Il quartetto gira, ma Consonni si ferma

16.02.2021
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Nella palestra montata pochi giorni fa nel velodromo di Montichiari, in un angolo defilato Simone Consonni lavora in silenzio, mentre Fred Morini osserva il ginocchio bendato. Il bergamasco non riparte e non andrà allo Uae Tour, come il programma prevedeva. Di colpo la gamba sinistra ha iniziato a fargli male e alla fine, d’accordo con Damiani e lo staff Cofidis, ha deciso di fermarsi piuttosto che compromettere la stagione. Nell’anno olimpico non si scherza.

In bici soltanto per la scansione 3D di verifica della posizione sul manubrio
In bici per la scansione 3D di verifica della posizione
Tutti i programmi da rifare?

Dovevo cominciare in Australia. Poi dall’Argentina. Quindi da Mallorca e Murcia, ma le hanno cancellate tutte. Allora abbiamo fissato Almeria, ma è venuto fuori il male al ginocchio e così non vado neppure in Uae. E’ cominciato tutto due lunedì fa, pedalando piano.

Come fai a esserne così sicuro?

Perché il giorno dopo avevo un test programmato con la squadra e ho tenuto duro. Poi sono andato a Roma in treno per le visite olimpiche. E alla fine un problemino, che magari si risolveva subito con due sedute di Tecar, è diventato più grande. Avrei dovuto fare subito terapia

Per cui adesso sei completamente fermo?

Sono fermo da due settimane e già va meglio. Il ginocchio sinistro è sempre stato il mio punto debole, sin da under 23. Ognuno di noi ha una gamba più debole, la mia è la sinistra. Di solito a inizio stagione ho sempre avuto dei dolorini di… assestamento. Però questa volta è diverso. Quando la gamba arriva nel punto morto superiore sento proprio la stilettata. Che vada piano o che vada forte. L’ecografia ha mostrato del liquido, domani (oggi per chi legge, ndr) farò la risonanza magnetica.

Per Consonni una serie di esercizi con l’elastico per rinforzare il ginocchio
Per Consonni una serie di esercizi con l’elastico per rinforzare il ginocchio
Per come sei fatto tu, fermarsi deve essere duro…

Allora ci conosciamo davvero bene! Io sono quello che se deve fare due ore, ne fa due e mezza. E fermarsi all’inizio di un anno che porta alle Olimpiadi non è banale. Per questo è stato meglio fermarsi. Voglio vincere su strada con Elia e andare a prenderci le Olimpiadi, non sono ammessi ulteriori ritardi.

Dovresti seguire lo stesso programma di Viviani?

Inizialmente sì, ma adesso devo fare le cose con calma, quindi potrei non essere in grado di fare ad esempio la Tirreno con lui. Non so quando rientrerò, la priorità adesso è il ginocchio, anche se negli ultimi due giorni mi sembra che vada meglio.

Ci sarà tempo per rivedere un Consonni vincente?

Nelle volate e negli arrivi veloci, sarò al 100 per cento per Elia, come del resto assicurai due anni fa al momento di sposare questo progetto. Anzi, voglio migliorare e dargli una mano più consistente. Nelle altre corse, voglio diventare più sicuro di me nelle corse impegnative, come quando ero under 23 e certe classiche, con strappi troppo duri per i velocisti, erano affar mio.

Due parole con il meccanico mentre il quartetto gira
Due parole con il meccanico mentre il quartetto gira
E’ vero che ti brucia ancora tanto l’argento di Richmond da U23, come dice tua sorella?

Cavoli (pausa di silenzio e sorriso, ndr) era un po’ che me l’ero tolto dalla testa… Brucia perché la possibilità di vincere un mondiale, anche solo da under 23, non capita tutti gli anni. E mi brucia perché per un motivo o per l’altro non ho mai vinto un titolo. Anche in pista, ho vinto quattro bronzi e un argento. Ci giro intorno da tanto, per questo voglio andare a Tokyo in forma. Per questo ho accettato di fermarmi.

Cosa daresti per essere lì sopra a girare con loro?

Mi manca (guardando la pista, ndr), qui siamo a casa. Il gruppo è speciale, si lavora tanto e si lavora bene. Si scherza e si cresce. Ma torno, lo prometto, torno presto…

Viviani, ancora sei giorni per ripartire

28.01.2021
5 min
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«Ho appena parlato con il dottor Corsetti – dice Viviani – e il controllo è confermato 15 giorni dopo l’intervento, quindi niente bici in questo weekend. Riprenderò mercoledì con passeggiate di un’ora. E il controllo sarà venerdì 5 febbraio o sabato 6. Non è come un infortunio della gamba, che sai come funziona. Il cuore fa da sé, zero controllo, se non il chip che mi hanno messo sotto pelle con il quale sarò monitorato qualunque cosa faccia».

Nessuna possibilità di anticipare il rientro, ma non saranno 4 giorni a fare la differenza. E in palio quest’anno ci sono trofei troppo importanti per rischiare ricadute.

