Cassani, senza Nibali con chi faremo classifica al Giro?

21.10.2022
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Mettiamola così, quasi fosse fantaciclismo: il prossimo anno tra gli italiani su chi puntereste per fare classifica al Giro d’Italia? Noi lo abbiamo chiesto a Davide Cassani. L’ex cittì ne ha viste di ere e di corridori e più di altri ha il polso della situazione per fare delle valutazioni senza farsi prendere “dall’ansia” del post Nibali.

Perché, diciamolo pure, senza più lo Squalo c’è un bel vuoto. E l’atleta che lo segue a ruota in quanto a garanzie di classifica è Domenico Pozzovivo. Il lucano, al netto che non è più un bimbo, ad oggi non ha una squadra per il 2023. Almeno non ufficialmente.

Davide Cassani (classe 1961) è stato cittì degli azzurri fino al 2021
Davide Cassani (classe 1961) è stato cittì degli azzurri fino al 2021
E quindi Davide, su chi punteresti tra gli italiani al Giro?

Il primo che mi viene in mente è Damiano Caruso (nella foto di apertura, ndr). La classifica può farla lui. A mio avviso avrebbe potuto farla anche quest’anno, ma la squadra lo ha dirottato sul Tour. Lui può essere un vero protagonista. Va bene a crono e in salita ed è costante.

Altri nomi?

C’è Giulio Ciccone, ma ancora dobbiamo capire se è lì per fare classifica o per dare caccia alle tappe. Certo che con 71 chilometri a cronometro, per lui la possibilità di arrivare fra i primi sei si fa complicata. La crono è il suo punto debole. In generale, credo che dovremmo vedere se qualche giovane potrà dire la sua. E’ innegabile che Nibali lascia un bel vuoto. Dovremmo lottare soprattutto per le tappe.

Alla luce di quanto detto circa le crono, in teoria un buon atleta che va forte anche in salita c’è ed è Mattia Cattaneo

Sì, però bisogna vedere cosa farà. Uno come lui ha di certo le caratteristiche per fare bene al Giro, ha ottenuto già un può piazzamento al Tour. Però se ci dovesse essere Evenepoel? Sappiamo già che dovrebbe fare un certo lavoro.

Ciccone è stato autore di belle tappe. La sua miglior posizione in un grande Giro è il 16° posto al Giro 2019
Ciccone è stato autore di belle tappe. La sua miglior posizione in un grande Giro è il 16° posto al Giro 2019
Sulla base dei nomi fatti, quando parliamo di classifica a cosa ci riferiamo di preciso?

Ad una top dieci. Lottare per il podio non è semplice per questi atleti. Eccezion fatta per Caruso che già ci è salito. Lui può ambire a confermare certe posizioni di vertice… sempre che faccia il Giro.

Però a questo punto della carriera e con il nome che si è fatto, Damiano non potrebbe simbolicamente sbattere i pugni sul tavolo e dire alla Bahrain-Victorious che vuole andare al Giro? Oppure è impensabile nel ciclismo moderno?

Sinceramente non lo so, non conosco le dinamiche di quel team. Di certo visto come andava lo scorso anno al Giro di Sicilia avrebbe potuto fare il Giro e sarebbe andato molto forte. Mi auguro che possa avere voce in capitolo. Damiano è completo sotto ogni punto di vista.

Andiamo avanti, Davide: altri nomi?

Mi vengono in mente Fabbro, Aleotti… Ecco Aleotti è un buon corridore. Giovanni sta crescendo bene e potrebbe essere il Giro con cui capire fin dove davvero può arrivare.

Aleotti ha vinto gli ultimi due Sibiou Tour. Come per molti altri italiani, dovrà lottare all’interno della suo team per avere spazio
Aleotti ha vinto gli ultimi due Sibiou Tour. Come per molti altri italiani, dovrà lottare all’interno della suo team per avere spazio
Però è alla Bora-Hansgrohe,: lì ci sono Hindley, Buchman, Vlasov, Higuita…

Eh, il problema è sempre quello: capire che corsa possono fare, stando in un team con tanti capitani. In tal senso anche un Covi potrebbe provare a fare bene, anche se lui è più da corse di un giorno per me. Volenti o nolenti si ritrovano in squadre in cui c’è chi punta alla classifica… quella alta.

Sennò dobbiamo passare ad un gradino “più basso”, nel senso di ragazzi davvero giovani: Fortunato, Piganzoli… Oppure a corridori più esperti come Formolo o Masnada.

Partendo da Formolo lui ha già provato a fare classifica, ma ormai ha preso una direzione diversa, vale a dire aiutare i capitani. Se Davide dovesse preparare un Giro da leader nei primi dieci ci arriverebbe, ma in UAE Emirates sa che deve lavorare per altri. Per Masnada vale lo stesso discorso di Cattaneo. Mentre gli altri due nomi sono davvero giovani in effetti. E Fortunato forse lo vedo meglio come cacciatore di tappe.

