corratec non trascura le esigenze di nessun ciclista grazie al modello CCT Team Pro, realizzato sulla base della sorella maggiore: la Evo, in dotazione al Team corratec Vini Fantini. Due bici da un lato simili, almeno esteticamente, ma che abbracciano due tipologie diverse di pubblico. Per chi ama le sfide e sulla bici è pronto a sacrificare un po’ di comfort in favore della prestazione c’è la Evo. Al contrario, coloro che vogliono pedalare con maggior comfort possono contare sulle prestazioni del modello CCT Team Pro.
«La nostra idea – racconta Sergio Laurino, country manager per l’Italia di corratec – è di avere due linee prodotto differenti. Le geometrie dei due telai sono simili, ma la CCT Team Pro rimane con una posizione in sella più comoda. Il ciclista non si trova allungato sul telaio, ma più compatto».
Carbonio
Nonostante le differenze, i due telai sono comunque costruiti con fibra di carbonio, per offrire all’utilizzatore tutte le qualità tipiche di questo materiale.
«Il carbonio – continua a spiegare Laurino – è il materiale migliore per realizzare i telai delle bici da corsa. Chiaramente la qualità cambia tra i due modelli ma la Team Pro, che risulta ideale per un pubblico meno esigente, offre comunque ottime prestazioni. Il risultato finale è una bici da endurance che si adatta a tutti e questo la porta ad un target più vasto di clienti. Sulla Team Pro si ha una minore rigidità del telaio, ma un maggior comfort. Certe caratteristiche, utilizzate nel mondo dei professionisti, sono difficili da portare anche a chi utilizza la bici con meno frequenza. Per questo abbiamo optato per caratteristiche tecniche più morbide e accoglienti. Il peso aumenta un po’ per il modello Team Pro, per il solo telaio infatti si aggira poco sotto al chilo».
La CCT Team Pro monta tutte le versioni del gruppo Shimano 105Il manubrio non è integrato per una scelta maggiore di personalizzazione e di comodità
Dettagli tecnici
Maggior comfort significa anche avere una più ampia libertà di scelta nei componenti, cosa che nella corratec CCT Team Pro si può vedere e gustare.
«Una scelta differente – conclude Laurino – è quella di non montare un attacco manubrio integrato. Questo porta l’utente a scegliere la misura che preferisce, sia per comodità che per peso. La CCT Team Pro è a tutti gli effetti una bici altamente personalizzabile, lo testimonia la varietà nel gruppo da montare. Di base è la famiglia Shimano 105 ma c’è la possibilità di utilizzare il vecchio gruppo meccanico a 11 velocità, quello meccanico a 12 e l’elettronico, sempre a 12 velocità.
«Sulla Team Pro montiamo le ruote Ursus Miura TC37, un profilo valevole in ogni situazione e che accontenta sempre l’utente medio. Leggero, ma che conferisce ottime sensazioni di scorrevolezza. Con dischi da 160 millimetri sia al posteriore che all’anteriore, per una frenata sicura e reattiva. La dimensione dei copertoni, i Pirelli P7, è di 28 millimetri e sono tubeless ready. Di base viene montata una sella Selle Italia, modello X Green».
Lo avevamo conosciuto quando arrivò in Italia per la prima volta nel 2017 con la Unieuro Trevigiani. Ma ora la favola di German Tivani riprende slancio
La Corratec-Selle Italia nell’inverno ha costruito, come nella storia per bambini della cicala e la formica. Il team di Francesco Frassi ha svolto il ruolo della formica, ha raccolto pian piano i frutti di un lavoro lungo. Tante le novità in vista del 2024, arrivate una per una, pensate e ponderate in base alle esigenze del team. Come abbiamo appena visto, la recente novità ha il nome di Mark Padun, scalatore arrivato dalla EF Education-Easy Post. E a sentir parlare Frassi non sembrerebbe essere finita qua la campagna acquisti della Corratec-Selle Italia.
