Olympia Challenge (versione gravel): garantisce Fontana

20.01.2025
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Il test completo di Olympia Challenge (versione gravel). E' la bici usata nel ciclocross da Filippo Fontana e disponibile nella versione con allestimento dedicato al gravel, noi abbiamo provato quest'ultimo. Challenge si dimostra una bici che si spinge verso l'agonismo, o comunque un prodotto dedicato a chi ama spingere sui pedali e divertirsi aprendo il gas. Compatta e agile, divertente e reattiva, ma soprattutto con un prezzo davvero interessante e alla portata di molti.

Olympia Challenge è una gran bicicletta e una volta portata sullo sterrato non ha paura di nulla, un mezzo sul quale è semplice fare affidamento. E’ usata (e vincente) in ambito ciclocross da Filippo Fontana, è un bel cavallo di razza quando i percorsi gravel obbligano ad una velocità maggiore.

Comoda sì, ma fino ad un certo punto, perché il DNA corsaiolo e spinto non si nasconde. L’abbiamo usata e provata in configurazione gravel, dove il giusto setting in fatto di ruote e coperture fa la differenza. Entriamo nel dettaglio della nostra prova.

La Challenge in versione gravel
La Challenge in versione gravel

Il nodo sella by Olympia

I dettagli di telaio e forcella sono tanti e ognuno ha un compito ben preciso. Quello che colpisce maggiormente però tutto il blocco del nodo sella, ovvero il punto di unione tra gli obliqui, il piantone e l’orizzontale, naturalmente il seat-post.

«La chiusura sella è originale Olympia – argomenta Alberto Pizzo, designer e project manager Olympia – e viene usata anche su altri modelli e-bike che abbiamo. Aiuta ad aumentare il raccordo del tubo per irrobustire il telaio e mantiene una linea filante ed integrata senza rinunciare a praticità e sicurezza. La scelta del diametro 30.9 nasce per dare la possibilità a chi volesse di montarla anche con il reggisella telescopico. Questo modello viene venduto anche come kit Telaio e prevede uno sportellino per nascondere l’attacco deragliatore, nel caso si volesse montare la corona singola. La bici è compatibile per la trasmissione meccanica ed elettromeccanica».

La Challenge in test

Una taglia media che offre degli spunti interessanti anche sotto il profilo geometrico. Ha due valori, reach e stack in linea con la categoria, rispettivamente 39 e 55 centimetri, un carro compatto a 42,5 centimetri ed un passo complessivo di 101,2 centimetri, decisamente corto per essere una gravel. Siamo alla stregua di alcune bici road endurance di nuova generazione. Non è un fattore secondario e si riflette in modo esponenziale su una bici estremamente reattiva, agile e briosa, tutto pepe e da tenere per le briglie quando si affrontano tratti particolarmente scassati.

Telaio e forcella in carbonio (un blend di fibre lavorate con tecnologia monoscocca), attacco e manubrio in alluminio, così come il reggisella, tutto X-Feel. La sella è una San Marco GND. La trasmissione è Shimano GRX 2×12 di matrice meccanica (che funziona a meraviglia) 48/31 e 11/36. Anche l’impianto frenante è GRX con cerchi da 160 di diametro. Le ruote sono il risultato di un assemblaggio che ha l’obiettivo di dare sostanza e contenere il prezzo. Cerchio in alluminio X-Feel tubeless ready e mozzo Shimano. Le coperture sono Schwalbe G-One Bite TLE (tubeless). Il peso rilevato è di 9,8 chilogrammi (senza pedali). Prezzo di listino di 2.585 euro.

Una bici tutte pepe

Come accennato in precedenza, la Challenge è un bel cavallo di razza, il DNA spinto verso le gare si percepisce, si sente parecchio. Le versione in test non è una bici banale, anche se l’allestimento non rende completamente merito ad un kit telaio molto, molto interessante. E’ veloce e agile, soprattutto nei contesti più tecnici dove è fondamentale avere un mezzo preciso e semplice da “far girare” negli spazi più stretti (che in ambito ciclocross non è un dettaglio, ma anche nei contesti gravel può fare una grande differenza). Davanti però è da tenere e assecondare, perché la sua briosità non è celata. Bello tosto anche il comparto centrale, che sotto il profilo della resa tecnica rispecchia un impatto estetico muscoloso che non passa inosservato.

La zona del nodo sella e tutto il piantone smorzano poco o nulla, dedicati a chi piace “sentire” la bicicletta. I vantaggi si sentono soprattutto in salita e quando si rilancia da seduti e si alza il ritmo. Zero flessioni e ondeggiamenti, zero dispersioni.

In salita è un bel cavallino e ha una buona trazione del posteriore
In salita è un bel cavallino e ha una buona trazione del posteriore

Fra gomme e pressioni

Comparto ruote a parte, che per essere un prodotto entry level non è affatto male, soprattutto in ottica training e gravel invernale, la Olympia Challenge necessita di un setting adeguato derivante soprattutto dalle pressioni degli pneumatici. Qualche “zero-virgola” di bar in meno per sfruttare una maggiore fase ammortizzante, un galleggiamento accentuato sullo sterrato (e sul fango) e per dare respiro ad una zona lombare che è sollecitata.

