Wegelius sicuro: «Con noi Albanese e Battistella vinceranno»

15.11.2024
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Con 24 vittorie, l’EF Education Easy Post è stata tra le squadre che ha chiuso il suo 2024 in attivo. Affiancando a un vincente di razza come Carapaz un emergente come Powless protagonista di fine stagione con i successi al Gran Piemonte e alla Japan Cup, valorizzando giovani rampanti come Rafferty al fianco di intramontabili come Rui Costa. Eppure la formazione americana cambia profondamente il suo assetto per la prossima stagione, investendo anche sull’Italia.

L’annuncio dell’ingaggio di Vincenzo Albanese sui social della squadra americana
L’annuncio dell’ingaggio di Vincenzo Albanese sui social della squadra americana

La squadra perde infatti il campione tricolore Bettiol, ma acquisisce Albanese e Battistella che arrivano all’EF Education EasyPost attraverso percorsi diversi e con prospettive apparentemente differenti, anche se alla realtà dei fatti non è proprio così. Per saperne di più abbiamo quindi sentito il direttore sportivo Charly Wegelius, decisamente soddisfatto di come sono andate le cose durante l’anno.

«E’ stata un’ottima stagione – ragiona – considerando non solo i successi dei ragazzi, ma vedendo che abbiamo ritrovato Carapaz ai suoi livelli e un comportamento generale della squadra sempre attivo e protagonista, in particolare al Tour dove al di là dei risultati ho visto grande dedizione e l’atteggiamento giusto. Ciò non toglie che a fine stagione abbiamo dovuto un po’ rivedere i nostri quadri come sempre avviene. In chiave italiana, ci mancherà Bettiol, che è stato molto importante per la nostra storia, per la nostra evoluzione, ma i corridori vengono e vanno, è una legge dello sport».

Neilson Powless sul podio della Japan Cup, ultima delle 24 vittorie del team
Neilson Powless sul podio della Japan Cup, ultima delle 24 vittorie del team
Il vostro team è stato, anzi è molto attivo sul fronte acquisti…

Siamo fedeli alla nostra filosofia, andare alla ricerca di un continuo progresso, cercare dei valori che altri non vedono, abbiamo sempre fatto i nostri acquisti così. In particolare abbiamo trovato in Albanese e Battistella due grandi opportunità che il ciclomercato ci ha dato e abbiamo voluto coglierle al volo. Albanese ad esempio è un corridore che ha fatto vedere belle cose già con Basso, che ha dimostrato di saper stare al più alto livello e che sa piazzarsi bene, portando molti punti ai suoi team.

Un ottimo piazzato, non rischia però di essere solo questo?

E’ questa l’opportunità di cui parlavo. Io sono convinto che con noi può fare quel salto di qualità, quell’ulteriore step per trasformare qualche piazzamento in vittoria. Se nelle gare più importanti, alla fine sei lì, insieme a chi lotta per vincere significa che hai tutto a disposizione per farlo tu. Serve solo fare quel piccolo passo in più e noi possiamo metterlo nelle condizioni di farlo. Per vincere devi mettere insieme tante cose e non è facile, ma Vincenzo ha dimostrato di essere costante come pochi, si allena per essere sempre nel vivo della corsa. Io credo che la prossima stagione potrà fare ancora bene come suo solito, ma mi aspetto la ciliegina sulla torta, ossia un paio di vittorie almeno.

La formazione americana si aspetta molto da Battistella, dandogli maggiori responsabilità
La formazione americana si aspetta molto da Battistella, dandogli maggiori responsabilità
Per Battistella il discorso è diverso: ex campione del mondo Under 23, poi ha svolto sempre ruoli di supporto…

Quando passi di categoria con la maglia iridata addosso è quasi un fardello. Nella storia si sono visti tanti corridori campioni del mondo poi finiti nell’anonimato. Noi pensiamo però che, se ha vinto quella maglia, del talento c’è, bisogna capire come ritrovarlo, farlo emergere. Io dico che ci sono corse nel calendario dove Samuele può correre pensando al risultato. Abbiamo molta fiducia in lui, può fare molto di più di quanto fatto vedere fino a ora.

La vostra squadra è da considerare più attrezzata per le gare d’un giorno o le corse a tappe?

E’ difficile dare una simile definizione così netta. Nel cercare i corridori noi pensiamo a quel che possono dare, tecnicamente e umanamente, non al tipo specifico di corse dove possono emergere. Abbiamo un team che è una buona miscela, che può essere forte su tutti i terreni, che può emergere nelle corse d’un giorno come nelle piccole o medie corse a tappe, perché è chiaro che nei grandi giri devi avere una struttura e uomini specifici che oggi pochissimi team hanno. Anche se Carapaz ha sempre dimostrato di poter dire la sua. Noi abbiamo gente forte per le salite e per le cronometro. E’ vero, ci manca il velocista, ma in quel caso avremmo bisogno di costruire una squadra completamente diversa.

