Siamo al secondo giorno di riposo di questo Tour de France. Come d’abitudine, proprio la giornata di pausa è anche l’occasione per andare a spulciare le novità e le curiosità che ci riservano i corridori.
Alla ricerca delle leggerezza con le verniciature ridotte al minimo sindacale, come le Merida di Landa e Bilbao. Ci sono un nuovo casco Scott e una sella di Van der Poel che sembra essere diversa da quella usata fino alla primavera. E molto altro.
Bilbao con la Scultura nera, bovità in casa Bahrain VictoriousLa Merida nera di Landa usata al Puy de DomeBilbao con la Scultura nera, bovità in casa Bahrain VictoriousLa Merida nera di Landa usata al Puy de Dome
Le Merida Scultura “limate” nella verniciatura
Tecnicamente si tratta della Merida Scultura normalmente utilizzata dai corridori del Team Baharain-Victorious e la la sola differenza è la mancanza della verniciatura.
Viene utilizzata in questo Tour de France da Bilbao e Landa nel corso delle frazioni con dislivello positivo importante, una soluzione che permette di risparmiare qualche grammo e di sfiorare il peso limite dei 6,8 chilogrammi.
Il nuovo Cadence di Scott, una novità sulla testa di WelsfordIl nuovo casco ha il posteriore troncoIl nuovo Cadence di Scott, una novità sulla testa di WelsfordIl nuovo casco ha il posteriore tronco
Un nuovo casco Scott
Potrebbe essere la nuova versione del Cadence, il casco aero di Scott, indossato da Sam Welsford e da altri atleti del Team DSM-Firmenich. L’estetica ci mostra un casco più compatto rispetto alla versione precedente, soprattutto ai lati e nelle protuberanze posteriori, dove si notano le feritoie/estrattori d’aria più esposti.
Rimane comunque la forma arrotondata nella sezione superiore, soluzione che da sempre contraddistingue il Cadence.
La Flite Boost usata da MVDP nel ciclocrossSembra più stretta, quella usata in questo TDFLa Flite Boost usata da MVDP nel ciclocrossSembra più stretta, quella usata in questo TDF
Sella più stretta per VdP?
Il modello fornito da Selle Italia e usato dal corridore olandese è sempre Flite Superflow, nella livrea a lui dedicata. C’è un però: se la mettiamo a confronto con quella montata sulla bici vittoriosa della Sanremo (oppure con quella normalmente utilizzata sulla bici da cx), per lo meno nelle immagini, la sella utilizzata al Tour de France 2023 sembra più stretta. Non mancheremo di approfondire l’argomento in futuro e nel caso andremo ad analizzare eventuali fattori tecnici.
Novità ai piedi di Campenaerts: le Nimbl con i lacci e l’elasticoNovità ai piedi di Campenaerts: le Nimbl con i lacci e l’elastico
Le Nimbl di Campenaerts con la fascia
Quelle che dalle prime immagini sembravano le scarpe tutte in carbonio, in realtà sono le Nimbl Air Ultimate con le stringhe.
La curiosità vera e propria è nella fascia che il corridore belga ha nella parte superiore della calzatura, probabilmente per stringere e comprimere il punto in cui fa il nodo ai lacci.
Le Mavic indossate da Lafay e MartinLe Mavic indossate da Lafay e Martin
La Cosmic Ultimate di Lafay
Non le ruote, bensì le calzature, sono indossate dal vincitore di tappa di San Sebastian e dal compagno di team Guillaume Martin. Nonostante non sia presente nel World Tour con il prodotto simbolo (le ruote), Mavic è a supporto di alcuni corridori transalpini proprio con le scarpe.
Si tratta della versione top di gamma che adotta una tomaia molto particolare, costruita grazie ad un tessuto che prende il nome di Matrix.
Ma le corone non sono quelle “nuove”Cambio e pignoni del nuovo CampagnoloPedivelle da 175 e corona grande da 56 per Laengen10/33 Red, la combinazione più utilizzataMa le corone non sono quelle “nuove”Cambio e pignoni del nuovo CampagnoloPedivelle da 175 e corona grande da 56 per Laengen10/33 Red, la combinazione più utilizzata
Rapporti standard e non
Tutto nella norma, ben all’interno dei normali standard per quanto concerne gli atleti supportati da Sram. Quasi tutti gli atleti, per le tappe con dislivelli positivi importanti, hanno utilizzato la doppia corona anteriore 52-39 e la scala 10-33 per i pignoni. Difficile immaginare un pro che utilizza il 33, mentre diventano interessanti gli sviluppi metrici con il penultimo pignone da 28 denti. Avevamo approfondito l’argomento in occasione dei Giro d’Italia.
Ci ha colpito la combinazione anteriore di Laengen (Team UAE-Emirates), con la corona più grande da 56 denti e l’interna da 40 (cassetta posteriore 11-34), considerando un Tour de France tutt’altro che pianeggiante. Tutte le bici con trasmissione Shimano hanno montato 54-40 e 11-34, tranne qualche corridore (Pidcock ad esempio) che continua ad usare la “vecchia” combinazione 53-39.
Solo le nuove BMC hanno montato il Campagnolo Wireless, ma senza le corone e la guarnitura dedicate alla trasmissione. Presumibilmente la scelta è legata all’utilizzo del misuratore di potenza, che per il nuovo Campy è ancora in fase di sviluppo. Gli atleti del Team AG2R-Citroen usano un misuratore P2Max Ngeco con le corone 54-39.
Sulle ERC ci sono i tubeless Vittoria da 28Le ERC montate su alcune Ridley del teamChi ha scelto le ARC 50 monta i tubeless da 26Sulle ERC ci sono i tubeless Vittoria da 28Le ERC montate su alcune Ridley del teamChi ha scelto le ARC 50 monta i tubeless da 26
Anche i pro’ con ruote “endurance”
Alcuni atleti del Team Lotto-DSTNY utilizzano il modello ERC 35 1100 di DT Swiss, ruota concettualmente sviluppata per una pratica votata all’endurance. Tecnicamente si tratta di un pacchetto che ad un peso molto contenuto (1300 grammi dichiarati), molto veloce e scorrevole, non estremamente rigido e capace di semplificare la guida anche nei tratti più tecnici. E risparmiare qualche energia in questo Tour de France condotto a ritmi folli, non è per nulla banale.
Poco tempo fa avevamo provato la versione con cerchio da 45. Invece chi ha scelto di tenere le ARC da 50 millimetri ha utilizzato i tubeless da 26 millimetri. Una scelta non usuale, considerando che il team belga è stato uno dei primi ad utilizzate i tubeless da 28, se non addirittura le sezioni differenziate 28/30 per anteriore e posteriore.