La Challenge è una bici gravel che strizza l’occhio alle gare e la customizzazione adeguata di ogni singola parte è un aspetto che non deve passare in secondo piano. A prescindere, sposiamo a pieno la scelta di usare pneumatici tubeless da 40 millimetri di larghezza su un mezzo del genere.

Corsaiola, ma non estrema
Corsaiola, ma non estrema

In conclusione

Un applauso ad Olympia. Un 10 pieno al progetto e una lode a chi a disegnato la Challenge, che a prescindere dall’utilizzo e dall’interpretazione è una bici con un design e forme proprie che si distingue dalle altre. Mette qualche accento anche sulla resa tecnica, perché non fa nulla per nascondere il DNA race e quella compattezza che non guasta mai, neppure su asfalto. Sui tratti di bitume sembra una bici da strada a tutti gli effetti, con una capacità di rispondere ai cambi di ritmo che è degna di nota.

L’allestimento è più che efficiente, ma in ottica risparmio di peso e sfruttabilità completa del kit telaio un upgrade sarebbe necessario. Nel complesso il rapporto qualità/prezzo della bici completa è molto buono, diventa eccellente se consideriamo i 1.825 euro del frame-kit.

Cicli Olympia

Challenge, un’azienda internazionale con un cuore italiano

30.12.2024
5 min
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CADRO (Svizzera) – Il nostro ultimo appuntamento prima della pausa natalizia lo abbiamo dedicato alla scoperta di Challenge, marchio di riferimento nel mondo delle coperture strada, ciclocross e gravel. L’appuntamento era fissato per le 10.30 di un giovedì mattina particolarmente uggioso. Siamo a Cadro, a nord di Lugano, e ad accoglierci sono in ordine alfabetico Riccardo Brauns, Assistente amministrativo, Gianluca Modesti, Coordinatore tecnico e Responsabile delle sponsorship, Andrea Murianni, Sales Manager.

Siamo nell’ufficio commerciale di Challenge, in una delle sedi dell’azienda. Le altre sono in Thailandia, dove si trova la sede produttiva, a Montignoso, in provincia di Massa-Carrara, c’è la sede italiana, a La Spezia si trova il magazzino europeo, e infine in California gli uffici della sede americana.

La sede produttiva di Challenge si trova in Thailandia
La sede produttiva di Challenge si trova in Thailandia

I “primi” 25 anni

A rompere il ghiaccio è Riccardo Brauns che ci racconta le origine del marchio. A fondarlo nel 2000 è stato suo padre Alessandro, insieme ad un amico e socio scomparso purtroppo pochi mesi dopo. Nel 2025 l’azienda festeggerà un compleanno importante visto che saranno passati 25 anni dalla sua nascita. Al momento non sono previsti festeggiamenti o iniziative particolari per questa particolare ricorrenza, ma nulla però è da escludere.

Come anticipato, la sede produttiva si trova in Thailandia, esattamente a Ban Chang, nella provincia di Rayong. Qui alcune delle più importanti aziende che utilizzano la gomma naturale per la produzione di pneumatici per biciclette hanno la loro sede produttiva. Fin dalla sua creazione, la sede di Ban Chang si è caratterizzata per essere una fabbrica completamente elettrica dove non è previsto l’utilizzo di sostanze fossili e inquinanti per il suo funzionamento. Qui oggi lavorano più di 70 operai, anzi “artigiani”, come ci tiene a sottolineare Riccardo Brauns.

«Challenge è un’azienda familiare che si basa sull’operato di artigiani che realizzano con le loro mani prodotti estremamente performanti utilizzando materiali naturali di prima qualità».

Nella realizzazione dei pneumatici sono previsti dei procedimenti in cui la componente umana è ancora fondamentale e necessità di una maestria che non è assolutamente fuori luogo definire artigianale. Anche per questo a chi lavora in Challenge è riconosciuto un ruolo centrale nella sua crescita e sviluppo della stessa azienda.

Challenge si basa sull’operato di artigiani che realizzano i prodotti a mano
Challenge si basa sull’operato di artigiani che realizzano i prodotti a mano

Dal ciclocross al gravel

Challenge è da sempre legata al mondo del ciclocross. Tanti campioni hanno gareggiato e vinto utilizzando coperture Challenge. Negli ultimi anni l’azienda ha accompagnato Tom Pidcock in tutti i suoi trionfi, a partire dal titolo iridato ottenuto dal britannico negli under 23 fino alla maglia di campione del mondo elite vinta nel 2022 a Fayetteville.

Da sempre attenta alle evoluzioni del mercato, oggi Challenge ha deciso di entrare in maniera importante anche nel mondo del gravel, una disciplina in costante crescita, e l’ha fatto con una gamma di coperture estremamente performanti.

