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Barale macina chilometri in Spagna e fissa gli obiettivi

06.12.2022
6 min
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Dai Pirenei alla Costa Blanca, è la rotta verso sud e verso il 2023 di Francesca Barale. La 19enne scalatrice del Team DSM ha trascorso le settimane scorse ad Andorra e in queste ore si è trasferita a Calpe in attesa di iniziare il primo training camp della prossima stagione.

Di chilometri ne ha fatti Barale in questo scorcio di autunno, adesso che può farli con continuità. Non ha avuto alcun problema a superare l’esame di maturità e nemmeno quello del primo anno elite. Sfruttiamo quindi un suo momento di relax di metà pomeriggio per sapere come potrebbe essere la prossima stagione.

Selfie rosa: Francesca assieme al fidanzato Leo Hayter, vincitore del Giro U23 nel 2022
Selfie rosa: Francesca assieme al fidanzato Leo Hayter, vincitore del Giro U23 nel 2022
Francesca raccontaci la tua campagna in terra iberica.

Sta andando bene. Dopo un periodo di vacanza sono venuta ad Andorra, a casa del mio fidanzato (Leo Hayter della Ineos Grenadiers, ndr) per allenarmi con lui. Anche se qui siamo a 1.200 metri di altitudine, abbiamo sempre avuto un clima molto mite. Qua la vallata è molto più aperta e soleggiata rispetto a quella in cui abito in Italia. Ho fatto quasi un mese con Leo ma, siccome ad Andorra iniziava a fare più freddo, adesso sono a Calpe con una compagna di squadra. Fino al 12 dicembre saremo solo in due, poi arriva tutta la squadra e staremo assieme fino al 20.

Com’è stata questa convivenza in altura con Leo tra allenamenti e tutto il resto?

Buona, perché ci siamo motivati a vicenda quando il meteo non era dei migliori. Tranne in qualche caso in cui usavamo l’auto, solitamente partivamo da casa in bici, scendevamo a valle, facevamo i nostri lavori e rientravamo. Praticamente ogni giorno un arrivo in salita visto che andavamo oltre La Vella, la capitale. Per la verità però abbiamo fatto pochi allenamenti assieme dall’inizio alla fine, perché spesso avevamo tabelle diverse. E poi perché quando lui va via normale, io sono quasi a tutta (ride, ndr). In ogni caso ci siamo scambiati consigli, Leo me ne dà molti e tendo ad ascoltarlo. Fatica invece ad applicarsi con l’italiano. Sono meglio io con l’inglese.

Podio WorldTour: con il Team DSM Francesca ha ottenuto il terzo posto nella cronosquadre di Vargarda in Svezia (foto Vos)
Podio WorldTour: con il Team DSM Francesca ha ottenuto il 3° posto nella cronosquadre di Vargarda (foto Vos)
L’ultima volta che ci siamo sentiti stavi per finire la stagione. Come sono andate le ultime gare?

Molto bene. Ho chiuso in crescendo, proprio come facevo le stagioni precedenti da junior. La Vuelta mi è piaciuta tanto, per come è stata disegnata. E’ andato bene anche il Tour de Romandie. Ma è nel mezzo, in Francia alla Binche che sono andata proprio forte. Anzi, ci voleva un pizzico di fortuna in più…

Spiegaci pure…

Ho seguito la tattica del nostro diesse e sono andata in fuga. Eravamo in sei, ognuna di una squadra diversa. Il finale era mosso e sono rimasta con una ragazza della Plantur-Pura e una del Team Coop-Hitec. Ci hanno ripreso a 700 metri dal traguardo. Da dietro alcune squadre avevano iniziato a tirare per chiudere. Quando ci hanno messo nel mirino anche la DSM ha iniziato a lavorare. Per fortuna che ha vinto Lorena (Wiebes, ndr) così ha sistemato tutto. Io alla peggio avrei fatto terza, che non mi sarebbe affatto dispiaciuto, ma sono contenta lo stesso. Mi sono sentita protagonista.

Francesca Barale è nata il 29 aprile 2003 ed è originaria di Domodossola
Francesca Barale è nata il 29 aprile 2003 ed è originaria di Domodossola
Che effetto ti ha fatto essere nel vivo della corsa da debuttante nella massima categoria?

Dopo l’arrivo ero stanca e consapevole di poter non solo finire bene le gare, ma aiutare la squadra come si deve. Nel finale di stagione ho capito di essere cresciuta tanto.

A proposito di Wiebes, com’è stato il tuo rapporto con lei e com’è avere una compagna così?

