Montichiari: interessante incontro con il mondo Bmx

28.02.2021
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La nazionale di Bmx sulla pista di Montichiari: benvenuti in una stanza un po’ particolare. Il fatto è che se ne era parlato così tanto (ragionando del settore velocità), che la tentazione di seguirli è stata troppo forte. Cosa ci fanno questi ragazzi, abituati al manubrio alto e le ruote tassellate, sul parquet di Montichiari?

L’occhio di Villa

Scherzando, ma fino a un certo punto, nei giorni scorsi il cittì della pista Marco Villa aveva fatto notare un dettaglio nulla affatto trascurabile.

«Quando partono da fermi – aveva detto – scaricano così tanta forza, che la bici sgomma. I nostri non lo hanno mai fatto. Andate a vedere, ci sono i segni di gomma sulla riga. Poi però calano, gli manca la resistenza…».

Il dato sulla potenza è estremamente interessante, perché i ragazzi partivano con il 54×14-15 e i segni sul legno c’erano davvero.

Le istruzioni di Lupi: tre giri per lanciarsi e poi un giro a tutta
Le istruzioni di Lupi: tre giri per lanciarsi e poi un giro a tutta

Centro Studi e Bmx

L’idea di venire in pista per fare qualche allenamento diverso dal solito è stata concepita a sei mani dal cittì azzurro Tommaso Lupi, Marco Compri e Diego Bragato del Centro Studi Federale. La sessione di febbraio è stata la terza, con feedback interessanti da arte degli atleti. Chiaramente, vista la tipologia delle loro gare, i ragazzi non hanno allenato minimamente le qualità di endurance e hanno lasciato che la Fci entrasse nella loro preparazione. 

«A qualcuno sono venute delle perplessità – spiega Lupi – qualche problema di preparazione, ma comunque hanno lasciato una finestra aperta. Le nostre gare durano 30-35 secondi a tutta, quindi esplosività e tanta tecnica. Per questo la preparazione è improntata sui lavori di forza. Rispetto ai ragazzi che fanno velocità in pista, uno della Bmx è molto più avanti per quel che riguarda l’approccio al lavoro. Andare in palestra 2-3 volte a settimana è normale e persino uno stimolo. Un elite ha un picco di 2.300 watt e di solito si corre con rapporti che sviluppano 4,3 metri, con una cadenza di 150 pedalate raggiunta in 30-40 metri».

Marco Compri, Diego Bragato, Tommaso Lupi: staff tecnico a confronto
Compri, Bragato, Lupi: staff tecnico a confronto

Velocisti di fatto, insomma, sia pure sulla Bmx. I ragazzi di Lupi occupavano il lato sinistro del velodromo. Cappello in testa, musica di tanti bassi e i pugni a ruotare in alto per scandire il tempo. Una mezza discoteca nel tempio del ciclismo silenzioso.

Come si allena in pista un atleta della Bmx?

Qui facciamo lavori di forza sui 125 metri e solo oggi abbiamo inserito i 250 metri lanciati per avviare un confronto con il gruppo di Villa. Però intendiamoci, non c’è ancora alcuna forma di collaborazione, anche se non è vero che li tengo con il guinzaglio corto. Li ho visti crescere, ma come tecnico voglio al 110 per cento che un mio atleta abbia le sue soddisfazioni. E se anche non fosse in Bmx, perché dovrei impedirglielo?

Può esserci fra loro qualcuno che proverebbe la velocità su pista?

Sì.

Un atteggiamento onesto.

Per la Fci siamo una risorsa in più, la chance di avere più medaglie.

Europei 2018, in azione Kyle Evans (Gran Bretagna)
Europei 2018, in azione Kyle Evans (Gran Bretagna)
Sa che in Olanda i velocisti della pista vengono dalla Bmx?

Gli olandesi ci sanno fare, sfruttano gli atleti a 360 gradi. Se uno ha un buon pacchetto fisico e tecnico, lo tengono nella Bmx. Invece quelli che non hanno ottenuto risultati li mandano in pista, trovando ragazzi pronti fisicamente e dotati di grande abilità tecnica. Sono giovani, ma lavorano duro tutto il giorno.

Ci fa l’identikit del suo azzurro tipo?

Hanno scoperto la bici passando vicino a una pista oppure a un parco. A quel punto hanno chiesto ai genitori di portarli da Decathlon, dove hanno comprato una Bmx pesantissima con i pegs, le pedane sulla ruota posteriore. Di sicuro nessuno l’ha scoperto da un canale mediatico, perché su Youtube trovi semmai le cadute, ma non certo il lavoro che c’è dietro. Bisognerebbe inventare dei format più comprensibili, anche per rendere più fruibili le gare. Al momento abbiamo la nazionale di freestyle che è molto più commerciale e poi ci siamo noi. Abbinare i due tipi di eventi sarebbe una grande manna dal cielo. Avremmo eventi con una marea di gente, quando si potrà nuovamente…

E adesso l’indentikit del cittì: chi è Tommaso Lupi?

