Alla scoperta di Fretin, il nuovo (velocista) che avanza

02.03.2025
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Milan contro Milan. No, non è il classico titolo calcistico da weekend di un quotidiano sportivo italiano, ma il riassunto attraverso un semplice slogan di uno dei temi della Kuurne-Bruxelles-Kuurne prevista per oggi. Con Jonathan Milan alla ricerca di un primo sigillo classico trovando tra i suoi avversari un giovane belga, Milan Fretin, che ha impressionato tutti nel suo inizio stagione cogliendo già due vittorie, tra Almeria e Algarve.

Il ragazzo di Genk, prossimo ai 24 anni sta scalando rapidamente le gerarchie non solo della sua squadra, la Cofidis che ha bisogno dei suoi punti come dell’aria, ma anche dello stesso sprint mondiale. E’ forse la maggior sorpresa di questo inizio di stagione, ma chi è in realtà?

Il giovanissimo Milan esordì nel 2018 alla Van Moer Logistics. Si è costruito pian piano esplodendo nel 2024
Il giovanissimo Milan esordì nel 2018 alla Van Moer Logistics. Si è costruito pian piano esplodendo nel 2024

«Quando ero ragazzino, ho iniziato con il motocross – racconta dal suo ritiro belga prima della corsa – Poi ho cambiato per la bici, ma è stata una scelta quasi obbligata dopo che mi sono rotto la clavicola. Ho pensato che la bici era più sicura. Ho anche fatto un corso. Avevo 9, 10 anni, a quel tempo dovevo vincere la mia paura, perché da una parte la velocità mi piaceva, dall’altro mi spaventava. Le cose hanno iniziato a prendere una piega più seria quando sono passato U23, nelle fine della Lotto-Soudal dopo aver corso in piccole squadre belghe. Ho fatto due anni in un team Professional importante come la Sport Vlaanderen Baloise e lo scorso anno ho ottenuto il contratto nel WT, ero super felice. Tra l’altro un quadriennale, a dimostrazione della fiducia del team francese. Devo dire grazie a Nico Mattan, che era mio diesse da junior e mi ha sempre seguito, essendo grande amico di mio padre. Mi ha dato i consigli giusti».

Ti aspettavi un inizio di stagione così importante, con due vittorie?

E’ pazzesco. E’ un sogno per tutti, per ogni ciclista. L’anno scorso era già stato molto forte, con un paio di successi che mi hanno dato lo stimolo per affrontare un buon inverno e per diventare ancora più veloce e sono felice di averlo fatto, questi risultati mi confermano che sono sulla strada giusta.

La vittoria nella tappa della Volta ao Algarve, battendo Meeus e Ganna
La vittoria nella tappa della Volta ao Algarve, battendo Meeus e Ganna
Ti consideri un semplice velocista o pensi di avere altre caratteristiche?

E’ ancora un po’ un mistero per me. La prima vittoria alla Clasica de Almeria era uno sprint molto veloce. Negli ultimi 10 anni hanno vinto sempre grandi sprinter. Ma è stata una giornata dura, con quasi 3.000 metri di dislivello. Io credo di poter emergere anche su percorsi mossi, difficili. E ora con le classiche sono curioso di vedere se riesco a mostrare dove sono arrivato.

C’è uno sprinter al quale ti ispiri o somigli tecnicamente?

Tom Boonen. E’ un grande campione, ma con umiltà è quello a cui penso di somigliare di più, come anche Alaphilippe, sa fare sprint, ma sa anche scalare molto bene. Ho molto rispetto per lui ma mi piacerebbe affrontarlo a viso aperto, credo che me la potrei giocare.

Fretin ha corso nella Lotto al suo esordio da U23. Vincendo due gare nazionali
Fretin ha corso nella Lotto al suo esordio da U23. Vincendo due gare nazionali
Lo scorso anno sei arrivato alla Cofidis, che cosa è cambiato per te correndo nel team francese?

