

Sono in scadenza di contratto a fine stagione, non so ancora come andrà, non ho parlato con nessuno. Ho dimostrato di aver fatto una bella prima parte di stagione quindi spero che arrivi qualcosa, non è facile. Sereno non lo sono mai (scherza Gabburo, ndr), sono abituato alle scoppole. Diciamo che dopo questa prima parte di 2022 sono un pochino più tranquillo.

Ciccone e la Trek, sul Blockhaus fra tattiche e sogni

14.05.2022
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Ciccone è sudato e chiede di andarsi a cambiare. Napoli tutto intorno ha accolto il Giro con una festa calcistica, che già dal mattino in Piazza Plebiscito ha fatto sentire il calore di una città esplosiva e colorita.

L’abruzzese è alla vigilia della tappa delle tappe sulle salite del suo Abruzzo, mentre sul palco si applaude ancora De Gendt. Sull’ultima salita, Lennard Kamna ha attaccato frontalmente la maglia rosa di Lopez, che però si è difeso con sicurezza. Ciccone sorride, marpione e finalmente sereno.

«Sicuramente la tappa sarà bellissima – dice Ciccone – il percorso è durissimo e spettacolare. Visti i ritmi che stiamo portando, voglio essere protagonista. Arriviamo con la maglia rosa in pugno, quindi avremo gli occhi puntati. Sicuramente saremo protagonisti perché per noi è una tappa importante. Vogliamo in primis tenere la maglia e provare l’azione per vincere».

De Gendt Napoli 2022
Thomas De Gendt rivince al Giro dopo 10 anni: al suo attivo anche tappe al Tour e alla Vuelta, sempre in fuga
De Gendt Napoli 2022
Thomas De Gendt rivince al Giro dopo 10 anni: al suo attivo anche tappe al Tour e alla Vuelta, sempre in fuga

La calma necessaria

Stamattina, durante due chiacchiere per caso davanti al pullman della Trek-Segafredo con Luca Guercilena e il dottor Daniele, si ragionava sul fatto che Giulio sia finalmente calmo e in controllo. E del fatto che per trovare la necessaria consapevolezza a Ciccone manchi ormai soltanto un bel risultato, perché quanto a valori e mezzi non ha nulla da invidiare. Ma ora c’è da difendere la rosa e sfruttare semmai qualche occasione.

«Di Lopez – dice l’abruzzese – continuo a parlare da tempo. Ho fatto un mese con lui in montagna, ho corso con lui tante gare l’anno scorso. In salita fa paura, va veramente forte e lo ha dimostrato anche oggi, che provavano ad attaccarlo. Ha le gambe, secondo me si può difendere bene. Non è scontato che perda la maglia. E io per ora sono a sua disposizione. Sta dimostrando che non solo ha preso la maglia, ma va fortissimo. La sta tenendo bene – prosegue Ciccone – noi lo supportiamo e non ci fasciamo troppo la testa. In squadra c’è un bel clima, la viviamo alla giornata. Continuiamo con questo spirito che alla fine ci porterà buoni risultati»

Festival fiammingo

In quella che Lello Illiano ha definito una piccola Liegi, non poteva che vincere un belga. E se a fare fuoco e fiamme sono stati i vincitori della Gand, del Fiandre e di una vecchia Liegi – Girmay, Van der Poel e Wouter Poels – alla fine a vincere è stato il vecchio Thomas De Gendt.

«Di solito quando sono in una fuga di 22 – racconta De Gendt – sono abituato ad avere 21 corridori alla mia ruota. Questa volta ho visto che c’era Van der Poel e ho pensato che toccava a lui. Dopo due anni sfortunati, ho dimostrato che so ancora vincere. Ho trovato questa tappa molto bella. Un circuito come un mondiale, interessante da vedere in un grande Giro, con la gente che ha avuto la possibilità di vederci più volte».

Gabburo mezzo e mezzo

De Gendt ha battuto Gabburo, l’italiano che finora è andato più vicino alla vittoria in questo Giro nato dall’Ungheria. Ieri infatti Formolo si è fermato al terzo posto. Piantato in mezzo al rettilineo, il veronese ha bevuto avidamente mezza borraccia che gli ha bagnato la barba ispida, poi si è messo a raccontare.