Anche la seconda settimana di Giro d’Italia è stata intensa e le chicche di tecnica non mancano. Le bici da cronometro si confermano una fucina di curiosità e dettagli, ma qualche componente prototipo non è passato inosservato.
Entriamo nel dettaglio delle ultime curiosità che hanno attirato la nostra attenzione, partendo dalle appendici da crono di Kung, passando dalla BMC per le prove contro il tempo che non compare nei listini ufficiali, fino ad arrivare al casco prototipo di Barguil.
Le appendici montate sulla DRS TT di KungAnche dalla sezione superiore compare una certa “artigianalità”I pulsanti satellitari per la trasmissione, nella parte alta delle prolungheLe appendici montate sulla DRS TT di KungAnche dalla sezione superiore compare una certa “artigianalità”I pulsanti satellitari per la trasmissione, nella parte alta delle prolunghe
Su misura per Kung
Le appendici montate sulla bici da crono di Kung sembrano fatte nel garage di casa. Sono realizzate su misura per il forte corridore in forza alla Groupama-FDJ, sono completamente in carbonio e non si può certo dire che abbiano finiture di pregio. Evidentemente la cura estetica non è stata considerata, dando maggiore importanza all’efficienza. Il campione europeodella specialità si è ritirato dopo la crono di Cesena.
La bici da crono usata dai corridori del Team AG2R-CitroenLa bici da crono usata dai corridori del Team AG2R-Citroen
La BMC fuori catalogo
L’avevamo già notata nel corso del 2022, in dotazione ad alcuni corridori del team transalpino. Non è la stessa Timemachine TT che compare nel listino del marchio svizzero. Dal punto di vista estetico le differenze principali sono legate all’avantreno, forcella e sterzo, ma anche alla sezione posteriore. Il reggisella si innesta direttamente nel piantone e l’inserzione ribassata dei foderi obliqui diventa un tutt’uno con l’orizzontale. Le due tubazioni sono unite tra loro da un’ampio fazzoletto di carbonio. La sede del perno passante posteriore è leggermente disassata, soluzione molto utilizzata in ambito pista.
Il padellone usato da Caruso a CesenaIl padellone usato da Caruso a Cesena
Le monocorona giganti
Nella crono di Cesena, Damiano Caruso ha chiesto di montare una monocorona. Il padellone è prodotto dalla Digirit, azienda taiwanese specializzata nella produzione di componenti di altissima gamma e ultraleggeri che abbinano alluminio e carbonio. Abbiamo chiesto alcune informazioni al suo meccanico Ronny Baron.
«Caruso – ha spiegato – ha utilizzato una corona singola con 60 denti, con i pignoni 11-30 posteriori.La pedivella è standard Shimano Dura Ace. Il problema legato alle corone così grandi è che limitano il “pescaggio” del deragliatore sulla corona interna, oltre ad una oggettiva difficoltà di far lavorare lo stesso deragliatore nel modo corretto per via del diametro».
Il porta numero stampato 3D sulle Wilier al Giro d’Italia 2023 (foto chrisalud-Wilier)Il porta numero stampato 3D sulle Wilier al Giro d’Italia 2023 (foto chrisalud-Wilier)
Porta numero stampato
La particolarità è il porta numeromontato sulle Wilier dell’Astana dei corridori qui al Giro d’Italia 2023, prodotto anche grazie al contributo di Alessandro Brusa, meccanico del Team Technipes #inEmiliaRomagna ma spesso vicino ai colleghi dei pro’.
«Il portanumero è realizzato in stampa 3D – dice – e con un materiale morbido in modo che possa aderire al meglio alle forme del reggisella. Lo realizza Whatsbike, il peso si aggira intorno ai 7 grammi ed è personalizzabile nelle forme, ma anche nei colori».
Il casco zebrato di BarguilIl mozzo posteriore con la scritta VisionIl mozzo anteriore asimmetrico delle nuove SL45Il casco zebrato di BarguilIl mozzo posteriore con la scritta VisionIl mozzo anteriore asimmetrico delle nuove SL45
Barguil, casco e ruote
Il casco tigrato in bianco e nero è un prototipo di Ekoi, lo stesso indossato da Nizzolo in occasione della vittoria alla Tro Bro Leon. L’unica informazione che arriva dal marchio francese è questa, per il resto bocche cucite, sui dettagli del prodotto che è stato fornito ad alcuni atleti dei team sponsorizzati.
E poi le ruote sulla Bianchi di Barguil, che di certo non sono Shimano, ma sono Vision. Sono le nuove Vision SL45, ovviamente senza decalcomanie sul cerchio e con tutta probabilità personalizzate nella tensione dei raggi, ricordando che le ruote Vision sono assemblate in Italia. Il corridore francese, durante l’intervista di inizio stagione nella sede Bianchi a Treviglio, aveva sottolineato la sua predilezione nell’utilizzo di ruote dal profilo medio/alto anche per le salite lunghe, leggere e con una raggiatura molto sostenuta in termini di tensione dei profilati.
L’orizzontale della Xelius di Pinot, con le sue vittorie in salitaUna Lapierre rosa per ArmirailL’orizzontale della Xelius di Pinot, con le sue vittorie in salitaUna Lapierre rosa per Armirail
Due Lapierre speciali
Alla fine di questo 2023 Thibaut Pinot chiuderà la sua carriera. La sua Lapierre Xelius SL si presenta con una livrea differente, rispetto alle altre dei compagni di squadra e sulla tubazione orizzontale sono riportate le sue vittorie più importanti e i primati che ha conquistato su alcune delle salite che hanno fatto la storia del ciclismo. E poi c’è la bici tutta rosa di Armirail, una Xelius SL, come quella di Pinot, che è stata fatta trovare con la livrea rosa per celebrare il primato in classifica generale a questo Giro.
Vine indossa le scarpe FLR e usa i dischi differenziatiVine indossa le scarpe FLR e usa i dischi differenziati
Le scarpe di Vine
Jay Vine indossa il modello F-XX del marchio FLR. Hanno la suola in carbonio e una tomaia con diverse asole aperte con inserito il tessuto mesh. Frontalmente ricordano le Louis Garneau viste l’anno passato al Tour de France. Da sottolineare come diversi corridori provenienti dall’Australia, indossino le calzature FLR.