E’ sempre stata una squadra che ammiravo. Ricordo quando ero junior era una maglia che mi ispirava. E’ una squadra francese che mi ha accolto davvero bene. La scorsa stagione è stata difficile. Abbiamo dovuto aspettare tanto per  la prima vittoria, arrivata grazie a Thomas al Giro d’Italia. Ora abbiamo già 4 vittorie quindi è un inizio molto superiore rispetto all’anno scorso e la squadra ha cambiato un sacco di cose durante l’inverno. Dovevamo farlo. Quindi abbiamo tutti nuovi allenatori. Ci prepariamo molto più duramente rispetto all’anno scorso. Facciamo anche palestra, l’anno scorso non la facevo. Ora mi piace la palestra post allenamento. Inoltre siamo molto contenti delle nuove bici Look, siamo passati alle ruote Campagnolo e alle gomme Vittoria e devo dire che si sente subito la differenza. Tutti abbiamo reagito tipo «wow, è pazzesco quanto sia più veloce». E questo fa la differenza.

Le tue vittorie sono state molto importanti per il ranking del team, qual è l’atmosfera in squadra, c’è paura di perdere il WorldTour?

Durante l’inverno ci hanno detto che è un anno molto importante per noi. Decisivo per il team. Ma quando corri cerchi di non pensarci. Io cerco sempre di fare del mio meglio. E quando fai del tuo meglio i punti sono la naturale conseguenza. In questo è coinvolta l’intera squadra, non basta l’uomo che vince, tutti devono dare il loro contributo se vogliamo raggiungere la salvezza. Anche l’Astana è molto forte, anche loro stanno vincendo, anzi nel ranking volano e questo non va bene per noi. Hanno avuto una grande partenza. Ma finché continuiamo a vincere e continuiamo a pedalare come stiamo facendo ora, penso che possiamo salire ancora un po’ per prendere le squadre davanti a noi.

Due vittorie e ben 19 top 10 per il belga. Qui è 3° nello Sparkassen Munsterland Giro dietro Philipsen
Due vittorie e ben 19 top 10 per il belga. Qui è 3° nello Sparkassen Munsterland Giro dietro Philipsen
Ora ti aspettano le classiche, quale ti piace di più e perché?

E’ difficile da dire, finora non ho avuto molta fortuna nelle classiche di primavera. A me istintivamente piace la Roubaix, quando arrivi sul pavé con la gente e tutti che ti urlano contro e vai così veloce, dimentichi quanto stai soffrendo. E’ davvero pazzesco sentire quanta gente c’è ai lati della strada. Quindi amo davvero quella corsa e spero di poterla vincere un giorno.

Quest’anno correrai il primo grande tour, il Giro d’Italia. Avresti preferito essere al Tour de France, pensi che le volate saranno diverse da quelle francesi?

Per ora sono nella squadra per la corsa rosa, ma è ancora presto, preferisco pensare a obiettivi più vicini. Come prima grande corsa a tappe però sarei contento di affrontare il Giro, dove vorrei essere protagonista negli sprint, centrare bei risultati sempre per il discorso di prima. Tutti dicono che il Tour è di un altro livello, un po’ più difficile e soprattutto è molto nervoso. Sento dire che è un’esperienza che ti cambia. Poi quest’anno si arriverà a Lille che è il quartier generale della Cofidis, lì si dovrà fare una grande gara. Per me comunque è indifferente, sarei felice con entrambi. Se riesco a concludere il Giro e ad avere una bella sensazione e a diventare più forte quest’anno, allora forse l’anno prossimo potremo fare il Tour.

Fretin è alla Cofidis dallo scorso anno. Il team francese gli ha fatto firmare un quadriennale
Fretin è alla Cofidis dallo scorso anno. Il team francese gli ha fatto firmare un quadriennale
Tu sei  uno dei tanti giovani belgi che stanno emergendo, qual è il vostro segreto per essere così tanti?

Questa è una bella domanda. Non so se c’è un segreto. Sicuramente abbiamo un sacco di squadre qui e un sacco di belle gare da affrontare, che ti costruiscono sin da quando hai 15 anni. Impari davvero che cosa sia il ciclismo. Hai gli sprint, hai altre gare, hai i venti trasversali. Poi il ciclismo in Belgio è molto popolare, quasi al livello del calcio. E con tante squadre a disposizione puoi crescere bene. Poi è importante che tu abbia un buon allenatore che ti faccia continuare a fare passo dopo passo. E anche in questo siamo molto avanti.