Quando chiamiamo, il diesse toscano si trova davanti al computer e sta stilando le prime bozze di calendario. Ci sono delle wild card da attendere che potrebbero cambiare alcuni programmi, ma a grandi linee è tutto pronto. Parlando di calendari e ritiri è facile far virare il discorso verso i nomi che hanno incuriosito gli addetti ai lavori. Per comodità ne abbiamo evidenziati sei, ma come ammette lo stesso Frassi ce ne sarebbero altri di cui si potrebbe parlare.
Mareczko alla prima semitappa della Coppi e Bartali del 2021 mette in riga CavendishMareczko alla prima semitappa della Coppi e Bartali del 2021 mette in riga Cavendish
La freccia Mareczko
I nomi sui quali ci concentriamo sono quelli di Jakub Mareczko, Niccolò Bonifazio, Kristian Sbaragli, Valerio Conti, Mark Padun e Alessandro Monaco.
«Andiamo in ordine partendo dai velocisti – suggerisce Frassi – quindi parliamo di Mareczko. Lui lo conosco bene, da quando eravamo in Vini Zabù, nel 2021. Abbiamo passato tanto tempo insieme, tra cui un ritiro a Livigno nel quale ci siamo conosciuti molto bene. Conosco le sue potenzialità, è uno dei corridori più esplosivi che c’è al mondo. Proprio nell’anno alla Vini Zabù riuscì a battere Cavendish in una volata secca. Lo stesso che vinse quattro tappe al Tour pochi mesi dopo. Mareczko nei percorsi pianeggianti può battere chiunque, davvero. Arriva da un periodo difficile dove non ha corso tanto, ma le qualità ci sono, ci sono sempre state».
Frassi ha ancora negli occhi l’azione di Bonifazio alla Parigi-Nizza del 2020 quando anticipò i velocistiFrassi ha ancora negli occhi l’azione di Bonifazio alla Parigi-Nizza del 2020 quando anticipò i velocisti
Il funambolo Bonifazio
Uno degli arrivi annunciati verso fine stagione dalla Corratec è quello di Bonifazio. Corridore diverso da Mareczko, meno velocista e più fantasioso.
«Ci stiamo conoscendo – dice Frassi – capirò lavorandoci insieme che carattere ha. Però fin da subito mi ha dato l’idea di essere uno che mette tanta dedizione nel ciclismo. E’ uno che non ha paura e sa quel che deve fare. L’ho visto al Giro, dal quale è uscito in crescendo, ma da lì in poi ha corso poco. A mio avviso uno come lui ha bisogno di correre, se avesse sfruttato quel periodo avrebbe potuto cogliere qualcosa di importante. Bonifazio è uno che inventa azioni belle e che vince su tanti terreni diversi. La tappa che vinse alla Parigi-Nizza del 2020, anticipando i velocisti ancora me la ricordo. Un corridore capace di queste azioni va tenuto e gli deve essere data la possibilità di provare, e con noi ce l’avrà».
Quest’anno Sbaragli ha corso il mondiale di Glasgow, andando in fuga e conquistando il 34° postoQuest’anno Sbaragli ha corso il mondiale di Glasgow, andando in fuga e conquistando il 34° posto
L’esperto Sbaragli
Kristian Sbaragli, ad ora, è il più “anziano” del team Corratec. La sua figura si sposa con quella di Bonifazio e Mareczko. Anche lui non è un velocista puro, ma è in grado di trovare spunti interessanti.
«Lui – riprende Frassi – ha sfruttato la gamba che si è trovato dopo il Giro e per poco non vinceva l’italiano. E’ un gran corridore che ha vinto una tappa alla Vuelta contro Degenkolb appena un paio d’anni dopo essere passato professionista. Poi è andato in Alpecin e ha avuto poco spazio. Parlandoci al campionato italiano quest’anno mi ha confermato che era da tanto che non si giocava una vittoria. Sono situazioni in cui devi trovarti, sbagliare, imparare e ripetere. Con noi sono sicuro che avrà tante occasioni e potrà riprendere la mano. In più la sua età gli permette di essere un valore aggiunto in professionalità ed esperienza. Ha un carattere che crea subito gruppo, mi ha dato subito una bellissima impressione».
