Cima Slovacchia 2021

Una vittoria scacciacrisi e Cima torna a sognare

18.09.2021
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Nella tradizionale rassegna dei risultati della settimana, è saltato fuori un nome del quale si erano perse da tempo le tracce: quello di Damiano Cima. Sul bresciano della Gazprom RusVelo il team russo faceva molto affidamento, ma le difficoltà si sono susseguite, fino al Giro del Sud Boemia, dove nell’ultima tappa ha tratto le somme di una crescita progressiva tornando al successo, che gli è valso anche la terza piazza nella classifica generale.

Una vittoria che ha chiuso un digiuno lunghissimo: «Era dalla tappa del Giro 2019 che non arrivava un successo e sinceramente ne sono contentissimo, anche se so bene che il valore della corsa non era certo dei più elevati. Quel che mi ha fatto più piacere è proprio il fatto che questa vittoria è arrivata al termine di una corsa a tappe nella quale sin dall’inizio avevo sentito che le cose cominciavano a marciare nel ritmo giusto, ma per arrivare a vincere serve che tutto s’incaselli nella maniera migliore».

Cima Boemia 2021
Lo sprint vincente di Damiano Cima a Jindrichuv Hradec, il primo con la maglia della Gazprom Rusvelo
Cima Boemia 2021
Lo sprint vincente di Damiano Cima a Jindrichuv Hradec, il primo con la maglia della Gazprom Rusvelo
La stagione fino ad ora non era stata neanche così brutta, quella in Boemia è la settima Top 10 in classifica…

Sì, ma sono stati tutti piazzamenti alti, mai davvero in lotta per la vittoria. Finora non era stata la stagione che volevo, ma i guai sembravano non aver mai fine, con l’infiammazione al tendine del ginocchio sinistro che mi ha fermato per quasi tutto giugno. Ho ripreso a metà luglio e sono tornato a gareggiare proprio in Boemia, partivo dal nulla, senza sapere quali erano le mie condizioni, per questo finire così mi dà grande fiducia. Anche per come è arrivata la vittoria.

Raccontaci un po’ che cos’è il Giro del Sud Boemia, certamente non una delle gare più conosciute…

E’ una gara in 4 tappe, su strade sempre piuttosto strette e molto nervose. Non ci sono grandi salite e chi conosce il territorio lo sa, ma ogni tappa ci ha riservato piccoli strappi. Così anche l’ultima, che aveva favorito anche la fuga di un gruppo di una ventina di corridori su un’ascesa di 5 chilometri, quando poi li abbiamo ripresi i miei compagni hanno svolto un lavoro impeccabile per pilotarmi verso lo sprint finale. Io sono partito ai 400 metri e non mi hanno ripreso più.

Cima Giro 2019
Un Damiano Cima festante a Santa Maria di Sala, Giro d’Italia, era il 30 maggio 2019
Cima Giro 2019
Un Damiano Cima festante a Santa Maria di Sala, Giro d’Italia, era il 30 maggio 2019
Che cosa ti aspetti adesso?

Di continuare su questi livelli e soprattutto di trovare un contratto a fine stagione.

Pensi di rimanere alla Gazprom?

Lo vorrei tanto perché mi trovo bene, ma chiaramente perché ciò avvenga devono arrivare risultati. Comunque, che sia alla Gazprom o in un’altra squadra, quel che desidero è poter trovare un ingaggio per proseguire la mia carriera e svolgere al meglio i compiti che mi verranno dati, qualsiasi essi siano.

In Boemia sei anche arrivato terzo in classifica generale, a 19” dal belga Arnaud De Lie considerato uno dei migliori prospetti belgi e già nel giro della Lotto Soudal. Non è che stai diventando un corridore da brevi corse a tappe?

Io resto uno specialista delle gare d’un giorno, non posso cambiare le mie caratteristiche. Sono un velocista, che tiene anche su brevi strappi, per questo ci sono gare brevi a tappe che possono anche adattarsi a me, ma sono poche.

