Smarzaro, mattatore senza squadra

20.10.2020
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Daniel Smarzaro è stato il mattatore del finale di stagione. Il corridore della General Store dopo aver passato un’estate a rincorrere la forma, ha trovato il picco proprio nelle ultime gare. Due secondi posti e una vittoria. E che vittoria. Il trentino si è portato a casa la prestigiosa Coppa San Daniele.

Corridore completo

«Ho iniziato con i pro’ – dice Daniel – a Laigueglia. Dopo il lockdown ho ripreso ad ExtraGiro. Rispetto ad altri ho capito subito che la quarantena sarebbe stata lunga. Così ho mollato del tutto all’inizio. Poi ho fatto rulli ed esercizi a corpo libero. Quando ci hanno liberato ho cercato di ricostruire subito il fondo, facendo tanti chilometri».

Daniel, 23 anni appena compiuti, con il covid ci ha rimesso più di altri. Per un ragazzo della sua età, questa stagione era fondamentale. Aveva impostato la preparazione invernale molto bene. L’idea era quella di partire forte e ci era anche riuscito.

«Speravo di raccogliere di più. Volevo partire forte visto che c’erano gare adatte alle mie caratteristiche. Sono un corridore completo, con un ottimo spunto veloce. Tengo bene sulle salite brevi. Però non ho potuto fare quelle corse su cui avevo puntato. Alla ripresa abbiamo corso spesso con i pro’. Le gare con loro sì sono belle, ti fanno crescere, ma è anche vero fai tanta fatica e prendi tante bastonate. Questo lavoro almeno ha fatto arrivare la condizione a fine anno».

Smarzaro corre con la General Store dal 2018 (foto Scanferla)
Smarzaro corre con la General Store dal 2018 (foto Scanferla)

A scuola da Fruet e Conci

Smarzaro è trentino della Valsugana. “Vicino di casa” di Nicola Conci e del grande biker Martino Fruet, spaziale nella guida.

«Da due come loro c’è sempre da imparare. Con Conci usciamo spesso insieme. I suoi consigli sono utili. Si vede che viene dal WorldTour. E Martino è un maestro, in discesa cerca di fare i Kom e ogni planata con lui si fa a tutta. E’ un kamikaze. Non riusciamo a tenerlo, però ti dà sicurezza».

E adesso?

Purtroppo il futuro immediato di Smarzaro non è sgombro di nuvole. La General Store sembra non lo riconfermi e a questo punto dell’anno non è facile trovare squadra. 

«Sinceramente non so neanche se continuerò a correre. Il mio team mi ha comunicato tardi che non voleva più tenermi. Le altre Continental sono già piene. E con due squadre WorldTour che chiudono anche le Professional si riempiono. Deciderò a fine mese».

Sarebbe un peccato se un ragazzo, che in questi anni ha dimostrato costanza di rendimento, dovesse dire addio ai suoi sogni a soli 23 anni, nonostante il bel finale di stagione.

«Quella di San Daniel è stata una vittoria cercata, a tutti i costi. Anche perché pochi giorni dopo sarebbe stato il mio compleanno e quello della mia ragazza Valentina. Volevo farle un regalo. Quando ho visto quell’arrivo su quello strappo mi sono detto che non avrei potuto sbagliare». 

Trek-Segafredo decimata, ma Conci c’è

20.10.2020
3 min
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La Trek-Segafredo di Vincenzo Nibali non naviga in buone acque. La squadra dello Squalo ha perso tre gregari e tutti molto importanti per la salita. Al suo fianco c’è però ancora Nicola Conci. Il trentino farà di tutto per dare supporto al suo capitano.

Nicola, come stai?

Non è un Giro facile. Ci siamo arrivati diversamente dal solito, con poche gare a tappe. E tutto è così compresso. Inoltre il meteo l’ha reso più duro, soprattutto per chi come me soffre particolarmente il freddo. Almeno sembra che questa settimana dovrebbe essere migliore.

Ciccone, ritirato prima della crono di Valdobbiadene
Ciccone, ritirato prima della crono di Valdobbiadene
Avete perso Giulio Ciccone e Gianluca Brambilla, uomini importanti per la salita. Come cambia la vostra corsa?

Sicuramente è difficile. Oltre a loro manca anche Pieter Weening, anche lui scalatore. E tutti eravamo qui per Vincenzo. Cicco stava sempre peggio e Brambi ha provato ben otto giorni a tenere duro dopo la botta rimediata al ginocchio. Io dovrò stare vicino a Nibali. Dovremmo lottare con squadre fortissime come la Sunweb. Ci aspetta un settimana bella tosta.

Senza di loro sarai tu a fare l’ultimo (prezioso) uomo per la salita?

E’ possibile. Ma dipende anche dalle giornate, da come stiamo. Dai nostri alti e bassi. Saranno le gambe a decidere.

E’ il tuo primo Giro al fianco di Nibali: cosa ti sembra?