Che obiettivi ti poni per quest’anno?

Come velocista vuoi prendere più punti possibili. Quindi in ogni gara che inizio voglio vincere e la squadra si aspetta che io ottenga buoni risultati per vincere. Se poi arrivasse una vittoria al Giro, la mia stagione sarebbe perfetta…

Vittoria e colpo di spugna: Moschetti riparte da Almeria

14.02.2023
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Primo ad Almeria, alle sue spalle De Lie, Kristoff, Meeus e Nizzolo. Non è l’arrivo di un mondiale né di una grande classica, ma quando va a sedersi senza fiato vicino a un marciapiede, Moschetti ha lo sguardo felice di un bambino. La grande differenza rispetto alle vittorie precedenti è il colore della maglia. Non più Trek-Segafredo, bensì quella nuovissima e super tecnologica del Team Q36.5.

Seduto sulla strada dopo la vittoria, mentre intorno si scatena la gioia del nuovo Team Q36.5
Seduto sulla strada dopo la vittoria, mentre intorno si scatena la gioia del nuovo Team Q36.5

Cadute e risalite

Il lungo periodo con la squadra americana si è chiuso in modo insapore: un raffreddamento dei rapporti da parte del team che ha tolto il fuoco agli ultimi mesi. Ottimi rapporti con Guercilena da un lato, poi tutto il resto ad altra temperatura.

Finora nel… carnet di Matteo tra i professionisti c’era sempre stata una sola squadra, ad eccezione del 2018, quando andò nella Polartec-Kometa: continental spagnola di Basso e Contador (9 vittorie). Dal 2019 del passaggio nel WorldTour, il cammino del milanese ha visto 5 vittorie e una serie di infortuni che avrebbero piegato un cavallo da tiro. Non Moschetti, che a un certo punto si trovò addirittura a fare riabilitazione a Forlì, in casa di Fabrizio Borra, sfidando il lockdown e i primi assalti del Covid. Ogni volta è tornato e ha vinto. E così anche quest’anno, dopo un cambio di maglia che è stato anche un cambiamento di vita.

Lo scorso anno, prima vittoria di peso per Moschetti alla Valenciana, dopo due anni tra infortuni e risalite
Lo scorso anno, prima vittoria di peso per Moschetti alla Valenciana, dopo due anni tra infortuni e risalite
Che cosa significa cambiare squadra dopo quattro anni?

Sono passato nella Trek-Segafredo. In quattro anni conosci le persone, il materiale che rimane lo stesso ed evolve di anno in anno. Prendi delle abitudini, hai dei riferimenti. Poi di colpo cambia tutto. Per fortuna sono una persona che si ambienta in fretta. Non ho problemi nell’usare materiali diversi. La squadra è nuova e partire da zero non è facile, magari ci vorrà qualche mese perché tutto scorra nel modo più fluido, ma siamo sulla buona strada.

Come descriveresti il distacco dalla Trek?

Non ci siamo lasciati male, però l’anno scorso ho sentito una sorta di allontanamento, come se mancasse fiducia nei miei mezzi. E’ un lavoro, ci sta, ma alla fine è mancato il supporto che serve per fare bene e questo mi è dispiaciuto. Sarebbe stato meglio chiudere la stagione con una buona direzione, però è andata così.

Buone sensazioni al via da Almeria. Moschetti è pro’ dal 2019, ha 26 anni, è alto 1,79 e pesa 73 chili
Buone sensazioni al via da Almeria. Moschetti è pro’ dal 2019, ha 26 anni, è alto 1,79 e pesa 73 chili
Curiosamente ti ritrovi in squadra con Brambilla, rimasto male perché di fatto nel 2022 non ha più corso da metà agosto…

Lui è stato anche più sfortunato di me, però non conosco i dettagli. Nel mio caso hanno deciso di non tenermi, ma nel frattempo io ero sotto contratto, mi allenavo, però alle corse percepivo che non ci fossero fiducia e determinazione.