Non basta: un altro particolare è quello che si riferisce ai dischi del freno di Vine: 160 davanti e 140 dietro, rispettivamente Shimano Dura Ace e Carbon-Ti, in diverse occasioni abbiamo notato questa combinazione da parte dei corridori del UAE TEam Emirates.
Healy con la SuperSix Evo Lab71La SystemSix normalmente usata da HealyHealy con la SuperSix Evo Lab71La SystemSix normalmente usata da Healy
Sopra i 3.000 Healy cambia bici
Lo abbiamo visto alle corse del Belgio, alle quali a partecipato e in tutta la prima parte di Giro d’Italia, usare una “vecchia” Cannondale SystemSix (usata anche Magnus Cort Nielsen) e non la nuova SuperSix Evo Lab71, ma dalla tappa di ieri a Bergamo qualcosa è cambiato nelle scelte tecniche di Ben Healy.
Infatti ieri Ben Healy ha utilizzata la bici più leggera, proprio la Lab71, ultima nata in casa Cannondale. Shimano Dura Ace, nuove ruote Vision SL45 con tubeless Vittoria da 28 e sella Prologo Dimension 143 Nack. Healy non usa il manubrio integrato come molti suoi colleghi, ma stem e piega sono due pezzi distinti. Il power meter è il PowerBox di FSA, con le corone 54/40 e i rapporti posteriori 11/34. I pedali sono SpeedPlay.
Non di rado il Giro d’Italia diventa una sorta di antipasto di quello che vedremo al Tour e in maniera ufficiale nel prosieguo della stagione. Siamo andati alla ricerca di alcune scelte interessanti, dalla Wilier di Cavendish, passando ad esempio dalle scarpe customizzate di Healy.
Il primo giorno di riposo è la ghiotta occasione per l’inventario, mettendo insieme le varie curiosità e particolarità delle bici (e non solo le biciclette) dei pro’ al Giro d’Italia.
La Propel con livrea di Campione Italiano, quella di Zana al Giro (foto GreenEdgeCycling)La Propel con livrea di Campione Italiano, quella di Zana al Giro (foto GreenEdgeCycling)
La Giant Propel di Zana
E’ l’ultima versione della bici che tutti i corridori stanno utilizzando in casa Jayco-AlUla. Rispetto alla Propel utilizzata dai colleghi, quella del Campione Italiano in carica colpisce per la livrea, fatta ad hoc per il corridore veneto in occasione del Giro d’Italia 2023.
Trasmissione Shimano Di2 2×12, ruote Cadex 50 con tubeless Vittoria Corsa da 28 e movimento centrale Cema. Sono Cadex anche la sella ed il comparto manubrio.
La posizione di Remco è votata alla massima efficienza e non è cambiata nell’ultimo annoLa posizione di Remco è votata alla massima efficienza e non è cambiata nell’ultimo anno
Le scelte di Remco
«Tutti gli atleti da noi supportati – spiega Giampaolo Mondini, uomo Specialized in gruppo – nelle crono hanno utilizzato i copertoncini specifici con carcassa in cotone, abbinati ad una camera in lattice. La stessa scelta viene fatta anche per le bici standard, non da crono, ma ovviamente con un copertoncino differente. Solo alcuni atleti del Team Bora utilizzano il tubeless».
Una nostra considerazione invece è legata al casco ed alla posizione di Evenepoel sulla bici da crono. Già in occasione del mondiale 2022 di Wollongong, avevamo notato una posizione molto avanzata (più del normale), con le ginocchia che sfioravano la tubazione dello sterzo e al tempo stesso un notevole allungamento (in proporzione agli standard e alle caratteristiche fisiche del corridore belga) della gamba.
Queste peculiarità sono state confermate e hanno prodotto buoni risultati, visti l’efficienza e gli ottimi riscontri di Evenepoel. «Nel corso dei test invernali – ci ha confermato Mondini – non sono state eseguite delle correzioni o aggiustamenti sulla posizione di Remco, nessuna variazione in vista del Giro».
Un SLF Motion customizzato per Cavendish (foto Chris Auld-Wilier)La Filante di Cavendish in apparenza è in versione standard, ma si parla anche di telaio reso più rigidoLa Turbine SLR, con la nuova corona Miche ed il bilanciere Aero di SLF (foto Chris Auld-Wilier)Una copertura in un blocco unico di carbonio (foto Chris Auld-Wilier)Un SLF Motion customizzato per Cavendish (foto Chris Auld-Wilier)La Filante di Cavendish in apparenza è in versione standard, ma si parla anche di telaio reso più rigidoLa Turbine SLR, con la nuova corona Miche ed il bilanciere Aero di SLF (foto Chris Auld-Wilier)Una copertura in un blocco unico di carbonio (foto Chris Auld-Wilier)
Le bici dell’Astana
«SLF Motion non utilizza cuscinetti commerciali – ci ha detto Andrea Rovaris, responsabile di Bike Passion GmbH (distributore esclusivo di SLF Motion) a proposito del bilanciere usato dall’Astana – ma dietro specifiche proprie fa produrre delle sfere ceramiche e piste ceramiche ad elevato grado di durezza. Il tutto viene assemblato in sede, in Illinois. Passando invece alle gabbie, queste sono in fibra di carbonio stratificato, sviluppate per raggiungere degli elevati gradi di rigidità, difficilmente riscontrabili in altri prodotti di pari categoria. Resistenza, velocità nella cambiata e precisione.
«Al team Astana-Qazaqstan – continua Rovaris – abbiamo reso disponibili non solo i bilancieri per le bici standard, ma anche quelli Aero, montati sulle bici da crono. SLF Motion fornisce anche i movimenti centrali che, grazie ad un disegno press-fit reinterpretato, è decisamente più scorrevole rispetto ad un classico, ma ha anche l’obiettivo di supportare torsionalmente tutta la scatola centrale della bici».
Il velocista dell’Isola di Man, famoso anche per la sua pignoleria in ambito tecnico e dei materiali, utilizza una Filante SLR, bicicletta che avevamo già presentato durante l’inverno. Rispetto ad allora vediamo delle ruote Hed con predisposizione tubeless, gommate proprio con l’ultima versione dei Vittoria Corsa TLR da 28. Il frame-kit, valutando il primo impatto estetico, sembra essere quello standard, ma nessuno ci vieta di immaginare ad una costruzione fatta ad hoc e su richiesta specifica dello stesso Cavendish.