Nella seconda parte dell’anno abbiamo corso tanto assieme, nonostante le diverse caratteristiche fra di noi. Ci siamo conosciute molto meglio. Correre con una come lei ti dà leggerezza. In gara ti fai il mazzo ma sai che Lorena è una certezza, che vince. Quest’anno per noi è sempre stato così. Ora che è andata alla SD Worx, il suo posto è stato preso da Charlotte (Kool, ndr), che era la sua ultima ruota. E’ molto forte, può vincere tante gare, anche contro Lorena.

Barale con la coetanea Uijen. Nel 2023 il Team DSM avrà una età media di quasi 21 anni (foto instagram)
Barale con la coetanea Uijen. Nel 2023 il Team DSM avrà una età media di quasi 21 anni (foto instagram)
Quante possibilità ci sono di vederti nei grandi giri a tappe?

Non c’è nulla di ufficiale, visto che dobbiamo ancora parlare dei programmi, ma uno tra Giro Donne e Tour Femmes lo farò. Però bisogna stare con i piedi per terra, perché nelle elite ci vuole tanta esperienza, specie in queste gare.

Ci sono altri appuntamenti a cui guardi con interesse?

Ce ne sono alcuni con la nazionale. Al mondiale non ci penso perché sarà per ruote veloci. Invece vorrei guadagnarmi la convocazione per gli europei U23. Si correranno in Olanda attorno al Vam-berg (o Col du Vam, ndr). Il circuito potrebbe essere adatto alle mie caratteristiche, anche se su quella collina artificiale ci vuole esplosività. Infatti io vorrei disputare la crono dove potrei sentirmi più portata. Poi, sempre con la maglia azzurra, mi piacerebbe correre la prima edizione del Tour de l’Avenir Feminin (in programma dal 29 agosto al 2 settembre, ndr), quasi in contemporanea con quello maschile. Mentre con la DSM ad inizio stagione vorrei riscattarmi a Cittiglio. Quest’anno ero abbacchiata (sorride, ndr) e ho dovuto ritirarmi. Non mi è andata giù questa cosa.

Francesca nel 2022 ha disputato 34 giorni di gara: i due terzi dopo la maturità
Francesca nel 2022 ha disputato 34 giorni di gara: i due terzi dopo la maturità
Francesca Barale come si presenta ai blocchi di partenza del 2023?

Sicuramente con qualche certezza in più. Adesso so cosa mi aspetta. Ho visto che lavorando sodo posso starci lì in mezzo al gruppo. Infatti mi sto allenando a fondo perché voglio essere pronta, fin dai primi ritiri. Spero di potermi giocare qualche carta in più. Siamo una squadra molto giovane, dove tutte avranno la propria possibilità. Cercherò di crearmele durante l’anno. Tuttavia so che devo avere molta pazienza perché devo migliorare in tante cose. Come sulla potenza o allo sprint. In allenamento Leo mi fa da riferimento nelle volate. Un po’ come ha fatto Elisa con Jacopo (ride mentre allude alla sua conterranea Longo Borghini col fidanzato Mosca, ndr).

Olbia parla olandese. Vos vince e Kool si conferma sorpresa

02.07.2022
5 min
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E’ stato il giorno della rivincita. Ad Olbia, traguardo della terza tappa del Giro Donne, il podio rispecchia quello di ieri, ma con posizioni rimescolate. Marianne Vos stavolta gioca d’esperienza ed astuzia centrando il 31° successo parziale alla corsa rosa. Charlotte Kool risale una posizione chiudendo dietro la sua connazionale ed Elisa Balsamo finisce terza in una volata che la Trek-Segafredo aveva apparecchiato per lei tirando negli ultimi chilometri.

Il canovaccio della giornata è quello di ventiquattro ore prima. Dodici attaccanti di una fuga durata una sessantina di chilometri abbondanti con Ragusa e Vigilia le ultime ad essere riprese a 9 dalla fine. I vari treni lavorano, la velocità si alza e la frenesia pure. La Vos decide di anticipare lo sprint sorprendendo la campionessa del mondo che, sedendosi negli ultimi metri in leggera ascesa, viene passata anche dalla olandese del Team DSM, brava a trovare un varco giusto per confermarsi ai primi posti.

Vos non sbaglia due volte

«Quella di oggi – racconta Marianne in mixed zone – è stata una volata molto più corta rispetto a ieri. Sapevo che c’era una piccola pendenza, sono partita forte e ho continuato più che potevo, fino alla fine. E’ stato grande vincere. Prima dello sprint sapevo che dovevo stare nella giusta posizione poiché il finale era molto tecnico.

