Il coraggio di Santesteban, l’endometriosi e la salute delle donne

08.04.2025
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«Il 31 di ottobre, al controllo annuale ginecologico, videro una ciste di 5 cm nell’ovaio e iniziarono a sospettare di endometriosi. Non è una cosa buona, ma per me fu una liberazione». Ane Santesteban, punta di diamante spagnola per il Team Laboral Kutxa, rende così pubblico con un post sui social la fine di un calvario, che ha compromesso l’intera stagione passata.

Ane Santesteban ha comunicato la sua endometriosi su Instagram con un post il 23 febbraio

Di colpo un dolore inspiegabile

Troppo spesso, si valuta un atleta – uomo o donna non conta – solo sulla base dei risultati, con verdetti pesanti non appena le performance calano un po’. Ane Santesteban, dopo diversi piazzamenti in gare importanti nel corso degli ultimi anni, nel 2024 decide di approdare nel team basco con le vesti da leader, ma qualcosa non funziona e i risultati non arrivano.

«All’inizio avevo tanto male alla schiena e alla gamba, poi sentivo come un coltello in pancia. Non so quanti esami e visite mi hanno fatto fare – racconta Ane – ma non c’era niente! Dopo il Tour sono stata addirittura completamente ferma per un mese e mezzo perché soffrivo troppo. Mi hanno fatto fare anche gli esami per le intolleranze alimentari, ma era tutto a posto. Così molti mi dicevano: è tutto un problema di testa».

Dopo il Tour, Ane è stata ferma per un mese e mezzo a causa del dolore
Dopo il Tour, Ane è stata ferma per un mese e mezzo a causa del dolore
Come hai reagito a tutto questo?

E’ stato un anno fisicamente e psicologicamente molto duro. Io sapevo che non era un problema legato alla pressione per le gare però, dopo tutti quegli esami negativi, anche io ho iniziato a dubitare di me. Forse il dolore era veramente solo nella mia testa…

Poi cosa è successo?

Durante l’estate il dolore è iniziato a essere più nella parte bassa della pancia, vicino alle ovaie. A ottobre durante la visita ginecologica, hanno visto che c’era una cisti di 5 cm sull’ovaia destra. Così dopo che gli ho riportato tutti i dolori che mi tormentavano da inizio dell’anno, è stata sospettata l’endometriosi. A quel punto, nel giro di poco tempo, con degli esami specifici, la patologia è stata confermata e ho potuto iniziare la terapia.

Al 17° anno da professionista, Ane Santesteban firma alla partenza della sua prima Sanremo
Al 17° anno da professionista, Ane Santesteban firma alla partenza della sua prima Sanremo

Diagnosi complicata

L’endometriosi è una patologia spesso sottodiagnosticata che colpisce le donne. Pensate che mediamente una donna impiega otto anni prima che le sia diagnosticata correttamente. Il problema è causato da un’alterata localizzazione di parti di tessuto endometriale. Queste piccole isole di tessuto, che restano invisibili all’ecografia per anni, sanguinano periodicamente, causando dolori forti alla pancia, gonfiore addominale e spesso disbiosi intestinale. Insomma per molti anni, le donne che soffrono di endometriosi stanno male senza capirne il motivo.

Ane, ora cosa devi fare?

Devo prendere la pillola anticoncezionale e fare controlli periodici ogni 2-3 mesi. Da quando ho iniziato con la terapia, la mia qualità di vita è migliorata molto. La cisti di 5 cm è scomparsa e ne sono rimaste solo un paio più piccoline. Sto lavorando molto anche con l’alimentazione, curando la dieta e inserendo molti alimenti antiossidanti, per ridurre l’infiammazione legata alla presenza di questo tessuto delocalizzato all’esterno dell’utero. Inoltre mi sottopongo a trattamenti di osteopatia viscerale, che mi aiutano a ridurre le aderenze a livello addominale, che mi causano altrimenti dolore alla pancia.

Al Giro dello scorso anno, in azione sul Blockhaus: i problemi sono già cominciati
Al Giro dello scorso anno, in azione sul Blockhaus: i problemi sono già cominciati
Ti hanno spiegato quale può essere stata la causa?

A livello famigliare nessuna ne ha mai sofferto. Io in passato ho portato per molti anni la spirale, quindi quella già mi aiutava con questo problema senza saperlo. A dicembre 2023 ho però deciso di toglierla, perché non mi piaceva l’idea di prendere sempre ormoni e da lì ho cominciato ad avere problemi.

