Si amplia e si rinnova al tempo stesso la famiglia Specialized S-Works Turbo, ovvero quella degli pneumatici del brand di Morgan Hill. C’è la combinazione della doppia mescola T2/T5 Gripton, rispettivamente al centro e ai lati. Rimane l’iconico design della battistrada, con la fascia centrale slick, con i tasselli differenziati ai lati.
Ci sono i tubeless Rapidair, i più leggeri e sviluppati per l’agonismo. Sempre tubeless, ma con l’obiettivo principale della longevità, ovvero gli Specialized Turbo 2BR e poi il Turbo, ovvero il clincher scorrevole e duraturo. Il quarto pneumatico è il Pro, che eredita molte caratteristiche dei top di gamma ed ha un prezzo contenuto. Entriamo nel dettaglio.
Il design del battistrada tipico delle gomme SpecializedIl design del battistrada tipico delle gomme Specialized
Specialized, il pallino dei tubeless e dei clincher
Lo sviluppo dei nuovi pneumatici Specialized fa parte di un processo che è in atto già da diverso tempo e che ha coinvolto in maniera importante anche i team pro’. Tempo a dietro avevamo affrontato l’argomento con Giampaolo Mondini, persona di collegamento tra l’azienda ed il mondo dei professionisti.
La conferma di quello che scriviamo arriva anche dai prodotti che vengono lanciati sul mercato, che sono gli stessi usati nel World Tour, naturalmente nelle versioni definitive. Tubeless e clincher, il tubolare è quasi scomparso.
Uno spaccato del tubeless RapidairUno spaccato del tubeless Rapidair
S-Works tubeless
Le due gomme tubeless di ultima generazione sono il 2BR (acronimo di 2bliss ready) e il Rapidair. Entrambi adottano la base della mescola Gripton a doppia densità, ma hanno un concept molto differente tra loro.
Il primo è sviluppato per durare, prima di tutto, capace di garantire un miglioramento della fase di rotolamento (quantificabile in 6 watt) rispetto alla versione più anziana. Ha una carcassa da 120 Tpi (120 fili per pollice quadrato), la protezione BlackBelt più efficiente dell’8% ed è disponibile in tre larghezze: 26, 28 e 30 millimetri. I pesi dichiarati sono compresi tra i 260 e 300 grammi, con un prezzo di listino di 85 euro.
Specialized S-Works Rapidair è il top in senso assoluto, perché fa collimare la leggerezza e performances di altissimo livello. Come la versione 2BR, anche il Turbo Rapidair è pieghevole, ha una carcassa da 120 Tpi con due strati sovrapposti e ha la doppia mescola Gripton T2/T5, oltre alla bandella protettiva BlackBelt. E’ disponibile nell’unica sezione da 26 millimetri, da 230 grammi; pochissimo! Il prezzo di listino è di 90 euro.
Lo sviluppo delle gomme ha coinvolto i pro (@specialized)La costruzione del TurboLa fase di test ed analisi della mescola Gripton (@specialized)Lo sviluppo delle gomme ha coinvolto i pro (@specialized)La costruzione del TurboLa fase di test ed analisi della mescola Gripton (@specialized)
I due copertoncini, S-Works e Pro
Il primo è uno pneumatico da gara che utilizza il rinnovato inserto protettivo sotto il battistrada. La bandella BlackBelt presenta anche dei fili in Kevlar, soluzione che aiuta a mantenere allo pneumatico la forma ottimale, anche dopo parecchi chilometri. La struttura della carcassa è mutuata dai tubeless, così come la mescola. Quattro le misure disponibili: 24 e 26, 28 e 30 millimetri, con pesi rispettivamente di 200 e 220, 240 e 260 grammi. 60 euro è il prezzo di listino.
La versione Pro è una sorta di entry level, ma con il design mutuato dall’S-Works Turbo. Ha una carcassa da 60 Tpi, la mescola singola Gripton T5 ed ha dei pesi dichiarati piuttosto contenuti, se consideriamo la categoria di appartenenza. 230 e 250, 270 e 290 grammi, rispettivamente per le misure 24 e 26, 28 e 30. Il prezzo di listino è di 45 euro.
Il primo semestre della stagione agonistica 2022 ha palesato una crescita di consensi verso i tubeless. Sono davvero pochi gli atleti che non li utilizzano. Chi non li adopera in gara li usa in allenamento, li prova ed esegue dei test.
Le preferenze di ogni singolo atleta, dipendono da più fattori: il feeling soggettivo con i materiali, le abitudini e l’excursus sportivo, ma anche le forniture degli stessi componenti.
Le gomme da 28, sempre più utilizzate anche grazie ai cerchi più grandiLe gomme da 28, sempre più utilizzate anche grazie ai cerchi più grandi
Ci saranno sempre più tubeless
Tutti i team, non solo quelli World Tour, hanno utilizzato, usano abitualmente e utilizzeranno le ruote tubeless e gli pneumatici dedicati. La stagione in corso sembra essere “solo” un momento di transizione, dove i “vecchi” cerchi per i tubolari, all’interno dei camion officina delle squadre, si mescolano con le ruote tubeless, che come per le trasmissioni, arrivano a singhiozzo.