Cima Ungheria 2021
Ora Damiano attende il ritorno di suo fratello Imerio, fermo dopo il terribile incidente di marzo
Cima Ungheria 2021
Ora Damiano attende il ritorno di suo fratello Imerio, fermo dopo il terribile incidente di marzo
Come sta tuo fratello Imerio? A tua differenza, quest’anno non si è mai visto in gara…

E non tornerà a gareggiare nel 2021, ha ancora a che fare con i postumi del terribile incidente del 15 marzo, quando è stato investito mentre si allenava. Sta ancora effettuando visite per capire come uscire dalla situazione, non riesce ad allenarsi senza sentire dolore.

Ha comunque ancora dentro di sé il desiderio di tornare?

Altroché… Aspetta solo che possa riprendere a fare quel che gli piace di più e spero che la mia vittoria gli dia quella spinta in più per tornare a farmi compagnia in sella. Io sono la dimostrazione che non è mai finita…

Casa Cima, Damiano e Imerio ora tocca a voi!

04.01.2021
5 min
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Ancora una coppia di fratelli nel ciclismo. Damiano è più grande di Imerio. Dieci anni fa erano due ragazzini terribili di Brescia, adesso sono due professionisti. Due corridori che tanto devono ancora scoprire, dare e prendere… Damiano qualcosa in realtà già ce l’ha in bacheca, quella di Imerio invece è ancora intonsa, ma c’è da dire che ha solo 23 anni. É passato giovanissimo. I Cima sono professionisti dal 2018 e hanno sempre militato nella stessa squadra, anche da dilettanti.

Come con i fratelli Consonni, Chiara e Simone, ci siamo armati di videochiamta WhatsApp per un’intervista doppia. Entrambi con la divisa della Gazprom – RusVelo ridono e rispondono per mezz’ora alle nostre domande.

Imerio (a sinistra) e Damiano Cima durante l’intervista
Imerio (a sinistra) e Damiano Cima durante l’intervista

Quando hai iniziato a correre?

Damiano: «Ho iniziato undici anni fa, mi sono messo sulle orme del fratellino! Ad un certo punto ho abbandonato il calcio e ho iniziato a pedalare».

Imerio: «Io sono salito in bici ad otto anni. Il ciclismo è stato sempre presente. Ci allenavamo in un parcheggio privato per evitare i pericoli che c’erano sulla strada».

Il ricordo della prima gara da pro’?

Damiano: «Fu dura! Debuttai al Giro dell’Appennino 2017 con la maglia azzurra. Cassani mi diede questa possibilità. Ricordo che si lavorava per Senni. Rispettai le mie consegne. Poi la prima gara con la Nippo Fantini fu uno stage con le due gare in Asia, Cina 1 e Cina 2, mentre il debutto vero e proprio fu alla Provence in Francia nel 2018».

Imerio: «Anche io ho debuttato in azzurro alla Coppa Bernocchi, poi l’anno dopo iniziai con le trasferte asiatiche. Era il 2018 e anche io ero alla Nippo. Ricordo i particolari trasferimenti di quelle corse. C’erano alcuni piccoli bus che ci aveva messo a disposizione l’organizzazione e ci muovevamo con quelli insieme ad altre squadre».

Che rapporto hai con la salita?

Damiano: «Non ci vado molto d’accordo! Ma visto che ce n’è sempre di più e che le corse piatte quasi sono sparite, è necessario farle e per questo mi ci alleno».

Imerio: «Mi sono indigeste! Non mi vanno giù, ma devi farle altrimenti fai fatica ad andare all’arrivo o a fare lo sprint. Le faccio perché devo».

E con la volata?

Damiano: «La volata è adrenalina. Non s’inventa nulla e nulla è prevedibile in quei dieci secondi. E’ un rapporto unico».

Imerio: «Scolleghi la testa, non pensi a nulla e vai d’istinto».

Imerio Cima al debutto nel 2018 tra i professionisti
Imerio Cima al debutto nel 2018 tra i professionisti

Un errore che non rifaresti?

Damiano: «Bella domanda – ci pensa un po’ – quello che ho raggiunto mi ha consentito di essere quello che sono adesso. Sono un ragazzo fortunato».

