Guerciotti e la sua lunga storia accanto ai team giovanili

04.11.2024
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Affiancare Davide Arzeni ed Elisa Balsamo nella nuova avventura con la neonata squadra di esordienti e allieve è solo l’ultimo passo fatto da Guerciotti nei confronti del ciclismo giovanile e femminile. Il marchio milanese ha legato il proprio nome, nel corso degli anni, a diversi team di ciclismo femminile e giovanile (in apertura Zamperini vince il campionato italiano U23 a Trissino in sella a una bici Guerciotti, immagine photors.it). Si tratta di qualcosa che ha radici profonde, che affondano nella storia di Guerciotti e nel quale i fratelli Alessandro e Micaela credono molto. Partiamo con il raccontare quest’ultima novità. 

«Essere accanto al team di Arzeni – spiega Alessandro Guerciotti, CEO dell’azienda – ci è venuto naturale visto il legame che ci accomuna con lui. Nel corso della sua carriera è stato diesse del team Cadrezzate, nostro vivaio per quanto riguarda diversi corridori nel ciclocross. Da lì, ha seguito diverse squadre su strada e ci siamo un po’ allontanati. Ma quando ci ha spiegato questo progetto e il fatto che il team ha anche una squadra nel ciclocross, non ci siamo potuti tirare indietro. Il cross è ancora in stato embrionale, ma dal 2025 l’obiettivo è crescere e noi non possiamo che supportarli. Chiaramente la presenza di un nome come Elisa Balsamo è un bella calamita per l’immagine, ma non è stata la chiave di tutto. Alla base c’è il fatto di credere nel progetto».

Marta Della Vedova (a sinistra) e Layla Dresco, allieve di secondo e primo anno del team di Arzeni e Balsamo
Marta Della Vedova (a sinistra) e Layla Dresco, allieve di secondo e primo anno del team di Arzeni e Balsamo

Tra i giovani

Quando si passa dalle parti di una corsa giovanile non si può fare a meno di notare che molte delle bici in gruppo sono marchiate Guerciotti. La presenza dell’azienda milanese, che da poco ha festeggiato i 60 anni di attività, è ben radicata tra i ragazzi.

«Sia per quanto riguarda gli uomini che le donne – continua Alessandro Guerciotti – anzi, siamo partiti proprio dal ciclismo femminile. Abbiamo affiancato la Luperini quando correva nella Menikini-Selle Italia e la Guazzini quando ha vinto il titolo europeo a cronometro da junior. Ora siamo accanto alla Isolmant di Gaia Tormena e da anni forniamo le bici anche ai team juniores più forti. Nel ciclismo maschile – prosegue – collaboriamo con la Vangi, il CC Canturino, la Giorgi e tante altre realtà giovanili».

Come mai un impegno così importante a livello giovanile?

Crediamo siano il futuro e che sia giusto quindi supportarli al meglio. Con le nostre bici sono cresciuti ragazzi come Fancellu, Montoli e tanti altri. E’ una possibilità di investire per il movimento del ciclismo italiano, in generale. Poi dare le nostre bici a squadre importanti come la Vangi ci fornisce anche un ritorno di immagine notevole. 

Le vostre bici “spuntano” ovunque.

Se si guarda un ordine di arrivo, capita di vedere nove biciclette su dieci con il nostro nome tra i primi. Da un lato è un interesse commerciale, perché più bici ci sono in giro con il nome Guerciotti più siamo radicati. Le squadre giovanili sono molto presenti a livello regionale, quindi riusciamo ad essere più capillari

I ragazzi imparano a conoscere i vostri mezzi…

Certamente. Inoltre certe partnership sono radicate nel tempo e durano da 7 anni o più. Tanti corridori sono cresciuti correndo su una bicicletta Guerciotti. La conoscono, ne apprezzano la qualità e in certi casi diventano anche clienti. Se siamo da tanti anni fornitori di una squadra, vuol dire che lavoriamo bene.

Come riuscite ad accontentare così tante categorie?

Partiamo dal presupposto che ormai si usano biciclette sloping. Quindi le geometrie sono standard, la differenza la fanno i componenti. Nella nostra gamma di prodotti arriviamo a fornire la taglia XXS, che va bene per ragazzi alti 152 centimetri. Poi il tutto si aggiusta con le misure dei vari componenti.

Una grande tradizione di Guerciotti è legata al fuoristrada, qui Sanne van Paassen vincitrice coppa del mondo ciclocross nel 2011
Una grande tradizione di Guerciotti è legata al fuoristrada, qui Sanne van Paassen vincitrice coppa del mondo ciclocross nel 2011
In questo caso usate misure standard o fate richieste particolari?

Su un attacco manubrio arriviamo a montare lunghezze ridotte, ad esempio 60 millimetri. Abbiamo due o tre modelli di bici che destiniamo ai vari team e con quelle abbiamo trovato un metodo di lavoro meticoloso che ci permette di essere efficienti, sta tutto alla base. Le uniche richieste particolari le abbiamo da squadre di rilievo, come può essere la Vangi, che ci chiede i telai del colore della divisa. 

Quante squadre fornite e in che modo?

In totale tra donne e uomini arriviamo a 25 team. Offriamo due metodi: vendita a prezzo speciale oppure un noleggio davvero competitivo. Nel primo caso la bici diventa di proprietà del team, che a fine anno può rivenderle o sistemarle. Se si decide per il noleggio a fine stagione noi ritiriamo i mezzi, li sistemiamo e poi li rivendiamo sui nostri canali. C’è un mercato davvero importante che permette di avere una bici a prezzi vantaggiosi. Una bici che diamo alla Hopplà, giusto per fare un esempio, ha un valore di mercato di 6.500 euro. Dopo un anno di utilizzo la rivendiamo a meno della metà, quindi un cliente in questo caso fa anche un buon affare.

Balsamo, Arzeni e la Valcar: la grande storia continua

26.10.2024
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Non avremmo mai pensato di riutilizzare questa foto di Leuven 2021 in apertura di un articolo sull’attualità. Invece Davide Arzeni ed Elisa Balsamo ne hanno combinata una altrettanto bella. In attesa di poter svelare quel che farà il prossimo anno, il tecnico lombardo ha trovato il modo perfetto per rinverdire la sua passione per il ciclismo. Lasciata anzitempo l’ammiraglia del UAE Team Adq, Arzeni non rinuncia al WorldTour, ma intanto riparte anche con un team femminile di esordienti e allieve, il cui nome dice già tanto: Ciclismo Verso l’Iride.

Ne avevamo già parlato con Elisa Balsamo, che ne sarà anche sponsor, ora approfondiamo con il tecnico che guidando la Valcar-Travel&Service fino al 2022, ha lanciato nel professionismo fiori di atlete. Dalla stessa Balsamo a Consonni passando – fra le altre – per Guazzini, Alzini, Sanguineti, Gasparrini, Cavalli, Arzuffi, Confalonieri, Persico, Cipressi, Carbonari e Pirrone.

«A fine 2023 – racconta Arzeni – ci siamo incontrati con Elisa. La Valcar chiudeva e ci siamo detti che fosse brutto che tante ragazze giovani non avessero più l’occasione per correre. E così è nata l’idea di fare qualcosa. Ci siamo dati il 2024 per strutturarci e adesso vediamo dove si arriva. La base è sul Lago Maggiore, dalle mie parti, in Lombardia ma vicino al Piemonte. Così mi sono messo a cercare società giovanili maschili che avessero anche qualche ragazza. E ad esempio il Pedale Ossolano di Barale aveva delle ragazze, fra cui le nipoti di Elisa Longo Borghini, e ce le ha passate».

Marta Della Vedova (a sinistra) e Layla Dresco, rispettivamente allieve di secondo e primo anno. Ecco la nuova maglia
Marta Della Vedova (a sinistra) e Layla Dresco, rispettivamente allieve di secondo e primo anno. Ecco la nuova maglia

Una cosa ben fatta

Arzeni non è uno che fa le cose tanto per fare. La sua Valcar teneva testa alle WorldTour e spesso le batteva, perché le ragazze non avevano nulla di meno. E così anche questa volta, pur parlando di ragazze molto giovani, il livello di assistenza che riceveranno sarà di prima categoria.