Per Valerio Conti un primo anno alla Corratec molto sfortunato, ma i segnali di fine 2023 sono incoraggiantiPer Valerio Conti un primo anno alla Corratec molto sfortunato, ma i segnali di fine 2023 sono incoraggianti
Conti ci riprova
Valerio Conti non rappresenta esattamente una delle novità per la Corratec. Lui corre con Frassi già dalla scorsa stagione, e dopo un anno poco fortunato avrà la possibilità di riprovarci.
«Ha un grande valore – ci conferma il diesse – prima del Giro andava davvero forte. Poi quella caduta lo ha messo fuori gioco. Mi ha colpito la sua mentalità dopo l’infortunio, è rimasto con noi al Giro, chi ha dato una mano e non ha perso la motivazione. Una volta rientrato a luglio si è rotto nuovamente il bacino ed è stato fermo fino a settembre. Le ultime corse dell’anno però ci hanno sorpreso: è rientrato e ha fatto 12° al Giro della Toscana e 13° al Matteotti. Lo abbiamo portato in Cina e al Tour of Hainan è arrivato quinto in classifica generale. Insomma, meritava la riconferma e sono contento che sia rimasto con noi».
Mark Padun nel 2021 ha stupito tutti con una doppietta al Giro del Delfinato, Frassi spera di riportarlo a quei livelliMark Padun nel 2021 ha stupito tutti con una doppietta al Giro del Delfinato, Frassi spera di riportarlo a quei livelli
Padun: scalatore puro
Il corridore ucraino è uno dei tasselli che mancava alla Corratec. Uno scalatore puro, in grado di potersi mettere in luce nelle corse a tappe e non solo.
«Ci mancava davvero – conferma Frassi – lui è uno che in salita può andare davvero forte. Lo ha dimostrato, appena due anni fa al Giro del Delfinato ha messo in fila due tappe incredibili. Ha lasciato sulla strada Vingegaard, Porte, Haig, Kuss… Anche all’Adriatica Ionica Race ha vinto sulle Tre Cime di Lavaredo. Quest’anno è andato bene alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali, tirando per la vittoria di Healy nella terza tappa. Ha 27 anni e può fare ancora tanto, per il ciclismo di ora può essere considerato vecchio, ma non è in calo. Numeri e test parlano di qualità eccellenti, starà a noi tirarle fuori. A me piace fare questo tipo di lavoro: trovare la chiave giusta per dare motivazione ai miei ragazzi».
Monaco torna tra i professionisti dopo due anni, per lui un’occasione da valorizzare (foto Instagram)Monaco torna tra i professionisti dopo due anni, per lui un’occasione da valorizzare (foto Instagram)
Il ritorno di Monaco
Alessandro Monaco torna nel mondo del professionismo dopo un’assenza durata due anni. Ha assaggiato il mondo dei grandi in Bardiani, è tornato indietro e non si è lasciato abbattere, conquistando nuovamente spazio nei professionisti.
«Nelle categorie giovanili – conclude il diesse – era considerato un talento. Ha avuto questo problema all’arteria iliaca e io per primo so quanto questo infortunio può compromettere la prestazione. Monaco ha avuto la determinazione, quando ha fatto un passo indietro, di tornare. Non si è mai abbattuto ma ha lavorato molto e in maniera solida. Vediamo se le doti che ha dimostrato di avere possono uscire nuovamente, è un corridore con senno. Una cosa che mi ha colpito è il fatto che studi. Per me questo è sinonimo di grande concentrazione, caratteristica importante nel ciclismo. E’ risalito e tocca a lui dimostrare se può fare il corridore».