Imerio: «Il percorso che ho fatto sin qui mi rende felice e di errori o rimpianti non ne ho».

Una cosa che ti spaventa?

Damiano: «Il traffico in allenamento. Non c’è più rispetto della persona».

Imerio: «Anch’io dico il traffico. Ma mi spaventa anche restare da solo al vento in gara in salita e di non arrivare nel tempo massimo».

Cosa ti ha colpito della Gazprom?

Damiano: «Il progetto e la struttura. Ci hanno messo tutto a disposizione per poter crescere e farci fare i corridori al meglio».

Imerio: «La professionalità del team. Una professionalità che è emersa anche quando per il covid siamo rimasti bloccati a Dubai. Non ci hanno fatto mancare nulla e hanno il dato il 100% per farci tornare a casa quanto prima».

Damiano e Imerio da dilettanti alla Viris Maserati
Damiano e Imerio da dilettanti alla Viris Maserati

Domande “serie”: more o bionde?

(Va fatta una premessa: Damiano è sposato e sua moglie era presente all’intervista!).

Damiano: «Castane!».

Imerio: «More».

Chi è più disordinato?

Damiano: «Imerio».

Imerio: «Confermo, io!»

Chi è il più serio nella vita da atleta?

Damiano: «Credo che la serietà sia una caratteristica di entrambi. Non siamo fannulloni. Se ci sono da fare quattro ore, non ne facciamo tre. Nessuno “frena” l’altro».

Imerio: «Non ci tiriamo mai indietro sul lavoro. Siamo ligi alle tabelle. Poi chiaramente capita che un giorno c’è chi ha più voglia e chi meno».

Un giudizio sull’ultimo Giro…

Damiano: «Sinceramente avevo nostalgia per non esserci e l’ho seguito poco. Ci ha dato grandi soddisfazioni, ma mi è dispiaciuto un po’ per Nibali».

Imerio: «Il giorno dello sciopero. Ci sono stati aspetti positivi e altri negativi. E’ stato positivo il fatto che i corridori siano stati compatti. E’ stato negativo che i Comuni e gli sponsor che avevano investito su quella tappa non si siano visti passare la corsa».

Il tuo obiettivo per questo 2021?

Damiano: «Vincere! Quello sarebbe il massimo. In ogni caso vorrei riuscire a svolgere i compiti che mi dà il team. Vorrei mettere in condizione me o miei compagni di riuscirci perché nel ciclismo di oggi senza squadra vincere non dico che è impossibile, ma quasi».

Imerio: «Vincere! Dare il massimo delle mie possibilità alla squadra e che questa sia contenta del mio lavoro».

C’è un corridore a cui ti ispiri?

Damiano: «Paolo Bettini, mi è sempre piaciuto come persona e come atleta».

Imerio: «Andrè Greipel».

Damiano vince la 18ª tappa del Giro 2019 a Santa Maria di Sala
Damiano Cima vince la 18ª tappa del Giro 2019

Cosa “ruberesti” a tuo fratello?

Damiano: «La capacità di spegnere il cervello in volata. Io magari penso troppo alle conseguenze di questo o quel movimento durante lo sprint».

Imerio: «Avere la sua mente fredda. Io sono impulsivo e a volte non ragiono».

Il momento più duro del 2020?

Damiano: «Il periodo del lockdown, ma non tanto per lo stare chiusi quanto perché non c’era un obiettivo».

Imerio: «La quarantena a Dubai. Adesso sembra una barzelletta, ma è stata dura. Ci vennero a svegliare alle due di notte per fare i tamponi e ci dissero che la gara era stata annullata».

Damiano ha vinto al Giro. Cosa ricordi?

Damiano: «Una grande gioia. Felicità pura. Il momento del podio con la Nippo. La vittoria fu cercata ma inaspettata».

Imerio: «E’ stato bello. Penso che per un italiano vincere al Giro sia unico. Ero emozionato io, figuriamoci lui».

Dì qualcosa a tuo fratello…

Damiano: «Credi più in te stesso».

Imerio: «Scollega il cervello nelle volate».