«Abbiamo deciso di trasferire nel gravel l’esperienza che abbiamo maturato in tutti questi anni nel ciclocross – ci racconta Gianluca Modesti – portando nel gravel lo stesso confort e la stessa affidabilità presente nelle nostre coperture da ciclocross, aumentando la protezione dalle forature. In questo momento stiamo lavorando per ampliare la nostra offerta in questo settore».

Il Natale del ciclocross

Il periodo natalizio è sempre un momento di grande festa per gli appassionati di ciclocross. Si è partiti sabato 21 dicembre con la coppa del mondo a Hulst in Olanda e si arriverà con un calendario fittissimo di appuntamenti fino al 5 gennaio con la prova di Derdemonde. In mezzo altre nove gare di ciclocross, fra coppa del mondo, Exact cross, Superprestige e X2O Trofee. Per chi non può essere in Belgio non resta che mettersi davanti alla TV per godersi lo spettacolo. 

Proprio il ciclocross ci offre lo spunto per parlare del rapporto fra Challenge e gli atleti sponsorizzati. Qui sale simbolicamente in cattedra Gianluca Modesti grazie al suo ruolo di  Coordinatore tecnico e Responsabile delle sponsorship. 

«Per noi è fondamentale il rapporto con gli atleti. I loro feedback sono estremamente importanti in fase di sviluppo del prodotto. Ad alcuni atleti selezionati forniamo in anteprima dei prototipi che vengono utilizzati anche in gara. Nulla è infatti meglio della gara per capire come una copertura risponda alle sollecitazioni. E’ avvenuto così anche per il Flandrien che abbiamo presentato in anteprima in occasione di Eurobike».

Il marchio Challenge è famoso nel ciclocross, quest’anno ha affiancato Thibau Nys in diversi successi
Il marchio Challenge è famoso nel ciclocross, quest’anno ha affiancato Thibau Nys in diversi successi

Tripletta europea

Tra i campioni di ciclocross che utilizzano coperture Challenge, e che l’azienda ritiene essere degli ottimi tester, vanno segnalati Pim Ronhaar, Annemarie Worst e Thibau Nys. Quest’ultimo è stato di recente  protagonista di una storica “tripletta Challenge” ai campionati europei di Pontevedra in Spagna. Nell’occasione Challenge ha accompagnato sul gradino più alto del podio lo stesso Nys nella categoria elite, il belga Jente Michels e la francese Celia Gery, entrambi nella categoria Under 23.

Uno dei nomi più in vista associati a Challenge è quello di Tom Pidcock, campione del mondo di cx nel 2022
Uno dei nomi più in vista associati a Challenge è quello di Tom Pidcock, campione del mondo di cx nel 2022

Presenza alle gare 

Challenge garantisce il suo supporto in gara agli atleti sponsorizzati. Nelle occasioni più importanti è l’azienda stessa ad essere presente in prima persona. Negli altri casi si avvale di collaboratori locali. Fra questi merita di essere citato l’ex crossista Vincent Baestaens, che fornisce il suo supporto tecnico agli atleti in occasione delle gare che si tengono in Belgio e Olanda.

Restando al ciclocross, segnaliamo che Challenge è stata protagonista nel ruolo di sponsor della gara in occasione della prova di coppa del mondo che si è svolta ieri a Besançon in Francia. Come ci hanno raccontato Riccardo Brauns e Gianluca Modesti, il mercato francese è decisamente molto importante per Challenge. A ciò si aggiunge il fatto che da anni la stessa Challenge collabora con la società che organizza la prova transalpina.

La nostra chiacchierata si conclude con gli immancabili auguri per le festività natalizie, ma soprattutto con la convinzione di aver conosciuto meglio un’azienda dal respiro internazionale ma con un cuore molto italiano, un concetto questo emerso molte volte in occasione del nostro incontro.

Challenge

Challenge e Cycled Project donano “stile” al riciclo 

25.07.2024
3 min
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Quando si pensa a Challenge il primo pensiero va immediatamente al ciclocross. Senza andare molto indietro nel tempo, nel 2022 negli Stati Uniti, esattamente a Fayetteville, Thomas Pidcock diventava campione del mondo montando coperture Challenge sulla sua Pinarello. Un sodalizio davvero incredibile quello fra il fuoriclasse britannico e Challenge. Il campione originario di Leeds ha saputo conquistare in carriera la maglia iridata del ciclocross nelle categorie Junior, U23 ed Elite, ed in tutte queste occasioni l’ha fatto montando coperture Challenge.

Luca e Silvio Ponente, fondatori di Cycled Project
Luca e Silvio Ponente, fondatori di Cycled Project

Non solo gare

Challenge ha deciso di recente di non limitarsi alla semplice progettazione e produzione di coperture altamente performanti….e nel caso di Pidcock vincenti. Ha voluto infatti dare nuova vita alle proprie coperture una volta giunte alla naturale conclusione del loro ciclo di vita. Per farlo Challenge ha attivato una collaborazione davvero speciale con Cycled Project, realtà specializzata nella trasformazione di pneumatici riciclati in accessori eleganti ed ecologici.

