Sangalli e le U23 volano in Argentina. Ma il movimento come sta?

06.10.2022
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Vacanze per il ciclismo femminile? Forse sì per tante atlete, ma non per tutte, compreso il cittì Paolo Sangalli. Dopo il Tour de Romandie – in programma da domani fino al 9 ottobre ed ultima gara del Women WorldTour – il calendario ha avuto un colpo di coda inaspettato che riguarda proprio la nazionale. Una selezione azzurra infatti è stata invitata ad una gara 2.2 in Argentina

Più precisamente nella parte settentrionale del Paese a circa 1.200 chilometri a nord di Buenos Aires al confine col Paraguay. Parteciperà alla Vuelta a Formosa Feminina Internacional dal 21 al 23 ottobre, sulla falsariga della gara maschile disputata ad aprile. Prime due tappe pianeggianti (rispettivamente di 139 e 125 chilometri), poi terzo giorno spezzato in due con una crono individuale di 8 chilometri e finale su un circuito cittadino di 6 chilometri da ripetere 13 volte.

Il cittì Sangalli ha deciso di portare in Argentina quattro ragazze U23 e, prendendo spunto da questa lunga trasferta verso la primavera sudamericana, con lui abbiamo fatto una panoramica sulla categoria in previsione del 2023.

Paolo chi porterai in Argentina e perché?

Al di là delle scelte, intanto ringrazio le squadre che mi hanno concesso le loro atlete perché non è facile trovarle visto che sarà periodo di riposo. Porterò Valentina Basilico perché è una velocista molto sveglia e quando è in forma corre bene. Quest’anno ha fatto un paio di vittorie ed è stata, tra quelle del primo anno, che hanno fatto meglio. Ci sarà Carlotta Cipressi perché ha finalmente risolto i problemi alla schiena ed ha finito la stagione in condizione. Entrambe avevano la maturità e nella seconda parte sono cresciute bene.

Le altre due chi sono?

Ho chiamato Giulia Giuliani che ritengo un prospetto interessante. E’ l’unica delle quattro che corre in una formazione non continental. E’ una passista-scalatrice che avevo portato ad un ritiro a Livigno e volevo vederla all’opera da più vicino. Infine ci sarà anche Cristina Tonetti. Mi piace il suo modo di correre, molto coraggioso. E mi è piaciuta molto anche la sua scelta di restare anche l’anno prossimo nella Top Girls dove potrà fare un ulteriore step di crescita in un ambiente giusto.

Con che aspettative andrete laggiù?

Partiremo con uno spirito tranquillo. Siamo contenti che ci abbiano invitato ed essere loro ospiti. Per queste ragazze sarà innanzitutto una esperienza di vita. Voli lunghi e scali intercontinentali, soggiorno in una zona meno turistica di altre. Dovranno adattarsi a ciò che comportano viaggi di questa portata. Poi chiaramente ci sarà l’aspetto agonistico e quello lo vedremo solo quando saremo laggiù. Ci sarà da mantenere un po’ di condizione ancora per qualche settimana ma non abbiamo alcuna pressione di risultato.

Nel 2023 atlete come Guazzini e Zanardi diventano “grandi”. Lasciano una eredità pesante?

Vittoria e Silvia hanno vinto tanto sia su strada che in pista e non sarà facile fare altrettanto ma dietro abbiamo un buon movimento di ricambio. Certo, loro due hanno avuto sempre la possibilità di fare tante corse internazionali con il loro club e questo aiuta tanto ad alzare il livello. Spero che molte delle attuali U23 possano fare la stessa cosa.

Il colpo di reni vincente di Eleonora Gasparrini alla MerXem Classic. Secondo sigillo stagionale dopo il tricolore U23
Il colpo di reni vincente di Eleonora Gasparrini alla MerXem Classic. Secondo sigillo stagionale dopo il tricolore U23
Cosa bisognerebbe fare per farle crescere ulteriormente?