E chi potrebbe essere una sorpresa?

Fatemi voi qualche nome!

Per Cassani Filippo Zana è un buon profilo già per il prossimo anno (ma dipenderà da chi sarà il capitano della BikeExchange)
Per Cassani Filippo Zana è un buon profilo già per il prossimo anno (ma dipenderà da chi sarà il capitano della BikeExchange)
Villella, Battistella, Rota… Certo sono nomi un tirati per la classifica di un grande Giro…

Godiamoci i successi dei ragazzi e delle ragazze in pista, godiamoci i profili interessanti che abbiamo. Siamo stati abituati bene ultimamente. Ma non sempre è così, ci sono periodi anche lunghi in cui non si ha il campione da grandi Giri. Il Belgio ci ha messo più di 40 anni per tornare a vincerne uno. I francesi lo stesso non lo vincono dal 1995 (Jalabert alla Vuelta, ndr). Quindi alla fine ci sta un periodo così. Nibali ci ha lasciato in braghe di tela, ma dobbiamo avere fiducia. Fiducia nei nostri under 23, ce ne sono buoni, specie per le corse di un giorno: Germani, Milesi

Questo è vero. Ma anche per le corse a tappe abbiamo speranze: oltre a Piganzoli ci sono Frigo, Garofoli…

E Zana, anche lui è bravo e potrà fare bene. L’importante è conoscere il problema e attivarsi per risolverlo. 

Tim Wellens, Sabinanigo, Vuelta 2020

Wellens che colpo, Roglic che testa

24.10.2020
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La quinta tappa della Vuelta ha riservato ancora una volta una corsa scoppiettante. E ancora una volta gli uomini di classifica sono stati protagonisti. Tim Wellens per il traguardo di giornata, Primoz Roglic per la generale.

Si andava da Huesca a Sabinanigo: 184 chilometri nel Nord della penisola iberica, proprio a ridosso dei Pirenei. Nel finale tre salite hanno movimentato la tappa.

E bravo Wellens

A 70 dall’arrivo va via la fuga buona. Dentro c’è un volpone come Tim Wellens della Lotto che non si lascia sfuggire l’occasione, tanto più con due “giovani” come Guillame Martin (il “filosofo del gruppo) e Thymen Arensman. E dire che prima della fuga buona ci aveva provato anche il nostro Mattia Cattaneo, che però essendo in classifica non ha avuto spazio.

In vista dell’ultimo chilometro finale, con pendenze superiori al 10 per cento, il gruppo dei migliori aumenta, aumenta e di nuovo è battaglia. E guarda caso Roglic mette tutti in fila.

Primoz Roglic, Sabinanigo, Vuelta 2020
Primoz Roglic, sorridente verso Sabinanigo
Primoz Roglic, Sabinanigo, Vuelta 2020
Primoz Roglic, sorridente verso Sabinanigo

Costanza di rendimento

Quello che spicca è la continuità di rendimento di Primoz Roglic. Lo sloveno della Jumbo Visma è ancora al top. Il Tour, il mondiale, le classiche: per ora non sembra cedere di un millimetro.

Probabilmente perché sta correndo con una certa freschezza mentale, visto che non era in programma. La partecipazione alla corsa spagnola l’ha chiesta lui stessa. Dopo la Liegi, Roglic ha deciso di buttarsi nella mischia. Una decina di giorni di riposo a casa, a Monaco, con la famiglia gli sono bastati per riprendersi.

Era il campione uscente e non voleva mancare. Tuttavia è consapevole dei suoi limiti. Sa che probabilmente non terrà questa gamba fino alla fine. E non a caso il suo obiettivo era quello di vincere la prima tappa. Obiettivo centrato.

Forza mentale

La vera perla Roglic l’ha compiuta partecipando al mondiale. Nella condizione mentale con cui usciva dal Tour non era facile. Una sconfitta come quella subita da Pogacar non si digerisce in poco tempo. Se avesse mollato (e ci stava) avrebbe chiuso la stagione. Invece ha tenuto duro. Il suo mondiale gli è piaciuto. Ad Imola ha ripreso vigore per la Liegi a tal punto di decidere di saltare la Freccia e puntare tutto sulla Doyenne. Altro obiettivo raggiunto e la fiducia che torna a crescere.

Oggi sul duro strappo finale le ha suonate a tutti. Anche a Daniel Martin che ieri invece aveva “osato” arrivargli davanti. Il più temibile sembra essere Richard Carapaz. L’ecuadoriano della Ineos-Grenadiers, oggi dietro di 2”, ha preparato in modo specifico la Vuelta e tra tutti sembra quello più corazzato. Ma per adesso l’ex saltatore con gli sci è sempre più in roja.