Ho 29 anni e sono un grande appassionato di sport, delle due ruote in particolare. La Bmx la scoprii passando in macchina con i miei genitori davanti a una pista e chiamando il numero affisso nella bacheca. Ho cominciato ad andare al Centro Filippo Raciti di Padova. A 16 anni ho iniziato ad allenare i bambini e poi sono andato in Francia a lavorare e imparare da Pierre Henri Sauze, un tecnico francese cui devo davvero molto. Per il resto ho sempre fatto ciclismo, amo la bici a 360 gradi.

Il pomeriggio annuncia la sera, prossimo step tornare in gara
Il pomeriggio annuncia la sera, prossimo step tornare in gara
Come si svolgerà la vostra stagione?

Voglio essere ottimista. Dovremmo iniziare dalla Coppa Europa a Verona. Poi ci sarà Creazzo a metà marzo. A maggio la Coppa del mondo a Stoccarda e Bogotà, con Verona che si è candidata per sostituire la data colombiana se ci fossero problemi di Covid. Le gare di Coppa qualificano ancora per le Olimpiadi, ma purtroppo ci mancano i punti del mondiale.

Non sarà che anche venire qui è un modo per trovare nuovi stimoli?

Abbiamo fatto di tutto, anche organizzato gare tra noi, ma non è mai come correre davvero. Montichiari è lo stimolo di qualcosa di nuovo, dopo gli ultimi mesi senza gareggiare, a causa della cancellazione di quasi tutti gli eventi.

Centro Studi e nazionali: ci spiega tutto Bragato

26.02.2021
6 min
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Diego Bragato sta spesso in silenzio, ma osserva tutto quello che accade in pista. Spesso si avvicina a Marco Villa e confabulando decidono in da farsi, mentre altre volte sono i corridori a rivolgersi a lui per avere chiarimenti sul tipo di lavoro che stanno per fare. Il tecnico veneto entrò per la prima volta in questo velodromo durante la preparazione delle Olimpiadi di Londra. Fu proprio Villa, davanti a quella sfida, a richiedere il supporto del Centro Studi Federale. E la scelta ricadde sul giovane che già da qualche tempo era il tecnico di riferimento nel velodromo di Padova.

Raccordo fra cittì

Oltre ad essere collaboratore tecnico di Villa, oggi Bragato è il referente di tutti i commissari tecnici federali, nel quadro di un progetto ambizioso che punta a realizzare un tessuto tecnico omogeneo trasversale a tutte le specialità del nostro ciclismo. Non a caso, giusto ieri all’interno del velodromo di Montichiari si sono trovati gli under 23 e gli juniores per una serie di test metabolici, la nazionale della Bmx per un progetto sperimentale di preparazione in pista e i ragazzi del quartetto di Marco Villa.

Ieri in pista anche i test per i ragazzi della Bmx
Ieri in pista anche i test per i ragazzi della Bmx
In cosa consiste il tuo impegno?

Con i gruppi… classici, quindi strada e pista, cerco di rispondere ai quesiti che vengono dai tecnici. Con gli altri, anche a causa della pandemia che ci ha costretti a innumerevoli videoconferenze, abbiamo iniziato a conoscerci e ad impostare attività molto interessanti. Ad esempio con i ragazzi del downhill sta lavorando Elisabetta Borgia, psicologa, per gestire al meglio lo stress delle partenze. Mentre con il Bmx, grazie al supporto di Marco Compri, abbiamo messo giù un programma di preparazione in palestra con i pesi.

Quali sono le richieste dei tecnici di strada e pista?

A inizio stagione, interveniamo molto per effettuare dei test. Mentre durante la stagione è spesso necessario un supporto per quanto riguarda la cronometro, con Fabrizio Tacchino che segue espressamente questo settore. Tutto questo lavoro ha una grande utilità anche a prescindere dalle prestazioni degli atleti, perché diventa il pane quotidiano nei corsi di aggiornamento per direttori sportivi. E devo dire che riportare esperienze effettivamente vissute ha un impatto ben superiore rispetto a lezioni che siano puramente teoriche.

Quindi la lettura offerta da Viviani dei suoi risultati ti trova d’accordo ?

Con Elia siamo cresciuti insieme. Prima di venire qui avevo lavorato in pista a Padova e poi come preparatore con la Androni Giocattoli, ma il richiamo della maglia azzurra è stato superiore. Per cui dopo Londra abbiamo messo giù un programma preparando le Olimpiadi di Rio e abbiamo imparato tanto reciprocamente. Mi ha fatto molto piacere che Elia abbia voluto dare continuità a questo lavoro e che negli anni, anche quando correva nel Team Sky, i suoi preparatori si fossero perfettamente allineati con il nostro modo di lavorare. Anche la preparazione di Ganna si integra con quella che svolge con la nazionale.