A creare nel 2014 Cycled Project sono stati due fratelli veneziani, Luca e Silvio Potente, desiderosi di dare vita ad un progetto fondato sulla passione per il ciclismo e sulla ricerca di infiniti modi per dare nuova vita agli pneumatici per bici da corsa. A guidarli un solo credo, come segnalato sul loro sito: l’economia circolare!

La sostenibilità

L’economia circolare è strettamente collegata al tema della sostenibilità, da sempre al centro delle politiche aziendali di Challenge. Ogni fase nella lavorazione di ogni singola copertura è finalizzata a ridurre al minimo l’impatto con l’ambiente, senza però che questo vada minimamente a discapito della qualità del prodotto finale. La riduzione dell’impatto sull’ambiente passa oggi anche attraverso la capacità di trasformare gli pneumatici usati in accessori durevoli e alla moda. Tra questi ci sono cinture eleganti e pratici portachiavi, ciascuno realizzato a mano da Cycled Project con meticolosa attenzione ai dettagli e l’impegno appunto nell’utilizzo di materiali riciclati.

Nelle intenzioni di Challenge e Cycled Project gli accessori creati non solo devono mettere in mostra la durabilità e la qualità dei materiali riciclati degli pneumatici, ma anche incarnare i valori condivisi della loro collaborazione: innovazione, sostenibilità e dedizione a fare una differenza positiva nel mondo.

L’invito che arriva oggi da Challenge e da Cycled Project è quello di regalare o regalarsi un accessorio elegante, e soprattutto sostenibile, che ci accompagni nel nostro tempo libero. E’ possibile vedere gli accessori nati dalla collaborazione con Cycled Project sulla pagina dedicata all’interno del sito internet di Challenge.

Challenge

Thibau Nys: «Il cross è magia, la disciplina più impegnativa»

02.01.2024
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Un’interessante intervista a Thibau Nys, giovane corridore della Lidl-Trek, è stata pubblicata di recente sul canale Youtube di Challenge Tyres, l’azienda che produce gli pneumatici usati dal belga nel ciclocross (in apertura, immagine tfoto.be). Ovviamente fra le domande, alcune riguardano proprio le scelte tecniche del giovane Nys, altre però portano alla luce la sua passione per il cross e un interessante confronto a distanza di tempo con il celebre padre.

La scena si svolge a Baal, in Belgio. Si compone di un muro bianco, davanti al quale è seduto l’atleta della Baloise-Trek, con accanto la sua bici e la maglia iridata U23 conquistata lo scorso anno ai mondiali di Hoogerheide. Da quest’anno Thibau è diventato elite e ha vinto tre gare, fra cui l’apertura di Coppa del mondo a Waterloo, negli USA, e il Koppenbergcross.

A gennaio 2023, Nys si è laureato campione del mondo U23 a Hoogerheide
A gennaio 2023, Nys si è laureato campione del mondo U23 a Hoogerheide
Perché hai scelto il ciclocross?

E’ una domanda abbastanza facile. Sono cresciuto vedendo mio padre Sven correre e andare alle gare ogni fine settimana, per cui per me è diventato una specie di idolo. Era esaltante vedere quanto andasse veloce. E ora che sto correndo le sue stesse gare, trovo che il cross sia la disciplina più impegnativa. Tutto deve essere al posto giusto, al momento giusto, nella posizione giusta. Tutti i dettagli contano. Ed è tutto così necessario, che basta manchi una sola parte perché la gara vada male. Penso che sia questa la bellezza del cross.

Come ti alleni?

Durante la settimana, il grosso del lavoro si fa su strada. Però c’è anche il giorno in cui facciamo un allenamento specifico di gruppo nel bosco. E’ un lavoro ad elevata intensità, tecnico ed esplosivo. Servono rapidità e intelligenza, si fanno passaggi stretti, lavoro a intervalli molto brevi e tratti di corsa e questa è la parte più divertente da fare.

Da quest’anno sei diventato elite.

Penso sia stato un grande salto, soprattutto perché ho vinto le prime due gare, quindi molto meglio di quanto mi aspettassi. C’è una grande differenza nel passaggio fra gli elite, rispetto a quando si passa da junior a U23. Devi essere al 100 per cento per gareggiare con i grandi. Ma se riesci a gestire lo sforzo e ad arrivare in finale e vincere, allora il risultato è una delle emozioni più grandi che si possano provare.

L’intervista fatta a Nys si è svolta a Baal, in Belgio (tfoto.be)
L’intervista fatta a Nys si è svolta a Baal, in Belgio (tfoto.be)
A quale pneumatico Challenge ti potresti paragonare?

Al Limus 30, è il mio preferito. Mi piace utilizzarlo per la maggior parte del tempo. E’ la gomma che mi si addice davvero e si adatta anche al tipo di gare che mi piacciono. Sia sulle superfici super scivolose, ma anche su percorsi duri e veloci. Pressione leggermente più alta e poi posso fare quello che più mi piace.

Fango, erba o sabbia?

Fango, di sicuro.

La giusta pressione o il giusto disegno?

Non è facile, a dire la verità. Diciamo la giusta pressione.

Ostacoli da saltare o da fare con la bici in spalla?

