Massimo Ghirotto è definitivamente un pezzo importante del ciclismo italiano: corridore, team manager, diesse, radiocronista e adesso anche presidente della commissione fuoristrada della Federazione ciclistica italiana.
Coerente con la sua serietà, l’ex dirigente Bianchi (nella foto d’apertura con Gerhard Kershbaumer) ha lasciato la Trek-Pirelli, uno dei team italiani di Mtb più in crescita che fa doppia attività marathon e cross country. Massimo vi era entrato circa un anno fa proprio per seguirli in Coppa del mondo. Ma con questa nomina si è chiamato fuori.
L’investitura da Dagnoni
La nomina è arrivata nel consiglio federale che si è tenuto a ridosso del via del Giro d’Italia. Un consiglio che ha visto le prime grandi mosse nel neopresidente Cordiano Dagnoni.
«Non mi aspettavo questa nomina – dice Ghirotto – E’ stata una piacevolissima sorpresa e anzi colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente Dagnoni. Chiaramente ne avevamo già parlato. A lui serviva una figura esperta del mondo della Mtb. Voleva sfruttare le mie conoscenze nel mondo del fuoristrada. In più ho la mia esperienza amministrativa di quando ero nel team di Gimondi dove tenevo anche i contatti con le aziende per dire…».
Tante discipline
Ghirotto andrà a sostituire Paolo Garniga, che ha tenuto questa posizione per otto anni. Ma qual è poi nello specifico il ruolo del presidente della commissione fuoristrada?
«E’ un ruolo importante perché abbraccia tutte le discipline dell’offroad che non sono poche: cross country, downhill, enduro, marathon, ciclocross, Bmx, freestyle… è un volume di lavoro enorme. Cosa facciamo? Approviamo le gare, promuoviamo gli eventi, valutiamo le norme attuative…
«Deve essere un lavoro di squadra e proprio su questo aspetto mi hanno colpito le parole di Dagnoni. Cordiano mi ha detto: credo molto nel lavoro di squadra. Che poi è sempre stato il mio motto. Se tutti tirano nella stessa direzione allora si è forti, se invece ognuno tira dalla parte sua non si va da nessuna parte».
Ghirotto collaborerà a stretto giro con Giancarlo Masini. I nomi della commissione non sono stati resi noti, ma Massimo ci anticipa questo nome. Lui è un azzurro paralimpico e sarà un interlocutore importante per interfacciarsi con tutte le discipline. Enduro, e-bike, Dh sono state accorpate e avranno un referente, cross country e marathon ne hanno un altro. E così le altre.
«Sarà importante – riprende Ghirotto – essere sul campo, assicurare che tutto sia idoneo allo svolgimento della gara ed eventualmente dare un supporto».
La difesa della Mtb
Ma poi c’è un altra missione molto importante. Far crescere il movimento, in generale il ciclismo, ma nello specifico di Ghirotto quello del fuoristrada. E qui la fetta più grossa è quella della Mtb che con il ciclocross recita la parte maggiore. Potrà avere il fuoristrada più peso politico in seno alla Federazione?
«Questa è una questione che mi piace. La quota dei tesserati off road sono ben oltre il 50% e bisogna levare gli scudi in favore della Mtb che è la base di tutto.
«Molti ragazzi iniziano con questa bici. Il settore giovanile al Nord va abbastanza bene, va incrementato anche al Centro e al Sud, anche se poi in Sicilia c’è molta attività. Ma come si fa a far crescere il settore? Organizzando gare. Tutti abbiamo iniziato così. Ci vorrà del tempo, ma questa è la via».
«E poi le strutture – conclude Ghirotto – penso alla Bmx e agli impianti che ci sono a Padova e Verona. Lì si possono organizzare gare di livello nazionale e internazionale. I ragazzi possono avere un campo sicuro. Penso alla pump track, al settore gravel che è in forte crescita. Tanti genitori oggi hanno paura a mandare i loro figli per strada. Sono progetti a lungo termine. Il mio sarà un approccio in punta di piedi, ma mi prendo le mie responsabilità».