«Non è stata la rivincita di ieri – riprende la 35enne della Jumbo Visma – lo sapete anche voi, no?! Quell’arrivo è già dimenticato anche se avrei voluto vincere naturalmente. Questo è lo sport. Oggi mi sentivo bene e ci ho riprovato ancora. A Cesena non ho l’obiettivo di prendere la maglia rosa (in classifica ora è a 6” da Balsamo, ndr). Siamo qui con l’intento di centrare successi di tappa. La Balsamo non è solo una sprinter, ma una fantastica atleta. Pensavo che la maglia arcobaleno le mettesse pressione ed invece no. Lei è davvero forte e oggi ho battuto una delle migliori al mondo».

Elisa a confronto

Appena dopo l’arrivo una Balsamo delusa viene avvicinata da una Longo Borghini interrogativa. La prima Elisa tranquillizza la seconda e poi più tardi spiegherà: «Ogni volata è a sé. Come dicevo ieri, Marianne è fortissima ed è sempre bello correre contro di lei. Oggi era un arrivo completamente diverso. Gli ultimi dieci chilometri erano veramente difficili e stressanti. Oggi è stata semplicemente più forte. Mi spiace non aver vinto in maglia rosa ma l’importante era conservarla. Siamo contente così. La tappa di Cesena è dura e noi non terremo la gara chiusa. Le ragazze che vanno più forte in salita si potranno giocare le proprie carte e io vedrò come starò».

Balsamo e Longo Borghini parlano del finale della terza tappa. Si aspettavano qualcosa di più
Balsamo e Longo Borghini si aspettavano qualcosa di più

Novità Kool

La rivelazione di questo inizio Giro Donne, se così possiamo definirla, è senza dubbio Charlotte Kool. Lo scorso dicembre ci aveva parlato di lei Lorena Wiebes, sua coetanea e capitana al Team DSM, quando avevamo fatto una panoramica sulle migliori sprinter in circolazione.

«Ero lì ieri, ero lì oggi – ci confida la classe ’99 nata a Blaricum, un paesino di novemila anime – Spero che la vittoria arrivi presto, alla prossima volata. Cosa mi è mancato per vincere? Ho aspettato forse un po’ troppo a partire. Abbiamo perso le altre compagne abbastanza presto. Eravamo un po’ tristi perché è come se avessi mostrato uno spirito vulnerabile. Le ragazze vogliono aiutarmi ed io voglio fare del mio meglio. Ora abbiamo la possibilità di sfruttare la sosta per impostare la tattica delle prossime tappe. Abbiamo tanto da migliorare ma siamo certi che conquisteremo presto la vittoria»

Charlotte Kool quest’anno ha vinto il Gp Eco-Struct davanti a Rachele Barbieri e alla sua compagna Wiebes
Charlotte Kool quest’anno ha vinto il Gp Eco-Struct davanti a Barbieri e Wiebes

Alla corsa rosa la Kool si sta facendo conoscere meglio. Noi l’avevamo avvicinata all’ombra del suo bus prima del via della terza frazione. La voglia di restare sul podio di giornata si leggeva nei suoi occhi e si intuiva dal suo sorriso.

«Il rapporto col Giro Donne al momento è davvero ottimo – continua la ricciola olandese – e l’atmosfera emozionante. Finora i percorsi sono stati bellissimi e la Sardegna è un’isola eccellente. Anche il livello della corsa è davvero alto.

«Io il nome nuovo per le volate? – risponde Kool – Penso di averlo già un po’ saputo facendo buone corse in primavera anche se il mio ruolo è cambiato rispetto al passato. Qui devo lavorare per Lorena cercando di pilotarla nel finale degli sprint però so che posso avere delle opportunità in cui posso mostrare le mie doti veloci. Con Lorena ho un rapporto buonissimo, abitiamo assieme nel nostro centro di squadra in Limburgo, ci alleniamo tanto assieme e in tutte le gare siamo sempre compagne di stanza. Abbiamo la stessa età, ci conosciamo bene dai tempi delle junior dove eravamo rivali. Ora è meglio essere nella stessa squadra. Da lei posso imparare molto ma credo che possiamo imparare molto l’una dall’altra»

Charlotte Kool prepara il computerino alla partenza di Cala Gonone
Charlotte Kool prepara il computerino alla partenza di Cala Gonone

Parigi è nei suoi sogni non dal punto di vista turistico quanto più da quello agonistico.

«Vincere in futuro sui Campi Elisi – conclude Charlotte Kool – sarebbe fantastico. Quest’anno non credo che capiterà (non correrà il Tour de France Femmes e la prima maglia gialla è l’obiettivo dichiarato di Wiebes come ci aveva detto qualche mese fa, ndr). Avrò tempo per farlo nei prossimi anni. La Parigi-Roubaix è invece la classica dei sogni. Intanto la voglio provare a fare poi capire come poterla vincere»