Quattro allenamenti ben fatti e Trentin riparte dal Nord

26.03.2022
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E’ superfluo dire che per la sua primavera Matteo Trentin avrebbe sperato in qualcosa di meglio. La forma alle prime uscite era parsa davvero ottima, invece la caduta nella seconda tappa della Parigi Nizza e la conseguente commozione cerebrale hanno fermato il magico processo della condizione, puntata sulla Milano-Sanremo e sulla stagione delle classiche.

Questa la foto pubblicata da Trentin su Twitter, per raccontare la violenza della sua caduta alla Parigi-Nizza
Questa la foto su Twitter, con cui Trentin ha raccontato la sua caduta alla Parigi-Nizza

Un lungo stop

Le conseguenze del forte colpo alla testa, che si sono manifestate tre giorni dopo la caduta e hanno costretto il Trentino al ritiro, sono state piuttosto pesanti. Matteo è rimasto fermo per 10 giorni, poi gradualmente ha ripreso la bicicletta.

«Le prime uscite sono durate un’ora – sorride il corridore dell’UAE Team Emirates – proprio da gente messa male. Mi faceva male il collo, più forte di così non riuscivo ad andare e poi comunque il protocollo per la commozione cerebrale suggerisce una ripresa graduale e inizialmente blanda. Da quei primi giorni sono migliorato sempre un po’, pur rendendomi conto che sono ripartito da un livello molto basso».

Prima della caduta, Matteo aveva raggiunto un’ottima condizione
Prima della caduta, Matteo aveva raggiunto un’ottima condizione

Valori ancora buoni

Da ieri sera Matteo è in Belgio, dove domani correrà la Gand-Wevelgem e dove rimarrà fino a domenica prossima correndo nel frattempo a Waregem e poi al Giro delle Fiandre.

«Ci arrivo con quattro giorni di allenamento vero – ammette – diciamo che ho la condizione per correre, che però non è quella di prima. Stavo molto bene e per la legge della preparazione, non essendomi rotto un osso, il muscolo ha perso tono, ma non ha dimenticato tutto. Lo dico a ragion veduta perché la progressione dei valori cui ho assistito negli ultimi giorni non è certo quella di inizio stagione».

Settimo posto per Trentin all’Het Nieuwsblad, prima della vittoria a Le Samyn
Settimo posto per Trentin all’Het Nieuwsblad, prima della vittoria a Le Samyn

Da 60 a zero sull’asfalto

La caduta di Orleans continua a scorrergli davanti agli occhi, anche se con la sua proverbiale ironia Trentin riesce a sdrammatizzare piuttosto bene la situazione.

«Sono passato da 60 a zero finendo sull’asfalto – dice – sono stato il primo a cadere e tutti gli altri mi hanno travolto. Sulla schiena ho il segno di uno pneumatico: se mi fosse andata male, sarebbe potuto essere un 53 oppure un 54 e a quel punto la cosa sarebbe stata più seria. Non avevo mai picchiato così duro con la testa e credo che non sarei mai potuto ripartire quando i sintomi si sono fatti veramente seri.

«Non mi sono preoccupato molto – aggiunge – perché non sono svenuto mentre andavo in bicicletta. Quel giorno ho finito la tappa ed ho corso anche il giorno dopo e questo in qualche misura mi ha tranquillizzato. Ma dal momento in cui ho cominciato ad avere i primi fastidi, non sarei andato in bicicletta neppure se mi avessero costretto».

Alla Gand-Wevelgem troverà il Matej Mohoric che ha conquistato la Sanremo
Alla Gand-Wevelgem troverà il Matej Mohoric che ha conquistato la Sanremo

Fortuna cercasi

Le prossime sfide sono coperte da un grosso punto interrogativo. Trentin è certamente un lottatore, ma anche lui sa che davanti ad avversari che già vincono e dimostrano da settimane di essere in grande condizione, per ottenere un grosso risultato servirebbe davvero un colpo di fortuna.

«Ci vorrebbe davvero – sorride – un colpo di… Ma come ben sapete, ultimamente non sono cose che capitano a me. Magari succederà quando starò di nuovo bene. L’obiettivo è mettere nelle gambe una corsa lunga, visto che avrei dovuto fare la Sanremo e sono stato costretto a saltarla, cercando che la condizione migliori. E se poi per un miracolo, dovesse andarmi bene, io non mi tiro certo indietro…».

