La parità è lontana: ecco perché ci servono i corpi militari

01.03.2022
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Da Elisa Balsamo che lascia la Polizia a immaginare un futuro analogo per gli atleti dei gruppi sportivi di Polizia e militari il passo è piuttosto lungo. La scelta della campionessa del mondo ad ora si pone come un’eccezione, ma le parole di Nicola Assuntore, il responsabile delle Fiamme Oro, ci hanno spinto ad approfondire il tema. Prima con il presidente Dagnoni e poi con Marcello Tolu, segretario generale della Federazione, che sul fronte specifico ha una delega importante.

Grazie allo stipendio delle Fiamme Oro, Rachele Barbieri (qui con Dagnoni) ha potuto correre e conquistarsi la maglia LIV
Grazie alle Fiamme Oro, Rachele Barbieri (qui con Dagnoni) ha potuto correre e conquistarsi la maglia LIV

Nuovi progetti

Dagnoni non vuole immaginare un futuro del ciclismo italiano senza il supporto dei corpi militari e anzi conferma che la FCI sta cercando di ampliare i termini e il terreno di tale collaborazione.

«Abbiamo già fatto un accordo con l’Esercito – dice – per le discipline che finora erano stato sottovalutate. Potrebbero rientrare nel discorso il settore velocità su pista, come anche la MTB e la BMX. Il supporto di questi corpi militari sostiene il ciclismo dove non c’è professionismo e sappiamo bene che in Italia al momento è inimmaginabile, ad esempio, fare il velocista su pista per mestiere. Magari si potrebbe pensare che avendo le donne ormai uno stipendio più sostanzioso, il supporto dei Corpi sia meno determinante.

«Tuttavia la riflessione che va fatta è che grazie a questo supporto, una volta che smetteranno di correre, avranno un posto di lavoro a tempo indeterminato. Gli stipendi delle WorldTour femminili non sono da sogno per tutte, forse a qualcuna potrebbe convenire tenersi il posto nel Corpo di Polizia e restare in una continental. Grazie alle Fiamme Azzurre, un atleta come Lamon ha potuto allenarsi, crescere e diventare campione olimpico. Ma per questo ho delegato Marcello Tolu. E’ stato capo delle Fiamme Azzurre, fu lui a crearne il Gruppo Sportivo…».

Lamon è nelle Fiamme Azzurre: non è un professionista su strada, ma è arrivato all’oro olimpico
Lamon è nelle Fiamme Azzurre: non è un professionista su strada, ma è arrivato all’oro olimpico

La parola al segretario

Marcello Toluì, segretario generale FCI, ben si presta alle domande e si capisce che il tema gli stia a cuore. Al di là degli schieramenti e di risultati elettorali che si fa fatica ad accettare, è necessario capire cosa stia facendo l’attuale gestione federale su un tema che il professionismo rischia di complicare.

Segretario, ci descrive la situazione?

Il ciclismo femminile è quasi sfociato nel professionismo (in apertura Elia Viviani e la compagna Elena Cecchini, entrambi professionisti, ma con grosse differenze, ndr). Quasi perché in Italia questo status ancora non esiste. Perché un conto è avere un contratto depositato con un minimo salariale e altro è esserlo a 360 gradi con contributi e copertura assicurativa. Per intenderci, siamo nei parametri del calcio dilettantistico, che obbliga comunque ad avere un contratto al minimo, ma non è professionismo. Dal prossimo anno però alcune questioni andranno chiarite, federazione per federazione, Paese per Paese. Se anche in Italia il professionismo delle donne sarà equiparato a quello che prevede la Legge 91, allora potrebbe porsi qualche problema. Altrimenti le cose potrebbero rimanere come sono.

Marcello Tolu, al centro con il cappotto, con i presidenti dei Comitati regionali e il vicepresidente Acquasanta (foto FCI)
Marcello Tolu, al centro con il cappotto, con i presidenti dei Comitati regionali e il vicepresidente Acquasanta (foto FCI)
In che senso?

Se l’Uci intende per professionismo il fatto che ci siano un contratto depositato e una copertura assicurativa, noi possiamo sostenere che questi atleti hanno già un contratto e tutte le garanzie di un posto nella Pubblica Amministrazione. Perciò si potrebbe immaginare una deroga da applicare ai GS dei corpi di Polizia o quelli militari. Chiaramente nei prossimi mesi approfondiremo il tema con l’UCI. Perciò rispettiamo la scelta di Elisa Balsamo, ma non crediamo che essa avrà ripercussioni giuridiche sul Sistema Sport Italia. Facciamo due conti…

Prego.

Facendo il conto dello stipendio nel Pubblico Impiego, comprensivo della parte contributiva, ad eccezione di pochi professionisti che un domani potrebbero vivere di rendita, senza quei gruppi sportivi lo sport agonistico italiano sparirebbe. Per noi sono linfa vitale, per loro sono vita. Come fai a vivere di sport senza un’entrata? A carico delle famiglie? Non si può. Alcuni smetterebbero, per questo stiamo cercando di strutturare progetti quadriennali per supportare nella preparazione olimpica degli ambienti che finora sono stati sottovalutati. La velocità, ad esempio, il fuoristrada, la BMX in cui siamo fortissimi. Io dico una cosa…

Fantoni Tokyo 2021
Dopo Tokyo, Fantoni ha smesso per l’impossibilità di guadagnare con la BMX e di entrare nei corpi militari
Fantoni Tokyo 2021
Dopo Tokyo, Fantoni ha smesso per l’impossibilità di guadagnare con la BMX e di entrare nei corpi militari
Cosa?