«I corridori possono scegliere il tipo di ruota – la considerazione di Mauro Adobati espressa durante la presentazione della bici di Stuyven – e di conseguenza la tipologia di copertura, tubeless oppure clincher. Ma la categoria tubeless ricopre un ruolo sempre maggiore e i corridori sono curiosi di provare. Oggi nel camion officina abbiamo il 50% di ruote tubeless e il restante 50 di ruote tubolari, ma le ruote in arrivo sono tubeless».
I tubeless Schwalbe Pro OneI tubeless Schwalbe Pro One
Tubolari in gara, tubeless in allenamento
Suona come una sentenza, ma è una frase che è ridondata in più di un’occasione: «L’ultima parola è quella del corridore e se lui fa quella scelta, la direzione deve essere quella».
«I tubeless li utilizzo e mi trovo bene – spiega Pozzovivo – sono confortevoli e hanno un’ottima scorrevolezza, ma in gara preferisco usare i tubolari. Preferisco sentire una certa secchezza nelle risposte. Nel mio caso, considerando i problemi al braccio è anche un paradosso, perché un numero inferiore di vibrazioni potrebbe giovarmi. E’ anche una questione di feeling. Una gomma tubeless deve essere accompagnata nelle traiettorie, mentre il tubolare lo trovo più diretto ed io preferisco così».
La considerazione di Pozzovivo trova conferme in una dichiarazione di Ivan Velasco, responsabile tecnico del Movistar Team.
«I corridori più giovani – dice –salgono sulla bicicletta senza preoccuparsi di nulla. Per loro è normale pedalare su una bicicletta con i freni a disco, con i tubeless da 28 e magari con le ruote hookless. Mentre alcuni atleti del vecchio corso sono ancorati alle abitudini di tanti anni di attività, con i tubolari, pressioni alte delle gomme eccetera».
«Con le ruote Cadex abbiamo una doppia fornitura, per tubolare e per tubeless – dice Fausto Oppici, meccanico del Team Bike Exchange – quest’ultima prevede i cerchi hookless. Di solito i corridori utilizzano i tubolari in gara, mentrein allenamento usano gli hookless con i tubeless, anche se non c’è una regola ben precisa. Gli atleti più giovani usano e hanno usato i tubeless anche in gara, poi dipende dalle caratteristiche del singolo. Abbiamo anche il team femminile – prosegue Oppici – che utilizza al 90% le ruote hookless».
Fondamentale l’abbinamento ruota/pneumatico
Un grafico che mostra gli effetti del vento laterale sulla ruota
Fondamentale l’abbinamento ruota/pneumatico
Un grafico che mostra gli effetti del vento laterale sulla ruota
Con i tubeless più manutenzione
«Da quando utilizziamo solo i tubeless, ruote DT Swiss e pneumatici Schwalbe – racconta Jaques Horn-meccanico del Team Tirol-KTM – leoperazioni di controllo sono aumentate. Lo sono nelle fasi di preparazione, di montaggio e di gestione, perché con i tubeless è fondamentale essere meticolosi con le pressioni di esercizio e con il liquido anti-foratura. Siamo molto fortunati ad avere una combinazione ruota/pneumatico eccellente».
«Per rendere al meglio – prosegue Horn – lo pneumatico tubeless deve essere gonfiato con dei canoni ben precisi. Si tiene conto del corridore e del suo peso, delle caratteristiche tecniche della ruota e delle condizioni dall’asfalto. E poi c’è il liquido: il rischio è che si creino dei depositi, se una ruota rimane ferma per troppo tempo, quindi è fondamentale tenerle sempre in movimento. Anche se devo dire che la longevità tecnica del prodotto è molto elevata e i corridori più giovani apprezzano la soluzione tubeless in gara».
In DSM solo tubolari, ma è pur vero che ci sono materiali di vecchia generazioneIn DSM solo tubolari, ma è pur vero che ci sono materiali di vecchia generazione
Copertoncini rivalutati
Non uno, ma diversi corridori utilizzano i copertoncini con le camere d’aria super leggere in TPU, soluzione che abbiamo documentato in diverse occasioni. Ad esempio Almeida al Giro d’Italia, con una nuova coppia di ruote Campagnolo. Oppure alcuni atleti del Team AG2R-Citroen al Tour of the Alps, con gomme Pirelli e camere d’aria Smart Tube. I tre motivi principali sono: un risparmio di peso sulla massa rotante rispetto ad un tubeless di pari categoria e di sezione, la fornitura dello sponsor e anche le preferenze dell’atleta.