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L’impatto estetico della Corratec è di quelli importanti, con delle forme voluminose e un concept aero senza mezzi termini. Inoltre le prime considerazioni degli atleti, dicono di una bicicletta molto rigida nella zona dell’avantreno, da corridore vero.
Abbiamo chiesto ad Alexander Konychev alcune battute sul nuovo mezzo a disposizione e abbiamo curiosato i dettagli della bicicletta usata dal team alla Vuelta a San Juan in Argentina.
Konychev è nato nel 1998 a Verona ed è professionista dal 2020: 4 anni con Greenedge Cycling e ora la CorratecKonychev è nato nel 1998 a Verona ed è pro’ dal 2020: 4 anni con Greenedge Cycling e ora la Corratec
Un bel cockpit
Si tratta di un telaio in carbonio monoscocca, caratterizzato da un’abbondante fazzoletto di rinforzo nella zona dello sterzo, che a sua volta prevede una svasatura importante. La parte inferiore è più asciutta ed è in linea con il disegno della forcella, la sezione superiore è muscolosa ed allargata.
C’è il manubrio integrato e completamente in carbonio, con una particolarità che si riferisce alla chiusura sullo stelo della forcella. Ci sono due brugole in linea e una sorta di taglio superiore che separa il punto di serraggio dal punto in cui lo stem scarica la pressione della serie sterzo. Questo dettaglio ha il compito di separare le forze verticali da quelle longitudinali, quasi a preservare la fibra composita.
C’è l’inserzione ribassata delle tubazioni oblique che sono leggermente arcuate. C’è il reggisella specifico e con design aero.
Forma alare ed aero, ma con volumi contenutiLo stem con il serraggio “sdoppiato”Forma alare ed aero, ma con volumi contenutiLo stem con il serraggio “sdoppiato”
Le parole di Konychev
Che cosa ne pensa Alexander Konychev, corridore classe 1998, arrivato alla Corratec quest’anno dopo quattro stagioni nel WorldTour, è quello che stiamo per scoprire.
«Per le mie caratteristiche – dice – la bicicletta deve essere rigida e veloce prima di tutto e onestamente anche se paga qualcosa in termini di peso, 2/300 grammi, non è un grande problema. Effettivamente sono sorpreso dalla rigidità della Corratec. Arrivo dall’esperienza Giant con l’ultima versione della Propel, davvero un ottimo prodotto: fattore questo che da ancor più valore alla bicicletta che ho in dotazione in questo momento. E’ esigente nella guida, ma al tempo stesso velocissima e precisa. Non ti permette di correggere facilmente una traiettoria sbagliata e questo per via di una rigidità elevata nella zona dello sterzo e di questo manubrio integrato».
Combinazione 52-39 anteriore con il QuarqLa filettatura d’ingaggio del perno è nascosta, soluzione uguale a quella proposta da BMCL’imponente scatola centraleCombinazione 52-39 anteriore con il QuarqLa filettatura d’ingaggio del perno è nascosta, soluzione uguale a quella proposta da BMCL’imponente scatola centrale
Misure e componenti
«Da quest’anno – prosegue Konychev – uso delle pedivelle da 175 di lunghezza, forse meno versatili rispetto alle 172,5, che mi permettono di sfruttare di più le mie caratteristiche e la potenza nei rilanci. Uso una taglia 57 e la bici ha una reach maggiore rispetto alla media della categoria. Questo ha influito sulla lunghezza dello stem: ora ho 120 millimetri, rispetto al 140 del passato. Ho preferito allargare il manubrio, passando da una larghezza di 40 ad un 42 attuale. I manettini del cambio sono girati leggermente all’interno, ma non troppo. Per i rapporti invece ho la doppia davanti 52-39, ma la cassetta dietro ha il 10 e posso assicurare che tirare un 52×10 è davvero impegnativo».