Trentin a casa: la commozione cerebrale è una cosa seria

15.03.2022
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Dopo l’ottimo inizio di stagione, fra gli iscritti provvisori della Sanremo risulta ancora Matteo Trentin, anche se il corridore del UAE Team Emirates è ancora a casa sua a Monaco, senza allenarsi, cercando di riprendersi dal brutto colpo alla testa subìto alla Parigi-Nizza (in apertura la crono durante la quale ha avuto i primi sintomi), in seguito al quale non ha preso il via nella quinta tappa. 

Il ciclismo si è dato una regola per i casi di commozione cerebrale, per cui Trentin è stato ritirato dalla corsa. Non immediatamente. Ha difatti finito la seconda tappa. Ha corso il giorno dopo. Mentre in quello dopo ancora, nella crono del quarto giorno, ha iniziato ad avvertire dei fastidi per i quali è stato fermato e non è partito nella quinta tappa.

La commozione cerebrale sottopone il cervello a un urto violento (foto Wikipedia)
La commozione cerebrale sottopone il cervello a un urto violento (foto Wikipedia)

Ne abbiamo parlato con Adriano Rotunno, medico della squadra, classe 1968, nato in provincia di Latina e cresciuto in Sudafrica.

«Qualsiasi trauma alla testa – dice – può avere conseguenze, lievi o gravi. Naturalmente, se c’è un danno al casco, c’è un rischio maggiore di commozione cerebrale, quindi è fondamentale che esaminiamo immediatamente a fondo il corridore (e il casco) per prendere una decisione rapida su una possibile diagnosi di commozione cerebrale. In altri sport è differente».

Come mai?

Il calcio o il rugby sono diversi. Il gioco può essere interrotto e i giocatori mandati a fare un esame neurologico approfondito in caso di trauma cranico. Giocheranno semmai la partita successiva. Il ciclismo è uno sport in continuo movimento e ad alta velocità. Quindi un esame neurologico “approfondito” dopo un trauma cranico è molto difficile da eseguire e le decisioni devono essere prese rapidamente, soprattutto in caso di corsa a tappe. Altrimenti la gara va avanti e il corridore resta fuori. E qui sta il problema…

Adriano Rotunno è un medico nato in Italia e cresciuto in Sudafrica (foto UAE Team Emirates)
Adriano Rotunno è un medico nato in Italia e cresciuto in Sudafrica (foto UAE Team Emirates)
Ci spieghi meglio, per favore…

C’è la pressione per tornare in bici e riprendere la gara. Viene da parte del corridore stesso, del team, degli sponsor. Come abbiamo visto in passato, l’esame neurologico rapido fatto a bordo strada, anche se eseguito bene, è spesso inadeguato visti i vincoli di tempo. Mette tutte le parti in una posizione difficile. Così con Trentin, il medico di gara ha eseguito un rapido esame neurologico, che Matteo ha oggettivamente superato, ed è stato ritenuto idoneo a continuare la gara.

Non avrebbe dovuto?

E’ stato bravo a finire la tappa, ma come sappiamo, i sintomi della commozione cerebrale possono essere ritardati e svilupparsi ore o giorni dopo l’incidente. Questo è quello che è successo nel suo caso e quindi, per evitare ulteriori colpi al cervello, è stato immediatamente ritirato dalla gara per consentirgli di guarire. Il nostro protocollo in caso di qualsiasi trauma cranico prevede che se c’è un sospetto clinico di commozione cerebrale, questo viene riconosciuto e il corridore viene ritirato immediatamente. E nei giorni successivi si svolgeranno ulteriori osservazioni ed esami neurologici.

Il colpo subito da Matteo è stato particolarmente violento rispetto alle cadute più frequenti?

Con il danno al casco, la possibilità che non fosse commozione cerebrale era davvero bassa, per questo il corridore è rigorosamente monitorato.

Cosa fa la squadra in un caso del genere?

Una volta fatta la diagnosi di commozione cerebrale, il corridore viene ritirato e lo teniamo con il medico di squadra per un periodo di visita e osservazione neurologica. Una volta ritenuto idoneo a viaggiare, lo rimandiamo a casa per il recupero e ripetiamo gli esami/osservazioni per la commozione cerebrale, seguiti da un rigoroso ritorno all’allenamento graduale, se i sintomi lo consentono. Questa fase può richiedere giorni o mesi, in alcuni casi.

Prima di ripartire l’atleta deve sottoporsi ad altri esami clinici?

Assolutamente. Vengono effettuati esami medici e neurologici completi. Teniamo presente che dopo una caduta ci sono altre complicazioni al cervello e al corpo, quindi dobbiamo esaminare e gestire l’atleta in modo completo prima che riprenda ad allenarsi.