Da saltare.

Pneumatici Grifo o Limus per vincere il Koppenbergcross?

Limus. 

Incollare i tubolari o ripulire la bici dal fango?

Forse non si dovrebbe dire, ma non ho mai incollato le gomme da solo, quindi preferirei pulire la bici.

Prima di una gara dai un bacio alla tua ragazza o bevi un energy drink?

Un bacio alla mia ragazza.

Birra belga o vino italiano?

Non c’è dubbio: vino italiano.

Vacanze al mare o in montagna?

Li farò entrambi dopo la stagione di cross, ma preferisco il mare

Cantare sotto la doccia o ballare davanti allo specchio?

Cantare sotto la doccia.

Bici Trek Boone, ruote Bontrager, pneumatici Challenge: il kit completo (tfoto.be)
Bici Trek Boone, ruote Bontrager, pneumatici Challenge: il kit completo (tfoto.be)
Come avresti fatto per battere tuo padre quando era in attività? Qualche tempo fa dicesti che ti avrebbe preso a calci…

Ho fatto alcune gare molto forti quest’anno e sono sicuro al 100 per cento che lui nella sua miglior condizione avrebbe avuto problemi a battermi, ad esempio nella Coppa del mondo di Waterloo. Il fatto però è che mio padre era costante ad alto livello per tutto l’anno, quindi avrei difficoltà a contrastarlo sempre. Ma sono abbastanza sicuro che qualche volta potrei batterlo.

Pensi di avere quel che serve per raggiungere Van der Poel, Van Aert e Pidcock?

Sono fiducioso al riguardo, ma non quest’anno. Forse nemmeno il prossimo, ma ci arriverò e cercherò di crescere passo dopo passo per sfidarli.

Descriveresti il ciclocross in una sola parola?

Magia.

Perché le gomme Challenge?

Penso che mi offra la migliore gamma di possibilità per ogni tipo di scenario di gara. Puoi davvero personalizzare la scelta in base alle tue preferenze e ai tuoi punti deboli e forti. Penso che questo sia davvero importante. Mi trovo bene con le Limus 30, ma anche con le Grifo. Le usiamo forse per il 60 o 70 per cento dell’intera stagione. Mi danno più di supporto rispetto a quello che farebbero gli altri marchi, sento la differenza. E poi mi piacciono molto le gomme da gravel.

Nys Thibau Sven
Europei juniores di Trento: Thibau Nys con suo padre Sven, grande campione del ciclocross, iridato nel 1997, 1998, 2005 e 2013
Nys Thibau Sven
Europei juniores di Trento: Thibau Nys con suo padre Sven, grande campione del ciclocross, iridato nel 1997, 1998, 2005 e 2013
Come scegli le gomme da usare?

E’ un processo difficile. Si inizia già prima della gara, osservando le bici che arrivano dai giri di prova. Vedendo quanto fango c’è e come si regolano anche gli altri. Poi esci a tua volta sul percorso e fai la tua valutazione. Può capitare che faccia cambiamenti anche 30 minuti prima dell’inizio, in cerca dell’opzione migliore per partire. E a quel punto si può cambiare anche durante la gara, se le condizioni lo richiedono. Sono abbastanza contento di come riusciamo a gestire ogni volta questa scelta.

Quanto è importante avere la giusta pressione?

Davvero tanto. Nella maggior parte dei casi dipende da quanto sia morbido il fondo del percorso, se vuoi affondare un po’ o restare sopra. Se la superficie è dura oppure no. C’è da valutare la larghezza dell’appoggio sul terreno, capire se devi tagliare la crosta superficiale oppure se è meglio galleggiarci sopra. E’ diverso ogni settimana, si cerca sempre di trovare l’equilibrio.

Ultimamente hai alternato gomme da 30 con gomme da 33 millimetri, come mai?

Come ho detto, dipende tutto da come è la superficie. A volte hai bisogno che il 33 provi davvero a galleggiare sulla sabbia o sul fango quando lo strato è molto spesso e pesante per non farti risucchiare completamente. Altre volte è più sottile e scivoloso e ho la sensazione che con il 30 riesco a passarci meglio, magari quando mi infilo in un solco o una sezione fangosa. In quel caso mi dà davvero molta trazione permettendomi di andare più veloce anche in curva.

Sugli ostacoli meglio saltare che scendere e prendere la bici in spalla
Sugli ostacoli meglio saltare che scendere e prendere la bici in spalla
Dove tieni tutte le tue gomme?

La maggior parte delle volte le conserviamo nel deposito delle biciclette o nel camion dove ho tutte le ruote. Dopo averle pulite, le asciughiamo e questo credo sia il miglior consiglio, perché con la giusta manutenzione i tubolari dureranno molto più a lungo.

Un consiglio per un giovane che si avvicina al cross?

Prova semplicemente a trovare la tua strada. Fai le tue cose, non ascoltare e non copiare quello che dice la gente. Puoi imparare dai consigli, ma soprattutto devi ancora capirlo da te. Solo così potrai davvero crescere passo dopo passo e conoscere te stesso, la tua bici, i percorsi. In questo modo farai progressi e affronterai nel modo giusto la tua carriera.