Il nastro adesivo montato sulla forcella contro le spine che provocavano foraturePer lo stesso motivo, nastro sul carro posteriore: si usa solo in ArgentinaNella corsa argentina, queste spine si conficcavano nel battistrada, provocando forature a ripetizioneIl nastro adesivo montato sulla forcella contro le spine che provocavano foraturePer lo stesso motivo, nastro sul carro posteriore: si usa solo in ArgentinaNella corsa argentina, queste spine si conficcavano nel battistrada, provocando forature
Quel nastro in Argentina
La trasmissione è Sram Red AXS ed è previsto anche il power meter Quarq. C’è Selle Italia e le ruote sono Ursus tubeless. I pedali sono Shimano. Gli pneumatici sono Shwalbe Pro One TLE, per ora nella sezione da 25 millimetri, ma dovrebbe arrivare una nuova versione da 28.
In alcune frazioni al Vuelta San Juan, i meccanici hanno montato del nastro adesivo nei passaggi ruota anteriore e posteriore, con l’obiettivo di limitare la presenza di spine e piccoli rami sul battistrada degli pneumatici, causa di numerose forature.
German Nicolas Tivani arrivò alla Unieuro Trevigiani di Mirko Rossato e Marco Milesi nel 2017, quando aveva 22 anni e della vita non sapeva poi molto. Con lui, in quell’avventura in terra italiana, c’era un gruppetto di gente molto forte, come Joao Almeida e Simone Ravanelli e dall’anno dopo anche Fedeli e Filippo Zana.
L’argentino, che da quest’anno corre con il Team Corratec, da queste parti lo chiamano “El Ardilla”, lo scoiattolo. In Europa vinse corse come il Giro di Serbia, mentre in altre si piazzò, tanto che la UAE Emirates lo volle per uno stage. Lui fece le sue prove, ma evidentemente non scattò l’amore. Nel frattempo la Trevigiani chiuse i battenti e a Tivani non restò che rimettere i sogni in valigia e tornarsene a casa. Vennero quattro anni e altre vittorie nella Agrupacion Virgen de Fatima, finché Giovanni Lombardi ha preso il telefono e contattato Serge Parsani. Il ragazzo è buono, anche se ormai ha 27 anni. Ha vinto corse. E alla fine la Corratec gli ha aperto le porte.
Alla Vuelta San Juan 2017, Tivani con la maglia della Unieuro TrevigianiL’avventura europea è finita, Tivani è tornato in Argentina e vince una tappa alla Vuelta a San Juan 2019Alla Vuelta San Juan 2017, Tivani con la maglia della Unieuro TrevigianiL’avventura europea è finita, Tivani è tornato in Argentina e vince una tappa alla Vuelta a San Juan 2019
La valigia del corridore
Qualche giorno fa, parlando con la stampa locale, l’argentino ha raccontato che fra i suoi sogni c’è la partecipazione al Giro d’Italia e come accade quando un corridore di casa ha l’opportunità di fare grandi corse, attorno a lui si sono destati curiosità e vari entusiasmi.
«Credo di poter fare qualcosa di buono – dice lui, col suo sguardo gentile – finalmente ho trovato una squadra professional e adesso dovrò recuperare un po’prima di arrivare in Europa. Il mio obiettivo è sempre stato tornare e adesso ci sono riuscito. In Argentina lascio gli affetti, è la cosa più difficile, ma parto con il sogno di fare cose belle e di continuare a crescere come atleta. Dopo il 2018 non ricevetti alcuna proposta. Avevo la testa al 100 per cento per continuare in Europa, anche se probabilmente fui mal consigliato».
Il ritorno in Europa con la Corratec ha fatto di Tivani il beniamino dei tifosi argentiniIl ritorno in Europa con la Corratec ha fatto di Tivani il beniamino dei tifosi argentini
Sogni di bambini
Sono posti lontani e particolari. Chilometri e chilometri di nulla, corse polverose e grandi sogni. Bambini piccolissimi che aspettano i campioni con le loro biciclettine e la ruota fissa, immaginando un giorno forse di essere come loro. E così i campioni, nel fermarsi con ciascuno di loro, chiudono idealmente il cerchio. Tivani è appena andato a salutare suo fratello, mentre un bambino lo guardava quasi fosse un gigante.