Come è stata la ripresa? Perché hai deciso di condividere la tua esperienza pubblicamente? Ti abbiamo visto già lottare di nuovo in testa al gruppo quest’anno… 

E’ stato molto il lavoro per recuperare gli allenamenti persi, ma ora è bello vedere che sono capace di tornare al mio livello. Già nelle prime gare sono riuscita a lottare di nuovo in testa al gruppo, così ora ho più fiducia e posso continuare a lavorare. Parlare di mestruazioni e salute femminile non è semplice. Inizialmente provavo vergogna, ma è giusto condividere queste esperienze, perché noi donne spesso sentiamo di dover dimostrare in un mondo maschile, come il ciclismo, di non aver mai dolore e di essere sempre forti abbastanza, ma la salute viene prima di tutto.

Ciclo e ciclismo, chiudiamo con il parere del medico

10.12.2024
4 min
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Dopo Elisa Longo Borghini e Paolo Slongo, chiudiamo il tema di fare ciclismo nei giorni del ciclo con la dottoressa Francesca Della Bianca, fino al 2024 medico alla Lidl-Trek. Essere stata per quasi tre anni accanto alle ragazze del team americano le ha offerto un punto di vista privilegiato sul tema, sia pure con una premessa con cui è abbastanza immediato trovarsi d’accordo.

«Avere in squadra un medico donna aiuta di certo – dice – per far emergere delle problematiche che forse con un medico uomo non verrebbero fuori. C’è una barriera di pudore nel parlarne, il primo step è superarla. Sicuramente negli ultimi anni l’aspetto della conoscenza è migliorato. Le ragazze ne parlano con più disinvoltura e questo permette di intercettare problematiche che finirebbero confuse con altri aspetti della prestazione».

Francesca Della Bianca (in alto al centro fra Elisabetta Borgia e Paolo Slongo) è stata fino al 2024 medico della Lidl-Trek
Francesca Della Bianca (in alto al centro fra Elisabetta Borgia e Paolo Slongo) è stata fino al 2024 medico della Lidl-Trek
Il fatto che se ne parli risolve qualche problema?

Fortunatamente sì. Al di là dei cambiamenti che possano interferire sulla prestazione, c’è anche un aspetto psicologico. Sono aspetti da gestire che vanno dal tipo di allenamento a che abbigliamento usare, fino all’intervento con integrazione mirata e rimedi naturali. Il senso di pesantezza che si accompagna alla prima fase può certamente condizionare la prestazione. Se mi sento gonfia, per come siamo fatte noi donne, posso ritenermi anche incapace di performare.

Stiamo parlando della sindrome premestruale?

Inizia anche dieci giorni prima. Si percepiscono l’aumento di peso e la ritenzione idrica. Si ha desiderio di mangiare carboidrati, ci sono dolori e allora magari si può usare il cloruro di magnesio, che è del tutto naturale. E’ una fase che può essere invalidante e magari può coincidere con una gara importante. Invece se ne parla poco, sono aspetti poco considerati. Ci si occupa più di aminoacidi e vitamine e meno di questi aspetti. Manca la consapevolezza che si può fare qualcosa.

Si ha pudore nei team a parlare del ciclo, di cosa indossare, di cosa prendere (depositphotos.com)
Si ha pudore nei team a parlare del ciclo, di cosa indossare, di cosa prendere (depositphotos.com)
Se un’atleta non trova risposte nei team può farsi seguire dall’esterno?

Non mi risulta che accada, mentre è un tema di cui si dovrebbe parlare seriamente. Alla Lidl-Trek abbiamo iniziato a parlare delle problematiche della regione pelvica, per gli uomini e per le donne. Sapere che ci sono persone che se ne occupano porta gli atleti a parlarne più liberamente.

Il lavoro di Slongo che tiene conto delle date e addirittura delle fasi lunari è abitudine oppure un’eccezione?

Dei preparatori che conosco, lui è decisamente avanti. Dovrebbe esserci una temporizzazione del lavoro in base al ciclo. Nella prima settimana ad esempio si potrebbero ridurre lo stress e i volumi di lavoro. Subito dopo si potrebbe puntare sull’intensità. Si potrebbe approfondire il tema della disponibilità di glicogeno o la fase in cui abbiamo più grassi, in cui conviene lavorare maggiormente sul volume. C’è tutto un andamento che andrebbe osservato, ma non sono molti quelli che lo fanno. E’ un fatto di visione, più o meno ampia, anche se in letteratura medica non ci sono dati così vari che spieghino quanto il ciclo incida sulla prestazione.

Il ciclo porta anche un innalzamento della temperatura che nei mesi caldi può essere fastidiosa
Il ciclo porta anche un innalzamento della temperatura che nei mesi caldi può essere fastidiosa
Può essere di base una sfera molto individuale?

E’ tutto molto soggettivo, anche nella percezione del dolore. Ci sono casi che portano anche alla sospensione del lavoro, a saltare la gara. Ci sono così tante variabili individuali, che ogni medico dovrebbe avere la cartella clinica delle atlete i cui tenere nota di questi aspetti. Stiamo parlando di donne oltre che di atleti. Non si può dire che avere il ciclo interrotto da mesi sia una seccatura in meno: va affrontato come un problema per la salute. Sono donne che magari dopo la carriera o anche durante potrebbero procreare, non parliamo di problematiche insignificanti.