Challenge Strada, scorrevolezza per lunghe distanze

27.03.2023
3 min
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Macinare chilometri su salite, pianure e discese. Farlo in sicurezza e al fianco delle prestazioni non è cosa semplice. Challenge ha come obiettivo quello di fornire al ciclista prodotti che fanno della qualità e affidabilità il proprio cavallo di battaglia. A rappresentare questa mission, quando si parla di bici da corsa, c’è il modello Strada. Questo pneumatico per tutte le condizioni combina un profilo arrotondato che elimina le asperità della pavimentazione ruvida con una costruzione che offre il massimo controllo e una bassa resistenza al rotolamento.

Grip e rotolamento

Pochi millimetri di estrema tecnologia applicata alla strada: questo, in breve, è ciò che rappresentano le coperture Challenge. Tanto sottili quanto importanti, le gomme permettono di modificare il comportamento su strada della bicicletta e le reazioni che essa manifesta in risposta agli input che le arrivano dal ciclista. Lo Strada è la copertura perfetta per le giornate più lunghe. Questo copertone per tutte le condizioni combina un profilo arrotondato che elimina le asperità dell’asfalto con una costruzione che fornisce sicurezza e scorrevolezza.

Il battistrada è spinato con mescola in grado di garantire un mix ottimale tra grip e facilità di rotolamento. Lo Strada è disponibile in più versioni per garantire ogni tipo di caratteristica o abitudine al quale lo sportivo è legato. Dalla praticità del copertoncino, alla performance del tubolare e per finire alla novità dei tubeless ready.

La bassa resistenza al rotolamento è un pregio dovuto alla sua costruzione ingegnerizzata
La bassa resistenza al rotolamento è un pregio dovuto alla sua costruzione ingegnerizzata

Più scelte

Challenge mette sul piatto un vasto ventaglio di scelte in grado di adattarsi ad ogni esigenza del ciclista. A partire dai copertoni fatti a mano che combinano molti attributi per creare i copertoni più comodi e fluidi alle alte velocità. I copertoni fatti a mano hanno una forma che permette alla carcassa di deformarsi naturalmente sulle imperfezioni della superficie e di minimizzare la resistenza al rotolamento.

Disponibile anche in versione vulcanizzata che regala un composto elastico, resistente alle abrasioni e soprattutto alle forze di trazione. Tra le caratteristiche condivise dalle varie versioni c’è il PPS (Puncture Protection Strip) un tessuto speciale posizionato tra il battistrada e la carcassa per aumentare la resistenza alle forature.

Le misure disponibili sono in tre: 25, 27 e 30 mm. Il prezzo consultabile dal sito parte da 42,90 euro. 

Challenge

Pidcock e Ferrand-Prévot: scelta vincente di Challenge

29.11.2022
3 min
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La stagione del ciclocross sta sempre più entrando nella sua fase “calda” con le prove di Coppa del mondo che si succedono quasi ogni weekend e che ci porteranno diritto alla prova iridata di Hooghereide, in programma a inizio febbraio. Tra i protagonisti del circus del ciclocross spiccano sicuramente i nomi di Tom Pidcock e Pauline Ferrand-Prévot.

L’asso britannico e la campionessa francese da quest’anno militano nella stessa formazione, la Ineos Grenadiers. Il team guidato da Sir David Brailsford ha di recente esteso la propria partnership per la disciplina del ciclocross con Challenge Tires a conferma di una collaborazione che ha dato lo scorso anno a entrambe le parti grandi soddisfazioni, a cominciare dal titolo di campione del mondo conquistato a Fayetteville da Pidcock.

Il massimo successo per Challenge e Pidcock è stato il campionato del mondo di ciclocross conquistato dal britannico
Il massimo successo per Challenge e Pidcock è stato il campionato del mondo di ciclocross conquistato dal britannico

Un motto vincente

In casa Challenge esiste un motto che guida quotidianamente il lavoro di progettazione e sviluppo di ogni singolo prodotto: “le gomme vincono le gare”. Una conferma a questo motto arriva sicuramente dallo stesso Pidcock. Il campione britannico è da sempre un grande estimatore degli pneumatici Challenge, avendoli utilizzati nel corso di tutta la sua carriera nel ciclocross. Anche grazie alla qualità dei prodotti Challenge Pidcock ha conquistato il titolo di Campione del Mondo nelle categorie Junior, U23 ed Elite. Qualcosa di davvero straordinario.

«Nelle corse – ha dichiarato Pidcock – devi avere pneumatici di cui ti puoi fidare perché ti aiutano a continuare a spingere oltre i tuoi limiti, avendo il grip di cui hai bisogno in tutte le condizioni».