«Sono tanto diverso dal quel ragazzino che partì cinque anni fa – sorride, riparandosi dal sole – ho fatto tante esperienze. La testa è un’altra, sono più maturo. So quali sono le cose che fanno bene e quali quelle che fanno male. E’ stato giusto venire in Italia così presto, perché comunque dalla Trevigiani ho imparato tantissimo e adesso conto di crescere ancora nella Corratec. Da qui volerò al Tour of Antalya, in Turchia. Ne ho sentito parlare, ma non la conosco. Voglio sapere tutto, scoprire quello che posso. Ai ragazzi che corrono qui dico di continuare a provare. Le cose arrivano quando meno te lo aspetti. Devi fare tutto nella vita con professionalità, non rimanere con la voglia di provare».
Un Tivani sorridente assieme a Parsani, che lo sta guidando alla Vuelta a San JuanUn Tivani sorridente assieme a Parsani, che lo sta guidando alla Vuelta a San Juan
Partenza sprint
La sua stagione Tivani l’aveva cominciata di nuovo nella Agrupacion Virgen de Fatima, con la Vuelta a San Juan come principale obiettivo di stagione. Era carico come una molla, ma in qualche misura aver firmato con la Corratec lo ha costretto a rivedere i piani.
«Abbiamo lavorato tanto – sorride – con tante ore e tanta palestra. Ma quando ho firmato con la nuova squadra, ho un po’ frenato l’allenamento. Stavo lavorando duro per arrivare qui al massimo e poi non so quali corse avrei fatto. Invece ora la stagione è lunga e tutta da venire, servirà non sprecare troppe forze. Loro, la vecchia squadra, un po’ sono rimasti male, ma dopo la delusione iniziale, ora sono contentissimi per me.
Ieri sull’Alto del Colorado, Tivani si è piazzato 15° a 1’51” da LopezIl nuovo team professional toscano corre con la Corratec CCT Evo, montata Sram Red e con ruote UrsusIeri sull’Alto del Colorado, Tivani si è piazzato 15° a 1’51” da LopezIl nuovo team professional toscano corre con la Corratec CCT Evo, montata Sram Red e con ruote Ursus
La nuova Corratec
La nuova bici lo aspetta per andare al foglio firma della quinta tappa, quella che si conclude all’Alto del Colorado, oltre i 2.000 metri, dove la Vuelta a San Juan si è poi inchinata a Superman Lopez.
«E’ una bicicletta bellissima – dice lui con un sorriso grosso così – mi è subito piaciuta tanto è rigida. Va bene. E’ leggera e anche queste ruote Ursus sono belle e rigide e questo mi è piaciuto tanto. E’ aerodinamica, ma anche una bici da scalatore, quindi leggera e rigida».
Se la mangia con gli occhi, ma adesso arrivano Konychev e Attilio Viviani e se lo portano a firmare. La sua stagione da pro’ è appena cominciata. Debutta a 27 anni, riallacciando il filo con il sorriso di quel ragazzino che sette anni fa lasciò Pocito per inseguire il suo sogno lontano.
Questa è la storia di Dusan Rajovic, vincitore in Venezuela e Turchia. Era rimasto a piedi, ma si è salvato grazie a due amici speciali. E adesso è rinato
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Corratec CCT EVO Disc è la bici che mette d’accordo scalatori e velocisti ed è la specialissima che usano i corridori della Vini Zabù. Durante il ritiro di Montecatini abbiamo avuto modo di esaminarla da vicino, anche grazie al meccanico del team toscano, Sandro De Gennaro, che ci ha svelato alcune chicche.
