Cervélo R5, una delle bici più vincenti (di sempre)

27.12.2023
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La Cervélo R5 è una delle bici da scalatore per antonomasia, lo è per l'impatto estetico e lo è per le performances che mette su strada. Eppure è un mezzo che mostra un equilibrio ottimo in diverse situazioni, facile da guidare anche quando si decide di andare a spasso

Cervélo R5, la quarta generazione di una bici che vince da sempre. Cosa si può raccontare di un mezzo che ha contribuito alla vittoria nei tre grandi giri e in alcune tra le frazioni più impegnative?

In realtà c’è molto da spiegare, perché ancora una volta la R5 è diversa da tutte le altre bici specifiche per la salita. Lo è per le quote geometriche, lo è grazie ad ogni comparto che mostra delle asimmetrie non comuni, ma lo è anche per quello che esprime nelle discese tecniche. Andiamo a snocciolare la nostra prova.

Una stabilità non comune in discesa
Una stabilità non comune in discesa

Per il test una taglia 54

Una bicicletta poco “upgradabile” e che va bene così come è, come direbbe uno… smanettone della bicicletta. Lo è per tutto quello che concerne l’allestimento (da sogno), lo è anche in fatto di prestazioni, sottolineando il fatto che si tratta di un prodotto con la vocazione alla salita, percorsi duri e tecnici.

Telaio e forcella Cervélo R5, così come Cervélo sono anche l’attacco manubrio e la piega (entrambi in carbonio). La seconda ha un profilo alare nella sezione superiore, comodo ed efficace anche quando si sfrutta la “posizione da salita” per lunghi periodi. Inoltre ha una buona ergonomia della curvatura, una sorta di compact ampiamente sfruttabile quando ci si spinge ad una presa ribassata. Fa parte del pacchetto anche il reggisella (full carbon, tranne il morsetto di chiusura), con una forma a D molto pronunciata. Tornando invece al telaio, questo ha la scatola centrale BBRight, con una larghezza di 73 millimetri. Con il passare degli anni Cervélo ha mantenuto questa soluzione, capace di garantire grande rigidità del comparto e di sostenere le diverse parti asimmetriche.

Il piantone ha una forma che cambia completamente nel suo percorso, rotonda in alto e quasi squadrata nella zona bassa di innesto. Diversi, l’uno dall’altro anche i foderi del carro, non solo per design, ma anche in fatto di volumi. Un’asimmetria appena pronunciata si nota anche nella forcella.

La trasmissione è Shimano Dura Ace (52-36 e 11-30), la sella è di Selle Italia, versione Flite Boost Superflow Kit carbonio. Molto interessante il comparto ruote, con le Reserve 34/37, assemblate con i mozzi DT Swiss 240 con disegno Spline. I cerchi sono in carbonio, hanno il profilo differenziato tra avantreno e retrotreno, ma è diversa anche la larghezza del canale interno: rispettivamente 23 e 22 millimetri. Non solo, le ruote Reserve sono tra le pochissime (con tutta probabilità le uniche) a fornire il dato ERD (visibile sul cerchio). Questa misura identifica le due estremità (da nipplo a nipplo) del cerchio.

Il valore alla bilancia di questa fuoriserie è di 6,84 chilogrammi (senza pedali), per un prezzo di listino di 12.499 euro.

La differenza in discesa

E’ come andare in un binario. In salita la differenza viene fatta dalla combinazione tra le gambe del ciclista ed il mezzo meccanico. In discesa il gap si apre grazie al manico (e al pelo sullo stomaco) che però deve trovare un giusto riscontro con la stabilità della bici. Precisa e stabile, ma anche veloce, facile e con una precisione che lascia di stucco.

Cervélo R5 è anche questo e non è banale per una bici tanto leggera. A volte capita che il peso ridotto si tramuti in vibrazioni e imprecisione alle velocità elevate, qui invece non c’è nulla di negativo, anche quando il tachimetro raggiunge valori importanti.