Richard Carapaz resta il riferimento del team, soprattutto per corse a tappe e Grandi Giri
Richard Carapaz resta il riferimento del team, soprattutto per corse a tappe e Grandi Giri
La cosa che colpisce guardando il vostro team è che pur essendo affiliato  negli Usa, non ha una vera identità nazionale, come può essere per le formazioni francesi o britanniche…

E’ la nostra forza, lo dico sempre. Nel 2024 la nostra squadra aveva 32 corridori di 18 nazioni diverse, coprendo tutti i continenti. Noi abbiamo sempre creduto che questa commistione di linguaggi, culture fosse un valore aggiunto e a me è qualcosa che è sempre piaciuto perché credo che porti risultati migliori. Non c’è un solo approccio alle cose, noi viviamo sul confronto e vedere che questo sistema funziona è un ottimo esempio.

Wegelius ci apre le porte della EF Education – Easy Post

18.02.2022
6 min
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Charles Wegelius è stato per tante stagioni un ottimo professionista. L’inglese ha militato a lungo in squadre italiane, come Mapei e Liquigas, e ha chiuso la carriera nel 2011 alla UnitedHealthcare. Oggi Charly, tutti lo chiamano così, è uno dei direttori sportivi della EF Education – EasyPost.

Un direttore esperto al quale chiediamo i piani del suo team. Un team che forse è un po’ meno sotto ai riflettori rispetto ad altri, ma che invece ha lavorato bene nel ciclomercato d’inverno. Ed ecco che sono arrivati giovani come Ben Healy, corridori esperti come Esteban Chaves e altri con voglia di rilanciarsi come Mark Padun. E già c’erano Rigoberto Uran, Stefan Bissegger, Hugh Carthy, Alberto Bettiol, Magnus Cort… Quest’ultimo vera rivelazione della scorsa Vuelta con tre vittorie di tappa e numeri da capogiro.

Charly, una squadra più forte di quel che possa sembrare. Cerchiamo di capire i vostri programmi. Partiamo da Rigoberto Uran…

Rigo partirà dalla Tirreno-Adriatico, la sua prima corsa della stagione. E da lì sarà un crescendo graduale per arrivare al massimo nelle classiche delle Ardenne e al Giro di Romandia. Da qui, tornerà in Colombia e inizierà a lavorare per il Tour.

Ma perché un corridore come Uran non viene al Giro? Tanto più che quest’anno c’è pochissima cronometro. Al Tour un podio è decisamente più complicato per lui…

Sì, potrebbe essere ideale questa corsa rosa per lui, ma abbiamo altri corridori dal profilo simile che possono fare ugualmente bene al Giro. Penso a Chaves e a Carthy.

Ecco, Chaves: ti avremmo chiesto proprio di lui…

C’era davvero grande entusiasmo in lui di venire a correre da noi. Ha visto l’ambiente che c’è, ha visto i modi di fare amichevoli che abbiamo e ha trovato energia in tutto ciò. Prima di venire ha parlato sicuramente anche con Uran, colombiano come lui, e questo ambiente lo mette a suo agio.

Carthy è chiamato a migliorare l’ottavo posto raggiunto al Giro d’Italia 2021
Carthy è chiamato a migliorare l’ottavo posto raggiunto al Giro d’Italia 2021
L’ambiente EF Education – Easy Post deve essere davvero particolare rispetto ad altre squadre, anche Padun ce ne ha parlato. E allora ti chiediamo: quali sono questi modi di fare?

Preferisco non parlarne in termini di paragone con le altre squadre, ma per come siamo noi. Bastano parole normali per descrivere il nostro ambiente: tranquillità, libertà, lasciare ai corridori la sicurezza di essere se stessi ed esprimersi in modo naturale. Noi partiamo dal presupposto che i corridori sono dei pro’ perché hanno del talento e hanno una grande motivazione. Non serve spingerli. Noi dobbiamo aiutarli a rimuovere gli ostacoli che non gli fanno raggiungere il top delle loro prestazioni. Non gli puntiamo il dito addosso, pensiamo che il loro lavoro lo abbiano svolto. Li trattiamo da adulti, da professionisti quali sono…

Per fare un esempio, se al mattino successivo pesano 150 grammi in più non li demonizzate. E’ così?