Hai cambiato squadra e hai risposto con una vittoria…

Anche l’anno scorso, al rientro dopo l’ennesimo infortunio, ho iniziato con una vittoria in Spagna, alla Valenciana. Quella fu una vittoria più prestigiosa dopo due anni difficili. Quella di Almeria è stata più una conferma a livello personale e un’emozione per la nuova squadra.

Che ambiente sta nascendo?

Finora è stato facile trovare l’intesa. Un conto è entrare in un gruppo già formato e affiatato, mentre questo è tutto nuovo. Ho corso un po’ con Brambilla, gli altri invece sono tutti da scoprire, ma ci stiamo riuscendo bene. Mi ricordo che quando arrivai alla Trek, quasi presi paura dal numero delle persone che c’era, più di un centinaio. La nostra realtà è più piccola, ma davvero ben organizzata.

Vuelta Valenciana, Moschetti in azione sulla Foil: bici aerodinamica in dotazione anche agli scalatori del team
Vuelta Valenciana, Moschetti in azione sulla Foil: bici aerodinamica in dotazione anche agli scalatori del team
Hai un tuo tecnico di riferimento?

Certo, come accade in tutte le squadre. Io per praticità sono con Missaglia, ma Douglas Ryder è molto presente. Da quello che sento, è stata mantenuta l’impostazione che avevano al Team Qhubeka due anni fa, anche nella preparazione. Io ad esempio lavoro con Mattia Michelusi, allenatore interno al team.

Cambiare preparatore è più difficile rispetto al cambiare squadra?

Anche questo è stato un passaggio. Alla fine i lavori sono quelli, cambia però il modo di fare le cose, perché ogni preparatore mette la sua impronta e il suo modo di ragionare. Nei dettagli riconosci la firma. Il passaggio non è troppo faticoso da assorbire e anzi… alla fine diventa uno stimolo in più. Prima mi allenavo con Matteo Azzolini, con cui ho tenuto un ottimo rapporto e che invece è passato fra i preparatori della Trek. Però, cambiando squadra, ho trovato giusto seguirli anche per la preparazione.

Ad Almeria, alle spalle di Moschetti anche Arnaud De Lie, il giovane talento belga dello sprint
Ad Almeria, alle spalle di Moschetti anche Arnaud De Lie, il giovane talento belga dello sprint
Nuova squadra, nuovo allenatore e nuova bici…

Ero abituato bene con la Trek, ma devo dire che la nuova Scott Foil mi ha stupito. E’ molto veloce e leggera, tanto che alla fine la squadra ha deciso che useremo tutti questo modello. Ho trovato subito il giusto assetto in sella e avremo ruote Zipp diverse a seconda dei percorsi. Non l’ho mai pesata, ma credo che con le ruote da salita probabilmente non saremo a 6,8, anche perché con i freni a disco è dura, ma si resta intorno ai 7 chili. E considerato che è una bici aerodinamica, è proprio un bell’andare.

Il team porta il nome di un marchio di abbigliamento, che cosa te ne pare?

Onestamente sono rimasto veramente colpito dall’abbigliamento di Q36,5, più che altro per la qualità di tutta la linea d’abbigliamento. E poi ho avuto la fortuna di conoscere meglio Luigi Bergamo (titolare del marchio altoatesino, ndr) ed è stato veramente interessante scoprire la tecnologia e lo studio che c’è dietro ai materiali che utilizziamo. E poi sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla passione che mette nei suoi prodotti. Una cosa bella…

Prossime gare?

Kuurne-Bruxelles-Kuurne, ma forse c’è la possibilità di fare il Tour des Alpes Maritimes et du Var, che comincia il 17 febbraio e in cui dovrei essere riserva. Si deciderà a brevissimo.

Nizzolo, il 2022 tra incertezza e idee chiare

10.10.2021
4 min
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Con il secondo posto al Gran Piemonte dietro Matthew Walls (foto di apertura) olimpionico nell’omnium a Tokyo, Giacomo Nizzolo ha chiuso la sua stagione. Si sarebbe portati a pensare che, avendola iniziata con ben due maglie addosso (quella tricolore e soprattutto quella continentale), il suo giudizio finale sia negativo. Non è così, perché caratteristica del corridore milanese è saper vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.