Copertoncini Pirelli e camere d’aria super leggere in TPU con valvola giallaCopertoncini Pirelli e camere d’aria super leggere in TPU con valvola gialla
In conclusione
Trovare una risposta precisa, su quale tecnologia delle gomme sia migliore e quale pneumatico offra le performances migliori è difficile anche in ambito pro’. Non esiste un solo fornitore di gomme e non c’è solo un tipo di ruota, le soluzioni sono tante, diverse tra loro e solo oggi siamo testimoni di un ingresso della tecnologia hookless in ambito strada, che cambierà ulteriormente la resa tecnica (e l’approccio di corridori e meccanici).
Le scelte dei corridori non si basano solo sui dati e sui numeri. Trovano dei riscontri grazie alle “sensazioni” e al percorso che ogni atleta ha fatto (e sta facendo) in carriera. Ci sono quelli più sensibili, cui piace sperimentare (spesso utilizzati dalle stesse aziende come tester) e quelli che invece preferiscono rimanere nella zona comfort.
La differenza è fatta ancora dall’uomo, che sia meccanico oppure atleta. C’è chi è in grado di fornire dei feedback precisi, chi è capace di argomentare le scelte nel dettaglio e non si è fermato ai soli numeri, ai risultati delle “prove a banco” e alle prime impressioni. C’è una categoria di corridori e meccanici capace di prendersi del tempo (talvolta parecchio) per capire a fondo su cosa stia lavorando. A nostro parere non è un fattore secondario e potrebbe essere d’aiuto anche al ciclista appassionato.
Vittoria ha presentato l'Air-Liner Road, l'inserto da utilizzare con i pneumatici tubeless. Tre misure disponibili e tanti vantaggi tecnici in termini di guidabilità
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
VENITE SU BICI.STYLE
bici.STYLE è la risorsa per essere sempre aggiornati su percorsi, notizie, tecnica, hotellerie, industria e salute
Il nuovo CST Energiaè lo pneumatico da sfruttare per fare tanti chilometri senza curarsi di controllare il battistrada dopo ogni uscita. Questo clincher è sostanzioso e ben costruito, ha una forma tonda ed è slick solo nella parte centrale. Abbiamo provato la sezione da 28 millimetri.
Il valore alla bilancia è nella media della categoria, anche in considerazione della sezioneIl valore alla bilancia è nella media della categoria, anche in considerazione della sezione
CST Energia, ha l’inserto EPS
La carcassa ha una struttura in fibra sintetica da 120 Tpi, ovvero 120 fili per pollice. I fili incrociano in modo continuo, dando forma ad uno pneumatico flessibile e robusto al tempo stesso. Il suo essere facilmente plasmabile lo si vede e percepisce in fase di montaggio, grazie principalmente ai bordi quasi pastosi. Poi ci sono i talloni, morbidi e facili da ingaggiare nel canale del cerchio.
Sopra, tra il battistrada e lo scheletro della gomma c’è l’inserto EPS, ovvero una bandella di rinforzo contro le forature. Questo strato leggero a trama fitta non è posizionato a caso solo al centro, ma scende in parte anche verso i bordi. Questo influisce sulla forma tonda dello pneumatico.
Il design del battistrada, davvero particolare e comunque efficiente in diverse situazioniIl design del battistrada, davvero particolare e comunque efficiente in diverse situazioni
Macinatore di chilometri
CST Energia è di sicuro una gomma per il training intenso, ma è da considerare a tutti gli effetti anche un prodotto ottimale per l’endurance. Grazie alla sua struttura tende a minimizzare le variabili negative degli oggetti esterni, il battistrada non si taglia facilmente. Si adatta piuttosto bene anche all’asfalto umido e non subisce le temperature fredde.
Ovviamente la pressione interna è da gestire e una sezione da 28 deve far pensare che il volume di aria gioca un ruolo fondamentale nella stabilità. Un esempio: il nostro peso è di 66 chilogrammi, abbiamo usato il CST Energia con 5,3 bar posteriore e 4,8 per l’anteriore. Lo abbiamo montato su una bicicletta con i freni a disco, ruote da 40 millimetri e con il canale interno da 19. Ecco un altro vantaggio: non spancia ai lati neppure quando il canale interno non è perfetto per questa configurazione. Riteniamo che gli pneumatici da 28 (e oltre), necessitano di canali interni da 21 millimetri, come minimo.
Le misure della gomma in prova
Il senso di rotazione, CST Energia è un direzionale
La sezione è da 28, ma lo pneumatico si presenta comunque molto tondeggiante
Le misure della gomma in prova
Il senso di rotazione, CST Energia è un direzionale
La sezione è da 28, ma lo pneumatico si presenta comunque molto tondeggiante
In conclusione
CST Energia è da categorizzare come una gomma della fascia media, con un buon rapporto tra la qualità ed il prezzo, comunque scorrevole e prestazionale. E’ una gomma fatta per durare, prima di tutto, eppure non sacrifica in modo eccessivo le performances.
E’ scorrevole e ha un buon potere ammortizzante, fattore quest’ultimo che cambia in base alle pressioni di esercizio. Utilizzata in competizione, su percorsi piatti, con difficoltà tecniche limitate, è una gomma pienamente sfruttabile, veloce e performante.