«Sulla maglia realizzata da Santini abbiamo sponsor importanti – spiega – non vogliamo fare figuracce. Io sono il presidente, il direttore sportivo è Gianfranco Camotti, che ha sempre lavorato nei settori giovanili, il team manager è Davide Plebani. Vogliamo che le cose siano fatte bene. Avremo il supporto dei loro genitori. Fra le ragazze c’è anche la figlia di Marco Della Vedova, che ha smesso di fare il diesse perché il lavoro di RCS Sport lo assorbe troppo, ma ci darà una mano con la preparazione. Le ragazze hanno bisogno di un riferimento e non si può pensare di mandarle da sole per strada. Per cui avremo chi le seguirà in Piemonte, come a Bergamo. E’ un’idea che nasce da noi, ci teniamo. Avremo bici Guerciotti e l’ambizione di fare in due anni un team juniores. Ci siamo detti di fare la categoria che il nostro budget ci avrebbe premesso, anche se partire con una squadra juniores da subito sarebbe stato quasi più facile».

Elisa Balsamo è sponsor della squadra che vestirà le maglie della collezione Santini da lei disegnata
Elisa Balsamo è sponsor della squadra che vestirà le maglie della collezione Santini da lei disegnata

Due ritiri e la Coppa d’Oro

Sarà interessante seguire gli allenamenti o i momenti in cui Elisa Balsamo sarà con loro: lei che la strada verso l’iride l’ha percorsa proprio partendo dalla Valcar e portandone la maglia sul tetto del mondo nel 2016 a Doha da junior e poi nel 2021 a Leuven da elite.

«Elisa è molto coinvolta – dice Arzeni – come anche Davide, suo marito. Sulla maglia c’è anche il nome Valcar e non vi nascondo che Valentino Villa è ancora un consigliere molto importante. Ad ora sta un passo indietro, si è ripreso la sua vita. Vediamo se sarà ancora così quando inizieranno le corse. Per ora abbiamo 11 ragazze: 6 allieve e 5 esordienti. L’attività sarà nazionale, soprattutto con le allieve. Faremo un primo ritiro a carnevale, quando non avranno la scuola. Poi, visto che per loro è molto importante, ne faremo un altro a settembre per preparare la Coppa d’Oro. Arrivo da una squadra WorldTour, dove il ciclismo è al 100 per cento un lavoro. Qui mi diverto, il ciclismo mi piace in tutte le sue forme e questo è un ritorno allo sport fatto solo di passione. Abbiamo solo volontari, io non ci guadagno niente, Elisa ci mette i soldi».

Basterebbero i nomi di Santini, Valcar e PBM per far capire che ci sono le basi per crescere
Basterebbero i nomi di Santini, Valcar e PBM per far capire che ci sono le basi per crescere

Lavorare sulla base

C’è il gusto di fare, ma c’è soprattutto una presa di coscienza non proprio esaltante del momento del ciclismo femminile tra le più giovani. Il WorldTour rischia di diventare fumo negli occhi, perché il serbatoio da cui attinge rischia di impoverirsi un po’ ogni anno.

«Nonostante io sia di Varese – analizza Arzeni – non abbiamo una sola ragazza di qui. Rispetto a 20 anni fa ci sono meno squadre e di conseguenza meno ragazze che fanno ciclismo. Quelle che vogliono andare avanti sono costrette a spostarsi, anche per allenarsi. La strada fa paura ed è il motivo per cui collaboriamo con L’Equilibrio Cycling School una società che fa solo fuoristrada e forse per questo ha cento ragazzini. La nostra idea è lavorare sulla base, magari anche contribuendo all’attività: anche questo fa parte del progetto».

Questa la formazione che sta correndo nel cross: i ragazzi sono un’eccezione. Da sinistra, Passoni, Ponti, Gorlani, Cipriani
Questa la formazione che sta correndo nel cross: i ragazzi sono un’eccezione. Da sinistra, Passoni, Ponti, Gorlani, Cipriani

Al momento le maglie Santini disegnate da Elisa Balsamo sono impegnate nel cross, ma si tratta di una breve parentesi dovuta alla passione di Arzeni per il cross e all’interesse di Guerciotti. Dal nuovo anno, quando tutti i nullaosta saranno nel cassetto, la società si occuperà soltanto di donne. Visti i nomi e i soggetti coinvolti, sarà di certo una cosa ben fatta.

EDITORIALE / Non tutte le UAE riescono (subito) col buco

19.08.2024
6 min
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C’era una volta la Valcar-Travel&Service, squadra continental italiana, voluta, creata e plasmata dalla competenza e la passione di Valentino Villa e Davide “Capo” Arzeni. Oggi le sue atlete migliori sono sparpagliate fra la Lidl-Trek, la Uae Team Adq, la FDJ-Suez e la Cofidis. Se ne parlava giusto qualche giorno fa con Roberto Amadio, individuando in essa l’esempio migliore di una squadra italiana, capace di valorizzare alcune fra le migliori atlete, lavorando in stretta collaborazione con la FCI.

Dino Salvoldi non faceva sconti, ma con Arzeni aveva trovato un punto di incontro. E uno dopo l’altro erano arrivati i due mondiali su strada di Elisa Balsamo, la Gand-Wevelgem, la Ronde Van Drenthe, il Trofeo Binda e la Valenciana. Oltre ai risultati in pista di quel gruppo di ragazzine terribili che ancora oggi rappresentano la struttura portante della nazionale di Marco Villa. Come ebbe modo di dirci Arzeni, la squadra bergamasca si era guadagnata il rispetto degli squadroni a suon di risultati.

Nel 2021, vinto il mondiale di Leuven, Elisa Balsamo conquista The Women’s Tour, prima di passare alla Lidl-Trek
Nel 2021, vinto il mondiale di Leuven, Elisa Balsamo conquista The Women’s Tour, prima di passare alla Lidl-Trek

La bomba del WorldTour

Il WorldTour ha travolto il mondo di queste squadre come una bomba d’acqua. E quando alla fine il quadro si è ricomposto, si è scoperto che per le continental andare avanti sarebbe diventato ogni anno più difficile. I più scaltri si sono fatti assorbire da realtà più ricche. Sono andati incontro alla loro necessità di strutturarsi con un team femminile e ne sono diventati parte integrante.

La Valcar ha sperato fino all’ultimo di trovare un grosso sponsor che le consentisse il salto nella categoria superiore. Tuttavia alla fine patron Villa ha dovuto arrendersi. Campionesse come Cavalli, poi Balsamo, Guazzini , Alzini e Sanguineti hanno firmato in squadre WorldTour, mentre altre hanno continuato con Arzeni fino al 2022.

Quinta al Tour Femmes 2022, Silvia Persico arriva terza alla Planche des Belles Filles
Quinta al Tour Femmes 2022, Silvia Persico arriva terza alla Planche des Belles Filles

Sparisce la Alé-BTC

Nel frattempo il panorama italiano ha subito un altro colpo, con l’acquisizione della licenza WorldTour della Alé-BTC Ljubljana da parte del neonato UAE Team Adq. Dopo il secondo Tour di Pogacar, parve impellente per il gruppo degli Emirati avere una squadra femminile, che assecondasse le politiche di emancipazione. Così fu Gianetti a suggerire il nome di Rubens Bertogliati come team manager. Mentre a capo della struttura si trovò sin dall’inizio Melissa Moncada, manager colombiana che aveva preso parte anche all’acquisizione di Colnago.

Forte della guida di Lacquaniti e Devoti, il primo anno andò bene. Non si fece che proseguire l’attività e il metodo della squadra veneta, con quattro vittorie di Marta Bastianelli e quattro di “Mavi” Garcia. Volendo ancora crescere, l’anno dopo fu proprio Bertogliati a propiziare l’assorbimento del gruppo guidato ancora da Arzeni. Così alla UAE passarono atlete come Consonni, Persico, Gasparrini, Baril e Carbonari. Lacquaniti non fu confermato, mentre accanto ad Arzeni arrivò l’espertissimo Marcello Albasini.

Il claim delle manager è la voglia di eguagliare le imprese del team maschile, senza riflettere sul fatto che certi picchi non arrivano semplicemente mettendo insieme atleti, soldi e mezzi. Lo spiegamento di mezzi del team alle corse è piuttosto impressionante, ma non sempre i risultati sono all’altezza di tanta abbondanza. E quando alla fine del 2023 Bertogliati rassegnò le dimissioni si capì che qualcosa non andasse per come il ciclismo classico avrebbe suggerito. E suona ancora strano che la compagine maschile del team emiratino non sia coinvolta e non voglia esserlo nella gestione del femminile.