Nizzolo Piemonte 2021
Nizzolo ha chiuso la sua 11esima stagione da pro’: 71 gare, 3 vittorie, 12 podi in tutto
Nizzolo Piemonte 2021
Nizzolo ha chiuso la sua 11esima stagione da pro’: 71 gare, 3 vittorie, 12 podi in tutto

Prima di fare le valigie per le meritatissime vacanze e il tempo da dedicare finalmente a se stesso, il corridore della Qhubeka fa il suo bilancio: «E’ una stagione positiva: ho corso per ben 71 giorni che non sono davvero pochi. Ho vinto 3 gare (Clasica de Almeria e Circuito di Gexto ma soprattutto la tappa di Verona al Giro, ndr), ma per 26 volte sono stato nella Top 10, significa che le prestazioni sono state nel complesso buone e che soprattutto sono stato costante nel rendimento. Certo, qualche successo in più…».

La vittoria più importante?

Quella di Verona, non c’è neanche da dirlo. Ho sfatato un tabù, al trionfo nella corsa rosa ci tenevo tantissimo e l’ho inseguito per una carriera. Ho chiuso una casella importante.

Qhubeka 2021
Foto di gruppo in casa Qhubeka: il futuro del team africano è tutto da decifrare
Qhubeka 2021
Foto di gruppo in casa Qhubeka: il futuro del team africano è tutto da decifrare
La sconfitta nel Gran Piemonte ti ha fatto arrabbiare?

Quando arrivi secondo sei sempre un po’ rammaricato, pensi a che cosa è mancato per fare quel piccolo salto, ma in fin dei conti conferma quel rendimento positivo di cui parlavo prima. Il Gran Piemonte è una corsa che si sposa perfettamente con le mie caratteristiche, anche se l’ho disputato solo due volte: una volta vincitore e una secondo, non è male…

Resterai in Qhubeka?

E’ una bella domanda alla quale in questo momento non posso rispondere, diciamo che come tutti gli altri sono in attesa dell’evoluzione della situazione (il team africano, in arretrato con i pagamenti, ha lasciato liberi i propri corridori di cercare un nuovo ingaggio per il 2022. Nel caso di Nizzolo si parla di Israel-Start Up Nation, ndr).

Il 2021 è stato invece l’ultima stagione per Matteo Pelucchi, arrivato in squadra come ultimo uomo di Nizzolo
Il 2021 è stato invece l’ultima stagione per Matteo Pelucchi, arrivato in squadra come ultimo uomo di Nizzolo
Visto che siamo in sede di bilanci, la tua esperienza con il team africano com’è stata?

Finora molto positiva, è la perfetta espressione di quel che è il ciclismo odierno, forse lo sport più globalizzato che c’è. Rispetto alle altre squadre è forse quella più internazionale perché ci sono atleti di tantissime nazioni. Anche se ha affiliazione africana, non è diverso dagli altri team, ha una forte influenza anglosassone e base in Belgio, come praticamente tutti.

A prescindere da dove correrai, ti sei già fatto un’idea di quel che vuoi dal 2022?

La stagione che si è appena conclusa mi ha detto che posso avere qualche carta da giocare nelle Classiche e voglio farlo con convinzione. Sarà decisivo l’inverno, il lavoro da fare, infatti dopo queste tre settimane di stacco assoluto riprenderò subito per farmi trovare pronto per i primi ritiri. Il lavoro di preparazione andrà fatto con grande concentrazione.

Nizzolo Almeria 2021
Un’immagine beneaugurante per il 2022: la vittoria ottenuta dal milanese alla Clasica de Almeria
Nizzolo Almeria 2021
Un’immagine beneaugurante per il 2022: la vittoria ottenuta dal milanese alla Clasica de Almeria
Quali sono le classiche alle quali guardi con maggiore attenzione?