Healy utilizza il TemporUran con il casco usa la versione tradizionale Cerebel, senza aperture frontaliCaicedo nella crono di aperturaHealy utilizza il TemporUran con il casco usa la versione tradizionale Cerebel, senza aperture frontaliCaicedo nella crono di apertura
I caschi della EF Education
Oltre alle differenti livree delle maglie e delle bici, i ragazzi del team EF Education-Easypost hanno utilizzato ben tre modelli differenti di caschi. Alcuni di loro hanno utilizzato il Poc Tempor, molto usato anche in pista e vincente grazie alla nazionale danese.
Diversi corridori hanno usato il Poc Cerebel Raceday, più compatto nelle dimensioni. Altri atleti, come ad esempio l’ecuadoregno Caicedo ha utilizzato un casco molto simile al precedente, ma diverso nella parte frontale.
Le “nuove” Reserve 34 che stanno usando in molti in casa Jumbo-VismaTutte le ruote Reserve hanno segnato il valore ERDLe “nuove” Reserve 34 che stanno usando in molti in casa Jumbo-VismaTutte le ruote Reserve hanno segnato il valore ERD
Sulle ruote il valore ERD
ERD è l’acronimo di “effective rim diameter”, ovvero il diametro effettivo del cerchio, che pur rispettando lo standard internazionale ETRTO, cambia in base all’altezza del cerchio e alla larghezza del canale interno. Le ruote Reserve in dotazione alle Cervélo degli Jumbo-Visma sono tra le primissime ruote a riportare il valore effettivo sul cerchio.
I corridori della corazzata olandese hanno utilizzato (e stanno utilizzando) ruote con profili diversi, ovviamente con valori ERD differenti tra loro, ma tutti con i nuovi tubeless Vittoria Corsa TLR. Le ruote Reserve hanno canali interni del cerchio diversificati: ad esempio le 34 hanno 23, le 37 hanno un canale largo 22 millimetri, le 53 hanno una canale da 25 e le 63 l’hanno di 24 millimetri.
Le corone Carbon-Ti usate, tra gli altri, da Formolo, la combinazione è 54-40Le corone Carbon-Ti usate, tra gli altri, da Formolo, la combinazione è 54-40
Corone ultraleggere alla UAE
Qualche atleta del UAE Team Emirates ha utilizzato le corone Shimano standard, nella combinazione 54-40, altri corridori usano il plateau 54-40 ma della Carbon-Ti. Mettono insieme alluminio, carbonio e titanio, sono particolarmente leggere, rigide e fanno parte della famiglia CarboRing Evo. Le avevamo già notate sulla bici di Pogacar prima delle sfortunata Liegi e sulle bici di alcuni atleti in versione pre Giro d’Italia.
Le Nimbl con livrea customizzata di Healy (LaPresse)Le Nimbl con livrea customizzata di Healy (LaPresse)
Le Nimbl di Healy
Il corridore irlandese indossa delle Nimbl Feat Ultimate, una delle ultime novità del marchio italiano. Sono quelle con il rotore singolo che stringe nella parte del piede. Lo stesso rotore agisce su una fascia che contribuisce al sostegno dell’arco plantare.
I corridori del Team DSM usano un sistema di comunicazione Sena durante le cronoI corridori del Team DSM usano un sistema di comunicazione Sena durante le crono
Interfono per il Team DSM
Il protocollo di comunicazione che utilizzano i corridori del Team DSM durante le prove contro il tempo è sviluppato con Sena, azienda molto nota in ambito motociclistico per i sistemi interfono. E’ il sistema Bluetooth Intercom di Sena.
Il Team DSM, collaborando con Sena ha iniziato a sperimentare anche l’utilizzo del protocollo per le comunicazioni nelle gare in linea e si lavora sulla portata del segnale. La tecnologia promette davvero bene, assicurano da Sena. In futuro non vedremo più le radioline?
La BMC Teammachine MPC, un pezzo molto pregiato (LaPresse)La BMC Teammachine MPC, un pezzo molto pregiato (LaPresse)
La BMC nera di Paret Peintre
Non si tratta di un nuovo modello, ma di un’edizione molto particolare della Teammachine SLR 01. Adotta il suffisso Masterpiece ed è una sorta di prodotto artigianale che fa collimare diverse eccellenze delle lavorazioni del carbonio, per tecnologie e applicazioni. Di fatto, la bicicletta è uguale alla versione tradizionale solo nell’estetica.
E’ la bicicletta con la quale Aurelienne Paret Peintre ha vinto la quarta frazione del Giro d’Italia 2023, quella con arrivo a Lago Laceno. Il montaggio: nuova sella Fizik Aliante R1 e cockpit in carbonio BMC ICS, trasmissione Campagnolo SuperRecord EPS e power meter P2Max, oltre all’ultima versione delle ruote Campagnolo Hyperon Ultra e tubeless Pirelli. «Il kit telaio MPC – spiega Stefano Cattai, responsabile BMC in gruppo – rispetto ad uno standard permette un risparmio di ben 200 grammi, rilevati alla bilancia. Un kit come il Masterpiece non è stato fornito a tutti i corridori e nel Team AG2R-Citroen viene utilizzato da Paret Peintre e da O’Connor, ma anche loro utilizzano questa bici solo per le tappe di montagna, o comunque in quelle situazioni dove la planimetria è molto esigente».
Corona singola “fuori” standard e ruota anteriore “prototype” alla IneosCorona singola “fuori” standard e ruota anteriore “prototype” alla Ineos
Razze e corone enormi
E infine la crono di ieri, che ci ha offerto altri spunti interessanti sulle scelte tecniche dei corridori. Gli atleti della corazzata Ineos-Grandiers hanno montato dei monocorona, ricordando che il pacchetto Shimano non prevede questa soluzione a prescindere dal numero dei denti della corona. E poi la ruota anteriore Princeton, full carbon e a tre razze, specifica per i tubeless.
Il pavé e le corse del Nord in genere sono sempre interessanti anche per le soluzioni tecniche adottate sulle biciclette, ma le differenze con le bici usate nelle configurazioni standard sono sempre più sottili. Vediamo nel dettaglio cosa abbiamo documentato alla partenza della Ronde Van Vlaanderen 2023 con l’occhio che intanto si proiettava verso la Roubaix.
Astana: il cerchio da 40 per Corima tubeless e i tubeless Vittoria Control da 28…E anche il cerchio da 40 per Corima tubeless e i tubeless Vittoria Control da 28Astana: il cerchio da 40 per Corima tubeless e i tubeless Vittoria Control da 28…E anche il cerchio da 40 per Corima tubeless e i tubeless Vittoria Control da 28
Le nuove Corima tubeless dell’Astana
Per la campagna del Nord 2023 fa il suo esordio la ruota Corima tubeless sulle Wilier Zero del Team Astana. Il cerchio è identico alla versione gravel Essentia. Abbiamo chiesto a Gabriele Tosello, meccanico del team.