Arzeni, qui con Karlijn Swinkels, è stato al UAE Team Adq per una stagione e mezza
Arzeni, qui con Karlijn Swinkels, è stato al UAE Team Adq per una stagione e mezza

Se ne va anche Arzeni

Il 2024 è iniziato con l’inserimento di nuovi preparatori e la necessità che Arzeni non allenasse più le “sue” ragazze. Il criterio può essere condivisibile: ciascuno deve fare la sua parte, senza intrecci di competenze. Forse per avvalorare la decisione, al ritiro di dicembre i direttori sportivi sono stati lasciati a casa. Le ragazze hanno così trascorso quelle due settimane con i soli preparatori. Un tempo non si diceva che il ritiro invernale serva per creare il gruppo?

Al posto di Bertogliati è arrivata Cherie Pridham e di recente nel ruolo di Head of Business and Communication è stata ingaggiata Yana Seel. La manager era già nota nel ciclismo per aver allontanato Vinokourov dalla “sua” Astana. Tornato come era prevedibile il kazako alla guida del team, per lei si chiusero le porte. Destino simile alla Lotto-Dstny. Chiamata del team manager John Lelangue, dopo due anni e le dimissioni di quest’ultimo, anche Yana Seel ha cambiato direzione.

Sta di fatto che i risultati del 2024 sono stati finora ben al di sotto delle potenzialità del team. Le vittorie sono 10, fra cui 2 di Gasparrini, 3 di Consonni e una di Silvia Persico. Ragazze attese a importanti consacrazioni (fa eccezione l’oro olimpico di Consonni, che poco c’entra con la gestione UAE), hanno perso il filo. E quando anche Arzeni ha dato le dimissioni alla vigilia del Giro, si è capito che ci fosse in atto qualcosa di atipico. Probabilmente è ingiusto puntare il dito sulle atlete che non rendono come dovrebbero, se la gestione della squadra cambia di continuo direzione e linee guida.

La migliore del UAE Team Adq al Tour Femmes è stata Erica Magnaldi, 12ª a 9’16” da Niewiadoma
La migliore del UAE Team Adq al Tour Femmes è stata Erica Magnaldi, 12ª a 9’16” da Niewiadoma

C’era una volta la Valcar

C’era una volta la Valcar-Travel&Service, come ci sono state prima la Lampre e la Liquigas. Squadre in cui la matrice italiana ha avuto per anni a cuore lo sviluppo dei talenti. Quello che è venuto dopo, giusto o sbagliato, ha fatto passare in secondo piano le esigenze del movimento ciclistico italiano. I migliori atleti sono stati consegnati a manager di altre nazionalità che hanno a cuore altri obiettivi. Ecco perché serve un team WorldTour italiano che sappia tenere insieme i migliori uomini e le migliori donne. Con i rispettivi devo team e i bravissimi tecnici che da anni hanno trovato fortuna all’estero.

Se bastassero i soldi, la UAE Team Adq avrebbe già vinto il Giro e il Tour. Invece ne è uscita con le ossa rotte e – ormai ne siamo quasi certi – non per scarsa volontà o qualità delle atlete. Nel giro di sei mesi si sono dimessi due dei riferimenti che avrebbero potuto farne la fortuna. Non crediamo che questo sia soltanto l’indice della voglia di cambiare. Si cambia se qualcosa non funziona o se si ha in mano una soluzione che funzioni meglio. Altrimenti si distrugge e dispiace che ci vadano di mezzo atlete italiane che meriterebbero di più negli anni migliori della carriera. Speriamo che il nuovo management trovi presto la strada, che probabilmente passa per step molto più semplici di quanto si creda.

Aria nuova alla UAE Adq e il 2024 con gli occhi di Arzeni

03.01.2024
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Pochi giorni al via della nuova stagione. Fra due giorni il primo gruppo di ragazze del UAE Team Adq partirà per l’Australia, mentre le altre si ritroveranno da lunedì sulle strade spagnole. Davide Arzeni, il Capo che la squadra emiratina ha voluto sull’ammiraglia, ragiona sulle atlete a sua disposizione. Fra le novità dal nuovo anno, c’è che i direttori sportivi non saranno più coach delle loro atlete, per cui Arzeni ha smesso di allenare Persico, Consonni, Carbonari e Gasparrini. Niente di troppo strano, a dire il vero, anche nelle altre WorldTour funziona così. Semmai suona insolito il fatto che dopo i primi quattro giorni del ritiro di Oliva di dicembre, fatti i programmi, i direttori sportivi siano stati mandati a casa, lasciando le ragazze con gli allenatori. Se il ritiro serve per creare intesa fra atlete e chi le guiderà in corsa, questo è decisamente anomalo.

Davide Arzeni con Silvia Persico: da quest’anno il tecnico non prepara più la bergamasca, che punta su Fiandre e Giro
Arzeni con Persico: da quest’anno il tecnico non prepara più la bergamasca, che punta su Fiandre e Giro
Rispetto al primo anno, la struttura del team sembra più solida. Tutti i ruoli coperti, Cherie Pridham come general manager e i diesse a sua disposizione.

La divisione dei ruoli avviene anche in altre squadre, quindi mi sta anche bene, anche se io ho la passione per l’allenamento. La struttura è divisa in aree, quindi a livello di organigramma sembra tutto più strutturato. Ci sono l’head of performance, l’head of sport, il responsabile dell’area medica, quello della nutrizione e c’è il responsabile della comunicazione. E’ cominciato tutto da pochissimo, quindi dovremo capire bene come andranno le cose. Non c’è invece la suddivisione delle atlete per direttori sportivi, forse perché 16 ragazze sono ancora un numero gestibile trasversalmente. Semmai la divisione sarà per calendario e caratteristiche tencniche.

Sarebbe a dire?

Ci sono atlete che fanno le classiche delle Fiandre, chi quelle delle Ardenne e ci saranno dei direttori sportivi che faranno le une o le altre. Quindi inevitabilmente si ritroveranno a lavorare per periodi più lunghi con lo stesso gruppo di ragazze. Io ad esempio farò tutta la parte fiamminga fino alla Roubaix e sarò con le ragazze che le hanno nel programma. Siamo in cinque direttori, ognuno farà la sua parte. Per cui anche se tutti sanno che Arzeni per passione farebbe tutto il calendario, mi occuperò delle corse delle Fiandre, poi di gare come la Ride London, il Liberazione e poi del Giro d’Italia.

Punterete ancora su Persico e Magnaldi? Come dividerete le ragazze per la classifica dei Giri?

Salvo qualche sorpresa, i nomi sono quelli e anche la ragazza russa, Alena Ivanchenko, che secondo me è portata per le corse a tappe. Deve solo risolvere i problemi di visto con la Russia, perché non ha quello definitivo per lavorare in Europa e ogni tre mesi deve richiederne uno nuovo, ma stiamo lavorando perché presto lo abbia. L’idea sarebbe di proporre a Erica Magnaldi di ripetere il calendario 2023, dato che ha funzionato bene. Quindi Vuelta, Giro e Tour, però scegliendone uno su cui puntare forte e l’idea è che sia il Tour de France.

Per Arzeni, con la condizione dei mondiali di Glasgow, Consonni potrebbe fare un grande Fiandre (foto Instagram)
Per Arzeni, con la condizione di Glasgow, Consonni potrebbe fare un grande Fiandre (foto Instagram)
Come mai?

Non c’è una crono lunga e, anche se nelle prime tappe in Olanda ci sarà vento, lei è migliorata molto. Per cui con il suo coach abbiamo pensato che il Tour sia la corsa ideale per fare classifica, con il finale sull’Alpe d’Huez che la potrebbe favorire. Anche se mi resta il dubbio se sia più dura l’Alpe o la doppia scalata del Block Haus che faremo al Giro d’Italia. Sono 3.600 metri di dislivello in una sola tappa, va vista bene.

Prima del Giro ci saranno le corse fiamminghe, con chi andrete?

Lì secondo me abbiamo una squadra molto competitiva. C’è Silvia Persico con un anno in più. Farà anche qualcosa delle Ardenne, ma si dedicherà di più alle Fiandre, le corse che a lei piacciono di più. L’anno scorso ha fatto una super gara e secondo me avrebbe anche meritato il podio. Si è ritrovata in mezzo a tre della SD Worx e poi con Lotte Kopecky e alla fine abbiamo visto come è finita.