La Milano-Sanremo naturalmente per un corridore come me non può non essere un obiettivo, ma anche quelle del Nord, come la Gand-Wevelgem dove sono arrivato secondo quest’anno. Lo stesso Giro delle Fiandre forse è un po’ troppo duro, ma vorrei comunque provarci. Fra le 5 corse fatte in Belgio quest’anno, è stata l’unica che non ho finito, ma sono convinto che posso ottenere qualcosa anche lì.

E’ un peccato che hai chiuso con il Gran Piemonte, visto che la Parigi-Tours era a un tiro di schioppo…

Se ne parlerà l’anno prossimo, mentalmente sono troppo stanco, appena tagliato il traguardo vedevo solo le vacanze…

Ottimi squilli azzurri da Almeria e Provence

15.02.2021
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Giacomo Nizzolo non sta nella pelle. E’ bastata una volata per fugare ogni dubbio sulla condizione, facendo dimenticare l’incidente di fine anno, in cui batté il ginocchio sul manubrio, perdendo davvero tanti giorni di allenamento. Alla Clasica de Almeria c’è arrivato con due obiettivi. Il primo, quello di stressare un po’ il suo treno per capirne la condizione in vista dello Uae Tour. Il secondo, provare a vincere. Ce lo aveva detto nell’ultima intervista di appena pochi giorni fa: «Sempre, credo di averlo dimostrato. Io ci provo sempre e poi comunque sarà un’ottima occasione per provare il treno».

Treno okay

Ieri dopo la vittoria il tono delle dichiarazioni era allegro. Accanto a lui, Pelucchi e Walsheid sono due vagoni del treno cui il campione europeo e d’Italia chiederà spesso man forte.

«Sono davvero felice – ha detto – per la vittoria e il grande lavoro fatto dalla squadra. Abbiamo cercato di controllare la corsa sin dall’inizio, ma c’è stato un andamento strano, con una serie di rallentamenti causati dal vento. Il finale è stato piuttosto pericoloso, ma siamo riusciti a prendere una buona posizione per lo sprint e così ora sono davvero felice per la squadra. Ora possiamo guardare avanti con fiducia».

Ballerini 1° de Provence

Nei giorni procedenti, dalla Francia sono arrivati altri interessantissimi segnali da parte di corridori italiani. Da Davide Ballerini, vincitore di due tappe al Tour de La Provence, a Giulio Ciccone, passando per Filippo Conca che ha sperimentato tanto vento in faccia e alla fine ha conquistato la classifica degli scalatori.

«Avevo buone gambe arrivando in gara dopo il ritiro – ha detto Ballerini dopo aver battuto Demare – ma non mi aspettavo niente del genere. Avevamo una squadra molto forte ed eravamo tutti estremamente motivati, quindi vincere il primo giorno è stato semplicemente fantastico».

Ballerini 2° de Provence

L’indomani, altra vittoria, ma questa volta sullo strappo di Manosque e dopo la caduta di Alaphilippe.

«Quando vedi come lavora questa squadra – ha detto – senti di dover dare il massimo e lottare per la vittoria fino all’ultimo momento. Basta guardare il loro impegno: sono stati incredibili, l’unica squadra a lavorare instancabilmente davanti fino all’ultimo chilometro e tenermi lassù. Lo sprint è stato duro, ma ho lottato fino all’ultimo briciolo di energia e sono contento di aver potuto ripagare questi fantastici ragazzi».

Cicco in arrivo

Alle sue spalle è terminato Ciccone, che progressivamente ritrova sensazioni e smalto, al punto da arrivare il giorno dopo 6° sul Mont Ventoux.

«Il Ventoux è stata una prova generale – ha detto dopo la corsa – sia per la salita che abbiamo affrontato che per i rivali. Finché il ritmo è stato alto ma costante, ho tenuto bene le posizioni di testa. Con il cambio di ritmo ai meno 3 ho sofferto. Me l’aspettavo, quindi posso giudicare incoraggiante il risultato. Per ora, i migliori sono stati più brillanti, ma va bene così. Ho vissuto tre giorni di intenso lavoro e tre prestazioni oltre le aspettative. Ho avuto la prova che l’allenamento di questo inverno è stato buono, che mi sono completamente ripreso e che sono sulla strada per competere al 100 per centro per gli obiettivi che ho in testa».