«Non ci aspettavamo una partenza così – racconta il corridore della Bardiani-CSF – vista la tappa di domani e quella che c’è stata ieri. Eravamo 22 davanti, io sono riuscito a inserirmi e a portare a casa un bel secondo posto. Sicuramente è un risultato guadagnato, ma anche una vittoria mancata. Avere la possibilità di giocarsi la vittoria non è di tutti i giorni. Io l’ho avuta oggi e un po’ di rammarico c’è.

«Negli ultimi 200 metri – alza lo sguardo al cielo – ho provato a tenere in scia il compagno di De Gendt e mi sono giocato la mia carta. Ma lui è stato più forte. Mi ha fatto un bell’effetto essere davanti con tre corridori WorldTour, sono veramente contento. Duemila e passa metri di dislivelli con questi strappetti, non è stato facile».

Lopez Napoli 2022
Juan Pedro Lopez ha difeso la maglia: chissà che non faccia lo stesso domani sul Blockhaus…
Lopez Napoli 2022
Juan Pedro Lopez ha difeso la maglia: chissà che non faccia lo stesso domani sul Blockhaus…

Strategia Martin, 10 e lode

Ma in mezzo a tanto parlare di classiche, poco si è parlato del fatto che è andata in scena la tensione fra gli uomini di classifica. E se dalla testa del gruppo, Kamna ha provato a scattare per guadagnare su Lopez, nella fuga si è infilato Guillaume Martin, che al Giro c’è venuto per puntare alla classifica. E lui racconta con lo sguardo vispo, essendosi reso conto che stamattina occupava il 28° posto della classifica a 4’06” mentre stasera andrà a cena al 4° posto con un passivo di appena 1’06”.

«Non era una fuga prevista – dice – non volevo stare in gruppo, per non correre rischi e stare lontano dalla bolgia. E’ stata una buona giornata, senza stress e senza sbattermi per la posizione. E’ stata una buona operazione, spero di recuperare bene per essere forte domani. Domani comincia il Giro d’Italia…».

Rastelli 2022

Rastelli e un’Amstel corsa da vero protagonista

11.04.2022
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In una Campagna del Nord dove quasi tutte le punte azzurre sono assenti o quasi, per una congiunzione astrale mai così sfavorevole, bisogna guardare a quel che le corse portano e il fatto che fra i protagonisti dell’Amstel Gold Race ci sia stato anche Luca Rastelli non è cosa di poco conto. Il corridore cremonese si è gettato con grande ardore nella fuga iniziale, che ha contraddistinto tutta la prima parte di corsa, facendosi vedere e mettendo un timbro sulla sua prima esperienza in una classica del WorldTour.

La sua partecipazione alla corsa olandese ha avuto un’evoluzione positiva, ma non si può neanche dire che sia stata casuale: «Sin dalla vigilia noi della Bardiani sapevamo che l’obiettivo doveva essere mettersi in mostra – racconta Rastelli appena sceso dall’aereo che dall’Olanda lo ha portato in Sicilia, dove da domani sarà al via del Giro locale – per poter dare un senso alla partecipazione in una classica del massimo livello. Io ero tra quelli deputati a provarci e quando Gabburo ha lanciato l’offensiva mi sono buttato».

Rastelli strada 2022
Luca Rastelli è nato a Cremona il 29-12-1999. E’ alla Bardiani da quest’anno dopo due anni al Team Colpack
Rastelli strada 2022
Luca Rastelli è nato a Cremona il 29-12-1999. E’ alla Bardiani da quest’anno dopo due anni al Team Colpack
Due corridori in un gruppo di 7, niente male come obiettivo centrato…

Sarebbe stato bello condividere la fuga insieme, purtroppo su un dosso Davide ha avuto un salto di catena e ha perso il nostro treno, d’altro canto nei primi 20 chilometri siamo andati davvero fortissimo per costruire un buon vantaggio, così non ha più avuto la possibilità di accodarsi.

Con la sua presenza avreste potuto fare qualcosa di più?

Sicuramente avrebbe fatto comodo, nella divisione dei compiti innanzitutto, ma anche per dare cambi e portare la fuga un po’ più lontano.