Un obiettivo potrebbe essere quello di ritrovarsi in finale quantomeno con due ragazze?

Questo è un obiettivo importante, sicuro, quello che ci è mancato l’anno scorso. Eravamo sempre presenti in tutti i finali, ma con una sola ragazza. L’obiettivo è quello di arrivarci con due o più atlete che possano giocarsi il podio, permettendo anche a chi è in ammiraglia di… divertirsi un po’ di più con qualche tattica. Se in un gruppetto di dieci, la SD Worx ne ha tre e tu solo una, hai poco da inventare. Ma l’obiettivo è questo, lo avete centrato.

Gasparrini ha corso spesso con Bastianelli, spiega Arzeni, per acquisirne il mestiere e l’esperienza. Qui a De Panne
Gasparrini ha corso spesso con Bastianelli, spiega Arzeni, per acquisirne mestiere ed esperienza
E chi vedi a giocarsi un Fiandre sino in fondo?

Per esempio per il Fiandre, oltre a Sivlia vedo Bertizzolo e se Chiara Consonni ritrova la condizione che aveva ai mondiali di Glasgow, ci metto anche lei. Se va a quel modo, nelle classiche di questo tipo non fa regali a nessuno. Certo, bisogna fare i conti con gli avversari che sono fortissimi.

Lei ha vinto Waregem, quanto è più duro il Fiandre per le ragazze?

Tanto. Forse a Waregem c’è più pavé, ma ad esempio non c’è il Vecchio Qwaremont. Quello per gli uomini è un punto importante, ma per le donne è una salita vera. E’ lungo 3 chilometri e mezzo al 4-5 per cento, se lo misuri da sotto, ma credo che Chiara possa fare bene. E poi c’è la Gasparrini, che deve confermare la sua crescita. Sarà all’ultimo anno da under 23, quindi l’ultimo anno da giovane, mi aspetto che anche lei venga fuori bene. Insomma, secondo me arriviamo con una squadra abbastanza solida e anche i nuovi acquisti non mi dispiacciono.

Ora che Marta Bastianelli ha smesso, chi potrà prendere il suo posto in squadra?

Credo che a livello atletico, possa essere proprio Gasparrini, che non per caso ha fatto tutta la scorsa stagione in camera con lei. A livello di personalità, invece in quel ruolo la leader naturale potrebbe essere Sofia Bertizzolo. Però di Bastianelli io ne ho conosciuta una sola, sono stato il direttore sportivo della sua ultima vittoria. Con Marta mi sono trovato benissimo, non avevo mai lavorato con un professionista di questo calibro, ma credo che al mondo ce ne siano veramente poche come lei, quindi per me è stata fonte di insegnamenti per il mio futuro. Un vero onore.

Anastasia Carbonari (al centro) è stata voluta nel team WorldTour dalla dirigenza (foto UAE Team Adq)
Anastasia Carbonari (al centro) è stata voluta nel team WorldTour dalla dirigenza (foto UAE Team Adq)
Avete fatto firmare in extremis Anastasia Carbonari.

E ne sono contento, anche perché il suo nome è venuto direttamente dal management della squadra. Ha 24 anni, però come carriera è ancora giovane, nel senso che ha cominciato a respirare un po’ di WorldTour con me alla Valcar. Intanto è una ragazza che farà le Olimpiadi, i mondiali e anche gli europei. E se il percorso non è durissimo, come agli europei di due anni fa, può fare la sua parte (a Monaco 2022, Anastasia fu 13ª nella volata del gruppo, ndr). Per lei questo è un anno veramente decisivo. Sta lavorando tanto con il suo preparatore e dicono che di solito il lavoro paga, quindi mi aspetto una buona stagione.

Programmi immediati?

Il primo gruppo parte a breve per l’Australia e oltre a Bertizzolo ci sarà Dominika Wlodarczyk, una giovane ragazza polacca che potrebbe essere la rivelazione dell’anno. Noi invece partiamo con un altro ritiro lunedì prossimo e saremo via fino al 23, due giorni prima dell’inizio delle gare di Mallorca. Faremo le tre prove della Challenge di Maiorca. Insomma, stiamo per cominciare. E abbiamo tanta carne al fuoco.

Nuovo allenatore, il tabù di Parigi e più ore: è la Consonni 2.0

28.12.2023
6 min
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OLIVA (Spagna) – L’ultima volta che con Chiara Consonni si parlò di Olimpiadi, anche il suo spirito indomito traballava. Il cittì Salvoldi l’aveva lasciata fuori da quelle di Tokyo e la bergamasca non la prese affatto bene. Forse per questo se il discorso finisce su Parigi 2024, Chiara preferisce non parlarne.

Il primo anno in WorldTour ha portato quattro vittorie e tanti piazzamenti, correndo accanto a una leader come Marta Bastianelli, da cui Chiara ha avuto tanto da imparare. In più è arrivata la chiamata nelle Fiamme Azzurre, a coronare un lungo inseguimento. Nel frattempo c’è stato da lavorare per trasformare la frizzante “Conso” in una professionista irreprensibile, con la certezza che i margini siano ancora molto ampi.

«Sto cercando di mettere a posto le piccole cose – dice Consonni – per iniziare al meglio. La pausa è stata breve, sembra ieri che eravamo ancora in Cina. Ci sono state tante cose da fare e ora siamo pronti a ripartire. Il 10 gennaio ci saranno gli europei in pista, quindi iniziamo subito a bomba. E’ un po’ presto, ma va bene per capire a che punto siamo come gruppo e come prestazioni».

A Glasgow, Consonni ha corso il quartetto e la madison, conclusa da sola per la caduta di Martina Fidanza
A Glasgow, Consonni ha corso il quartetto e la madison, conclusa da sola per la caduta di Martina Fidanza
Con la nazionale vi siete visti a Noto, cosa avete fatto?

Abbiamo fatto strada, tanta strada. Faceva caldo, quasi 25 gradi: meglio che in Spagna. Abbiamo iniziato a creare già il gruppo della pista, stare con quelle ragazze mi diverte sempre, quindi è stato bello. Siamo stati una decina di giorni, tornata a casa ho fatto un po’ di pista e poi siamo venuti qui.

Vittoria Guazzini ha detto che il focus del suo 2024 saranno le Olimpiadi.

Non lo so, per me è un argomento tabù. Tre anni fa ho cercato di giocarmela, ma è andata a finire male. Da ogni sconfitta ci si rialza e si cerca di migliorare quello che non è andato. Quindi sto facendo questo: sto cercando di diventare migliore per meritare quel posto.

Per il secondo anno consecutivo, Consonni ha vinto l’ultima tappa del Giro: nel 2022 a Padova, nel 2023 a Olbia
Per il secondo anno consecutivo, Consonni ha vinto l’ultima tappa del Giro: nel 2022 a Padova, nel 2023 a Olbia
Che cosa rimane dopo una simile delusione?

Tanta voglia di riprovare. Sicuramente penso di essere maturata come atleta e come persona, quindi ho molta più consapevolezza di quali sono i miei mezzi e l’intenzione di usarli al meglio. E poi c’è l’ambizione di perfezionare tutti gli aspetti cui magari prima non davo importanza e invece sono essenziali.

Quindi a Parigi non ci pensi?

No, per adesso no. Per ora il mio focus è fare bene agli europei. Poi iniziare bene su strada, sicuramente nelle classiche. Abbiamo una bella squadra, ci sono 2-3 ragazze che possono aiutarmi nei finali in volata e cui a mia volta anche io posso dare una mano, quando il finale sarà più adatto a loro. Poi da metà stagione in poi, vorrei focalizzarmi sulla pista e vedere cosa si riuscirà a fare.

Sin dagli anni della Valcar, Arzeni allenava le sue ragazze. Ora non è più possibile: il team non vuole sovrapposizioni di ruoli
Sin dagli anni della Valcar, Arzeni allenava le sue ragazze. Ora non più: il team non vuole sovrapposizioni di ruoli
Nel frattempo anche tu hai cambiato preparatore, come va senza Arzeni?

Sono aumentate quantità e qualità. Ho fatto più palestra. Siamo riusciti a mettere insieme una serie di piccoli cambiamenti, cercando di perfezionare anche certi lavori. Ho iniziato a lavorare con Luca Zenti. Sicuramente è una persona nuova, che però mi conosce poco. Ugualmente ho tanta voglia di lavorare anche con lui, mi trovo molto bene, quindi vediamo. Ovviamente il Capo rimane sempre il Capo, però la squadra ha preso questa decisione e abbiamo dovuto cambiare, non c’è stato tanto da scegliere.