A suo modo, è comoda

Una sorta di comfort arriva dalla geometria. Non è troppo bassa, non è troppo alta sull’anteriore, tant’è vero che lo stack (taglia per taglia) è un compromesso ottimale, così come lo è la lunghezza dell’orizzontale.

Gli angoli, dello sterzo e del piantone, entrambi a 73°, aiutano a questa “sensazione di equilibrio” costante. Non si è mai troppo “tirati” in sella, anche dopo diverse ore di attività e soprattutto quello del seat-tube permette di scaricare bene il peso verso la ruota posteriore, lasciando l’articolazione dell’anca aperta e scarica. La geometria fa la differenza.

Leggera e scorrevole in salita
Leggera e scorrevole in salita

In conclusione

La Cervélo R5 mette insieme e mescola in modo eccellente i tre aspetti tecnici più ricercati per le bici votate alla salita. Leggerezza e comfort, ma anche quel rapporto tra rigidità e peso. Non di rado il primo ed il terzo sopprimono il secondo, lo mascherano e lo nascondono per via di una geometria estremizzata, in questo caso invece, proprio la geometria tende ad amplificare la bontà delle tre differenti sfaccettature.

Una R5 non metterà mai in crisi chi la guida, non risulterà mai una bici prepotente e troppo “pepata”. Può essere veloce (non come la S5), ma anche tranquilla durante le sgambate di scarico.

Cervélo

Cervélo Soloist, la nuova generazione pronta a stupire

13.09.2022
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La Soloist ha letteralmente segnato un’epoca per quanto riguarda il design della bicicletta da strada. All’alba del nuovo millennio in gruppo, in particolare in forza team CSC, le linee di questo telaio hanno rivoluzionato il modo di intendere i profili estetici e strutturali delle sezioni dei tubi. Cervélo quest’oggi la rilancia sul mercato dopo circa due decadi di evoluzioni tecnologiche, con un’anima totalmente differente e rinnovata. 

La nuova generazione è pronta a riconquistare gli appassionati. Non è più un prodotto per soli professionisti, la nuova Soloist è stata progettata per corridori e ciclisti amatoriali che si allenano ogni settimana. Una bici che fa dell’equilibrio la sua caratteristica trainante, più leggera della S5, molto più aerodinamica della R5

Il miglior compromesso

Questo tipo di compromesso, è la ricetta migliore tra gli ingredienti a disposizione della gamma Cervélo. L’S5 è stata pensata per raccogliere il massimo in termini di scorrevolezza e negli sprint. L’R5 invece è la punta di diamante quando la strada inizia a salire. Bici al top studiate per performance ai massimi livelli e situazioni molto stressanti, alle volte a discapito anche del comfort

Nella passione vissuta tutti i giorni dai ciclisti amanti di questo sport una bici che accomuna tutte queste caratteristiche all’insegna dell’equilibrio è quello che più serve. La Soloist è stata pensata partendo proprio da questo concetto ed è pronta ad essere aerodinamica e leggera. Un mezzo che fa dell’affidabilità il suo cavallo di battaglia affiancato da una versatilità costante

Design da gara

Le linee sono eleganti ma allo stesso tempo aggressive. Per quanto riguarda la geometria di guida è stata presa direttamente in prestito dalla R5. Il motivo sono i suoi pregi: l’equilibrio, la sua stabilità e la precisione. La Soloist è nata nei primi anni Duemila e dopo circa otto anni ha abbandonato il palcoscenico per dare spazio a nuovi modelli. Oggi beneficia di un paio di decenni di perfezionamento in una volta sola, facendosi trovare subito pronta per le moderne competizioni.

La forcella è notevolmente simile a quella della Caledonia, così come il profilo aerodinamico troncato del tubo obliquo. Il tubo orizzontale si presenta quasi del tutto parallelo al terreno, aspetto non sempre scontato. Cervélo ha nuovamente utilizzato le nuove regole UCI per incorporare un mini triangolo di compensazione nella giunzione tra tubo orizzontale e tubo sella, creando un leggero miglioramento dell’efficienza aerodinamica. I foderi verticali sono ribassati com’è consuetudine vedere su telai rivolti alla scorrevolezza.