Usando il vostro esempio, se al mattino pesano 150 grammi in più non è perché crediamo che abbiano fatto i “monelli”, ma perché ci può essere un problema da risolvere insieme.

Continuiamo a sfogliare i nomi. Passiamo a Hugh Carthy. Lui lo scorso anno ha disputato un buon Giro e quest’anno ci tornerà…

Hugh ha margini notevoli. E credo anche che questi margini saranno una costante e lenta progressione nella sua carriera. Lui ha sempre fatto dei piccoli passi ogni anno. Non credo che il risultato della Vuelta 2020 (fu terzo, ndr) cambia questa sua progressione. L’anno scorso per la prima volta ha saggiato sulla sua pelle cosa vuol dire avere la responsabilità di un team sulle spalle, di svegliarsi ogni mattina da metà novembre sapendo di essere capitano al Giro. Sta imparando cosa vuol dire essere un punto di riferimento per un gruppo di persone. Vediamo come andrà passo, passo…

Cort ha scalato il Kilimangiaro durante l’inverno. Il team non solo approva tali iniziative ma le ha anche rilanciate sui social (foto Instagram)
Cort ha scalato il Kilimangiaro durante l’inverno. Il team non solo approva tali iniziative ma le ha anche rilanciate sui social (foto Instagram)
Chaves e Carthy al Giro: chi sarà il capitano?

Non scendiamo in questo dettaglio. Certamente saranno due corridori protetti, ma dire adesso, a febbraio, chi sarà il primo leader e chi il secondo oltre che è inutile, non fa parte del nostro approccio. Torniamo al discorso di prima.

Andiamo avanti, Charly: Bissegger, Cort, Valgren sono i vostri “bestioni” per le classiche?

Sì, loro fanno parte del gruppo che si dedicherà principalmente alle classiche ed è un gruppo solido. Ma non dimenticherei tra loro dei giovani elementi come Jonas Rutsch, che è cresciuto molto, e Marijn Van den Berg, o corridori esperti come Sebastian Langeveld. E’ un bel mix, come detto, è un gruppo solido.

E poi c’è Bettiol… Alberto è uno dei corridori italiani più forti. Come sta? Che inverno ha passato?

Lo vedo molto bene. Lui è un talento indiscusso. Ha avuto questo passaggio molto difficile della sua carriera e in pochi sapevano davvero cosa stesse passando. Insieme ne siamo usciti e adesso lo vedo bene. Mi sembra fiero del lavoro fatto. E’ molto unito al nostro gruppo. Abbiamo fatto di tutto per farlo tornare al top. Alberto lavora duro e soprattutto sa lavorare. E’ contento di questa squadra e noi siamo contenti di lui. Per me la EF è perfetta per lui, perché sente la fiducia.

Bettiol ha aperto la sua stagione alla Marsigliese. E a Besseges è stato secondo nella generale
Bettiol ha aperto la sua stagione alla Marsigliese. E a Besseges è stato secondo nella generale
Quale sarà il suo calendario?

Il normale approccio alle classiche. Le nuove date però lo avvantaggiano per l’Amstel Gold Race, che casca davvero bene.

Charly, cosa ti colpisce di questo ragazzo?

Sapete, lui è un vero talento. E’ un corridore un po’ alla “vecchia maniera”. Lui è favorito con le gare più lunghe che c’erano qualche anno fa. Il ciclismo moderno in tal senso un po’ lo penalizza. Si sa che oltre i 200 chilometri tanti corridori sono “eliminati”. E che dopo 220-230 chilometri c’è uno step ulteriore. Ebbene, Alberto è uno di quelli adatti alle gare più lunghe. Più ci sono i chilometri e più per lui è facile, ci sono “meno” avversari. Alberto ha questo gran motore… può pedalare tutto il giorno senza perdere tanto in termini di prestazione. E si è visto in quel famoso Fiandre cosa ha fatto, che valori aveva in quei 18 chilometri finali, per di più alla sua età (doveva compiere 26 anni, ndr). Alberto sa muoversi in corsa come pochi. In più c’è una cosa che ci dice del suo talento.

Cosa?

Nonostante sia ancora abbastanza giovane, come ho detto si sa muovere bene in certe corse, pur non essendo cresciuto in Belgio. Altri corridori ci impiegano anni. E’ vero, lassù aveva vicino il direttore sportivo Andreas Klier: ascoltarlo per radio è come avere un audiolibro! Come fare un corso accelerato di Belgio! Ma Alberto ha imparato in fretta. Ci sono tanti atleti bravi e ci sono i corridori: Bettiol è un corridore.