La squadra sta crescendo, sono arrivati volti nuovi, come sta andando?

Sinceramente il fatto che mi abbiano aiutato a perfezionare il mio treno, sistemando quello che nell’ultima stagione non è andato sempre bene, mi motiva ancora di più. Mi fa capire che credono in me e questo mi dà tanta motivazione. L’obiettivo è andare avanti e migliorarci sempre.

Dopo aver corso Giro e Tour, ai mondiali di Glasgow si è visto il miglioramento di Consonni in salita
Dopo aver corso Giro e Tour, ai mondiali di Glasgow si è visto il miglioramento di Consonni in salita
Il dramma dei velocisti, è sempre la salita. Come si fa a conviverci?

Sicuramente stando più attenti al peso, allenandoci per più ore come abbiamo cominciato a fare in ritiro. Le distanze più lunghe sono necessarie, anche perché quest’anno hanno aumentato ancora il chilometraggio delle gare, quindi diciamo che lo sprint viene dopo un miglioramento globale della resistenza. Abbiamo fatto blocchi di lavoro più intensi e più lunghi, poi prima degli europei il piano è di perfezionare il lavoro in pista, che viene bene anche per combattere il freddo.

Forse anche per questo alcune ragazze si sono riavvicinate al velodromo?

CI sono molti vantaggi. A me ha sempre dato il colpo di pedale che mi mancava, quindi non è per caso che anche altre ragazze si siano riavvicinate al velodromo. Prima del ritiro è venuta anche Sofia Bertizzolo. Sono lavori che magari sembrano faticosi se non li facevi da 3-4 anni, ma che se mantieni costanza per tutto l’inverno, ti aiutano tanto anche nelle classiche su strada. A me che sono velocista danno tanto anche nei cambi di ritmo in volata. Al punto che se in futuro non dovessi più correre in pista a livello internazionale, continuerei comunque ad usarla in preparazione.

Tour of Guangxi, ultima tappa alle spalle. Un filo di trucco per il podio e la stagione è finita così
Tour of Guangxi, ultima tappa alle spalle. Un filo di trucco per il podio e la stagione è finita così
C’è stata davvero una sterzata nel gruppo pista dopo il discorso di Amadio a Glasgow?

Quello che è successo ha una ragione precisa. Il cambiamento di due anni fa, con la pista passata tutta nelle mani di Villa, per noi ragazze è stato drastico. Ci siamo ritrovate a cambiare tutto il nostro modo di lavorare e gestire gli allenamenti. Il primo anno è andata bene, il secondo anno un po’ meno, ma stiamo imparando dai nostri errori. Ci stiamo organizzando per andare in pista più spesso e questa cosa deve partire soprattutto da noi. Sappiamo che lavorando bene, possiamo dire la nostra, quindi sta a noi organizzarci. Anche perché siamo diventate grandi, quindi riusciamo a capire quali sono le nostre esigenze e riusciamo a tenere unito il gruppo.

Scegliamo una classica che vorresti vincere?

La Dwars door Vlaanderen. Nel 2022 l’ho vinta, ma ho fatto anche seconda per due volte, l’ultima proprio quest’anno. Mi piacerebbe vincerla ancora, il percorso mi piace tantissimo e parto sempre motivata, perché so che posso dare tanto. E’ un piccolo Fiandre. Ma se devo pensare in grande e alzare il tiro, mi piacerebbe anche la Gand-Wevelgem, che è la gara del cuore da quando ero piccolina.

Le distanze crescono, Gasparrini si rimbocca le maniche

27.12.2023
5 min
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OLIVA (SPAGNA) – Con la benedizione di Marta Bastianelli. Eleonora Camilla Gasparrini non è più la ragazzina con lo sguardo impertinente, ma un’atleta con la maiuscola. E Marta se ne è accorta semplicemente vivendole accanto nell’ultima stagione della carriera.

La “Gaspa” era annunciata da Arzeni sin da quando era poco più di una junior e, forte di un titolo europeo, si era affacciata nel grande gruppo con la maglia della Valcar. La sua presenza era stata per il “Capo” il modo per digerire più facilmente la partenza di Elisa Balsamo prima e poi delle altre grandi.

«Stiamo crescendo piano piano – sorride – ogni anno si si fa un passo in più nel modo giusto. Inizio anche a vedere qualche risultato, quindi sono contenta. Leggere quelle parole di Marta è stato un grande onore. La scorsa stagione ho avuto modo di avere tanto a che fare con lei. Siamo riuscite a confrontarci spesso e sentirla parlare a quel modo mi ha dato tanto morale».

Eleonora Camilla Gasparrini è nata a Torino il 25 marzo 2002. Nel 2020 ha vinto l’europeo juniores, dal 2022 è alla UAE
Eleonora Camilla Gasparrini è nata a Torino il 25 marzo 2002. Nel 2020 ha vinto l’europeo juniores, dal 2022 è alla UAE

Il WorldTour a vent’anni

La “Gaspa” ha il piglio del monello e il rigore della professionista. Questo testimonia il carattere e insieme fa capire che l’arrivo del WorldTour ha stretto le maglie anche fra le ragazze.

«Il modo in cui si convive con questa disciplina – spiega – è una cosa molto soggettiva. Per me non è un peso e lo faccio perché mi piace. Mi piace anche essere professionale, ma è chiaro che per i livelli a cui è adesso il ciclismo, è necessario fare delle rinunce. A essere onesta però, ho anche il modo di divertirmi e il tempo per farlo, ovviamente nei giusti momenti. Da fine ottobre a fine novembre si può mollare al 100 per cento. Invece durante la stagione ci sono magari periodi in cui fare un passo indietro per ricaricarsi un po’, ma senza fare chissà cosa. Già stare in famiglia in questo periodo e vedersi con gli amici prima che parta la stagione è una bellissima opportunità».

Le distanze crescono

Siamo in una fase di passaggio. Traghettato il movimento verso il professionismo, adesso l’UCI ha messo mano alle distanze di gara, aumentandole.

«L’aumento delle distanze – conferma Gasparrini – è un dato oggettivo. Io sono sempre stata abituata a non fare troppe ore, puntando più sull’intensità. Adesso invece c’è da allungare e lo stiamo facendo anche in questo caso in modo graduale. Mi rendo conto che sto vivendo il periodo di passaggio, facendo tutto per gradi. Quando faccio la distanza, si tratta solo di endurance, senza lavori in particolare. Comunque siamo sopra le quattro ore. Però un conto è farle da sola, altro è farle in gruppo. In questo caso infatti, come in ritiro, si può allungare.

«In Spagna abbiamo cercato di sfruttare il caldo e il bel tempo. Per i lavori di intensità si lavora a casa, anche se fa freddo, magari ricorrendo a qualche seduta indoor sul ciclomulino e andando un paio di volte in palestra. E comunque d’inverno non c’è solo la bici, a casa c’è anche lo sci di fondo, visto che abito vicino a località sciistiche. E’ anche il modo per svagarmi un po’». 

Nel 2023 per Gasparrini ci sono stati 52 giorni di gara, con la vittoria al Tour de Suisse
Nel 2023 per Gasparrini ci sono stati 52 giorni di gara, con la vittoria al Tour de Suisse

Lo sguardo sull’Amstel

Il tempo di spiegare che sui rulli preferisce la musica alle serie tv, che diventano un’ottima compagnia quando c’è solo da far girare le gambe, poi Gasparrini solleva il velo sulle ambizioni per la prossima stagione.

«Vorrei avere più lucidità nei momenti clou delle gare – dice – perché a volte perdo l’attimo, vorrei cercare di essere più pronta. Mi rendo conto che con l’esperienza, inizi a leggere le gare in maniera diversa e a capirle meglio. Nonostante da junior abbia vinto bene, qui c’è un altro mondo. Nelle juniores eravamo solo italiane e con un modo di correre totalmente diverso. Nelle poche esperienze che avevo fatto con la nazionale, avevo visto parecchie differenze nelle tattiche delle straniere. Un obiettivo per il 2024? Vi direi una classica che quest’anno ho fatto per la prima volta, cioè l’Amstel Gold Race. Secondo me potrebbe essere adatta alle mie caratteristiche. Un percorso misto e vario, con un arrivo leggermente all’insù che potrebbe fare per me».