«Le ruote tubeless che stiamo utilizzando – spiega – sono del tutto accostabili alle nostre classiche WS47, quelle che usiamo da sempre e con la predisposizione per i tubolari. Stesso mozzo e raggiatura, una tipologia di ruota apprezzata per la versatilità e leggerezza complessiva, ma anche per la guidabilità. Quelle tubeless hanno il cerchio sempre in carbonio, ma con un’altezza di 40 millimetri e un canale interno da 23. Hanno il cerchio più spanciato ed il canale interno più largo, in modo da poter alloggiare in modo ottimale i tubeless da 28 in avanti. I corridori che hanno deciso di usare i tubeless Vittoria sul pavé del Fiandre, hanno optato per la sezione da 28, nella versione Control. Una sezione più grande si potrebbe usare alla Roubaix, ma si valuterà anche in base al meteo».
Ineos: la Dogma F di scorta con le ruote basse, è quella di PidcockLe gomme sono da 32 per la maggior parte degli IneosIneos: la Dogma F di scorta con le ruote basse, è quella di PidcockLe gomme da 32 per la maggior parte degli Ineos
Pidcock con i 28 e le ruote “basse”
Tutti i corridori del Team Ineos Grenadiers hanno optato per le ruote con il profilo da 50 (le Dura Ace C50) e quasi tutti hanno scelto la sezione da 32 per i tubelessContinental GP5000TR. L’eccezione tecnica è stata rappresentata da Tom Pidcock, che ha optato per le ruote dal profilo medio/basso, ovvero le C36, gommate con i tubeless larghi 28 millimetri.
Un’altra particolarità della sua bicicletta è rappresentata dal montaggio del plateau anteriore “vecchio” (power meter compreso), ovvero dalla guarnitura della generazione Dura Ace precedente con la combinazione 53-39.
Le ruote etichettate di fresco, sono quelle della Uno-XLa forcella “vecchia” delle Dare con le asole per un inserto alare non approvato UCILe ruote etichettate di fresco, sono quelle della Uno-XLa forcella “vecchia” delle Dare con le asole per un inserto alare non approvato UCI
70 millilitri di liquido anti-foratura
Non è una cosa inusuale anzi, possiamo considerare questa scelta tecnica come una sorta di standard usato da tutti i meccanici dei diversi team. In questo caso è interessante notare lo sticker applicato sulle ruote DT Swiss delle bici Dare, quelle del Team Uno-X, dove si vede anche la data dall’ultimo controllo degli pneumatici.
Sul pavè del Giro delle Fiandre è stata utilizzata una Dare VSRu nell’ultima versione per quanto concerne il telaio ed il manubrio integrato, ma non per la forcella.
EF Education, versione OS in alluminioL’attacco manubrio lunghissimo da 170 millimetriEf Education, versione OS in alluminioL’attacco manubrio lunghissimo da 170 millimetri
Lo stem da 170 millimetri
Un attacco manubrio lunghissimo, quello montato sulla nuova Cannondale SuperSix Evo Lab71 del tedesco Rutsch in forza alla EF Education-Easypost. Si tratta di una versione anziana OS ed in alluminio dell’attacco FSA, lungo 170 millimetri e fatto su misura per l’atleta tedesco.
«Interessante, vero?», così dicono sorridendo i meccanici del team, appena prima della partenza della Ronde 2023: «Non è un attacco di dimensioni standard, ma il corridore si trova bene con questo setting e allora si è deciso di fare un attacco manubrio custom per lui».
Diversi corridori, di team diversi usano la sella Prologo Scratch NDR: qui casa UAE EmiratesDiversi corridori, di team diversi usano la sella Prologo Scratch NDR: qui casa UAE Emirates
Anche una sella da mtb
Si tratta della Prologo Scratch NDR, quella sviluppata con la collaborazione di Henique Avancini, campione del mondo marathon nel 2018: un prodotto usato parecchio anche in ambito strada, dai team e dagli atleti supportati dall’azienda lombarda.
Pogacar e Trentin, manubri agli antipodi
Il riferimento è diretto al cockpit. L’atleta sloveno usa un attacco manubrio in carbonio Enve (modello SES AR), abbinato ad una curva manubrio, sempre full carbon e con un profilo alare estremizzato.
Giuseppe Archetti, Team UAE-EmiratesCockpit parecchio “tirato” per PogacarAttacco manubrio in alluminio e negativo per TrentinGiuseppe Archetti, Team UAE-EmiratesCockpit parecchio “tirato” per PogacarAttacco manubrio in alluminio e negativo per Trentin
«La bici è la stessa della Milano-Sanremo anche per quanto concerne le gomme – ci spiega Giuseppe Archetti, meccanico di Pogacar – ma rispetto alla Sanremo ci sono delle pressioni più basse dei tubeless. Anche per quanto riguarda la sezione, Pogacar ha scelto di usare sempre la stessa, la 30 millimetri, la stessa usata alla Parigi-Nizza, alla Sanremo e anche sul pavé».
Tornando al reparto manubrio, Trentin usa una combinazione attacco/piega in alluminio, scelta tecnicamente opposta a quella di Pogacar, anche perché il manubrio del corridore trentino è rotondo, soluzione che ormai è una rarità.
La bici di scorta con i tubolari, la Madone di Pedersen alla Trek-SegafredoLa bici di scorta con i tubolari, la Madone di Pedersen alla Trek-Segafredo
Una Madone con i tubolari
Labici di scorta di Pedersen, terzo sul traguardo di Oudernarde, riconoscibile anche per la catena ed il pacco pignoni dorati, ha i tubolari. Il forte corridore danese è stato tra i primissimi a prediligere l’utilizzo dei tubeless, a prescindere dalla bici, dalle condizioni meteo e dalla planimetria del percorso, ma una delle sue bici di scorta ha sempre i tubolari montati.
La sigla che identifica le Aeroad del Team Alpecin-DeceuninkLa Aeroad CFR usata da Van Der PoelLa sigla che identifica le Aeroad del Team Alpecin-DeceuninkLa Aeroad CFR usata da Van Der Poel
Canyon Aeroad R065
R065 è l’acronimo numerico specifico della Canyon Aeroad. Lo troviamo sulle biciclette dei compagni di Van Der Poel, lo troviamo anche sulla Aeroad del corridore olandese. Quella rossa usata al Giro delle Fiandre è la stessa bicicletta della Sanremo e non si tratta della nuova versione dellaAeroad, come paventato da qualcuno. La bicicletta nella versione aggiornata potrebbe esordire ufficialmente al Tour de France. La bici di Van Der Poel ha anche un foro aggiuntivo nella parte superiore dell’orizzontale, per “irrobustire” ulteriormente il serraggio.