Il massimo sarebbe correre una gara a tappe con la nazionale prima di un europeo o un mondiale. Penso ad esempio ad una corsa come il Baloise in Belgio, senza però che partecipi la squadra di una delle ragazze che vorrei chiamare. Non lascerei mai a casa un nostro team invitato per portare solo una delle loro atlete in nazionale. Ho già una bozza del calendario del 2023. Devo vederlo bene con calma e poi mi confronterò con le varie formazioni per poi pensare a dove partecipare con la nazionale. Però i programmi delle gare sono sempre più compressi ed intensi e talvolta non è facile fare una cosa simile.

Il movimento U23 italiano per i prossimi anni com’è messo?

Ha ampi margini di miglioramento. Abbiamo tante ragazze di prospettiva che passeranno elite ed altre che stanno compiendo il loro processo di crescita. Bisogna avere pazienza perché quelle del primo anno hanno sempre la maturità e le condiziona inevitabilmente fino a luglio. Poi trovare subito la forma giusta e correre non è facile perché si va forte in ogni corsa.

Quali sono le U23 che l’anno prossimo faranno da guida?

Personalmente penso che il faro sarà Eleonora Gasparrini. Sarà al terzo anno da elite durante i quali ha corso tanto riuscendo a vincere sia il tricolore di categoria che una gara in Belgio. Andrà in una squadra dove potrà crescere ancora, lavorando per corridori importanti come Bastianelli che le insegneranno tanto. Ecco, se il mondiale di Glasgow sarà uguale all’europeo vinto proprio da Marta nel 2018, credo che Eleonora sia molto adatta a quel tipo di percorso.

Volendo c’è una bella lista di altri nomi importanti e promettenti.

Sì esatto. Matilde Vitillo quest’anno ha dimostrato di saper vincere nel WT ed anche lei sarà l’altra ragazza su cui poter contare. Camilla Alessio spero possa risolvere alcuni problemi di salute. Sofia Collinelli ha grandi potenzialità (per lei si parla del passaggio alla Cogeas-Israel, ndr). Gaia Realini sarà in uno dei team più forti come la Trek-Segafredo. Francesca Barale alla DSM potrà correre di più. Anche Federica Piergiovanni o Gaia Masetti sono da seguire. Poi ci sono quelle che porterò in Argentina. Ed infine abbiamo Ciabocco, Pellegrini, Segato e tutte le altre che arrivano dalle junior che terrò in considerazione senza troppe pressioni proprio perché andranno ancora a scuola. Vi dico, l’elenco che ho fatto è lungo e ci sono tante ragazze che terrò sott’occhio.

U23 donne, categoria in rampa di lancio anche su strada

01.10.2021
4 min
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In occasione della conferenza stampa di presentazione dei mondiali australiani 2022 si è parlato anche della categoria U23 donne. Una categoria che di fatto su strada “non esiste” per l’Uci.

Quella sera, in un lussuoso hotel di Leuven, ha preso parte a questa conferenza stampa anche Enrico Della Casa, presidente della Uec e anche vicepresidente Uci. Ebbene con lui abbiamo approfondito questo discorso che, a quanto pare, ha radici ben fondate. Insomma non si tratta solo di “gender equality”, ma ci sono discorsi tecnici alle spalle.

Enrico Della Casa oltre ad essere il presidente Uec, da qualche giorno è anche uno dei vicepresidenti Uci
Enrico Della Casa oltre ad essere il presidente Uec, da qualche giorno è anche uno dei vicepresidenti Uci
Enrico, si è parlato di poter vedere le donne U23 già a Wollongon il prossimo anno: è così? Cosa bolle in pentola?

Se ne è parlato, ma per ora dico subito che non c’è nulla di ufficiale. L’Uci ha detto che le donne elite e U23 potrebbero partire insieme e fine gara potrebbero essere assegnate due maglie: una alla prima elite e una alla prima under. Una corsa, due classifiche separate. Ma, ripeto, non c’è nulla di ufficiale.