Al Tour Femmes con “Yaya” Sanguineti: le ragazze della Valcar si cercano in continuazione
Al Tour Femmes con “Yaya” Sanguineti: le ragazze della Valcar si cercano in continuazione

Lo spirito Valcar

Con la benedizione di Marta Bastianelli, che però non è più parte del gruppo. La sua uscita ha ridisegnato gli equilibri in seno al UAE Team Adq, con atlete come Chiara Consonni, Silvia Persico ed Erica Magnaldi a raccoglierne il testimone. E con Arzeni in ammiraglia, anche se non più unico capo, in qualche modo lo spirito della Valcar aleggia ancora.

«Credo che ricreare la Valcar da qualche altra parte – sorride – sia quasi impossibile. Però c’è lo spirito giusto e arrivano anche i risultati. C’è un bel gruppo, siamo uniti, ci divertiamo e anche quello è importante, visto che stiamo tantissimo tempo via da casa. Ci rendiamo conto che il ciclismo sta crescendo e bisogna stare al passo, anche a livello di struttura di squadra. Sono arrivate nuove figure professionali, ma se si vuole una struttura ben solida, bisogna fare assolutamente così».

Carbonari, una videochiamata le ha cambiato la vita

01.12.2023
7 min
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Una videochiamata che doveva essere di semplice programmazione e invece le ha cambiato la vita. Così Carbonari ha saputo che sarebbe passata nel UAE Team ADQ, anziché fare un’altra stagione nel “devo” team. E’ successo il 13 novembre e probabilmente quel giorno la marchigiana se lo ricorderà a lungo.

La storia, in breve, dice che Anastasia ha vissuto un 2023 a corrente alternata, per tutta una serie di motivi personali e tecnici. Così dopo il mondiale, la scelta da prendere sembrava obbligata: trovare un’altra squadra e salutare Davide Arzeni che aveva creduto in lei portandola alla Valcar e poi alla UAE. Sembrava che la scelta stesse per cadere sulla Israel Premier Tech, quando la marchigiana ha riflettuto e ha cambiato decisamente rotta.

«E’ innegabile che non fossi molto soddisfatta di come è andata questa stagione – racconta – quindi le aspettative di passare nel team World Tour le avevo accantonate. Obiettivamente avevo fatto alcuni buoni piazzamenti, quando ho corso con la prima squadra mi sono sempre fatta vedere, come dicevano anche i report dei direttori sportivi. Però a ottobre ancora non sapevo nulla e così ho pensato di trovare un altro team e ne ho parlato direttamente con Camila (Maria Camila Garcia, Head of Strategy del team, ndr) perché avevo due anni di contratto con il “devo” team. Lei mi ha detto che se avessi trovato una squadra più grande, mi avrebbero lasciata libera. Però lo ha detto in un modo che mi ha fatto pensare».

Al Thuringen Tour dominato dalla SD Worx, Carbonari ha lavorato (bene) per Marta Bastianelli
Al Thuringen Tour dominato dalla SD Worx, Carbonari ha lavorato (bene) per Marta Bastianelli
In che modo?

«Noi vogliamo il tuo bene e la tua crescita. Attualmente – ha continuato – non sappiamo se passerai nella prima squadra, ma se hai delle altre richieste, non saremo noi a fermare il seguito della tua carriera». Così ci ho pensato, mi è parso che ci tenessero davvero. E le ho risposto: «Guarda Camila, a questo punto preferisco rimanere un altro anno nella continental, ma con la possibilità poi di passare nella WorldTour, una delle più grandi del mondo. Piuttosto che fare un anno in una squadra più piccola e non avere tutto l’appoggio che ricevo qui». Era ottobre, poco dopo sono partita per una vacanza in Marocco e ci siamo salutate così.

Poi cosa è successo?

Mi ha ricontattato e mi ha detto che voleva fare una videochiamata con me, alla presenza di Cherie Pridham, il nuovo capo dei direttori sportivi. Anche l’anno scorso avevamo fatto delle videochiamate, in cui mi avevano presentato i preparatori e i direttori sportivi. Pensavo che fosse qualcosa del genere. Invece Camila mi ha dato la notizia che pensavo ormai impossibile: «Sarai nella prima squadra, la notizia è questa». La videochiamata è durata 20 minuti, perché lei ha visto che ero strafelice e che non capivo niente. Perciò ci siamo salutate dicendo che ci saremmo risentite quando avessi metabolizzato la notizia, per parlare di programmi, di direttori, preparatori e di contratto. «Adesso ti lascio un attimo libera – ha sorriso – perché mi sembri abbastanza provata!».

Cherie Pridham è arrivata al UAE Team ADQ come capo dei tecnici, prima era alla Lotto-Dstny
Cherie Pridham è arrivata al UAE Team ADQ come capo dei tecnici, prima era alla Lotto-Dstny
Come te lo ha spiegato?

Mi ha detto: «Sai, tante volte nella vita le scelte giuste ripagano. Noi vogliamo premiare la fedeltà che tu hai dato al team, preferendo rimanere un altro anno nella continental, piuttosto che andare in altri ambienti. Vogliamo premiare questa tua scelta e pensiamo che tu faccia al caso nostro per completare il team per il 2024. Il duro lavoro, l’impegno e i sacrifici nella vita ripagano e tu te la sei giocata bene».

Saresti rimasta davvero volentieri nella continental?

Magari avrei potuto fare l’anno buono che doveva essere il 2023, mettendomi in mostra. Avrei cambiato alcune cose nella preparazione e nell’avvicinamento alle gare. Questa notizia ovviamente è stata un valore aggiunto, una gioia in più. Cherie Pridham l’ho vista per la prima volta in quella chiamata e mi è piaciuta molto. Sembra una persona con molta personalità e molto tatto. Anche lei mi ha detto di festeggiare, perché poi ci sarà da rimboccarsi le maniche. A me piace avere questa concretezza in un direttore sportivo. Come Arzeni, che sa motivarti e darti il consiglio giusto, però è severo quando c’è da dire qualcosa di importante. Uno che ti rimette in carreggiata quando capisce che stai sbagliando.

Le vacanze in Marocco e poi la sorpresa del passaggio al team WorldTour (foto Instagram)
Le vacanze in Marocco e poi la sorpresa del passaggio al team WorldTour (foto Instagram)
Arzeni come ha commentato la notizia?

L’ho sentito la sera stessa. Camila mi aveva fatto promettere di non dire niente a nessuno, fino a che non avessi firmato il contratto, perché volevano essere loro a comunicarlo. Per cui non ho detto nulla neppure a Davide e lui un po’ ha fatto l’offeso. Io mi sono scusata, dicendo che lo avevo promesso a Camila e lui a quel punto mi ha messo in viva voce ed era lì con Camila e con Cherie. E mi hanno fatto ancora i complimenti per la correttezza.

Che cosa significa rimboccarsi le maniche?

Significa che partirò dall’Australia, quindi la stagione sarà subito bella impegnativa. Intanto ho iniziato a lavorare con un nuovo preparatore, che si chiama Dario Giovine e allena anche Erica Magnaldi, e mi sto trovando molto bene. Stiamo già lavorando in modo intenso, poi nel ritiro che inizia a Oliva il 7 dicembre sicuramente faremo un bel blocco di lavoro fino al 20.

Che cosa soprattutto ti ha impedito di ottenere risultati nel 2023 e su cosa lavorerai questo inverno?

Io penso che non sia stato un aspetto tecnico, ma più un fatto mentale. Non ho avuto problemi ad allenarmi bene e fare la vita atleta, perché è uno stile di vita che mi piace. Non mi pesa stare a casa il sabato e non andare a ballare, è una cosa che attualmente non mi interessa. Più che altro vorrei lavorare molto sull’approccio alle gare, su come gestire lo stress e l’ansia dello stare tanti giorni fuori. Sono energie che a fine stagione mi mancano, sono arrivata ad agosto sfinita. Quindi, dato che la prossima sarà una stagione molto impegnativa e molto più lunga, vorrei lavorare su questo aspetto. 

A chi hai dato la notizia per primo?

