Il primo giorno in rosa di Alessandro De Marchi

12.05.2021
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Il giorno dopo di Alessandro De Marchi in rosa inizia la sera prima in hotel. Il Rosso di Buja è andato via dall’arrivo dopo una lunghissima conferenza stampa e la prima impresa è stata contattare sua moglie Anna, dato che non aveva con sé il telefono. Quando poi è arrivato in hotel, l’accoglienza l’ha fatto commuovere ancora.

Un uomo sensibile

Non dobbiamo meravigliarci per le lacrime, spiega il suo procuratore Raimondo Scimone, che vive a Modena e la maglia rosa con un suo corridore non la vedeva dal 2009 di Menchov.

«Alessandro è un duro – dice – nel senso che addenta la fatica, ma di base è un uomo sensibile. E questa maglia rosa è il premio per una vita di sacrifici a vantaggio degli altri. In squadra sono tutti contenti. Mi dicono che essendo abituato a grandi team, ha attenzioni a dettagli per loro impensabili, ma li sta aiutando a crescere. Non c’è un solo corridore che non ne sia contento. Dovevo passare in hotel a salutare Pozzovivo, ma gli ho mandato un messaggio, dicendogli che non ce la facevo e che sarei passato dal “Dema”. Mi ha risposto che non era un problema e, piuttosto, di fargli i complimenti».

Il gruppo è partito da Modena, in un giorno di sole, davanti all’Accademia Militare
Il gruppo è partito da Modena, in un giorno di sole, davanti all’Accademia Militare

Le… scuse al team

Alessandro racconta alla fine del primo giorno in rosa e scherzando annuncia che toglierà altre curiosità nei prossimi giorni, se ce ne saranno altri in rosa.

«Ieri è stato un giorno storico – dice – il rientro è stato emozionante, avevo tante cose per la testa. Ho fatto subito il giro dello staff, meccanici e massaggiatori. Poi mi sono concesso un’ora di massaggi e alla fine sono andato a cena. Quando ho preso la parola, ho detto ai ragazzi che avevo questo piano già da qualche giorno e mi sono quasi scusato per non averli avvisati, ma non credo che si siano offesi. E’ stata una serata carica di molte cose. E dopo il brindisi noi corridori siamo andati a dormire, mentre il personale è andato avanti a brindare ancora».

Da Ganna a De Marchi, lezioni di guida… in rosa
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La notte bianca

Scordatevi però che una serata così, al termine di un giorno come quello di Sestola, porti con sé una notte di sonno ristoratore: sarebbe stato impossibile.

«Prima – ride – ho cercato di fare un po’ d’ordine nei messaggi whatsapp, ma credo che ne verrò a capo forse per la fine del Giro. Poi sono andato avanti a pensare e ripensare. Mi sono addormentato tardi e mi sono svegliato presto. Dire quale messaggio abbia apprezzato di più sarebbe ingiusto. Ma devo dire che quel che più mi ha fatto piacere è stato ricevere gli attestati di stima degli altri corridori, ex compagni, giornalisti, addetti di Rcs. E’ stato davvero molto gratificante».

Tappe in diretta integrale, l’elicottero è già lì
Tappe in diretta integrale, l’elicottero è già lì

Il test di domani

La tappa di domani si annuncia come un test piuttosto severo. Dombrowski è uscito malconcio a causa della caduta e quindi magari non sarà lui la minaccia più concreta del giorno, ma il dislivello stesso potrebbe diventare un avversario ostico.

«Dovrò lottare fino alla cima – dice – evitare che entri in fuga qualcuno troppo vicino a me in classifica. Continuo ad avere una strana sensazione di vertigine, di essere in un posto che non mi appartiene. Non ci sono abituato e forse questo accadrà, quando dovrò cedere la maglia. Per questo sto cercando di godermela il più possibile. Non so dire che sapore abbia, ma di certo non è amaro. E’ una maglia impegnativa, un peso. Ma un peso leggero».

Una maglia magica, capace di raddoppiare le forze. Scimone ne è sicuro, De Marchi lo scoprirà domani, attraversando le montagne marchigiane. E pescando la forza dalle terre terremotate che gli ricorderanno le sue. Quando la terra trema, non ci sono confini.

Caleb Ewan e un record che non ci piace (se lascia il Giro!)

