Milan contro Milan. No, non è il classico titolo calcistico da weekend di un quotidiano sportivo italiano, ma il riassunto attraverso un semplice slogan di uno dei temi della Kuurne-Bruxelles-Kuurne prevista per oggi. Con Jonathan Milan alla ricerca di un primo sigillo classico trovando tra i suoi avversari un giovane belga, Milan Fretin, che ha impressionato tutti nel suo inizio stagione cogliendo già due vittorie, tra Almeria e Algarve.
Il ragazzo di Genk, prossimo ai 24 anni sta scalando rapidamente le gerarchie non solo della sua squadra, la Cofidis che ha bisogno dei suoi punti come dell’aria, ma anche dello stesso sprint mondiale. E’ forse la maggior sorpresa di questo inizio di stagione, ma chi è in realtà?
«Quando ero ragazzino, ho iniziato con il motocross – racconta dal suo ritiro belga prima della corsa – Poi ho cambiato per la bici, ma è stata una scelta quasi obbligata dopo che mi sono rotto la clavicola. Ho pensato che la bici era più sicura. Ho anche fatto un corso. Avevo 9, 10 anni, a quel tempo dovevo vincere la mia paura, perché da una parte la velocità mi piaceva, dall’altro mi spaventava. Le cose hanno iniziato a prendere una piega più seria quando sono passato U23, nelle fine della Lotto-Soudal dopo aver corso in piccole squadre belghe. Ho fatto due anni in un team Professional importante come la Sport Vlaanderen Baloise e lo scorso anno ho ottenuto il contratto nel WT, ero super felice. Tra l’altro un quadriennale, a dimostrazione della fiducia del team francese. Devo dire grazie a Nico Mattan, che era mio diesse da junior e mi ha sempre seguito, essendo grande amico di mio padre. Mi ha dato i consigli giusti».
Ti aspettavi un inizio di stagione così importante, con due vittorie?
E’ pazzesco. E’ un sogno per tutti, per ogni ciclista. L’anno scorso era già stato molto forte, con un paio di successi che mi hanno dato lo stimolo per affrontare un buon inverno e per diventare ancora più veloce e sono felice di averlo fatto, questi risultati mi confermano che sono sulla strada giusta.
Ti consideri un semplice velocista o pensi di avere altre caratteristiche?
E’ ancora un po’ un mistero per me. La prima vittoria alla Clasica de Almeria era uno sprint molto veloce. Negli ultimi 10 anni hanno vinto sempre grandi sprinter. Ma è stata una giornata dura, con quasi 3.000 metri di dislivello. Io credo di poter emergere anche su percorsi mossi, difficili. E ora con le classiche sono curioso di vedere se riesco a mostrare dove sono arrivato.
C’è uno sprinter al quale ti ispiri o somigli tecnicamente?
Tom Boonen. E’ un grande campione, ma con umiltà è quello a cui penso di somigliare di più, come anche Alaphilippe, sa fare sprint, ma sa anche scalare molto bene. Ho molto rispetto per lui ma mi piacerebbe affrontarlo a viso aperto, credo che me la potrei giocare.
Lo scorso anno sei arrivato alla Cofidis, che cosa è cambiato per te correndo nel team francese?
E’ sempre stata una squadra che ammiravo. Ricordo quando ero junior era una maglia che mi ispirava. E’ una squadra francese che mi ha accolto davvero bene. La scorsa stagione è stata difficile. Abbiamo dovuto aspettare tanto per la prima vittoria, arrivata grazie a Thomas al Giro d’Italia. Ora abbiamo già 4 vittorie quindi è un inizio molto superiore rispetto all’anno scorso e la squadra ha cambiato un sacco di cose durante l’inverno. Dovevamo farlo. Quindi abbiamo tutti nuovi allenatori. Ci prepariamo molto più duramente rispetto all’anno scorso. Facciamo anche palestra, l’anno scorso non la facevo. Ora mi piace la palestra post allenamento. Inoltre siamo molto contenti delle nuove bici Look, siamo passati alle ruote Campagnolo e alle gomme Vittoria e devo dire che si sente subito la differenza. Tutti abbiamo reagito tipo «wow, è pazzesco quanto sia più veloce». E questo fa la differenza.
Le tue vittorie sono state molto importanti per il ranking del team, qual è l’atmosfera in squadra, c’è paura di perdere il WorldTour?
Durante l’inverno ci hanno detto che è un anno molto importante per noi. Decisivo per il team. Ma quando corri cerchi di non pensarci. Io cerco sempre di fare del mio meglio. E quando fai del tuo meglio i punti sono la naturale conseguenza. In questo è coinvolta l’intera squadra, non basta l’uomo che vince, tutti devono dare il loro contributo se vogliamo raggiungere la salvezza. Anche l’Astana è molto forte, anche loro stanno vincendo, anzi nel ranking volano e questo non va bene per noi. Hanno avuto una grande partenza. Ma finché continuiamo a vincere e continuiamo a pedalare come stiamo facendo ora, penso che possiamo salire ancora un po’ per prendere le squadre davanti a noi.
Ora ti aspettano le classiche, quale ti piace di più e perché?
E’ difficile da dire, finora non ho avuto molta fortuna nelle classiche di primavera. A me istintivamente piace la Roubaix, quando arrivi sul pavé con la gente e tutti che ti urlano contro e vai così veloce, dimentichi quanto stai soffrendo. E’ davvero pazzesco sentire quanta gente c’è ai lati della strada. Quindi amo davvero quella corsa e spero di poterla vincere un giorno.
Quest’anno correrai il primo grande tour, il Giro d’Italia. Avresti preferito essere al Tour de France, pensi che le volate saranno diverse da quelle francesi?
Per ora sono nella squadra per la corsa rosa, ma è ancora presto, preferisco pensare a obiettivi più vicini. Come prima grande corsa a tappe però sarei contento di affrontare il Giro, dove vorrei essere protagonista negli sprint, centrare bei risultati sempre per il discorso di prima. Tutti dicono che il Tour è di un altro livello, un po’ più difficile e soprattutto è molto nervoso. Sento dire che è un’esperienza che ti cambia. Poi quest’anno si arriverà a Lille che è il quartier generale della Cofidis, lì si dovrà fare una grande gara. Per me comunque è indifferente, sarei felice con entrambi. Se riesco a concludere il Giro e ad avere una bella sensazione e a diventare più forte quest’anno, allora forse l’anno prossimo potremo fare il Tour.
Tu sei uno dei tanti giovani belgi che stanno emergendo, qual è il vostro segreto per essere così tanti?
Questa è una bella domanda. Non so se c’è un segreto. Sicuramente abbiamo un sacco di squadre qui e un sacco di belle gare da affrontare, che ti costruiscono sin da quando hai 15 anni. Impari davvero che cosa sia il ciclismo. Hai gli sprint, hai altre gare, hai i venti trasversali. Poi il ciclismo in Belgio è molto popolare, quasi al livello del calcio. E con tante squadre a disposizione puoi crescere bene. Poi è importante che tu abbia un buon allenatore che ti faccia continuare a fare passo dopo passo. E anche in questo siamo molto avanti.
Che obiettivi ti poni per quest’anno?
Come velocista vuoi prendere più punti possibili. Quindi in ogni gara che inizio voglio vincere e la squadra si aspetta che io ottenga buoni risultati per vincere. Se poi arrivasse una vittoria al Giro, la mia stagione sarebbe perfetta…