Jumbo-Visma: una Soloist sulla terza ammiraglia, la bici 3 di LaporteLa numero 3 di Van Aert è una R5 con le corone più piccole, 52-39La Reverse da 63 per la ruota posteriore, con tubeless da 28Mentre davanti c’è un profilo da 52Tutti dischi da 140 e mozzi DT Swiss Spline sulle Cervélo giallo-nereUna combinazione 52-39 sulla R5 di Van AertJumbo-Visma, una Soloist sulla terza ammiraglia, la bici 3 di LaporteLa numero 3 di Van Aert è una R5 con le corone più piccole, 52-39La Reverse da 63 per la ruota posteriore, con tubeless da 28Mentre davanti c’è un profilo da 52Tutti dischi da 140 e mozzi DT Swiss Spline sulle Cervélo giallo-nereUna combinazione 52-39 sulla R5 di Van Aert
La vita delle terze bici
Oltre alle bici di scorta numero 2 di Van Aert e di Laporte, due Cervélo S5 (modello usato anche in gara), una delle ammiraglie del Team Jumbo-Visma portava anche le bici numero 3. Una Soloist per l’atleta francese, una R5 per il belga, con dei montaggi curiosi, con particolare riferimento al comparto ruote. Entrambi i corridori hanno optato per il profilo differenziato, 63 posteriore e 52 anteriore, con le gomme tubeless da 28.
Le S5 che hanno usato in gara avevano le ruote da 52, davanti e dietro. «Una terza bici pronta per ogni evenienza e nell’ottica di fornire un’alternativa in caso di bagnato, ma con assenza di vento – ci hanno spiegato dal team». Il Giro delle Fiandre 2023 verrà ricordato anche per il forte e gelido vento, soprattutto nelle fasi iniziali della gara.
Israel: pedivelle FSA K-Force in carbonio e power meter PowerBoxTubeless Continental “unofficial” sulle FactorIsrael: pedivelle FSA K-Force in carbonio e power meter PowerBoxTubeless Continental “unofficial” sulle Factor
I tubeless con la scritta “limata”
L’anno passato le Factor del Team Israel-Premier Tech montavano le guarniture Rotor, con i relativi power meter (qualcuno per la verità usava la combinazione Shimano Dura Ace). Le foto ritraggono la scelta di Sep Vanmarke sulla sua Factor Ostro pronta per il pavé, con le corone anteriori 54-40 ed il power meter PowerBox di FSA.
Sempre in merito alle Factor, tutte le bici pronte per il pavé, a prescindere dal corridore e dal profilo delle ruote, erano pronte con i tubeless Continental GP5000TR da 30 millimetri, ma con il logo “limato”, in quanto il team ha un sponsorizzazione diversa.
Chiara Consonni, al via della quinta Roubaix Femmes, spiega perché la corsa sia per lei così speciale. Il pavé e il velodromo. Il fango. E il divertimento
Il terzo riposo ci offre ulteriori spunti e curiosità della tecnica al Tour de France, in vista dei Pirenei, della crono e dei Campi Elisi. Il caldo, la ricerca della leggerezza (non solo in merito alle biciclette) e i tanti prodotti che vedremo disponibili in futuro, sono i veri protagonisti.
Diamo uno sguardo alle immagini che hanno attirato la nostra attenzione nei giorni scorsi.
La Canyon tutta nera di Mas
La bici nera di scorta
La Canyon tutta nera di Mas
La bici nera di scorta
Una Ultimate tutta nera per Mas
Il fatto che buona parte degli atleti del Movistar Team utilizzi la nuova versione della Ultimate non è più una novità. Carlos Verona e compagni hanno in dotazione una bicicletta di colore azzurro, ma ha attirato la nostra attenzione la bicicletta di Enric Mas. E’ una Canyon Ultimate di nuova generazione, questo è evidente, ma rispetto a quella dei compagni la livrea è nera. Una verniciatura più leggera per lo scalatore spagnolo? Sembrerebbe di si, in quanto la bicicletta appare opaca, senza flatting e vernice.
La nuova Foil RC per BardetLa nuova Foil RC per Bardet
Bardet con la Foil RC
La vera particolarità non è il nuovo modello di bici di Scott, presentata qualche giorno prima dell’inizio del Tour de France, ma il fatto che Bardet utilizzi una bici aero concept. Al di la dei fattori legati all’immagine e considerando le conoscenze tecniche del corridore francese, abbiamo anche una sorta di conferma della versatilità della nuova Foil. Bardet la sta utilizzando con le ruote Shimano C36 con predisposizione tubolare.
Le calzature super light di MollemaLe calzature super light di Mollema
Scarpe super ventilate per Mollema
Quelle indossate dall’atleta olandese sono delle Bontrager XXX più leggere grazie a degli inserti in mesh sulla tomaia vicino alla punta e nella zona dell’arco plantare. Non di rado i corridori usano delle scarpe più ventilate e alleggerite per le giornate più calde del Tour de France, talvolta gli stessi prodotti trovano uno spazio anche nei vari listini delle aziende, in altre occasioni la produzione è specifica per gli atleti. Questa versione usata da Mollema non compare nel catalogo Bontrager.
Le ruote bassissime sulla Factor di FuglsangLe ruote bassissime sulla Factor di Fuglsang
Le ruote “bassissime” di Fuglsang
Sono le Black Inc, prodotto comunque nell’orbita Factor e avevano già attirato la nostra attenzione al Tour of the Alps, a quel tempo montate soltanto sulla bicicletta di Froome. Sono le Carbon Twenty e sono presenti nel catalogo Black Inc. Hanno il cerchio in carbonio da 20 millimetri con i raggi Sapim in carbonio, hanno la predisposizione al tubolare (montate con gli pneumatici Maxxis). Ancora una conferma a riguardo del fatto che le ruote medie e basse stanno tornando sempre più di moda.