Siamo di fronte a un problema culturale?

Mi sono spesso chiesta perché debba esserci questa barriera fra uomini e donne, parlando di medici. Il ginecologo è stato per anni soltanto uomo, eppure nessuno si pone il problema. Chi esercita la professione medica dovrebbe essere superiore a certe distinzioni.

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27.11.2024
4 min
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ORNAVASSO – Uno di quei temi che inspiegabilmente non si affrontano quasi mai. Si parla di allenamento, alimentazione, integrazione, bronchiti, problemi ai tendini, disidratazione e colpo di calore, ma sul ciclo e le complicazioni che crea alle atlete c’è un velo di pudore che un po’ si capisce e un po’ no. Che cosa succede se arriva nel giorno della gara importante? Magari tanti passaggi a vuoto inattesi si possono spiegare così?

Perciò, mentre eravamo ancora a casa di Elisa Longo Borghini al temine dell’incontro della passata settimana, abbiamo messo da parte il pudore e glielo abbiamo chiesto. «Finalmente un giornalista che mi chiede di questo – ha detto subito la piemontese (in apertura una foto da Instagram) – non capisco perché si abbia paura di parlarne».

Il 2024 di Elisa Longo Borghini ha visto 8 vittorie, fra cui il Giro d’Italia e quello delle Fiandre
Il 2024 di Elisa Longo Borghini ha visto 8 vittorie, fra cui il Giro d’Italia e quello delle Fiandre

Rischio infortuni

E così prima di andare via, facciamo qualche domanda che da un po’ ci girava per la testa. Elisa racconta ad esempio che assieme al suo preparatore Paolo Slongo, da qualche tempo hanno preso a redigere il diario del suo ciclo, per capire come temporizzare il lavoro tenendone conto.

«Innanzitutto per capirne l’andamento – spiega l’atleta che fino al 31 dicembre è della Lidl-Trek – vedere se mi viene regolare oppure no, perché fa parte della salute della donna: della persona e dell’atleta. E poi per capire come massimizzare la qualità degli allenamenti in base alle varie fasi del ciclo. Già in diversi sport, tra l’atletica, il calcio e il nuoto, fanno determinati tipi di lavori in base alle varie fasi del ciclo per evitare determinati infortuni. Parlo magari con termini poco scientifici, ma più ti avvicini alla fase del sanguinamento e più il tuo corpo produce un ormone che si chiama relaxina che produce un aumento della lassità delle articolazioni. Ci sono stati tanti casi di infortuni nell’atletica con lesioni importanti ai tendini e ai legamenti, soprattutto negli sport più traumatici. Per cui loro si sono adeguati. Io ad esempio ne tengo conto quando devo fare i lavori di forza in palestra, oppure in bici».

Gli studi hanno dimostrato che nelle fasi del ciclo le articolazioni sono più soggette a lesioni
Gli studi hanno dimostrato che nelle fasi del ciclo le articolazioni sono più soggette a lesioni
Per il resto ci sono fastidi sempre uguali?

Quando mi avvicino alla fase più intensa, mi sento un pochino più goffa e soffro il caldo. Magari ho qualche problema gastrointestinale di più, quindi non riesco a bere o a nutrirmi bene come dovrei. Però dipende tanto dal tuo stato fisico e psicofisico di base. Ci sono mesi in cui lo soffro di più e mesi in cui lo soffro di meno. Normalmente quando sono in forma soffro meno.

Il rendimento cala di conseguenza?

Dipende, per esempio ho vinto il Fiandre avendo il ciclo. Non ho adottato rimedi di alcun tipo, ho corso come se nulla fosse: ho semplicemente fatto la mia gara. Magari in passato mi facevo condizionare. Invece ultimamente mi dico semplicemente che fa parte di me e che non sono la sola. Magari nella corsa ce ne saranno altre 50 nelle stesse condizioni.

Elisa Longo Borghini ha raccontato di aver vinto il Fiandre nei giorni del ciclo
Elisa Longo Borghini ha raccontato di aver vinto il Fiandre nei giorni del ciclo
Il problema sta più nella ritenzione dei liquidi o nel calo dei valori attribuibile al sanguinamento?

Anche questo dipende. Per me è una questione di ritenzione idrica, perché metto su peso. Arrivo fino a 3 chili. Magari patisci di più le frequenze più alte e anche il caldo. A volte mi dà qualche problemino gastrointestinale, poi però ognuna ha delle peculiarità. E’ una cosa talmente personale che secondo me è anche difficile fare uno studio che sia buono per tutti e valido per tutti. Però ci sta che abbia un impatto sulla performance, quello lo darei per scontato.