Ma prima diamo un’occhiata generale a questo telaio che sembra piuttosto massiccio. E che molto è piaciuto a Jakub Mareczko.
La Corratec CCC Evo griffata Vini ZabùLa Corratec CCC Evo griffata Vini Zabù
Ponticello “magico”
«Il Corratec CCT EVO Disc è un telaio monoscocca in carbonio T1000 – dice De Gennaro – è molto rigido ma al tempo stesso i tubi hanno profili aerodinamici».
In effetti i diametri dei tubi sono marcati. In particolare gli steli della forcella e i foderi (alti e bassi) del carro ci hanno dato questa impressione.
La forcella è la Corratec Pro Control Carbon Disc, davvero massiccia. Il profilo degli steli è aero e piatto nella facciata interna. Questo consente di utilizzare coperture anche molto larghe.
Anche il carro presenta questi tubi dalla sezione maggiorata ma una delle particolarità è che rispetto a molti modelli attuali l’attacco dei foderi alti sul piantone non è abbassato, ma è più “tradizionale”. Tuttavia la rigidità è assicurata dal ponticello: benché parliamo di una bici con freno a disco questo è rimasto. E la soluzione a quanto pare è piaciuta anche ai corridori. «La bici non flette ed è molto veloce», hanno detto in coro. Quel ponticello fa una bella differenza.
Sandro De Gennaro, meccanico del team di Angelo CitraccaSandro De Gennaro, meccanico del team di Angelo Citracca
Manubrio futuristico
Se il telaio è pulito e rifinito al meglio (la colorazione è fortemente personalizzata), meritano attenzione due elementi di Ursus: il reggisella e il manubrio.
Il reggisella è decisamente rigido, ma al tempo stesso comodo. E’ in fibra ad alto modulo Ud. Pesa solo 180 grammi, ha un diametro di 27,2 millimetri ed è particolare la sua testa: questa è “oversize”. E’ un blocco unico che smorza molto le vibrazioni.
Il manubrio è integrato. E’ il Magnus ma con finiture estetiche leggermente diverse rispetto a quelle da catalogo. La piega ha un profilo aerodinamico. L’attacco ha una forma affusolata e per non intaccare minimamente la struttura. In Ursus hanno inserito due placchette di alluminio per il serraggio sul tubo della forcella. Una scelta il cui impatto estetico è notevole (la placchetta argentata spunta in mezzo a tutto il nero del carbonio) ma al tempo è stesso è davvero valida: non si va a “disturbare” la struttura della piega. Un elemento che ci dice quanto sia curata questa bici.
Il manubrio consente anche il passaggio interno dei cavi (idraulici) dei freni. Particolari le sue misure, definite per taglie in proporzione a larghezza della piega e lunghezza dell’attacco. Attacco che propone misure massime di 125 millimetri, seguendo le nuove tendenze che li vogliono più corti.
Il ponticello “magico” che conferisce rigidità al carro, molto apprezzato dai corridori
Il manubrio integrato di Ursus
Per la Vini Zabù a disposizione l’intera gamma Selle Italia
Presto le corone Sram 50-37 saranno sostituite dalle 52-39
Il ponticello “magico” che conferisce rigidità al carro, molto apprezzato dai corridori
Il manubrio integrato di Ursus
Per la Vini Zabù a disposizione l’intera gamma Selle Italia
Presto le corone Sram 50-37 saranno sostituite dalle 52-39
Equipaggiamento top
«Riguardo alle selle – spiega De Gennaro – abbiamo a disposizione tutta la gamma di Selle Italia. I corridori in base alle proprie preferenze e caratteristiche scelgono il modello. Il 90% di loro utilizza la Slr Boost o la Superflow, che sarebbe quella aperta, ma qualcuno opta anche per quella chiusa».