La Prototipo di Pogacar, 6,8 chilogrammi come da regolamento (foto Fizza/UAE)La Prototipo di Pogacar, 6,8 chilogrammi come da regolamento (foto Fizza/UAE)
La Prototipo “standard” per Pogacar
Le Colnago Prototipo utilizzate dal corridore sloveno non hanno nulla di diverso rispetto a quelle dei compagni, livree cromatiche e setting a parte. Sia quella con tutti i loghi bianchi, che quella utilizzata con le scritte gialle hanno le specifiche tradizionali del modello Prototipo. La bicicletta, con l’allestimento utilizzato da Pogacar, come da regolamento, non scende sotto i 6,8 chilogrammi di peso.
Il giubbino “fresco” di Van Aert
Quello raffreddante di Pogacar
Il ghiaccio sulle caviglie, molti corridori lo usano prima della partenza
Il giubbino “fresco” di Van Aert
Quello raffreddante di Pogacar
Il ghiaccio sulle caviglie, molti corridori lo usano prima della partenza
La ricerca del freddo
Ghiaccio dove è possibile, sotto le calze, al di sotto dei pantaloncini e anche i nuovi giubbotti raffreddanti. Prendiamo ad esempio quelli utilizzati da Van Aert e Pogacar, ma la lista di questi accessori è lunga e varia. L’evoluzione è arrivata anche in questo segmento e le soluzioni sono diverse.
Ci hanno colpito quelli utilizzati da Jumbo-Visma e dal corridore sloveno, con alcune zone scaricate e altre dove si posizionano i ghiaccioli, vicino alle sezioni muscolari e lontano dalla parte addominale ed il ventre. Nel caso degli Jumbo, il giubbino è quello prodotto dall’azienda olandese Inuteq ed è il modello Xtreme.
I segni della sudorazione estrema e della faticaI segni della sudorazione estrema e della fatica
Il corpo che brucia
Solo al termine della tappa e visti da vicino, gli indumenti danno l’idea di quanto il fisico dei corridori è messo sotto stress, per la fatica della prestazione e per mantenere costante la temperatura.
Richard Carapaz vince a Superdevoluy e corona il suo sogno. Alle sue spalle, si ripete lo show di Pogacar. Ma forse si impone una riflessione su Vingegaard
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Nel secondo giorno di riposo, prosegue il nostro percorso tra le curiosità del Tour de France 2022. Biciclette, capi tecnici e soluzioni che vedremo nel prossimo futuro, alcuni di questi prodotti non ancora ufficializzati e già vittoriosi. E poi c’è la conferma che il ciclismo interessa anche alle serie tv (e non è la prima volta), un bello spot promozionale che fa bene al nostro sport.
La nuova Propel vittoriosa con Groenewegen (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
Più sfinata, ma sempre aero (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
Con un anteriore meno voluminoso (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
C’è il reggisella integrato e un carro più “sottile” (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
La nuova Propel vittoriosa con Groenewegen (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
Più sfinata, ma sempre aero (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
Con un anteriore meno voluminoso (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
C’è il reggisella integrato e un carro più “sottile” (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
Altre bici nuove, anche la Propel
La nuova Giant Propel, non ancora presentata ufficialmente e già vittoriosa. E’la bicicletta aerodinamica di Giant, prodotto massiccio e importante nelle forme. Nel caso della nuova versione, vittoriosa con Groenewegen, si nota una bicicletta sì aero, ma più sfinata e magra, soprattutto nel comparto centrale e posteriore.
Altrettanto interessante è l’aver mantenuto il seat-post integrato, una sorta di marchio di fabbrica Giant, con una forma mutuata dal modello TCR. Dopo averla vista in corsa e poi in mano ai meccanici nel giorno di riposo, la vedremo ufficialmente con tutte le sue specifiche prima della fine dell’estate?
Il microfono sul cappellino di Van Aert: lo seguiranno anche nel giorno di riposo?
La Cannondale SystemSix di Magnus Cort (foto EF-EasyPost-Jeredgruber-Ashleygruber)
Interessante e particolare la struttura della maglia Le Col
Generazioni Dura Ace a confronto: 11 vs 12
C’è il CeramicSpeed, ma il cambio è a 11
Il microfono sul cappellino di Van Aert: lo seguiranno anche nel giorno di riposo?
La Cannondale SystemSix di Magnus Cort (foto EF-EasyPost-Jeredgruber-Ashleygruber)
Interessante e particolare la struttura della maglia Le Col
Generazioni Dura Ace a confronto: 11 vs 12
C’è il CeramicSpeed, ma il cambio è a 11
Tra fatica, tecnologia e serie tv
Vista quella scatoletta sul cappellino post gara di Van Aert? L’oggetto in questione è il trasmettitore del microfono, perché l’atleta della Jumbo-Visma è… spiato costantemente. Ma non solo Van Aert, in alcune occasioni i microfoni sono stati montati anche sulle biciclette dei corridori, generalmente agganciati al supporto del computerino. Il Team Jumbo Visma al Tour de France 2022 sarà soggetto di una serie Netflix, come già accaduto per il Movistar Team, che vedremo in futuro.
Magnus Cort, il corridore danese, grande protagonista nella sua terra natale, è l’unico del Team EF-Easypost ad utilizzare la aero Cannondale SystemSix. Il resto degli atleti utilizza la Cannondale SuperSix Evo.
Se analizziamo i capi tecnici, quelli normalmente utilizzati al Tour de France e finalizzati per combattere il caldo, gli spunti d’interesse sono sempre numerosi. Ci ha colpito la maglia Le Col della Bora-Hansgrohe, con un girocollo molto basso, ma con una ribattitura doppia. Una pannellatura frontale fitta e aderente e un tessuto dalla trama a micro-celle sulla parte superiore delle maniche. Il fondo-manica invece è molto sottile ed è una sorta di rete elastica.
Shimano Dura Ace a 11v. Sono due i team che hanno scelto di optare per le trasmissioni ad 11 rapporti: la Total Energies e la Israel-Premier Tech. L’obiettivo è quello di far scendere il più possibile le variabili che si generano nel mix di componenti delle diverse famiglie di prodotti.
La trasmissione Sram usata da Skujins e spiata nel primo riposoLa trasmissione Sram usata da Skujins e spiata nel primo riposo
Una trasmissione Sram Eagle in futuro?
Nessuno vieta di immaginarlo e pensarlo e la trasmissione montata nelle tappe della Super Planche des Belles Filles e Losanna sulla bici di Skujinsè una sorta di conferma. L’ultimo pignone (quello nero) non è un 50, come quello utilizzato sulla versione mtb, ma è di sicuro un fuori misura, una sorta di salva-gamba. E poi ci sono i pignoni dorati che appaiono senza grossi salti tra l’uno e l’altro. Staremo a vedere.