Aerodinamica e scorrevole

L’estetica pulita la proietta nell’alta gamma, facendola però rimanere alla portata di tutti grazie ad alcune trovate ingegneristiche. Il passaggio dei cavi è all’interno del telaio per motivi di aerodinamica, ma non passa attraverso l’attacco manubrio. E’ stato sviluppato un sistema proprietario che fa passare i cavi sotto l’attacco manubrio attraverso il tappo del cuscinetto. Grazie a questa soluzione non sarà più necessario intervenire sull’impianto frenante ogni qualvolta si voglia cambiare l’attacco manubrio o apportare modifiche alla posizione. 

I profili delle sezioni sono assottigliati e rivolti ad una penetrazione dell’aria decisa ma non estremizzata. Il suo focus non è convogliare la sua dinamica in una sola direzione bensì risultare il mezzo migliore per qualsiasi situazione senza sbilanciamenti.

Caratteristiche tecniche

La Soloist è una bici nata per essere versatile, che possa essere allestita sia con cambio meccanico che elettronico, pronta a soddisfare tutte le esigenze derivate anche dall’affidabilità. Il ciclista moderno vuole infatti un mezzo in grado di sopportare l’utilizzo quotidiano e lo stress delle strade extraurbane e cittadine. Caratteristiche tecniche a cui i progettisti di Cervélo non si sono sottratti per la realizzazione di questo nuovo concetto di bici. 

Analizzando i montaggi della Soloist, si può notare il movimento centrale BBrighT-47, apparso per la prima volta sul modello R5-CX, ideale per chi percorre molti chilometri ma non ha un meccanico professionista che controlla la bici ogni giorno. La sostituzione del movimento centrale infatti è facile e contribuisce a prolungare la vita del telaio. L’alloggio per gli pneumatici arriva fino a 34mm e ruote larghe quanto basta per poterli sostenere. Gli allestimenti della Soloist sono sei: Ultegra DI2, Ultegra, 105 DI2, 105, Force eTap AXS e Rival eTap AXS. Mentre i colori disponibili sono tre: Embers, Gold Dust e Alpenglow.

Cervélo

Bouwman, il re degli scalatori più amato dai meccanici

31.05.2022
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L’Italia porta bene a Koen Bouwman, vincitore di due tappe e della maglia degli scalatori al Giro d’Italia. Se è vero che la prima vittoria da professionista l’ha ottenuta al Delfinato nel 2017, i più attenti lo ricordano trionfatore sul Gran San Bernardo al Val d’Aosta del 2015, in maglia SEG Racing Academy, davanti a Frankiny e Bagioli.

Un metro e 78 per 60 chili, Bouwman è nato il 2 dicembre 1993 a Ulft, nella regione del Gelderland. Sorride sempre e va forte in salita. Nei giorni del Giro, è sempre parso di buon umore. I colleghi olandesi raccontano che la sua crescita sia stata graduale fino alla vittoria al Val d’Aosta e poi le cose siano diventate più veloci. A quel punto sono scattate le offerte, ma Koen le ha rifiutate, scegliendo lo stage con la Jumbo Visma. E dopo il Tour of Britain del 2015 ha firmato per due anni.

Sfinito dopo la vittoria di Potenza, cinque anni dopo la vittoria al Delfinato 2017
Sfinito dopo la vittoria di Potenza, cinque anni dopo la vittoria al Delfinato 2017

Il Giro è per sempre

L’ultimo Giro è stato il quinto nella sua carriera di gregario, in compenso il palmares parla di alcuni interessanti piazzamenti fra la Coppi e Bartali e il Tour of the Alps del 2018.