Prima del problema al cuore, Elia era stato in ritiro con la squadra
Prima del problema al cuore, Eliva era stato in ritiro con la squadra

Cardio impazzito

Viviani era a Verona, impegnato in uno di quegli allenamenti tutti uguali di inizio stagione. Era da un po’ che non faceva Sfr sulla salita delle Torricelle, ma essendo di ritorno da un breve ritiro in Spagna con la Cofidis, aveva deciso di passare qualche giorno a casa dei suoi.

«Poi sarei tornato in Spagna per altri 5 giorni prima di Almeria – racconta – e così ero lì che mi allenavo, in una domenica normale, come tante. E mentre facevo la salita a 150 battiti, ho cominciato a sentire delle palpitazioni anomale. Non mi era mai capitato niente del genere. Giusto il tempo di rendermene conto e guardare il diplay del computerino e ho visto che segnava 225-227 battiti che non scendevano. Non era un errore della fascia posizionata male, insomma. Così mi sono fermato e dopo 30 secondi i battiti sono scesi. Ho preso paura, ma a casa ci sono tornato pedalando per un’oretta, con i giusti battiti e certi pensieri che non vi dico. Ho già avuto in passato delle aritmie, ma erano dovute allo stress e al caffè che ho smesso di prendere…».

Elia Viviani nell’ospedale di Ancona con il dottor Corsetti
Elia Viviani nell’ospedale di Ancona con il dottor Corsetti

Garanzia Corsetti

Comincia così il racconto di Elia, dalla casa di Monaco dove sta per iniziare la seconda settimana di riposo imposta dall’equipe di Ancona che ha eseguito l’ablazione grazie alla quale a breve potrà riprendere a pedalare normalmente.

«Avevo fatto l’idoneità il 18 dicembre – dice – con l’holter e tutto quello che si usa in questi casi e non c’era stato il minimo problema. Ma siccome una cosa del genere non mi era mai successa, ho chiamato il dottor Corsetti. Con lui ho lavorato negli anni della Liquigas. E poi, siccome gli atleti residenti all’estero devono comunque avere un referente medico in Italia, da quando sono a Monaco, lavoro con lui. Roberto è molto preciso, sia per l’idoneità, sia per la gestione dell’Adams e dei prodotti da dichiarare. Con lui sono tranquillo».

La sua De Rosa dovrà rimanere a riposo fino a mercoledì prossimo
La sua De Rosa dovrà restare ferma ancora per una settimana

Due settimane di stop

Il fatto è che per il giorno dopo, lunedì 17 gennaio, Corsetti deve vedersi ad Ancona con Ulissi. E anche se dice a Viviani di non preoccuparsi, suggerisce che vale la pena approfittare del viaggio nelle Marche per farsi visitare dall’equipe del professor Antonio Dello Russo.

«Come quando vai dal meccanico e la macchina non fa più il problema – dice – la paura era che la tachicardia non si ripresentasse. Invece hanno stimolato il cuore nel modo giusto e le palpitazioni sono ricominciate. Hanno parlato di un’infiammazione rimasta da qualche infezione precedente. Io non ho fatto il Covid, quella spiegazione non poteva esserci. Comunque hanno fatto l’ablazione e poi mi hanno messo a riposo per due settimane. Volevo provare a scendere a 10 giorni, ma non cambia poi un granché, meglio guarire completamente. Ieri ho fatto un ecodoppler per stabilire se le arterie si siano rimarginate nel punto da cui sono entrati, cioè all’altezza dell’inguine, ed è tutto a posto».

L’attività riprenderà presto con il suo gruppo, qui con Fabio Sabatini
L’attività riprenderà presto con il suo gruppo, qui con Fabio Sabatini

Un po’ di fortuna

I programmi ovviamente cambiano, ma neanche troppo. Elia non correrà certo ad Almeria, in calendario il 14 febbraio, ma tornerà in Spagna per un altro ritiro in vista del debutto allo Uae Tour.

«Non ci arriverò come speravo – dice – ma ci sarà tutto il tempo per crescere fino alla Tirreno, dove invece vorrei tirare insieme qualcosa. Perciò c’è da aspettare il tempo giusto, confidando nel fatto che grazie al chip che mi hanno impiantato sottopelle vicino alla clavicola, da Ancona possono monitorare le mie 24 ore. Dovrò tenerlo per un anno e mezzo e se poi non ci saranno altre anomalie, lo toglieremo. Di sicuro, meglio che mi sia successo ora che a giugno. E meglio in allenamento che in corsa. Chissà se avrei avuto la sensibilità, magari andando a tutta, di riconoscere le palpitazioni. Mi sarei dovuto ritirare, ma magari avrei avuto dei giramenti di testa. Perciò tornerò in Spagna dopo il mio compleanno (7 febbraio, ndr) e rientrerò per andare negli Emirati. Se farò tappa a Milano, magari andrò in pista a Montichiari. Altrimenti ci farò un passaggio nei 10 giorni prima della Tirreno. Ho già fatto due bei blocchi di lavoro in altrettanti ritiri a cavallo di fine anno. Cerchiamo di tenere il treno sul binario giusto».