Hai mai sperato che si potesse anche arrivare al traguardo?

No, era impossibile. Quando partecipi a gare di questo genere, sai bene che le squadre WorldTour che aspirano alla vittoria lasciano sì fare, ma tengono sempre le redini della corsa, nel finale ci sarebbero passati sopra e infatti tutti noi che avevamo fatto la fuga, a una cinquantina di chilometri dal traguardo abbiamo mollato, quel che serviva era stato fatto.

Rastelli Gabburo 2022
Rastelli con Gabburo, entrambi erano entrati nella fuga iniziale
Rastelli Gabburo 2022
Rastelli con Gabburo, entrambi erano entrati nella fuga iniziale
Sei soddisfatto di questo tuo avvio di stagione?

Direi di sì, soprattutto perché si è alzato il livello delle corse affrontate, dall’Uae Tour alla Tirreno-Adriatico fino all’Amstel. La squadra mi ha fatto fare esperienze importanti che mi hanno fatto crescere. Sento che la mia gamba è migliorata e confido che col passare delle corse possa arrivare anche qualche risultato positivo.

Che cosa prevede ora il tuo programma?

Intanto il Giro di Sicilia, che avevo affrontato anche lo scorso anno senza riuscire a portarlo a termine, poi il Tour of the Alps dal 18 al 22 aprile.

Un programma che sembra preludere a una tua possibile partecipazione al Giro d’Italia…

Non si sa ancora chi sarà chiamato a correrlo, la possibilità c’è e mi piacerebbe molto sperimentarmi in una corsa di tre settimane, credo che sarebbe un altro passo per la mia maturazione.

Rastelli Bardiani 2022
L’aspirazione di Luca è poter entrare nella squadra per il Giro d’Italia, per fare altra esperienza
Rastelli Bardiani 2022
L’aspirazione di Luca è poter entrare nella squadra per il Giro d’Italia, per fare altra esperienza
Questo concetto della tua maturazione graduale sembra contraddistinguere un po’ tutta la tua evoluzione.

Guardando quel che ho fatto – considerando che ho appena 22 anni – è un po’ la mia caratteristica, voglio crescere con calma e il far parte di un gruppo come la Bardiani mi dà questa tranquillità, il fatto che abbia potuto affrontare quest’anno prove del WorldTour è il segno che le cose stanno andando come desidero, attraverso una crescita graduale.

Si dice sempre che il problema per l’affermazione dei corridori italiani è non avere una squadra WorldTour di riferimento. Tu sei in un team italiano professional che spesso può gareggiare nelle gare principali, è davvero un handicap?

Dipende molto dal singolo carattere del corridore. A molti serve un ambiente che li coccoli un po’, altri riescono ad adattarsi tranquillamente in qualsiasi situazione e possono quindi affrontare avventure estere. Io posso dire che alla Bardiani sto molto bene, è l’ambiente giusto per seguire la mia strada e crescere, non saprei dire come mi troverei in un’altra situazione.

Rastelli junior 2017
Bergen 2017, mondiale junior: Rastelli è argento, Gazzoli bronzo
Rastelli junior 2017
Bergen 2017, mondiale junior: Rastelli è argento, Gazzoli bronzo
Tu sei stato argento ai Mondiali 2017 in Norvegia, nella gara in linea junior: chiaramente su di te erano state riposte molte aspettative, ti sei sentito schiacciato?

Inizialmente sì, c’era un po’ di pressione quando sono passato di categoria, ma poi ho trovato la mia giusta dimensione e dopo un paio d’anni di assestamento mi sono perfettamente adattato, ora devo solo seguire la mia strada.

Tu sei il classico passista-scalatore, con spiccate doti di resistenza. Sembra di descrivere il profilo ideale per un corridore da corse a tappe…

Potrebbe essere quella la collocazione giusta e farne in buon numero, in questa stagione, mi sta aiutando anche in questo senso. Serve ancora tempo per capire dove posso arrivare, in fin dei conti ho ancora 22 anni, è vero che il ciclismo attuale consuma tutto in tempi brevi, ma devo ancora capire dove posso arrivare.