«Sebbene non mi capiti spesso di partire nelle corse italiane – racconta – mi trovo sempre bene. Il Giro mi piace sempre molto, non è frenetico dal punto di vista mediatico. Non come il Tour in cui devi parlare con qualcuno ogni giorno, anche se non l’ho mai corso. Ogni tanto ne parlo con Jos van Emden e lui mi dice sempre che nella carriera devi fare il Tour una volta e poi il Giro per il resto del tempo».

Partenza da Marano Lagunare, nel giorno della vittoria in Friuli: power meter a posto
Partenza da Marano Lagunare, nel giorno della vittoria in Friuli: power meter a posto

Stupore a Potenza

Dopo la tappa di Potenza, nessuno si è lasciato andare a troppe celebrazioni. Erano al Giro per supportare Dumoulin e il fatto che Bouwman fosse arrivato al traguardo assieme al suo capitano, è parso un abile gioco di squadra. La seconda vittoria del gregario, cinque anni dopo la prima.

«E’ stata incredibile – dice – quanto la mia prima grande vittoria nel Delfinato. E’ stata una giornata dura, alla fine ci siamo ritrovati in quattro e fortunatamente noi eravamo due della stessa squadra. Tom ha fatto un lavoro fantastico per me negli ultimi due chilometri e io mi sono sentito bene tutto il giorno. Mi era rimasta così tanta forza che a 40 metri dalla fine ho guardato indietro e ho visto che grande buco si fosse formato».

Imbarazzo in Friuli

Dopo la vittoria al Santuario di Castelmonte invece, trattenendo a stento felicità e stupore, ha ribadito di essere sempre lo stesso e che per nulla al mondo i risultati del Giro lo allontaneranno dal suo essere gregario.

«Metà di quella vittoria è di Affini – racconta con un filo di imbarazzo – se non avesse tirato lui, ci avrebbero ripreso. Quanto a me, resto un gregario, non saranno queste due tappe vinte a farmi cambiare mentalità e pretese. Semmai avrò più spazio quando non dovrò lavorare per i capitani. La cosa più bella è stato vedere che i più grandi del gruppo siano venuti a congratularsi con me. Ma rimarrò il Koen di sempre. Il Giro è andato oltre le mie aspettative, non dimenticherò mai queste tre settimane. Jan Boven (ex pro’ e ora coach della Jumbo Visma, ndr) si è seduto dietro di me in macchina e mi ha detto di tenere i piedi per terra».

Una Cervélo R5 di serie

Un altro capitolo per il quale Bouwen è estremamente alla mano è la bicicletta. I meccanici testimoniano che non ha mai richieste anomale o particolari. Per il Giro Bouwman ha usato la R5 Cervélo, il cui telaio ferma l’ago della bilancia a 703 grammi. Si tratta della bici più leggera in uso alla Jumbo Visma. Rispetto alla versione precedente, è più light anche la forcella, per un peso complessivo di telaio e forcella poco superiore ai 1.000 grammi. Pesano meno (circa 12 grammi) anche manubrio e attacco, mentre il reggisella è di 20 grammi più leggero.

«La mia bici ideale – dice – deve essere una all road, cioè deve andare bene su tutti i terreni che si trovano in corsa e in allenamento. La voglio rigida e leggera, alla fine una bici standard della nostra dotazione. Non chiedo regolazioni particolari, rispetto al gruppo Shimano di serie. Solo in alcune tappe chiedo di avere un plateau più grande e in montagna una cassetta con pignoni più agili. Nella tappa del Santuario di Castelmonte ho usato il 36×34».

Bouwman fa doppietta al Santuario di Castelmonte e consolida la maglia dei Gpm
Bouwman fa doppietta al Santuario di Castelmonte e consolida la maglia dei Gpm

La bici ha ovviamente i freni a disco e il manubrio non integrato, dato in dotazione agli scalatori: «Non ho avuto problemi – spiega – passando ai freni a disco. Puoi staccare dopo e mi ha aiutato il fatto di averli sulla bici da cross e la mountain bike. Quanto al manubrio, uso questo perché me lo hanno dato (scoppia a ridere: il lusso di scegliere spetta ancora ai capitani, ndr). E’ leggero, per me va bene così».