A Riccardo, il mio fidanzato. Il 2023 è stato un periodo duro per entrambi. Ci siamo trasferiti a Parma dalle Marche per il suo nuovo lavoro, che invece è andato molto male. Si è dovuto licenziare e mentalmente non ce la faceva più. Quindi abbiamo vissuto con uno stress molto grande, con un affitto sulle spalle a tre ore di macchina da casa. Ha messo in gioco le amicizie e il suo stress è diventato stress per entrambi. Anche perché io nel frattempo ero alle prese con aspettative diverse da quelle con cui ero passata alla continental.

A Glasgow con un 39° posto: il piazzamento è servito per guadagnare a Carbonari un posto alle Olimpiadi
A Glasgow con un 39° posto: il piazzamento è servito per guadagnare a Carbonari un posto alle Olimpiadi
Invece ora?

Invece ora c’è stata la svolta per entrambi. Io passerò alla WorldTour e lui ha trovato un nuovo lavoro che sta andando benissimo. Abbiamo vissuto un periodo difficile che ci ha avvicinato ancora di più. Il prossimo passo sarà scegliere un nuovo posto in cui vivere. Non c’è più ragione di stare a Parma, anche perché io non ho trovato compagni di allenamento e strade convincenti. Perciò stiamo pensando di andare verso Bergamo o Como, più vicine al suo lavoro e più comode per me per allenarmi, visto che ci sono molte mie compagne di squadra.

Al puzzle a questo punto manca solo il tassello delle Olimpiadi…

Altra cosa venuta fuori in modo del tutto inatteso. L’ho saputo mentre ero in vacanza in Marocco, ma non era ancora ufficiale. Quando lo è stato, la federazione lettone ha fatto un post su Facebook in cui mi hanno taggato, scrivendo che mi ero qualificata per le Olimpiadi. Sembrava che la qualificazione fosse impossibile, invece con il piazzamento al mondiale e il fatto che ci fossero dei posti liberi, mi hanno riaperto le porte. Insomma, questa volta a Capodanno abbiamo più di qualcosa per cui brindare. E’ stato davvero l’anno dei colpi di scena…

Persico, nuove figure e un inverno inedito per ripartire più forte

17.11.2023
6 min
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Tirare troppo la corda, anche quando si arriva da un buon periodo, rischia di produrre un effetto boomerang sugli impegni successivi. Il ciclismo attuale non regala nulla a nessuno e se si vuole restare in scia ai treni più veloci, ogni tanto si deve scendere a qualche compromesso. Se n’è accorta Silvia Persico che non ha mai mancato di dirci quanto fosse arrivata stanca oltremodo a fine stagione.

La bergamasca del UAE Team ADQ si è divisa tra club e nazionale, tra ciclocross, strada e gravel indossando sempre le vesti da leader. La sua generosità l’ha portata a vincere e cogliere piazzamenti di rilievo, ma anche a chiudere il 2023 con l’esigenza di dover ricaricare le batterie psicofisiche in maniera totale per poter iniziare la prossima annata al meglio, grazie anche a nuove figure. Persico è in una fase invernale inedita, nella quale dovrà rinunciare a qualcosa. Tutto finalizzato per stare più spesso assieme alle big con cui ha dimostrato di saper duellare. L’abbiamo sentita per conoscere quali sono i suoi programmi.

Magnaldi e Persico alla presentazione dei due Tour. Uno dei tanti impegni istituzionali cui partecipare (foto UAE Team ADQ)
Magnaldi e Persico alla presentazione dei due Tour. Uno dei tanti impegni istituzionali cui partecipare (foto UAE Team ADQ)
Silvia come stai trascorrendo questo periodo di off-season?

Con molta più calma rispetto agli anni precedenti anche se non sono mancati gli impegni istituzionali. Sono stata al bootcamp della squadra ad Abu Dhabi, poi a Parigi per la presentazione del Tour, infine ho fatto un po’ di vacanze tra Spagna e Malta. Ho ricominciato da poco più di una settimana con palestra, qualche pedalata e corsetta a piedi. Mi ci voleva proprio uno stacco di un mese senza bici.

Praticamente non ti era mai successo prima.

Esatto, ho sempre fatto un breve periodo di riposo e ricominciavo col ciclocross. Bisogna dire però che fino a due anni fa era una attività meno intensa di quella di adesso, anche se io ho sempre dato il massimo. Però quest’anno all’inizio ho fatto molta fatica e ad un certo punto non vedevo l’ora che finisse il 2023 perché ero molto stanca. Mi sono portata addosso un accumulo di stress iniziato lo scorso dicembre.

Non hai pensato che potevi chiudere in anticipo la stagione o mollare un po’ in qualche occasione?

Sì, avrei potuto, ma non è nella mia indole. Quando mi prendo un impegno, voglio sempre dare il massimo. Adesso mi rendo conto che la mia stagione è stata condizionata da questo. A fine gennaio al mondiale di ciclocross (dove ha chiuso quarta, ndr) stavo bene, ma subito dopo no. C’era il UAE Tour, la corsa di casa per la nostra squadra, e ho voluto accelerare i tempi per riprendermi. Sforzo che ho pagato dopo anche se laggiù ho chiuso terza nella generale. E’ stata un’annata strana, fatta di alti e bassi.

Ti aspettavi di più?

Onestamente sì, visto che venivo da un bel 2022. I risultati non mi sono mancati, ma non mi sentivo soddisfatta. Ho fatto un periodo nelle classiche col quarto posto al Fiandre e la vittoria alla Freccia del Brabante, però avvertivo un principio di stanchezza. Infatti le Ardenne le ho sofferte un po’ di più e alla Vuelta ho chiesto di non essere la leader. In estate sì, mi aspettavo di fare qualcosa in più, anche se sono molto contenta, ad esempio, di aver aiutato Erica al Giro Donne a curare la classifica (Magnaldi chiuderà quinta e Persico ottava, ndr). L’Italiano perso al fotofinish brucia, ma so che ci può stare. Ad agosto invece ero saltata di testa, mentre a settembre ho recuperato un po’ per gli ultimi appuntamenti (quinta al Romandia e all’europeo, ndr). Ho chiuso col mondiale gravel con lo spirito di divertirmi (finirà comunque seconda, ndr).

Nonostante tutto, hai ottenuto una vittoria e quattordici top five dimostrando che sei sempre stata davanti. Qual è la ricetta per trasformare quei piazzamenti in qualcosa di più?

Ci sono tanti dettagli che si possono migliorare. Devo prendere spunto dagli errori di quest’anno per evitare di commetterli ancora. Credo che fare un inverno più tranquillo possa tornarmi utile in termine di energie totali. Il cross al momento non rientra nei miei programmi. Sicuramente so che c’è da lavorare tanto e incrementare le ore di allenamento, curando maggiormente alimentazione e stretching. C’è anche un aspetto psicologico. Ad agosto ho iniziato un percorso con Manuela Ansaldo, una mental coach di Roma, per lavorare principalmente sulla Silvia persona prima della Persico atleta. E poi ho cambiato coach.

Racconta pure.

Quest’anno la squadra ha deciso che noi ragazze non potevamo essere più seguite da chi era anche diesse. Quindi dopo otto anni non mi allenerà più “Capo” (Davide Arzeni, ndr) e mi spiace perché era stato lui a non farmi smettere di correre tanto tempo fa. In compenso però conosco già il nuovo preparatore, Luca Zenti, che era nel nostro staff e con cui avevo lavorato per un periodo ristretto. Mi ha già dato tabelle interessanti anche nella corsa a piedi, che è quella che mi aiuta più di tutte a rilassarmi e scaricare tutto. Credo che sia giusto cambiare ogni tanto, perché può essere tanto stimolante.

Persico esulta ed SD Worx battuta. La Freccia del Brabante è sua grazie a sangue freddo e volata di rimonta.
Persico esulta ed SD Worx battuta. La Freccia del Brabante è sua grazie a sangue freddo e volata di rimonta.
Quali sono gli obiettivi della nuova Silvia Persico per l’anno prossimo?

Quello principale è guadagnarsi un posto per le Olimpiadi, poi fare un calendario più mirato. Più Fiandre che Ardenne, quantomeno per fare risultato. Vedremo come sarà il Giro d’Italia Women ma so già che vorrei correre il Tour Femmes per puntare alle tappe, perché sarà quasi impossibile per me fare classifica visto il percorso. Poi vorrei fare anche quelle gare di livello inferiore per staccare un po’ mentalmente. Sicuramente quest’anno la SD-Worx aveva una marcia in più, però per ridurre il gap con loro bisogna fermarsi, rifiatare e non farsi prendere dalla foga. Al Brabante l’ho fatto ed è andata bene. Il punto di partenza è quello.