La Uec però non fa così…

No, noi già da qualche anno abbiamo visto che il formato delle under 23 funziona. Avevamo il timore di una scarsa partecipazione, invece non è stato così. A Trento nella crono delle under c’erano 35 partenti e più o meno le stesse erano le elite, dunque dei buoni numeri. Molte Nazioni ci spingono a chiedere all’Uci di introdurre questa categoria anche ai mondiali. Vuol dire che ce n’è bisogno.

Perché?

Per proteggere le ragazze. Per dare loro delle possibilità in più. Questa categoria è un cuscinetto. E soprattutto in pista in termini di sviluppo fisico si troverebbero a fare un bel salto.

Nel cross e nella Mtb però questa categoria già esiste nell’Uci…

In Mtb ce l’hanno da anni. Nel cross, noi in Uec introducemmo le under 23 nel 2015, accorpandole con le junior. Poi dal 2017 facemmo due partenze distinte. L’unica imposizione che abbiamo introdotto è che se un’atleta decide di gareggiare con le elite, non può più tornare indietro. E devo dire che è una regola approvata anche dalle singole Nazioni. Serve più che altro a non far scegliere all’atleta se partecipare a questa o a quella categoria in base alla sua condizione (o alle caratteristiche del percorso più o meno congeniali, ndr). In tal senso mi viene in mente la fortissima biker svizzera Sina Frei. Lei ha corso tutti gli anni che doveva tra le under 23 pur avendo la possibilità di competere ad alto livello con le elite. Questo cosa significa? Che questa categoria serve. E a noi dice che va supportata.

Perché non c’era in passato?

Forse per il timore di non avere numeri sufficienti. E fu anche un timore nostro, bisogna dirlo. Ricordo che in commissione strada qualcuno più “vecchio” si disse contrario.

Nella Mtb la categoria U23 donne già esiste. Ecco l’austriaca Mona Mitterwallner nei recenti mondiali in Val di Sole
Nella Mtb la categoria U23 donne già esiste. Ecco l’austriaca Mona Mitterwallner nei recenti mondiali in Val di Sole
E poi si va verso la parità dei sessi in tutto…

Esatto. Guardate l’Uci: il prossimo anno ai mondiali, la crono delle donne elite misurerà la stessa distanza di quella degli uomini elite. Un qualcosa che noi abbiamo introdotto già nel 2019. Percorsi uguali per juniores, under 23 ed elite, maschili e femminili. Tra l’altro una soluzione molto apprezzata anche dalle Tv. L’eurovisione ci ha detto che è un buon fomat: gare che durano un’ora e via. E poi va bene anche agli organizzatori che hanno un solo percorso da gestire.

Quanto incide sui costi questa categoria?

Bah, sui dorsali da stampare e sulla benzina delle staffette! No, a livello finanziario praticamente non incide se non davvero in minima parte, semmai richiede un maggiore sforzo organizzativo, più forza umana.

L’introduzione di questa categoria consente alle ragazze di crescere più gradualmente?

Io piuttosto dico che serve a proteggere le piccole nazioni. Pensiamo a quelle ragazze di Federazioni meno sviluppate che a 19 anni si ritroverebbero con le grandi. Un salto grande, forse esagerato, che alla lunga potrebbe spingerle a lasciare, potrebbero perdere motivazione. Mentre se sai di gareggiare con delle tue coetanee è diverso. Tu sai che per quattro anni il livello è quello. Per me, ripeto, è molto importante soprattutto per la pista, in cui l’età della maturazione è un po’ più in là. In Uec facciamo un europeo l’anno e già questo serve a motivare le under 23 (e le altre categorie). Abbiamo introdotto questa categoria anche nella Bmx, in cui l’età della maturazione è più bassa. Figuriamoci quanto ci crediamo…

Insomma anche in sede Uci, la Uec e il crescente movimento femminile potranno farsi sentire e portare avanti questo bel progetto. Il successo mediatico ed organizzativo visto a Trentino 2021 (in apertura Vittoria Guazzini regina della crono U23 femminile) la dice lunga.