Vincenzo è un “tranquillone”, questa sua calma mi ha colpito. E ne ha di pressioni. In questo Giro non sempre le cose sono andate bene. Bauke Mollema per esempio l’anno scorso quando era in giornata no era molto nervoso, si alterava. Vincenzo no.

La tappa di Piancavallo come l’avete digerita?

Forse non sembra dalla tv, ma siamo andati davvero forte. Si sono registrati valori altissimi. Noi quattro, io, Bernard, Antonio (Nibali, ndr) e Mosca siamo rimasti con Vincenzo fino all’ultima salita e già è qualcosa. Poi a quel punto è iniziata la lotta degli uomini di classifica e ci siamo staccati. Essendo così pochi, in corsa ci parliamo spesso. Ci diciamo le sensazioni. In base a queste decidiamo chi va dietro all’ammiraglia a prendere o a portare qualcosa, chi va a parlare…

Gianluca Brambilla ha lasciato il Giro nella frazione di Piancavallo
Brambilla ha abbandonato verso Piancavallo
E chi ci va? Quello che sta meglio o quello che sta male?

Quello che sta peggio. A quel punto si avvicina a Vincenzo e gli dice: io sto per staccarmi. Ti serve qualcosa? Ti faccio l’ultima tirata?

Ti aspettavi di più da te stesso?

Prima del Giro ho avuto belle sensazioni e ho fatto qualche buon risultato. Credevo di stare un po’ meglio. Ho davvero patito molto il freddo e non mi sono espresso come volevo. L’anno scorso nella terza settimana stavo bene. Spero di ripetermi. Io comunque darò il massimo.

Contro Sunweb e Deceuninck-Quick Step, voi siete in quattro più Nibali. Vi demoralizzate o scatta l’orgoglio del “Davide contro Golia” e le energie aumentano? 

Non ci demoralizziamo. Noi abbiamo Nibali, ragazzi. Oggi in gruppo non c’è più rispetto per nessuno. Tutti ti “limano” senza far differenza se c’è Conci o un campione. Con Vincenzo invece il rispetto ancora c’è. Certo ci dispiace essere in pochi, ma il Giro non è ancora finito.

Si passerà sulle strade di casa tua. Cambierà qualcosa?

Domani sul Bondone ci saranno molti miei tifosi. Tra l’altro quello che affrontiamo è l’unico versante che conosco. L’anno scorso sul Manghen mi sono sentito a casa e mi sono reso conto di aver dato di più.

Parla il capo: Nibali è un vero leader

03.10.2020
2 min
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Poche ore al via del Giro d’Italia. Le squadre si stanno preparando per la ricognizione della crono d’apertura. E’ una crono davvero particolare essendo quasi tutta in discesa. In questa fase di attesa facciamo due chiacchiere con Luca Guercilena, team manager della Trek-Segafredo di Vincenzo Nibali.

Luca, cosa significa partire per il Giro con Nibali in squadra, per di più dalla sua Sicilia?

E’ già importante esserci, vista l’annata particolare. Avere Nibali è uno stimolo in più per tutti noi. Credevo che Vincenzo potesse smettere nella squadra che aveva scelto tre anni fa. Invece si è ricreata questa opportunità e vogliamo sfruttarla al massimo. C’è davvero una bella atmosfera.

Vincenzo è un vero leader?

Assolutamente sì. Ormai ha un esperienza tale che anche gli altri gli riconoscono questo suo ruolo.

Guercilena
Giro d’Italia 2020, da sinistra: Gianluca Brambilla, Julien Bernard e Vincenzo Nibali
Da sinistra: Bernard e Nibali
Cosa ti fa credere che Nibali possa ancora essere vincente?

I campioni sono campioni sempre. Quello che fa la differenza è la motivazione e questa con lui non è un problema.

Riguardo alla preparazione sei intervenuto anche tu, il capo?

Come in tutti i team ci coordiniamo. Da anni ormai c’è uno staff collaudato con Josu Larrazabal che pianifica il lavoro. Da quest’anno si è aggiunto anche Paolo Slongo, che è il punto di riferimento di Vincenzo. Lui ha le sue idee, ma come tutte le persone intelligenti, si è aperto alla discussione.

Si teme che il Giro non possa arrivare a Milano. Voi correrete come se ci fossero da fare le tre settimane o magari pensando che possa terminare prima?

Noi correremo come se dovessimo arrivare a Milano. Anche perché per noi la terza settimana è la migliore. E’ quella in cui Nibali può fare la differenza. Poi vedremo se ci sarà da raccogliere qualcosa prima.

Giulio Ciccone non sta ancora benissimo, dopo aver avuto il covid. Almeno in queste prime tappe il suo lavoro ricadrà su Nicola Conci?

Tutti i ragazzi sanno che devono dare il massimo per Vincenzo. Loro sanno che in queste prime frazioni Giulio potrebbe non essere in condizione. Sono motivati e sapranno svolgere il loro lavoro. Con la speranza che poi anche Ciccone sarà pronto più avanti.