Le scarpe Louis Garneau
Le Q36.5 con livrea silver
Nuove scarpe Giant per Matthews? (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
Due stili di pedalata a confronto, Stuyven vs Pogacar
Le scarpe Louis Garneau
Le Q36.5 con livrea silver
Nuove scarpe Giant per Matthews? (foto GreenEdge Cycling Getty Images)
Due stili di pedalata a confronto, Stuyven vs Pogacar
Ma che scarpe sono?
Louis Garneau. Sono due gli atleti della Israel-Premier Tech che indossano le calzature del marchio canadese, quasi scomparso e che ora è tornato tra i professionisti di primissima fascia. Micheal Woods e Simon Clarke indossano la costosa versione Course Air Lite XZ.
Q36.5 per Geschke. Sono di colore argento e sono il modello Unique Silver dell’azienda di Bolzano, le calzature indossate dal corridore tedesco ora in forza al Team Cofidis.
Nuove scarpe Giant per Matthews? Già in passato, nel suo trascorso al Team Orica-Green Edge, Michael Matthews è stato uno dei principali artefici nello sviluppo delle Shimano S-Phyre. Il corridore australiano è particolarmente ambito dalle aziende, per le fasi di test dei prodotti. Quelle che indossa al Tour de France hanno tutta l’aria di essere una nuova versione top di gamma delle calzature Giant.
Pogacar e Stuyven, corridori diversi in tutto. Doti atletiche a parte, i due corridori rappresentano anche gli antipodi nel modo di utilizzare le calzature ed i pedali. Pogacar, pedali Look Keo, scarpe DMT KR SL con i lacci e tacchette grige, pedala con le punte verso l’esterno. Stuyven, pedali Shimano (in realtà dovrebbe avere i Look), calzature Bontrager e tacchette Shimano blu, pedala con le punte rivolte all’interno.
Un nuovo casco Bollè per Mozzato e per la B&B-KTM
Uno dei più visti, il nuovo Specialized Evade (@foto eam TotalEnergies)
S-Works Prevail di Specialized (foto Team TotalEnergies)
Il bollino che sancisce la fornitura 2022 delle ruote
Gomme nuove e ruote in versione 2021
Tubeless e Roval nuove per il team di Sagan
Un nuovo casco Bollè per Mozzato e per la B&B-KTM
Uno dei più visti, il nuovo Specialized Evade (foto Team TotalEnergies)
S-Works Prevail di Specialized (foto Team TotalEnergies)
Il bollino che sancisce la fornitura 2022 delle ruote
Gomme nuove e ruote in versione 2021
Tubeless e Roval nuove per il team di Sagan
Tra caschi e gomme
Un nuovo casco Bollè per Mozzato e per la B&B-KTM. Rispetto al “vecchio” modello top di gamma Furo, il nuovo casco Bollè ha delle feritoie più ampie nella sezione frontale e lateralmente, forse meno votato all’aerodinamica, ma non per questo meno efficiente. C’è sempre la calandra posteriore tronca, ma il casco è meno pronunciato verso il retro ed è maggiormente arrotondato sopra.
S-Works Prevail e Evade. Il primo è quello meno calottato, spesso scelto dagli uomini di montagna e per le giornate da canicola. Lo Specialized Evade è quello “aerodinamico”, più chiuso e tra i caschi più efficienti mai sviluppati. Entrambi adottano anche un nuovo sistema Mips al loro interno.
Tre team in gara, tra tubeless copertoncino. Per le tappe tradizionali (esclusa quella del pavé) tutti i team supportati da Specialized si dividono tra tubeless e copertoncino. E’ necessario ricordare che la Quick Step-Alpha Vinyl è stata coinvolta in modo diretto nello sviluppo dei nuovi pneumatici Turbo di Specialized. Inoltre, le ruote Roval del team belga arrivano anche dalla fornitura del 2021, come si vede da una delle immagini. Nessun riferimento di “inventario” per le ruote TotalEnergies, considerando la sponsorizzazione recente.
Cockpit ultra leggero e manubrio tondo
I tanti spessori usati da Gaudu: il riposo offre la conferma
Taglia piccola per la Xelius SL3 di Gaudu
Cockpit ultra leggero e manubrio tondo
I tanti spessori usati da Gaudu: il riposo offre la conferma
Taglia piccola per la Xelius SL3 di Gaudu
Manubri super leggeri e spessori
Interessante la scelta di Patrik Konrad, che utilizza l’attacco manubrio full carbon Vibe Carbon da poco più di 100 grammi e la piega Pro Vibe Carbon SL compact. Il peso di quest’ultima è intorno ai 200 grammi, per un’accoppiata che supera di poco i 300 grammi e con una rigidità complessiva molto elevata.
Ma quanti spessori sulla bici da Gaudu? Oltre al cap in battuta, ci sono ben 3,5 centimetri di spacers (sono sette da 0,5 cadauno) tra lo stem e lo sterzo della bici di Gaudu. Già al Tour of the Alps avevamo documentato i bike fitting “non estremi” del gruppo di scalatori del Team Groupama-FDJ. Osservando con maggiore attenzione la bici del corridore transalpino, vediamo anche un seat-post con un abbondante arretramento.
Facendo la somma dei dettagli, cosa potremmo scrivere? Un telaio piccolo e una posizione non facile da adattare, con la necessità di portare il peso del corpo sulla ruota posteriore e lasciare scaricate le ginocchia. Inoltre il corridore non si schiaccia mai in modo eccessivo verso l’anteriore e verso il basso.
Colnago Prototipo, ruote Bora WTO45, Pirelli TLR da 30 e inserti liner interniColnago Prototipo, ruote Bora WTO45, Pirelli TLR da 30 e inserti liner interni
Quel vedo non vedo
Gli inserti dentro le gomme, nel giorno di riposo c’è modo di parlare anche di questo. Torniamo per un attimo alla tappa del pavé di questo Tour de France 2022. Non si vedono perché inseriti dentro i tubeless, ma Pogacar ha utilizzato gli inserti tra gomma (Pirelli TLR da 30 millimetri) e cerchio, una sorta di salsicciotto di schiuma/spugna densa e compatta, non assorbe il liquido anti-foratura ed evita lo stallonamento del tubeless, anche e soprattutto con i colpi proibiti che subiscono le ruote in carbonio. I liner non sono Pirelli, che ad oggi non ha in gamma questa tipologia di accessorio. Inoltre, Pogacar ha corso quella frazione con la Colnago Prototipo, molti suoi compagni hanno utilizzato la “vecchia” V3Rs.