Bouwman non sa ancora se correrà la Vuelta, per ora è previsto come riserva, ma c’è di mezzo tutta l’estate per venirne a capo. La sua prossima corsa sarà per certo il Giro di Svizzera, in cui potrebbe giocare le sue carte, dato che Roglic e il gruppo Tour andranno a rodarsi sulle strade del Delfinato. E chissà che il trend positivo del Giro non valichi le Alpi e gli permetta di lasciare il segno anche di là…

Marianne Vos, una Cervélo R5 per la Strade Bianche

05.03.2022
4 min
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La giornata del venerdì è frenetica, perché gli atleti provano una parte del tracciato e i tratti più significativi dello sterrato e i meccanici rimettono mano ai mezzi alla luce delle loro indicazioni. Siamo riusciti ad accedere al parco chiuso della corazzata Jumbo-Visma (cosa per nulla scontata) e abbiamo sbirciato il setting della Cervélo R5 che oggi Marianne Vos utilizzerà nella Strade Bianche.

Marianne Vos, una professionista meticolosa in tutto
Marianne Vos, una professionista meticolosa in tutto

Tubeless e ruote nere da 38

Non solo Marianne Vos, ma tutte le ragazze Jumbo-Visma hanno fatto montare dai meccanici i tubeless con la sezione da 28. Il modello di pneumatico è il Vittoria Graphene 2.0. I meccanici del team ci hanno detto che la pressione in occasione della gara varierà in base al peso dell’atleta e comunque compresa tra le 4,5 e 5 atmosfere, con lattice all’interno della gomma. Le ruote sono una sorta di “nobrand”. Sul cerchio compare una decal RESERVE e/o TEAMJUMBO e ricordano quanto già si vide al Tour 2021. I cerchi sono carbonio da 38 millimetri, nipples esterni e raggiature in acciaio con incroci in seconda. I mozzi hanno tutta l’aria di essere dei DTSwiss su base Spline.

Trasmissione mix Shimano

La trasmissione è a 11 rapporti con due corone per l’anteriore ed è Di2. I pignoni sono Ultegra 11-32, mentre il doppio plateau è 53-39 Dura Ace, “vecchia versione”. Le pedivelle sono da 170. Il bilanciare posteriore è Ultegra, per supportare il pignone da 32 denti. Gli shifters sono Dura Ace, come pure il deragliatore e i pedali.

Manubrio da 38

La piega è una FSA serie SL-K in carbonio da 38 centimetri di larghezza, con i manettini Shimano ruotati verso l’interno. Lo stem è sempre FSA da 100 millimetri di lunghezza, in battuta sullo sterzo e compatibile con le serie sterzo ACR. Questa soluzione permette di integrare completamente il passaggio di cavi e guaine, senza il rischio di strozzature e fermi per lo sterzo in fase di rotazione. La sella è la nuova Fizik Vento Argo 00. Il seat-post è quello full carbon di Cervélo.

La lubrificazione, curata e particolare
La lubrificazione, curata e particolare

Gli ultimi ritocchi

La Vos ha passato alcuni minuti al fianco del proprio meccanico e accanto alla bicicletta. Successivamente è stato sostituito il disco anteriore del freno, che rimane con un diametro da 160 millimetri, mentre sul posteriore è da 140. Tutta la viteria è stata ricontrollata con la chiave dinamometrica e sulle parti rotanti (catena compresa) sono stati applicati tre differenti tipologie di lubrificante, con differenti tempistiche e di viscosità diverse.