Con Arzeni nel mondiale di Persico, fra tattica e calendario

20.08.2023
6 min
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Le parole di Elisa Longo Borghini sul mondiale donne hanno lanciato alcuni spunti di riflessione. Fra questi, uno riguarda Silvia Persico e il suo essere (forse) arrivata alla sfida di Glasgow stanca dopo Giro e Tour.

«E’ ancora giovane – ha detto Elisa – magari non sta facendo ancora dei carichi di lavoro super importanti. Ha fatto 10 giorni di Giro a tutta, poi due settimane per recuperare, poi di nuovo una settimana durissima al Tour. Può essere che sia arrivata un po’ stanca al mondiale».

Silvia Persico al momento si sta godendo le meritate vacanze, per cui abbiamo pensato di approfondire il discorso con Davide “Capo” Arzeni: il suo allenatore, che ne è stato anche diesse alla Valcar-Travel &Service e ora al UAE Team Adq (nella foto di apertura i due sono insieme poco dopo l’arrivo del mondiale).

Silvia Persico è stata la migliore delle azzurre, ma ha chiuso il mondiale allo stremo
Silvia Persico è stata la migliore delle azzurre, ma ha chiuso il mondiale allo stremo
Può essere vero quello che dice la “Longo”?

L’obiettivo principale per Silvia era il Giro, mentre al Tour è venuta a preparare il mondiale. Però lei per indole dà sempre tutto. Sarebbe bastato che non tenesse duro sul Tourmalet, per fare un esempio. Quindi forse non è uscita dal Tour stanca fisicamente, quanto piuttosto di testa. Perché fare classifica e anche le tappe è tanta roba. Sicuramente nel suo futuro ci sarà da rivedere questo aspetto.

Anche perché la sua stagione anche nel 2023 è iniziata con il cross.

Io sono un sostenitore del cross, ho pure il tatuaggio. Però è chiaro che il nuovo calendario della strada non aiuta e bisogna avere il coraggio di cambiare idea. Si parte ai primi di febbraio dal UAE Tour, che per noi è una corsa importantissima e quindi andiamo con le atlete migliori. Silvia è una di queste, quindi sicuramente dovrà rinunciare a fare una vera stagione di cross. Non abbiamo ancora definito nulla, però siamo orientati in questa direzione.

Ai mondiali di cross a Hoogerheide, Persico ha fatto una gara di rimonta, chiudendo al 4° posto
Ai mondiali di cross a Hoogerheide, Persico ha fatto una gara di rimonta, chiudendo al 4° posto
Non fare una stagione vera significa farne meno o non farlo proprio?

Il problema è che siamo in Italia. In Belgio e Olanda possono farlo a livello di preparazione, ma lì nel giro di pochi chilometri hanno tutte le prove migliori. Fare cross come preparazione per Silvia potrebbe significare partecipare a qualche gara da noi, però se deve cominciare a fare trasferte avanti e indietro dal Belgio, diventa tutto più complicato.

Finora Silvia era la giovane che faceva mille cose. Adesso deve selezionare gli obiettivi?

Ne parlavamo in questi giorni. Le piacerebbe anche partecipare all’Olimpiade e con quelle gli obiettivi cominciano a essere tanti, quindi bisognerà fare delle scelte. Il cross forse paga anche questo: se ne parla da anni, ma non è una disciplina olimpica.

Un Fiandre da protagonista. Dopo il Koppenberg in testa con Wiebes, Reusser e Kopecky. Vittoria alla belga, Persico quarta
Un Fiandre da protagonista. Dopo il Koppenberg in testa con Wiebes, Reusser e Kopecky. Vittoria alla belga, Persico quarta
L’abbiamo vista scalatrice, andare forte al Fiandre: quale è la sua dimensione? Oppure è destinata a fare tutto il calendario?

No, non deve andare da tutte le parti, neppure quest’anno è stato così. Però è vero che può andar bene al Fiandre, come alla Liegi e anche al Giro. Magari si vede di più nelle classiche delle Fiandre, perché le piacciono di più, esclusa la Roubaix. Nel nostro piccolo, quando c’era la Valcar, si puntava di più sulle classiche fiamminghe e le sono rimaste nelle corde. All’ultimo Fiandre ha fatto quarta

Sei il suo allenatore, ha margini di crescita?

Io dico di sì, facendo però delle scelte. Quest’anno ha corso il mondiale di cross e il giorno dopo è volata da Hoogerheide agli Emirati, passando dai meno cinque olandesi ai 27 gradi arabi. Penso che rinunciare al cross le dispiacerà, come dispiace a me, però credo sia una scelta inevitabile se vogliamo puntare a certi obiettivi.

Persico e Guazzini, entrambe ex sponda Valcar: una squadra che aveva poco da invidiare alla SD Worx
Persico e Guazzini, entrambe ex sponda Valcar: una squadra che aveva poco da invidiare alla SD Worx
Avete riparlato del mondiale e del percorso che avete fatto per arrivarci?

In questi giorni la sto lasciando tranquilla, ma sicuramente ne parleremo. Quest’anno è stato particolare anche per il calendario. Dal 28 giugno che ci sono stati i campionati italiani, siamo arrivati al mondiale e in 50 giorni c’erano dentro anche Giro e Tour. L’anno prossimo ci sono le Olimpiadi, ma il Tour Femmes sarà dopo e se non sbaglio tra la fine del Giro e l’inizio del Tour ci sarà più o meno un mese. L’Olimpiade nel mezzo porterà via tante energie, ma è un solo giorno e si recupera presto.

Secondo te su Silvia si può investire per un discorso di classifiche generali?

Il livello si è alzato veramente tanto, quest’anno i valori di Silvia in termini di watt sono gli stessi che ha fatto l’anno scorso, forse qualcosina di più, le classifiche però sono ben diverse. Però se mettiamo sul piatto il fatto che ha margini di crescita, la maglia gialla potrebbe essere la conseguenza di qualche tappa vinta e non un vero obiettivo. La vedo più come una cacciatrice di tappe. Quest’anno ha fatto una bellissima crono, però rispetto a certe atlete sulla distanza di 22 chilometri, era penalizzata.

Secondo Arzeni una delle tappe del Tour in cui mollare era quella del Tourmalet
Secondo Arzeni una delle tappe del Tour in cui mollare era quella del Tourmalet
Negli ultimi tre anni, ha aumentato di tanto i carichi di lavoro?

Ovviamente siamo andati sempre a progredire, anche perché adesso è nel pieno della maturità (Persico ha compiuto 26 anni a luglio, ndr). Ha avuto degli anni in cui non è stata bene fisicamente e non riuscivamo a capire cosa fosse. Una volta risolto tutto, sono arrivati i risultati e insieme la convinzione.

Se non avesse fatto il Tour, si poteva immaginare un avvicinamento alternativo al mondiale?

Ci sono diverse correnti di pensiero, perché non facendo il Tour c’era il rischio di arrivare con poco ritmo gara nelle gambe. E quindi la scelta è stata fatta, seguendo lo stesso percorso dello scorso anno, anche perché le donne non hanno quello che per gli uomini può essere il Giro di Polonia. Più che altro è stato il mondiale collocato nel momento sbagliato che ha sballato tutto. Comunque a me sembra che finora abbia fatto una buona stagione.

Consonni e Persico, diverso atteggiamento davanti alle corse: Persico non riesce a mollare
Consonni e Persico, diverso atteggiamento davanti alle corse: Persico non riesce a mollare
Longo Borghini dice che ha sbagliato a seguire i primi scatti di Kopecky.

Secondo me l’errore è stato un altro e quando non si è al 100 per cento è meglio non farlo. Ha seguito il primo attacco della Van Vleuten. Io credo che se non lo avesse fatto, sarebbe potuta arrivare con le prime 7-8. Magari non sul podio, ma sicuramente fra le prime 10. Piuttosto una che non ho mai visto andare così forte è stata Chiara Consonni, che ha fatto il Giro e il Tour e poi anche il mondiale su pista.

Ma lei al Tour non ha tenuto duro come Persico…

E’ proprio quello che stavo dicendo prima. Secondo me la scelta di Silvia per il futuro potrebbe essere quella di fare classifica in uno dei due Giri, puntando sulle tappe nell’altro. Così credo si possa fare davvero molto bene.