Con i prodotti Challenge Pidcock ha vinto su tutti i terreni delle gare di ciclocross
Con i prodotti Challenge Pidcock ha vinto su tutti i terreni delle gare di ciclocross

Arriva Pauline

Come dicevamo all’inizio, quest’anno il team Ineos Grenadiers si è arricchito di una nuova stella. Si tratta di Pauline Ferrand-Prévot. Per quei pochi che non la conoscono, basta consultare Wilkipedia dove viene presentata come “atleta multidisciplinare, nel 2014 si è laureata campionessa del mondo in linea su strada, mentre nel 2015 ha vinto il titolo mondiale di ciclocross e quello di cross country, diventando così la prima atleta della storia a detenere il titolo mondiale Elite nelle tre specialità. Nel 2019, nel 2020 e nel 2022 ha vinto nuovamente il titolo mondiale di cross country, nel 2019 e nel 2022 ha vinto il titolo mondiale di marathon, e nel 2022 ha vinto anche i titoli mondiali di cross country short track e di gravel, arrivando dunque a detenere, a fine 2022, quattro maglie iridate in altrettante specialità”.

Pauline Ferrand-Prevot è l’ultimo acquisto del team Ineos
Ferrand-Prevot, Challenge, ciclocross, francia

Sviluppo continuo

Challenge Tires e Ineos Grenadiers sono oggi accumunate da un obiettivo comune: il miglioramento continuo dei prodotti a disposizione del team per quel che concerne il ciclocross. L’innesto nella squadra di una fuoriclasse come Ferrand-Prévot non fa altro che confermare come la Ineos Grenadiers voglia crescere sempre più nel settore del fuoristrada.

Concludiamo con il pensiero dell’Athletes Manager di Challenge Tires: «E’ stato fantastico seguire Tom Pidcock dall’inizio della sua carriera e siamo lieti di continuare la nostra collaborazione con il team e di contribuire al loro successo. L’ingresso di Pauline nel team è un’aggiunta gradita e aumenta ulteriormente il nostro livello grazie all’opportunità di lavorare con atleti così talentuosi».

Challenge

Challenge Criterium RS, la gomma che cambia la prospettiva

26.08.2022
5 min
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Challenge Tires lancia l’ultimo pneumatico tubeless e compatibile hookless con la carcassa in cotone: il Criterium RS. Il suo scheletro è da 350 Tpi (fili per pollice quadrato), tantissimi, per una gomma leggera e confortevole.

C’è anche una nuova mescola, la SmartPrime, categorizzata come la più scorrevole del mercato. Il design del battistrada mette insieme una sezione centrale liscia, con dei bordi puntinati e a loro volta differenti nel disegno. Li abbiamo provati.

Il battistrada laterale che presenta un puntinato che varia di forma
Il battistrada laterale che presenta un puntinato che varia di forma

Challenge, gomme fatte a mano

Le coperture possono ancora fare la differenza nell’economia prestazionale della bicicletta? La risposta è sì e le gomme Challenge non solo in ambito del ciclocross. Sono costruite a mano, hanno la carcassa in cotone e quest’ultima mostra diverse peculiarità. Ognuna ha un compito ben preciso, ma nell’insieme danno forma ad uno pneumatico di altissima gamma, dalle performances al di sopra della media e non comuni alle gomme con la carcassa in nylon.

Sono tubeless ready e grazie al tallone rinforzato sono compatibili con i cerchi hookless. Due le sezioni disponibili: 25 e 27 millimetri, con un prezzo di listino di 84,90 euro.

Challenge Criterium RS da 27 millimetri
Challenge Criterium RS da 27 millimetri

Tanti dettagli in un sola gomma

Il Criterium RS non è solo un tubeless ready fatto a mano con la carcassa in cotone. Il Challenge Criterium RS ha il tallone rinforzato, per contrastare la grande morbidezza e pastosità che comporta la struttura in cotone. Lo strato nero di rinforzo ha anche l’obiettivo di essere un riferimento in fase di montaggio, per il perfetto allineamento dello pneumatico al cerchio.

Inoltre, per rendere impermeabile la struttura interna, la copertura ha uno strato di lattice (la parete bianca all’interno) che funge da… ombrello e da membrana, proteggendo il cotone dal liquido anti-foratura.

Tra la carcassa e il battistrada è stato inserito uno strato PPSganzo in multicomponente elastico. E’ un’aggiunta che protegge dagli agenti esterni. E’ flessibile e si adatta alle forme della gomma; influisce in minima parte sul valore alla bilancia della copertura.

Infine la mescola SmartPrime, pastosa e compatta al tempo stesso. E’ elastica al tatto, tanto che le unghie sembrano affondare quando si applica una pressione minima. Eppure ha una scorrevolezza da primato, aspetto della performance che trova conferme una volta che lo pneumatico è portato in strada. Il design del battistrada è differenziato tra la parte centrale ed i bordi.

Le nostre considerazioni

Utilizzando un paragone motociclistico, la Challenge Criterium RS è “una gomma da tempo”, lo è per la qualità del grip e per l’affidabilità che mostra, ma per fortuna non lo è in fatto di longevità. Questo pneumatico, pur essendo parecchio morbido, elastico e pastoso, quasi malleabile, dimostra anche delle buone doti di resistenza ai chilometri, ma comunque non è un prodotto sviluppato per l’utilizzo in allenamento.