«Le ruote – riprende De Gennaro – sono le Ursus disc da 37 o 47 millimetri. Le coperture sono Challenge. Per le gare ne abbiamo due modelli: gli Strada, che sono da 25 millimetri, e i Roubaix, che sono da 27. I ragazzi quasi sempre scelgono gli Strada, ma per la Strade Bianche tutti utilizzeranno i Roubaix. I dischi che montiamo sono da 140 millimetri, sia all’anteriore che al posteriore».
La scheda tecnica
Gruppo
Sram Red eTap AXS
Ruote
Ursus
Pneumatici
Challenge
Manubrio
Ursus
Sella
Selle Italia
Reggisella
Ursus
Pedali
Xpedo
Discorso rapporti, che molto fece penare i ragazzi della Zabù lo scorso anno. La squadra è rimasta fedele al gruppo Sram Red eTap AXS che di sicuro è valido da un punto di vista meccanico ed anche estetico: non ci sono cavi e la bici è di una “pulizia” unica, ma presto cambieranno i rapporti. «Per adesso abbiamo ancora le guarniture con il 50-37, ma in vista del Giro d’Italia arriveranno i 52-39».
Infine un piccolo sguardo al peso. Qualche corridore ci ha confidato che gradirebbe qualche grammo in meno. Tuttavia ci è sembrata una bici assolutamente nella media con le “colleghe” del gruppo.
Novità importante in casa Vini Zabù. I corridori della squadra di Angelo Citracca eLuca Scinto sono difatti… saliti su una nuova bicicletta: Corratec, brand tedesco produttore di biciclette corsa (ma non solo…) e distribuito commercialmente nel nostro paese dalla Boss Equipment della famiglia Galvan.
Marchio tedesco
Fondata nel 1990, Corratec ha la propria storica sede a Raubling, a pochi passi dal confine con il Tirolo austriaco. Ed è proprio qui che è stato firmato l’accordo di partnership e sponsorizzazione tra il team manager di Vini Zabù Pro Cycling Team, Angelo Citracca, ed il CEO di Corratec, Konrad Irlbacher.
Corratec è distribuita in Italia da Boss EquipmentCorratec è distribuita in Italia da Boss Equipment
Top di gamma per il team
La bici sulla quale pedalano i corridori della squadra è il modello top di gamma: la CCT EVO. Le bici hanno una speciale livrea verde che si alterna al nero. «Una nuova stagione porta con sé obiettivi stimolanti – ha dichiarato lo stesso Angelo Citracca – e siamo davvero entusiasti di aver definito questa nuova partnership, ed i corridori sembrano già essersi adattati bene al cambiamento. Speriamo davvero di poter ripartire e vincere presto, portando così quanto prima le nostre Corratec sul gradino più alto del podio».
Cielo e Konrad Irlbacher, CEO di CorratecCielo e Konrad Irlbacher, CEO di Corratec
Corratec uguale agonismo
«Per noi il 2021 si annuncia come una stagione di grande agonismo – ha invece commentato il CEO di Corratec Konrad Irlbacher – e siamo tutti elettrizzati dall’idea di essere tornati nel grande ciclismo supportando così attivamente, attraverso le nostre splendide biciclette, uno degli sport più belli al mondo. Quello che stiamo vivendo è un periodo in cui si parla moltissimo di e-Bike, ma le nostre radici sono sempre legate al ciclismo su strada e all’agonismo. E’ quindi per noi un autentico onore fornire i nostri prodotti ad un team professionistico di così alto livello. Mi ritengo un imprenditore visionario, ed allo stesso tempo un grande appassionato di ciclismo su strada. Fin dall’inizio della nostra avventura imprenditoriale, le corse e le sponsorizzazioni hanno giocato un ruolo chiave per il successo nei nostri 30 anni di storia. Inoltre, siamo molto legati al ciclismo italiano ed è per questo che abbiamo deciso di dare vita alla partnership con una squadra di successo come la Vini Zabù».
In arrivo la Settimana Santa e Luca Scinto ricorda i suoi allenamento preparando il Fiandre con Bartoli. Giornate davvero pesanti. Ma che soddisfazioni...