12.05.2021
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«Qui al Giro – dice Stefano Oldani tutto d’un fiato – è difficile trovare finali facili. Noi però abbiamo il corridore giusto e abbiamo vinto. Ha mancato la prima, oggi non se l’è lasciata scappare. A Novara, Caleb era un po’ insoddisfatto. Un campione, un vincente come lui, quando non vince non è felice. Oggi si è preso la sua rivincita e questo è l’inizio di un’impresa che vuole tentare quest’anno. Vincere in tutti e tre i grandi Giri. Nel primo è andato a segno, mancano gli altri due. Lui è un bravo ragazzo, è simpatico anche se quando non vince non è felice. Oggi dovevo aiutarlo nel finale, non dovevo essere tra gli ultimi, ma un po’ prima. L’ho fatto, ho visto che era felice e questo mi gratifica. Così dai prossimi giorni potrò giocarmi le mie carte».

Caleb Ewan inaugura a Cattolica la serie delle tappe che vorrebbe vincere nei Giri 2021
Caleb Ewan inaugura a Cattolica la serie delle tappe che vorrebbe vincere nei Giri 2021

Più sicurezza

Caleb Ewan, già secondo alla Sanremo, ha vinto a Cattolica in uno di quei giorni in cui per le cadute si finisce col parlare d’altro. Nella conferenza stampa della maglia rosa, De Marchi dice parole che fanno riflettere.

«Si può sempre fare di più – spiega – in merito a sinergie fra chi organizza e noi che corriamo. In certi frangenti si potrebbe scegliere un percorso diverso. Si potrebbero adottare delle protezioni. Sono dettagli che contano. Andiamo davvero veloci, dobbiamo stare al passo coi tempi».

Il pasticcio si verifica ai 4 chilometri dall’arrivo. Un volontario coraggioso è fermo a centro strada per segnalare lo spartitraffico. Le radio da minuti non fanno che ricordare ai corridori di stare attenti proprio a certi ostacoli. Lo spiega bene Thomas De Gendt a chiunque glielo chieda. Passano tutti. Solo Dombrowski non lo vede, forse perché non è troppo concentrato, e lo centra in pieno. Di sicuro sono tutti troppo indietro, i 3 chilometri e la neutralizzazione sono ancora lontani. Il poveretto cade, senza coinvolgere nessuno. Mentre sulla destra della strada la peggio ce l’ha Landa, che nulla può per evitare l’americano vincitore ieri a Sestola. Lo portano in ospedale, il suo Giro finisce qui.

Il record di Caleb

L’altro lato della medaglia è la versione del vincitore, che ovviamente stava davanti e delle cadute non ha sentito nemmeno il rumore.

«E’ sempre difficile far passare il gruppo nei paesini – dice Ewan – ma nemmeno è immaginabile che ogni volta finiamo nel mezzo del nulla. Il finale è stato caotico, c’era vento frontale e tutti volevano stare davanti. Delle cadute non mi sono accorto, nemmeno avrei detto che fosse un arrivo pericoloso. Sono qui per vincere le volate e ho la squadra tutta a mia disposizione. Ne ho vinte tante, le ricordo tutte, ma non ricordo dove. A dire il vero, non so nemmeno dove ci troviamo stasera. L’obiettivo di vincere una tappa in ogni grande Giro è la mia sfida per il 2021, ma questo non significa che oggi lascerò il Giro, è ancora presto. Andrò avanti alla giornata e magari intorno alla 10ª-11ª tappa prenderemo una decisione che mi permetta di prepararmi al meglio possibile per il Tour».

Dombrowski passa sul traguardo. E’ stato il primo a cadere, ma non ha riportato fratture
Dombrowski passa sul traguardo. E’ stato il primo a cadere, ma non ha riportato fratture

Mentalità balorda, caro Caleb: il Giro merita ben altro rispetto. Oppure forse anche questo rientra nella necessità di adeguarsi ai tempi moderni? Sarebbe davvero un record quello di vincere tappe nei tre Giro, portandoli però tutti a termine. Vincere tappe al Giro, al Tour e alla Vuelta correndo una settimana ciascuno, è come vincere una tappa alla Tirreno, una al Delfinato e una al Giro di Svizzera. A pensarci, non un record così grande.