Cervélo R5: più che un restyling, un cambio di pelle

28.09.2021
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Cervélo svela la nuova R5 e non tradisce le attese con un concentrato di velocità, leggerezza e agilità. Arrivata alla 4° generazione, la R5 si scrolla di dosso ancora qualche grammo e pulisce le sue linee migliorando anche sotto l’aspetto aerodinamico. Gli ingegneri hanno studiato a fondo una soluzione per eliminare i difetti di rigidità eccessiva che lamentavano i pro’/utilizzatori nel lungo periodo, a confermare il raggiungimento del loro obbiettivo c’è stata la vittoria di Primoz Roglic alla Vuelta 2021 con questa versione. Peso e rigidità sono migliorati nel corso degli anni, mentre la maneggevolezza, l’equilibrio e l’ineguagliabile agilità in discesa sono stati costanti fin dal suo primo giorno di vita. Disponibile da oggi sul mercato è ora alla portata di tutti per chi vuole acquistare il mezzo che ha permesso al team Jumbo-Visma di conquistare i successi in questo 2021. 

Leggerezza 

Il mantra della Cervélo R5 è sempre stato “arrivare in cima… il più velocemente possibile” e con questo modello si può affermare che si sia avvicinata alla massima espressione. Il nuovo telaio ferma l’ago della bilancia a 703 grammi, registrando una differenza dal precedente di ben 130 grammi, che si traduce in un 16% in meno. Anche la forcella si è alleggerita, questa del 7%, portando il peso complessivo appena sopra il chilogrammo. Per rispettare i 6,8 chili imposti dai regolamenti UCI, ci sono stati importanti riduzioni di peso anche sulla componentistica di allestimento. Manubrio e attacco ora pesano 12 grammi in meno, il reggisella è 20 grammi più leggero.

La silhouette rimane da top model, i contenuti sono al vertice
La silhouette rimane da top model, i contenuti sono al vertice

Aerodinamica

Inizialmente l’aerodinamica non era uno degli obbietti previsti per la R5. Prendendo spunto dai pregi dei modelli S5 e P5, i progettisti hanno deciso di portare i cavi all’interno del manubrio e del telaio. Con una linea pulita sull’avantreno il risultato ottenuto è un risparmio di -25 grammi di drag (l’insieme di forze che in aerodinamica indicano la resistenza all’avanzamento). A questo si aggiunge l’introduzione del del nuovo manubrio HB13 e dell’attacco ST31 che hanno permesso di avere una totale pulizia del cockpit.

Risoluzione dei problemi

La generazione precedente a questa R5 aveva fatto della rigidità il suo cavallo di battaglia, purtroppo la sua propensione alle scalate era venuta a scapito di un po’ di… stridore osseo. Un problema riscontrato principalmente dai team WorldTour, che avevano evidenziato come la bicicletta tendesse a diventare più “faticosa” con il passare delle settimane durante le grandi corse a tappe. Problema alle spalle con questa nuova versione, grazie anche al supporto di un collaudatore d’eccezione come Tom Dumoulin.

L’olandese ha saputo apprezzare le migliorie su questa versione che ha definito «fantastica», in quanto lui utilizzava la versione in uso al team Sunweb. La formula magica trovata dagli ingegneri è stata il rapporto specifico tra il tubo dello sterzo e la rigidità del movimento centrale, in grado di migliorare la qualità di marcia. Concetto mai applicato alla R5, essendo appunto un progetto focalizzato sulla rigidità. 

Roglic l’ha portata in trionfo sul podio finale della Vuelta 2021
Roglic l’ha portata in trionfo sul podio finale della Vuelta 2021

Allestimento e prezzi

La nuova Cervélo R5 è disponibile in più versioni che si differenziano per allestimento e colore. Le caratteristiche comuni ai modelli sono: copertoni Vittoria Corsa TLR G2.0 25c (max 34 mm), sella Prologo Scratch M5 PAS TiRox e ruote New Reserve 34/37 mm Center-Lock, Tubeless Ready. Gli allestimenti e i prezzi sono 4: R5 Red eTap AXS a 12.699 euro. R5 Dura Ace Di2 a 12.699 euro. R5 Force eTap AXS a 8.799 euro. Infine R5 Ultegra Di2 a 8.999 euro. 

cervelo.com