E’ stato Marco Villa a coinvolgere Bragato per la prima volta
E’ stato Marco Villa a coinvolgere Bragato per la prima volta
Vedere tanta diversità in pista riporta inevitabilmente a parlare di multidisciplina.

Mi auguro che i tecnici lentamente siano capendo che il messaggio da far passare è che la multidisciplina non significa essere vincenti in tutte le specialità, ma allargare le abilità dell’atleta. Il ragazzino che impara con la Bmx avrà una padronanza pazzesca del mezzo. Se poi passerà in pista, imparerà a stare in un team, in un ambiente ristretto come quello del velodromo in cui le dinamiche di gruppo sono portate all’estremo. Se invece parliamo di altissimo livello, multidisciplina significa che lo stradista di vertice può svolgere in pista dei lavori di qualità molto superiori a quelli che eseguirebbe su strada, sia per ragioni di sicurezza, sia per l’uso di rapporti che altrimenti non userebbe. Quindi, la multidisciplina da giovani è utile per la crescita, poi diventa lo strumento per richiamare qualità di allenamento. Per banalizzare, a Usain Bolt oggi potresti chiedere di preparare una maratona, ma non potresti mai chiedere a un maratoneta già formato di preparare i 100 metri ed essere competitivo.

Ci sono differenze tecniche fra i diversi commissari tecnici?

Sicuramente i tecnici hanno origini diverse. Per cui se ad esempio Salvoldi ha dei titoli e con lui il livello del dialogo è di un certo tipo, Villa mi stupisce ogni volta per il suo colpo d’occhio. Si accorge di quello che sta per accadere prima di me e prima che accada. La commistione fra queste esperienze è quello che rende il progetto estremamente interessante e costruttivo. Convertire in linguaggio scientifico quello che deriva dalla loro esperienza va a formare il patrimonio tecnico della nostra Federazione. Mi piacerebbe molto riuscire ad organizzare una tavola rotonda con tutti i tecnici, perché tutti ne avrebbero beneficio. Giornate come quella di ieri, con tanti tecnici presenti, ne è soltanto un esempio.

Tempo fa si respirava una certa ritrosia ad avvicinarsi alla strada, accusata di portare via i talenti migliori. E’ ancora così?

Forse dall’esterno potrebbe sembrare che siano gelosi, ma lavorando emerge il loro essere allenatori che vogliono il successo dei ragazzi. La storia insegna che tanti atleti sono passati da una disciplina all’altra, portando con sé il know how imparato da ragazzi.

Viviani e Lamon sono frutto di questo scambio di nozioni
Viviani e Lamon sono frutto di questo scambio di nozioni
Da tutti questi discorsi resta fuori il ciclocross, che di fatto è l’unica disciplina non olimpica ?

In realtà il cross si incastrerebbe bene sia con la strada sia con la pista. Non siamo così lontani come forza ed esplosività, a patto che si modulino bene gli sforzi. Ovviamente l’improvvisazione diventa deleteria. Tuttavia le progressioni di forza del cross e i lavori ad alta frequenza di pedalata in pista sono complementari. Per questo chiediamo alle squadre giovanili di allargare il bacino delle discipline fatte praticare ai loro tesserati. Un’atleta come Rachele Barbieri, che da ragazzina faceva cross, trae giovamenti nel ripetere questo tipo di sforzo anche ora, perché sa esattamente in che modo modulare i due lavori.

Da quante persone, oltre a Bragato, è composto lo staff operativo del Centro Studi?

Diciamo che io sono quello che fa più giornate, fra 120 e 150 all’anno. Poi c’è Marco Compri che si occupa di pesistica, Fabio Fabiani che tiene aggiornato il database, Fabrizio Tacchino che segue le crono. Poi a spot ricorriamo alla collaborazione di alcuni tecnici che si sono formati con noi e ora lavorano in team WorldTour, come Claudio Cucinotta e Mattia Michelusi. Infine c’è Silvia Epis, responsabile del ciclismo giovanile.

Tommaso Lupi, tecnico della Bmx, con Marco Compri del Centro Studi
Tommaso Lupi, tecnico della Bmx, con Marco Compri del Centro Studi
Che rapporto c’è fra Bragato e gli atleti?

Non sono un commissario tecnico che deve fare le scelte, posso essere più amico. A volte sono quello con cui si sfogano. Con Elia Viviani ho corso insieme, di Lamon sono stato tecnico quando lui era esordiente e io lavoravo a Padova, stessa storia per Scartezzini e Bertazzo. Lo stesso Luca Mozzato, che è tornato ieri per la prima volta in pista dopo tanto tempo, si ricordava di me proprio dai tempi di Padova. Spero davvero che questo progetto vada avanti, perché sta tenendo risultati importanti.