La sua caratteristica principale è la capacità di smorzare le imperfezioni dell’asfalto e la sua morbidezza, peculiarità non comuni, ma che non devono trarre in inganno quando si gonfiano le gomme. Rispetto ad uno pneumatico “sintetico” e a parità di ruota, il Challenge va gonfiato ai medesimi Psi (magari con un range di 0,5 +/-). Deve essere l’utilizzatore in grado di sfruttare le doti elastiche della carcassa in fibra naturale.

Al centro, dove c’è il battistrada slick, è più compatto e sostenuto, mentre ai lati sembra lavorare costantemente quando si è in piega. Lavora e si adatta, invita a spingere verso la corda e in un certo senso a tenere una traiettoria tesa e veloce nel modo più naturale possibile.

Il Challenge Criterium RS, noi abbiamo provato la sezione da 27 millimetri e lo abbiamo utilizzato su ruote dal profilo medio con il canale interno da 21, è uno pneumatico che richiede un po’ di pazienza nelle fasi di montaggio e tallonatura. Ha bisogno di essere gonfiato e sgonfiato con più passaggi consecutivi, in modo che il tallone aderisca in modo “perfetto” al cerchio, hookless oppure standard. Al pari di questo è necessario usare il lattice in modo adeguato e far si che quest’ultimo abbia il tempo di spalmarsi lungo tutta la parete interna. Possono essere necessarie anche oltre 24 ore per far sì che lo pneumatico mantenga la pressione desiderata/adeguata.

Si possono usare con la camera d’aria? Certamente, uno dei vantaggi di uno pneumatico tubeless ready è anche quello di sfruttare al meglio il prodotto con la camera e senza tribolare in modo eccessivo (rispetto ad un tubeless tradizionale).

Lo shape tondo del Criterium RS
Lo shape tondo del Criterium RS

In conclusione

Challenge Criterium RS è uno pneumatico da competizione ed è dedicato agli amanti del tubeless pastoso e morbido, accostabile ai tubolari di cotone di alta gamma. Per chi è abituato a questa tipologia di prodotti, al loro comportamento e alla versatilità che dimostrano, è difficile trovare di meglio.

Per chi passa da una gomma totalmente sintetica ad una Challenge, le risposte ottimali possono arrivare dopo qualche ora di utilizzo. E’ necessario capire come lo pneumatico si adatta alla ruota e allo stile di guida, ma anche a come copia il terreno, ma dopo questa fase di approccio sarà difficile farne a meno.

Challenge Strada Bianca: scorrevolezza sull’asfalto e oltre

05.04.2022
3 min
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Challenge presenta Strada Bianca, il nuovo pneumatico ideato per aggredire ogni tipo di fuoristrada. Ideale quindi per il gravel, questo prodotto regala una scorrevolezza ottimale e un vero e proprio supporto su ogni terreno senza rinunciare a prestazioni elevate. Comfort e maneggevolezza sono garantiti inoltre dalla costruzione artigianale combinata con l’utilizzo della tecnologia di produzione dell’azienda italiana. 

Challenge ha progettato questa copertura per essere versatile su ogni tipo di superficie
Challenge ha progettato questa copertura per essere versatile su ogni tipo di superficie

Senza limiti

Lo pneumatico Strada Bianca è ideale per la competizione senza limiti di scorrevolezza. Il battistrada intagliato non ha una tassellatura eccessivamente esposta favorendone così il rotolamento. Ispirato alla costruzione del modello Paris-Roubaix è stato pensato per essere ancora più confortevole su strade sconnesse. Un ulteriore valore aggiunto è la costruzione fatta a mano che offre il massimo in termini di trazione e qualità di guida.

Nella versione Tubeless la casa produttrice consiglia l’utilizzo del sigillante Smart Tubeless appositamente concepito per proteggere le proprietà naturali della mescola e garantire una protezione ottimale dalle forature.

Il disegno del battistrada è si determinante per il grip, ma comunque scorrevole
Il disegno del battistrada è si determinante per il grip, ma comunque scorrevole

Tecnologie utilizzate

Il PPS Ganzo dona una protezione ulteriore contro le forature grazie al tessuto multicomponente. La corazza Armor è ideata per il gravel e sfrutta il materiale SuperPoly 260TPI a doppio strato per resistenza e sicurezza. Nella zona del tallone, lungo la carcassa, è posizionata una striscia antisfregamento che prolunga la vita dello pneumatico e ne rinforza la struttura. Il tutto con un peso contenuto di 295 grammi

Il design con la spalla marrone lo rende senza tempo e riconoscibile
Il design con la spalla marrone lo rende senza tempo e riconoscibile

Versioni e prezzo

Challenge per questo pneumatico propone una gamma completa di dimensioni: 700×30 / 30-622, 700×33 / 33-622, 700×36 / 36-622, 700×40 / 40-622. Selezionabili anche in Tubeless Tubolare (H-TLTU), Tubeless Ready (H-TLR) e per copertoncino (H-CL). Il prezzo al dettaglio parte da 65,90 euro. 

Challenge