Il nostro è un sistema unico al mondo. C’era qualcosa di simile nella ex Unione Sovietica e di più blando in Germania e Spagna. Teniamocelo stretto, perché grazie a una legge si riconosce allo sport un immenso valore sociale.

Qualcuno obietta che un funzionario pubblico non possa percepire altri stipendi.

Esiste una legge e la cosa più bella è che è tutto alla luce del sole. La legge prevede dei paletti e gli atleti e tutti i gruppi sportivi sono perfettamente al suo interno. Piuttosto adoperiamoci, come dicevo poco fa, per includere nella famiglia della Federazione le discipline che per anni sono state lasciate alla porta. Non è per caso che nella conferenza stampa di Milano, nella presentazione di tutti i tecnici per la prima volta presenti, il professionismo sia stato tenuto per ultimo. Non perché sia meno importante, ma perché possa contribuire a dare visibilità a tutto il sistema.

Paternoster è tesserata con le Fiamme Azzurre e corre con la Trek-Segafredo
Paternoster è tesserata con le Fiamme Azzurre e corre con la Trek-Segafredo
Servirebbe un cambiamento culturale…

Io sono arrivato a elezioni già fatte, ma ciò che noto è che in passato la Federazione non sia stata in grado di intercettare le istanze emergenti. Noi ci stiamo provando e personalmente lo vivo come una sorta di ribellione. Bisogna far uscire il ciclismo dalle vecchie logiche, dalle parrocchie contrapposte e chiuse. Ma per farlo serve il supporto di tutti quelli che gli vogliono bene.

E se la Baroni aprisse la porta dei corpi militari?

08.02.2021
3 min
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La vicenda di Francesca Baroni è salita agli onori delle cronache per il suo quinto posto mondiale e l’impossibilità, essendo non udente, di entrare nei corpi militari. Si è aperta infatti un’ampia discussione su quella che può apparire come una discriminazione, sulla quale a livello politico si sta lavorando.

Riforma giusta

Il presidente di Cip Pancalli è da tempo impegnato a trovare una via per l’assunzione degli atleti paralimpici d’interesse nazionale nei corpi militari. La cosa garantirebbe loro anche un futuro lavorativo. Anche se Francesca, come spiegato da sua madre, non rientra nella categoria. Una norma in questo senso è già stata approvata all’interno della Riforma dello Sport risalente alla fine dello scorso anno. Su di essa molto si è spesa Giusy Versace, parlamentare e atleta azzurra plurimedagliata, ma la strada non è così semplice. Mancano infatti le Norme Attuative e la recente crisi di Governo ha interrotto il cammino legislativo.

Lo sport cambia

«Sarebbe un’eccezione alle regole vigenti, che andrebbero cambiate anche in sede di Corte Costituzionale», afferma il Tenente Colonnello dell’Esercito Pino Minissale. «Si perderebbe l’idoneità militare – prosegue – andando contro molte leggi attuali. Va detto che spesso è proprio lo sport a cambiare lo stato delle cose. Una volta ad esempio era impossibile l’arruolamento a uomini di altezza inferiore a 1,61 e donne a 1,55. Poi alcuni atleti fecero ricorso e si passò così al rapporto peso/altezza. Ci si sta lavorando, ma in queste cose serve tempo».

Ai tricolori di cross a Lecce, la Polizia di Stato era presente con Alice Arzuffi e Rachele Barbieri
Ai tricolori di Lecce, la Polizia con Arzuffi e Barbieri

Possibile assunzione

Una strada però è già stata tracciata. Per ora non interessa tanto Francesca Baroni, ma per altri ragazzi e ragazze c’è la possibilità di tesseramento con alcuni gruppi sportivi militari. Ce lo spiega il Maresciallo Maggiore dei Carabinieri Gianluca Macchini.

«Già con la vecchia Forestale – dice – avevamo la possibilità di tesserare atleti paralimpici fornendo loro la massima assistenza per tutta l’attività sportiva. Sono persone splendide e lavorare e gareggiare con loro dà grandissime soddisfazioni, posso dirlo per esperienza personale. So che si sta lavorando tra Comitato Paralimpico e Ministero della Difesa per tradurre ciò nella possibilità di assunzione piena. Chiaramente si dovrà passare per i concorsi previsti anche per i normodotati. Spero davvero che questo iter abbia un termine veloce e positivo».

Con il 5° posto ai mondiali e svariate maglie tricolori, Baroni rientra fra gli atleti di interesse nazionale
Francesca Baroni è atleta di interesse nazionale

Questione politica

Una simile possibilità è presente anche alle Fiamme Oro. In Polizia infatti è tesserata l’atleta paralimpica più famosa d’Italia: Bebe Vio (nella foto di apertura).

«Perché si possa arrivare a una piena assunzione – testimonia l’Ispettore Superiore Nicola Assuntore, Direttore Tecnico della sezione ciclistica – si sta pensando di creare ruoli ad hoc per atleti diversamente abili. Potranno così pensare all’attività sportiva e soprattutto trovare anche una collocazione lavorativa all’interno della Polizia. La trafila chiaramente resterebbe la stessa, anzi l’intenzione è di dare assistenza proprio a quegli atleti paralimpici chiamati a gareggiare alle Olimpiadi. Conosco bene Francesca Baroni, mi piace molto quella ragazza e sarebbe bellissimo accoglierla nella nostra famiglia. Dipende solo dalla politica».